[Nonviolenza] Telegrammi. 3514



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3514 del 19 settembre 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Ricordando Marcel Reich-Ranicki a sei anni dalla scomparsa
2. Per la ricostruzione della civile convivenza
3. Verso il ritorno alla civilta': i doveri piu' urgenti. Una lettera aperta a chi siede al Governo e in Parlamento
4. Una lettera aperta alla Ministra dell'Interno
5. I compiti dell'ora
6. Tre tragedie, tre interventi, tre principi
7. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
8. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
9. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
10. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
11. Omero Dellistorti: Un'avventura del Zeccaccio e Magnachiodi
12. Omero Dellistorti: Cristallo
13. Segnalazioni librarie
14. La "Carta" del Movimento Nonviolento
15. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. RICORDANDO MARCEL REICH-RANICKI A SEI ANNI DALLA SCOMPARSA

Mercoledi' 18 settembre 2019 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", si e' tenuta una commemorazione di Marcel Reich-Ranicki (nato a Vladislavia il 2 giugno 1920 e deceduto a Francoforte sul Meno il 18 settembre 2013), ricorrendo il sesto anniversario della scomparsa dell'illustre critico letterario, sopravvissuto del ghetto di Varsavia, testimone della Shoah, oppositore del razzismo e difensore dei diritti umani.
*
Nel ricordo di Marcel Reich-Ranicki Le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso la necessita' e l'urgenza di un adeguato e corale impegno nonviolento dell'intero popolo italiano affinche', dopo la caduta del governo razzista e golpista che lungo un anno ha commesso scellerati crimini contro l'umanita', si torni ora alla legalita' costituzionale e al rispetto dei diritti umani, e si realizzino al piu' presto alcuni obiettivi irrinunciabili:
1. tornare alla legalita' che salva le vite: abrogare immediatamente tutte le misure razziste e persecutorie imposte dal governo razzista teste' caduto (ma anche le altre imposte dai governi precedenti che hanno aperto la strada all'inabissamento nella brutalita' di quest'ultimo anno);
2. tornare al primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto: ripristinare l'adempimento del dovere di soccorrere chi e' in pericolo;
3. distinguere il bene dal male: che siano processati nei tribunali della Repubblica i responsabili di crimini contro l'umanita' e di attentato contro la Costituzione;
4. tornare alla Costituzione: ripristinare la legalita' costituzionale che il governo della disumanita' ha infranto;
5. una persona, un voto: riconoscere il diritto di voto e tutti gli altri diritti sociali, civili e politici a tutte le persone che vivono in Italia, facendo cessare l'effettuale regime di apartheid e di schiavitu' di cui sono vittima milioni di nostri effettivi conterranei;
6. far cessare la strage nel Mediterraneo: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

2. REPETITA IUVANT. PER LA RICOSTRUZIONE DELLA CIVILE CONVIVENZA

E' il riconoscimento dell'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani la chiave di volta.
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Come si puo' tollerare che gli europei abbiano il tristo privilegio di recarsi ovunque nel mondo a rapinare e dissipare risorse, ed agli esseri umani di interi continenti sia negato il diritto di giungere in Europa in modo legale e sicuro?
Chi, se non i governi europei, i governi del continente gia' responsabile di secoli di colonialismo, genocidio e saccheggio, ha creato il mercato illegale del traffico di esseri umani gestito dalle mafie schiaviste?
E non e' chiaro a chiunque che c'e' un solo modo per sconfiggere ed annientare il mercato illegale del traffico di esseri umani su cui le mafie schiaviste lucrano profitti immensi, e questo solo modo e' riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi su quest'unico pianeta casa comune di tutti in modo legale e sicuro?
Accogliere gli esseri umani in fuga da guerre e fame, da dittature e schiavitu', e' certo impegnativo, ma questo impegno non e' un nostro dovere, un dovere comune?
Accogliere gli esseri umani in fuga da violenze inenarrabili non e' forse un adempimento del primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto, il dovere di salvare le vite?
E salvare le vite dei fuggiaschi non e' il primo passo per una piu' ampia azione per contrastare guerre e fame, schiavitu' e dittature?
Non e' ancora giunta l'ora di agire per abolire le guerre e la fame? Non e' ancora giunta l'ora di agire per abolire ovunque le dittature e la schiavitu'?
Noi crediamo che da tempo sia giunta l'ora di lottare per la liberazione comune dell'umanita', prima che un sistema di potere stragista e un modo di produzione e consumo onnidivoratore distrugga la biosfera e con essa la civilta' umana.
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E come si puo' tollerare che in Italia vi sia ancora un non dichiarato ma effettuale regime di apartheid che nega diritti fondamentali a milioni di esseri umani?
Il cosiddetto "reato di clandestinita'" non e' forse una flagrante violazione di un diritto umano fondamentale, il diritto ad esistere, che implica il diritto ad avere un luogo nel mondo in cui vivere?
La riduzione in schiavitu' di innumerevoli esseri umani da parte delle mafie tanto nelle citta' quanto nelle campagne non e' forse un crimine contro l'umanita'?
L'esistenza in Italia di campi di concentramento non e' un pezzo di fascismo che denega, infetta e aggredisce il nostro ordinamento giuridico costituzionale?
La negazione del diritto di voto a milioni di persone che qui vivono, non e' la negazione della democrazia stessa?
Non e' ancora giunta l'ora di inverare le promesse e il programma della Costituzione nata dalla Resistenza antifascista?
Noi crediamo che da tempo sia giunta l'ora di lottare per la liberazione comune dell'umanita', prima che un sistema di potere stragista e un modo di produzione e consumo onnidivoratore distrugga la biosfera e con essa la civilta' umana.
*
Se la parte antifascista e costituzionale del nuovo governo vuole restare fedele all'umanita', si batta per l'immediata abrogazione di tutte le infami misure razziste imposte dal precedente governo.
Se la parte antifascista e costituzionale del nuovo governo vuole restare fedele all'umanita', si batta per l'immediato riconoscimento del diritto di ogni essere umano a giungere in Italia e in Europa in modo legale e sicuro.
Se la parte antifascista e costituzionale del nuovo governo vuole restare fedele all'umanita', si batta per l'immediata abrogazione del cosiddetto "reato di clandestinita'".
Se la parte antifascista e costituzionale del nuovo governo vuole restare fedele all'umanita', si batta per contrastare adeguatamente il cancro della schiavitu' in Italia.
Se la parte antifascista e costituzionale del nuovo governo vuole restare fedele all'umanita', si batta per l'immediata abolizione dei campi di concentramento.
Se la parte antifascista e costituzionale del nuovo governo vuole restare fedele all'umanita', si batta per l'immediato riconoscimento di tutti i diritti sociali, civili e politici per tutte le persone che si trovano in Italia, ed innanzitutto per il diritto di voto: "una persona, un voto" e' il fondamento stesso della democrazia.
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Il pericolo razzista e fascista e' tutt'altro che sconfitto nel nostro paese.
La destra razzista e fascista oggi controlla e domina i mass-media e quello strumento principe del totalitarismo che sono i cosiddetti "social media".
La destra razzista e fascista costruisce il suo consenso con una propaganda che usa della diffusione della paura, della menzogna e della barbarie come risorse primarie.
La destra razzista e fascista e' ancora maggioritaria in parlamento, ed e' solo per la spaccatura tra i due principali partiti di essa espressione che da pochi giorni non e' piu' coesa al governo, e vi e' invece (e fortunatamente) un governo in cui due partiti antifascisti si trovano insieme ad un partito fascista.
Se la parte antifascista e costituzionale del governo riuscira' a promuovere il ritorno dell'Italia alla democrazia e alla legalita' costituzionale, cio' dipendera' anche e soprattutto dalla mobilitazione dal basso contro il razzismo e contro il fascismo, mobilitazione dal basso che deve continuare, deve intensificarsi ed estendersi.
Ma perche' questa mobilitazione dal basso per la democrazia possa crescere, essa deve anche approfondire la riflessione e l'autocoscienza e fare in piena consapevolezza la scelta necessaria: deve fare la scelta della nonviolenza.
Perche' solo la nonviolenza contrasta il fascismo in modo adeguato.
Perche' solo la nonviolenza eredita e prosegue la Resistenza antifascista nei suoi valori e nel suo progetto.
Perche' solo la nonviolenza invera il programma scritto nella Costituzione repubblicana.
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Analisi concreta della situazione concreta, dunque.
Ed impegno concreto e coerente, che difenda e promuova la democrazia e la dignita' umana ovunque e comunque sia possibile farlo; che valorizzi e sostenga ogni azione che difende la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano e dell'umanita' intera; che incessantemente si opponga ad ogni cedimento alla barbarie fascista.
Uscire dalla subalternita', dunque.
La nostra lotta scaturisce e si svolge nel confronto reale ovunque conflitto tra oppressione e liberazione si dia, ed insieme si sviluppa e si autocomprende in una prospettiva globale di azione costantemente orientata al bene comune dell'umanita'.
Oggi qui l'opposizione al razzismo ed allo schiavismo e' l'impegno cruciale.
Come il disarmo, come la salvaguardia dell'ambiente, come l'opposizione al sistema di potere ed al modo di produzione che riduce gli esseri umani a mere merci consumatrici di merci ed avvelena e divora e desertifica il mondo vivente, distruggendo con esso la stessa umanita' che ne e' abitatrice e parte.
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Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Condividere il bene ed i beni.
Salvare le vite e' il primo dovere.

3. REPETITA IUVANT. VERSO IL RITORNO ALLA CIVILTA': I DOVERI PIU' URGENTI. UNA LETTERA APERTA A CHI SIEDE AL GOVERNO E IN PARLAMENTO

Gentili signore e gentili signori,
se, come la decisione odierna relativa all'approdo a Lampedusa della nave "Ocean Viking" lascia supporre, il nuovo governo fara' cessare la scellerata barbarie dell'omissione di soccorso nei confronti dei naufraghi, finalmente l'Italia sembra avviarsi verso la fine della criminale barbarie razzista e fascista, della barbarie persecutrice e assassina cui e' stato dedito per un intero anno il precedente governo.
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Ma per cessare di essere scellerata corresponsabile della strage degli innocenti nel Mediterraneo, l'Italia deve fare un passo ancora, quello decisivo.
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in Italia e in Europa con mezzi di trasporto legali e sicuri, cosi' annientando il mercato illegale gestito dalle mafie schiaviste dei trafficanti, cosi' salvando innumerevoli vite umane.
Questo occorre fare, subito.
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Ed insieme a  questo, un passo ancora deve fare l'Italia per tornare un paese civile, uno stato di diritto, un ordinamento democratico: abolire tutte le abominevoli misure razziste che inabissano il nostro paese al rango di infame regime di apartheid.
Abolire le misure razziste dei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza", ed abolire anche le misure razziste imposte e mantenute dai precedenti governi: la disumana criminalizzazione dei cosiddetti "clandestini" (nessun essere umano e' un clandestino in quest'unico mondo vivente patria comune dell'umanita'); i mostruosi campi di concentramento; il favoreggiamento della schiavitu' conseguente alla negazione da parte dei pubblici poteri di fondamentali diritti umani a milioni di esseri umani innocenti.
Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani che vivono in Italia tutti i diritti sociali, civili, politici, a cominciare dal diritto di voto: "una persona, un voto" e' il fondamento della democrazia.
Non e' una democrazia un paese in cui a milioni di abitanti il diritto di voto e' assurdamente, scelleratamente negato.
Non e' una democrazia un paese in cui esistono i campi di concentramento.
Non e' una democrazia un paese in cui esseri umani innocenti ed inermi vengono denegati, emarginati, perseguitati e abbandonati tra gli artigli dei poteri criminali.
Non e' una democrazia un paese in cui sussiste la schiavitu'.
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Ogni persona ragionevole sa che l'umanita' e' ormai unificata da un unico destino di vita o di morte. I disastri ambientali e la crisi climatica sono qui a ricordarcelo ogni giorno.
Ogni persona ragionevole sa che l'agire umano deve essere ormai adeguato alla scala planetaria ed intergenerazionale; il principio di precauzione che deve presiedere ad ogni decisione ormai non puo' piu' conoscere frontiere: ogni rilevante decisione pubblica impatta sull'umanita' intera e quindi deve essere sussunta al bene comune dell'umanita' intera.
Mai come adesso la regola aurea non solo della morale personale e sociale, ma della politica e del diritto, si conferma quella che recita: "agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te".
Mai come ora ogni azione politica deve avere come scopo primario il bene comune dell'umanita', nessuna persona esclusa, vivente o ventura che sia.
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Soccorrere, accogliere, assistere le persone in fuga dalle guerre e dalla fame, dai disastri ambientali e dalle dittature, non e' un di piu': e' il fondamento stesso della civile convivenza, e' l'incarnazione cogente del principio responsabilita'. Cosi' come abolire le guerre e le armi. Cosi' come cessare di avvelenare, devastare e distruggere la biosfera.
Siamo una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, dalla cui difesa e reintegrazione dipende la nostra stessa esistenza.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Augurandovi ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 14 settembre 2019

4. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA APERTA ALLA MINISTRA DELL'INTERNO

Gentilissima Ministra dell'Interno,
mi consenta innanzitutto di congratularmi per la sua nomina a tale incarico. Lei ha sicuramente le competenze giuridiche ed amministrative, e le risorse culturali e morali, per svolgere la sua funzione con la cura e lo scrupolo richiesti.
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Lei sa che il suo predecessore, invece, assuefatto ad una propaganda d'odio cui era gia' dedito da molti anni, ha ricoperto questa medesima carica dimentico di quella pietas che sempre dovrebbe illuminare chi sia investito di pubblici uffici in pro del bene comune; e che da quella delirante propaganda reso ebbro e cieco ha imposto al nostro paese decisioni empie, indegne di un paese civile, di uno stato di diritto, di un ordinamento democratico.
In particolare ha imposto, con la vile complicita' dell'intero governo di cui era magna pars, anzi: vero e proprio dominus, in guisa di ministro plenipotenziario, misure confliggenti non solo con la Costituzione della Repubblica italiana, non solo con il diritto internazionale, ma finanche con le leggi non scritte ma incise nel cuore di ogni essere umano.
Con insensata hybris ha imposto e commesso crimini abominevoli.
Come l'omissione di soccorso dei naufraghi in pericolo di morte.
Come la persecuzione dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo per impedire loro di continuare a salvare vite innocenti.
Come la persecuzione delle persone piu' fragili, piu' esposte al pericolo di violenze inaudite e piu' bisognose della protezione della legge tra quante si trovano nel nostro paese.
Come una costante, crescente, mostruosa istigazione all'odio razzista.
Ora quel ministro non e' piu' tale, il governo da lui subornato non e' piu' in carica; dopo un anno di follia, di violenza, di eversione dall'alto, l'Italia puo' ora tornare alla democrazia, alla legalita' costituzionale, alla civilta'.
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Con specifico riferimento ad alcune misure contenute in due particolari atti legislativi, i due cosiddetti "decreti sicurezza", lo stesso Presidente della Repubblica con due sue lettere aveva segnalato l'abissale gravita' di esse.
Ebbene, quelle misure persecutorie, inammissibili e disumane, devono essere al piu' presto abrogate.
E quell'antipolitica razzista di proclamato odio e di praticata empieta' deve cessare.
Unisco quindi la mia voce a quella delle tante persone che sicuramente gia' l'avranno pregata di restaurare il diritto nel nostro paese, di ripristinare la vigenza della Costituzione, di fare la politica giusta e necessaria: la politica che salva le vite, che soccorre il bisognoso, che promuove il bene comune.
Faccia cessare l'omissione di soccorso dei naufraghi in pericolo di morte.
Faccia cessare la persecuzione dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo.
Faccia cessare la persecuzione dei piu' bisognosi della protezione della legge tra quanti si trovano nel nostro paese.
Faccia cessare l'istigazione all'odio razzista.
Ed innanzitutto apra i porti a chi e' in fuga da guerre e fame, torture e schiavitu'; si adoperi affinche' siano soccorsi, accolti ed assistiti tutti gli esseri umani in pericolo; restituisca umanita' alla politica italiana e restituisca il nostro paese all'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Augurandole ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 11 settembre 2019

5. REPETITA IUVANT. I COMPITI DELL'ORA

Abrogare immediatamente tutte le infami e scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita'.
Soccorrere tutte le persone in pericolo, salvare tutte le vite.
Far cessare immediatamente tutte le persecuzioni, lo schiavismo e l'apartheid in Italia.
Tornare alla Costituzione repubblicana antifascista.
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Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto, e tutti i diritti sociali, civili e politici, a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
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Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. REPETITA IUVANT. TRE TRAGEDIE, TRE INTERVENTI, TRE PRINCIPI

Tre tragedie
La strage degli innocenti nel Mediterraneo.
I lager libici.
La schiavitu' in Italia.
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Tre interventi
Primo: soccorrere tutti i naufraghi, e non solo: consentire a tutte - tutte - le persone di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro. Cosi' annientando il lucrosissimo mercato criminale dei trafficanti di esseri umani.
Secondo: liberare e portare in salvo in Italia tutti i prigionieri dei lager libici: se necessario pagando sia al governo di Tripoli, sia al generale Haftar, un compenso affinche' non lo impediscano, ma anzi cooperino a tal fine.
Terzo: riconoscere subito a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti sociali, civili, politici, a partire dal diritto di voto. Abolire il cosiddetto "reato di clandestinita'" riconoscendo che chiunque si trovi in Italia deve avere tutti i diritti e i doveri di ogni altra persona. Far valere su tutto il territorio italiano i diritti di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori. Liberare l'Italia dalla schiavitu'.
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Tre principi
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

8. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

9. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

10. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

11. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: UN'AVVENTURA DEL ZECCACCIO E MAGNACHIODI

Il Zeccaccio lo chiamavano cosi' perche' da giovane era secco, ed era secco perche' era un morto di fame, prima di entrare nel ramo furti e affini dove mise a profitto il fisico da contorsionista, poi dopo l'incidente s'era imbolsito, afflosciato e ingrassato, pero' lo chiamavano sempre il Zeccaccio, o per sfottere, o perche' i nomi una volta che ti toccano ti toccano e amen. Magnachiodi invece per una sbruffonata da giovane, che s'era magnato un chiodo per scommessa, e dopo l'avevano dovuto operare, e aprire col trinciapollo per tirargli fuori quel pezzo di ferro che oltretutto era pure arrigginito, quell'imbecille.
Erano sempre insieme, giocavano a biliardo per conto loro, stavano tutto il giorno a un tavolino dell'osteria da soli a scolarsi un mezzolitro e una gazzosa, e poi un altro, e poi un altro ancora finche' faceva buio e allora uscivano. Nesuno li aveva mai visti mangiare, si vede che mangiavano di notte. Non parlavano mai, ne' tra loro ne' con nessun altro. Che lavoro facessero nessuno lo sapeva. Al paese si dice cosi' quando invece ce lo sanno tutti.
Uscivano dall'osteria che era buio e "annaveno a ffa' piagne quarcheduno" come diceva la gente.
*
Adesso vi racconto come mori' il povero Avvocatone, che poi non era avvocato manco per niente, faceva lo strozzino e prima era stato un pappa dalle parti di Milano, che diceva sempre quanto bene si stava a Milano, e alora perche' non c'era restato? Che pare che a Milano piu' che altro era stato ospite dello stato a Sanvittore. Pero' quando era tornato al paese era vestito tutto elegante e tutto improfumato che la gente gli rideva dietro che oramai ci aveva piu' di sessant'anni e voleva fare il gaga', si faceva pure tingere i capelli per essere piu' ridicolo. Ma appena si capi' quanti baiocchi ci aveva la gente non rideva piu' e lo scappellava, "Avvocato, riverisco", "Caro avvocato, come la va?", "Buongiorno, avvocato, tutto bene? Serve qualcosa?": La gente e' fatta cosi'. Fa proprio schifo.
Appena arrivato al paese si compro' il palazzetto che era stato del podesta' quando c'era il duce, che prima era stato del duca che era imparentato col papa, ma poi il duca era morto perche' in un conflitto a fuoco con i sovversivi i fascisti per sbaglio lo avevano fatto fuori e il palazzetto se l'era preso il podesta' (che poi il conflitto a fuoco coi sovversivi non c'era mai stato, che al paese di sovversivi neanche col microscopio, ed era stato un agguato in piena regola: era che il podesta' era figlio dello stalliere della famiglia del duca e aveva giurato sulla tomba di suo padre che la roba dei padroni sarebbe stata sua, a tutti i costi; e il costo fu la dittatura: c'e' chi sa trovare qualcosa di buono in qualunque cosa). Il podesta', naturalmente, finito il regime era stato sindaco, e quando divento' anziano entro' al Parlamento da senatore, e il posto da sindaco lo prese il figlio, che poi lo ammazzarono, dicono gli stessi amici suoi per via della fregatura che gli aveva dato col piano regolatore, sono cose che capitano. Comunque il senatore ormai abitava a Roma, il sindaco suo figlio al camposanto, il palazzetto era libero e l'Avvocatone se lo compro'. Ed inizio' ad esercitare.
Intendiamoci, anche al paese c'e' la banca, una filialetta piccola piccola ma c'e'. Ma l'Avvocatone i soldi te li dava subito, senza tante storie e senza tante scartoffie. I guiai erano quando gli interessi che avevi gia' pagato superavano ormai il capitale del doppio, del triplo, del quadruplo, e li' capivi che il debito non si sarebbe estinto mai. Cosi' l'Avvocatone, che era uno alla mano, certe volte si faceva pagare in natura - mogli, figlie, questa e quella per me pari sono, madamina il catalogo e' questo - e dopo consumato le meglio fornite le passava a un amico suo di Roma che le metteva in produzione sull'Appia antica e all'Avvocatone tutti i mesi arrivava la percentuale sua; certe volte per benevolenza si accontentava di subentrare nella proprieta' dei beni dei debitori ("Brutta cosa fare debiti", amava dire con sguardo sconsolato ai suoi clienti, che a loro sembrava che ci soffrisse piu' lui di loro e si sentivano in colpa verso il povero Avvocatone che tanto li aveva beneficati); certe volte se proprio non si poteva fare diversamente faceva staccare un dito, o cavare un occhio, o cose cosi' al cattivo pagatore, finche' i parenti e gli amici non cavavano fuori i bigliettoni di saccoccia loro per rimetterlo in carreggiata prima che al mandrino capitasse quello che capitava ai ragni o ai saltapicchi che i ragazzini per gioco gli strappavano una zampa dopo l'altra; ma con tutto l'aiuto di amici e parenti naturalmente il debito non si estingueva mai del tutto, che non si ammazza la gallina dalle uova d'oro, anche se e' guercia o sciancata. Era un uomo d'affari l'Avvocatone.
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Il Zeccaccio e Magnachiodi se ne fregavano. Loro ci avevano il lavoro loro, che rendeva bene, anche se non piu' come un tempo. E' che dopo anni il circondario lo avevano battuto tutto in lungo e in largo, e ormai era piu' il tempo per andare e venire dal luogo di lavoro che il tempo che ci voleva per fare il lavoretto. E con la distanza cresceva pure l'ignoranza, perche' un conto e' saperlo gia' quel che ci trovi nell'uovo di pasqua e un conto andare alla cieca in un appartamento che non conosci, in una citta' che non conosci, e magari ti credi di essere entrato nel palazzo del Grancan, e invece dentro c'e' solo la micragna. Per non dire della scocciatura delle telecamere di sorveglianza che ormai erano dappertutto, pure ai cessi pubblici, e cosi' avevano dovuto pure comprarsi le maschere, che era proprio una buffonata, oltre che erano scomode. Cosi' si decisero a integrare il lavoro loro con altri lavoretti, diciamo cosi', su commissione. Glieli trovava Citrullone, che ricettava tutto, "dalle stelle alle stalle" come diceva sempre lui, che gli sembrava la spiritosaggine piu' spiritosa del mondo. La gente e' strana. Sono tutti imbecilli, dico io. Citrullone forniva pure i ferri per questi lavoretti, che a lavoretto finito loro raccoglievano i bossoli, smontavano i ferri e li riconsegnavano a Citrullone, che aspettava di leggere la notizia il giorno dopo sul giornale e se era soddisfatto pagava il pattuito per conto dei suoi clienti, e il pattuito non era granche', ma meglio di niente, ed oltretutto serviva per tenersi in esercizio.
Io lo sapevo che facevano 'sti lavoretti per Citrullone, che e' mio zio e gli tengo la contabilita', quella ufficiale della bottega di calzolaio. Sono ragioniere, e sono impiegato in Provincia, entrato come dattilografo pero' faccio l'usciere perche' non so battere a macchina; m'ha aiutato un altro zio, lo zio Ugolino, prima che i comunisti insieme ai giudici facessero quel casino di "Mani pulite" che hanno rovinato l'Italia, insieme ai sindacati. Che poi a dire il vero in Provincia non e' che ci vado spesso, faccio come tutti, passo due lirette a uno che timbra i cartellini e a fine mese incasso lo stipendiuccio. Che e' una miseria che incremento con qualche lavoretto per lo zio e per altri clienti privati, tutto in nero, perche' di regalare i soldi a quella banda di ladri del governo non gli va a nessuno e nemmeno a me.
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Che successe? Successe che mi piaceva una ragazzotta, a una certa eta' un uomo ha certi bisogni, e poi gli amici si erano gia' tutti sposati e quando sono tutti sposati e tu no la verita' e' che resti solo come un cane, ed io sono una natura riflessiva e quindi solitaria e malinconica, pero' di restare solo come un cane non mi va, per non dire delle esigenze fisiologiche che non e' che per tutta la vita le puoi risolvere con l'autonoma manipolazione, no? Cosi' mi misi a guardarmi intorno e insomma trovai 'sta ragazzotta che faceva proprio al caso mio, di buona famiglia, modesta ma belloccia, in quattro e quattr'otto ci fidanzammo, che al paese ancora usa. Io sono solo che mio padre non l'ho mai conosciuto e mia madre m'ha lasciato alle suore da piccolo ed e' sparita e visto che non m'ha piu' cercato lei non l'ho cercata piu' neppure io. Chi la fa l'aspetti. Pero' mi sono fatto onore, aiutato dai fratelli di mia madre che lei non la nominano mai ma a me mi vogliono bene. Sia lo zio Citrullone, sia quell'altro, lo zio Ugolino, che era il segretario dello scudocrociato e ha fatto tanto del bene al paese, che ha trovato lavoro a un sacco di gente, e in cambio chiedeva solo il primo anno di stipendio, e un aiuto per le elezioni, si sa. Un sant'uomo. E un martire: quando i comunisti e i giudici hanno fatto la rivoluzione hanno preteso di metterlo in galera per il bene che aveva fatto, cosi' lui dovette andare in esilio a Montecarlo e in Sudamerica. Come Mazzini e Garibaldi. Un santo. Ha pure una partecipazione al casino' e a un po' di altre attivita', anche in Italia, e grazie a certi amici del compianto Andreotti, quell'illustre statista, ha conosciuto pure Sindona, il famoso economista perseguitato pure lui dai comunisti. E con quei certi amici pare che faccia buoni affari pure oggi, di import-export. Un sacco di volte mi ha telefonato che se volevo entrare nel giro c'era da diventare miliardari in quattro e quattr'otto, ma a me mi basta quello che ci ho, la sinecura in Provincia e i lavoretti qui in paese, non sono fatto per la vita internazionale e poi non so le lingue perche' da ragazzo m'interessava solo il pallone e la musica italiana. Cosi' al fidanzamento c'erano solo i parenti di lei, che poi erano la nonna, i genitori, quattro fratelli di cui due ammogliati e con prole. Gente simpatica. E il futuro suocero ci ha tenuto a dirlo che portassi i miei saluti a zio Ugolino, che e' un eroe, un sant'uomo e un martire. Io ho ringraziato e ho detto che avrei riferito, come dico sempre anche se poi non lo faccio mai.
E tutto marciava per il verso giusto quando Caligola, che era il fratello piu' piccolo di Nicoletta mia, un giorno mi piomba dentro casa tutto esagitato che pareva che l'aveva pizzicato la tarantola. Io di carattere sono uno pacioso, non mi piace la gente che strilla, che piagne, che trema e s'agita tutta; pero' era il fratello della mia amata e mi toccava starlo a sentire, si sa come vanno 'ste cose. C'e' voluta mezz'ora per riuscire a capire quello che diceva, tanto era confuso e farfugliava. Era successo questo: che quegli imbecilli degli imbecilli del padre e della madre di Nicoletta (e di Caligola e di quegli altri imbecilli degli imbecilli dei fratelli suoi) si erano indebitati con l'Avvocatone. E che l'Avvocatone gia' s'era preso la casa che prima era loro e adesso ci stavano in affitto, e la terra, e l'oro di famiglia, e tutto quello che ci aveva un valore e adesso voleva pure la Nicoletta. La Nicoletta? dissi io. La Nicoletta, disse lui. E allora che si fa? dico io. E che ne so, dice lui. Ci devo pensare io? dissi io. E lui: Eh. E aggiunse: Magari se dici una paroletta allo zio. E usci' da casa mia. Pareva sollevato, la carogna.
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E nessuno mi aveva detto niente.
Ora, io sono un uomo di mondo, ho studiato, sono ragioniere. Per una cosa del genere non potevo certo disturbare lo zio Ugolino, che magari lo diceva agli amici che mandavano un gruppo di fuoco in paese e ci scappava la strage. No, serviva discrezione. Tempestivita' e discrezione. Quindi lo zio Citrullone, che ce lo sapevano tutti che risolveva questi problemi in modo discreto ed efficiente. E infatti "Non c'e' problema", disse lo zio. E poi: "Quanto ci hai da parte per le spese vive?". "Non lo so quali sono le tariffe", dissi. "E' uno solo, robetta, tremila euro ed e' cosa fatta", disse lui. "Va bene", dissi io. "Pagamento anticipato", disse lui. Cosi' il giorno dopo gli portai i soldi. E lui diede incarico al Zeccaccio e a Magnachiodi.
A dire la verita' al Zeccaccio e a Magnachiodi non gli pareva vero di mandare al creatore l'Avvocatone. Cosi' quando lo zio glielo disse e gli diede i pezzi la sera stessa si presentarono al palazzetto, senza neppure le maschere, e tanto bussarono che quasi buttavano giu' il portone, finche' la signora Maddalena, la governante (che era la serva, la cuoca, la giardiniera e la donna di fatica tuttofare dell'Avvocatone, che lui la chiamava governante perche' era piu' fine), venne ad aprire e li introdusse nello studio dell'Avvocatone che era in giacca da camera come poi scrissero i giornali, che scrissero pure che si becco' la prima palla un mezzo alla fronte, la seconda e la terza nel cuore, due colpi quasi sovrapposti, e poi altri tre nel basso ventre a sfracellargli le parti intime, infine gli sfondarono la faccia a calci. La governante fu costretta ad assistere, poi dovette accompagnare gli ignoti criminali stanza per stanza alla ricerca di tutti i contanti, le gioie e i beni mobili di dimensioni portatili, poi fu assassinata con un colpo alla tempia mentre era in ginocchio che pregava col rosario in mano cosicche' dovrebbe essere volata in paradiso di botto, come disse poi il prete al funerale. Dove fosse volato l'Avvocatone quando fece la messa pure per lui il prete non lo disse, ma tanto lo sapevano tutti.
Gli uccisori non furono mai trovati. Ma un mese dopo preciso, il sindaco indisse un giorno di festa cittadina in onore di Santa Rosalia che invece quel giorno il santo era un altro, e il Zeccaccio e Magnachiodi furono portati in trionfo per tutto il paese.

12. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: CRISTALLO

Lo chiamavano Cristallo perche' ci aveva 'st'abitudine che ci avevano in parecchi al paese di smadonnare a tutto spiano, ma lui era una specie di primus inter pares perche' ne inventava certe che neanche a Dante Alighieri gli sarebbero venute in mente, e dico Dante Alighieri, mica Littettoni o Bobbisolo.
La seconda specialita' era come ballava, e ragazzi altroche' se ballava, e sarebbe stato il mejo ballerino del paese se non ci fosse stato Tonimanero che sarei io. Che Tonimanero non e' il mio nome vero, l'ho preso da un film. E a me a ballare non mi batte nessuno. E canto pure nelle sagre di paese di tutti i paesi qui vicino. Ci ho il repertorio che qui la gente ci va in visibilio: Littettoni, Claudiovilla, Bobbisolo, il Molleggiato. E mentre canto ballo pure. E m'accompagna mio cugino con la fisarmonica, che e' un musicista di prima classe, che gliel'ho inventato io il nome d'arte: Eccelzio. So il latino io, servivo messa prima di ammazzare il prete che poi mi diedero lo sconto di pena perche' dissi che mi diceva le zozzerie che mica era vero ma mica volevo passare in galera il fiore degli anni, la gioventu' ha i suoi diritti.
Cristallo invece non cantava, ballava e basta. E bestemmiava dalla mattina alla sera, meno la notte perche' sul lavoro e' silenzioso come un orologio svizzero e io lo so meglio di tutti perche' lavoriamo insieme.
Adesso vi spiego perche' ho dovuto ammazzare pure lui, che mi stava pure simpatico e veramente eravamo amici amici. E' che c'era un motivo se bestemmiava sempre, e si chiamava Rosina. Si chiamano sempre Rosina, non lo so perche'. E' che Rosina ci aveva gusto a ballare con Cristallo, che con me non ci poteva ballare perche' io stavo sul palco che cantavo, facevo pure qualche passo, si', ma da solo, che lo spazio sul palco era poco perche' c'era pure Eccelzio con la fisarmonica che gia' e' parecchio ingombrante, e allora lei ballava con Cristallo. E Cristallo che fa? S'impecia. Che io glielo avro' detto cento volte, mille volte, "Crista' nun te 'mpecia' che so' solo guai", mille volte gliel'avro' detto, che ero pure un esempio vivente, infatti a me che mi era toccato fare? Avevo dovuto ammazzare la moglie, che si chiamava Rosina pure lei. Non la moglie mia, che non sono mica fesso a sposarmi, no, la moglie di Faustone Brecciolino, che lo chiamavano Brecciolino perche' ci aveva tutta la faccia sfregiata. Che mi era toccato ammazzarla perche' voleva dire tutto a Faustone, tutto di lei e di me. Le donne sono proprio stupide. Che magari se lo diceva prima a Brecciolino l'ammazzava lui. Invece l'ha detto prima a me e l'ho dovuta ammazzare io. Pero' poi ho nascosto bene il cadavere e la cosa e' finita li'. Pero' a Cristallo glielo avevo detto. Che tanto gia' se l'immaginava, tutti al paese se l'immaginavano, cosi' poi m'era toccato di fare fuori pure quel bietolone di Brecciolino, a scopo di profilassi, prima che mettesse in atto qualche cattivo pensiero. Rosina si chiamava. E Rosina si chiamava pure la sciorna che quel fesso adesso ci s'era impeciato. Ora il punto, il busillis, e' che la Rosina di Cristallo gli piaceva ballare con Cristallo ma a letto ci andava con Eccelzio (e pure con me, ma con me a pagamento, con Eccelzio invece gratis, almeno e' quello che diceva lui, sara'). E a Cristallo la cosa non gli andava giu'. "Balla con me e va a letto con lui, porco qui e porco la', porco su e porco giu'". Finche' la cosa arrivo' alle orecchie di Eccelzio che un giorno mi chiama, e' mio cugino, e mi fa: "Scortico', e nun va bbene, nun va bbene pe' gnente". "Che ade' che nun va bbene". "Che Cristallaccio 'nzurta la Rosina". "E cce lo so pur'io, ma ch'ho dda fa'?". "O lo fae tu o lo fo io". "Aho', ma io co' Ccristallo ce lavoro, ce lo sae". "O lo fae tu o lo fo io".
Li' per li' restai indeciso, perche' al paese di gente che suona la fisarmonica non ce ne sono altri, e poi era pure mio cugino; pero' con Cristallone ero affiatato, lavoravamo bene. Insomma, ero indeciso. Cosi' l'ho fatti secchi tutti e due. Perche', voi che avreste fatto?
E poi m'e' dispiaciuto. Perche' come facevo a immaginarmelo che Cristallaccio aveva fatto testamento e m'aveva nominato erede universale? Non aveva detto mai gnente. Che ne potevo sape'? E mmo' me dispiace, me dispiace, si'.
Oltretutto devo trovare un nuovo socio, addestrarlo, eccetera. Per le feste paesane invece adesso m'accompagnano batteria e chitarra, e nel repertorio ci ho messo pure i Pu e i Dicchedicche. Certo, il palco e' toccato farlo piu' grosso.

13. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Donatella Di Cesare, Heidegger e gli ebrei. I "Quaderni neri", Bollati Boringhieri, Torino 2014, 2016, pp. 368, euro 20.
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Riletture
- Maria Teresa Biason, La massima o il "saper dire", Sellerio, Palermo 1990, pp. 156.
- Liana Cellerino, Tecniche ed etica del paradosso. Studio sui Paralipomeni di Leopardi, Lerici, Cosenza 1980, pp. II + 174.
- Pieranna Garavaso, Nicla Vassallo, Filosofia delle donne, Laterza, Roma-Bari 2007, pp. VIII + 170.
- Bruna Zani, Patrizia Selleri, Dolores David, La comunicazione. Modelli teorici e contesti sociali, Carocci, Roma 1994, 2000, pp. 256.
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Riedizioni
- Stefano Tabacchi, Mazzarino, Salerno, Roma 2015, Rcs, Milano 2019, pp. 368, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Fantascienza
- Arthur C. Clarke, Terra e spazio. Volume 1, Mondadori, Milano 2019, pp. 336, euro 6,90.
- Arthur C. Clarke, Terra e spazio. Volume 2, Mondadori, Milano 2019, pp. 368, euro 6,90.
- Arthur C. Clarke, Terra e spazio. Volume 3, Mondadori, Milano 2019, pp. 320, euro 6,90.
- Arthur C. Clarke, Terra e spazio. Volume 4, Mondadori, Milano 2019, pp. 384, euro 6,90.

14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

15. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3514 del 19 settembre 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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