[Nonviolenza] Archivi. 368



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 368 del 10 febbraio 2020

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di gennaio 2020 (parte seconda e conclusiva)
2. Per la ricorrenza del giorno della memoria delle vittime della Shoah
3. Con viva commozione
4. Per il novantesimo compleanno del professor Osvaldo Ercoli
5. Solidali con i braccianti sfruttati, i militanti sindacali, i volontari e i giornalisti democratici che stanno lottando contro schiavitu' e razzismo nelle campagne viterbesi
6. Un augurio di buon compleanno a Osvaldo Ercoli
7. Un incontro di studio in memoria di Alberto L'Abate e di Nanni Salio
8. Una commemorazione di Gandhi a Viterbo
9. Festeggiato a Viterbo il professor Osvaldo Ercoli in occasione del suo novantesimo compleanno
10. Abrogare gli scellerati ed incostituzionali "decreti sicurezza della razza"
11. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GENNAIO 2020 (PARTE SECONDA E CONCLUSIVA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di gennaio 2020.

2. PER LA RICORRENZA DEL GIORNO DELLA MEMORIA DELLE VITTIME DELLA SHOAH

Il 27 gennaio e' il giorno in cui l'umanita' intera fa memoria delle vittime della Shoah.
Esse ci convocano a una presa di coscienza, e ad un'assunzione di responsabilita'.
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I campi di sterminio ci hanno rivelato cio' che degli esseri umani possono fare di altri esseri umani; la memoria di quell'orrore irrevocabile ed immedicabile ci chiede di agire affinche' esso non possa ripetersi mai piu'.
Quella violenza assoluta va contrastata con una opposizione assoluta: ad ogni violenza occorre opporre la nonviolenza, che e' la lotta la piu' nitida e intransigente, la piu' concreta e coerente, contro ogni violazione della dignita' umana.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
La massima della tua azione sia: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Sii tu l'umanita come dovrebbe essere.
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Nel ricordo delle vittime della Shoah agisci oggi, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Nel ricordo delle vittime della Shoah agisci oggi, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa dell'intero mondo vivente.
Inverala tu l'umanita' dell'umanita'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.

3. CON VIVA COMMOZIONE

Con viva commozione ho assistito oggi ad alcune delle iniziative che si sono svolte a Viterbo di commemorazione delle vittime della Shoah, in questo "Giorno della memoria" ricorrendo l'anniversario della liberazione dei superstiti del campo di sterminio di Auschwitz il 27 gennaio 1945.
In via della verita', dinanzi alla lapide ed alle "pietre d'inciampo" che ricordano Vittorio Emanuele Anticoli, Letizia Anticoli e Angelo Di Porto, vittime viterbesi della Shoah, i volti e le voci delle giovanissime e dei giovanissimi studenti in parole e musica hanno rievocato le esistenze spezzate da quell'indicibile orrore, e ci hanno convocato all'impegno qui e adesso per fermare ogni strage, per soccorrere ogni persona, per difendere la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.
Poi nella Sala Regia di Palazzo dei Priori, la sede del Comune di Viterbo, altre parole di verita' sono state dette ed ascoltate; e massimamente luminosa e struggente la testimonianza di Salvatore Federici, superstite che ancora denuncia e contrasta la barbarie di cui fu vittima, testimone che alla sua veneranda eta' ancora prosegue la lotta per salvare tutte le vite, per una societa' giusta, libera, solidale, in cui nessuno sia abbandonato al dolore e alla morte, in cui ogni persona bisognosa di aiuto sia soccorsa, accolta, assistita.
Poi nella Sala Anselmi in via Saffi "L'altro circolo" ha proposto una preziosa mostra ed una polifonica riflessione, suscitatrici di dolorosa consapevolezza ed ortative a un condiviso agire nonviolento per contrastare tutte le violenze, per inverare il primo diritto ad ogni essere umano inerente: il diritto a non essere ucciso, il diritto a una vita degna, il diritto alla condivisione del bene e dei beni in eguaglianza di diritti, in mutuo soccorso, nel piu' fermo e pieno rispetto dell'umanita' di tutte e tutti, di ciascuna e ciascuno.
Altre iniziative ancora si sono svolte oggi in questa citta', e corale e' stata la commemorazione. Tutte le iniziative cui ho potuto personalmente assistere mi sono sembrate rappresentative di un persuaso comune impegno a porsi all'ascolto delle vittime, di una volonta' buona che con la scelta nitida e intransigente della responsabilita' e della solidarieta' vuole opporsi ad ogni barbarie, vuole opporsi ad ogni uccisione, vuole opporsi ad ogni abuso.
La memoria delle vittime della Shoah ci convoca ad inverare ogni giorno nel nostro concreto agire il valore dell'universale benevolenza, il valore dell'umanita' che riconosce, rispetta, difende e sostiene ogni persona.
L'umanita' sa che puo' e deve contrastare, sconfiggere e dismettere ogni violenza e realizzare quella fraternita' e sororita' che e' speranza ed aspirazione di ogni persona e di ogni cultura, che e' il fondamento di cio' che chiamiamo civilta', comunione: siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
Chi salva una vita salva il mondo.
Solo facendo il bene ci si oppone al male.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

4. PER IL NOVANTESIMO COMPLEANNO DEL PROFESSOR OSVALDO ERCOLI

Il 30 gennaio 2020 compie novanta anni il professor Osvaldo Ercoli, che nel corso dell'intera sua vita e' stato, ed e' ancor oggi e tale restera', un luminoso esempio di rigore morale e d'impegno civile, di dedizione al bene comune, di volonta' buona sempre sollecita di recare soccorso a chiunque di aiuto avesse bisogno.
Non vi e' stata buona causa cui Osvaldo Ercoli non abbia portato il suo generoso contributo di persuaso amico della nonviolenza.
Innumerevoli sono le allieve e gli allievi che sui banchi di scuola ha educato all'uso della ragione, all'amore per la verita', al dovere di cooperare al bene di tutti.
Negli incarichi di rappresentanza istituzione che ha ricoperto con onore, rigore, scrupolosa competenza e onesta' adamantina, ha dato prova di come si possa e si debba operare sempre e solo avendo di mira la realizzazione del buono, del vero, del giusto.
Nell'azione nonviolenta in difesa della natura come dei diritti umani di tutti gli esseri umani, per la pace e la condivisione del bene e dei beni, ha saputo unire la scienza del dotto alla coscienza del giusto, sempre scegliendo la benevolenza, sempre inverando la pietas, quella misericordia che sola invera l'umanita' dell'umanita'.
Nelle relazioni con i familiari e con gli amici, con i colleghi di lavoro e i compagni di lotte nonviolente, e' stato sempre una presenza accudente, un sodale e una guida che ascolta e conforta, il migliore degli amici cui affideresti la tua stessa vita.
Sempre ha preferito seguire la via indicata da tante e tanti uomini e donne che hanno reso migliore l'umanita', da Socrate ateniese a Hannah Arendt: di contrastare il male facendo il bene, di opporsi ad ogni violenza con la scelta della nonviolenza, di voler essere piuttosto nel novero delle vittime dell'ingiustizia e della violenza, e degli insorti resistenti all'ingiustizia e alla violenza, anziche' nell'empia schiera di coloro che ingiustizia e violenza commettono o col loro silenzio e la loro indifferenza favoreggiano il male, la sofferenza, la morte.
E quindi ancor oggi, con il grave peso degli anni e le non buone condizioni di salute, Osvaldo Ercoli e' un punto di riferimento e una fonte di ispirazione, un vivo dono e sereno un sostegno, per quanti a Viterbo e nell'Alto Lazio si impegnano nell'educazione, nella solidarieta', nella concreta difesa dei diritti umani, nella protezione del mondo vivente, nella costruzione della pace e della giustizia, nella salvaguardia della biosfera e della civilta', nella pratica della nonviolenza liberatrice, nella lotta contro tutte le iniquita' e le oppressioni.
Certi di esprimere un sentimento condiviso dall'intera comunita' viterbese, al nostro amico, maestro e compagno di tante esperienze Osvaldo Ercoli vogliamo attestare ancora una volta la nostra gratitudine e formulargli i piu' fervidi auguri di buon compleanno.
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Una breve notizia sul professor Osvaldo Ercoli
Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' stato tra gli animatori del comitato che ha salvato l'area archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione. E' stato scritto di lui: "Il professor Osvaldo Ercoli e' stato per decenni docente di matematica e fisica a Viterbo, citta' in cui e' da sempre un simbolo di rigore morale e civile, di impegno educativo, di sollecitudine per il pubblico bene, di sconfinata generosita'. Gia' pubblico amministratore comunale e provinciale di adamantina virtu', sono innumerevoli le iniziative in difesa dei diritti umani e dell'ambiente di cui e' stato protagonista; tuttora impegnato nel volontariato a sostegno di chi ha piu' bisogno di aiuto, e' altresi' impegnato in prima persona ovunque vi sia necessita' di smascherare e contrastare menzogne, ingiustizie, violenze... Avendo avuto il privilegio immenso di averlo come amico, come maestro di impegno civile, come compagno di tante lotte nonviolente, vorremmo cogliere questa occasione per esprimergli ancora una volta il nostro affetto, la nostra ammirazione, la nostra gratitudine; affetto, ammirazione e gratitudine che sappiamo essere condivise da tutte le persone di Viterbo e dell'Alto Lazio, da tutte le persone che hanno avuto l'onore di conoscerlo e che hanno a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera". Ed e' stato scritto anche: "Ascoltare il professor Ercoli e' sempre straordinariamente educativo, e di grande conforto: poiche' significa mettersi alla scuola di una persona che unisce il rigore del ragionamento logico all'affermazione del dovere morale e all'intransigenza dell'impegno civile, con una sobrieta', una mitezza ed una saggezza che rendono ogni sua parola, ogni sua argomentazione, non solo un dono prezioso per il pensiero e per l'azione, ma anche un autentico gesto di amicizia che nel suo stesso darsi - in squisita cortesia ed insieme in assoluta chiarezza e onesta' - degnifica gli interlocutori tutti invitandoli ad esser parte del bene, del giusto, del vero". Il 2 ottobre 2014, in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza, la Citta' di Viterbo, nella solenne cornice della Sala Regia di Palazzo dei Priori, sede del Comune, gli ha tributato un riconoscimento in segno della gratitudine dell'intera popolazione viterbese per il suo magistero di uomo di pace: dinanzi a un uditorio commosso che aveva gremito la storica sala, il sindaco ha consegnato al professor Ercoli un attestato della riconoscenza della citta' tutta; nella motivazione del riconoscimento di cui e' stata data lettura era scritto: "Al professor Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' pubblico amministratore di adamantino rigore morale e di strenua dedizione al bene comune, impegnato nel volontariato e nella difesa dell'ambiente e dei diritti di tutti gli esseri umani, animatore di molteplici iniziative di pace e di solidarieta', generoso educatore attraverso la parola e l'esempio al ragionamento logico come al dovere morale e all'impegno civile, di saggezza e mitezza maestro, testimone fedele dell'amore per il vero ed il giusto, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto a chiunque ne avesse bisogno come nel contrastare menzogne e violenze, sempre avendo a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera, la citta' di Viterbo grata per il suo impegno di pace".
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Un sonetto di Benito D'Ippolito: Elogio di un maestro e di un amico

Nell'arduo impegno a contrastare il male
sempre trovammo un uomo valoroso
di ogni sofferente pio sodale
e difensore forte e generoso.

Sapeva che la vita e' sempre frale
e soccorreva ogni bisognoso
amando il giusto, il vero, cio' che vale,
di ogni menzogna e ogni vilta' sdegnoso.

Ed oggi in questo giorno e in questa ora
commossi e grati qui noi gli auguriamo
che possa vivere mille anni ancora

uomo di cuore buono e animo saldo
dell'albero del bene forte ramo
maestro di virtu', amico Osvaldo.

5. SOLIDALI CON I BRACCIANTI SFRUTTATI, I MILITANTI SINDACALI, I VOLONTARI E I GIORNALISTI DEMOCRATICI CHE STANNO LOTTANDO CONTRO SCHIAVITU' E RAZZISMO NELLE CAMPAGNE VITERBESI

L'aggressione subita alcuni giorni fa da alcuni militanti sindacali e un giornalista democratico impegnati nella solidarieta' concreta con i braccianti sfruttati e nella denuncia e nel contrasto del caporalato, dello sfruttamento schiavista e razzista, e' l'ultimo episodio che segnala la violenza di cui sono vittima i lavoratori che subiscono insieme l'oppressione di classe e l'oppressione razzista.
Nell'esprimere la nostra piena solidarieta' ai braccianti sfruttati, ai militanti sindacali, ai volontari, ai giornalisti democratici ed a tutti coloro che stanno lottando contro schiavitu' e razzismo nelle campagne viterbesi, riaffermiamo una volta ancora che occorre denunciare, contrastare e sconfiggere schiavitu' e razzismo nel nostro paese; che occorre che a tutte le persone che vivono in Italia siano riconosciuti tutti i diritti sociali, civili, politici e quindi umani, a cominciare dal diritto di voto (di cui oggi nel nostro paese milioni di persone sono assurdamente, scandalosamente, proditoriamente private); che occorre riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga da fame, guerre e dittature il diritto di salvare le proprie vite e di essere soccorse, accolte ed assistite nel nostro paese come in ogni altro luogo in cui le loro vite e la loro dignita' siano pienamente rispettate.
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Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo garantendo a tutte le persone la possibilita' di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente con mezzi di trasporto legali e sicuri.
Occorre abrogare immediatamente tutte le misure razziste e filoschiaviste, criminali e criminogene, che politicanti senza scrupoli hanno imposto nel nostro paese in flagrante violazione della Costituzione, scellerate ed infami misure razziste che ancora non sono state abolite nonostante la loro delittuosita' sia evidente.
Occorre riconoscere ad ogni essere umano il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre far cessare ovunque le guerre e le violazioni dei diritti umani: la pace si costruisce con il disarmo, la smilitarizzazione, la giustizia sociale e la democrazia.
Abbia piena realizzazione quanto sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana per il bene comune di tutte e tutti.
Siano finalmente ovunque rispettate le norme sancite dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza contrasta la violenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e l'intero mondo vivente dalla catastrofe.

6. UN AUGURIO DI BUON COMPLEANNO A OSVALDO ERCOLI

Vorrei sommessamente aggiungere il mio personale augurio di buon compleanno a Osvaldo Ercoli, il migliore degli amici, che questo 30 gennaio compie novanta anni.
E vorrei cogliere questa occasione per esprimergli ancora una volta la mia gratitudine per quanto ha saputo e voluto fare, con l'azione, l'insegnamento e l'esempio, per il bene comune dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
In anni ormai lontani ho avuto la fortuna e l'onore di trovarmi quotidianamente al suo fianco nell'impegno comune contro la guerra, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa della cultura e della biosfera, trovando in lui non solo il migliore degli amici, ma anche il migliore dei maestri, il migliore dei testimoni, il migliore dei compagni di lotta nonviolenta contro ogni abuso, contro ogni ingiustizia, contro ogni iniquita', contro ogni oppressione e devastazione.
E da quei tempi del secolo scorso sempre abbiamo ragionato insieme sui compiti dell'ora, condividendo tanti appelli e tante iniziative, sempre esortando alla lotta nonviolenta contro tutte le violenze.
Nel suo pensiero e nella sua azione, nella sua operosa vita di docente sempre sollecito della maturazione non solo intellettuale ma anche morale e civile dei suoi allievi, di pubblico amministratore di proverbiale onesta' e competenza, di difensore della natura e insieme della civile convivenza, di volontario soccorritore delle persone piu' bisognose di aiuto, sempre ho percepito l'inverarsi dell'umanita' come dovrebbe essere.
Oggi che la tarda eta' ne ha forse indebolito la forza fisica ma non la tempra morale, percepisco la sua esistenziale testimonianza, la sua viva esemplare presenza, come un dono grande: un dono grande di cui beneficia non solo chi gli e' familiare, chi gli e' amico, ma insieme anche l'intera cittadinanza di viterbo, l'intera popolazione dell'Alto Lazio, l'umanita'.
Una persona buona gia' migliora il mondo col suo semplice esserci.

7. UN INCONTRO DI STUDIO IN MEMORIA DI ALBERTO L'ABATE E DI NANNI SALIO

Si e' svolto mercoledi' 29 gennaio 2020 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" un incontro di studio e di riflessione in memoria di Alberto L'Abate e di Nanni Salio, illustri studiosi ed operatori di pace deceduti alcuni anni fa, due delle figure piu' luminose della nonviolenza in Italia.
Nel corso dell'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha illustrato la vita, le riflessioni, l'agire e le opere di Alberto L'Abate e di Nanni Salio, rievocando anche con viva commozione alcuni incontri personali.
Sono poi stati letti e commentati alcuni brani dagli scritti dei due autori e militanti nonviolenti.
Al termine dell'incontro le persone partecipanti hanno nuovamente espresso, nel ricordo e alla scuola di Alberto L'Abate e di Nanni Salio, il comune impegno a perseverare nell'azione nonviolenta contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Democrazia, giustizia e liberta'.
Prendersi cura dell'intera biosfera, unica casa comune dell'umanita'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nel comune impegno per il bene comune dell'umanita'.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
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Una minima notizia su Alberto L'Abate
Alberto L'Abate e' stato una delle figure piu' illustri della nonviolenza e della peace-research a livello internazionale; era nato a Brindisi il 6 agosto 1931, docente universitario di sociologia dei conflitti e ricerca per la pace, promotore del corso di laurea in "Operazioni di pace, gestione e mediazione dei conflitti" dell'Universita' di Firenze, e' stato impegnato nel Movimento Nonviolento, nella Peace Research, nell'attivita' di addestramento alla nonviolenza, nelle attivita' della diplomazia non ufficiale per prevenire i conflitti; amico e collaboratore di Aldo Capitini, ha collaborato alle iniziative di Danilo Dolci e preso parte a numerose iniziative nonviolente; come ricercatore e programmatore socio-sanitario e' stato anche un esperto dell'Onu, del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione Mondiale della Sanita'; ha promosso e condotto l'esperienza dell'ambasciata di pace a Pristina, e si e' impegnato nella "Campagna Kossovo per la nonviolenza e la riconciliazione"; portavoce dei "Berretti Bianchi", promotore dei Corpi civili di pace e di numerose altre rilevanti iniziative. E' deceduto a Firenze il 19 ottobre 2017.
Tra le opere di Alberto L'Abate: segnaliamo almeno Addestramento alla nonviolenza, Satyagraha, Torino 1985; Consenso, conflitto e mutamento sociale, Angeli, Milano 1990; Prevenire la guerra nel Kossovo, La Meridiana, Molfetta 1997; Kossovo: una guerra annunciata, La Meridiana, Molfetta 1999; Giovani e pace, Pangea, Torino 2001; Per un futuro senza guerre, Liguori, Napoli 2008; Metodi di analisi nelle scienze sociali e ricerca per la pace: una introduzione, Multimage e Trascend University Press, Firenze 2013; L'arte della pace, Centro Gandhi Edizioni, Pisa 2014.
Opere su Alberto L'Abate: AA. VV., Memoria di Alberto L'Abate, fascicolo monografico di "Azione nonviolenta", n. 5/2018.
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Una minima notizia su Nanni Salio
Riportiamo un breve profilo di Nanni Salio redatto da Paolo Macina e pubblicato su Wikipedia.
Giovanni Salio (Torino, 24 dicembre 1943 - primo febbraio 2016) e' stato un attivista, ambientalista e pacifista italiano. Si e' occupato di ricerca, educazione e azione per la pace, ed e' stato tra le voci piu' autorevoli della cultura nonviolenta in Italia. L'attivismo politico: Giovanni Salio si e' appassionato fin da giovane all'antimilitarismo, aderendo a 19 anni al Movimento Antimilitarista Italiano. Negli anni '70 ha partecipato con altri attivisti del Movimento Internazionale della Riconciliazione e del Movimento nonviolento alle lotte per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza al servizio militare; in seguito ad alcune manifestazioni per le vie del centro di Torino con cartelli che recavano scritte in favore degli obiettori, fu denunciato insieme ai pacifisti Domenico Sereno Regis, Vito Bologna, Giovanni Pellissier, Piercarlo Racca, Alberto Perino, Giuseppe Marasso, Gian Antonio Bottino ed Enrico Vanesia e arrestato il 4 novembre 1971 al termine di una manifestazione di protesta durante l'alzabandiera in Piazza Castello. Il processo nei loro confronti, per vilipendio alle Forze Armate e alla bandiera nazionale, ed istigazione dei militari a disobbedire alle leggi inizio' il 17 ottobre 1972 e riscosse una discreta eco perche' in Parlamento si stava discutendo la legge che regolamentera' l'obiezione di coscienza. Gli imputati furono difesi dagli avvocati torinesi Giampaolo Zancan e Maria Magnani Noya, cui si aggiunse in seguito Bianca Guidetti Serra con il sostegno del magistrato Rodolfo Venditti. Nonostante la promulgazione della legge 772/72 che riconosceva l'obiezione di coscienza al servizio militare, la Corte d'Assise di Torino nel settembre 1975 condanno', con pene dai sei ai nove mesi di carcere, sette dei nove pacifisti (Salio fu scagionato per insufficienza di prove), cui segui' la piena assoluzione per tutti in Corte d'Assise d'appello. Laureatosi in Fisica, divento' ricercatore nella facolta' dell'Universita' di Torino (per la quale fu docente dal 1980 al 2000) e cerco' di coniugare i suoi studi all'impegno politico: erano infatti gli anni della guerra fredda e del pericolo dell'olocausto nucleare. Nel 1982 aderi', insieme al altri 800 scienziati tra cui l'amico Antonino Drago, alla nascita dell'Unione Scienziati Per Il Disarmo (Uspid), che aveva l'obiettivo di fornire informazione e analisi sul controllo degli armamenti e il disarmo. Con Drago pubblico' nel 1983 un libro (Scienza e guerra: i fisici contro la guerra nucleare) destinato a diventare il pamphlet di riferimento degli scienziati contro la bomba atomica. Nel 1982 aderi' anche alla Campagna di obiezione alle spese militari di cui divento' promotore e per la quale subi' un pignoramento. Nel maggio 1985 si candido' per le Liste Verdi al consiglio comunale di Torino. Primo dei non eletti, fece parte del consiglio dopo la rinuncia di Franca Rame e lascio' il posto al secondo dei non eletti un anno dopo, secondo la regola di rotazione concordata all'interno del partito. Il Centro Studi Domenico Sereno Regis: Nel 1982 Salio fondo' a Torino, insieme a Domenico Sereno Regis, Franco Sgroi e Piercarlo Racca, un centro studi e documentazione per l'analisi delle azioni dirette nonviolente. Dopo la morte di Sereno Regis, nel gennaio 1984, il centro venne a lui dedicato e Salio ne divento' presidente, carica che ricopri' fino alla morte. Il Centro studi "Domenico Sereno Regis", diventato punto di riferimento per il mondo pacifista torinese, e' dotato di biblioteca ed emeroteca specializzate su pace, ambiente e sviluppo e nel 2014 ha ottenuto il riconoscimento dalla Soprintendenza per i beni archivistici del Piemonte e Valle d'Aosta, di "Archivio di interesse storico particolarmente importante". Tra le varie attivita', il centro ha sperimentato, dal 1998 al 2008 in collaborazione con il Comune di Torino e l'associazione Telefono Rosa, un servizio di controllo non armato del territorio con l'utilizzo di obiettori di coscienza in servizio civile, chiamato presenza amica, nei luoghi in cui (parco del Valentino e dintorni di Piazza Vittorio Veneto) si erano manifestati casi di aggressione alle donne. Nel 2012 il Centro Studi Sereno Regis ha acquistato e rimesso in funzione i locali che ospitarono, dal 1907, la prima sala cinematografica di Torino. E' nato cosi' Irenea, un luogo in cui il centro propone attivita' inerenti il rapporto tra cinema e pace. Nel corso delle ristrutturazioni sono emersi i resti di una chiesa risalente all'anno Mille, poi chiusa nel XV secolo, dedicata ai santi Simone e Giuda, la cui abside e' visibile dal pavimento vetrato di uno dei locali del cinema. Legato a Irenea e' il Premio cinematografico "Gli occhiali di Gandhi", assegnato dal 2011 al regista che nel corso del Torino Film Festival presenti il miglior film con contenuti culturali nonviolenti. L'attivita' di peace research: In seguito al consolidamento delle attivita' del Centro Studi Sereno Regis e all'acquisto dei locali presso cui viene adibita la nuova sede, Salio approfondi' a livello teorico le attivita' di peace research. Inizio' una collaborazione con la casa editrice del Gruppo Abele per la quale fu membro di redazione e per cui curo' la sezione dedicata all'educazione alla pace dal 1982 al 2012. Grazie a questa collaborazione vennero tradotti in Italia alcuni teorici del pacifismo e dell'ecologismo come Johan Galtung, Theodor Ebert, Gene Sharp e Arne Naess. Salio conobbe Johan Galtung, sociologo e matematico norvegese padre della Peace Research, nel 1982; ne condivise gli approcci tanto da diventare segretario, dal 1991, del Peace Research Institute (Ipri), fondato nel 1977 da Mario Borrelli, Antonino Drago e Giuliana Martirani e affiliato all'Ipra e lo porto' a pubblicare per la Ega le sue opere piu' importanti. Quando Galtung fondo' nel 1996 la rete Transcend per la trasformazione nonviolenta dei conflitti, Salio ne entro' a far parte come membro esperto, mettendo il Centro Studi Sereno Regis a disposizione per le attivita' italiane delle rete. Salio guido' anche la facolta' di scienze politiche dell'Universita' di Torino a conferire al sociologo, nel gennaio 1998, una laurea honoris causa per le sue battaglie in nome della pace. A partire dal quell'incontro, le iniziative sulla peace research cui Salio partecipo' si moltiplicarono: nel 1988 entro' a far parte della segreteria scientifica del "Progetto nazionale di ricerca sulla difesa popolare nonviolenta"; nel 2001 fece aderire il centro Sereno Regis alla creazione del Centro Interateneo di Studi per la Pace (Cisp) fondato dall'Universita' di Torino, dall'Universita' del Piemonte Orientale e dal Politecnico di Torino con la finalita' di promuovere, coordinare e svolgere studi e ricerche sui temi della pace e della guerra; venne chiamato come docente, dal 2006 al 2007, al master internazionale di peacekeeping promosso dall'Onu e attivato dalla facolta' di Scienze Politiche dell'Universita' di Torino; venne inoltre eletto, in qualita' di membro esperto, dal 2008 al 2009, nel Comitato di consulenza per la difesa civile non armata e nonviolenta istituito dal Ministero della Solidarieta' Sociale. Varie istituzioni che si occupano della formazione degli obiettori di coscienza al servizio militare (Scuola di pace di Boves, Scuola di pace "Ernesto Balducci" di Torino, Universita' Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace di Rovereto, Scuola di Formazione alla Protezione Civile della Regione Piemonte, Coordinamento Comasco per la Pace) lo coinvolsero nelle attivita' di docenza. Nel corso degli anni ha collaborato continuativamente con riviste quali "Azione nonviolenta", "Satyagraha" ed "Ecole".
Opere di Nanni Salio: Difesa armata o difesa popolare nonviolenta?, ed. Movimento Nonviolento, Perugia 1983; Ipri (a cura di Giovanni Salio), Se vuoi la pace educa alla pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1983; Giovanni Salio, Antonino Drago, Scienza e guerra: i fisici contro la guerra nucleare, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Le centrali nucleari e la bomba: un legame pericoloso, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Progetto di educazione alla pace (10 fascicoli), Edizioni Gruppo Abele, Torino 1985-1991; Ipri (introduzione e cura di Giovanni Salio), I movimenti per la pace: vol. I. Le ragioni e il futuro, vol. II. Gli attori principali, vol. III. Una prospettiva mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1986-1989; cura di Fritjof Capra, Il Tao della fisica, Adelphi, Milano, 1989; Le guerre del Golfo e le ragioni della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1991; (con altri), Domenico Sereno Regis, ed. Satyagraha, Torino 1994; Il potere della nonviolenza: dal crollo del muro di Berlino al nuovo disordine mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995; Gandhi. Economia gandhiana e sviluppo sostenibile. Catalogo della mostra (a cura di), Seb27, Torino 2000; Elementi di economia nonviolenta, ed. Movimento Nonviolento, Verona 2001; G. Salio, D. Filippone, G. Martignetti, S. Procopio, Internet per l'ambiente, Utet, Torino 2001; Giovanni Salio, Gianfranco Bologna, Il futuro di noi tutti, saggio introduttivo a Scenari del XXI secolo, Grande Dizionario Enciclopedico Utet, Torino, 2005, e di Sara' il secolo della nonviolenza?, ibidem;  Giovanni Salio, Carla Toscana, Gandhi: pensieri sulla civilta' moderna, la religione, la nonviolenza, Red, Milano, 2008; autore delle voci: Guerra e ambiente e Proliferazione nucleare in Giuseppe Gamba e Giuliano Martinetti, Dizionario dell'ambiente, Isedi, Torino, 1995; autore della voce: Il futuro dell'ambiente per l'Enciclopedia del XXI secolo, Utet, Torino 1999.
Opere su Nanni Salio: Centro Studi Sereno Regis (a cura di), Quel piccoletto con zaino e bicicletta. Nanni Salio: racconti e ricordi di persone che lo hanno conosciuto, Torino 2018.

8. UNA COMMEMORAZIONE DI GANDHI A VITERBO

Ricorrendo l'anniversario della morte di Mohandas Karamchand Gandhi, la mattina del 30 gennaio 2020, come ogni anno, si e' tenuta a Viterbo una commemorazione per iniziativa del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera".
Nel corso dell'iniziativa sono stati letti e commentati alcuni testi gandhiani estratti dalla classica antologia "Teoria e pratica della nonviolenza" curata da Giuliano Pontara per l'editore Einaudi.
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha aperto l'incontro ricostruendo brevemente alcuni elementi fondamentali della vita, del pensiero e dell'azione di Gandhi, ed ha ancora una volta sottolineato come la nonviolenza costituisca oggi piu' che mai l'indispensabile risorsa di cui l'umanita' deve far uso per contrastare la violenza che sta distruggendo tante vite umane e la stessa biosfera.
Alle persone partecipanti all'incontro sono stati messi a disposizione una raccolta di estratti gandhiani, un testo di sintesi per un accostamento alla nonviolenza, un'ampia bibliografia ragionata.
Ponendosi all'ascolto di Gandhi si coglie l'infinito valore di ogni vita, ed il conseguente dovere di agire affinche' tutte siano riconosciute, rispettate, preservate, sostenute.
Ponendosi all'ascolto di Gandhi si capisce quanto grande sia la forza della verita'.
Ponendosi all'ascolto di Gandhi si comprende come il bene possa prevalere sul male, e come la scelta di compiere il bene e di opporsi al male dia significato all'esistenza.
Ponendosi all'ascolto di Gandhi si decide di agire contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Ponendosi all'ascolto di Gandhi si riconosce che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta', e che quindi si deve soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ponendosi all'ascolto di Gandhi si sceglie la responsabilita per il mondo, la condivisione del bene e dei beni, la volonta' di inverare l'umanita' dell'umanita.
Ponendosi all'ascolto di Gandhi si conosce se stessi, ci si riconosce umani tra umani, tutte e tutti una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, e si abbraccia la regola aurea dell'agire nei confronti delle altre persone cosi' come si vorrebbe che le altre persone agissero verso di noi.
Ponendosi all'ascolto di Gandhi si entra nella lotta nonviolenta contro tutte le violenze.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
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Una minima notizia su Mohandas Gandhi
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera.
Alcune opere di Gandhi:  essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento (traduzione del fondamentale libro di Gandhi: Hind Swaraj; ora disponibile anche in nuova traduzione col titolo Vi spiego i mali della civilta' moderna, Gandhi Edizioni); La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996).
Alcune opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori, e quello di Christine Jordis, Gandhi, Feltrinelli. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006, 2019.

9. FESTEGGIATO A VITERBO IL PROFESSOR OSVALDO ERCOLI IN OCCASIONE DEL SUO NOVANTESIMO COMPLEANNO

Nel pomeriggio di giovedi' 30 gennaio 2020 in occasione del suo novantesimo compleanno il professor Osvaldo Ercoli e' stato festeggiato in un commosso incontro cui hanno preso parte oltre ai familiari anche alcune delle tante persone amiche che con lui hanno collaborato nel corso del tempo condividendone l'impegno educativo, morale e civile, le tante iniziative in difesa della pace, dei diritti umani, della cultura e della natura, le tante esperienze di solidarieta' concreta, la luminosa testimonianza nonviolenta.
Nel corso dell'incontro e' stata ancora una volta espressa al professor Ercoli la profonda gratitudine nutrita nei suoi confronti dall'intera comunita' viterbese per quanto ha fatto nel corso di un'esistenza tutta caratterizzata dalla dedizione al bene comune, dal costante generoso impegno a recare aiuto a chiunque di aiuto avesse bisogno, dall'opposizione nitida e intransigente ad ogni sopruso, ad ogni iniquita', ad ogni devastazione.
Al professor Ercoli, e con lui all'amata sua moglie Maria anch'ella per molti anni apprezzatissima professoressa nel liceo cittadino ed impegnata nel volontariato in difesa e a promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, le persone partecipanti al conviviale incontro hanno formulato il fervido augurio di una ancor lunga e serena vita sostenuti dal calore dei familiari e delle persone amiche, circondati dall'affetto, dalla stima, dalla gratitudine di ogni persona di volonta' buona.
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Una breve notizia sul professor Osvaldo Ercoli
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10. ABROGARE GLI SCELLERATI ED INCOSTITUZIONALI "DECRETI SICUREZZA DELLA RAZZA"

Nonostante che il governo razzista sia caduto ormai dalla scorsa estate, restano assurdamente, scandalosamente, obbrobriosamente ancora in vigore alcune delle sue scellerate ed incostituzionali misure razziste che violano fondamentali diritti umani, il diritto internazionale e la stessa Costituzione della Repubblica italiana.
Come ad esempio le misure razziste contenute negli infami "decreti sicurezza della razza".
Cosi' come e' giusto, necessario e urgente che finalmente tutti i ministri di allora siano tratti in tribunale a rispondere dei reati razzisti commessi, ugualmente e' giusto, necessario e urgente che quelle misure razziste ed incostituzionali siano abrogate.
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E' evidente che essendo restato al governo uno dei due partiti che diedero vita al criminale governo razzista nel 2018-2019, e che anzi lo stesso presidente del consiglio dei ministri attuale e' ancora quello che presiedette quel gabinetto razzista, ancora non e' stata pienamente ripristinata la democrazia e la legalita' costituzionale.
Ma e' altrettanto evidente che la democrazia e la legalita' costituzionale devono essere infine ripristinate; che deve cessare la violenza razzista; che quelle misure disumane devono essere abolite, e quei disumani ministri ed i complici loro devono essere allontanati dalle istituzioni democratiche.
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Contrastare il razzismo e il fascismo, ripristinare la vigenza dei diritti umani e della legalita' democratica, non sono compiti da subordinare a calcoli tattici e a giochi di palazzo, sono invece obbligo morale e civile, dovere fondativo dell'ordinamento democratico e della civile convivenza, sono indispensabile inveramento della Costituzione, sono la politica prima che si oppone alla folle barbarie, che si oppone alle stragi degli innocenti.
Cosicche' non si perda piu' tempo: siano immediatamente abrogati gli scellerati ed incostituzionali "decreti sicurezza della razza".
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Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Sia soccorsa, accolta e assistita ogni persona bisognosa di aiuto.
Siano rispettati tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

11. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 368 del 10 febbraio 2020
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