[Nonviolenza] Telegrammi. 3690



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3690 del 26 marzo 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. In breve
2. Luciano Bonfrate: Dieci parole da Assisi a Gubbio
3. Osvaldo Caffianchi: Ancora sulle dieci parole della nonviolenza in cammino da Assisi a Gubbio
4. Benito D'Ippolito: Dieci parole della nonviolenza in dieci profili di costruttrici di pace
5. Crispino Scotolatori: Ancora dieci parole sul sentiero da Assisi a Gubbio
6. Nello Scardani: Ancora dieci parole della nonviolenza riflesse in dieci volti di donne
7. Ricciardo Aloisi: Ancora dieci parole sul sentiero da Assisi a Gubbio
8. Omero Caiami Persichi: Dieci quartine tra Assisi e Gubbio
9. Giobatta Corinzi: Ancora dieci parole riflesse in dieci volti sul sentiero da Assisi a Gubbio
10. Geremia Cattristi: Dieci parole e dieci volti da Assisi a Gubbio
11. Omero Dellistorti: Cominciare dalla fine
12. Omero Dellistorti: Il curriculum
13. Omero Dellistorti: Uno smemorato
14. Segnalazioni librarie
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'

1. L'ORA. IN BREVE

1. L'inadeguatezza dei poteri dominanti a fronteggiare un pericolo che l'intera umanita' riguarda e' manifesta.
Era manifesta gia' prima dell'epidemia. Si pensi soltanto al disastro climatico. Ma l'epidemia ha reso visibile quell'inadeguatezza anche agli occhi di tutti coloro che preferivano non saperne niente giacche' vivevano in condizioni di privilegio consumista tali da preferire il naufragio dell'umanita' in pochi decenni alla personale rinuncia oggi agli stili di vita e ai consumi piu' laidi e piu' dissennati.
Il re e' nudo. Occorre ora sostituire ai potentati, alle macchine e alle ideologie del privilegio e della violenza il sapere e il potere della nonviolenza: il potere dei senza potere, il potere di tutte e tutti, la forza della verita', l'universale solidarieta' e la concreta condivisione.
*
2. Continuare a condurre guerre, a produrre armi, ad organizzare strutture il cui fine ultimo e' uccidere, tutto cio' si appalesa ormai per quello che e' sempre stato: il peggiore dei crimini.
Occorre abolire le guerre, gli eserciti e le armi.
Occorre costruire la societa' mondiale della nonviolenza, che ogni essere umano comprende, riconosce, conforta e sostiene; occorre costruire la societa' mondiale della nonviolenza che si prende integralmente cura di quest'unico mondo vivente di cui l'umanita' intera e' insieme parte e custode.
*
3. Continuare a negare l'unita' dell'umanita', continuare a negare che ogni essere umano e' portatore degli stessi diritti di ogni altro essere umano, continuare a negare che il primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto e' salvare la vita di ogni essere umano, significa essere peggio che scellerati, significa aver perso il lume della ragione.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Occorre soccorrere, accogliere ed assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere. Condividere il bene ed i beni. E' l'ora della nonviolenza. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

2. MATERIALI. LUCIANO BONFRATE: DIECI PAROLE DA ASSISI A GUBBIO

1. Forza della verita'
La nonviolenza e' ahimsa e satyagraha:
opposizione sempre alla violenza,
tenersi stretti a cio' che e' vero sempre.
*
2. Coscienza
La nonviolenza e' scelta di coscienza
conoscere insieme, e insieme la scienza
di voler scegliere l'azione buona.
*
3. Amore
La nonviolenza e' forza dell'amore
virtu' che eleva, bene dell'incontro,
e' convivenza, comunione, pace.
*
4. Festa
La nonviolenza e' festa, e' riconoscersi
fraterni sororali, umanita'
tutta abbracciata contro male e morte.
*
5. Sobrieta'
La nonviolenza e' la gioia possibile
nel condividere il mondo che e' di tutti:
non la sprecare questa buona vita.
*
6. Giustizia
La nonviolenza suscita la lotta
contro vilta', ingiustizia ed ignoranza:
e' unita'-amore che tutti degnifica.
*
7. Liberazione
La nonviolenza e' questo lungo andare
che apre strada e lungo questa strada
si riconosce uguale ogni diverso.
*
8. Potere di tutti
La nonviolenza e' l'omnicrazia
il potere di agire di tutti
il potere tra tutti condiviso.
*
9. Bellezza
La nonviolenza e' la bellezza quando
anime e corpi, rotte le catene,
riconoscendosi emergono alla luce.
*
10. Persuasione
La nonviolenza e' la scelta del tu,
la scelta del tu-tutti, il saldo stare
umani tra gli umani. E' cosa buona.

3. MATERIALI. OSVALDO CAFFIANCHI: ANCORA SULLE DIECI PAROLE DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO DA ASSISI A GUBBIO

1. Forza della verita'
Nell'afferrarsi alla verita'
e' l'unica speranza, nella lotta
con l'angelo si compie per l'intera
notte la prova, e trovi il vero nome.
*
2. Coscienza
La giovinetta Antigone per prima
seppe che viene l'ora in cui si deve
dire di no.
E' con quel no che sorge la coscienza
e' la coscienza che fa luce al mondo.
*
3. Amore
Come insegno' di Mantinea la donna
all'ateniese che sapeva l'arte
piu' necessaria, della levatrice,
l'amore e' cio' che unisce e cio' che salva
ti strappa su' dalla palude e t'alza
dove piu' pura e' l'aria e finalmente
possiamo respirare.
*
4. Festa
Non l'ordine chiuso, non le solenni
maschere del potere, non il passo
che come lama cade e calpesta.
Ma la danza, ma il volto ritrovato.
*
5. Sobrieta'
Non lasciare che a goccia a goccia
ti secchino il midollo i simulacri.
Nella misura e' l'unico segreto
cio' che tu sprechi ad altri manchera'
nel dissipare dissipi te stesso
vuol esser sobria la felicita'.
*
6. Giustizia
Rendere bene per male
avere misericordia
non cedere di un passo all'oppressione.
*
7. Liberazione
Di questo dolore che e' di tutti
lenire la piaga solo e' dato
se di tutti e per tutti e con tutti si sceglie
la parte, il cammino, l'amicizia.
*
8. Potere di tutti
Ascolta la voce dell'altro ed ascolta
con piu' grande attenzione il silenzio dell'altro.
Accogli la spina e la borraccia.
Non ci si libera da soli
non si compie da soli questo lungo viaggio.
E come un bozzolo, chi non si apre
perisce.
*
9. Bellezza
L'errore era nel credere che l'attimo
fuggente fosse bello. Era l'errore
nella fuga del tempo in fumo ed ombra.
Era nell'occhio invece la bellezza
era nel cuore, nel volto accarezzato.
E quella luce resta per sempre.
*
10. Persuasione
Io che sempre appartenni al partito
dei perplessi, che giusta il poeta
di Augusta, di Treviri l'esule ardito,
alle nobili idee sono uso
chiedere cosa celino invisibile
e che del sinolo di lancia e di scudo
sempre sentii la spina nel cuore,
pure volli viandante tra viandanti
incamminarmi con questi compagni
di pieta' persuasi.

4. MATERIALI. BENITO D'IPPOLITO: DIECI PAROLE DELLA NONVIOLENZA IN DIECI PROFILI DI COSTRUTTRICI DI PACE

1. Etty Hillesum, o la forza della verita'

Scegliere il bene, pensare col cuore,
condividere il dolore, avere cura
degli afflitti, totalmente ripudiare
la violenza, rifiutare
la salvezza per se' che affoga gli altri.

Fare la scelta della compassione
in nulla cedere al male
salvare tutti dinanzi all'orrore
salvare almeno l'umanita' futura.
*
2. La coscienza di Virginia Woolf

Alla corsa per l'accaparramento
sottrarsi, e preferire
altro sentiero, la propria autonomia
l'uso corretto delle tre ghinee
l'analisi serrata che connette
e smaschera per sempre
il maschilismo, il fascismo, la guerra.

E la guerra, il fascismo, il maschilismo
combattere con voce e forme proprie
trovando in  se' la stanza denegata.

E' questo che chiamiamo nonviolenza.
*
3. Maria Callas inventa l'amore

E' la voce che chiama e che trae
fuori dal gorgo verso la salvezza.

E' la voce che rompe del niente
il deserto, che la solitudine
svela, e consente che l'io si faccia noi.
*
4. Cathy Berberian, la festa dell'umanita'

Era sapiente di tutte le sapienze
parlava tutte le lingue, sapeva
e sapeva fare tutto.

Scioglieva in canto una voce che incantava
ed al convivio ed alla convivenza
l'umanita' chiamava intera a festa.
*
5. La sobrieta' di Rosa Luxemburg

Quando e' normale prendere il fucile
e strappare la vita alla gente
allora la galera e' il posto giusto
per le persone giuste, e li' era Rosa.

Quando e' normale che la gente buona
per prima venga presa e assassinata
per prima Rosa viene data ai pesci.

Ma questa norma dei vampiri Rosa
insegno' a smascherare, a contrastare,
per costruire un mondo non piu' barbaro
in cui normale sia esser d'aiuto.
*
6. La giustizia secondo Hannah Arendt

Sempre all'opposizione, sempre nitida
nella ricerca della verita'.

E sempre innamorata e sempre agile
nell'inseguire i pensieri fino in fondo
come riflessi nelle acque cangianti
vivi guizzanti pesciolini d'oro.

Sempre nemica dei poteri assassini
sempre nemica dell'astratto che uccide,
sempre il dialogo e lo spazio politico
in cui si possa vivere da umani
pronta a tessere di nuovo, a ragionare,
invito al concreto, invito al vivo incontro.

Del nascere il miracolo incessante,
il gesto morale del pensare,
la liberta fondata sul dialogo,
nessuno seppe dire come lei
nessuno come lei seppe donare.
*
7. Simone de Beauvoir, maestra di liberazione

Cosa sarebbe la Francia che amiamo
senza i libri di Simone de Beauvoir?
Cosa sapremmo senza quei libri
di cio' che conta del pensiero e della vita
d'Europa del secolo ventesimo?

Ma soprattutto quante lotte
sarebbero state sconfitte e cancellate
senza la voce del Castoro, senza
la sua presenza, la sua dedizione?

Ci insegno' tutto
in verita' e in errore
Simone de Beauvoir:
l'ascolto e l'arte
della parola, e l'essere vicini
- che e' l'unica cosa che conta.
*
8. Luce Fabbri, il potere di tutti

La prima scoperta fu la guerra: l'orrore sovrano
che uomini accettassero di uccidere
e di essere uccisi.

L'intera vita dedico' alla lotta
contro la guerra, contro ogni oppressione,
per un'umanita' di liberi ed eguali.

Se avra' l'umanita' degno un futuro
come nel canto comunardo e' detto
e se tanto dolore avra' riscatto
nell'internazionale futura umanita',
in quel futuro che e' gia' compresente
ogni volta che fai l'azione buona
ci attende luminosa Luce Fabbri.
*
9. Frida Kahlo, della bellezza

Sognare tutti i sogni, raccontare
di se' e di tutti il volto e il cammino.

Rosa gelata, fiore appena nato
felicita' promessa a tutti e data
per sempre nel piu' lieve dei sussurri.
*
10. Simone Weil e la persuasione

Una cosi' profonda liberta'
nessuno deve averla mai provata
ed un cosi' profondo lucido strazio.

Maestra di attenzione e verita'
che tutti rovescia i pigri pregiudizi
e tutte combatte le intime vilta'.

Figura dell'umanita'
lo specchio e l'enigma piu' chiaro
l'ardua la cruda la candida e lucente
incandescente
nonviolenza in cammino fatta donna.

5. MATERIALI. CRISPINO SCOTOLATORI: ANCORA DIECI PAROLE SUL SENTIERO DA ASSISI A GUBBIO

1. Forza della verita'

Tieniti stretto alla verita'
e non temere il male
affronta il male
e vincilo con la pieta'.
*
2. Coscienza

L'arte la fede la sapienza
tutto le e' di nutrimento
ma solo lei tutto feconda e avviva
nostra buona signora la coscienza.
*
3. Amore

Piu' passa il tempo e meno sono certo
di saper dire cosa essere possa
ma ovunque vedo splender la sua possa
che regge il mondo e salva dal dolore.
*
4. Festa

Che cosa resta quando s'arresta ogni podesta
e si ridesta l'ombra molesta estinte le gesta
omai digesta nella foresta ogni tempesta
se non quel lieve ricordo della festa?
*
5. Sobrieta'

Invigila te stesso, a te stesso
esser presente sappi.
e passa in largo giro la borraccia
nessuno dei compagni resti senza
un sorso d'acqua, un sorso d'amicizia.
*
6. Giustizia

Dapprima fu la spada, la bilancia
appresso venne, verra' poi l'aratro.
La rabbia, l'equilibrio, il nutrimento.
S'ha da decidere che far del ferro:
se forza, o legge, oppur misericordia.
*
7. Liberazione

Nel profondo lago nero del tuo cuore
si nasconde il primo nemico.
Nella lotta dentro te contro di te
comincia quel cammino che da' pace.
*
8. Potere di tutti

Solo se si e' deliberato in comune
potremo agire in comune.
*
9. Bellezza

E' quel che si oppone alla morte
e' la gioia che rinasce ad ogni aurora
e' la speranza di essere ascoltati
e' tutto il mare dentro la conchiglia.
*
10. Persuasione

In quel piu' profondo colloquio corale
in cui s'incontrano infine tutti i tu
e non v'e' piu' contesa di mio e di tuo
li' ci ritroveremo faccia a faccia.
Ogni giorno e' quel colloquio corale
ogni giorno devi fare la tua scelta.

6. MATERIALI. NELLO SCARDANI: ANCORA DIECI PAROLE DELLA NONVIOLENZA RIFLESSE IN DIECI VOLTI DI DONNE

1. Carla Lonzi, o della forza della verita'

Piu' passa il tempo e piu' diventa chiaro
che quelle parole scritte sulla carta vetrata
trent'anni fa, ancora c'interpellano.

Piu' passa il tempo e piu' diventa urgente
quel nitore di sguardo e di voce
per contrastare l'orrore presente.
*
2. Maria Zambrano, o della coscienza

La coscienza e' l'esilio
e l'esilio e' il ritrovarsi.

Perso tutto, allora resti tu.

Ed il pensiero che pensa e che ricrea
un mondo intero infine abitabile
da tutte tutte le persone umane.
*
3. Marina Cvetaeva, o dell'amore

Nessuno mai amo' quanto Marina:
amo' la luce e la terra, i corpi e i sogni e le parole.

Amo' le vite delle persone
si oppose sempre al cenno del carnefice.
*
4. Violeta Parra, o della festa

Conosceva la tristezza dalla coda lunga
come la Ande e fino in Patagonia.

Sapeva stringere i denti e lottare
masticando le erbe piu' amare, senza arrendersi mai.

Smascherava i fascisti col grido e col riso
e col ragionamento,
insegnava ad ascoltare lo zittito, l'offesa, gli inermi.

Ed abbracciata alla chitarra con la voce
rompeva catene, cavalcava le nuvole, dava sollievo
muovendo al coro e alla danza.

Al popolo restituiva
la dignita' rubata dai padroni.
*
5. Georgia O'Keeffe, o della sobrieta'

Per arrivare all'essenzialita'
occorre liberarsi dai feticci
spogliarsi dai viluppi di fantasmi
alla lusinghe del superfluo dire no.
Ed asciugarsi, andare nel deserto.

E solo allora trovi la scala
che dalla terra porta alla luna.
*
6. Marianella Garcia, o della giustizia

Salvare anche i morti
restituir loro il volto,
allo scempio compiuto dai carnefici
opporre infinita la pieta'.

E cosi' salvare coloro che verranno
dalla ripetizione incessante dell'orrore,
cosi' salvare l'umanita' presente,
cosi' rendere bene per male.
*
7. Rosanna Benzi, o della liberazione

Io la ricordo come una voce
che mi giunse qualche volta da un telefono
da Genova, dal polmone d'acciaio.

Ma la ricordo anche come donna
che volle vivere una vita piena
di affetti e di lotte, di verita'
che affronta il dolore e nessuno abbandona
nelle fauci dell'orco, nessuno
nel pozzo nero della solitudine
lascia che sia gettato.

Di liberazione maestra
non piu' dimenticata.
L'apertura che Capitini disse
in lei si era incarnata.
*
8. Ginetta Sagan, o del potere di tutti

Partecipo' alla Resistenza
fondo' Amnesty International
rese l'umanita' piu' buona e piu' forte.

Ancora chiama la sua voce all'azione
e chiama te.
*
9. Emily Dickinson, o della bellezza

Si puo' condurre una vita segreta
e donare al mondo tanta luce
che io che leggo ogni volta mi chiedo
quanto dolore costo' tanta gioia
quanta fatica tale levita'.

Si puo' essere sola e in solitudine
essere gia' figura dell'intero
genere umano, e lieve silenziosa
essere gia' di quella
societa' delle estranee che il mondo
ha da salvare, da mettere al mondo.
*
10. Margarete Buber-Neumann, o della persuasione

I campi, e nei campi l'umanita'.
I campi, e contro i campi l'umanita'.

Dire la verita', salvare quel che resta
delle vittime, contrastare
il totalitarismo che genera i campi
ed ogni ora si riproduce.
Ed ogni ora devi contrastare.

Saper distinguere tra i ruoli, le idee
astratte, e concreta la carne che soffre.
Saper riconoscere il bene e non sottrarsi.
Fare la scelta di salvare le persone.

7. MATERIALI. RICCIARDO ALOISI: ANCORA DIECI PAROLE SUL SENTIERO DA ASSISI A GUBBIO

1. Forza della verita'

Nella ricerca della verita'
con il rispetto della verita'
in saldo abbraccio alla verita'
preferisci soffrire e non far male.
*
2. Coscienza

Nella coscienza della sofferenza
nella coscienza della compresenza
nella coscienza della gaia scienza
si tempra e si rinsalda l'alma frale.
*
3. Amore

tolto il disegno resta il colore
tolta la forza resta il calore
tolta la speme resta il valore
tolta la terra resta ancora il sale.
*
4. Festa

Ogni giorno l'aurora dita rosate torna
ed ogni giorno reca nuova festa.
*
5. Sobrieta'

Cosi' esposti al bisogno, cosi' esposti
alla paura, questo solo farmaco
conosco che offra limpido un sollievo:
volere meno, avere meno, andare
piu' lentamente, piu' in profondita',
dividere quel che e' nella bisaccia
con lo straniero, e nel lungo cammino
saper godere del bene del mondo,
del raccontarsi le infinite storie.
*
6. Giustizia

Non ci fu data la scienza
del bene e del male, ci fu data
l'intelligenza del dolore e acuta
la percezione della nostra confusione.

Cosi' quasi ciechi e senza bordone
questo cammino abbiamo da fare
e cosi' fragili e stanchi come siamo
la violenza dobbiamo contrastare
ed all'ingiusto il giusto contrapporre
e nella nostra scarsa luce il bene opporre
al male.
*
7. Liberazione

E' liberta' incarnata ed in cammino,
se si fermasse, divenisse astratta,
la liberta' in un lampo si corrompe
e s'arrovescia. E' un fiore delicato:
come cessa di crescere già muore.
*
8. Potere di tutti

Ognuno ha un potere e quel potere
e' un seme prezioso che deve dare frutto.

Ma ogni potere e' una lama affilata
che puo' affettare il pane e puo' squarciare
cuori pulsanti.

Il potere di tutti e' la scelta
di dar valore alla vita di tutti
di riconoscere a tutti la forza
di capire, di decidere, di agire,
di orientare la forza al bene comune.
*
9. Bellezza

Nel polveroso turbine del tempo
perennemente in fuga e che incessante
tutto ti logora e tutto travolge
un sorso, un goccio, un'ombra di armonia
che allude a un ritrovarsi e' la belta'.
*
10. Persuasione

La persuasione e' la persuasione
del potere di tutti, fondato
sulla coscienza della compresenza.

Sentire presente in se'
l'umanita' intera
sentire il se' presente
nel flusso incessante della vita.

Sentire come empatia
sentire come ascolto profondo
afferramento alla verita'.

Della realta' di tutti lo splendore.

8. MATERIALI. OMERO CAIAMI PERSICHI: DIECI QUARTINE TRA ASSISI E GUBBIO

1. Forza della verita'

Oltre la coppa e lo stilo e' il nulla
ed anche questo canto certo e' nulla
due sole cose restano che valgono:
il pianto in comune, il riso in comune.
*
2. Coscienza

La parola e' piu' esigente del mondo
con la parola tu vai incontro al mondo
possa essere essa benedicente
possa essere essa portatrice di pace.
*
3. Amore

Ad eccezione del dolore tutto
dimenticai. Ma non dimenticai
la mano che mi si poso' sul volto.
Come una rosa fresca e profumata.
*
4. Festa

Mentre ceniamo insieme
mentre cantiamo insieme
si placa per un'ora questa furia
e per un'ora siamo ancora vivi.
*
5. Sobrieta'

Ascolta la voce del vento
ascolta l'orecchio del mare
ascolta la notte tutta occhi
e non negare mai la parola all'amico.
*
6. Giustizia

Non gravare su altri, sia lieve
il tuo camminare, il tuo parlare, il tuo sguardo.
Al curvo sii sostegno, a cio' che opprime
opponiti come una compatta roccia.
*
7. Liberazione

Tutto passera' presto, e' solo un attimo
ma questo attimo non sia sprecato.
Nulla passera' mai, per sempre resta
quello che hai fatto, quello che hai sperato.
*
8. Potere di tutti

E' nell'io la verita' del noi
ed e' nel noi la verita' dell'io.
Ma anche: e' nel tu la verita' dell'io
ed e' nel tutti la verita' dell'io, del tu, del noi.
*
9. Bellezza

Cosi' l'acqua dei sogni lava le angoscie
cosi' la luce del mondo risana le ferite
cosi' l'oblio rimuove le macerie
e la scoperta ci toglie il fiato ancora.
*
10. Persuasione

Anche di te vi e' bisogno
se questo sogno vogliamo trarre a vita
anche di te fa bisogno
per salvare di tutti la vita.

9. MATERIALI. GIOBATTA CORINZI: ANCORA DIECI PAROLE RIFLESSE IN DIECI VOLTI SUL SENTIERO DA ASSISI A GUBBIO

1. Mary Wollstonecraft, della forza della verita'

Tutto puo' essere detto, ma prima
deve essere sentito, vissuto, e solo allora
tutto si fa chiaro, e tutto
il dolore il tormento la paura
si fa parola di rivendicazione
di umanita', cammino
di liberazione.

Per se', per tutte e tutti.

Conobbe tutto e non si arrese mai
sempre lotto' per la liberazione
di tutte, di tutti.
*
2. Edith Stein, della coscienza

Tutto e' pensiero e storia e tutto si rovescia
nella coscienza, e tutto vi si specchia.

Sta a te tenere limpido lo specchio
vedervi riflessa la via
tendere le braccia
salvare in te il mondo, aprire
porta dopo porta il varco
alla liberazione di tutti.
*
3. Ada Gobetti, dell'amore

Nessun uomo fu piu' intransigente di Piero Gobetti
ma una donna si', che ancora per molti anni
quella lotta comune che nel loro amore
era come una perla condusse.

Nessun uomo fu piu' educatore civile, al pubblico bene suscitatore
di Piero Gobetti, ma una donna si'
che per molti anni ancora quel magistero
seppe e volle recare, adempiere, consegnare
come un legato dai morti ai vivi.

Nessun uomo fu piu' di Piero Gobetti innamorato
della ragione e della virtu'
ma una donna si', che fu innamorata
della ragione, della virtu', di lui, del mondo.

Cadde giovane lui, lei
attraverso lunghi anni
sempre piu' giovane divenne e sempre
gentile e saggia seppe rimanere.
*
4. Isadora Duncan, della festa

Il corpo il movimento l'aria come acqua
tutto diviene luce quando la coscienza
si sente creatura fra creature
e si fa gesto, invito, amore, festa.
*
5. Ingeborg Bachmann, della sobrieta'

Concentrarsi, trovare il proprio centro
fare il vuoto, il deserto entro se',

e tendere alla patria da venire
e questa e' la virtu' dell'attenzione,

scavare la pietra del discorso
fino a raggiungere sorgiva la parola,

istituire cosi' quella comunita'
finora soltanto immaginata.
*
6. Anna Kuliscioff, della giustizia

In un possente rivolgimento d'amore
all'umanita' intera parlare la lingua
della carne che soffre, dello spirito che anela
dell'occhio che respira e che canta.

Col gesto largo del seminatore
fecondare il mondo, restituire
speranza agli oppressi, risanare
le ferite.

Il volto, il cuore d'Anna in sogno vidi
segno, impronta, aura della classe
che liberando se' liberi tutti.
*
7. Alice Paul, della liberazione

Una persona un voto. Lo diceva
in marcia per le vie della citta'.

Una persona un voto. Lo diceva
dal fondo della galera di qua e di la' dall'oceano
in sciopero della fame.

Una persona un voto. E poi ancora
la pace, il pane, le rose.
*
8. Flora Tristan, del potere di tutti

Noi che abbiamo conosciuto la miseria
e la miseria che sta sotto la miseria
ci siamo alzate e alzati infine e abbiamo detto:
da adesso no.

Noi che abbiamo sofferto la fame e le percosse
e cio' che genera la fame e le percosse
ci siamo alzate e alzati infine e abbiamo detto:
da adesso no.

Noi che ci siamo riconosciute e riconosciuti
uguali nella maschera del dolore e uguali nel sogno della gioia
ci siamo alzate e alzati infine e abbiamo detto:
da adesso no.

E avendo detto no allo sfruttamento
avendo detto no alla guerra e alla paura
e al calpestare gli altrui corpi piagati
ci siamo alzate e alzati infine e abbiamo detto:
da adesso si' che facciamo cominciare
la nuova storia.
*
9. Milena Jesenska', della bellezza

Vi e' una prima Milena, l'amica di Kafka
che e' il pozzo silenzioso che il praghese
colma delle parole in cui cerca di sciogliere
l'infinito auscultarsi nella notte: acque,
e delle acque la rottura che non viene
e il mistero che non affiora, e la luna,
la luna nel pozzo.

E vi e' una seconda Milena, la Milena restituita
da Margarete che la incontro' nel lager.
Oscuro mistero, che la sua vita
sia stata salvata dalla memoria
di chi la incontro' nell'inferno nazista.

Ed e' la Milena delle rotture
e del coraggio, la donna
che sa dire di no e di si',
che lotta inesausta, che e' uno
dei volti piu' belli della Resistenza.
*
10. Emma Thomas, della persuasione

Teneva insieme la vita attiva, poiche' senza le opere buone
le sofferenze dell'umanita' che incontri
tu alleviarle non puoi,
e la contemplativa,
poiche' nel silenzio e nella preghiera
libera e comune s'incontra l'altro e all'altro ci si apre.

Io sempre restai sconcertato di queste persone
cosi' diverse da me.
Molti anni mi occorsero per cogliere
quanto preziosa mi fosse la loro diversita', quanto
l'enigma che recano e' anche
uno specchio e un appello che mi tocca.

10. MATERIALI. GEREMIA CATTRISTI: DIECI PAROLE E DIECI VOLTI DA ASSISI A GUBBIO

1. Olympe de Gouges, o la forza della verita'

Credette Olympe che la rivoluzione
fosse fatta per liberare tutti
- e dunque tutte -
e fosse fatta perche' le uccisioni
cessassero - ed a tutti
e tutte fosse la vita fatta salva.

Tratta al patibolo perche' affermava
sia l'uguaglianza che la differenza
tratta al patibolo perche' affermava
che e' delitto uccidere, e demenza.
*
2. Saffo, o della coscienza

Fu prima lei, nel corso della storia,
a educare alla nonviolenza
nitida e forte avendone coscienza.
E tu serbane grata la memoria.
*
3. Margarete Buber Neumann, o dell'amore

Essere stata tedesca quando la Germania
era il cuore e il vulcano dell'Europa
aver potuto chiamare signor padre
il grande Martin Buber, esser stata
subito e sempre contro il fascismo.

E nel partito e nel paese dei soviet
aver scoperto il fascismo dei maschi,
il fascismo di Stalin, il fascismo
degli apparati e dell'ideologia.

Poi il gulag, poi la consegna
ai nazisti ed il lager. E nel lager
resistere ancora, incontrarvi Milena.

Poi sopravvissuta e tornata dal ponte
dei corvi la lotta continuare ancora
per far memoria degli assassinati
e ancora e ancora per la verita'.

Contrastare le menzogne
affermare il buono e il giusto
continuare ad amare le persone.

Anche dei morti salvare la vita, la verita'
ultima. Mai
pronunciare la parola vile.
*
4. Bessie Smith, o della festa

Tenere nei polmoni e nella gola
del mondo tutta l'infelicita'
sapendo poi restituirne in canto
quanto ci unisce e trasformarlo in gioia.
*
5. Laura Conti, o della sobrieta'

Era ragazza ancora quando i nazi
calarono in Italia e necessario
fu scegliere e lei scelse di lottare
per l'umanita'.

Medico fu, perche' salvare vite
e' cosa buona, e per salvare vite
nel movimento fu anche lei operaio
per l'umanita'.

Capi' tra i primi i rischi per l'ambiente
se tutto il capitale surdetermina,
scienziata e militante per l'ambiente
e per l'umanita' sempre lotto'.
*
6. Luce d'Eramo, o della giustizia

Sempre scelse la strada piu' difficile.
Lei figlia di gerarca fu nel lager
per aver scelto la parte degli oppressi
per aver scelto la via della giustizia.

Sempre scelse la strada piu' difficile.
Della lucidita' che nel dolore
soffre di piu' e piu' se ne raffina
per aprir vie alla liberazione.

Sempre afferrarsi amo' alla verita'.

E questo agire chiamo nonviolenza.
*
7. Bertha von Suttner, o della liberazione

Che cosa resta di lei?
Ma la vera domanda e': perche'
a milioni, a miliardi si danno gli umani la morte?

E la vera risposta e' ancora quella
che diede allora la saggia e gentile:
giu' le armi.

E' il disarmo la scelta necessaria
per aprire la necessaria via.
*
8. Ruth First, o del potere di tutti

Convincerla  a piantarla di pensare, di parlare, di opporsi al razzismo
non era possibile.
Cosi' la spensero con un pacco bomba
un pomeriggio dell'ottantadue.

Era stato spedito quel pacco molti anni
prima, era l'anno sessantatre, fu allora
che non bastando quei centodiciassette
giorni di carcere il regime razzista
spedi' quel pacco che vent'anni dopo
la raggiunse a Maputo. Le poste
sudafricane erano forse lente
ma inesorabili. Lei
non aveva cessato un solo giorno
di lottare contro l'apartheid
di costruire il potere di tutti
di resistere ad ogni razzismo.

Non era possibile farla tacere
cosi' la spensero con un pacco bomba.
Ma ancora lotta, ancora parla, ancora pensa
Ruth ogni volta che qualcuno ovunque
nel mondo si ribella alla menzogna
alla violenza all'ingiustizia all'odio
ogni volta che ovunque qualcuno
afferma il potere di tutti, l'umanita' comune,
li' Ruth First e' stata ascoltata
e quindi il pacco bomba non riusci'
a raggiungere l'intento, nel tragitto
si perse, e Ruth First l'assassinata
e' ancora qui, ed e' invece crollato
il regime che pensava di annientarla.
*
9. Joyce Lussu, o della bellezza

Era cosi' temeraria
che la sua vita sembra un unico gettarsi
nella mischia infinita contro il fascismo.
Un tuffo senza respiro
per il pane, per la pace, per la terra:
una terra in cui vivere sia cosa
degna, sia cosa bella.

E insieme amava il racconto e le parole
che vengono da lontano, tradusse
poesie, che e' come dire
che seppe ascoltare, meditare, contemplare,
e anche cosi' dar mano a coltivare
una terra, edificare un mondo
in cui vivere sia cosa degna, sia
cosa bella.
*
10. Maria Montessori, o della persuasione

Capire che la pace li' comincia:
dall'accoglienza fatta ai bambini.

E costruire un mondo in cui bambini
e adulti infine possano convivere.

Non piu' stranieri, non piu' abbandonati,
non piu' nemici, non piu' aggressori,
ma una umanita' riconoscente.

11. NUOVI RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: COMINCIARE DALLA FINE

- E che vuol dire?
- Vuol dire incominciare dalla fine.
- Cioe', andare all'incontrario.
- No, solo cominciare dalla fine.
- Si', e poi andare all'indietro verso l'inizio.
- In un certo senso.
- Cioe', andare al contrario.
- Diciamo di si'.
- E che senso ha?
- In che senso?
- Che significa, che se ne spreme?
- Spreme?
- Il succo.
- Il succo?
- Piantala, e rispondi.
- Ma non capisco.
- Dico: se tu racconti 'sta storia al contrario, perche'?
- Perche' si capisce meglio.
- Si capisce meglio che?
- La storia.
- Sara'.
- Si'.
- Ma se cominci dalla fine, basta che dici la fine, perche' devi raccontare quello che c'e' prima? La fine e' la fine.
- Non c'e' solo la fine.
- Si', ma quello che conta e' la fine, detta la fine, fine.
- Si puo' anche metterla cosi'.
- E allora?
- E allora che?
- Se basta la fine perche' tornare indietro? Non ha senso.
- Secondo me un senso ce l'ha.
- Spiegalo, allora. Spiegalo.
- Dovrei cominciare dalla fine.
- E che vuol dire?

12. NUOVI RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: IL CURRICULUM

Come sono andate le cose? Sono andate come sono andate.
Ero figlio di Filippo il Bello e di Giovanna la Pazza.
Ve lo immaginate cosa dev'essere stata la mia infanzia? Neppure la Montessori avrebbe saputo metterci una pezza.
A scuola, l'inferno. "Ecco Carletto, ecco Carletto, mo' si' che si ride". E giu' spintoni, sgambetti, cori sguaiati, miagolii, gestacci sconci.
Che io neppure capivo perche', e quando chiedevo a casa la risposta era sempre la stessa: "Tutta invidia. E' che se lo sognano quei mostriciattoli che da grandi invece del motorino un impero su cui non tramonta mai il sole. Tutta invidia che gli mangia il cuore, poveri figli; tu porta pazienza e sii magnanimo". E pero' il babbo che mi diceva di portare pazienza e di essere magnanimo intanto si faceva dare i nomi di scolari e professori, e il giorno dopo avevano tagliato la testa a tutti quanti, compresi i loro genitori cHe non avevano saputo insegnargli l'educazione. Cosi' io cambiavo tutti i compagni di classe e tutti i professori una settimana no e una si'. Poi alla fine smisi di dirlo al babbo. Non volevo restare imperatore di un deserto da grande.
Pero' al babbo gli ho sempre voluto bene. Da ragazzo era bello davvero e per un certo periodo aveva sperato di diventare un calciatore, un attore, un tronista o un influencer. Pero' si dovette acontentare di essere un regnante, che era una cosa che portava via un sacco di tempo, tra i balli a corte, le partite di caccia, le messe ogni cinque minuti, e poi tutte quelle guerre da condurre, tutte le congiure da stroncare, e un sacco di gente che ti rompe le scatole ogni momento per chiederti un favore, per raccomandarti il nipote, per avere ua commenda o un aggiungere un titolo all'elenco che gia' si portavano dietro che gli ci voleva un servo nomenclatore solo per ricordarglieli tutti. E i debiti con gli strozzini. I debiti. Chi non ha mai regnato non lo sa che significa avere tutti quei debiti, altro che Wagner. Poi lo addolorava invecchiare, e allora il lifting, la liposuzione, il ritocchino, perche' se sei Filippo il Bello non e' che puoi diventare il Belloccio, il Passatello, il Cicciobombo, la Mummia. Era disperato, e passava le serate al telefono con Scionconneri Scoto a chiedere consigli. E ogni mese una volta andava da Elena Rubbestai e una volta da Elisabbetta Arde, ma nel massimo segreto perche' se una delle due veniva a sapere che era andato anche da quell'altra gli faceva fare la fine di Oloferne, sono le leggi della concorrenza in regime di ologopolio.
La mamma, benedetta, non si accorgeva di niente. Era sempre presa da un'idea nuova: un giorno voleva fare la spadaccina, un giorno la profetessa, un giorno la pornostar, un giorno la vincitrice del premio Nobel. E sempre a leggere romanzi e la sera se li raccontavano con l'amica del cuore, quell'Emma Bovary che poi si e' visto che fine ha fatto.
Che non era pazza per niente la mamma, la chiamavano la Pazza, ma il nome era scaturito da un equivoco che poi non era neppure un equivoco ma un sotterfugio. Che una volta il babbo, quando lei si era messa in testa di fare la pornodiva, al colmo dell'esasperazione le aveva detto: "Ma allora sei proprio una zozza"; e lei, gelida: "Come avresti detto, Filippe'? Mi sa che non ho capito bene", e intanto brandiva il cannemozze che si portava sempre dietro affondato nelle gonne che a quel tempo andava di moda cosi'; e il babbo, che se qualcuno lo chiamava Filippetto lo faceva appendere per i pollici, ma con la mamma non sapeva mai come regolarsi: "E che ho detto?". "Te lo sei gia' scordato? Eh, Filippe'?". "Non ho detto niente". "Niente niente, Filippe'?", e intanto prendeva la mira. "Non lo so, tu che hai capito?". "No, Filippe', sei tu che devi ripetere". "Ah, adesso mi ricordo, ho detto che e' un'idea pazza". "Io ho capito un'altra cosa, Filippe'", "Ma che dici? No, no, ho detto che era un'idea pazza, ma mica per offendere eh, per dire un'idea divertente, che mi e' proprio piaciuta". "Ah, questo volevi dire, Filippe'?". "Questo, questo, come quella canzone di Pattibbravo". Era presente Polonio, il suo fido consigliere - che a quel tempo era pure il devoto mio aio, oltre a un sacco di altre cose (teneva pure la rubrica dei cuori solitari su una rivista femminile sotto lo pseudonimo di Francesca da Rimini) -, ora il fatto e' che Polonio davanti al babbo era sempre serio serio ma appena uscito dalla stanza subito in chat, lo sapete com'era Polonio, no? Poveraccio, che brutta fine che ha fatto. Cosi' mise in giro sui social il seguente sillogismo (che divento' virale in due minuti): "Ah rega', ha detto il capoccia che la moglie e' una zozza, ma poi ha detto che aveva detto che era un'idea pazza, ergo: la sora signora ha detto il marito ch'era pazza. Bella, raga, se sentimo". Lo so che come sillogismo e' sgangherato, ma Alessandro per professore ci aveva avuto Aristotele, io invece per aio ci avevo questo qui. Per fortuna che poi ho studiato al collegio militare, con Musil e il giovane Torless - ne combinavamo di certe che non vi dico.
Raggiunta la maggiore eta' bisognava che anch'io mi decidessi per qualche utile professione, ma visto che ero gia' imperatore di questo mondo e quell'altro (intendo le Indie occidentali, non fraintendetemi, che gia' il papa dice che sono un eretico per via di quella vacanza romana dei lanzichenecchi, che doveva essere una gitarella e poi fini' come fini') non mi pareva il caso di rubare il posto di lavoro a qualcuno che magari era piu' bravo di me a fare il dottore, l'avvocato o l'ingegnere (che erano le carriere che a quel tempo tutti i babbi s'auguravano per i figluoli se proprio non erano teste di legno. Non c'era la televisione a quei tempi).
Poi le cose sono andate come sono andate. E ne sono successe, eccome, di strane, d'imprevedibili, e anche di rivoluzionarie - se mi passate il termine -, no? Io ho fatto quel che potevo, che dovevo fare? Ditemelo voi se lo sapete.
Insomma, con questo curriculum che potevo fare?
*
Poscritto: un curriculum sarebbe una specie di biglietto da visita, dove uno si scrive da se' di essere il miglior fico del bigoncio. E' una parola latina curriculum, anche sa pare una parolaccia. Avete visto che le parole difficili le so pure io? Mica solo Francesco Giuseppe che ogni cinque minuti ti dice che lui e' poliglotta, che poi chissa' che vorra' dire poliglotta, sara' una di quelle sporcaccionate che fanno a Vienna e poi di corsa a confessarsi dal dottor Freud e a chiedere le medicine al dottor Schnitzler.
Adesso che sono cosi' vecchio e mi sembra che il mondo sia piu' vecchio di me e non con uno schianto ma con un piagnisteo precipiti verso la catastrofe, tutti i giorni mi chiedo se non avessi dovuto fare tutt'altro, mi chiedo se non ho sbagliato tutto, e dire che ero animato dalle migliori intenzioni.

13. NUOVI RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: UNO SMEMORATO

Ho cominciato ad accorgermene qualche mese fa.
Non riuscivo piu' a ricordare come si chiamasse il frigorifero. Frigorifero, direte voi. Congratulazioni, lo so pur'io. Ma quando devo dirlo non riesco a ricordarlo.
E mica solo frigorifero: anche telefono, scarpe, cassetto, cappotto, rivoltella, insomma un sacco di roba.
Li' per li' mi vengono altri nomi, poi ci arrivo, pero' intanto e' passato un po' di tempo e io le prime volte mi ci arrabbiavo, poi ho cominciato a preoccuparmi, poi a deprimermi.
Che mi sta succedendo?
*
Poi una sera c'era alla televisione un film che avro' gia' visto un trilione di volte (quanti milioni e' un trilione?), e mentre me lo gusto mia moglie che aveva finito di stirare viene li' e mi dice: che film e'? E io non riesco a ricordarmi il titolo. Per fortuna che c'e' un tasto sul telecomando che fa venir fuori sullo schermo il titolo. Pero' la cosa mi aveva indispettito e cosi' mi sono impermalito, che se la mogliccia mia si era stata zitta io mi godevo il filmaccio e invece adesso non me lo godevo piu'. Poi dice che uno mena la moglie.
*
Io a casa parlo poco, non ci sto mai, ma quando ci sto mi piace essere padrone a casa mia e all'ora di cena voglio cenare puntuale. Invece mia moglie cucina che e' uno schifo, ed e' sempre in ritardo. D'accordo, lavora fino a tardi, e io sono un marito moderno e non ci ho niente da ridire che porta un po' di soldi a casa, l'importante e' che poi quei soldi li amministra l'uomo di casa che sono io. Pero' mi scoccia che dopo tutti 'st'anni ancora non ha imparato a cucinare come si deve, e soprattutto mi scoccia che non prepara in tempo che io dopo voglio vedere la partita.
Ma la cosa che mi scoccia piu' di tutti e' quando mi chiede di fare le cose. E che sono il servo suo? Io sono il marito, e a casa mia voglio essere servito e riverito.
Oltretutto le cose quando mi servono non riesco a trovarle. Va a capire dove le mette. Non dico che non lava, non stira, non mette a posto. Lo fa, lo fa, e dopotutto e' il dovere suo. Pero' ogni volta che chiedo dove sta una cosa lei invece di portarmela mi dice sta li' o sta la' e devo andare a prendermela da me. E non va bene, non va bene per niente.
Ma siccome io sono un tipo paziente di solito mi limito a fargli un par di strilli, e quasi mai le do' un par di schiaffi, cioe' qualche volta quando proprio serve per correggerla. Ma mica tutti i giorni. Io gli voglio bene a mia moglie. E' mia moglie. Pero' si sa che un uomo deve pure esercitare una funzione educativa e di correzione sula moglie, cosi' qualche ceffone ogni tanto ci vuole, Non dico tutti i giorni. Io sono di quelli che le donne non si sfiorano neppure con un fiore, pero' un po' di correzione fisica ci serve, senno' si allargano e diventano scalmanate, e la moglie mia io invece la tengo in riga, anche per il suo bene perche' le donne scalmanate si sa che fine fanno, vogliono uscire da sole, diventano femministe e si mettono nei guai. Io ci sto attento a mia moglie, come alle altre cose di mia proprieta'. Sono uno moderno, peor' sono pure una persona responsabile, ho la testa sulle spalle.
Il problema e' che adesso pero' se mi serve una cosa non solo lei non me la porta e mi dice solo dove sta, e'che io non riesco a ricordarmi il nome della cosa che mi serve, e allora finisce che quella cagna se ne accorge.
E siccome non vorrei che si facesse strane idee, che magari pensa che invecchio e che mi rincitrullisco e che magari diventa lei la padrona, e' per questo che ho dovuto farlo.
Perche' dopo l'ho sotterrata in giardino? E che, la dovevo buttare nell'immondizia? Era mia moglie, io mica sono un selvaggio.

14. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Paolo Alatri, Lineamenti di storia del pensiero politico moderno, Rubbettino, Soveria Mannelli (Cs) 1073-1974, 1992. pp. 428.
- Jean-Jacques Chevallier, Le grandi opere del pensiero politico. Da Machiavelli ai nostri giorni, Il MJulino, Bologna 1968, 1979, pp. 546.
- Hans Fenske, Il pensiero politico contemporaneo, Il Mulino, Bologna 2001, 2006, pp. 328.
- Giorgio Galli, Storia delle dottrine politiche, Bruno Mondadori, Milano 1995, pp. XVIII + 300.
- Gaetano Mosca, Storia delle dottrine politiche, Laterza, Bari 1933, 1978, pp. 336.
- Marcel Prelot, Storia del pensiero politico, Mondadori, Milano 1975, 2 voll. per complessive pp. 652.
- George H. Sabine, Storia delle dottrine politiche, Comunita', Milano 1953, Etas, Milano 1967, 1978, 2 voll. per complessive pp. XVI + 738.
- Gioele Solari, La filosofia politica, Laterza, Bari 1974, 2 voll. per pp. XL + 416 (vol. I) + IV + 380 (vol. II).
- Jean Touchard, Storia del pensiero politico, Comunita', Milano 1963, Etas, Milano 1967, 1978, 2 voll. per complessive pp. XIV + 704.
- Francesco Valentini, Il pensiero politico contemporaneo, Laterza, Roma-Bari 1979, pp. VI + 448.
*
Strumenti
- Norberto Bobbio, Nicola Matteucci, Gianfranco Pasquino (a cura di), Dizionario di politica, Utet, Torino 1983, 1990, Tea, Milano 1990, 1992, pp. XIV + 1.244.
- Luciano Gallino, Dizionario di sociologia, Utet, Torino 1978, 1993, Tea, Milano 1993, pp. XVIII + 774.

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

16. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3690 del 26 marzo 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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