[Nonviolenza] Archivi. 318



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 318 del 5 ottobre 2019

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di marzo 2019 (parte sesta)
2. "Diritto all'acqua, diritto alla vita". Un incontro di riflessione a Viterbo
3. Alcuni appunti per un incontro in una scuola nel febbraio 2019
4. Alla vigilia dell'anniversario del martirio, ricordato a Viterbo monsignor Oscar Arnulfo Romero
5. Un appello all'Onu al termine della "Settimana d'azione contro il razzismo"
6. Commemorate a Viterbo le vittime dell'eccidio delle Fosse Ardeatine
7. Ricordando Renato Solmi nel quarto anniversario della scomparsa
8. "Contro tutte le uccisioni". Un incontro di lettura e commento de "La Rivoluzione sconosciuta" di Guido Ceronetti

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI MARZO 2019 (PARTE SESTA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di marzo 2019.

2. "DIRITTO ALL'ACQUA, DIRITTO ALLA VITA". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

Si e' svolto venerdi' 22 marzo 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" un incontro di riflessione sul tema: "Diritto all'acqua, diritto alla vita".
L'incontro si e' svolto in occasione della "Giornata mondiale dell'acqua" indetta dall'Onu.
Ma anche all'interno della "settimana d'azione contro il razzismo" promossa dall'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (presso il Dipartimento per le pari opportunita' della Presidenza del Consiglio dei Ministri; per informazioni e contatti: www.unar.it), settimana che si estende da lunedi' 18 a domenica 24 marzo. Alla settimana d'azione contro il razzismo - che si svolge ogni anno avendo al suo centro la "Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale" istituita dall'Onu nella data del 21 marzo, anniversario della strage di Sharpeville del 1960 - prendono parte numerose associazioni ed istituzioni; ed anche quest'anno si svolgeranno varie iniziative in molte citta' d'Italia. A Viterbo il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" promuove - come gia' negli anni passati - un incontro di studio e di riflessione ogni giorno per l'intera settimana.
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Un minuto di silenzio
L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio in ricordo dell'ultima vittima di un rogo nella tendopoli di San Ferdinando.
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Alcune letture
Nel corso dell'incontro sono state lette e commentate alcune pagine da rapporti dell'Onu, da testi di Giorgio Nebbia, di Vandana Shiva e di altre illustri figure dell'ambientalismo scientifico e dell'impegno per i diritti umani e la difesa della natura.
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Del primo dovere dell'umanita'
Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha evidenziato come quando nel 1992 le Nazioni Unite istituirono la "Giornata mondiale dell'acqua" per invitare le istituzioni, le forze sociali e le persone tutte ad una presa di coscienza e ad azioni concrete ed immediate per la conservazione e la gestione adeguata dell'acqua e per garantire a tutti gli esseri umani l'accesso alla vitale risorsa, gia' allora la situazione era drammatica, ed oggi e' ancor piu' tragica.
Una parte consistente dell'umanita' non ha accesso ad acqua pulita e salubre; l'avvelenamento delle acque e la desertificazione del pianeta proseguono a un ritmo sempre piu' incalzante; la crisi ecologica (ed i fenomeni alla crisi ecologica connessi come cause e come effetti: le oppressioni e i conflitti politici, economici, sociali; la rapina, la devastazione e la distruzione delle risorse e la riduzione in schiavitu' degli eseri umani, le dittature e le guerre; le strutture di dominazione, le dinamiche di assoggettamento e rapina, le violenze imperialiste, colonialiste, razziste, totalitarie; l'ideologia e le prassi dello sfruttamento e del consumismo; ed il maschilismo che e' prima radice e primo paradigma di ogni violenza) sta minacciando la sopravvivenza stessa dell'umanita' intera e gia' oggi milioni e milioni di esseri umani sono costretti a un biblico esodo abbandonando ogni loro bene per cercare scampo ove vi siano ancora condizioni di vita degne, trovando spesso non l'aiuto ma l'ostilita' dei loro simili dimentichi di appartenere tutti a un'unica umana famiglia in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.
Di acqua consiste la gran parte dei nostri stessi corpi; di acqua consiste la gran parte del mondo vivente; e' l'acqua la sostanza della nostra esistenza.
Negare acqua potabile a un essere vivente equivale a ucciderlo.
Avvelenare l'acqua del pianeta equivale a concorrere ad uccidere tutti gli esseri viventi.
Chiunque capisce che difendere l'acqua dall'avvelenamento e garantire a tutti gli esseri viventi la disponibilita' di acqua potabile e' un'estrinsecazione del primo dovere dell'umanita': salvare le vite.
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Un ringraziamento alla dottoressa Antonella Litta
Le persone partecipanti alll'incontro hanno indirizzato un messaggio di saluto e di ringraziamento alla dottoressa Antonella Litta, anima viterbese dell'Associazione italiana dei medici per l'ambiente, che da molti anni dedica un infaticabile generoso impegno in difesa dei beni comuni e del bene comune, in difesa del diritto alla salute, in difesa del diritto ad avere acqua pulita e salubre, in difesa dell'ambiente ed anche e particolarmente dei bacini idrici del territorio altolaziale.
Antonella Litta svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (Vt). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute" nonche' referente nazionale per le problematiche ambientali e sanitarie derivanti dall'inquinamento delle acque ad uso umano. E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. E' impegnata nell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (Anpi) a livello locale e provinciale. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio e il diritto all'abitare con iniziative di solidarieta' concreta. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. E' la portavoce del Comitato che si e' opposto vittoriosamente all'insensato ed illegale mega-aeroporto di Viterbo salvando la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bullicame di dantesca memoria e che s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Come rappresentante dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia) ha promosso una rilevante iniziativa per il risanamento delle acque del lago di Vico e in difesa della salute della popolazione dei comuni circumlacuali. E' oggi in Italia figura di riferimento nella denuncia della presenza dell'arsenico nelle acque destinate al consumo umano, e nella proposta di iniziative specifiche e adeguate da parte delle istituzioni per la dearsenificazione delle acque e la difesa della salute della popolazione. Per il suo impegno in difesa di ambiente, salute e diritti alla dottoressa Antonella Litta e' stato attribuito il 6 marzo 2013 a Roma il prestigioso "Premio Donne, Pace e Ambiente Wangari Maathai" con la motivazione: "per l'impegno a tutela della salute dei cittadini e della salubrita' del territorio". Il 18 ottobre 2013 ad Arezzo in occasione delle settime "Giornate italiane mediche per l'ambiente" le e' stato conferito il prestigioso riconoscimento da parte della "International Society of Doctors for the Environment" con la motivazione: "per la convinta testimonianza, il costante impegno, l'attenzione alla formazione e all'informazione sulle principali problematiche nell'ambito dell'ambiente e della salute". Il 25 novembre 2013 a Salerno le e' stato attribuito il prestigioso Premio "Trotula de Ruggiero".
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Un appello all'Unione Europea contro il razzismo
Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso l'appello al'Unione Europea affinche' intervenga nei confronti governo italiano per contrastarne la criminale politica razzista.
Di seguito il testo dell'appello indirizzato al Presidente della Commissione Europea
Egregio Presidente della Commissione Europea,
da molti mesi il governo italiano commette il delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
Addirittura nelle circostanze in cui il soccorso sia agevolmente effettuabile ed effettuato, il governo italiano giunge all'orrore di esprimersi e di operare affinche' i superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte.
Con il cosiddetto "decreto sicurezza" il governo italiano ha imposto misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la stessa Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; tale decreto e' stato autorevolmente definito "disumano, criminale e criminogeno" e tale da configurare elementi di "apartheid".
Ministri del governo italiano persistono in una propaganda che costituisce flagrante istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
Nel commettere e per commettere i summenzionati crimini razzisti il governo italiano non solo viola convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte, non solo viola leggi ordinarie dello Stato, ma viola la stessa Costituzione della Repubblica Italiana...
Questo e' cio' che accade in un paese dell'Unione Europea.
Chiediamo che l'Unione Europea intervenga nei confronti di un governo che commette flagranti crimini razzisti; chiediamo che l'Unione Europea intervenga in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

3. ALCUNI APPUNTI PER UN INCONTRO IN UNA SCUOLA NEL FEBBRAIO 2019

Siamo grati di avere oggi con noi due graditissimi ospiti.
Una poetessa, che e' stata anche per molti anni un'insegnante, esperta conoscitrice della poesia antica e moderna, che ama e sa far amare l'immensa poesia del "De rerum natura", sulla natura delle cose, del sublime poeta latino Lucrezio.
E un uomo che ama il mare e difende la natura, che e' anche un costruttore, uno sportivo e uno scrittore, di cui presentiamo un recente libro che riferisce di una sua viva esperienza.
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Parliamo quindi di poesia e di ecologia, di amore per la parola e di amore per la natura, di amore per l'umanita' e per l'intero mondo vivente.
La parola italiana "poesia" deriva dal verbo greco "poiein", che significa "fare": la poesia e' quel fare, quell'agire, che caratterizza e degnifica l'essere umano.
Anche La parola italiana "ecologia" deriva dall'unione di due parole greche, "oikos", che significa "casa", e "logos", che significa "conoscenza, scienza, discorso"; l'ecologia e' quindi la conoscenza, la scienza della nostra casa, il discorso sulla nostra casa: la casa comune dell'umanita'.
Perche' noi siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; il pianeta su cui viviamo e' come una gigantesca astronave di cui tutte e tutti dobbiamo prenderci cura, perche' la nostra stessa vita dipende dalla sua vita.
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Tutto e' connesso in questo mondo in cui viviamo.
E tutta la nostra esistenza e' in relazione con l'esistenza delle altre persone, degli altri esseri viventi, dell'intero mondo vivente (che gli scienziati chiamano "biosfera").
E in questa nostra relazione con le altre persone noi possiamo e dobbiamo decidere come agire nei confronti degli altri.
E fin dai tempi piu' antichi vi e' una regola, che si usa chiamare "la regola d'oro" della condotta umana, la quale si esprime cosi': agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che esse agissero verso di te. Tratta gli altri come vorresti essere trattato tu.
Se noi trattiamo le altre persone facendo loro del male, anche noi riceveremo del male.
Se noi trattiamo le altre persone facendo loro del bene, anche noi riceveremo del bene.
Questa regola di condotta vale nei confronti delle persone, ma vale anche dei confronti degli altri esseri viventi, degli animali e delle piante, vale anche nei confronti della natura e di tutte le cose che la compongono.
Scegliamo quindi di prenderci cura del mondo, di voler bene alle persone e alla natura.
Scegliamo quindi di essere responsabili del bene comune.
Essere responsabili significa rispondere: rispondere agli altri, e rispondere degli altri; significa condividere il bene, significa aiutare chi ha bisogno di aiuto.
E la scuola questo insegna: ad essere responsabili, a prendersi cura degli altri, ad operare per il bene comune.
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Avendo come ospiti una poetessa che ama quindi la poesia e un uomo di mare che ama quindi il mare, viene spontaneo proporre conclusivamente alcune riflessioni di grandi poeti sulla percezione e l'esperienza del mare: del mare che fin dall'antichita' e' anche un simbolo del viaggio della vita, della vita di ogni persona, della vita dell'umanita'.
Sovvengono molte pagine indimenticabili dei libri e degli autori che tutte e tutti noi piu' anziani abbiamo amato e che anche i piu' giovani che oggi sono qui ameranno man mano che li incontreranno.
Come Omero e la sua "Odissea", il lungo viaggio del ritorno a casa di un uomo che incontra mille peripezie navigando sul mare "colore del vino".
Come Dante e il suo Ulisse del XXVI canto dell'"Inferno" che ai suoi compagni di avventura dice che "fatti non foste a viver come bruti / ma per seguir virtute e canoscenza".
Come Herman Melville e il suo "Moby Dick", il romanzo in cui "il mare e' l'immagine dell'inafferrabile fantasma della vita".
Come Giacomo Leopardi e quella sua operetta morale intitolata "Dialogo di Cristoforo Colombo e di Pietro Gutierrez".
Come Emily Dickinson, che ha scritto versi indimenticabili su ogni esperienza del cuore umano.
Come Virginia Woolf, che nel romanzo "La crociera", nel romanzo "Gita al faro", nell'evocativo titolo del romanzo "Le onde", come nelle altre sue opere, ha saputo indagare i piu' profondi e sottili livelli e movimenti dell'animo umano.
Ma anche come tanti poeti del Novecento, da Eugenio Montale a Sandro Penna; e di quest'ultimo e' bello ricordare adesso conclusivamente quella breve poesia che suona:
"Il mare e' tutto azzurro.
Il mare e' tutto calmo.
Nel cuore e' quasi un urlo
di gioia. E tutto e' calmo".

4. ALLA VIGILIA DELL'ANNIVERSARIO DEL MARTIRIO, RICORDATO A VITERBO MONSIGNOR OSCAR ARNULFO ROMERO

Alla vigilia dell'anniversario del martirio di monsignor Oscar Arnulfo Romero, il vescovo difensore dei diritti umani assassinato a San Salvador il 24 marzo 1980 nella chiesa in cui diceva messa, sabato 23 marzo 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' svolto un incontro di commemorazione del grande testimone dell'umanita', uomo di pace, strenuo difensore degli oppressi, indimenticabile maestro di nonviolenza.
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Una breve notizia su Oscar Romero
Oscar Arnulfo Romero, nato nel 1917, arcivescovo di San Salvador, voce del popolo salvadoregno vittima dell'oligarchia, della dittatura, degli squadroni della morte, muore assassinato mentre celebra la messa il 24 marzo 1980.
Tra le opere di Oscar Romero: Diario, La Meridiana, Molfetta 1991; Dio ha la sua ora, Borla, Roma 1994.
Tra le opere su Oscar Romero: AA. VV., Il vescovo Romero, martire della sua fede, per il suo popolo, Emi-Asal, Bologna 1980; AA. VV., Romero... y lo mataron, Ave, Roma 1980; James R. Brockman, Oscar Romero: fedele alla parola, Cittadella, Assisi 1984; Placido Erdozain, Monsignor Romero, martire della Chiesa, Emi, Bologna 1981; Abramo Levi, Un vescovo fatto popolo, Morcelliana, Brescia 1981; Jose' Maria Lopez Vigil, Oscar Romero. Un mosaico di luci, Emi, Bologna 1997; Ettore Masina, Oscar Romero, Edizioni Cultura della Pace, S. Domenico di Fiesole 1993 (poi riedito, rivisto e ampliato, col titolo L'arcivescovo deve morire, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995); Anselmo Palini, Oscar Romero. "Ho udito il grido del mio popolo", Ave, Roma 2010; Jon Sobrino, Monsenor Romero, Uca, San Salvador 1989.
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Nella "settimana d'azione contro il razzismo"
L'incontro commemorativo viterbese si e' svolto all'interno della "settimana d'azione contro il razzismo" promossa dall'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (presso il Dipartimento per le pari opportunita' della Presidenza del Consiglio dei Ministri; per informazioni e contatti: www.unar.it), settimana che si estende da lunedi' 18 a domenica 24 marzo. Alla settimana d'azione contro il razzismo - che si svolge ogni anno avendo al suo centro la "Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale" istituita dall'Onu nella data del 21 marzo, anniversario della strage di Sharpeville del 1960 - prendono parte numerose associazioni ed istituzioni; ed anche quest'anno si svolgeranno varie iniziative in molte citta' d'Italia. A Viterbo il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" promuove - come gia' negli anni passati - un incontro di studio e di riflessione ogni giorno per l'intera settimana.
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Un breve testo
Alle persone partecipanti all'incontro e' stato messo a disposizione un breve testo, che di seguito integralmente si riproduce.

Per Oscar Romero

Prima di essere Romero Romero
non era ancora Romero. Tutti
dobbiamo divenire cio' che siamo
e che non siamo finche' non ci troviamo
a quell'antico bivio della scelta.

Era Romero uomo di fede
ma la sua fede non era ancora
la fede di Romero, prima occorse
che quella fede nella fede lo trovasse
gliela recasse un popolo piagato.

Cosi' dall'astratto al concreto
dicono certi antichi dottori
muovesi il mondo, il mondo vecchio e stanco
cosi' si mosse anche Oscar Romero
muovendo incontro a verita' e martirio.

Dicono: cosa si puo' fare? Nulla.
E dicono anche: cosa
si puo' fare? Tutto.
E non e' vero. Ma quel che e' da fare
tu fallo, e cosi' sia.

Sotto lo sguardo degli assassinati
Oscar Romero incontro' se stesso
sotto lo sguardo degli assassini
incontro' se stesso Oscar Romero.

Viene sempre quell'ora inesorabile
in cui devi levare la tua voce.
Tu non vorresti, vorresti restare
nel silenzio che sa molte lusinghe
molti segreti, e molti pregi reca.
Ma viene sempre l'ora della voce.

Venne quell'ora per Oscar Romero
a rivelargli il volto e il nome suo
venne quell'ora recata dal silenzio
degli assassinati e recata dal silenzio
degli assassini, e giungi al paragone.

Prese ad un tempo la parola e la croce
e messosi alla scuola degli scalzi
ne fu piu' che avvocato, compagno.
Sapeva anche lui dove quella portava
strada, sapeva anche lui quale suono
avrebbe spento un giorno la sua voce.

Come chiodi che secco un martello
nel legno batte e conficca, il colpo
della pallottola irruppe nel suo corpo
fatto legno, fatto vino, fatto croce
fatto pane, fatto luce, per sempre
raggiunse Romero Romero, ormai voce
per sempre dell'intera umanita'.
*
La lettura, il commento, la meditazione
La commemorazione si e' aperta osservando un minuto di silenzio; e' poi seguita la lettura, il commento e la meditazione di alcune pagine di Oscar Romero e dalle testimonianze a lui dedicate nelle loro opere da altri illustri testimoni della difesa della dignita' umana e della lotta per la liberazione dei popoli da ogni oppressione, e tra essi l'indimenticabile Ettore Masina che al vescovo salvadoregno dedico' una profonda monografia.
*
Con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza
L'incontro di commemorazione e' stato concluso dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, con alcune brevi riflessioni di seguito sintetizzate.
Da anni ricordiamo monsignor Romero nell'anniversario della sua uccisione, ed avendo ritrovato le parole con cui qualche anno fa sintetizzammo il nostro incontro, vorrei riproporle poiche' ancor oggi mi sembrano adeguate. Sono queste.
"La testimonianza di monsignor Romero illumina le nostre coscienze e ci convoca all'impegno comune per il bene comune dell'umanita'.
Opporsi al male facendo il bene; opporsi alla violenza scegliendo la nonviolenza; opporsi alla morte soccorrendo, accogliendo, assistendo tutte le persone bisognose di aiuto.
Porsi all'ascolto e alla scuola di monsignor Romero significa opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni; opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni; opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni; difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; difendere il mondo vivente casa comune dell'umanita'.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Accogliere tutte le persone in fuga dalla guerra e dalla fame.
Coscienti di essere una sola umanita' di persone tutte diverse l'una dall'altra e tutte eguali in dignita' e diritti.
La nonviolenza e' in cammino".
A queste parole aggiungerei che qui ed ora ricordare Oscar Romero e porsi alla sua scuola significa innanzitutto opporsi con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza ai crimini razzisti del governo italiano; significa insorgere con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani; significa insorgere con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza per salvare tutte le vite.
E significa quindi insorgere con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza per ottenere l'immediata revoca di tutte le scellerate misure razziste ed incostituzionali imposte dal governo della disumanita'.
E significa quindi insorgere con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza per ottenere le immediate dimissioni del governo della disumanita' responsabile di crimini contro l'umanita' e di attentato contro la Costituzione della Repubblica italiana.
E significa quindi insorgere con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza per ottenere che i ministri responsabili di crimini contro l'umanita' e di attentato contro la Costituzione ne rispondano nelle aule di tribunale.
L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu il buon samaritano.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
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Un appello all'Unione Europea
Le persone partecipanti all'incontro, nel ricordo di monsignor Romero, hanno ancora una volta condiviso l'appello all'Unione Europea affinche' intervenga nei confronti governo italiano per contrastarne la criminale politica razzista.
Di seguito il testo dell'appello indirizzato al Presidente della Commissione Europea.
"Egregio Presidente della Commissione Europea,
da molti mesi il governo italiano commette il delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
Addirittura nelle circostanze in cui il soccorso sia agevolmente effettuabile ed effettuato, il governo italiano giunge all'orrore di esprimersi e di operare affinche' i superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte.
Con il cosiddetto "decreto sicurezza della razza" il governo italiano ha imposto misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la stessa Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; tale decreto e' stato autorevolmente definito "disumano, criminale e criminogeno" e tale da configurare elementi di "apartheid".
Ministri del governo italiano persistono in una propaganda che costituisce flagrante istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
Nel commettere e per commettere i summenzionati crimini razzisti il governo italiano non solo viola convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte, non solo viola leggi ordinarie dello Stato, ma viola la stessa Costituzione della Repubblica Italiana...
Questo e' cio' che accade in un paese dell'Unione Europea.
Chiediamo che l'Unione Europea intervenga nei confronti di un governo che commette flagranti crimini razzisti; chiediamo che l'Unione Europea intervenga in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere".
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"Il Senato si e' arreso alla violenza razzista"
Le persone partecipanti all'incontro, nel ricordo di monsignor Romero, hanno condiviso altresi' lo sdegno e la denuncia per la sciagurata decisione del Senato della Repubblica che il 20 marzo ha impedito alla magistratura di procedere nei confronti del ministro dell'Interno per il reato - di cui il ministro e' reo confesso - di sequestro di persona aggravato; le persone partecipanti all'incontro, nel ricordo di monsignor Romero, hanno quindi condiviso la seguente dichiarazione.
"Con il voto che ha negato alla magistratura l'autorizzazione a procedere contro un ministro reo confesso del reato di sequestro di persona aggravato, il Senato si e' genuflesso al governo razzista e golpista, deliberandone l'impunita', facendosi complice di un crimine vile ed infame, di una politica razzista e golpista.
Come gia' qualche mese fa, quando il parlamento converti' in legge l'abominevole ed incostituzionale "decreto sicurezza della razza", vi e' stata una resa obbrobriosa alla violenza razzista.
E' un'ora buia per il nostro paese.
Ma forse dallo spettacolo osceno di questo atto scandaloso, dall'offesa turpe che esso costituisce per ogni cuore pensante, scaturira' una presa di coscienza in milioni di persone che in questi mesi hanno taciuto dinanzi ai crimini razzisti commessi dal governo; forse ora percepiranno la gravita' dell'ora, e si decideranno ad insorgere con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della legalita', della giustizia, dell'umanita'.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Un governo che commette crimini razzisti non e' un governo democratico; non e' un governo rispettoso della dignita' umana; non e' un governo fedele alla Costituzione della Repubblica.
L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile.
Ogni persona decente senta e sappia che e' compito suo opporsi alla violenza razzista;che e' compito suo difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani; che e' compito suo difendere la legalita' che salva le vite.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu il buon samaritano.
E' l'ora della resistenza nonviolenta contro la folle violenza razzista.
E' l'ora della resistenza nonviolenta in difesa della Costituzione della Repubblica italiana nata dalla Resistenza antifascista.
E' l'ora in cui devi essere tu l'umanita' come dovrebbe essere".

5. UN APPELLO ALL'ONU AL TERMINE DELLA "SETTIMANA D'AZIONE CONTRO IL RAZZISMO"

Concludendosi domenica 24 marzo 2019 la "Settimana d'azione contro il razzismo", il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo indirizza al Segretario Generale dell'Onu il seguente appello.
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Egregio Segretario Generale dell'Onu,
si conclude oggi in Italia la "Settimana d'azione contro il razzismo" promossa dall'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, iniziativa che si svolge ogni anno avendo al suo centro la "Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale", Giornata istituita dall'Onu.
Come ogni anno, il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo ha aderito all'iniziativa promuovendo incontri di studio e di riflessione.
Al termine di questa settimana rivolgiamo a lei, e tramite lei anche al Consiglio di Sicurezza e all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, un urgente appello ad intervenire nei confronti del governo italiano per contrastare i crimini razzisti che esso da mesi sta commettendo contro l'umanita'.
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In particolare segnaliamo i seguenti crimini:
1. Omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
2. Conclamata volonta', espressa in piu' forme ed occasioni, di far si' che i naufraghi superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte.
3. Persecuzione razzista ed effettuale favoreggiamento della riduzione in schiavitu' attraverso criminali e criminogene misure contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
4. Sequestro di persona aggravato, reato per il quale i complici del governo che siedono in Senato hanno impedito alla magistratura italiana di procedere nei confronti del Ministro dell'Interno reo confesso, garantendo cosi' una scandalosa impunita' al ministro e al governo.
5. Reiterata istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
6. Violazione di convenzioni internazionali, di leggi ordinarie, e della stessa Costituzione della Repubblica italiana, al fine di attuare una criminale politica razzista.
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E' in atto in Italia un vero e proprio colpo di stato che mira ad instaurare un regime razzista, violatore dei diritti umani, negatore dei principi fondamenti e dei supremi valori della democrazia, dello stato di diritto, della dignita' umana.
L'Onu, che ha proclamato la Dichiarazione universale dei diritti umani, deve intervenire in difesa delle vittime dei crimini razzisti commessi dal governo italiano, deve intervenire a sostegno dell'ordinamento giuridico costituzionale democratico italiano, deve intervenire per impedire che in Italia s'imponga il razzismo, l'anomia, la barbarie.
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Cento anni fa in Italia nasceva il fascismo: averlo lungamente sottovalutato ai suoi esordi e negli anni successivi, ha poi provocato la piu' immane tragedia del XX secolo.
Non si commetta di nuovo lo stesso errore.
Si contrasti subito la criminale politica razzista e golpista del governo italiano.
Ci si opponga subito alle abominevoli violazioni dei diritti umani di cui essa consiste.
Ci si adoperi subito per difendere in Italia la democrazia, la legalita' costituzionale, lo stato di diritto, la civile convivenza.
Nelle forme adeguate ed opportune, ma subito, senza esitazioni e senza ambiguita', l'Onu intervenga nei confronti del governo italiano per far cessare i crimini razzisti in corso.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. COMMEMORATE A VITERBO LE VITTIME DELL'ECCIDIO DELLE FOSSE ARDEATINE

Domenica 24 marzo 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' svolta una commemorazione delle vittime dell'eccidio delle Fosse Ardeatine commesso dai nazisti il 24 marzo 1944.
A tutti i partecipanti all'incontro sono stati messi a disposizione un testo recante i nomi di tutti i martiri assassinati alle Fosse Ardeatine; la raccolta delle epigrafi di Piero Calamandrei, "Epigrafi per uomini e citta' della Resistenza", Edizioni del Centro di ricerca per la pace, Viterbo 1994; il testo dell'"Appello all'Onu al termine della Settimana d'azione contro il razzismo".
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L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio.
Sono stati poi letti e commentati alcuni passi dal libro di Angelo La Bella, Rosa Mecarolo e Luigi Amadori, "Martiri viterbesi alle Fosse Ardeatine", Anpi, Viterbo 1995-1996, e dal libro di Alessandro Portelli, "L'ordine e' gia' stato eseguito", Donzelli, Roma 1999, Feltrinelli, Milano 2012.
L'incontro e' stato concluso dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che ha richiamato al dovere di ricordare le vittime nell'unico mondo adeguato: impegnandosi qui ed ora per impedire che vi siano altre vittime; impegnandosi qui ed ora a contrastare ogni violenza stragista, ogni violenza assassina, ogni potere criminale; impegnandosi qui ed ora a contrastare la guerra e tutte le uccisioni, il razzismo e tutte le persecuzioni, il maschilismo e tutte le oppressioni; impegnandosi qui ed ora per la pace e il disarmo, per la giustizia sociale e la solidarieta', per proteggere i diritti umani e il mondo vivente da ogni violenza, devastazione, distruzione.
Nel ricordo dei martiri delle Fosse Ardeatine riaffermiamo il dovere di opporci al fascismo che torna; il dovere di difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Nel ricordo dei martiri delle Fosse Ardeatine riaffermiamo il dovere di contrastare, con la forza della verita' e con la scelta della nonviolenza, i crimini razzisti che il governo italiano da mesi sta commettendo.
Nel ricordo dei martiri delle Fosse Ardeatine riaffermiamo il dovere di difendere la Costituzione democratica, la legalita' che salva le vite, la civile convivenza, la dignita' umana, il bene comune dell'umanita'.
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Al termine dell'incontro le persone partecipanti hanno condiviso la richiesta che le istituzioni internazionali intervengano nei confronti del governo italiano per far cessare i suoi abominevoli crimini razzisti.
Al termine dell'incontro le persone partecipanti hanno altresi' rivolto ancora un appello ad ogni persona di volonta' buona affinche' s'impegni, con la forza della verita' e con la scelta della nonviolenza, affinche' siano immediatamente revocate le criminali misure di persecuzione razzista imposte dal governo della disumanita'; affinche' il governo responsabile di crimini contro l'umanita' e di attentato contro la Costituzione sia  costretto a rassegnare le dimissioni; affinche' i ministri responsabili di gravissimi ed infami crimini razzisti siano processati e condannati per i reati commessi.
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Con l'incontro odierno si e' conclusa a Viterbo la "Settimana d'azione contro il razzismo" del 2019; l'impegno antirazzista prosegue.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Opporsi al nazismo che torna.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. RICORDANDO RENATO SOLMI NEL QUARTO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Il 25 marzo 2015 moriva Renato Solmi, intellettuale ed educatore illustre, pensatore e militante per la liberazione dell'umanita', amico della nonviolenza.
Nel quarto aniversario della scomparsa il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo lo ha ricordato con un incontro commemorativo la mattina di lunedi' 25 marzo 2019.
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Una breve notizia su Renato Solmi
Renato Solmi e' stato tra i pilastri della casa editrice Einaudi, ha introdotto in Italia opere fondamentali della scuola di Francoforte e del pensiero critico contemporaneo, e' uno dei maestri autentici e profondi di generazioni di persone impegnate per la democrazia e la dignita' umana, che attraverso i suoi scritti e le sue traduzioni hanno costruito tanta parte della propria strumentazione intellettuale; impegnato nel Movimento Nonviolento del Piemonte e della Valle d'Aosta, e' deceduto il 25 marzo 2015. Dal risvolto di copertina del volume in cui sono raccolti taluni dei frutti maggiori del suo magistero riprendiamo la seguente scheda: "Renato Solmi (Aosta 1927) ha studiato a Milano, dove si e' laureato in storia greca con una tesi su Platone in Sicilia. Dopo aver trascorso un anno a Napoli presso l'Istituto italiano per gli studi storici di Benedetto Croce, ha lavorato dal 1951 al 1963 nella redazione della casa editrice Einaudi. A meta' degli anni '50 ha passato un periodo di studio a Francoforte per seguire i corsi e l'insegnamento di Theodor W. Adorno, da lui per primo introdotto e tradotto in Italia. Dopo l'allontanamento dall'Einaudi, ha insegnato per circa trent'anni storia e filosofia nei licei di Torino e di Aosta. E' impegnato da tempo, sul piano teorico, e da un decennio anche su quello della militanza attiva, nei movimenti nonviolenti e pacifisti torinesi e nazionali. Ha collaborato a numerosi periodici culturali e politici ("Il pensiero critico", "Paideia", "Lo Spettatore italiano", "Il Mulino", "Notiziario Einaudi", "Nuovi Argomenti", "Passato e presente", "Quaderni rossi", "Quaderni piacentini", "Il manifesto", "L'Indice dei libri del mese" e altri). Fra le sue traduzioni - oltre a quelle di Adorno, Benjamin, Brecht (L'abici' della guerra, Einaudi, Torino 1975) e Marcuse (Il "romanzo dell'artista" nella letteratura tedesca, ivi, 1985), che sono in realta' edizioni di riferimento - si segnalano: Gyorgy Lukacs, Il significato attuale del realismo critico (ivi, 1957) e Il giovane Hegel e i problemi della societa' capitalistica (ivi, 1960); Guenther Anders, Essere o non essere (ivi, 1961) e La coscienza al bando (ivi, 1962); Max Horkheimer e Th. W. Adorno, Dialettica dell'illuminismo (ivi, 1966 e 1980); Seymour Melman, Capitalismo militare (ivi, 1972); Paul A. Baran, Saggi marxisti (ivi, 1976); Leo Spitzer, Lettere di prigionieri di guerra italiani 1915-1918 (Boringhieri, Torino 1976)".
Tra le opere di Renato Solmi segnaliamo particolarmente la sua straordinaria Autobiografia documentaria. Scritti 1950-2004, Quodlibet, Macerata 2007.
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La commemorazione e' stata tenuta dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che ha tratteggiato un profilo di Renato Solmi, letto e commentato alcune pagine dai suoi scritti, offerto un commosso ricordo della sua persona, dell'alto suo magistero, della sua generosa amicizia.
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Le persone partecipanti all'incontro, nel ricordo e alla scuola di Renato Solmi, hanno condiviso il seguente appello all'Onu ad intervenire nei confronti del governo italiano per contrastare i crimini razzisti che esso da mesi sta commettendo contro l'umanita'.
"Egregio Segretario Generale dell'Onu,
rivolgiamo a lei, e tramite lei anche al Consiglio di Sicurezza e all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, un urgente appello ad intervenire nei confronti del governo italiano per contrastare i crimini razzisti che esso da mesi sta commettendo contro l'umanita'.
In particolare segnaliamo i seguenti crimini:
1. Omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
2. Conclamata volonta', espressa in piu' forme ed occasioni, di far si' che i naufraghi superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte.
3. Persecuzione razzista ed effettuale favoreggiamento della riduzione in schiavitu' attraverso criminali e criminogene misure contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
4. Sequestro di persona aggravato, reato per il quale i complici del governo che siedono in Senato hanno impedito alla magistratura italiana di procedere nei confronti del Ministro dell'Interno reo confesso, garantendo cosi' una scandalosa impunita' al ministro e al governo.
5. Reiterata istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
6. Violazione di convenzioni internazionali, di leggi ordinarie, e della stessa Costituzione della Repubblica italiana, al fine di attuare una criminale politica razzista.
E' in atto in Italia un vero e proprio colpo di stato che mira ad instaurare un regime razzista, violatore dei diritti umani, negatore dei principi fondamenti e dei supremi valori della democrazia, dello stato di diritto, della dignita' umana.
L'Onu, che ha proclamato la Dichiarazione universale dei diritti umani, deve intervenire in difesa delle vittime dei crimini razzisti commessi dal governo italiano, deve intervenire a sostegno dell'ordinamento giuridico costituzionale democratico italiano, deve intervenire per impedire che in Italia s'imponga il razzismo, l'anomia, la barbarie.
Cento anni fa in Italia nasceva il fascismo: averlo lungamente sottovalutato ai suoi esordi e negli anni successivi, ha poi provocato la piu' immane tragedia del XX secolo.
Non si commetta di nuovo lo stesso errore.
Si contrasti subito la criminale politica razzista e golpista del governo italiano.
Ci si opponga subito alle abominevoli violazioni dei diritti umani di cui essa consiste.
Ci si adoperi subito per difendere in Italia la democrazia, la legalita' costituzionale, lo stato di diritto, la civile convivenza.
Nelle forme adeguate ed opportune, ma subito, senza esitazioni e senza ambiguita', l'Onu intervenga nei confronti del governo italiano per far cessare i crimini razzisti in corso.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere".
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Alle persone partecipanti all'incontro e' stato messo a disposizione un breve ricordo di Renato Solmi scritto da Benito D'Ippolito nell'aprile 2015 a un mese dalla scomparsa, e un estratto da una commemorazione tenuta il 25 marzo 2016 nel primo anniversario; entrambi i testi sono allegati in calce.
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Allegato primo. Benito D'Ippolito: Per Renato Solmi (un ricordo scritto nell'aprile 2015)
Il 25 marzo, un mese fa, e' deceduto Renato Solmi.
E' la persona che ha introdotto in Italia con le sue traduzioni per Einaudi alcune opere fondamentali di Theodor W. Adorno, di Guenther Anders, di Walter Benjamin, di Max Horkheimer, di Gyorgy Lukacs, e bastera' dire due titoli: Minima moralia e Dialettica dell'illuminismo, per cogliere la decisivita' della funzione che svolse nella formazione di piu' di una generazione di militanti.
Io sono uno di quei militanti di quella che allora si chiamo' nuova sinistra che attraverso i saggi scritti ed i libri tradotti, introdotti, curati da Solmi costruirono tanta parte della propria "cassetta degli attrezzi", della propria percezione di se', della propria - leopardiana e marxiana - visione del mondo. E poiche' gia' negli anni Settanta mi parve evidente che la prospettiva politica per cui lottavamo richiedeva la scelta nitida e intransigente della nonviolenza, provai una gioia profonda quando anni dopo seppi che anche Renato Solmi condivideva quella persuasione e quell'impegno.
Vivo poveramente e non frequento intellettuali. Ma sempre mi ha molto sorpreso che molti intellettuali che pure hanno fatto letture ed esperienze affini alle mie (che intellettuale non sono ma da militante mi e' pur capitato di riflettere sul mondo grande e terribile e sui compiti dell'ora, sulla missione del dotto e sulla missione dell'uomo) non siano arrivati a cogliere la necessita' della nonviolenza, come essa sia irrinunciabile "aggiunta" (l'aggettivo capitiniano, che significa anche fondazione, fondamento) all'impegno per il socialismo, per quel socialismo che e' l'alternativa alla barbarie: sempre ho saputo che la rivoluzione socialista urgente e indispensabile, o sara' nonviolenta o non sara'. E sempre ho saputo che il primo dovere di ogni persona decente e' contrastare la guerra e le uccisioni, opporsi a tutte le oppressioni e le devastazioni, difendere la vita - e il valore, la dignita' - degli esseri umani e del mondo. Che il movimento e il progetto socialista di emancipazione e salvezza dell'umanita' deve essere nonviolento, che l'unico comunismo possibile ed ammissibile e' nell'azione nonviolenta, e' nella realizzazione della societa' nonviolenta, nella comune liberazione attraverso la concreta coerenza tra mezzi e fini.
Renato Solmi lo sapeva.
Mi fece una volta il dono immenso di venirmi a trovare. Vivo una vita ritirata, alla periferia di Viterbo, che e' una piccola citta' fuori dalle grandi direttrici di trasporto ferroviario o stradale, e lui qualche anno fa scendendo in treno da Torino a Roma devio', prolungo' e rese alquanto piu' scomodo il suo viaggio affinche' potessimo incontrarci. Che e' come se Giacomo Leopardi, o Karl Marx, o Mohandas Gandhi, bussassero un giorno alla tua porta. Fu un breve incontro che commosse profondamente mia moglie e me, che sovente poi lo abbiamo ricordato: quell'uomo che era la summa della cultura e della coscienza morale della tradizione civile dell'Occidente era anche una persona non solo di squisita cortesia, ma di un'umanita' cosi' calda, cosi' mite, cosi' comprensiva e sollecita ed affettuosa come assai di rado o quasi mai ti capita la fortuna di incontrare: l'umanita' come dovrebbe essere.
Non ultimo dei suoi meriti, la rinuncia alle carriere e al successo: usci' dall'Einaudi per un gesto di solidarieta' che era anche un atto di fermezza politica e morale; insegno' nelle scuole con autentica dedizione; preferi' porre la sua intelligenza al servizio del sapere comune, dell'emancipazione di tutti, anziche' all'affermazione di se stesso; si dedico' ai libri degli altri rinunciando a pubblicarne di suoi (l'Autobiografia documentaria - che e' un capolavoro - in cui in tarda eta' per richiesta degli amici raccolse gli sparsi saggi da decenni introvabili che avevano segnato la cultura italiana, reca testi che sarebbero stati sufficienti non ad uno ma a molti volumi e tali che gli avrebbero garantito la celebrita' e gli ossequi che non volle).
Nella sua ironia e nella sua pazienza, nel suo sapere e nella sua sapienza, nella sua militanza e la sua critica, era davvero il miglior fabbro. Qui lo ringrazio ancora.
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Allegato secondo. Da una commemorazione tenuta il 25 marzo 2016 nel primo anniversario della scomparsa
Ricordare Renato Solmi significa non solo riconoscere con profonda gratitudine quanto della nostra formazione morale e politica e del nostro morale e politico agire dobbiamo a lui; quanto della nostra comprensione del mondo al suo concreto e coerente lavoro intellettuale, al suo dialogico e dialettico insegnamento, al suo nitido e sofferto esempio e' dovuto; significa non solo ricordare l'uomo, lo studioso, il testimone, il pensatore e il militante nonviolento impegnato per la liberazione dell'umanita': significa accoglierne il lascito e proseguirne l'impegno.
E ricostruendo la vita e l'azione di Renato Solmi si colgono le ragioni veritiere e profonde e ineludibili per cui la piu' brillante mente del marxismo critico del secondo Novecento in Italia giunge alla scelta della nonviolenza come necessario sviluppo e banco di prova dell'impegno teoretico e pratico per la liberazione dell'umanita'; si colgono le ragioni veritiere e profonde e ineludibili per cui l'erede piu' consapevole della cultura filosofica europea - dai Greci ad oggi - giunge a cogliere nell'opposizione alla guerra il compito attuale dell'umanita' intera; si colgono le ragioni veritiere e profonde e ineludibili per cui una persona che ha piena cognizione del dolore e vuole fortissimamente la verita' e la giustizia, ed ha gli strumenti intellettuali adeguati per ragionare compiutamente sull'eta' aperta da Auschwitz e da Hiroshima, e la tempra morale per rinunciare ad ogni illusione e predisporsi a una lotta necessaria ma del cui esito nulla puo' garantire, al culmine della sua travagliata vicenda esistenziale - e dell'intensamente sentita e meditata crisi storica contemporanea - trova e indica nella militanza nonviolenta la meta e il cuore del suo originario agire e dell'evoluzione intera del suo fare - cosi' come dell'impegno comune di ogni persona di volonta' buona -, e nella rivoluzione nonviolenta la missione storica e attuale dell'umanita' oppressa, l'inveramento della storia come storia della liberta', della responsabilita', della solidarieta', il senso e il fine della civilta', ovvero dell'umana convivenza nel riconoscimento del valore di ogni esistenza e dell'intero mondo vivente.

8. "CONTRO TUTTE LE UCCISIONI". UN INCONTRO DI LETTURA E COMMENTO DE "LA RIVOLUZIONE SCONOSCIUTA" DI GUIDO CERONETTI

Si e' svolto mercoledi' 27 marzo 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" un incontro di integrale lettura e commento de "La Rivoluzione sconosciuta" di Guido Ceronetti (Adelphi, Milano 2019).
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L'incontro e' stato coordinato dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini.
Attraverso la lettura dei testi scelti e tradotti da Ceronetti a comporre il centone di meditazioni intorno alla Rivoluzione francese del 1789 "e le sue propaggini materiali ed occulte da allora ai nostri giorni", si e' proposta una interpretazione nonviolenta delle riflessioni li' raccolte centrata sulla denuncia di tutte le uccisioni, di tutte le persecuzioni, di tutte le oppressioni; sul dovere di difendere tutte le vite; sulla rivendicazione del diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
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Guido Ceronetti (Torino, 24 agosto 1927 - Cetona, 13 settembre 2018) e' stato uno scrittore ad un tempo concentrato e poliedrico, autore di un'opera tumultuosa e iridescente che invita alla polemica e all'approfondimento, al dialogo e alla contestazione. Una lettura critica delle sue opere dal punto di vista della nonviolenza fa di esse una risorsa preziosa e una talora fin ineludibile pietra di saggio.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso ancora una volta il seguente appello all'Onu ad intervenire nei confronti del governo italiano per contrastare i crimini razzisti che esso da mesi sta commettendo contro l'umanita'.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 318 del 5 ottobre 2019
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