[Nonviolenza] Archivi. 338



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 338 del 26 ottobre 2019

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di luglio 2019 (parte seconda)
2. "Nell'antro di Polifemo". Quasi un comizio la mattina del 9 luglio 2019 a Viterbo
3. Impedire di soccorrere i naufraghi equivale a condannarli a morire. Il Parlamento rigetti il cosiddetto "decreto sicurezza della razza bis"
4. In dieci citta' italiane diffuso l'appello Menapace-Zanotelli al Presidente della Repubblica affinche' cessi l'ecatombe nel Mediterraneo
5. "Restiamo umani". Il 15 luglio alle ore 16 presidio presidio a Roma a Montecitorio
6. Mentre prosegue la strage nel Mediterraneo... Una lettera alla senatrice Alberti Casellati ed all'onorevole Fico
7. Tre disumani crimini e tre azioni necessarie. Una proposta
8. La gita
9. "Cosa direbbe, cosa farebbe oggi Alfio?". Una conversazione a Viterbo in ricordo di Alfio Pannega
10. Oggi in digiuno
11. Nell'anniversario del test di Alamogordo una lettera ai Presidenti del Parlamento
12. Andrea Camilleri
13. Johnny Clegg
14. Al Presidente della Repubblica: preghiera di un impegno per il disarmo nucleare
15. Nel CI anniversario della nascita di Nelson Mandela
16. Lunedi' la Camera dei Deputati inizia l'esame in aula del "decreto sicurezza della razza bis"

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI LUGLIO 2019 (PARTE SECONDA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di luglio 2019.

2. "NELL'ANTRO DI POLIFEMO". QUASI UN COMIZIO LA MATTINA DEL 9 LUGLIO 2019 A VITERBO

La mattina del 9 luglio 2019 il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", Peppe Sini, ha tenuto una conversazione pubblica dinanzi al parco delle querce nel quartiere di Santa Barbara a Viterbo.
Di seguito una sintesi delle cose dette.
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1. La percezione e la realta'
L'immane tragedia di tanta parte dell'umanita' vittima di guerre e dittature rapinatrici, di devastazioni e fame, e costretta a una disperata fuga per tentar di salvare la vita, e' proposta alla percezione dell'opinione pubblica italiana come una sorta di frivola e spettacolare competizione sportiva tra europei ricchi, gli uni arcigni e marziali patrioti solleciti del sangue e del suolo, e gli altri vacanzieri e narcisisti figli dei fiori dediti a puerili irresponsabili utopie.
Non e' cosi'.
In questa rappresentazione scompaiono gli esseri umani innocenti ed inermi vittime di indicibili atrocita', gli esseri umani vittime dei lager libici, gli esseri umani vittime delle mafie schiaviste dei trafficanti nei cui artigli i governi europei li hanno scaraventati, gli esseri umani in pericolo di morte per annegamento nel Mediterraneo.
Ed in questa rappresentazione chi omette di soccorrere, e quindi lascia morire, e quindi fa morire, viene equiparato a chi soccorre, a chi le vite umane salva, quasi che le due posizioni - far morire o salvare - siano equivalenti.
In questa rappresentazione fare il male e fare il bene vengono presentati come due scelte entrambe indifferenti; provocare la morte e salvare le vite vengono proposti come due condotte ugualmente accettabili. Anzi: si propende a presentare la prima posizione, quella mortifera, come la migliore.
Questa falsa, fraudolenta, scellerata e ripugnante rappresentazione narcotizza le persone che formano la propria opinione su quanto apprendono dai media dominanti, ed occulta loro l'orribile realta', la realta' che ogni persona vedrebbe se cadessero dagli occhi le scaglie imposte dall'ideologia e dalla retorica dei poteri dominanti, se le persone si risvegliassero dal sonno dell'irresponsabilita' e si affrancassero dall'azione ipnotica dei persuasori occulti e palesi al servizio dei poteri dominanti e di un governo razzista e golpista.
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2. Parresia
Delle persone che in questo momento di sempre piu' abissale iniquita' hanno voce pubblica, quasi solo il papa dice la verita' che in cuor suo ogni essere umano conosce: che ogni essere umano e' un essere umano; che vi e' una sola umanita'; che salvare le vite e' il primo dovere; che la regola fondamentale di ogni morale e': agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Questo occorre gridare dai tetti.
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3. Anche noi fummo schiavi in Egitto
Ed allora e' chiaro quale sia il dovere di tutti: soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto; salvare le vite, essere ospitali, battersi per la fraterna e sororale liberazione di tutti. Anche noi fummo schiavi in Egitto.
Riconoscere l'umanita' di tutti gli esseri umani, difendere le vite di tutti, accogliere chi e' in pericolo e nel bisogno: e' quello che stabilisce la Costituzione della Repubblica italiana agli articoli 2, 3, e 10 che il governo fedifrago viola; e' quello che stabilisce la Dichiarazione universale dei diritti umani, anche dall'Italia sottoscritta; e' quello che e' inciso per sempre nel tuo cuore e nel mio.
*
4. Nell'antro di Polifemo
Il governo italiano sta commettendo abominevoli crimini contro l'umanita', e un costante furibondo attentato contro la Costituzione.
Chiunque lo vede.
Il governo italiano agisce come il ciclope omerico: non ospita ma sbrana, non soccorre ma divora.
Chiunque lo vede.
Lo abbiamo ripetuto infinite volte, lo ripetiamo una volta ancora: il governo italiano da un anno a questa parte, e con furia crescente, commette crimini disumani, il cui elenco tutti conoscono.
Omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e sabotaggio (e persecuzione) dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
Conclamata volonta', espressa in piu' forme ed occasioni, di far si' che i naufraghi superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte.
Persecuzione razzista ed effettuale favoreggiamento della riduzione in schiavitu' attraverso criminali e criminogene misure contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Sequestro di persona aggravato, reato per il quale i complici del governo che siedono in Senato hanno impedito alla magistratura italiana di procedere nei confronti del Ministro dell'Interno reo confesso, garantendo cosi' una scandalosa impunita' al ministro e al governo.
Reiterata istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
Violazione di convenzioni internazionali, di leggi ordinarie, e della stessa Costituzione della Repubblica italiana, al fine di attuare una criminale politica razzista.
Chiunque lo vede. E chi tace se ne fa complice.
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5. Insorga nonviolentemente ogni persona di volonta' buona
E quindi insorga nonviolentemente ogni persona di volonta' buona in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani; in difesa della vigenza della Costituzione della Republica italiana; in difesa della legalita' che salva le vite; in difesa dell'umanita'.
Ed insieme poniamo precise, ineludibili richieste alle istituzioni democratiche.
Chiediamo al Presidente della Repubblica di intervenire per far cessare la strage nel Mediterraneo; per far cessare la criminale omissione di soccorso ai naufraghi da parte del governo italiano che nega loro approdo in porto sicuro; per far cessare il sabotaggio e la persecuzione da parte del governo italiano nei confronti dei soccorritori volontari che salvano vite umane.
Chiediamo alle competenti magistrature di processare e condannare i ministri responsabili di crimini contro l'umanita' (lo stesso razzismo e' gia' un crimine contro l'umanita') e di attentato contro la Costituzione.
Chiediamo alle istituzioni internazionali di cui l'Italia fa parte di intervenire per imporre al governo italiano il rispetto del diritto internazionale; per imporre al governo italiano il rispetto delle vite umane; per imporre al governo italiano il rispetto della legalita' e della civilta' il cui fondamento e' salvare le vite.
Chiediamo al parlamento italiano di revocare tutte le antileggi razziste e golpiste (a cominciare dalle folli ed incostituzionali, criminali e criminogene misure del cosiddetto "decreto sicurezza della razza" e del cosiddetto "decreto sicurezza della razza bis") e di sfiduciare il governo razzista e golpista ed imporne cosi' le dimissioni.
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6. "Qui fecit misericordiam in illum"
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

3. IMPEDIRE DI SOCCORRERE I NAUFRAGHI EQUIVALE A CONDANNARLI A MORIRE. IL PARLAMENTO RIGETTI IL COSIDDETTO "DECRETO SICUREZZA DELLA RAZZA BIS"

Il Parlamento rigetti il cosiddetto "decreto sicurezza della razza bis" il cui scopo e' di impedire che i naufraghi nel Mediterraneo superstiti dei lager libici siano soccorsi e salvati.
Impedire di soccorrere i naufraghi equivale a condannarli a morire.
Il Parlamento non sia complice di questo ennesimo crimine contro l'umanita' del governo razzista e golpista.
Ogni essere umano ha diritto alla vita.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Associazione "Respirare" di Viterbo
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
"Viterbo oltre il muro", gruppo di formazione e informazione nonviolenta
Viterbo, 10 luglio 2019

4. IN DIECI CITTA' ITALIANE DIFFUSO L'APPELLO MENAPACE-ZANOTELLI AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA AFFINCHE' CESSI L'ECATOMBE NEL MEDITERRANEO

Giovedi' 11 luglio 2019 contemporaneamente in dieci citta' italiane di diverse regioni da nord a sud viene diffuso pubblicamente l'appello al Presidente della Repubblica promosso dalla partigiana, femminista e senatrice emerita Lidia Menapace, dal missionario e costruttore di pace padre Alex Zanotelli, e da centinaia di altre persone di volonta' buona e varie associazioni di solidarieta'.
Con l'appello si chiede al Presidente della Repubblica di intervenire per far cessare l'ecatombe nel Mediterraneo, facendo cessare la folle e criminale antipolitica razzista del governo italiano che omette di soccorrere i naufraghi e addirittura sabota e perseguita i soccorritori volontari che salvano vite umane.
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Di seguito il testo integrale dell'appello.
"Egregio Presidente della Repubblica,
fermi l'ecatombe in corso nel Mediterraneo richiamando il governo al dovere di soccorrere i naufraghi, di salvare le vite umane in pericolo.
E' il governo italiano, che da un anno sta facendo di tutto per impedire che i naufraghi siano soccorsi e recati in salvo nel nostro paese, il primo responsabile della mattanza di esseri umani nel Mediterraneo: potrebbe salvarli tutti, ed invece decide di farli morire.
Chiunque lo vede, chiunque lo sa. Tacere significa essere complici di un immane massacro.
Lei e' il Presidente della Repubblica, il primo magistrato del nostro paese: nelle forme previste dall'ordinamento, nel pieno adempimento dei suoi doveri istituzionali, intervenga per far cessare la strage, intervenga per impedire altre morti di esseri umani innocenti ed inermi.
Dal profondo del cuore la preghiamo.
Augurandole ogni bene".
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Per adesioni: centropacevt at gmail.com
Per scrivere direttamente al Presidente della Repubblica: dalla home page del sito www.quirinale.it cliccare sull'icona della busta postale in alto al centro e successivamente compilare il format.

5. "RESTIAMO UMANI". IL 15 LUGLIO ALLE ORE 16 PRESIDIO A ROMA A MONTECITORIO

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Soccorrere, accogliere , assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

6. MENTRE PROSEGUE LA STRAGE NEL MEDITERRANEO... UNA LETTERA ALLA SENATRICE ALBERTI CASELLATI ED ALL'ONOREVOLE FICO

Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
gentilissimo Presidente della Camera dei Deputati,
i mezzi d'informazione riferiscono dell'ennesima strage di migranti nel Mediterraneo, decine e decine di cadaveri vengono recuperati in queste ore. E di quante vittime non abbiamo mai avuto notizia?
Sono esseri umani quelli che muoiono annegati nel tentativo di giungere dall'Africa in Europa per poter vivere una vita umana, al sicuro da guerre e fame, da dittature e orrori.
Esseri umani come noi.
Ma sembra che questo naturale sentimento di umana identificazione, di umano riconoscimento, di umana solidarieta', di umana pieta', vada quasi estinguendosi sotto la furia della propaganda razzista.
In Italia il governo impone abominevoli misure di persecuzione razzista con il cosiddetto "decreto sicurezza della razza". Misure che ricordano quelle dei criminali regimi fascisti. Misure in flagrante contrasto con la Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista.
In Italia il governo pratica nei confronti dei naufraghi quell'omissione di soccorso che se la praticasse un qualunque cittadino che assiste a un incidente stradale sarebbe chiamato a risponderne in tribunale e l'intera comunita' lo giudicherebbe una belva. Invece il governo omette di salvare le vite umane in pericolo negando loro approdo in porto sicuro, e addirittura ne mena vanto.
In Italia il governo giunge all'estremo delitto e delirio di di sabotare e perseguitare i soccorritori volontari che salvano le vite umane in pericolo nel Mediterraneo: questa persecuzione e' talmente mostruosa che ogni essere umano ne prova orrore e ribrezzo. Ma il governo se ne infischia e continua a commettere un delitto cosi' scellerato che restera' nella storia come esempio di disumanita'.
Ed ancora: il governo italiano si adopera affinche' i prigionieri dei lager libici non possano salvarsi con la fuga in Europa; anzi, utilizza risorse pubbliche del popolo italiano per favoreggiare le organizzazioni libiche che impediscono la fuga delle vittime superstiti, le organizzazioni libiche che recludono vittime innocenti ed inermi in lager. Qualunque persona normale dovrebbe gemere di dolore, dovrebbe ruggire di orrore, ed insorgere affinche' tutte le vittime di tutti i lager siano liberate.
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Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
gentilissimo Presidente della Camera dei Deputati,
nei prossimi giorni il Parlamento dovra' esaminare il cosiddetto "decreto sicurezza della razza bis".
E tre cose dovrebbero fare tutte e tutti i componenti del Parlamento se volessere restare fedeli alla Costituzione della Repubblica italiana, fedeli alla democrazia, fedeli alla civilta', fedeli all'umanita'.
Primo, respingere il cosiddetto "decreto sicurezza della razza bis" che contiene misure che sabotano e perseguitano chi salva vite umane.
Secondo, revocare anche tutte le misure razziste ed incostituzionali contenute nel "decreto sicurezza della razza" approvato follemente mesi addietro da una maggioranza parlamentare scandalosamente asservita a un governo razzista e golpista.
Terzo, sfiduciare il governo che ha commesso e continua a commettere crimini contro l'umanita' e un costante flagrante attentato contro la Costituzione.
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Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
gentilissimo Presidente della Camera dei Deputati,
da settimane in tutta Italia si raccolgono adesioni all'appello al Presidente della Repubblica promosso dalla partigiana, femminista e senatrice emerita Lidia Menapace, il missionario e costruttore di pace padre Alex Zanotelli e molte altre persone di volonta' buona; con esso si chiede al capo dello Stato di fermare l'ecatombe in corso nel Mediterraneo richiamando il governo al dovere di soccorrere i naufraghi, di salvare le vite umane in pericolo.
Il Parlamento non puo' esimersi dal prendere posizione mentre tragicamente nel Mediterraneo la strage continua.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
gentilissimo Presidente della Camera dei Deputati,
mentre prosegue la strage nel Mediterraneo il Parlamento non puo' restare in silenzio. Il silenzio e' complicita' con l'illegale ed immorale antipolitica governativa di omissione di soccorso. Il silenzio e' complicita' con l'illegale ed immorale antipolitica governativa di sabotaggio e persecuzione dei soccorritori volontari che salvano vite umane. Il silenzio e' complicita' con le criminali e criminogene misure razziste ed incostituzionali del cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Non restate in silenzio.
Non siate complici della strage in corso.
Augurandovi ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 12 luglio 2019

7. TRE DISUMANI CRIMINI E TRE AZIONI NECESSARIE. UNA PROPOSTA

Tre disumani crimini commessi dal governo italiano.
Il primo: l'omissione di soccorso dei naufraghi in pericolo di morte nel Mediterraneo negando loro approdo in porto sicuro in Italia.
Il secondo: il sabotaggio e la persecuzione dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo.
Il terzo: le scellerate ed incostituzionali misure di persecuzione razzista contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
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Come e' possibile che nessuna competente magistratura - italiana ed internazionale - intervenga per contrastare questi crimini abominevoli?
Come e' possibile che il Parlamento non si opponga a tale orrore?
Come e' possibile che l'intero popolo italiano non insorga per salvare tante vite umane in pericolo?
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Tre azioni ci sembrano necessarie.
La prima: tornare a denunciare a tutte le competenti magistrature i crimini commessi dal governo italiano.
La seconda: nei giorni in cui il Parlamento dovra' pronunciarsi sul cosiddetto "decreto sicurezza della razza bis" premere nonviolentemente su tutte le legislatrici ed i legislatori affinche' si oppongano alle misure razziste e disumane in quel decreto contenute.
La terza: manifestare in tutte le piazze d'Italia in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa del dovere di salvare le vite, in difesa della legalita' costituzionale che le misure razziste imposte dal governo criminalmente negano.
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Nel Mediterraneo e' in corso una strage: l'Italia puo' e deve farla cessare.
In Libia esseri umani sono detenuti in veri e propri lager in cui subiscono ogni sorta di violenze, ed il governo italiano si sta adoperando per impedire che quelle vittime innocenti possano trovare scampo giungendo nel nostro paese; l'Italia puo' e deve invece adoperarsi per la loro liberazione, per la loro salvezza.
Le misure incostituzionali e razziste del "decreto sicurezza della razza" perseguitano persone inermi ed innocenti e favoreggiano i poteri criminali e l'economia schiavista; quelle mostruose misure devono essere abolite, l'Italia deve tornare ad essere un paese democratico, un paese civile.
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Il Parlamento abroghi tutte le misure razziste.
Si dimetta il governo razzista e golpista.
I ministri responsabili di crimini gravissimi siano processati.
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
L'Italia e' una repubblica democratica che rispetta e difende i diritti di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.

8. LA GITA

E oggi che e' domenica prendiamo
la sacca l'ombrellone e il cannocchiale
e andiamo a fare festa com'e' giusto
sull'ermo colle che si vede il mare
e mentre che mangiamo due salsicce
e tracanniamo un vino generoso
guardiamo da lontano neri e piccoli
i naufraghi che affogano.

Quanto fa ridere lo sventolare
di braccia e gambe come pupazzetti
prima che il mare se li sia pappati
pare di essere al cinema muto
quando eravamo piccoli anche noi.

Poi si fa sera e con l'umidita'
e' meglio mettersela una maglietta
che la salute non va trascurata.

9. "COSA DIREBBE, COSA FAREBBE OGGI ALFIO?". UNA CONVERSAZIONE A VITERBO IN RICORDO DI ALFIO PANNEGA

Domenica 14 luglio 2019, nell'anniversario della presa della Bastiglia, a Viterbo alcuni vecchi amici e compagni di lotte di Alfio Pannega si sono incontrati per riflettere sulla presente situazione e sui compiti attuali di chi non ha rinunciato alla persuasione che tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, che tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita, alla liberta' e alla solidarieta'.
Di seguito una sintesi delle riflessioni svolte.
*
Alfio Pannega fu per tutta la vita un militante del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita'.
Fu uno sfruttato e conobbe la poverta', la fatica e il dolore; ma insieme fu un generoso soccorritore di ogni persona che avesse bisogno di aiuto. Tutti i suoi scarsi beni sempre condivise con chiunque ne avesse bisogno. Amo' la vita e lotto' perche' ogni persona potesse essere libera e felice. Fu un militante antifascista, comunista e libertario, amico della nonviolenza; sempre si oppose ad ogni ingiustizia e ad ogni potere oppressivo, sempre lotto' per i diritti di tutti, per il bene comune dell'umanita'.
Sempre si oppose allo sfruttamento e alla rapina, sempre si oppose al maschilismo e al patriarcato, sempre si oppose alla guerra e alle dittature, sempre si oppose alla menzogna e alla violenza, sempre difese gli esseri umani, gli altri animali, il mondo vivente. Sempre testimonio' la coerenza tra i mezzi e i fini della lotta comune per il bene comune. Sempre condivise il suo pane, che e' cio' che significa la parola bella con cui lo chiamiamo: compagno, il nostro compagno Alfio Pannega.
Nacque e visse la sua gioventu' al tempo del criminale regime fascista e al fascismo si oppose. Ed al fascismo continuo' ad opporsi per tutta la sua vita, e a noi che siamo stati suoi amici e compagni ha insegnato che al fascismo occorre opporsi sempre, perche' con sempre nuovi travestimenti il fascismo torna e ancora e ancora l'umanita' deve tornare a insorgere per contrastarlo.
Se oggi Alfio Pannega fosse vivo direbbe le parole di verita' che occorre dire, farebbe le azioni di solidarieta' e giustizia che occorre fare.
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Cosa direbbe oggi Alfio?
Direbbe che quando un governo decide di condannare a morte i naufraghi superstiti dei lager libici negando loro approdo in porto sicuro in Italia, omettendo di soccorrerli ed anzi addirittura sabotando e perseguitando chi li soccorre, ebbene, quel governo e' gia' il fascismo che torna.
Direbbe che quando un governo decide di perseguitare vittime innocenti ed inermi con le disumane ed incostituzionali, criminali e criminogene misure razziste contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza", ebbene, quel governo e' gia' il fascismo che torna.
Direbbe che quando un governo decide di condurre una campagna di propaganda razzista, di incitamento all'odio razzista, di imposizione di un regime di segregazione e persecuzione razzista, ebbene, quel governo e' gia' il fascismo che torna.
Direbbe che quando un governo decide di commettere crimini contro l'umanita' (e il razzismo e' gia' un crimine contro l'umanita') e di violare la Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista, ebbene, quel governo e' gia' il fascismo che torna.
Questo direbbe oggi Alfio Pannega.
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Cosa farebbe oggi Alfio?
Insorgerebbe ed esorterebbe a insorgere nonviolentemente per contrastare la violenza razzista; per difendere, salvare, liberare le persone oppresse e in pericolo; per salvare tutte le vite; per soccorrere, accogliere ed assistere ogni persona bisognosa di aiuto. Perche' una e' l'umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte con gli stessi medesimi diritti.
Insorgerebbe ed esorterebbe a insorgere nonviolentemente per far abrogare dal Parlamento tutte le disumane misure razziste imposte dal governo della disumanita'; per far dimettere il governo razzista e golpista; per far si' che i ministri responsabili di crimini contro l'umanita' debbano risponderne nelle aule di giustizia.
Insorgerebbe ed esorterebbe a insorgere nonviolentemente per ripristinare la vigenza della Costituzione repubblicana scritta col sangue dei martiri della Resistenza; per riaffermare la legalita' che salva le vite; per far prevalere la democrazia, la civilta', la fraternita' e la sorellanza, l'umanita'.
Questo farebbe oggi Alfio Pannega.
*
Alfio Pannega ci ha lasciato nove anni fa, ma noi sappiamo cosa avrebbe detto e cosa avrebbe fatto dinanzi a cio' che accade oggi.
Solo una spaventosa, una scandalosa cecita' morale impedisce a tante persone di vedere quel che e' del tutto evidente: che un'Italia in cui il governo omette di soccorrere chi e' in pericolo di morte e perseguita brutalmente persone innocenti, e' come la Germania nazista in cui ci si compiace dell'aumento della produzione di burro e cannoni, mentre vittime innocenti ed inermi sono deportate e stritolate nei lager.
Solo una spaventosa, una scandalosa cecita' morale impedisce a tante persone di vedere quel che e' del tutto evidente: che la strage nel Mediterraneo e' responsabilita' dei governi europei, e in primo luogo del governo italiano: l'Italia potrebbe e dovrebbe salvare tutte quelle vite innocenti, ma chi governa sceglie di non farlo perche' - consapevolmente o inconsapevolmente emulando tutti i poteri totalitari e genocidi - di fatto nega l'umanita' degli esseri umani che lascia morire.
Solo una spaventosa, una scandalosa cecita' morale impedisce a tante persone di vedere quel che e' del tutto evidente: che l'antipolitica del governo italiano sta provocando indicibili orrori, sta mietendo innumerevoli vittime innocenti.
Di questi crimini, e di questa cecita' morale che induce tante persone ad esserne effettualmente complici, verra' il giorno in cui si dovra' rendere conto.
Cosa si attende ancora a insorgere per far cessare questo orrore?
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Nel ricordo di Alfio, alla scuola di Alfio, alla sequela di Alfio, qui e adesso torniamo quindi a dire i pensieri, le parole, le azioni necessarie.
Che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Che salvare le vite e' il primo dovere.
Che occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
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Una breve notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione. Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura. La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata fin qui disattesa. Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213.

10. OGGI IN DIGIUNO

Le persone che da un anno mensilmente prendono parte al "digiuno di giustizia in solidarieta' con i migranti" oggi, lunedi' 15 luglio 2019, digiunano di nuovo.
E quelle di loro che possono raggiungere Roma, alle ore 16 saranno davanti al Parlamento - il luogo in cui si fanno le leggi - a testimoniare l'opposizione nonviolenta del popolo italiano e dell'umanita' alla criminale antipolitica del governo razzista e golpista che omette di soccorrere i naufraghi in pericolo di morte, che sabota e perseguita i soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, che perseguita barbaramente persone innocenti ed inermi con le misure razziste ed incostituzionali, criminali e criminogene, contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Anch'io mi unisco ancora una volta al digiuno. Ed anche se non potro' essere a Roma, con tutto il cuore sostengo quanti vi saranno, e spero che i parlamentari ne accolgano infine il messaggio di pace e di solidarieta', di legalita' che salva le vite.
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo agendo umanamente si resta esseri umani.
*
Il Parlamento revochi tutte le scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita', riaffermi la sua fedelta' alla Costituzione della Repubblica italiana, e quindi tolga la fiducia al governo razzista e golpista e ne imponga le dimissioni.
Le competenti magistrature intervengano nei confronti dei ministri responsabili di crimini contro l'umanita' e di attentato contro la Costituzione.
L'Italia si impegni finalmente a salvare ed accogliere tutti i naufraghi, a soccorrere e recare in salvo tutte le vittime dei lager libici, a rispettare ed applicare gli articoli 2, 3 e 10 della Costituzione repubblicana che difendono i diritti umani di tutti gli esseri umani e stabiliscono il diritto di asilo per chi e' in fuga da ingiustizia e violenza, a riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, a riconoscere pieni diritti a tutte le persone che nel nostro paese si trovano.
*
L'Italia e' una repubblica democratica: un governo che commette crimini razzisti e' fuorilegge.
Una e' l'umanita': tutti gli esseri umani hanno il dovere di soccorrere, accogliere ed assistere ogni essere umano bisognoso di aiuto.
La massima che fonda l'agire morale recita: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Chi salva una vita salva il mondo.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

11. NELL'ANNIVERSARIO DEL TEST DI ALAMOGORDO UNA LETTERA AI PRESIDENTI DEL PARLAMENTO

Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
gentilissimo Presidente della Camera dei Deputati,
nell'anniversario del test di Alamogordo del 16 luglio 1945 con cui ebbe inizio l'eta' atomica, il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, ricordando tutte le vittime delle armi nucleari ed il pericolo di distruzione che incombe sull'umanita' intera, rinnova la richiesta al Parlamento italiano di volersi finalmente impegnare affinche' l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Distinti saluti,
il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 16 luglio 2019

12. ANDREA CAMILLERI

E' deceduto lo scrittore Andrea Camilleri.
Con gratitudine lo ricordiamo.

13. JOHNNY CLEGG

E' deceduto Johnny Clegg, antropologo, musicista, militante antirazzista.
Con gratitudine lo ricordiamo.

14. AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: PREGHIERA DI UN IMPEGNO PER IL DISARMO NUCLEARE

Al Presidente della Repubblica
Oggetto: preghiera di un impegno per il disarmo nucleare
Egregio Presidente della Repubblica,
il 7 luglio 2017 la conferenza ad hoc dell'Onu ha adottato il Trattato per la proibizione delle armi nucleari. Il trattato non solo costituisce un importante progresso sulla via della pace, ma anche - ed ancor piu' - un impegno decisivo in difesa dell'esistenza stessa dell'umanita' che gli armamenti atomici minacciano di distruzione.
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Ricorreva ieri l'anniversario del test di Alamogordo che diede avvio alla "eta' atomica" sulle cui terribili caratteristiche il grande filosofo Guenther Anders ha scritto parole definitive.
E tra poche settimane ricorrera' l'anniversario della bomba su Hiroshima, e poi quello della bomba su Nagasaki.
Come ogni anno il 6 e il 9 agosto l'umanita' si raccogliera' in meditazione; ma tale meditazione deve dar luogo ad azioni concrete.
E l'azione concreta indispensabile e' quella stabilita nel Trattato Onu per l'universale proibizione delle armi atomiche.
*
Nel 1981 l'indimenticabile padre Ernesto Balducci in un suo illuminante discorso ebbe a parlare delle "tre verita' di Hiroshima"; mi consenta una testuale citazione di quelle parole.
Diceva padre Balducci: "La prima verita' contenuta in quel messaggio e' che il genere umano ha un destino unico di vita o di morte. Sul momento fu una verita' intuitiva, di natura etica, ma poi, crollata l'immagine eurocentrica della storia, essa si e' dispiegata in evidenze di tipo induttivo la cui esposizione piu' recente e piu' organica e' quella del Rapporto Brandt. L'unita' del genere umano e' ormai una verita' economica. Le interdipendenze che stringono il Nord e il Sud del pianeta, attentamente esaminate, svelano che non e' il Sud a dipendere dal Nord ma e' il Nord che dipende dal Sud. Innanzitutto per il fatto che la sua economia dello spreco e' resa possibile dalla metodica rapina a cui il Sud e' sottoposto e poi, piu' specificamente, perche' esiste un nesso causale tra la politica degli armamenti e il persistere, anzi l'aggravarsi, della spaventosa piaga della fame. Pesano ancora nella nostra memoria i 50 milioni di morti dell'ultima guerra, ma cominciano anche a pesarci i morti che la fame sta facendo: 50 milioni, per l'appunto, nel solo anno 1979. E piu' comincia a pesare il fatto, sempre meglio conosciuto, che la morte per fame non e' un prodotto fatale dell'avarizia della natura o dell'ignavia degli uomini, ma il prodotto della struttura economica internazionale che riversa un'immensa quota dei profitti nell'industria delle armi: 450 miliardi di dollari nel suddetto anno 1979 e cioe' 10 volte di piu' del necessario per eliminare la fame nel mondo. Questo ora si sa. Adamo ed Eva ora sanno di essere nudi. Gli uomini e le donne che, fosse pure soltanto come elettori, tengono in piedi questa struttura di violenza, non hanno piu' la coscienza tranquilla.
La seconda verita' di Hiroshima e' che ormai l'imperativo morale della pace, ritenuta da sempre come un ideale necessario anche se irrealizzabile, e' arrivato a coincidere con l'istinto di conservazione, il medesimo istinto che veniva indicato come radice inestirpabile dell'aggressivita' distruttiva. Fino ad oggi e' stato un punto fermo che la sfera della morale e quella dell'istinto erano tra loro separate, conciliabili solo mediante un'ardua disciplina e solo entro certi limiti: fuori di quei limiti accadeva la guerra, che la coscienza morale si limitava a deprecare come un malum necessarium. Ma le prospettive attuali della guerra tecnologica sono tali che la voce dell'istinto di conservazione (di cui la paura e' un sintomo non ignobile) e la voce della coscienza sono diventate una sola voce. Non era mai capitato. Anche per questi nuovi rapporti fra etica e biologia, la storia sta cambiando di qualita'.
La terza verita' di Hiroshima e' che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'. Non che la guerra sia mai stata considerata, salvo in rari casi di sadismo culturale, un fatto secondo ragione, ma sempre le culture dominanti l'hanno ritenuta quanto meno come una extrema ratio, e cioe' come uno strumento limite della ragione. E difatti, nelle nostre ricostruzioni storiografiche, il progresso dei popoli si avvera attraverso le guerre. Per una specie di eterogenesi dei fini - per usare il linguaggio di Benedetto Croce - l'accadimento funesto generava l'avvenimento fausto. Ma ora, nell'ipotesi atomica, l'accadimento non genererebbe nessun avvenimento. O meglio, l'avvenimento morirebbe per olocausto nel grembo materno dell'accadimento".
Ogni persona ragionevole condivide queste riflessioni, questo monito.
E del resto illustri personalita' come lo scienziato Albert Einstein, il filosofo Bertrand Russell, e con loro altri scienziati e pensatori, fin dagli anni Cinquanta del secolo scorso promossero l'appello per il disarmo nucleare che recava le preziose, profonde parole: "Non parliamo, in questa occasione, come appartenenti a questa o a quella nazione, continente o credo, bensi' come esseri umani, membri del genere umano, la cui stessa sopravvivenza e' ora in pericolo". Ed ancora: "Ci appelliamo, in quanto esseri umani, ad altri esseri umani: ricordate la vostra umanita'".
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Il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari e' il frutto della crescente consapevolezza da parte dell'umanita' intera della verita' delle riflessioni sopra ricordate.
Come e' noto, affinche' il trattato divenga vincolante occorre che almeno 50 paesi vi aderiscano e lo ratifichino, ed il numero necessario non e' ancora stato raggiunto.
L'Italia non lo ha ancora sottoscritto, e quindi neanche ratificato.
Eppure non vi e' cittadino italiano - anzi: non vi e' essere umano senziente e pensante - che non sia persuaso della necessita' di evitare la distruzione dell'umanita', della necessita' quindi di abolire le armi atomiche.
Cosa si aspetta allora ad aderire al trattato?
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Molte volte lei ha detto parole vere e sagge di esortazione all'impegno per la pace, la solidarieta', il rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani, la difesa dell'intero mondo vivente.
Voglia ancora una volta esprimersi contro la criminale follia degli armamenti atomici.
Nell'esercizio del suo ruolo, delle sue funzioni e delle sue competenze, voglia far sentire la voce dell'umanita' che invoca la proibizione delle armi nucleari che l'intera umanita' minacciano di distruzione.
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Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene, voglia gradire i piu' cordiali saluti
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 17 luglio 2019

15. NEL CI ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI NELSON MANDELA

Il 18 luglio 1918 nasceva Nelson Mandela.
Nel CI anniversario il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo lo ricorda esemplare testimone della dignita' umana e infaticabile lottatore nonviolento per la liberazione dell'umanita' intera, simbolo della solidarieta' che ogni essere umano riconosce, raggiunge, sostiene, conforta.
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Nel ricordo di Nelson Mandela qui e adesso riaffermiamo che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; riaffermiamo che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; riaffermiamo che salvare le vite e' il primo dovere.
Nel ricordo di Nelson Mandela qui e adesso ci opponiamo al razzismo, allo schiavismo, ad ogni violenza che opprime gli esseri umani ed il mondo vivente.
Nel ricordo di Nelson Mandela qui e adesso chiamiamo ogni persona di volonta' buona, ogni associazione solidale, ogni istituzione democratica, all'impegno comune per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nel ricordo di Nelson Mandela qui e adesso contrastiamo la folle e criminale antipolitica del governo razzista e golpista.
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Nel ricordo di Nelson Mandela denunciamo una volta ancora che il governo italiano sta commettendo i seguenti abominevoli crimini:
1. omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e sabotaggio e persecuzione dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
2. conclamata volonta', espressa in piu' forme ed occasioni, di far si' che i naufraghi superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte;
3. persecuzione razzista ed effettuale favoreggiamento della riduzione in schiavitu' attraverso criminali e criminogene misure contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza";
4. sequestro di persona aggravato, reato per il quale i complici del governo che siedono in Senato hanno impedito alla magistratura italiana di procedere nei confronti del Ministro dell'Interno reo confesso, garantendo cosi' una scandalosa impunita' al ministro e al governo;
5. reiterata istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso;
6. violazione di convenzioni internazionali, di leggi ordinarie, e della stessa Costituzione della Repubblica italiana, al fine di attuare una criminale politica razzista.
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Nel ricordo di Nelson Mandela invitiamo ogni persona di volonta' buona a quattro azioni necessarie:
I. denunciare a tutte le competenti magistrature i crimini razzisti commessi dal governo italiano: i ministri responsabili di crimini contro l'umanita' e di attentato contro la Costituzione della Repubblica italiana devono risponderne nelle aule di giustizia;
II. nei prossimi giorni in cui il Parlamento dovra' pronunciarsi sul cosiddetto "decreto sicurezza della razza bis" premere nonviolentemente su tutte le legislatrici ed i legislatori affinche' si oppongano alle misure razziste e disumane imposte dal governo, si impegnino ad abrogare tutte le misure razziste ed incostituzionali, revochino la fiducia al governo e ne impongano le dimissioni;
III. manifestare nonviolentemente in tutte le piazze d'Italia in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa del dovere di salvare le vite, in difesa della legalita' costituzionale che le misure razziste imposte dal governo criminalmente negano;
IV. infine e innanzitutto adoperarsi concretamente per proteggere ed aiutare tutte le vittime innocenti ed inermi della violenza razzista.
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Una minima notizia biobibliografica su Nelson Mandela
Nelson Mandela e' stato uno dei piu' grandi eroi della lotta contro il razzismo, per la dignita' di ogni essere umano; nato il 18 luglio 1918, tra i leader principali dell'African National Congress, nel 1964 e' condannato all'ergastolo dal regime razzista sudafricano; nel corso dei decenni la sua figura diventa una leggenda e un punto di riferimento in tutto il mondo; uscira' dal carcere l'11 febbraio 1990 come un eroe vittorioso; premio Nobel per la pace nel 1993, primo presidente del Sudafrica finalmente democratico compira' il miracolo della riconciliazione; e' deceduto il 5 dicembre 2013.
Tra le opere di Nelson Mandela: fondamentale e' l'autobiografia Lungo cammino verso la liberta', Feltrinelli, Milano 1995; e' ora disponibile anche la seconda parte della biografia: Nelson Mandela e Mandla Langa, La sfida della liberta'. Come nasce una democrazia, Feltrinelli, Milano 2018; di grande importanza anche la raccolta delle Lettere dal carcere, Il Saggiatore, Milano 2018. Tra le raccolte di scritti ed interventi pubblicate prima della liberazione cfr. La lotta e' la mia vita, Comune di Reggio Emilia, 1985; La non facile strada della liberta', Edizioni Lavoro, Roma 1986; tra le raccolte pubblicate successivamente alla liberazione: Tre discorsi, Centro di ricerca per la pace, Viterbo 1991; Contro ogni razzismo, Mondadori, Milano 1996; Mai piu' schiavi, Mondadori, Milano 1996 (il volume contiene un intervento di Nelson Mandela ed uno di Fidel Castro); Io, Nelson Mandela, Sperling & Kupfer, Milano 2010, 2013; Bisogna essere capaci di sognare, Rcs, Milano 2013.
Tra le opere su Nelson Mandela: Mary Benson, Nelson Mandela: biografia, Agalev, Bologna 1988; François Soudan, Mandela l'indomabile, Edizioni Associate, Roma 1988; Jean Guiloineau, Nelson Mandela, Mondadori, Milano 1990; John Vail, I Mandela, Targa Italiana, Milano 1990; Fatima Meer, Il cielo della speranza, Sugarco, Milano 1990; John Carlin, Mandela. Ritratto di un sognatore, Sperling & Kupfer, Milano 2013; Christo Brand, Mandela. L'uomo che ha cambiato il mondo, Newton Compton, Roma 2014. Si veda anche: Winnie Mandela, Finche' il mio popolo non sara' libero, Sugarco, Milano 1986; Nancy Harrison, Winnie Mandela, Jaca Book, Milano 1987; ed ancora: Desmond Tutu, Anch'io ho il diritto di esistere, Queriniana, Brescia 1985; Desmond Tutu, Non c'e' futuro senza perdono, Feltrinelli, Milano 2001; Desmond Tutu, Anche Dio ha un sogno, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2004; ed anche: Nadine Gordimer, Vivere nell'interregno, Feltrinelli, Milano 1990; ed ancora almeno: Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta. L'esperienza della Commissione sudafricana per la verita' e la riconciliazione, Manifestolibri, Roma 1999.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Chi salva una vita salva il mondo.
Agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Nel ricordo di Nelson Mandela la nonviolenza e' in cammino.

16. LUNEDI' LA CAMERA DEI DEPUTATI INIZIA L'ESAME IN AULA DL "DECRETO SICUREZZA DELLA RAZZA BIS"

Lunedi' la Camera dei Deputati inizia l'esame in aula dell'abominevole "decreto sicurezza della razza bis" che sabota e perseguita i soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo.
Facciamo sentire ai parlamentari la voce della ragione, la voce dell'umanita'.
Sia respinto dal Parlamento quello scellerato decreto.
Salvare le vite e' il primo dovere.

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 338 del 26 ottobre 2019
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