[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 273



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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 273 del 18 luglio 2019

In questo numero:
1. Il 19 luglio a Viterbo
2. Nel negozio sotto casa mia
3. Il Parlamento sfiduci il governo razzista e golpista. L'Italia ritorni alla legalita' costituzionale. Un semplice ragionamento
4. Al Presidente della Repubblica un appello da Lidia Menapace, padre Alex Zanotelli e molte altre persone di volonta' buona
5. Un appello all'Onu
6. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
7. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
8. Nell'anniversario del test di Alamogordo una lettera ai Presidenti del Parlamento
9. Al Presidente della Repubblica: preghiera di un impegno per il disarmo nucleare
10. La sera prima dell'inizio dello sterminio degli herero

1. INCONTRI. IL 19 LUGLIO A VITERBO

Venerdi' 19 luglio 2019 a Viterbo, presso la Sala del Consiglio comunale, a Palazzo dei Priori in piazza del Comune, con inizio alle ore 16, verra' presentata l'edizione 2019 della "Guida ai centri socio-assistenziali di prima accoglienza a Viterbo per le persone senza fissa dimora" realizzata dall'associazione "L'Altro circolo".
Tutte le persone di volonta' buona sono invitate a partecipare.

2. REPETITA IUVANT. NEL NEGOZIO SOTTO CASA MIA

Prologo

Le storie che racconto sia ben chiaro
non hanno nulla a che vedere con il nostro
magnifico paese e il suo governo
del cambiamento che ai sudditi ariani
donera' latte e miele e altri tesori
e sapra' castigare quelle cose
che solo all'apparenza son persone.

Le storie che racconto sia ben chiaro
riguardano un paese immaginario
un posto lontano che nessuno ha visitato
e che io chiamo il reame di Nusmundia.

Di quel paese immaginario parlo
che mica sono scemo nossignori
non voglio fare la fine di Gobetti
di Gramsci di Maria Luisa Alessi
di Paola Garelli di Franca Lanzone
d'Irma Marchiani e di Rosaria Lopez
di Jerry Masslo e di Soumaila Sacko.

I.

C'e' un paese in cui lo stupro e il femminicidio
e' lo sport piu' amato e praticato
piu' dei calci al pallone e ai barattoli di birra
palloni e barattoli non urlano di dolore
i corpi di donna invece si'
e un uomo che e' un uomo vuole la sua soddisfazione.

C'e' un paese in cui i giovani hitleriani
stanno al governo e condannano a morte
i naufraghi fuggiaschi dai lager di Libia
ripristinano l'ordine ariano
fanno valere la gerarchia della stirpe imperiale
sulle genti che schiave di Roma iddio le creo'
s'ingegnano d'istituire l'apartheid
affinche' gli schiavi non osino ribellarsi alla razza padrona.

C'e' un paese in cui dai terrazzi
si spara alle bambine e agli operai
ci si diverte a esercitarsi al pogrom
con la benedizione del governo
razzista che nega che i crimini razzisti
siano crimini e siano razzisti
e' solo giovanile esuberanza.

Il bracciante l'ambulante il sindacalista assassinato a fucilate
e' morto di freddo o e' stato uno sbaglio
si sparavano quattro colpi in aria per ammazzare il tempo
per farsi due risate e tenerli al posto loro
la giovane donna schiava sessuale
fatta fuori e abbandonata ai cani
in fondo perche' preoccuparsene
visto ce ne sono tante altre piu' giovani e piu' carine
chi ammazza la moglie ha le sue buone ragioni
qualcuno in casa deve pure comandare
se una ragazza va in giro da sola
vuole dire che se l'e' cercata.

Dalla televisione la gente importante
lo spiega bene come deve andare il mondo
chi e' vittima se l'e' meritato
chi ha pieta' e' un imbecille e un sovversivo
col duce i treni arrivavano in orario
nel migliore dei mondi possibili
chi non e' maschio chi non e' bianco chi non e' padrone
e' giusto e naturale che subisca
ridurre in schiavitu' ed assassinare
e' cosa buona e giusta e fonte di ricchezza.

II.

Nel negozio sotto casa mia
vendono accendini con l'effigie del duce
mi dicono che non vuol dire niente.

Che il ministro padrone del governo
riproponga il motto fascista "Me ne frego"
e insieme ai motti del fascismo la ferocia
e i crimini e il contagio della corruzione
mi dicono che non vuol dire niente.

Che l'estrema destra razzista e golpista al governo
violi la Costituzione perseguiti i piu' oppressi
propagandi l'odio ed inciti alla violenza
e la barbarie pratichi ed allevi
mi dicono che non vuol dire niente.

Non vuol dire niente lasciare affogare il naufrago
non vuol dire niente ricacciare nel lager il fuggiasco
non vuol dire niente imporre l'apartheid
non vuol dire niente ridurre in schiavitu' l'esule
non vuol dire niente negare l'umanita' di un essere umano
non vuol dire niente negare l'umanita' dell'umanita'
non vuol dire niente negare il diritto alla vita e alla dignita'
nulla vuol dire niente
godetevi la televisione
seguite sui social le gesta
del governo del cambiamento
che giorno dopo giorno ci riporta
ai fasti del fascismo.

Congedo

Alla violenza maschilista
opponiti tu
alla violenza razzista
opponiti tu
alla violenza guerriera e fascista
opponiti tu
al governo criminale dell'omissione di soccorso
opponiti tu
al regime dell'apartheid
opponiti tu
al modo di produzione schiavista
opponiti tu
al golpe che fa strame della Costituzione e della repubblica
opponiti tu
e' oggi che occorre resistere al fascismo
e' oggi che occorre difendere la legalita' che salva le vite
e' oggi che la nonviolenza deve contrastare e sconfiggere la violenza.

Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere
ogni essere umano ha diritto alla vita alla dignita' alla solidarieta'
vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente
qui non si abbandona nessuno
salvare le vite e' il primo dovere.

3. REPETITA IUVANT. IL PARLAMENTO SFIDUCI IL GOVERNO RAZZISTA E GOLPISTA. L'ITALIA RITORNI ALLA LEGALITA' COSTITUZIONALE. UN SEMPLICE RAGIONAMENTO

Di cosa stiamo parlando
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo (una struttura nonviolenta attiva dagli anni Settanta del secolo scorso, che coordino' per l'Italia negli anni Ottanta la piu' vasta campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano) ha inviato una lettera "a tutti i parlamentari non fascisti" chiedendo loro di sfiduciare il governo razzista e golpista, per salvare molti esseri umani da immani sofferenze e fin dalla morte, per ripristinare in Italia la piena vigenza della Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista.
Qui vorremmo articolare il semplice ed ineludibile ragionamento che quella richiesta sostiene.
*
Uscire dalla subalternita'
Occorre uscire dalla subalternita' alle strategie retoriche ed agli ideologici paralogismi del governo razzista e golpista: retoriche e sofismi che hanno come scopo di occultare quale sia l'esito concreto delle criminali politiche razziste dell'esecutivo: la commissione di flagranti crimini contro l'umanita', l'attentato alla Costituzione, l'imposizione di un regime di apartheid.
*
Il nocciolo della questione
Il nocciolo della questione oggi in Italia e':
- che un governo razzista e golpista omette di soccorrere, negando loro un porto sicuro, naufraghi in pericolo di morte;
- che un governo razzista e golpista omette di soccorrere, e quindi condanna a sofferenze inaudite e pericoli estremi, le vittime dei lager libici;
- che un governo razzista e golpista aggredisce e sabota i soccorritori volontari che stanno salvando vite umane nel Mediterraneo;
- che un governo razzista e golpista ha imposto con il cosiddetto "decreto sicurezza della razza" scellerate misure criminali e criminogene che perseguitano persone innocenti ed inermi gettandole nella miseria e nel terrore, nella sofferenza e nella disperazione, tra gli artigli dei poteri criminali schiavisti in agguato;
- che un governo razzista e golpista sta imponendo un regime di persecuzione e segregazione, un regime di apartheid;
- che un governo razzista e golpista sta violando la Costituzione della Repubblica italiana e sta imponendo anomia e barbarie, ovvero la disumanita' eretta a regime che nella storia d'Italia abbiamo tragicamente gia' conosciuto.
*
Intervenga la magistratura
Ma in un paese democratico il governo non e' "legibus solutus", e quando un ministro o l'intero gabinetto violano le leggi, e soprattutto quando violano la stessa Costituzione, devono intervenire le competenti magistrature; devono intervenire qui e  adesso le competenti magistrature per far cessare la commissione di flagranti delitti e processare e condannare i ministri responsabili di crimini gravissimi, di crimini contro l'umanita', di attentato alla Costituzione.
*
Il parlamento sfiduci il governo
Mesi addietro la maggioranza di uno dei due rami del parlamento ha impedito alla magistratura di sottoporre a giudizio un ministro per il reato di "sequestro di persona aggravato".
Non solo: la maggioranza dell'intero parlamento ha espresso voti favorevoli alle misure palesemente razziste ed incostituzionali imposte dal governo.
Infine: e' ben noto che il governo resta in carica in quanto gode della fiducia del parlamento.
Ergo: chiediamo a tutti i parlamentari non fascisti di assumersi le loro responsabilita' e di togliere la fiducia al governo.
Come abbiamo scritto nel nostro appello: "poiche' il governo resta in carica in quanto ha la fiducia del Parlamento, siamo a chiedervi di togliere quella fiducia, siamo a chiedervi di sfiduciare il governo. Siamo a chiedervi di sfiduciare il governo per salvare vite umane innocenti. Siamo a chiedervi di sfiduciare il governo per ripristinare la vigenza della legalita' costituzionale dal governo infranta".
*
Che l'Italia torni alla legalita' che salva le vite
E chiediamo alle persone di volonta' buona di impegnarsi per questo fine: che il parlamento sfiduci il governo razzista e golpista, che il governo razzista e golpista rassegni le dimissioni, che le competenti magistrature processino i ministri responsabili di crimini contro l'umanita' e di attentato alla Costituzione, che l'Italia torni alla legalita' che salva le vite.
*
Il primo dovere
L'Italia e' una repubblica democratica.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 6 luglio 2019
* * *
Allegato: la lettera alle ed ai parlamentari non fascisti del 5 luglio 2019
Gentilissime e gentilissimi parlamentari,
non si puo' restare inerti mentre il governo italiano persevera nella sua disumana omissione di soccorso nei confronti di naufraghi innocenti ed inermi negando loro approdo in porto sicuro nel nostro paese, ed addirittura sabota e perseguita i soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo.
Non si puo' restare inerti dinanzi all'orrore dei lager libici: quegli esseri umani vittime di efferate violenze devono essere soccorsi e portati in salvo.
E non si puo' restare inerti dinanzi alle incostituzionali ed abominevoli misure di segregazione e persecuzione razzista contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Gentilissime e gentilissimi parlamentari,
con la sua antipolitica razzista il governo italiano sta commettendo veri e propri crimini contro l'umanita'.
E poiche' il governo resta in carica in quanto ha la fiducia del Parlamento, siamo a chiedervi di togliere quella fiducia, siamo a chiedervi di sfiduciare il governo.
Siamo a chiedervi di sfiduciare il governo per salvare vite umane innocenti.
Siamo a chiedervi di sfiduciare il governo per ripristinare la vigenza della legalita' costituzionale dal governo infranta.
Gentilissime e gentilissimi parlamentari,
che cosa e' infatti necessario fare in questo tragico frangente?
Ovviamente soccorrere, accogliere e assistere tutti i naufraghi e tutti i superstiti dai lager libici.
Ovviamente abrogare tutte le misure criminali e criminogene, palesemente incostituzionali, contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Ovviamente riconoscere che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Ovviamente riconoscere che salvare le vite e' il primo dovere.
Gentilissime e gentilissimi parlamentari,
tutto questo, e' evidente, significa revocare la fiducia del Parlamento a un Governo che con la sua folle antipolitica razzista si e' reso responsabile di crimini contro l'umanita' e di attentato alla Costituzione.
Tutto questo, e' evidente, significa tornare al rispetto della Costituzione della Repubblica italiana e della Dichiarazione universale dei diritti umani.
Tutto questo, e' evidente, significa tornare ad essere umani.
Gentilissime e gentilissimi parlamentari,
il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
L'Italia e' una repubblica democratica che riconosce e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Chi salva una vita salva il mondo.
Augurandovi ogni bene,
il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 5 luglio 2019

4. INIZIATIVE. AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA UN APPELLO DA LIDIA MENAPACE, PADRE ALEX ZANOTELLI E MOLTE ALTRE PERSONE DI VOLONTA' BUONA

La partigiana, femminista e senatrice emerita Lidia Menapace, padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, e tante altre persone di volonta' buona e varie associazioni di solidarieta' chiedono al Presidente della Repubblica di intervenire per far cessare l'ecatombe nel Mediterraneo.
Di seguito il testo dell'appello e le prime adesioni.
*
Egregio Presidente della Repubblica,
fermi l'ecatombe in corso nel Mediterraneo richiamando il governo al dovere di soccorrere i naufraghi, di salvare le vite umane in pericolo.
E' il governo italiano, che da un anno sta facendo di tutto per impedire che i naufraghi siano soccorsi e recati in salvo nel nostro paese, il primo responsabile della mattanza di esseri umani nel Mediterraneo: potrebbe salvarli tutti, ed invece decide di farli morire.
Chiunque lo vede, chiunque lo sa. Tacere significa essere complici di un immane massacro.
Lei e' il Presidente della Repubblica, il primo magistrato del nostro paese: nelle forme previste dall'ordinamento, nel pieno adempimento dei suoi doveri istituzionali, intervenga per far cessare la strage, intervenga per impedire altre morti di esseri umani innocenti ed inermi.
Dal profondo del cuore la preghiamo.
Augurandole ogni bene,
Paolo Adomi, Firenze
Carla Albertazzi
Alicia Albino, Argentina
Gianfranco Aldrovandi, Guastalla (Reggio Emilia)
Paola Alforno, Carde' (Cuneo)
Gilberta Alpa
Rocco Altieri, Pisa
Maria Giulia Amadasi
Nadia Amaroli, Bologna
Gabriella Anselmi, Roma
Sonia Antinori
Ferdinando Aranci, Librerie Silvio D'Amico, Roma
Pier Giuseppe Arcangeli, Viterbo
Monica Ascanelli, Ferrara
Anna Atti, Parma
Franco Avati, Verona
Margherita Badala'
Luciano Bagoli
Claudia Baldini
Vincenzo Balzani, Bologna
Imma Barbarossa, Bari
Guido Barbera, presidente Cipsi
don Franco Barbero
Daniele Barbieri, Imola (Bologna)
Marco Barbieri, Collesalvetti (Livorno)
Giuseppe Barone
Vittorio Bellavite
Bruno Bellerate, Rocca di Papa (Roma)
Remo Bellesia, Rolo (Reggio Emilia)
Walter Beltrame, Maser (Treviso)
Pietro Benedetti, Tuscania (Viterbo)
Anna Bentivoglio
Gabriella Bentivoglio, Macerata
Graziella Bernabe', Cremona
Paolo Bertagnolli, Bolzano
Marilena Bertini, presidente Comitato Collaborazione Medica
Mariaxaveria Bertola, Alba (Cuneo)
Mariateresa Bertoldi, Incisa Valdarno (Firenze)
Cecilia Bevicini, Firenze
Moreno Biagioni, Firenze
Ines Biemmi
Sauro Bigelli, Mondavio (Pesaro e Urbino)
Mauro Bigi, sindaco di Vezzano sul Crostolo (Reggio Emilia)
Paola Binetti
Marino Bisso, Rete Nobavaglio
Michele Boato, Mestre-Venezia
Sergio Lorenzo Bonanini, Genova
Massimo Bondioli, Piadena Drizzona (Cremona)
Giuliana Bonosi, Firenze
Adriano Borchi
Franco Borghi, Cento (Ferrara)
Tina Borgogni Incoccia
Donata Borgonovo Re, Trento
Cesare Borrometi, Ragusa
Angela Bosio, Santena (Torino)
Antonella Bottazzi, Modena
Anna Bravo
don Roberto Briolotti, Pavia
Valentina Bruno
Luciana Brunod
Giuseppe Bruzzone
Antonio Buono, Napoli
Silvia Burzio, Sori (Genova)
Maria Teresa Cacciari, Bologna
Roberto Cagliero, Verona
Giuseppe Callegari, Grazie di Curtatone (Mantova)
Gabriella Calvano, Andria
Dario Cambiano, Torino
Pietro Campoli, Russi (Ravenna)
Carlo Maria Cananzi, Napoli
Guido Cangianiello, Roncadelle (Brescia)
Livia Capasso, Roma
Franco Capelli, Voghera (Pavia)
Francesco Domenico Capizzi, Bologna
Claudia Capra
Maurella Carbone, Francoforte (Germania)
Maria Agnese Cardini, Rignano sull'Arno (Firenze)
Alberto Caroncini, Udine
Claudio Carrara, del Mir di Padova
Ignazio Carta, Cagliari
Chiara Casella, Travo (Piacenza)
Marco Catarci
Morena Cattaruzza, Aosta
Paola Cavallari, Bologna
Chiara Cavallaro, Roma
Marianna Cavalli, Brescia
Emilia Cavallini
Andrea Cecconi, Fondazione Ernesto Balducci
Elisabetta Celestini
Edelvais Cesaretti, Ancona
Michela Cesaretti Salvi
Fiorentina Charrier
Adriana Chemello, Vicenza
Bettina Chiadini, Ravenna
Chiara Chiappa
Anna Chiappini
Dario Chillemi
Raimondo Chiricozzi
Franco Ciappi, Gambassi Terme
Stefano Ciccone, Roma
don Adriano Cifelli, Campobasso
Giorgio Cingolani, Pino Torinese
Maria Paola Clarini, Roma
Ornella Clementi
Giancarla Codrignani
Raya Cohen
Caterina Colombo, Brescia
Matilde Consoli, Bagheria (Palermo)
Nunzia Coppede', Lamezia Terme
Antonio Corbeletti, Voghera (Pavia)
Lucia Corbo, Roma
Alessandro Cortesi op, Pistoia
Giovanna Cosentino, Novara
Ignazio Crivelli Visconti, Napoli
Nicoletta Crocella
Anna Maria Dal Lago
Augusto Dalmasso, Alba (Cuneo)
Maria Giovanna Damico
Pasquale D'Andretta, Roma
Roberto Dati
Lucia Davico, Alba (Cuneo)
Beatrice Davies, Berlino
Marianita De Ambrogio, Padova
Maria De Carli
Vincenzo De Florio
Sandra Del Fabro, Udine
Marcella Delle Donne
Vincenza DeLuca
Adriana De Mitri, Lecce
Giorgio Demurtas
Marcella Denegri
Serena De Simone, Roma
Ivano Di Cerbo
Giustina Diligenza, Arzano (Napoli)
Mario Di Marco, Viterbo
don Pierluigi Di Piazza, parrocchia di San Michele Arcangelo, Zugliano, Pozzuolo del Friuli
Gabriele Di Tonno
Angela Dogliotti
Ugo Donato, La Spezia
Moulay El Akkioui, Roma
Roberto Escobar, Milano
Eva Esposito, Napoli
Lucia Evangelisti
Nica Fabozzi de Maio, Pozzuoli (Napoli)
Sergio Falcone, Roma
Franco Fantozzi, Capannori (Lucca)
Beniamino Favaro, Mogliano Veneto
Biagio Favaro', Palermo
Edoardo Favrin
Laura Favro Bertrando, Sant'Antonino di Susa (Torino)
Stefania Ferini
Fausta Ferraro
Giordana Ferron
don Roberto Fiorini, Mantova
Elisabetta Flick, Roma
Giordana Fochi
Lorena Fornasir
Lorenzo Fort, Venezia
Gloria Frittelli Aziz, Firenze
Nicola Froggio Francica, Vibo Valentia
Riccardo Gabbrielli
Sancia Gaetani, Roma
Miriam Gagliardi, Vicenza
Elena Gajani Monguzzi, Macerata
Giuseppe Gallelli, Cecina (Livorno)
Romana Gardani
Luigi Gardini, Viadana (Mantova)
Lanfranco Genito, WeBottega per la Pace, Napoli
Mauro Gentilini, Roma
Massimo Geranio
Domitilla Gerini
Giuseppina Giacomazzi, Roma
Maria Laura Giannini
Maria Gianotti
Pasqualina Gilardi, Castiglione Torinese
Agnese Ginocchio
Rosa Maria Giolitti, Roma
Daniela Giordano, Roma
Piero P. Giorgi, Centro Europeo, Gargnano (Brescia)
Laura Giuffrida, Messina
Manuela Giugni, Rete antirazzista, Firenze
Emanuela Gorelli, Roma
Margherita Granero
Franca Grasselli, Reggio Emilia
Raffaella Gritti
Carlo Gubitosa, Bruxelles
Andrea Indellicati
Chiara Ingrao
Vincenzo Iorio
Silvio Lancisi, Pian di Sco' (Arezzo)
Monica Lanfranco
Letizia Lanza, Venezia
Renata La Rovere, Donne in nero, Napoli
Raniero La Valle
Massimo Lazzarino, Pinerolo (Torino)
Emma Leona, Associazione R-Evolution Legalita', Lamezia Terme (Catanzaro)
Antonella Litta
Giovanna Liotta
Alfredo Llana, Buenos Aires
Giampietro Lodi Rizzini, Sabbioneta (Mantova)
Pierpaolo Loi, Monserrato (Cagliari)
Giacomo Lombardo, sindaco di Ostana (Cuneo)
Edoardo Longobardi
Eugenio Longoni, Monza
Andrea Lopes Pegna
Irene Lopez, Milano
Daniele Lugli, Ferrara
Linda Maggiori
Silvana Magni, Varese
Patrizia Mainardi, Salsomaggiore Terme
Pito Maisano, Lodi
Chiara Maistri
Martina Malisani, Treviso
Alessandra Mambelli, Pax Christi, Ferrara
Gianfranco Mammone, Chiaravalle Centrale (Catanzaro)
Isabella Manara, Pistoia
Giovanni Mandorino
Matteo Marabini
Chiara Marangio
Beppe Marasso
Angela Marchini
Luisa Marchini
Alessandro Marescotti, Taranto
Angela Margaritelli
Nello Margiotta
Carlo Alberto Mari
Ornella Martella, Roma
Gian Marco Martignoni, Varese
Giuliana Martirani, Napoli
Gianfranco Marzocchi, Forli'
Domenico Massano, Asti
Domenico Matarozzo
Vittorio Mazzone
Clementina Mazzucco, Rivoli (Torino)
Lidia Menapace
Dario Mencagli, Tuscania (Viterbo)
Maurizio Meschino, Roma
p. Carmine Miccoli, Lanciano
Sara Michieletto
Elisabetta Mignani, Bologna
Roberto Mina
Francesca Moccagatta, Firenze
Gianfranco Monaca, Asti
Cristina Mondini, Ala (Trento)
Pierantonio Montecucco, Voghera (Pavia)
Enzo Morgagni, Ravenna
Luisa Morgantini
Annamaria Mori, Senigallia (Ancona)
Rosangela Mura
Demir Mustafa, Firenze
Anna Nacci, Ostuni (Brindisi)
Grazia Naletto, Lunaria, Roma
Simone Naletto, presidente Cesvitem, Mirano (Venezia)
Laura Nanni, Roma
Carlo Nardi
Pina Natale, Roma
Silvana Natali, Mantova
Amalia Navoni, Milano
Nadia Neri
Gianni Novelli, Cipax, Roma
Alberto Pacelli
Emilia Pacelli, Orte (Viterbo)
Giuseppe Padovano, Foggia
Elio Pagani, Punto Pace di Pax Christi di Tradate (Varese)
Alma Paghera, Roncadelle (Brescia)
Gabriele Pagli, Fucecchio (Firenze)
Vittorio Pallotti
Gaia Pallottino, Roma
Marco Palombo
Edda Pando
Paola Panie', Torino
Giovanna Panigadi, Reggio Emilia
don Giacomo Panizza, Comunita' Progetto Sud, Lamezia Terme
Sergio Paronetto, presidente del Centro studi di Pax Christi Italia
Maria Luisa Paroni, Sabbioneta (Mantova)
Diego Passini, Comunita' cristiana di base di Bologna
Andrea Pastor, Milano
Maria Paola Patuelli, del Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna
Italo Pent, Sant'Antonino di Susa (Torino)
Maria Speranza Perna, Napoli
Donato Perreca
Rosangela Pesenti
Emanuela Petrolati
Enrico Peyretti, Torino
Lino Picca, Scuola di Pace Nocera Inferiore (Salerno)
Cinzia Picchioni
Giampaolo Pierotti, Casalecchio di Reno (Bologna)
Francesca Piras, Alba (Cuneo)
p. Giorgio A. Pisano, Portici (Napoli)
Carlo Piazza, Verona
Alessandro Pizzi, Soriano nel Cimino (Viterbo)
Rocco Pompeo
Giuliano Pontara, Stoccolma
Ettore Prattico
Carlo Presciuttini, Terni
Francesca Prevedello, Montebelluna (Treviso)
Anna Puglisi, Palermo
Alberto Quagliata, Roma
Pilar Quarzell Castel
Massimo Radice
Fabio Ragaini, Gruppo Solidarieta', Moie di Maiolati (Ancona)
Marco Ramazzotti
Anna Rapaccioli
Mariella Ratti, La Spezia
Gianluigi Redaelli
Raffaella Riba, Giovanni Arusa, con Domitilla, Marilu' e Susanna Arusa, Cuneo
Maria Ricciardi Giannoni, Parma
Loredana Riccio
Monica Righini, Gualtieri (Reggio Emilia)
Maria Rinaldi, Castelmarte (Como)
Annamaria Rivera, Roma
Alessandra Romano, Battaglia Terme (Padova)
Roberto Romizi, Arezzo
Simona Ronchi Della Rocca, professor emerita, Universita' di Torino
Dina Rosa, Casalmaggiore (Cremona)
Antonella Rosetti, responsabile Casa delle Culture, Ravenna
Isa Rossano
Monica Rostoni, Villa Cortese (Milano)
p. Agostino Rota Martir, Pisa
Antonio Rotelli, Martina Franca (Taranto)
Cyrus Roustayan
Paola Rozzoni, dell'Associazione Comunita' Progetto Sud di Lamezia Terme
Patrizia Rubbiani, Modena
Romilda Saetta, Pistoia
Giorgio Saglietti
Luciana Salibra, Firenze
Mirko Salotti, Castelnuovo di Garfagnana (Lucca)
Donato Sampietro
Antonia Sani, Roma
Umberto Santino, Palermo
Maria Santo, Viterbo
Alessandro Santoro, prete delle Piagge (Firenze)
Mirna Saporetti, Ravenna
Maria Assunta Sarno
Pietro Sartorel, Brasile
Giovanni Sarubbi, Monteforte Irpino (Avellino)
Barbara Savardi Danesi
Luciano Scalettari
Manlio Schiavo, Bagheria (Palermo)
Andrea Sciuto
Lilia Sebastiani, Terni
Bruno Segre, Milano
Anna Serafini, Alessandria
Giorgio Silvani, Voghera (Pavia)
Maria Silvestrini
Peppe Sini, Viterbo
Andreina Siri, Savona
Ezio Smeriglio
Matteo Soccio, Vicenza
Andrea Spila, Traduttori per la Pace
Nico Staiti, Bologna
Enza Talciani, Roma
Marino Tambuscio, Vado Ligure
Sergio Tanzarella
Marco Taradash
Roberta Tarquini, Viterbo
don Marco Tenderini, Lecco
Sandra Teroni, Firenze
Ada Tomasello, Viterbo
Marco Tombesi
Stefano Toppi, Roma
suor Giuliana Tosetto, suore della divina volonta'
Patricia Tough, Donne in nero, Bologna
Francesca Maria Traina
Anna Maria Trevisani, Cento (Ferrara)
Liana Trevisani
Anna Rita Trulli
Olga Turchetto, Treviso
Olivier Turquet
Laura Tussi
Mariangela Vairo, Alassio (Savona)
Mao Valpiana, Verona
Guido Vaudetto, Cremona
Isabella Vecoli
Elio Veltri, Pavia
Salvatore Venuleo
Donella Verdi, Firenze
Antonio Vermigli, Quarrata (Pistoia)
Guido Viale
Corinna Vicenzi, Capalbio (Grosseto)
Mario Villa, Brescia
Giulio Vittorangeli, Tuscania (Viterbo)
Giancarlo Zambelli, Boretto (Reggio Emilia)
Paola Zampa
Paolo Zanni, Modena
padre Alex Zanotelli
Luisa Zanotelli
Silvia Zaru
Patrizia Zerbini
Franca Zucalli, Roma
Ezio Zucconi Mazzini
Associazione "Amalipe Romano"
Associazione Centro di accoglienza e di promozione culturale "Ernesto Balducci" onlus, Zugliano, Pozzuolo del Friuli
Associazione culturale cittadinanza attiva e partecipazione, Barberino Tavarnelle (Firenze)
Associazione Ex Lavanderia, Roma
Associazione Idee di Futuro, Novara
Associazione Italia-Nicaragua, Livorno
Associazione Italia-Nicaragua, circolo di Viterbo
Associazione Italianisudamericani, Buenos Aires
Associazione per i Diritti Umani
Associazione "Un bambino per amico", Gualtieri (Reggio Emilia)
Assopace Palestina
Campagna "Balconi Salva Gente"
Casa per la Pace di Vicenza
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Centro Gandhi onlus
Centro internazionale Helder Camara onlus, Milano
"Collettivo nonviolento uomo ambiente" della Bassa (Reggio Emilia)
Comunita' del Carmine di Voghera (Pavia)
Comunita' delle Piagge (Firenze)
Comunita' cristiana di base Viottoli di Pinerolo (Torino)
Donne in nero di Bologna
Donne in nero di Varese
Fondazione Centro Studi Doc, Verona
Gruppo Raab
Lega obiettori di coscienza - Casa per il disarmo di Verona
Movimento Nonviolento, Brescia
Movimento per la pace, Caserta
Noi Siamo Chiesa
Peacelink
rivista "Pretioperai"
Rete civica livornese contro la nuova normalita' della guerra
Rete Radie' Resch di Foggia
Rete Radie' Resch di Mogliano Veneto (Treviso)
Rete Radie' Resch di Quarrata (Pistoia)
Rete Radie' Resch di Treviso
Tavolo per la pace, Monte Orfano Franciacorta Rovato (Brescia)
*
Per adesioni: centropacevt at gmail.com
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5. REPETITA IUVANT. UN APPELLO ALL'ONU

Egregio Segretario Generale dell'Onu,
rivolgiamo a lei, e tramite lei anche al Consiglio di Sicurezza e all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, un urgente appello ad intervenire nei confronti del governo italiano per contrastare i crimini razzisti che esso da mesi sta commettendo contro l'umanita'.
In particolare segnaliamo i seguenti crimini:
1. Omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
2. Conclamata volonta', espressa in piu' forme ed occasioni, di far si' che i naufraghi superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte.
3. Persecuzione razzista ed effettuale favoreggiamento della riduzione in schiavitu' attraverso criminali e criminogene misure contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
4. Sequestro di persona aggravato, reato per il quale i complici del governo che siedono in Senato hanno impedito alla magistratura italiana di procedere nei confronti del Ministro dell'Interno reo confesso, garantendo cosi' una scandalosa impunita' al ministro e al governo.
5. Reiterata istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
6. Violazione di convenzioni internazionali, di leggi ordinarie, e della stessa Costituzione della Repubblica italiana, al fine di attuare una criminale politica razzista.
E' in atto in Italia un vero e proprio colpo di stato che mira ad instaurare un regime razzista, violatore dei diritti umani, negatore dei principi fondamenti e dei supremi valori della democrazia, dello stato di diritto, della dignita' umana.
L'Onu, che ha proclamato la Dichiarazione universale dei diritti umani, deve intervenire in difesa delle vittime dei crimini razzisti commessi dal governo italiano, deve intervenire a sostegno dell'ordinamento giuridico costituzionale democratico italiano, deve intervenire per impedire che in Italia s'imponga il razzismo, l'anomia, la barbarie.
Cento anni fa in Italia nasceva il fascismo: averlo lungamente sottovalutato ai suoi esordi e negli anni successivi, ha poi provocato la piu' immane tragedia del XX secolo.
Non si commetta di nuovo lo stesso errore.
Si contrasti subito la criminale politica razzista e golpista del governo italiano.
Ci si opponga subito alle abominevoli violazioni dei diritti umani di cui essa consiste.
Ci si adoperi subito per difendere in Italia la democrazia, la legalita' costituzionale, lo stato di diritto, la civile convivenza.
Nelle forme adeguate ed opportune, ma subito, senza esitazioni e senza ambiguita', l'Onu intervenga nei confronti del governo italiano per far cessare i crimini razzisti in corso.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

7. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

8. REPETITA IUVANT. NELL'ANNIVERSARIO DEL TEST DI ALAMOGORDO UNA LETTERA AI PRESIDENTI DEL PARLAMENTO

Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
gentilissimo Presidente della Camera dei Deputati,
nell'anniversario del test di Alamogordo del 16 luglio 1945 con cui ebbe inizio l'eta' atomica, il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, ricordando tutte le vittime delle armi nucleari ed il pericolo di distruzione che incombe sull'umanita' intera, rinnova la richiesta al Parlamento italiano di volersi finalmente impegnare affinche' l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Distinti saluti,
il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 16 luglio 2019

9. REPETITA IUVANT. AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: PREGHIERA DI UN IMPEGNO PER IL DISARMO NUCLEARE

Al Presidente della Repubblica
Oggetto: preghiera di un impegno per il disarmo nucleare
Egregio Presidente della Repubblica,
il 7 luglio 2017 la conferenza ad hoc dell'Onu ha adottato il Trattato per la proibizione delle armi nucleari. Il trattato non solo costituisce un importante progresso sulla via della pace, ma anche - ed ancor piu' - un impegno decisivo in difesa dell'esistenza stessa dell'umanita' che gli armamenti atomici minacciano di distruzione.
*
Ricorreva ieri l'anniversario del test di Alamogordo che diede avvio alla "eta' atomica" sulle cui terribili caratteristiche il grande filosofo Guenther Anders ha scritto parole definitive.
E tra poche settimane ricorrera' l'anniversario della bomba su Hiroshima, e poi quello della bomba su Nagasaki.
Come ogni anno il 6 e il 9 agosto l'umanita' si raccogliera' in meditazione; ma tale meditazione deve dar luogo ad azioni concrete.
E l'azione concreta indispensabile e' quella stabilita nel Trattato Onu per l'universale proibizione delle armi atomiche.
*
Nel 1981 l'indimenticabile padre Ernesto Balducci in un suo illuminante discorso ebbe a parlare delle "tre verita' di Hiroshima"; mi consenta una testuale citazione di quelle parole.
Diceva padre Balducci: "La prima verita' contenuta in quel messaggio e' che il genere umano ha un destino unico di vita o di morte. Sul momento fu una verita' intuitiva, di natura etica, ma poi, crollata l'immagine eurocentrica della storia, essa si e' dispiegata in evidenze di tipo induttivo la cui esposizione piu' recente e piu' organica e' quella del Rapporto Brandt. L'unita' del genere umano e' ormai una verita' economica. Le interdipendenze che stringono il Nord e il Sud del pianeta, attentamente esaminate, svelano che non e' il Sud a dipendere dal Nord ma e' il Nord che dipende dal Sud. Innanzitutto per il fatto che la sua economia dello spreco e' resa possibile dalla metodica rapina a cui il Sud e' sottoposto e poi, piu' specificamente, perche' esiste un nesso causale tra la politica degli armamenti e il persistere, anzi l'aggravarsi, della spaventosa piaga della fame. Pesano ancora nella nostra memoria i 50 milioni di morti dell'ultima guerra, ma cominciano anche a pesarci i morti che la fame sta facendo: 50 milioni, per l'appunto, nel solo anno 1979. E piu' comincia a pesare il fatto, sempre meglio conosciuto, che la morte per fame non e' un prodotto fatale dell'avarizia della natura o dell'ignavia degli uomini, ma il prodotto della struttura economica internazionale che riversa un'immensa quota dei profitti nell'industria delle armi: 450 miliardi di dollari nel suddetto anno 1979 e cioe' 10 volte di piu' del necessario per eliminare la fame nel mondo. Questo ora si sa. Adamo ed Eva ora sanno di essere nudi. Gli uomini e le donne che, fosse pure soltanto come elettori, tengono in piedi questa struttura di violenza, non hanno piu' la coscienza tranquilla.
La seconda verita' di Hiroshima e' che ormai l'imperativo morale della pace, ritenuta da sempre come un ideale necessario anche se irrealizzabile, e' arrivato a coincidere con l'istinto di conservazione, il medesimo istinto che veniva indicato come radice inestirpabile dell'aggressivita' distruttiva. Fino ad oggi e' stato un punto fermo che la sfera della morale e quella dell'istinto erano tra loro separate, conciliabili solo mediante un'ardua disciplina e solo entro certi limiti: fuori di quei limiti accadeva la guerra, che la coscienza morale si limitava a deprecare come un malum necessarium. Ma le prospettive attuali della guerra tecnologica sono tali che la voce dell'istinto di conservazione (di cui la paura e' un sintomo non ignobile) e la voce della coscienza sono diventate una sola voce. Non era mai capitato. Anche per questi nuovi rapporti fra etica e biologia, la storia sta cambiando di qualita'.
La terza verita' di Hiroshima e' che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'. Non che la guerra sia mai stata considerata, salvo in rari casi di sadismo culturale, un fatto secondo ragione, ma sempre le culture dominanti l'hanno ritenuta quanto meno come una extrema ratio, e cioe' come uno strumento limite della ragione. E difatti, nelle nostre ricostruzioni storiografiche, il progresso dei popoli si avvera attraverso le guerre. Per una specie di eterogenesi dei fini - per usare il linguaggio di Benedetto Croce - l'accadimento funesto generava l'avvenimento fausto. Ma ora, nell'ipotesi atomica, l'accadimento non genererebbe nessun avvenimento. O meglio, l'avvenimento morirebbe per olocausto nel grembo materno dell'accadimento".
Ogni persona ragionevole condivide queste riflessioni, questo monito.
E del resto illustri personalita' come lo scienziato Albert Einstein, il filosofo Bertrand Russell, e con loro altri scienziati e pensatori, fin dagli anni Cinquanta del secolo scorso promossero l'appello per il disarmo nucleare che recava le preziose, profonde parole: "Non parliamo, in questa occasione, come appartenenti a questa o a quella nazione, continente o credo, bensi' come esseri umani, membri del genere umano, la cui stessa sopravvivenza e' ora in pericolo". Ed ancora: "Ci appelliamo, in quanto esseri umani, ad altri esseri umani: ricordate la vostra umanita'".
*
Il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari e' il frutto della crescente consapevolezza da parte dell'umanita' intera della verita' delle riflessioni sopra ricordate.
Come e' noto, affinche' il trattato divenga vincolante occorre che almeno 50 paesi vi aderiscano e lo ratifichino, ed il numero necessario non e' ancora stato raggiunto.
L'Italia non lo ha ancora sottoscritto, e quindi neanche ratificato.
Eppure non vi e' cittadino italiano - anzi: non vi e' essere umano senziente e pensante - che non sia persuaso della necessita' di evitare la distruzione dell'umanita', della necessita' quindi di abolire le armi atomiche.
Cosa si aspetta allora ad aderire al trattato?
*
Molte volte lei ha detto parole vere e sagge di esortazione all'impegno per la pace, la solidarieta', il rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani, la difesa dell'intero mondo vivente.
Voglia ancora una volta esprimersi contro la criminale follia degli armamenti atomici.
Nell'esercizio del suo ruolo, delle sue funzioni e delle sue competenze, voglia far sentire la voce dell'umanita' che invoca la proibizione delle armi nucleari che l'intera umanita' minacciano di distruzione.
*
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene, voglia gradire i piu' cordiali saluti
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 17 luglio 2019

10. REPETITA IUVANT. LA SERA PRIMA DELL'INIZIO DELLO STERMINIO DEGLI HERERO

I.

L'ordine e' gia' arrivato, ma la truppa ancora lo ignora.
L'ordine non arriva con un messaggero a cavallo
non arriva dalla radio col telefono con tre squilli di tromba
col triplice cachinno con passo di minuetto
non arriva su carta intestata e neppure nel codice
dei giocatori di quartiglio dei tagliagole dei vicoli
col fischio del treno e le muse stupefatte
arriva e basta
a un certo punto ti accorgi che e' nell'aria
senti le lame che vengono affilate.

Basta un cenno e tutto e' detto
senza una parola senza uno sguardo d'intesa
basta trovare sul muro sotto casa
lo sgorbio nazista la scritta "morte al negro"
basta sapere che dietro la lavagna
gia' comincia il primo blocco del campo
basta guardare il piccolo duce che azzanna
pane e nutella e l'occhio gli scintilla
tutto e' gia' detto senza dire niente
la guarnigione dorme e gia' si sogna
le baionette che affondano nel tenero.

Nell'aria e' come un ronzio
nell'aria e' un silenzio di pietra
il cielo e' un incendio infinito
nero come la pece da abissi e calanchi solcato
voci di demoni invisibili
litaniano parole senza suono
parole dalle lunghe bave di fiele e di tosco
parole come rasoi
padroni a casa nostra
ruspe in azione
prima gli italiani
la pacchia e' finita
i primi manipoli gia' bivaccano in strada
la notte infetta pullula e ripullula
si scaldano intorno ai roghi
dell'arte degenerata
intorno ai roghi dei ghetti
si passano il bruciabudella
le parole d'ordine raschianti
la manovra del popolo
il governo del cambiamento
primavera di bellezza
la perfida Albione
la difesa della razza
dio riconoscera' i suoi.

E' solo la sera prima
o forse e' la sera dopo
il mare colore del vino
il mare colore del sangue.

II.

La giovane donna innocente che ti guarda e dice
io non capisco il mondo e quasi piange
e si vergogna del pianto e del mondo
tutte ha gia' conosciuto le angherie la disperazione
sente il soffio del diluvio di male che irrompe.

Il vecchio che guarda stupefatto
il ritorno dell'orda hitleriana
e pensa che quindi non basto'
non basto' tanto lottare tanto soffrire
a estinguere il mostro.

Si chiede cosa sia diventata la gioventu'
che spacca le teste come scatolette
che vomita parole pregne di Zyklon B
che cavalca draghi di coltan ridendo giuliva
masticando le carni succhiando le ossa
delle piccole mani dei bambini affogati
nella caverna del mare tra le terre
il mare colore del vino
il mare colore del sangue.

III.

Alla furia criminale e disumana
del governo razzista e golpista
opponiti tu.

Alla strage nel Mediterraneo
opponiti tu.

Ai lager libici e a chi riconsegna
agli aguzzini le vittime superstiti
opponiti tu.

Alle antileggi hitleriane
alle persecuzioni razziste
ai campi di concentramento e alle deportazioni
alla schiavitu' e all'apartheid in Italia
opponiti tu.

Sii tu la Rachele che salva Ismaele
sii tu a rispondere a Duccio Galimberti
che ti convoca a Madonna del Colletto
sii tu il buon samaritano
sii tu il cuore pensante della baracca
accorri tu all'appello di Anna e di Simona
accorri tu all'appello della Rosa Rossa e della Rosa Bianca.

Se non resisti tu chi resistera'?
Se non ti opponi tu chi si opporra'?
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.

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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 273 del 18 luglio 2019
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
*
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