[Nonviolenza] Telegrammi. 3507
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 3507
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Wed, 11 Sep 2019 20:03:00 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3507 del 12 settembre 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Una lettera aperta alla Ministra dell'Interno
2. I compiti dell'ora
3. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
4. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
5. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
6. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
7. Omero Dellistorti: E mo' basta
8. Alcuni materiali diffusi ai partecipanti alla celebrazione a Viterbo della Giornata internazionale della nonviolenza il 2 ottobre 2018 (parte quarta e conclusiva)
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
1. L'ORA. UNA LETTERA APERTA ALLA MINISTRA DELL'INTERNO
Gentilissima Ministra dell'Interno,
mi consenta innanzitutto di congratularmi per la sua nomina a tale incarico. Lei ha sicuramente le competenze giuridiche ed amministrative, e le risorse culturali e morali, per svolgere la sua funzione con la cura e lo scrupolo richiesti.
*
Lei sa che il suo predecessore, invece, assuefatto ad una propaganda d'odio cui era gia' dedito da molti anni, ha ricoperto questa medesima carica dimentico di quella pietas che sempre dovrebbe illuminare chi sia investito di pubblici uffici in pro del bene comune; e che da quella delirante propaganda reso ebbro e cieco ha imposto al nostro paese decisioni empie, indegne di un paese civile, di uno stato di diritto, di un ordinamento democratico.
In particolare ha imposto, con la vile complicita' dell'intero governo di cui era magna pars, anzi: vero e proprio dominus, in guisa di ministro plenipotenziario, misure confliggenti non solo con la Costituzione della Repubblica italiana, non solo con il diritto internazionale, ma finanche con le leggi non scritte ma incise nel cuore di ogni essere umano.
Con insensata hybris ha imposto e commesso crimini abominevoli.
Come l'omissione di soccorso dei naufraghi in pericolo di morte.
Come la persecuzione dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo per impedire loro di continuare a salvare vite innocenti.
Come la persecuzione delle persone piu' fragili, piu' esposte al pericolo di violenze inaudite e piu' bisognose della protezione della legge tra quante si trovano nel nostro paese.
Come una costante, crescente, mostruosa istigazione all'odio razzista.
Ora quel ministro non e' piu' tale, il governo da lui subornato non e' piu' in carica; dopo un anno di follia, di violenza, di eversione dall'alto, l'Italia puo' ora tornare alla democrazia, alla legalita' costituzionale, alla civilta'.
*
Con specifico riferimento ad alcune misure contenute in due particolari atti legislativi, i due cosiddetti "decreti sicurezza", lo stesso Presidente della Repubblica con due sue lettere aveva segnalato l'abissale gravita' di esse.
Ebbene, quelle misure persecutorie, inammissibili e disumane, devono essere al piu' presto abrogate.
E quell'antipolitica razzista di proclamato odio e di praticata empieta' deve cessare.
Unisco quindi la mia voce a quella delle tante persone che sicuramente gia' l'avranno pregata di restaurare il diritto nel nostro paese, di ripristinare la vigenza della Costituzione, di fare la politica giusta e necessaria: la politica che salva le vite, che soccorre il bisognoso, che promuove il bene comune.
Faccia cessare l'omissione di soccorso dei naufraghi in pericolo di morte.
Faccia cessare la persecuzione dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo.
Faccia cessare la persecuzione dei piu' bisognosi della protezione della legge tra quanti si trovano nel nostro paese.
Faccia cessare l'istigazione all'odio razzista.
Ed innanzitutto apra i porti a chi e' in fuga da guerre e fame, torture e schiavitu'; si adoperi affinche' siano soccorsi, accolti ed assistiti tutti gli esseri umani in pericolo; restituisca umanita' alla politica italiana e restituisca il nostro paese all'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Augurandole ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 11 settembre 2019
2. REPETITA IUVANT. I COMPITI DELL'ORA
Abrogare immediatamente tutte le infami e scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita'.
Soccorrere tutte le persone in pericolo, salvare tutte le vite.
Far cessare immediatamente tutte le persecuzioni, lo schiavismo e l'apartheid in Italia.
Tornare alla Costituzione repubblicana antifascista.
*
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto, e tutti i diritti sociali, civili e politici, a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
3. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
4. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI
L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.
5. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
6. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA
L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org
7. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: E MO' BASTA
Siamo cresciuti insieme. Cristoforo detto Foffo e Vivenzio detto Nenne. Non siamo parenti, ma le case delle nostre famiglie erano vicine, abbiamo la stessa eta', siamo andati a scuola insieme, giocavamo a pallone insieme, e insomma siamo cresciuti insieme e abbiamo fatto sempre tutto insieme, anche per risparmiare un po', che le nostre famiglie se la passavano male. E poi il paese e' piccolo.
Sempre insieme. A lavorare insieme, prima in campagna, poi in officina, poi di notte e finalmente non era piu' la miseria nera.
Sempre insieme. Alla partita, a fare a botte, a caccia, a ballare; pure a donne: e sempre la stessa micragna.
Sempre insieme, pure nel partito.
Intanto pero' lavorando di notte avevamo fatto i soldi. Parecchi, e maledetti.
Alla fine successe quello che doveva succedere: che non ci sopportavamo piu'. Non per altro, perche' la gente ci confondeva. Se uno si chiama Nenne e pero' lo chiamano Foffo, comincia a vomitare fuoco. Se uno si chiama Foffo e attaccano a chiamarlo Nenne, volano coltellate. Non lo so perche'.
Non abbiamo mai litigato, ci dava solo fastidio che ci confondevano. Che oltretutto non ci assomigliavamo per niente, lui era tracagnotto e biondiccio, io moro e alto. Pero' non passava giorno che qualcuno non sbagliava nome. Non lo so se lo facevano apposta per far succedere quello che poi e' successo.
Poi e' successo. L'ho ammazzato, non ne potevo piu'. La cosa buffa e' che adesso non mi ricordo piu' se io sono Foffo o Nenne. E' buffo, no?
8. STRUMENTI. ALCUNI MATERIALI DIFFUSI AI PARTECIPANTI ALLA CELEBRAZIONE A VITERBO DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA IL 2 OTTOBRE 2018 (PARTE QUARTA E CONCLUSIVA)
Martedi' 2 ottobre 2018 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" e' stata celebrata la Giornata internazionale della nonviolenza (indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi); alle persone che vi hanno preso parte e' stata messa a disposizione la seguente documentazione.
* * *
4. Materiali per i piu' urgenti compiti dell'ora
4.1. Una lettera al Presidente della Repubblica
Oggetto: segnalazione di profili di flagrante incostituzionalita' di norme contenute nello schema di decreto approvato dal Consiglio dei Ministri il 24 settembre 2018 recante "Misure urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, etc." (cosiddetto "decreto sicurezza")
Egregio Presidente della Repubblica,
lo schema di decreto approvato dal Consiglio dei Ministri il 24 settembre 2018 recante "Misure urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, etc." (cosiddetto "decreto sicurezza"), attualmente sottoposto al suo esame, presenta evidenti profili di incostituzionalita' come segnalato da numerosi giuristi, operatori umanitari, rappresentanti delle istituzioni, autorevoli personalita' della vita civile e della riflessione morale.
Esso intende introdurre nell'ordinamento flagranti violazioni di fondamentali diritti, misure prefiguratrici di un regime di apartheid, palesi elementi di discriminazione e persecuzione razzista: tutto cio' e' semplicemente criminale e totalmente incompatibile con la Costituzione della Repubblica italiana, con lo stato di diritto, con la democrazia, con il rispetto dei diritti umani.
Siamo pertanto ad aggiungere la nostra voce a quella di tante altre persone nel chiederle di rigettare le parti palesemente incostituzionali, criminali, persecutorie e razziste di quello sciagurato provvedimento di un governo barbaro e folle che fin dal suo insediamento sta attuando una scellerata politica eversiva di flagrante violenza razzista.
* * *
4.2. L'appello "Denunciamo i ministri criminali"
Chiediamo ancora una volta a tutte le persone di volonta' buona ed a tutte le associazioni democratiche di denunciare i ministri responsabili di gravissimi crimini.
Chiediamo di scrivere a tutte le Procure della Repubblica, a tutti i Presidenti dei Tribunali, a tutti i Questori ed a tutti i Prefetti, a tutti i Sindaci ed a tutti i Presidenti delle Province e delle Regioni, come ai Presidenti delle Camere ed al Presidente della Repubblica, affinche' i pubblici ufficiali che ne hanno il dovere d'ufficio, avendo ricevuto la "notitia criminis" relativa ai gravissimi reati commessi dai ministri criminali, promuovano la necessaria e obbligatoria azione penale nei loro confronti.
Infatti alcuni ministri del governo in carica da mesi stanno commettendo gravissimi reati:
- impediscono che siano accolti e soccorsi nei porti italiani i superstiti di naufragi, cosi' commettendo il reato di omissione di soccorso;
- diffamano, aggrediscono e sabotano soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, cosi' ostacolando quei salvataggi ovvero favoreggiando de facto l'abbandono di naufraghi alla morte;
- operano al fine di impedire che le vittime superstiti dei lager libici possano trovare salvezza in Europa, adoperandosi affinche' esse non riescano a lasciare la Libia e siano riconsegnate di fatto ai loro aguzzini;
- propagandano stereotipi razzisti ed istigano al disprezzo e all'odio razzista e religioso;
- minacciano schedature razziste in palese violazione della Costituzione;
- fanno l'apologia di azioni ed espressioni razziste, cosi' favoreggiandole e di fatto istigando al razzismo;
- sminuiscono la gravita' di gravissimi fatti di violenza razzista, negando che di razzismo si tratti.
Questi ministri stanno commettendo reati gravissimi, e li stanno commettendo abusando delle loro pubbliche funzioni e violando la Costituzione della Repubblica italiana cui pure hanno giurato fedelta'.
E' dovere e diritto di ogni cittadino segnalare alle competenti magistrature questi reati chiedendo che si avvii la necessaria e doverosa azione penale che quei reati faccia cessare e condanni i ministri che li hanno commessi.
Ci verra' chiesto conto del nostro atteggiamento di fronte alla violenza razzista oggi dispiegata; ebbene, che ognuno di noi possa dire: non fui complice delle persecuzioni razziste, non fui complice dell'omissione di soccorso che condannava a morte innumerevoli innocenti, non fui complice del regime di segregazione e schiavismo che criminali poteri pretesero imporre nel nostro paese; non fui complice, mi opposi, mi adoperai in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della Costituzione della Repubblica italiana, in difesa della democrazia, in difesa dello stato di diritto, in difesa della civilta', in difesa dell'umanita'.
Ad ogni persona rispettosa e sollecita della dignita' umana propria ed altrui chiediamo di impegnarsi per le dimissioni del governo delle persecuzioni razziste e dell'omissione di soccorso; chiediamo di impegnarsi a segnalare alle competenti magistrature la "notitia criminis" dei reati commessi dai ministri del governo della disumanita' affinche' essi siano processati e condannati secondo le leggi vigenti.
L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
L'omissione di soccorso e' il piu' infame dei delitti.
Salvare le vite e' il primo dovere.
* * *
4.3. L'agguato (quasi un comizio una mattina a Viterbo in memoria di Soumaila Sacko)
La sera del 2 giugno 2018
festa della Repubblica italiana
nella campagna di San Ferdinando
e' stato assassinato Soumaila Sacko
e feriti due suoi compagni.
La sera del 2 giugno 2018
mentre un caporione dell'estrema destra razzista
giunto al potere e divenuto ministro
spergiurando sulla Costituzione
proclamava ancora la sua infame propaganda
di odio e disprezzo per l'umanita' piu' oppressa
un sicario che quell'odio e quel disprezzo condivide
armato di fucile ha assassinato
il nostro compagno Soumaila Sacko.
Attivista sindacale di base
militante del movimento
delle oppresse e degli oppressi in lotta
per la liberazione dell'umanita'
impegnato per i diritti umani
di tutti gli esseri umani
Soumaila Sacko e' stato assassinato
non solo da un sicario ma anche
dalla violenza del regime
mafioso schiavista razzista.
Miliardi di esseri umani
ovunque in quest'unico mondo
che dell'intera umanita' e' la casa comune
si riconoscono nel dolore e nella lotta
nelle esperienze e nelle riflessioni
di Soumaila Sacko
sanno che il suo destino e' il loro
finche' non sara' rovesciato
il disordine costituito
in cui persone macellano persone
in cui persone persone mangiano.
Quell'antica promessa dell'eguaglianza di dignita' e diritti
della lotta comune contro la morte
dell'aiuto reciproco che ogni persona riconosce e sostiene
anima di ogni rivolta contro ogni fascismo
da Spartaco alla Resistenza da cui nacque
la Repubblica italiana quell'antica promessa
e' ancora il programma fondamentale
dell'umanita' in lotta per il bene comune.
E' dunque evidente cosa ora occorre fare
anche nel nome di Soumaila Sacko
come di tutte le vittime dell'ingiustizia.
Abolire la schiavitu' nel nostro paese ed ovunque.
Riconoscere ad ogni essere umano
il diritto di giungere e vivere in pace ovunque nel mondo
siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
Riconoscere ad ogni persona
il diritto di voto nel luogo in cui vive
democrazia significa una persona un voto.
Riconoscere ad ogni essere umano
il diritto alla vita alla dignita' alla solidarieta'.
Insorgere contro la mafia assassina
insorgere contro la mafia schiavista
con la forza della verita' con la scelta della nonviolenza
in difesa della vita di ogni essere umano
in difesa della Costituzione repubblicana in difesa della democrazia
in difesa dello stato di diritto della civilta' dell'umanita' che e' una.
Far dimettere il governo incostituzionale
dell'estrema destra razzista e golpista
con la forza della verita' con la scelta della nonviolenza
in difesa della vita di ogni essere umano
in difesa della Costituzione repubblicana in difesa della democrazia
in difesa dello stato di diritto della civilta' dell'umanita' che e' una.
E' stato ucciso Soumaila Sacko
che nessun altro sia mai piu' ucciso.
E' stato ucciso Soumaila Sacko
non muore il suo valore la sua memoria
resta e vive nel cuore dell'umanita' tutta.
* * *
4.4. Alcuni ragionamenti da una serie di "Venti proposizioni"
I. La prima radice
La prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera.
Solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'.
Solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
*
II. Non solo l'8 marzo e' l'8 marzo
Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare contro il femminicidio e la violenza sessuale.
Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare contro il maschilismo e il patriarcato.
Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare contro tutte le violenze e tutte le complicita' con la violenza e tutte le ideologie della violenza.
Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre che siano l'8 marzo.
Vi e' questa ineludibile evidenza: che la violenza maschile contro le donne e' la prima radice di ogni altra violenza.
Vi e' questa ineludibile evidenza: che la violenza maschile contro le donne e' il primo nemico dell'umanita'.
Vi e' questa ineludibile evidenza: ne discende il tuo primo dovere.
La lotta delle donne per la liberazione dell'umanita' e' la corrente calda della nonviolenza in cammino. Questo significa l'8 marzo.
Sostenere la lotta delle donne per la liberazione dell'umanita' e' il primo dovere di ogni persona decente. Questo significa l'8 marzo.
Ogni volta che fai la cosa giusta per contrastare la violenza maschilista, quel giorno e' l'8 marzo.
Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre che siano l'8 marzo.
*
III. Dal femminismo molti doni
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che vi e' una sola umanita', composta di persone tutte differenti le une dalle altre e tutte eguali in diritti.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che sfera personale e sfera politica non sono separate da un abisso: sempre siamo esseri umani.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza del partire da se'.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza dell'incontro con l'altro.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che e' la nascita, l'esperienza e la categoria che fonda l'umana convivenza, l'umano sapere.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la pluralita', e quindi la relazione, e' la modalita' di esistenza propria dell'umanita'.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che i corpi contano, che noi siamo i nostro corpi.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che ogni forma di autoritarismo, ogni forma di militarismo, ogni forma di dogmatismo reca gia' la negazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la prima radice dell'organizzazione sociale e della trama relazionale violenta e' nel maschilismo e nel patriarcato.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo la nonviolenza contrasta la violenza, che solo il bene vince il male, che solo l'amore si oppone alla morte, che solo l'ascolto consente la parola.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' generare e proteggere la vita, prendersi cura delle persone e del mondo per amore delle persone e del mondo.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' opporsi ad ogni oppressione, ad ogni sfruttamento, ad ogni ingiustizia, ad ogni umiliazione, ad ogni denegazione di umanita', ad ogni devastazione della biosfera.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo l'arte della compassione fonda la lotta di liberazione.
Il femminismo che e' il massimo inveramento storico della nonviolenza.
Il femminismo che e' la corrente calda della nonviolenza.
Il femminismo che e' il cuore pulsante del movimento di autocoscienza e di liberazione dell'umanita'.
E diciamo femminismo e sappiamo che dovremmo dire femminismi, che dovremmo dire pensiero delle donne e movimenti delle donne.
Ma diciamo femminismo e pensiamo a una tradizione che lega infinite donne che hanno praticato l'etica della responsabilita' e della liberazione, da Saffo a Vandana Shiva, da Simone Weil a Virginia Woolf, da Edith Stein a Milena Jesenska, da Etty Hillesum a Ginetta Sagan, da Rosa Luxemburg ad Hannah Arendt, da Germaine Tillion ad Anna Politkovskaja, da Simone de Beauvoir a Franca Ongaro Basaglia, da Olympe de Gouges a Luce Fabbri.
Dal femminismo molti doni tutte e tutti abbiamo ricevuto.
In questo otto marzo di ascolto, di memoria, di lotta, diciamo anche la nostra gratitudine.
(...)
VI. Ancora sulla prima radice di ogni violenza
L'oppressione maschilista e patriarcale e' la prima radice di ogni violenza.
E' la prima radice delle guerre e di tutte le uccisioni.
E' la prima radice del razzismo e di tutte le persecuzioni.
E' la prima radice dell'oppressione economica, sociale, politica.
E' la prima radice dell'oppressione ideologica.
E' la prima radice dell'organizzazione gerarchica, del sistema dello sfruttamento, del militarismo come metodo e come sistema.
E' la prima radice perche' e' la violenza la piu' intima e la piu' contagiosa, la piu' elaborata e la piu' distruttiva, la piu' primordiale e la piu' celebrata, la piu' diretta e la piu' organizzata, la piu' vile e la piu' feroce.
E' la prima radice perche' e' la prima violenza concretamente agita.
E' la prima radice perche' e' la prima violenza strutturalmente imposta.
E' la prima radice perche' e' l'esperienza e il modello di riferimento per ogni altro rapporto sociale basato sull'ineguaglianza e la subordinazione, l'asservimento e la negazione dell'altrui dignita'.
E' la prima radice perche' e' fatta propria, propagandata e fin esaltata da tradizioni di pensiero e di azione cosi' antiche e pervasive da esser divenuta abito mentale per innumerevoli persone e popoli, culture e societa'.
E' la prima radice perche' e' cosi' violenta che gia' il solo denunciarla suscita sovente reazioni brutali e fin assassine.
L'oppressione maschilista e patriarcale e' la prima radice di ogni violenza.
Come e' possibile che l'umanita' si liberi dalla violenza se non si libera innanzitutto da questa prima violenza?
E come e' possibile ritenere che siano vie alla liberazione dell'umanita' ideologie e pratiche che mantengono questa prima violenza?
E come e' possibile lottare per la liberazione propria e comune se non si lotta innanzitutto contro questa violenza prima e fondante ogni altra?
Solo se si lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale si puo' lottare per la pace e i diritti umani.
Solo se si lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale si puo' lottare contro il razzismo ed ogni persecuzione.
Solo se si lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale si puo' lottare contro tutti i poteri criminali.
Solo se si lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale si puo' lottare in difesa della biosfera.
Poiche' l'oppressione maschilista e patriarcale nega alla radice l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, l'umanita' spaccando in due, rendendone meta' vittima e meta' carnefice.
Poiche' l'oppressione maschilista e patriarcale nega alla radice che una persona sia innanzitutto una persona, ed in quanto tale portatrice di diritti come ogni altra persona.
Poiche' l'oppressione maschilista e patriarcale nega alla radice che la societa' sia alleanza tra pari, nega alla radice che persone diverse siano eguali in diritti e doveri, nega alla radice la pluralita' degli esseri umani ed il loro medesimo esser parte dell'unica umanita', nega alla radice la giustizia e la solidarieta' universale.
Se si accetta l'oppressione maschilista e patriarcale si accetta il principio che fonda ogni ingiustizia, ogni oppressione, ogni violenza.
Se si accetta l'oppressione maschilista e patriarcale si accetta l'ordine che impone insieme il privilegio e l'esclusione, il rapporto servo-padrone, la configurazione di ogni legame sociale nella forma della relazione tra dominanti e dominati, la negazione della piena dignita' umana delle persone che il potere opprime.
Se si accetta l'oppressione maschilista e patriarcale si accetta la perdita della pienezza dell'umanita' propria e dell'altrui.
La lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale e' quindi il primo dovere di ogni essere umano sollecito del pubblico bene.
La lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale e' quindi il primo diritto di ogni essere umano sollecito della propria e comune dignita'.
La lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale e' quindi il primo passo per contrastare la guerra, il razzismo, il fascismo. Il primo passo per la liberazione dell'umanita'.
La lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale e' il primo compito a cui la nonviolenza ti chiama.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera. Una sola umanita', di persone tutte diverse l'una dall'altra e tutte eguali in diritti e dignita'.
Il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, ci richiama a questa consapevolezza, a questo impegno, a questa urgente necessita': opporsi all'oppressione maschilista e patriarcale, e cosi' difendere i diritti di tutti gli esseri umani, e cosi' costruire la pace e la convivenza, la giustizia e la liberazione.
Con volto e con voce di donna, la nonviolenza e' in cammino.
*
VII. Dentro le mura di casa e nelle piazze delle citta'
Dentro le mura di casa e nelle piazze delle citta' la violenza maschilista e' il primo oppressore dell'umanita', la prima radice di ogni altra violenza, il primo facitore di male.
E contrastare la violenza maschilista e' quindi il primo impegno, il primo dovere, la prima vitale necessita' di ogni persona di volonta' buona.
Solo se si contrasta la violenza maschilista si puo' costruire la pace, la giustizia, la solidarieta' che riconosce ed invera l'infinito valore di ogni umana esistenza, la piena dignita' di tutti gli esseri umani.
Due sono le storiche e fondamentali esperienze novecentesche della nonviolenza in Europa: la resistenza antifascista e il movimento femminista; nella preziosa continuita' con esse oggi il primo nostro dovere e' la lotta contro la violenza maschilista e patriarcale, la lotta che fonda e s'intreccia con tutte le resistenze a tutte le menzogne e le oppressioni, con tutte le esperienze di solidarieta' e di liberazione, con tutti i movimenti impegnati per salvare la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Non sara' possibile contrastare la guerra e tutte le uccisioni se non si sconfigge la violenza maschilista.
Non sara' possibile contrastare il razzismo e tutte le persecuzioni se non si sconfigge la violenza maschilista.
Non sara' possibile contrastare le ingiustizie sociali se non si sconfigge la violenza maschilista.
Non sara' possibile la guarigione dalle piu' profonde e dolorose e spaventose occlusioni e repressioni e mutilazioni psicologiche e culturali se non si sconfigge la violenza maschilista.
Non sara' possibile la liberazione delle oppresse e degli oppressi se non si sconfigge la violenza maschilista.
Non sara' possibile difendere la biosfera nel suo insieme e nell'infinita varieta' delle forme di vita se non si sconfigge la violenza maschilista.
Non sara' possibile un'umanita' di persone libere e solidali, eguali in diritti e dignita', tutte responsabili del bene comune, se non si sconfigge la violenza maschilista.
Sconfiggere nelle culture e nelle societa' la violenza maschilista, sconficcare dal cuore degli uomini e del mondo la violenza maschilista, liberarsene tutti e tutte, e' il primo passo per restituire umanita' all'umanita', per rendere il mondo abitabile ad ogni persona, per poter vivere un'esistenza degna e solidale, limpidamente conscia della natura relazionale ed empatica della nostra esperienza vitale, del nostro stare in un mondo plurale e condiviso.
Io che scrivo queste righe sono un uomo. Cui il movimento femminista apri' gli occhi e il cuore e la testa molti anni fa. Al militante politico leopardiano e marxista che ero gia', il femminismo insegno' verita' ineludibili sul piano della ragion pura e della ragion pratica, e una percezione, una facolta' di comprensione e giudizio, un sguardo sul mondo, sulle persone e su me stesso persona nel mondo, nella concreta coscienza del partire da se', che i corpi contano, che il personale e' politico, che l'umanita' e' plurale, che ogni relazione e' dialogica, che la lotta per la liberazione delle oppresse e degli oppressi da tutte le menzogne e da tutte le violenze richiede una concreta coerenza, una rigorizzazione dei ragionamenti e delle condotte, un impegno che comincia dal rispetto, dall'accudimento, dall'amore per chi ti e' piu' vicino e solo cosi' l'umanita' intera idealmente connette e raggiunge.
So che la prima lotta che in quanto uomo devo condurre e' quella contro il fascista che e' in me.
So che la violenza sulle donne e' un problema degli uomini.
So che ogni giorno e' da praticare sia il conflitto contro l'iniquita' che la comunicazione con l'umanita', uscendo dal silenzio e disponendosi all'ascolto, abbattendo il muro delle imposte diseguaglianze e delle materiali e immateriali alienazioni che pietrificano; agendo con la fermezza ma anche con la delicatezza della nonviolenza, con la persuasa tenacia e l'avvolgente tenerezza di chi lotta per salvare le vite, di chi lotta per condividere il mondo e la sobria felicita' che nel mondo e' possibile, e possibile solo se condivisa fra tutte e tutti.
Si avvicina il 14 febbraio: e' il giorno in cui le donne di tutto il mondo sfidano la violenza maschilista e patriarcale manifestando in tutte le citta', i paesi, i villaggi nella forma che piu' intensamente afferma il valore, la dignita' dei nostri stessi corpi di esseri fatti di carne che sentono e pensano: danzando.
Si avvicina il 14 febbraio, e poi l'8 marzo. Ma ogni giorno deve essere il 14 febbraio del miliardo di donne che si sollevano, dell'umanita' intera che si solleva con esse dalla barbarie all'umanita'; ogni giorno deve essere l'8 marzo dell'internazionale futura umanita' che Clara Zetkin e Rosa Luxemburg - ed infinite altre - chiamarono alla lotta affinche' la liberazione fosse dell'umanita' intera; ogni giorno e' il giorno in cui devi contrastare la violenza maschilista. Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza che a tutte le violenze e le menzogne si oppone, con l'amore per il mondo. Vivendo un'esistenza che sappiamo finira', vivendo un'esistenza che possiamo e dobbiamo rendere degna, vivendo un'esistenza che ad ogni esistenza riconosca valore, e speranza di liberazione, e condivisa felicita'.
(...)
XII. L'ideologia dello stupro
E' insegnata a tutti i maschi. Il suo decalogo dice:
1. Gli uomini sono i padroni del mondo, le donne sono le loro schiave.
2. Una donna e' un bene patrimoniale: animale, macchina e merce; non e' una persona, non e' titolare di diritti.
3. Ogni donna ti appartiene, se si ribella uccidila.
4. Una donna che pensa e' un pericolo per la societa', uccidila.
5. Se una donna vuole la dignitas e l'auctoritas che ineriscono all'essere umano, uccidila.
6. Il fallo e' un'arma, e' l'arma che fa l'uomo.
7. L'intero corpo dell'uomo e' un'arma. L'intero corpo della donna e' un bersaglio.
8. Essere nati da donna e' il segreto, la vergogna innominabile. Tutte le donne devono pagare questo affronto. Nessuna vendetta e' abbastanza crudele.
9. Cio' che l'uomo fa a una donna, deve farlo al mondo universo: possedere, violentare, distruggere.
10. Queste leggi non devono essere rivelate. Sono il segreto della societa' dei maschi.
L'ideologia militarista, l'ideologia razzista, tutte le ideologie della violenza sono estensioni dell'ideologia maschilista, o dello stupro.
Il maschilismo e' infatti la prima radice e il primo paradigma di ogni violenza. Solo abbattendo l'intera ideologia e tutte le prassi del maschilismo l'umanita' potra' conoscere la pace, la solidarieta', la felicita'.
Ogni maschio che voglia diventare una persona decente deve lottare contro il fascista che e' in lui, il fascista che gli ha inoculato una educazione all'ideologia dello stupro che viene trasmessa da tutte - tutte - le agenzie della formazione e della socializzazione.
Non solo opere infami trasmettono l'ideologia dello stupro: la trasmettono quasi tutte le opere della cultura umana prodotte dalla e nella societa' del dominio maschile; compresi capolavori dell'arte e del pensiero che per altri aspetti ammiriamo.
Il primo compito della nonviolenza e' sconfiggere il maschilismo, sconficcarlo dal cuore degli uomini e della societa'.
La prima e l'unica decisiva esperienza storica della nonviolenza e' il movimento di liberazione delle donne.
Il movimento di liberazione delle donne e' la corrente calda della nonviolenza in cammino.
Ogni discorso che non riconosce l'eguaglianza di dignita' e diritti di tutti gli esseri umani, e' gia' il fascismo.
Ogni struttura che spacca in due l'umanita' tra una parte dominatrice e una parte dominata, e' gia' il fascismo.
Ogni relazione tra esseri umani che implica un rapporto di forza, di proprieta', di potere, e' gia' il fascismo.
Chiamiamo fascismo il metodo di organizzazione e di azione, il sistema concettuale e sociale, la struttura e la prassi politica - e dell'economia politica come della psicologia dinamica -, che ha come suo perno il maschilismo. Che ha come suo fine e idealtipo l'ordine dei Lager. E che e' incompatibile con l'umanita'.
In quanto riduce l'umanita' a un universo di vittime e di carnefici, l'ideologia dello stupro e' il primo nemico dell'umanita'.
In quanto si nutre esclusivamente della sofferenza - subita ed inflitta - degli esseri umani, l'ideologia dello stupro e' il primo nemico dell'umanita'.
La prima lotta che l'umanita' deve condurre con piena coscienza della posta in gioco - la liberazione comune o la piu' orribile delle sorti - e' la lotta nonviolenta per abolire il maschilismo e l'intero suo portato.
Chiamiamo amore il riconoscimento dell'altrui dignita', dell'altrui umanita'.
Chiamiamo amore la lotta comune contro la morte, e contro quell'irrogazione parcellizzata della morte di cui consiste ogni rapporto di dominazione.
Chiamiamo amore la capacita' delle donne di generare l'umanita', di mettere al mondo il mondo; e la capacita' degli uomini di accettarla come bene comune, di riconoscerne il valore, di non provarne invidia e rancore.
Chiamiamo amore la lotta contro la violenza.
La nonviolenza e' la forza dell'amore, la forza della verita'.
E' oggi che dobbiamo sconfiggere l'ideologia e la prassi dello stupro.
E' oggi che dobbiamo abolire il maschilismo e il patriarcato.
Solo abolendo il maschilismo aboliremo la guerra e il militarismo, il razzismo e ogni mafia, la schiavitu' e la distruzione della biosfera.
Solo abolendo il maschilismo usciremo dalla preistoria dell'umanita'.
(...)
XV. L'anno del Circeo. Cinque tesi
1. Mi ricordo
Mi ricordo di quando nei processi per stupro l'intera societa' dei maschi metteva sotto accusa la vittima.
Mi ricordo del tempo in cui quella violenza contro le donne era considerata nel codice penale un reato "contro la stirpe" e non contro una persona, e la donna vittima di violenza non era considerata persona, ma carne, e quella violenza la si chiamava "violenza carnale".
Mi ricordo l'anno del Circeo, chi ha la mia eta' non puo' dimenticare.
Da allora sono invecchiato di mezzo secolo, e mi sembra che quei tempi non siano ancora finiti, non sia ancora abolito quell'orrore.
Da allora sono invecchiato di mezzo secolo, e so che la lotta fondamentale e decisiva per la liberazione dell'umanita' e' quella del movimento delle donne.
2. Da quale parte della barricata
Le donne che denunciano le violenze subite da uomini, e massime da uomini potenti, da uomini che hanno il potere di decidere della loro vita, sanno che denunciare quelle violenze e questo potere - questo violento sistema di potere - significa esporsi a nuove violenze. Sanno che la dittatura dei maschi usera' ogni mezzo per vendicarsi. Sanno che gli schiavisti non ammettono che le vittime possano ribellarsi, e con tutta la loro forza cercheranno di schiacciarle. Eppure queste donne denunciano i loro carnefici. C'e' una parola per questo: coraggio.
So quale e' la mia parte della barricata: per quel poco che conta la mia persona, sono dalla parte di queste donne senza esitazioni. So che la loro denuncia, la loro lotta, non riguarda solo loro, riguarda l'umanita' intera. Riguarda anche la mia dignita', la mia liberta'. So che chi non si schiera con loro, si schiera con la dittatura fascista dei maschi. Sono un uomo, non sono un fascista. So quale e' la mia parte della barricata: per quel poco che conta la mia persona, sono dalla parte di queste donne senza esitazioni.
3. Nessun sofisma
Nessun sofisma puo' occultare il fatto che una violenza e' una violenza. Che quella violenza sia la regola dei rapporti sociali significa solo che occorre abolire quella violenza e rovesciare i rapporti sociali su quella regola fondati.
Le donne che oggi smascherano la ferocia del dominio maschilista e patriarcale chiamano l'umanita' intera a fondare un'altra societa', la societa' dell'eguaglianza di diritti, la societa' del riconoscimento della dignita' di ogni persona, la societa' in cui la diversita' di ogni persona sia riconosciuta come un dono prezioso e valorizzata in una trama di relazioni tra eguali in diritti, persone eguali proprio perche' diverse, che si riconoscono diverse ed eguali: una e plurale e' l'umanita'.
4. La prima radice
So che il dominio maschilista e patriarcale e' la prima radice e il primo paradigma di ogni violenza: so che non si potra' sconfiggere il modo di produzione che aliena e schiavizza le persone e le sacrifica al feticcio dell'accumulazione del potere, del prestigio, dei beni e del capitale se non si sconfigge il dominio maschilista e patriarcale; so che non si potra' impedire l'irreversibile devastazione e desertificazione della biosfera se non si sconfigge il dominio maschilista e patriarcale; so che non si cancellera' l'obbrobrio delle dittature, delle guerre e del militarismo - ridurre degli esseri umani ad utensili per uccidere degli esseri umani - se non si sconfigge il dominio maschilista e patriarcale; so che non si realizzera' il disarmo - nel tempo in cui le armi possono distruggere per sempre la civilta' umana - se non si sconfigge il dominio maschilista e patriarcale. So che non vi sara' una societa' libera e solidale, responsabile e accudente, sobria e armoniosa, se non si sconfigge il dominio maschilista e patriarcale.
Il dominio maschilista e patriarcale e' la prima radice e il primo paradigma di ogni violenza: chi non lo vede, e' cieco.
5. Queste parole
Scrivo queste parole che penso dovrebbero essere ovvie. Le scrivo per dichiarare la mia opposizione a due barbarie: la barbarie della violenza maschile, e la barbarie della criminalizzazione delle vittime della violenza maschile. Le scrivo perche' nessuno e' fuori della mischia. Le scrivo perche' credo che in questa lotta che le donne oggi stanno conducendo e' anche il senso - e quindi il valore - di tutto il mio agire di militante del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita', di persona amica della nonviolenza, di uomo che non vuole essere complice del fascismo.
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Endre Ady 1877-1919, Istituto per le relazioni culturali, Budapest s.d., pp. 50.
- Stefan Zweig, Sovvertimento dei sensi, Dall'Oglio, Varese 1965, pp. 290.
*
Maestre
- Adriana Cavarero, Nonostante Platone, Editori Riuniti, Roma 1990, 1991, pp. VI + 136.
- Luisa Muraro, L'ordine simbolico della madre, Editori Riuniti, Roma 1991, pp. VIII + 150.
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3507 del 12 settembre 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
*
Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario, invece, l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com
- Prev by Date: [Nonviolenza] Una lettera aperta alla Ministra dell'Interno
- Next by Date: [Nonviolenza] Si e' svolta oggi la presentazione pubblica della "Lettera aperta alla Ministra dell'Interno"
- Previous by thread: [Nonviolenza] Una lettera aperta alla Ministra dell'Interno
- Next by thread: [Nonviolenza] Si e' svolta oggi la presentazione pubblica della "Lettera aperta alla Ministra dell'Interno"
- Indice: