[Nonviolenza] Telegrammi. 3603



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3603 del 30 dicembre 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Persone
2. Cantata per Danilo
3. Raniero La Valle ed altri: Perche' la storia continui. Appello-proposta per una Costituzione della Terra
4. Mao Valpiana: Lettera alle amiche e agli amici del Movimento Nonviolento
5. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
6. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
7. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
8. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. REPETITA IUVANT. PERSONE

Noi siamo le persone che le guerre uccidono.

2. REPETITA IUVANT. CANTATA PER DANILO
[Ricorrendo l'anniversario della scomparsa di Danilo Dolci (Sesana, 28 giugno 1924 - Trappeto, 30 dicembre 1997) riproponiamo ancora una volta il seguente ricordo.
Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) il 28 giugno 1924, arrestato a Genova nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso il 30 dicembre 1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento" ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il 28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu' povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2 febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958) si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione". Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino 1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita' preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E' convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento, dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga, impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni, per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile; l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile. Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto, frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone "all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu' recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30 dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita". Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Recente e' il volume che pubblica il rilevante carteggio Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008. Tra le opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005; Raffaello Saffioti, Democrazia e comunicazione. Per una filosofia politica della rivoluzione nonviolenta, Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su Danilo Dolci cfr. i dvd di Alberto Castiglione: Danilo Dolci. Memoria e utopia, 2004, e Verso un mondo nuovo, 2006]

Giunse Danilo da molto lontano
in questo paese senza speranza
ma la speranza c'era, solo mancava
Danilo per trovarcela nel cuore.

Giunse Danilo armato di niente
per vincere i signori potentissimi
ma non cosi' potenti erano poi,
solo occorreva che venisse Danilo.

Giunse Danilo e volle essere uno
di noi, come noi, senza apparecchi
ma ci voleva di essere Danilo
per averne la tenacia, che rompe la pietra.

Giunse Danilo e le conobbe tutte
le nostre sventure, la fame e la galera.
Ma fu cosi' che Danilo ci raggiunse
e resuscito' in noi la nostra forza.

Giunse Danilo inventando cose nuove
che erano quelle che sempre erano nostre:
il digiuno, la pazienza, l'ascolto per consiglio
e dopo la verifica in comune, il comune deliberare e il fare.

Giunse Danilo, e piu' non se ne ando'.
Quando mori' resto' con noi per sempre.

3. INIZIATIVE. RANIERO LA VALLE ED ALTRI: PERCHE' LA STORIA CONTINUI. APPELLO-PROPOSTA PER UNA COSTITUZIONE DELLA TERRA
[Riceviamo e volentieri diffondiamo, invitando ad aderire e sostenere l'iniziativa]

Istituzione di una Scuola della Terra per suscitare il pensiero politico dell'unita' del popolo della Terra, disimparare l'arte della guerra e promuovere un costituzionalismo mondiale
Nel pieno della crisi globale, nel 72mo anniversario della promulgazione della Costituzione italiana, Raniero La Valle, Luigi Ferrajoli, Valerio Onida, Adolfo Perez Esquivel il vescovo Nogaro, Riccardo Petrella, Domenico Gallo e molti altri hanno lanciato il progetto politico di una Costituzione per la Terra e promosso una Scuola, "Costituente Terra", che ne elabori il pensiero e prefiguri una nuova soggettivita' politica del popolo della Terra, "perche' la storia continui". La proposta e' espressa in questo documento che porta la data del 27 dicembre 2019.
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L'Amazzonia brucia e anche l'Africa, e non solo di fuoco, la democrazia e' a pezzi, le armi crescono, il diritto e' rotto in tutto il mondo. "Terra! Terra!" e' il grido dei naufraghi all'avvistare la sponda, ma spesso la terra li respinge, dice loro: "i porti sono chiusi, avete voluto prendere il mare, fatene la vostra tomba, oppure tornate ai vostri inferni". Ma "Terra" e' anche la parola oggi piu' amata e perduta dai popoli che ne sono scacciati in forza di un possesso non condiviso; dai profughi in fuga per la temperatura che aumenta e il deserto che avanza; dalle citta' e dalle isole destinate ad essere sommerse al rompersi del chiavistello delle acque, quando la Groenlandia si scioglie, i mari son previsti salire di sette metri sull'asciutto, e a Venezia gia' lo fanno di un metro e ottantasette. "Che si salvi la Terra" dicono le donne e gli uomini tutti che assistono spaventati e impotenti alla morte annunciata dell'ambiente che da millenni ne ospita la vita.
Ci sono per fortuna pensieri e azioni alternative, si diffonde una coscienza ambientale, il venerdi' si manifesta per il futuro, donne coraggiose da Greta Thunberg a Carola Rackete fanno risuonare milioni di voci, anche le sardine prendono la parola, ma questo non basta. Se nei prossimi anni non ci sara' un'iniziativa politica di massa per cambiare il corso delle cose, se le si lascera' in balia del mercato della tecnologia o del destino, se in Italia, in Europa e nelle Case Bianche di tutti i continenti il fascismo occulto che vi serpeggia verra' alla luce e al potere, perderemo il controllo del clima e della societa' e si affacceranno scenari da fine del mondo, non quella raccontata nelle Apocalissi, ma quella prevista e monitorata dagli scienziati.
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Il cambiamento e' possibile
L'inversione del corso delle cose e' possibile. Essa ha un nome: Costituzione della terra. Il costituzionalismo statuale che ha dato una regola al potere, ha garantito i diritti, affermato l'eguaglianza e assicurato la vita degli Stati non basta piu', occorre passare a un costituzionalismo mondiale della stessa autorita' ed estensione dei poteri e del denaro che dominano la Terra.
La Costituzione del mondo non e' il governo del mondo, ma la regola d'ingaggio e la bussola di ogni governo per il buongoverno del mondo. Nasce dalla storia, ma deve essere prodotta dalla politica, ad opera di un soggetto politico che si faccia potere costituente. Il soggetto costituente di una Costituzione della Terra e' il popolo della Terra, non un nuovo Leviatano, ma l'unita' umana che giunga ad esistenza politica, stabilisca le forme e i limiti della sua sovranita' e la eserciti ai fini di far continuare la storia e salvare la Terra.
Salvare la Terra non vuol dire solo mantenere in vita "questa bella d'erbe famiglia e d'animali", cantata dai nostri poeti, ma anche rimuovere gli ostacoli che "di fatto" impediscono il pieno sviluppo di tutte le persone umane.
Il diritto internazionale e' gia' dotato di una Costituzione embrionale del mondo, prodotta in quella straordinaria stagione costituente che fece seguito alla notte della seconda guerra mondiale e alla liberazione dal fascismo e dal nazismo: la Carta dell'Onu del 1945, la Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, i due Patti internazionali del 1966 e le tante Carte regionali dei diritti, che promettono pace, sicurezza, garanzia delle liberta' fondamentali e dei diritti sociali per tutti gli esseri umani. Ma non sono mai state introdotte le norme di attuazione di queste Carte, cioe' le garanzie internazionali dei diritti proclamati. Non e' stato affatto costituito il nuovo ordine mondiale da esse disegnato. E' come se un ordinamento statale fosse dotato della sola Costituzione e non anche di leggi attuative, cioe' di codici penali, di tribunali, di scuole e di ospedali che "di fatto" la realizzino. E' chiaro che in queste condizioni i diritti proclamati sono rimasti sulla carta, come promesse non mantenute. Riprendere oggi il processo politico per una Costituzione della Terra vuol dire tornare a prendere sul serio il progetto costituzionale formulato settant'anni fa e i diritti in esso stabiliti. E poiche' quei diritti appartengono al diritto internazionale vigente, la loro tutela e attuazione non e' soltanto un'urgente opzione politica, ma anche un obbligo giuridico in capo alla comunita' internazionale e a tutti noi che ne facciamo parte.
Qui c'e' un'obiezione formulata a partire dalla tesi di vecchi giuristi secondo la quale una Costituzione e' l'espressione dell'"unita' politica di un popolo"; niente popolo, niente Costituzione. E giustamente si dice che un popolo della Terra non c'e'; infatti non c'era ieri e fino ad ora non c'e'. La novita' e' che adesso puo' esserci, puo' essere istituito; lo reclama la scena del mondo, dove lo stato di natura delle sovranita' in lotta tra loro non solo toglie la "buona vita", ma non permette piu' neanche la nuda vita; lo reclama l'oceano di sofferenza in cui tutti siamo immersi; lo rende possibile oggi la vetta ermeneutica raggiunta da papa Francesco e da altre religioni con lui, grazie alla quale non puo' esserci pio' un dio a pretesto della divisione tra i popoli: "Dio non ha bisogno di essere difeso da nessuno" - hanno detto ad Abu Dhabi - non vuole essere causa di terrore per nessuno, mentre lo stesso "pluralismo e le diversita' di religione sono una sapiente volonta' divina con cui Dio ha creato gli esseri umani"; non c'e' piu' un Dio geloso e la Terra stessa non e' una sfera, ma un poliedro di differenze armoniose.
Per molti motivi percio' e' realistico oggi porsi l'obiettivo di mettere in campo una Costituente della Terra, prima ideale e poi anche reale, di cui tutte le persone del pianeta siano i Padri e le Madri costituenti.
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Una politica dalla parte della Terra
Di per se' l'istanza di una Costituzione della Terra dovrebbe essere perseguita da quello strumento privilegiato dell'azione politica che, almeno nelle democrazie, e' il partito - nazionale o transnazionale che sia - ossia un artefice collettivo che, pur sotto nomi diversi, agisca nella forma partito. Oggi questo nome e' in agonia perche' evoca non sempre felici ricordi, ma soprattutto perche' i grandi poteri che si arrogano il dominio del mondo non vogliono essere intralciati dal controllo e dalla critica dei popoli, e quindi cercano di disarmarli spingendoli a estirpare le radici della politica e dei partiti fin nel loro cuore. E' infatti per la disaffezione nei confronti della politica a cui l'intera societa' e' stata persuasa che si scende in piazza senza colori; ma la politica non si sospende, e cio' a cui comunque oggi siamo chiamati e' a prendere partito, a prendere partito non per una Nazione, non per una classe, non "prima per noi", ma a prendere partito per la Terra, dalla parte della Terra.
Ma ancor piu' che la riluttanza all'uso di strumenti gia' noti, cio' che impedisce l'avvio di questo processo costituente, e' la mancanza di un pensiero politico comune che ne faccia emergere l'esigenza e ne ispiri modalita' e contenuti.
Non manca certamente l'elaborazione teorica di un costituzionalismo globale che vada oltre il modello dello Stato nazionale, il solo nel quale finora e' stata concepita e attuata la democrazia, ne' mancano grandi maestri che lo propugnino; ma non e' diventato patrimonio comune, non e' entrato nelle vene del popolo un pensiero che pensi e promuova una Costituzione della Terra, una unita' politica dell'intera comunita' umana, il passaggio a una nuova e rassicurante fase della storia degli esseri umani sulla Terra.
Eppure le cose vanno cosi': il pensiero da' forma alla realta', ma e' la sfida della realta' che causa il pensiero. Una "politica interna del mondo" non puo' nascere senza una scuola di pensiero che la elabori, e un pensiero non puo' attivare una politica per il mondo senza darsi prima la politica e poi la scuola, ne' prima la scuola e poi la politica. Devono nascere insieme, percio' quello che proponiamo e' di dar vita a una Scuola che produca un nuovo pensiero della Terra e fermenti causando nuove soggettivita' politiche per un costituzionalismo della Terra. Percio' questa Scuola si chiamera' "Costituente Terra".
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"Costituente Terra": una Scuola per un nuovo pensiero
Certamente questa Scuola non puo' essere pensata al modo delle Accademie o dei consueti Istituti scolastici, ma come una Scuola disseminata e diffusa, telematica e stanziale, una rete di scuole con aule reali e virtuali. Se il suo scopo e' di indurre a una mentalita' nuova e a un nuovo senso comune, ogni casa dovrebbe diventare una scuola e ognuno in essa sarebbe docente e discente. Il suo fine potrebbe perfino spingersi oltre il traguardo indicato dai profeti che volevano cambiare le lance in falci e le spade in aratri e si aspettavano che i popoli non avrebbero piu' imparato l'arte della guerra. Cio' voleva dire che la guerra non era in natura: per farla, bisognava prima impararla. Senonche' noi l'abbiamo imparata cosi' bene che per prima cosa dovremmo disimpararla, e a questo la scuola dovrebbe addestrarci, a disimparare l'arte della guerra, per imparare invece l'arte di custodire il mondo e fare la pace.
Molte sarebbero in tale scuola le aree tematiche da perlustrare: 1) le nuove frontiere del diritto, il nuovo costituzionalismo e la rifondazione del potere; 2) il neo-liberismo e la crescente minaccia dell'anomia; 3) la critica delle culture ricevute e i nuovi nomi da dare a eventi e fasi della storia passata; 4) il lavoro e il Sabato, un lavoro non ridotto a merce, non oggetto di dominio e alienato dal tempo della vita; 5) la "Laudato si'" e l'ecologia integrale; 6) il principio femminile, come categoria rigeneratrice del diritto, dal mito di Antigone alla coesistenza dei volti di Levinas, al legame tra donna e natura fino alla metafora della madre-terra; 7) l'Intelligenza artificiale (il Fuehrer artificiale?) e l'ultimo uomo; 8) come passare dalle culture di dominio e di guerra alle culture della liberazione e della pace; 9) come uscire dalla dialettica degli opposti, dalla contraddizione servo-signore e amico-nemico per assumere invece la logica dell'et-et, della condivisione, dell'armonia delle differenze, dell'"essere per l'altro", dell'"essere l'altro"; 10) il congedo del cristianesimo dal regime costantiniano, nel suo arco "da Costantino ad Hitler", e la riapertura nella modernita' della questione di Dio; 11) il "caso Bergoglio", preannuncio di una nuova fase della storia religiosa e secolare del mondo.
Naturalmente molti altri temi potranno essere affrontati, nell'ottica di una cultura per la Terra alla quale nulla e' estraneo d'umano. Tutto cio' pero' come ricerca non impassibile e fuori del tempo, ma situata tra due "kairos", tra New Delhi ed Abu Dhabi, due opportunita', una non trattenuta e non colta, la proposta di Gorbaciov e Rajiv Gandhi del novembre 1986 per un mondo libero dalle armi nucleari e nonviolento, e l'altra che ora si presenta di una nuova fraternita' umana per la convivenza comune e la salvezza della Terra, preconizzata nel documento islamo-cristiano del 4 febbraio 2019 e nel successivo Comitato di attuazione integrato anche dagli Ebrei, entrato ora in rapporto con l'Onu per organizzare un Summit mondiale della Fratellanza umana e fare del 4 febbraio la "Giornata mondiale" che la celebri.
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Partecipare al processo costituente, iscriversi al Comitato promotore
Pertanto i firmatari di questo appello propongono di istituire una Scuola denominata "Costituente Terra" che prenda partito per la Terra, e a questo scopo hanno costituito un'associazione denominata "Comitato promotore partito della Terra". Si chiama cosi' perche' in via di principio non era stata esclusa all'inizio l'idea di un partito, e in futuro chissa'. Il compito e' oggi di dare inizio a una Scuola, "dalla parte della Terra", alle sue attivita' e ai suoi siti web, e insieme con la Scuola ad ogni azione utile al fine che "la storia continui"; e cio' senza dimenticare gli obiettivi piu' urgenti, il risanamento del territorio, la rifondazione del lavoro, l'abolizione del reato di immigrazione clandestina, la firma anche da parte dell'Italia del Trattato dell'Onu per l'interdizione delle armi nucleari e cosi' via.
I firmatari propongono che persone di buona volonta' e di non perdute speranze, che esponenti di associazioni, aggregazioni o istituzioni gia' impegnate per l'ecologia e i diritti, si uniscano a questa impresa e, se ne condividono in linea generale l'ispirazione, si iscrivano al Comitato promotore di tale iniziativa all'indirizzo progettopartitodellaterra at gmail.com versando la relativa quota sul conto BNL intestato a "Comitato promotore del partito della Terra", IBAN IT94X0100503206000000002788 (dall’estero BIC BNLIITRR).
La quota annua di iscrizione, al Comitato e alla Scuola stessa, e' libera, e sara' comunque gradita. Per i meno poveri, per quanti convengano di essere tra i promotori che contribuiscono a finanziare la Scuola, eventuali borse di studio e il processo costituente, la quota e' stata fissata dal Comitato stesso nella misura significativa di 100 euro, con l'intenzione di sottolineare che la politica, sia a pensarla che a farla, e' cosa tanto degna da meritare da chi vi si impegna che ne sostenga i costi, contro ogni tornaconto e corruzione, cio' che per molti del resto e' giunto fino all'offerta della vita. Naturalmente pero' si e' inteso che ognuno, a cominciare dai giovani, sia libero di pagare la quota che crede, minore o maggiore che sia, con modalita' diverse, secondo le possibilita' e le decisioni di ciascuno.
Nel caso che l'iniziativa non riuscisse, le risorse finanziarie mancassero e il processo avviato non andasse a buon fine, l'associazione sara' sciolta e i fondi eventualmente residui saranno devoluti alle Ong che si occupano dei salvataggi dei fuggiaschi e dei naufraghi nel Mediterraneo.
Un'assemblea degli iscritti al Comitato sara' convocata non appena sara' raggiunto un congruo numero di soci, per l'approvazione dello Statuto dell'associazione, la formazione ed elezione degli organi statutari e l'impostazione dei programmi e dell'attivita' della Scuola.
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Proponenti e primi iscritti: Raniero La Valle, giornalista (Roma), Luigi Ferrajoli, filosofo del diritto (Roma), Valerio Onida, gia' presidente della Corte Costituzionale, Adolfo Perez Esquivel, premio Nobel per la pace 1980, Raffaele Nogaro, ex vescovo di Caserta, Paolo Maddalena, gia' vicepresidente della Corte Costituzionale, Mariarosaria Guglielmi, segretaria generale di Magistratura Democratica, Riccardo Petrella, ecologo, promotore del Manifesto dell'acqua e dell'identita' di "Abitante della Terra", Domenico Gallo, magistrato,  Francesco Carchedi, sociologo (Roma), Francesco Di Matteo, Comitati Dossetti per la Costituzione, Anna Falcone, avvocata, Roma, Pippo Civati, politico, Piero Basso (Milano), Gianpietro Losapio, cooperatore sociale, direttore del Consorzio Nova, Giacomo Pollastri, studente in Legge (Roma), Francesco Comina, giornalista (Bolzano), Roberto Mancini, filosofo (Macerata), Francesca Landini, informatica (Roma), Giancarlo Piccinni e la Fondazione don Tonino Bello (Alessano), Grazia Tuzi, antropologa, autrice di "Quando si faceva la Costituzione. Storia e personaggi della comunita' del porcellino" (Roma), Guido Innocenzo Gargano osb cam., monaco (Roma), Felice Scalia, s. J. (Messina), Marina Graziosi, docente (Roma), Agata Cancelliere, insegnante, (Roma), Raul Mordenti, storico della critica letteraria, politico (Roma), Salvatore Maira, scrittore (Roma), Marco Malagola, francescano, missionario (Torino), Norma Lupi (Roma), Andrea Cantaluppi, sindacalista (Roma), Enrico Peyretti (Torino), Nino Mantineo, universita' di Catanzaro, Giacoma Cannizzo, gia' sindaca di Partinico, Filippo Grillo, artista (Palermo), Nicola Colaianni, gia' magistrato e docente all'Universita' di Bari, Stefania Limiti, giornalista (Roma), Domenico Basile (Merate, Lecco), Maria Chiara Zoffoli (Merate), Luigi Gallo (Bolzano), Antonio Vermigli, giornalista (Quarrata, Pistoia), Renata Finocchiaro, ingegnere (Catania), Liana D'Alessio (Roma), Lia Fava, ordinaria di letteratura (Roma), Paolo Pollastri, musicista (Roma), Fiorella Coppola, sociologa (Napoli), Dario Cimaglia, editore (Roma), Luigi Spina, insegnante, ricercatore (Biella), Marco Campedelli, Boris Ulianich, storico, Universita' Federico II, Napoli, Gustavo Gagliardi, Roma, Paolo Scandaletti, scrittore di storia, Roma, Pierluigi Sorti, economista, Roma, Vittorio Bellavite, coordinatore di "Noi siamo Chiesa", Agnes Deshormes, cooperatrice internazionale, Parigi, Anna Sabatini Scalmati, psicoterapeuta, Roma, Francesco Piva, Roma, Sergio Tanzarella, storico del cristianesimo, Tina Palmisano, Il Giardino Terapeutico sullo Stretto, Messina, Luisa Marchini, segretaria di "Salviamo la Costituzione", Bologna, Maurizio Chierici, giornalista. Angelo Cifatte, formatore, Genova, Marco Tiberi, sceneggiatore, Roma, Achille Rossi e l'altrapagina, Citta' di Castello, Antonio Pileggi, ex Provveditore agli studi e dir. gen. Invalsi, Giovanni Palombarini, magistrato, Vezio Ruggieri, psicofisiologo (Roma), Bernardetta Forcella, insegnante (Roma), Luigi Narducci, insegnante (Roma), Laura Nanni (Albano), Giuseppe Salme', magistrato, Giovanni Bianco, giurista (Roma), Giuseppe Deiana, docente (Milano), Lelio Demichelis, sociologo, universita' dell'Insubria, Vittorio Pissacroia, attore (Firenze), Ivano Alteri, consulente del lavoro, Giovanni Iudicone, Danilo Andriollo (Vicenza), Antonio Caputo, presidente Federazione circoli Giustizia e Liberta', Riccardo Damilano, insegnante (Roma), Luca Pouchain (Milano), Mauro Carlo Zanella, insegnante (Lanuvio), Walter Tocci, politico (Roma), Franco Calamida, Gaetano Sgarlata, Franca Fascetta, Carlo Cappellari, avvocato, Enrico Tonolo, avvocato (Venezia), Fabio Marcelli, giurista (Roma), Elisabetta Porro (Robecco sul Naviglio).
Roma, 27 dicembre 2019, 72mo anniversario della promulgazione della Costituzione italiana

4. REPETITA IUVANT. MAO VALPIANA: LETTERA ALLE AMICHE E AGLI AMICI DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal Movimento Nonviolento riceviamo e diffondiamo, invitando ad aderire alla proposta]

Natale 2019 – Capodanno 2020
Cara amica e caro amico,
inviamo questa mail a tutti coloro che nel corso dell'anno sono entrati in contatto con il Movimento Nonviolento. Vogliamo innanzitutto rinnovare la nostra amicizia e nell'occasione porgere gli auguri per le prossime festivita', il Natale e l'inizio d'anno nuovo.
Il Movimento Nonviolento vive solo grazie a chi decide di assumersi la responsabilita', iscrivendosi, di renderlo strumento utile alla crescita della nonviolenza organizzata.
Per questo ti proponiamo di fare una scelta, sottoscrivendo l'adesione al Movimento, con una quota che comprende anche l'abbonamento alla rivista Azione nonviolenta.
Sappiamo bene che sono crescenti le difficolta' economiche, ma non possiamo pensare che chiunque di noi non abbia la possibilita' di destinare al Movimento 0,15 centestimi al giorno (la quota annuale di 60 euro, divisa per 365 giorni), mentre sappiamo che ognuno di noi paga, per le spese militari, piu' di 1 euro al giorno (la cifra annuale di 25 miliardi, divisa per i cittadini italiani).
60 euro per la nonviolenza, contro 400 euro per le armi. Dobbiamo invertire la proporzione.
Le attivita' ordinarie del Movimento, pur considerando l'enorme impegno su base volontaria e gratuita, hanno dei costi fissi cui dobbiamo quotidianamente fare fronte: gestione della sede nazionale (tasse, bollette, telefono, ecc.), costo del lavoro di segreteria, mantenimento straordinario delle sedi di Ghilarza e Brescia, contributi al lavoro delle reti nazionali ed internazionali (Rete Pace, Rete Disarmo, Beoc, War Resisters International, ecc.), sostegno a campagne e iniziative, spese di viaggi per riunioni e lavori di segreteria, costi per la comunicazione, siti e social, e soprattutto le uscite per la redazione della rivista cartacea (spese tipografia, spedizioni, ecc.).
Contiamo quindi su uno sforzo straordinario di ciascuno, la collaborazione e il contributo di tutti, a partire dell'abbonamento/adesione per il 2020 a partire almeno da 60 euro, tramite il conto corrente postale 18745455 intestato al Movimento Nonviolento, oppure con bonifico bancario con Iban IT 35 U 07601 11700 000018745455 intestato al Movimento Nonviolento, che puo' essere utilizzato anche per liberi contributi (fiscalmente detraibili).
Ricordiamo anche l'importanza di destinare il 5x1000 al nostro Movimento, e di consigliarlo agli amici. Basta una firma e il nostro codice fiscale 93100500235.
Se desideri ricevere regolarmente le nostre comunicazioni, mandaci la tua mail per l'indirizzario informatico. Invia a: amministrazione at nonviolenti.org, con oggetto "per lista iscritti MN".
Grazie e auguri di pace per te e i tuoi cari.
Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento
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Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, sezione italiana della W.R.I. (War Resisters International - Internazionale dei resistenti alla guerra)
Sede nazionale e redazione di "Azione nonviolenta": via Spagna 8, 37123 Verona (Italy)
Tel. e fax (+ 39) 0458009803 (r.a.)
E-mail: azionenonviolenta at sis.it
Siti: www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it

5. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

6. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

8. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Franco Ferrarotti, Il pensiero sociologico da Auguste Comte a Max Horkheimer, Mondadori, Milano 1974, pp. 288.
- Vasilij Grossman, Il bene sia con voi!, Adelphi, Milano 2011, 2016, pp. 256.
- Fabrizia Ramondino, L'isola riflessa, Einaudi, Torino 1998, 2017, pp. IV + 156.

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3603 del 30 dicembre 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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