[Nonviolenza] Archivi. 325
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- Date: Sat, 12 Oct 2019 07:48:31 +0200
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 325 del 12 ottobre 2019
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di aprile 2019 (parte sesta)
2. Per don Dante Bernini, che compie 97 anni
3. Compie oggi 97 anni don Dante Bernini, testimone della dignita' umana e costruttore di pace
4. In memoria di don Tonino Bello
5. Esseri umani
6. Proprio
7. Come
8. Per la Giornata della Terra
9. Approssimandosi il 25 aprile
10. "Abolire la guerra, liberare l'umanita' intera". Un comizio il 24 aprile 2018 a Viterbo
11. Per dirlo in poche semplici parole
12. Il razzismo non e' un'opinione, e' un crimine
13. Una necessaria parola per il 25 aprile
14. Ricorrendo l'anniversario in cui si fa memoria del genocidio degli armeni
15. Cosa significa il 25 aprile. Un incontro di riflessione a Viterbo rileggendo le lapidi di Piero Calamandrei
16. Questo 25 aprile
17. Il derby
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI APRILE 2019 (PARTE SESTA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di aprile 2019.
2. PER DON DANTE BERNINI, CHE COMPIE 97 ANNI
Nell'occasione del suo novantasettesimo compleanno esprimiamo ancora una volta a don Dante Bernini, amico, maestro e compagno nell'impegno nonviolento per il bene comune, la nostra gratitudine per la sua luminosa testimonianza di pace e di fraternita'.
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Una breve notizia su don Dante Bernini
Monsignor Dante Bernini e' nato a La Quercia (Viterbo) il 20 aprile 1922. "Vescovo emerito della diocesi di Albano, gia' presidente della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Italiana e gia' membro della "Comece'" (Commission des Episcopats de la Communaute' Europeenne), una delle figure piu' illustri dell'impegno di pace, solidarieta', nonviolenza, che nell'arco dell'intera sua vita come sacerdote e come docente e' stato costantemente impegnato per la pace e per la giustizia, nella solidarieta' con i sofferenti e gli oppressi, nell'impegno per la salvaguardia del creato, nella promozione della nonviolenza, unendo all'adempimento scrupoloso dei prestigiosi incarichi di grande responsabilita' un costante ascolto di tutti coloro che a lui venivano a rivolgersi per consiglio e per aiuto, a tutti sempre offrendo generosamente il suo conforto e sostegno, la sua parola buona e luminosa e l'abbraccio suo saldo e fraterno" (Dalla motivazione del riconoscimento attribuitogli il 2 ottobre 2014, nella Giornata internazionale della nonviolenza, dalla Citta' di Viterbo con una solenne cerimonia nella Sala Regia di Palazzo dei Priori). Il 13 aprile 2015, nell'anniversario della promulgazione della "Pacem in Terris", e' stata realizzata in suo onore a Viterbo una "Giornata per la Pace".
3. COMPIE OGGI 97 ANNI DON DANTE BERNINI, TESTIMONE DELLA DIGNITA' UMANA E COSTRUTTORE DI PACE
Don Dante Bernini, vescovo emerito, studioso profondo, persona solidale, testimone della dignita' umana, costruttore di pace, compie oggi 97 anni.
Lungo l'intera sua vita e' stato ed e' ancor oggi un luminoso esempio dell'umanita' come dovrebbe essere.
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Monsignor Dante Bernini e' nato a La Quercia (Viterbo) il 20 aprile 1922. "Vescovo emerito della diocesi di Albano, gia' presidente della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Italiana e gia' membro della "Comece'" (Commission des Episcopats de la Communaute' Europeenne), una delle figure piu' illustri dell'impegno di pace, solidarieta', nonviolenza, che nell'arco dell'intera sua vita come sacerdote e come docente e' stato costantemente impegnato per la pace e per la giustizia, nella solidarieta' con i sofferenti e gli oppressi, nell'impegno per la salvaguardia del creato, nella promozione della nonviolenza, unendo all'adempimento scrupoloso dei prestigiosi incarichi di grande responsabilita' un costante ascolto di tutti coloro che a lui venivano a rivolgersi per consiglio e per aiuto, a tutti sempre offrendo generosamente il suo conforto e sostegno, la sua parola buona e luminosa e l'abbraccio suo saldo e fraterno" (Dalla motivazione del riconoscimento attribuitogli il 2 ottobre 2014, nella Giornata internazionale della nonviolenza, dalla Citta' di Viterbo con una solenne cerimonia nella Sala Regia di Palazzo dei Priori). Il 13 aprile 2015, nell'anniversario della promulgazione della "Pacem in Terris", e' stata realizzata in suo onore a Viterbo una "Giornata per la Pace".
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Seguendo l'esempio di don Dante Bernini proseguiamo nell'impegno contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro ogni menzogna ed ogni violenza, in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, in difesa del mondo vivente casa comune dell'umanita'.
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Augurandogli di vivere molti anni ancora, lo ringraziamo ancora una volta per il suo impegno, per il suo insegnamento, per la sua luminosa bonta', per la sua generosa amicizia, per aver dedicato l'intera sua vita al bene comune dell'umanita'.
4. IN MEMORIA DI DON TONINO BELLO
Ricorrendo l'anniversario della scomparsa dell'indimenticabile don Tonino Bello, il vescovo di Molfetta costruttore di pace, difensore dei diritti di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, deceduto il 20 aprile del 1993, il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo lo ha ricordato nel pomeriggio di sabato 20 aprile 2019 con un incontro commemorativo della sua figura e di lettura e commento di alcune pagine dalle sue opere.
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Una breve notizia su Tonino Bello
Tonino Bello e' nato ad Alessano nel 1935, vescovo di Molfetta, presidente nazionale di Pax Christi, e' scomparso nel 1993; costantemente impegnato dalla parte degli ultimi, promotore di iniziative di solidarieta' con gli immigrati, per il disarmo, per i diritti dei popoli e la dignita' umana, ideatore ed animatore di grandi iniziative nonviolente, e' stato un grande costruttore di pace e profeta di nonviolenza.
Opere di Tonino Bello: segnaliamo particolarmente, tra le molte sue pubblicazioni, I sentieri di Isaia, La Meridiana, Molfetta 1989; Il vangelo del coraggio, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 1996; e' in corso la pubblicazione di tutte le opere in Scritti di mons. Antonio Bello, Mezzina, Molfetta 1993 sgg., volumi vari.
Opere su Tonino Bello: cfr. per un avvio Luigi Bettazzi, Don Tonino Bello. Invito alla lettura, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2001; Claudio Ragaini, Don Tonino, fratello vescovo, Edizioni Paoline, Milano 1994; Alessandro D'Elia, E liberaci dalla rassegnazione. La teologia della pace in don Tonino Bello, La Meridiana, Molfetta (Ba) 2000.
Nella rete telematica materiali utili di e su Tonino Bello sono nel sito di Pax Christi: www.paxchristi.it, in quello de La Meridiana: www.lameridiana.it e in molti altri ancora.
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Nel ricordo e alla scuola di don Tonino Bello proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Nel ricordo e alla scuola di don Tonino Bello ci opponiamo alla criminale disumanita' del governo italiano che nega soccorso e accoglienza ai naufraghi in pericolo di morte nel Mediterraneo.
Nel ricordo e alla scuola di don Tonino Bello sosteniamo i sindaci ed i presidenti delle Regioni che hanno denunciato l'incostituzionalita' delle scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita' con il cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Nel ricordo e alla scuola di don Tonino Bello sosteniamo l'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Nel ricordo e alla scuola di don Tonino Bello condividiamo gli appelli all'Unione Europea, al Consiglio d'Europa ed all'Onu affinche' intervengano nei confronti del governo italiano per farne cessare le criminali politiche razziste.
Nel ricordo e alla scuola di don Tonino Bello sosteniamo la campagna nonviolenta "Balconi salvagente".
Nel ricordo e alla scuola di don Tonino Bello condividiamo l'appello per lo scioglimento della Nato e di tutte le organizzazioni e le alleanze militari.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
5. ESSERI UMANI
Sono esseri umani le vittime degli attentati nello Sri Lanka.
Sono esseri umani tutte le vittime di tutti gli attentati, di tutte le guerre, di tutte le stragi, di tutte le persecuzioni.
E sono esseri umani i loro assassini.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente casa comune di tutti.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Cessare di uccidere.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
6. PROPRIO
E' proprio degli esseri umani percepire e comprendere il legame che tutti li unisce.
E' proprio degli esseri umani recarsi mutuo soccorso.
E' proprio degli esseri umani il riconoscimento, la riconoscenza.
Chiunque di noi sa di essere nato da altri, e sa di essere vivo grazie all'aiuto altrui.
Cosi' dinanzi a chi chiede aiuto sai gia' quale sia il tuo dovere.
Agisci verso le altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
7. COME
Come si puo' credere che abbiano a cuore la vita, i diritti e il benessere delle generazioni future quei governanti che qui e adesso negano soccorso ad esseri umani in pericolo di morte?
Come si puo' credere che abbiano a cuore il bene comune dell'unica nostra umana famiglia e quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera quei governanti che qui e adesso negano soccorso ad esseri umani in pericolo di morte?
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Alle elezioni di maggio nessun voto vada ai partiti del governo razzista.
Alle elezioni di maggio nessun voto vada ai partiti del governo che nega il primo diritto di tutti gli esseri umani: il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
8. PER LA GIORNATA DELLA TERRA
Oggi e' la Giornata della Terra, che convoca l'umanita' intera all'impegno in difesa di quest'unico mondo vivente che e' la nostra casa comune, di noi esseri umani attualmente viventi e delle generazioni future.
La devastazione della biosfera provocata dall'attivita' umana sta distruggendo con ritmo sempre piu' accelerato la vita sul pianeta: e' ormai cognizione condivisa da ogni persona ragionevole; se ne e' fatto autorevole portavoce in questi ultimi anni il pontefice cattolico con la sua enciclica "Laudato si'"; se ne e' fatta persuasiva portavoce in questi ultimi mesi la giovanissima Greta Thunberg il cui appello ha saputo mettere in movimento milioni e milioni di ragazze e ragazzi in tutto il mondo.
Occorre fermare la catastrofe in corso: e' possibile ed e' necessario.
Le cose che occorre fare tutti le sappiamo: a livello di scelte quotidiane e a livello di decisioni collettive, economiche e politiche.
Denunciare e contrastare la logica distruttiva (ed incompatibile con i limiti fisici del pianeta) della massimizzazione del profitto e del consumismo sfrenato a scapito dei diritti umani e della natura; lottare in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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E per passare dall'astratto al concreto:
1. ridurre le emissioni inquinanti, cessare le pratiche avvelenatrici, risanare l'ambiente ferito;
2. condividere il bene ed i beni fra tutti gli esseri umani;
3. abolire le guerre e le uccisioni;
4. passare dalla societa' della rapina e della sopraffazione alla societa' della responsabilita' e della solidarieta' che ogni essere umano riconosce e comprende e sostiene;
5. improntare le relazioni al principio del prendersi cura; attuare finalmente la politica della nonviolenza.
Salvare le vite e' il primo dovere.
9. APPROSSIMANDOSI IL 25 APRILE
Il ricordo della Resistenza e della Liberazione dalla barbarie fascista persuada ogni persona del dovere di opporsi oggi e qui al fascismo che torna.
Oggi e qui un governo razzista sta commettendo mostruosi crimini contro l'umanita', negando soccorso a chi e' in pericolo di morte nel Mediterraneo, perseguitando esseri umani innocenti, violando la Costituzione della Repubblica democratica ed antifascista.
Oggi e qui ogni persona decente insorga, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Oggi e qui ogni persona decente insorga, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della legalita' che salva le vite.
Siano revocate tutte le scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita'.
Si dimetta il governo della disumanita'.
Siano processati e condannati per i crimini razzisti commessi i ministri del governo della disumanita'.
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Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
10. "ABOLIRE LA GUERRA. LIBERARE L'UMANITA' INTERA". UN COMIZIO IL 24 APRILE 2018 A VITERBO
[Promossa da varie organizzazioni e vari movimenti impegnati per la pace e i diritti umani, la giustizia sociale, la difesa della biosfera e la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge, si e' svolta martedi' 24 aprile 2018 a Viterbo in piazza delle erbe una manifestazione contro tutte le guerre con la partecipazione appassionata di molte persone che a Viterbo vivono e la dolorosa e illuminante testimonianza di rappresentanti di popoli oppressi da guerre e dittature, da fame e schiavitu'. Ricostruita frettolosamente a memoria, questa e' una sintesi del discorso tenuto a braccio dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"]
1. La guerra e' nemica dell'umanita'
La guerra e' nemica dell'umanita', poiche' essa sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani: e noi siamo esseri umani, gli esseri umani che la guerra uccide.
E non solo la guerra uccide ogni giorno innumerevoli persone, ma giunti all'attuale livello di sviluppo delle tecnologie di distruzione essa minaccia l'esistenza stessa dell'intera umanita'.
Dopo Auschwitz e dopo Hiroshima chiunque capisce che l'opposizione alla guerra, l'impegno per abolire la guerra, deve essere oggi per ogni singolo essere umano, per ogni legittimo umano istituto, per l'umanita' intera, il primo impegno esistenziale, morale, civile, politico.
O l'umanita' abolira' la guerra, o la guerra estinguera' l'umanita'.
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2. Quattro azioni contro la guerra
Ma come si lotta in modo adeguato contro la guerra?
Sono indispensabili quattro consapevolezze, che costituiscono quattro scelte morali, che devono tradursi in quattro azioni politiche.
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2.1. In primo luogo si lotta in modo adeguato contro la guerra con la consapevolezza che la condizione necessaria perche' ogni singola persona possa veder riconosciuto da tutte le altre persone il suo diritto a non essere ucciso e' nel suo riconoscimento del medesimo diritto a tutte le altre persone.
Con la consapevolezza che un unico destino di vita o di morte ci unisce ormai tutti.
Con la consapevolezza che la regola della vita sociale, della civile convivenza, dell'umanizzazione del nostro esistere, e' nel rispetto e nell'aiuto reciproco, nella solidarieta' che tutte le persone riconosce e raggiunge e sostiene e conforta, nella condivisione dei beni e del bene.
Riconoscere il volto dell'altra persona - di ogni altra persona -, ascoltare la voce dell'altra persona - di ogni altra persona -, sentirsi responsabili per l'altra persona - per ogni altra persona -, condividere con l'altra persona - con ogni altra persona - il bene supremo della vita e del mondo.
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2.2. In secondo luogo si lotta in modo adeguato contro la guerra solo con il disarmo: senza disarmo non si contrasta la guerra, non si contrastano le stragi, non si contrastano le uccisioni.
Le armi servono a uccidere, chi le possiede ne e' posseduto, crede di servirsi di esse ma da esse e' asservito: il solo fabbricarle, il solo metterle in circolazione, il solo detenerle, e' gia' l'inizio dell'uccidere, e' gia' non solo seme del dolore e della paura, ma prassi dell'odio e del male che ogni persona umilia e minaccia e mutila e divora.
Ed in concreto, qui ed ora, quali atti politici di concreto e coerente disarmo dobbiamo quindi ottenere che il nostro paese compia?
Dobbiamo ottenere che l'Italia finalmente sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la probizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017, trattato che entrera' in vgore solo quando almeno cinquanta stati lo avranno sottoscritto.
Dobbiamo ottenere che l'Italia cessi di fornire armi a regimi violatori dei diritti umani ed a stati belligeranti: del sangue delle loro vittime anche le nostre mani sono macchiate.
Dobbiamo ottenere che l'Italia cessi di partecipare alla cosiddette "missioni internazionali" armate che in realta' costituiscono occupazioni militari e guerre mascherate e istigazioni all'odio.
Dobbiamo ottenere che l'Italia lasci e denunci le alleanze internazionali il cui fine reale e fin conclamato e' la guerra, il ricatto e la minaccia della guerra, l'asservimento di interi paesi ed interi popoli a potenze imperiali, terroriste e stragiste globali e regionali.
Dobbiamo ottenere che l'Italia avvii una drastica riduzione delle spese militari; e che quelle immense risorse finanziarie del pubblico erario che oggi scelleratamente destina ai folli fini dell'addestramento a uccidere, della messa a disposizione di strumenti di morte, di organizzazione e promozione del dominio della violenza, del terrore e della morte, ebbene, le destini invece a fini di pace e di bene, di soccorso umanitario, di cooperazione internazionale, di universale solidarieta' e convivenza, di protezione civile ed erogazione di servizi sociali.
E andando ancor piu' alla radice: dobbiamo ottenere che l'Italia cessi di produrre armi e che l'industria bellica sia immediatamente riconvertita a produzioni civili per il pubblico bene.
Il complesso militare-industriale e' complice primo di tutti i poteri criminali e potere criminale esso stesso; esso trae i suoi profitti della morte degli esseri umani, fonda e sostiene l'economia schiavista, si configura come base materiale del sistema totalitario ed implica la crescente minaccia di estinzione dell'umanita'.
Senza disarmo non si costruisce la pace; senza disarmo non si salvano le vite.
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2.3. In terzo luogo si lotta in modo adeguato contro la guerra con la smilitarizzazione: con la smilitarizzazione dei territori e delle istituzioni, delle culture e delle comunita', dei conflitti da gestire rendendoli umani e costruttivi, delle relazioni politiche e sociali.
Il militarismo e' incompatibile con la democrazia, e' incompatibile con il rispetto e la promozione dei diritti umani, e' incompatibile con la difesa della natura.
L'esistenza stessa degli eserciti ha come fine preparare ed eseguire guerre e stragi, addestrare persone ad uccidere, imporre obbedienza alla violenza, disumanizzare chi ne fa parte come chi ne e' fuori, infliggere la morte a persone viventi, terrorizzare, brutalizzare e sopprimere. Puo' esservi crimine piu' flagrante?
Nel modello dell'esercito e della caserma trovano la loro radice ed ispirazione i regimi dittatoriali che sono una guerra dei potenti contro i propri stessi popoli, che sono il militarismo fattosi regime totale.
Abolire gli eserciti e' il primo passo perche' la civilta' umana divenga civile.
Dobbiamo quindi ottenere che l'Italia avvii un proprio percorso di immediata smilitarizzazione e promuova relazioni internazionali fondate sulla smilitarizzazione.
E andando piu' alla radice: occorre finalmente sostituire alla cosiddetta "difesa armata" che sempre e' invece minaccia e aggressione, la difesa popolare nonviolenta che sola realmente riconosce e difende le vite, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani e della biosfera.
Occorre riconvertire subito le spese militari in spese per la protezione civile, l'assistenza umanitaria, l'erogazione di servizi assistenziali a chi di assistenza ha bisogno, la cooperazione internazionale di pace, il bene comune dell'umanita'.
Senza smilitarizzazione non si costruisce la pace; senza smilitarizzazione non si salvano le vite.
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2.4. In quarto luogo si lotta in modo adeguato contro la guerra solo con la scelta della nonviolenza, poiche' solo la nonviolenza si oppone ad ogni violenza in modo nitido e intransigente, concreto e coerente.
E' con la lotta nonviolenta che ci si oppone alla guerra e a tutte le uccisioni.
E' con la lotta nonviolenta che ci si oppone al razzismo e a tutte le persecuzioni.
E' con la lotta nonviolenta che ci si oppone al maschilismo e a tutte le oppressioni.
E' solo con la scelta della nonviolenza che si puo' sconfiggere la violenza; e' solo facendo il bene che si contrasta il male.
E' con la scelta della nonviolenza che si costruisce la pace, la democrazia, il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa della biosfera casa comune dell'umanita'.
Senza la scelta della nonviolenza non si costruisce la pace; senza la scelta della nonviolenza non si invera la democrazia; senza la scelta della nonviolenza non si salvano le vite; senza la scelta della nonviolenza non si umanizza l'umanita'.
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3. La questione decisiva: la liberta' delle donne
Solo la liberta' delle donne e' la prova e la misura della liberazione dell'umanita' intera.
Poiche' la violenza maschile e' la prima radice e il primo modello di ogni oppressione, di ogni violenza, di ogni regime fondato sulla diseguaglianza di diritti, la lotta contro il maschilismo e' il primo, indispensabile passo del cammino che porta alla fine dell'orrore presente e alla comune liberazione dell'umanita'.
All'Italia chiediamo quindi innanzitutto la piena realizzazione di tutto quanto previsto dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, Convenzione gia' recepita nell'ordinamento del nostro paese ma ancora tutt'altro che pienamente attuata; ed in particolare chiediamo che si dia pieno e adeguato riconoscimento e sostegno ai centri antiviolenza realizzati dal movimento delle donne.
Solo la liberta' delle donne e' la prova e la misura della liberazione dell'umanita' intera.
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4. Una sola umanita'
Sappiamo di essere una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Sappiamo che occorre riconoscere ad ogni essere umano il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Sappiamo che occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Sappiamo che occorre riconoscere ad ogni essere umano liberta' di movimento sull'intero pianeta.
Sappiamo che occorre riconoscere il diritto di voto ad ogni persona ovunque si trovi.
Sappiamo che occorre opporci ad ogni discriminazione, ad ogni persecuzione.
Sappiamo che occorre realizzare quella democrazia della comunita' terrena di cui ci parla Vandana Shiva.
Sappiamo di essere esseri umani, ognuno diverso da ogni altro, e tutti eguali in diritti, tutti uniti dal vincolo di una universale solidarieta'.
Ed al nostro paese chiediamo quindi immediatamente due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
Sempre ricordati questo: che l'altro dell'altro sei tu; che non solo tutte le persone insieme ma anche ogni singola persona in se' e' e siamo l'umanita'.
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5. Nel giorno in cui si commemora il genocidio del popolo armeno
Oggi e' una data simbolica: il 24 aprile e' il giorno in cui in tutto il mondo si commemorano le vittime del genocidio del popolo armeno, il genocidio con cui si apri' il "secolo breve" delle due guerre mondiali, del totalitarismo, dei piu' efferati orrori.
E ricordando quel genocidio noi ricordiamo le vittime di tutti i genocidi, di tutti i massacri, di tutte le guerre; di tutte le dittature, di tutte le occupazioni militari, di tutte le oppressioni schiaviste e colonialiste, imperialiste e razziste; di tutte le violenze e innanzitutto di quella maschilista che di tutte le violenze e' la prima radice ed il primo paradigma.
E ricordando quel genocidio noi assumiamo su noi stessi il dovere di lottare contro ogni orrore, contro ogni violenza, in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente.
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6. Tra la giornata della Terra e l'anniversario della Liberazione
L'iniziativa di oggi si colloca anche tra altre due date simboliche: tra il 22 aprile, Giornata mondiale della Terra, e il 25 aprile, Giornata della Liberazione del nostro paese dal fascismo e dalla guerra.
Le sorelle e i fratelli rappresentanti dei popoli oppressi che oggi sono qui tra noi e la cui viva testimonianza ancora una volta ci ha mosso alle lacrime e ci ha convocato alla solidarieta' che tutti i popoli e tutte le persone riconosce ed abbraccia nell'unica umanita', ci ricordano una volta ancora che lo schiaffo dato su qualunque guancia, che la ferita inferta su qualunque corpo, brucia nelle nostre stesse carni poiche' noi sappiamo di essere una sola umanita' e che la dignita' e la liberta' sono indivisibili: finche' una sola persona e' oppressa, finche' una sola persona e' nel terrore, finche' degli esseri umani vengono uccisi da altri esseri umani, nessuna persona e' libera, nessuna esistenza puo' essere felice, ed e' ancora da adempiere quell'impegno comune affinche' l'intera umanita' possa vivere un'esistenza degna.
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6.1. Due giorni fa, il 22 aprile, abbiamo celebrato la Giornata mondiale della Terra ed abbiamo ricordato e attestato la nostra responsabilita' verso ogni altra persona, verso ogni essere vivente, verso quest'unico pianeta vivente.
E dicevamo che ci chiede quattro cose la Giornata della Terra, e tutte impegnative. Di riconoscere che questo in cui viviamo e' - per quanto ne sappiamo - l'unico mondo vivente, e la nostra stessa vita dipende in decisiva misura dal complesso intreccio di molte altre vite. Di disporci al rispetto della vita altrui se vogliamo che la nostra stessa vita sia rispettata. Di prendere piena coscienza del fatto che la sorte di questo pianeta e di tutte le vite in esso presenti dipende in larga, decisiva misura dalle scelte e dalle conseguenti azioni di noi esseri umani. Di assumere questa responsabilita' senza nasconderci quanto essa sia complessa, problematica, difficoltosa.
E innanzitutto ci chiede che il primo criterio dell'intero nostro agire sia, come diceva Albert Schweitzer, il rispetto per la vita.
In primo luogo il rispetto per la vita degli altri esseri umani, e non solo i presenti, ma anche i passati e i venturi. E questo significa opporci a tutte le uccisioni ed adoperarci per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto; condividere i beni; esercitare la solidarieta'. Significa anche non devastare il mondo, ovvero non costringere le generazioni future a vivere una vita infera in un ambiente venefico e degradato. E significa anche serbare memoria dell'intera famiglia umana e dell'intera umana vicenda, ed impedire che gli sforzi e il cammino compiuti dalle generazioni che furono siano annichiliti da un disastro che travolgendo il presente, impedendo il futuro, cancella anche l'intero passato.
In secondo luogo il rispetto per la vita degli altri animali non umani, nella loro generalita' cosi' affini a noi e palesemente dotati di alcune caratteristiche che sono anche le nostre, come quella di percepire sensazioni, provare emozioni, pensare pensieri, comunicare.
In terzo luogo il rispetto per la vita degli altri esseri viventi e come mettere in adeguata relazione questa persuasione con le nostre fondamentali esigenze biologiche, ad esempio la nostra stessa alimentazione.
In quarto luogo il rispetto del mondo vivente nei suoi elementi vitali fondamentali: l'aria, l'acqua, la terra (intesa come suolo e come luogo della vita).
In quinto luogo il rispetto del mondo vivente nel suo insieme, come biosfera. Nella sua struttura (di cui siamo parte) e nella sua storia (di cui la nostra storia e' parte).
Sono riflessioni, responsabilita' e doveri non lievi, non banalizzabili, ed insieme ineludibili.
In questo ambito di esperienze e riflessioni, come in molti altri campi - dall'impegno politico all'amore per la poesia -, ci fu maestro, in questa citta' che tanto amo' e che non lo ha dimenticato, Alfio Pannega, di cui tra pochi giorno, il 30 aprile, ricorderemo ancora una volta la figura nell'anniversario della scomparsa.
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6.2. E domani e' il 25 aprile, giornata in cui facciamo memoria delle vittime del fascismo e della guerra; facciamo memoria della testimonianza di quanti al fascismo e alla guerra resistettero; facciamo memoria della Liberazione e della democrazia ancora da adempiere ed estendere all'umanita' intera; e' il giorno in cui solennemente riaffermiamo il valore cogente della Costituzione repubblicana che nata dalla Resistenza tutte e tutti ci impegna alla lotta per il bene comune, per la democrazia che ogni essere umano riconosce eguale in diritti, che convoca all'universale solidarieta': da ciascuno secondo le sue capacita', a ciascuno secondo i suoi bisogni.
Lo dicevamo ancora una volta qualche giorno fa che il 25 aprile commemora e significa cinque cose: la liberazione del nostro paese dal fascismo; la liberazione del nostro paese dalla guerra con cui il fascismo aveva incendiato quasi l'intero mondo; la liberazione dell'umanita' da un regime e un culto della violenza che l'umanita' intera intendeva infine annichilire; ricorda le innumerevoli vittime del fascismo e delle guerre; ricorda la Resistenza di coloro che alla violenza onnidistruttiva vollero opporsi e nel dolore di tanti lutti l'umanita' salvarono dalla catastrofe sconfiggendo il fascismo e ponendo fine alle stragi.
E da questo insieme di memorie scaturisce l'impegno affinche' l'orrore del fascismo e della guerra mai piu' si ripeta nella storia dell'umanita'. Affinche' siano abbattute tutte le dittature, affinche' sia abolita per sempre la guerra.
In queste giornate noi siamo di quelli che non in pompa magna ma in silenzio e meditazione ancora una volta si recano dinanzi alla lapide che in piazza del Sacrario ricorda i partigiani viterbesi caduti nella lotta contro l'orrore e la vergogna del mondo; dinanzi alla lapide e alle pietre d'inciampo che in via della Verita' ricordano i deportati viterbesi nei campi di sterminio nazisti; dinanzi al cippo che in piazzale Antonio Gramsci ricorda le persone li' trucidate dai nazisti; dinanzi alla lapide che ora in via Tommaso Carletti ricorda Mariano Buratti, comandante partigiano che i fascisti assassinarono... questa citta' ha le sue memorie. E ricordo i miei antichi maestri di antifascismo, da Vittorio Emanuele Giuntella a Raimondo Pesaresi, da Sauro Sorbini ad Achille Poleggi, ed innumerevoli altri da cui nel corso di una vita ormai lunga ebbi la fortuna di ricevere doni di verita' e di amicizia, esempi di generosita', di dignita', di rigore intellettuale, morale, politico, lezioni di umanita'. Maestri che tutti vollero e seppero restar fedeli all'umanita', ed il cui lascito non perira' finche' l'umanita' vive.
*
7. Quasi una ricapitolazione in poche parole
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Abolire le guerre, gli eserciti, le armi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Agisci verso gli altri come vorresti che gli altri agissero verso di te.
Essere lievi sulla terra, prendersi cura del bene comune, condividere il bene ed i beni.
Avere coscienza della fragilita' e rispetto del limite, in dubio contra projectum.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ascoltare le altre persone, riconoscerne l'umanita', dire il vero.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Una sola umanita', un'universale democrazia: una persona, un voto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Nessuna persona e' un'isola, ogni persona e' responsabile di tutto.
La liberta' delle donne e' la sola prova e misura della liberazione dell'umanita'.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Poniti sempre dalla parte delle vittime, contro tutte le uccisioni.
Poniti sempre dal punto di vista del bene comune dell'umanita'.
In ogni persone e' l'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
8. Rimeditando un'antica parola latina, in guisa di congedo
Vi e' una parola che deriva dal latino medievale, una parola che e' gia' in se stessa un impegno: essa significa "condividi il tuo pane con chi non ha pane". Da secoli con questa parola si chiamano e si riconoscono le persone che sentono di essere esseri umani tra esseri umani: queste persone si chiamano e si riconoscono, voi lo sapete, compagne e compagni. Di questa denominazione di compagna, di compagno, di persona che condivide il suo pane con chi non ne ha, ognuna ed ognuno di noi sappia essere degna e degno.
11. PER DIRLO IN POCHE SEMPLICI PAROLE
Non soccorrere i naufraghi e' un crimine contro l'umanita'.
Diffamare, sabotare e perseguitare i soccorritori che salvano vite umane e' un crimine contro l'umanita'.
Impedire che i superstiti dei lager libici possano salvare la propria vita giungendo in Italia e' un crimine contro l'umanita'.
Perseguitare persone innocenti negando loro diritti fondamentali (come dispone il cosiddetto "decreto sicurezza della razza") e' un crimine contro l'umanita'.
Commettere il reato di sequestro di persona con l'aggravante del razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Istigare all'odio razzista e' un crimine contro l'umanita'.
Il governo italiano da mesi e mesi commette questi crimini contro l'umanita'.
Chi tace, e' complice.
Le competenti magistrature, se non intervengono sono complici.
Le istituzioni internazionali democratiche di cui l'Italia fa parte, se non intervengono sono complici.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
12. IL RAZZISMO NON E' UN'OPINIONE, E' UN CRIMINE
Il razzismo non e' un'opinione, e' un crimine.
Un governo che commette crimini razzisti e' un governo criminale.
Un paese civile, uno stato di diritto, un ordinamento giuridico democratico, non puo' avere un governo che commette crimini razzisti.
Un governo che commette crimini razzisti viola la Costituzione della Repubblica cui ha giurato fedelta', ed attentando alla Costituzione cessa altresi' di essere legittimo.
Un paese civile, uno stato di diritto, un ordinamento giuridico democratico, non puo' avere un governo che viola la Costituzione.
Chi commette crimini razzisti va processato e condannato come prevede la legge.
Chi attenta alla Costituzione va processato e condannato come prevede la legge.
Aprire gli occhi, dire la verita'.
Opporsi al razzismo e al golpismo.
Salvare le vite.
13. UNA NECESSARIA PAROLA PER IL 25 APRILE
Veniamo subito all'essenziale.
Celebrare il 25 aprile fingendo di non vedere che in Italia e' al potere un governo razzista e golpista e' una grottesca menzogna e un'infame vilta'.
Se la memoria del 25 aprile 1945 ha un significato esso e' nell'appello a proseguire la lotta contro il fascismo.
Ed oggi qui il governo razzista e golpista e' insieme un effetto e una forza motrice del ritorno della barbarie fascista.
*
Qualcuno e' cosi' cieco da non vedere e cosi' stolto da non capire che omettere di soccorrere i naufraghi e' un crimine contro l'umanita'?
Qualcuno e' cosi' cieco da non vedere e cosi' stolto da non capire che diffamare, sabotare e perseguitare i soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo e' un crimine contro l'umanita'?
Qualcuno e' cosi' cieco da non vedere e cosi' stolto da non capire che impedire che i superstiti dei lager libici possano salvare la propria vita giungendo in Italia e' un crimine contro l'umanita'?
Qualcuno e' cosi' cieco da non vedere e cosi' stolto da non capire che perseguitare persone innocenti negando loro diritti fondamentali (come dispone il cosiddetto "decreto sicurezza della razza") e' un crimine contro l'umanita'?
Qualcuno e' cosi' cieco da non vedere e cosi' stolto da non capire che commettere il reato di sequestro di persona con l'aggravante del razzismo e' un crimine contro l'umanita'?
Qualcuno e' cosi' cieco da non vedere e cosi' stolto da non capire che istigare all'odio razzista e' un crimine contro l'umanita'?
Qualcuno e' cosi' cieco da non vedere e cosi' stolto da non capire che il governo razzista e golpista da mesi e mesi commette questi crimini contro l'umanita'?
Nessuno puo' essere cosi' cieco. Nessuno puo' essere cosi' stolto.
*
Il 25 aprile quindi ci convoca: ci convoca ad opporci al governo razzista ed ai suoi crimini contro l'umanita'.
Il 25 aprile quindi ci convoca: ci convoca a difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Il 25 aprile quindi ci convoca: ci convoca a difendere la Costituzione repubblicana democratica ed antifascista, a difendere la legalita' che salva le vite, a difendere l'umanita' e l'umanita' dell'umanita'.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile.
Salvare le vite e' il primo dovere.
14. RICORRENDO L'ANNIVERSARIO IN CUI SI FA MEMORIA DEL GENOCIDIO DEGLI ARMENI
Ricorre il 24 aprile l'anniversario in cui si fa memoria del genocidio degli armeni nel corso della prima guerra mondiale.
*
Alcuni anni fa, nel 2015, ricorrendo il centesimo anniversario, svolgemmo la meditazione che di nuovo qui trascriviamo.
"Il 24 aprile e' il giorno in cui si commemora il genocidio degli armeni, di cui ricorre quest'anno il centenario.
Fu il primo genocidio del "secolo breve", ed ancora oggi vi e' un governo che assurdamente pretende di negarlo.
Non e' una questione nominalistica: la distanza temporale non puo' offuscare la coscienza che del massacro di innumerevoli innocenti si tratto', un massacro che colpi' un popolo in quanto tale, e per dire questo orrore vi e' una esatta parola - una parola terribile che designa un evento terribile e disumano: genocidio.
Altri ne seguirono, e dalla prima guerra mondiale scaturirono i totalitarismi che furono e sono una guerra infinita, un infinito orrore; ed alla prima guerra mondiale segui' una seconda, che noi ricordiamo con i nomi di due luoghi che ci dicono a quale abisso di barbara violenza l'umanita' puo' giungere contro se stessa: Auschwitz, Hiroshima.
Ed al "secolo breve" segue l'attuale, di conflitti endemici e catastrofi immani, in cui sono sempre piu' in pericolo l'intera civilta' umana, la stessa biosfera.
Nel ricordo addolorato delle vittime del primo genocidio del secolo scorso, nella necessaria solidarieta' col popolo armeno massacrato, e nel ricordo immedicabile di tutti i genocidi e di tutte le vittime, nella solidarieta' doverosa con tutti i popoli oppressi e martoriati, riaffermiamo una volta ancora che il primo dovere di ogni persona e di ogni istituzione e' salvare le vite.
Diciamo una volta ancora che ogni vittima ha il volto di Abele.
Che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Diciamo una volta ancora la nostra gratitudine a quanti al fascismo assassino si sono opposti.
Diciamo una volta ancora la nostra gratitudine a tutte le Resistenze contro i regimi massacratori, contro la violenza assassina, contro la barbarie che tutti opprime e tutto devasta, contro ogni potere ed agire inumano.
Diciamo una volta ancora la nostra gratitudine a chiunque salva le vite.
E proseguiamo dunque nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Diciamo una volta ancora che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'".
*
Questo dicevamo alcuni anni fa, e ripetiamo oggi.
Aggiungendo che in questi ultimi anni di nuovo nei paesi europei non solo fermenta epidemica la violenza razzista, ma in alcuni paesi ha anche conquistato lo stesso governo, vincendo le elezioni come gia' le vinsero Mussolini ed Hitler che poi le abolirono.
Tra i paesi che oggi hanno un governo razzista tragicamente vi e' anche l'Italia, che fu il primo paese in cui il fascismo ando' al potere.
E cosi' qui ed ora ricordare le vittime armene di quel genocidio - e con esse tutte le vittime della violenza razzista e genocida; e tutte le vittime del nazionalismo, dell'imperialismo, del colonialismo; e tutte le vittime del totalitarismo - impone ad ogni persona di volonta' buona un impegno persuaso e adeguato, concreto e coerente, a contrastare il razzismo adesso; a difendere adesso la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; a resistere adesso alla barbarie al potere; ad opporsi alla folle violenza razzista con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
*
Nel ricordo delle vittime del genocidio degli armeni opponiamoci oggi al governo italiano razzista e golpista che omette di soccorrere i naufraghi in fuga dalle guerre e dalla fame, dalle dittature e dai lager, dalla miseria e dalla schiavitu'.
Nel ricordo delle vittime del genocidio degli armeni opponiamoci oggi al governo italiano razzista e golpista che perseguita esseri umani innocenti, favoreggia la riduzione in schiavitu', impone in Italia un regime di apartheid con il cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Nel ricordo delle vittime del genocidio degli armeni opponiamoci oggi al governo italiano razzista e golpista che propaganda l'odio razzista ed attua una politica malvagia che nega i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
15. COSA SIGNIFICA IL 25 APRILE. UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO RILEGGENDO LE LAPIDI DI PIERO CALAMANDREI
Nell'imminenza del 25 aprile, la mattina di mercoledi' 24 aprile 2019 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", si e' tenuto un incontro di riflessione e di testimonianza nel corso del quale sono state ancora una volta lette e commentate le lapidi scritte da Piero Calamandrei per donne, uomini e citta' della Resistenza.
*
L'incontro e' stato concluso dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che ha ancora una volta denunciato la criminale politica razzista dell'attuale governo italiano, ricordando che il razzismo e' decisivo elemento e vettore della barbarie fascista che torna.
Ogni persona ragionevole vede quali e quanto gravi siano i crimini razzisti che il governo italiano da mesi sta commettendo:
1. omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
2. conclamata volonta', espressa in piu' forme ed occasioni, di far si' che i naufraghi superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte;
3. persecuzione razzista ed effettuale favoreggiamento della riduzione in schiavitu' attraverso criminali e criminogene misure contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza";
4. sequestro di persona aggravato, reato per il quale i complici del governo che siedono in Senato hanno impedito alla magistratura italiana di procedere nei confronti del Ministro dell'Interno reo confesso, garantendo cosi' una scandalosa impunita' al ministro e al governo;
5. reiterata istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso;
6. violazione di convenzioni internazionali, di leggi ordinarie, e della stessa Costituzione della Repubblica italiana, al fine di attuare una criminale politica razzista.
Ogni persona ragionevole vede che e' in atto in Italia un vero e proprio colpo di stato che mira ad instaurare un regime razzista, violatore dei diritti umani, negatore dei principi fondamenti e dei supremi valori della democrazia, dello stato di diritto, della dignita' umana.
Ogni persona di volonta' buona sa che ha il dovere di opporsi al razzismo, crimine contro l'umanita'.
Ogni persona di volonta' buona sa che ha il dovere di opporsi al fascismo che torna.
Ogni persona di volonta' buona sa che ha il dovere di difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Ogni persona di volonta' buona sa che ha il dovere di difendere la Costituzione democratica ed antifascista.
Nel ricordo dei martiri della Resistenza opponiamoci alla criminale disumanita' del governo italiano che nega soccorso e accoglienza ai naufraghi in pericolo di morte nel Mediterraneo, che nega soccorso e accoglienza ai superstiti dei lager libici, che nega soccorso e accoglienza a persone innocenti in fuga da guerra e fame, schiavitu' e dittature.
Nel ricordo dei martiri della Resistenza sosteniamo i sindaci ed i presidenti delle Regioni che hanno denunciato l'incostituzionalita' delle scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita' con il cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Nel ricordo dei martiri della Resistenza sosteniamo l'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia.
Nel ricordo dei martiri della Resistenza sosteniamo l'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Nel ricordo dei martiri della Resistenza condividiamo gli appelli all'Unione Europea, al Consiglio d'Europa ed all'Onu affinche' intervengano nei confronti del governo italiano per farne cessare le criminali politiche razziste.
Nel ricordo dei martiri della Resistenza impegniamoci per l'immediata abolizione di tutte le criminali misure razziste.
Nel ricordo dei martiri della Resistenza impegniamoci per le immediate dimissioni del governo della disumanita'.
Nel ricordo dei martiri della Resistenza impegniamoci affinche' i ministri responsabili di gravissimi e infami crimini razzisti e di attentato contro la Costituzione debbano risponderne nelle aule di tribunale.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
* * *
Allegato primo. Un minimo profilo di Piero Calamandrei
(...)
* * *
Allegato secondo. Piero Calamandrei: Epigrafi per donne, uomini e citta' della Resistenza
(...)
16. QUESTO 25 APRILE
Questo 25 aprile io penso ancora
ai miei antichi maestri,
a Vittorio Emanuele Giuntella, a Primo Levi.
E so quale sia il mio dovere.
Oppormi al governo razzista.
Oppormi al fascismo che torna.
Oppormi a tutte le uccisioni e le persecuzioni.
Salvare tutte le vite.
17. IL DERBY
Dice il ministro plenipotenziario
che i lager e la lotta contro i lager
per lui (e il signor duca) pari sono
e' un derby tra fascisti e comunisti
e ognuno faccia il tifo per chi vuole.
Io lo ringrazio, si', il signor ministro
per aver detto a tutti chiaro e tondo
di ritenere che tra i genocidi
e chi ha lottato per l'umanita'
lui non ci vede alcuna differenza.
La differenza invece io ce la vedo
e credo che un ministro che perseguita
uomini e donne inermi e non soccorre
i naufraghi ed incita al razzismo
sia anche lui un barbaro e un fascista.
Ma io sono soltanto una persona
che non esiste e parlo di un paese
che non esiste e si chiama Nusmundia
dove i razzisti siedono al governo
e gli innocenti muoiono affogati.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 325 del 12 ottobre 2019
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