[Nonviolenza] Telegrammi. 3451



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3451 del 18 luglio 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Grandola vila morena
2. "Un pomodoro e un pezzo di carbone". Una commemorazione degli emigrati uccisi a Marcinelle e a Foggia tenuta a Viterbo l'8 agosto 2018
3. Il Parlamento sfiduci il governo razzista e golpista. L'Italia ritorni alla legalita' costituzionale. Un semplice ragionamento
4. Al Presidente della Repubblica un appello da Lidia Menapace, padre Alex Zanotelli e molte altre persone di volonta' buona
5. Un appello all'Onu
6. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
7. Lea Melandri: Capitane coraggiose e movimenti
8. Luca Kocci intervista Raffaele Nogaro
9. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
10. Nell'anniversario del test di Alamogordo una lettera ai Presidenti del Parlamento
11. Al Presidente della Repubblica: preghiera di un impegno per il disarmo nucleare
12. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
13. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
14. Segnalazioni librarie
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'

1. REPETITA IUVANT. GRANDOLA VILA MORENA

I. La memoria delle vittime

Nella girandola delle scempiaggini propagandistiche
in cui vero e falso sono una sola pappa
ed ogni scelleraggine puo' essere abbigliata da banalita'

la memoria dei crimini scompare in poche ore
come sudore ne resta soltanto
un odore sgradevole a cui presto ci si ausa

cosi' dei sedici braccianti uccisi
pochi giorni fa sulle strade in due agguati
dopo un paio di giorni di rituale indignazione

con le fanfare le eccellenze loro
i giornalisti al seguito dei tweet
e la prosopopea di ogni sadico regime

nulla piu' resta se non i cadaveri ormai spazzatura
resta il regime razzista e restano schiavi gli schiavi
che continueranno ad essere torturati e assassinati

con la benedizione del regime razzista
per far funzionare l'economia schiavista
in un paese ormai segregazionista

II. Parla il presentatore del telegiornale

E perche' dovremmo ricordare sedici vittime
quando ogni giorno un diluvio di sangue
annega l'umanita'

la morte dal cielo in Yemen come a Gaza
l'ecatombe infinita nel Mediterraneo
le innumerevoli stragi della guerra e della fame

ti strizza l'occhio dalla televisione
il presentatore e ti dice
ne muoiono cosi' tanti perche' tenerne il conto

e' sempre stato cosi' piangeva gia' Serse
mentre mandava al macello i suoi soldati
tu fatti furbo pensa solo a vivere

e sii contento che a morire e' qualcun altro
mentre tu hai un tavolo e una sedia
e schiavi ti procurano il cibo a poco prezzo

e' sempre stato cosi' e cosi' sempre sara'
smettila di sognare il sogno di una cosa
alla tua eta' sii grato di esserci arrivato

e cosa sara' mai genuflettersi al padrone
e baciargli l'anello insanguinato se e' sufficiente
a non finire nel vagone piombato

e' un mondo fatto cosi'
chi non sta nel plotone d'esecuzione
gli sta davanti

noi preferiamo vivere
anche se vivere vuol dire accettare
e fare quello che non voglio dire

III. L'ora di insorgere

Ma io dico che questo orrore
non e' degno di esseri umani
ma io dico che e' l'ora di insorgere

abolire il regime schiavista
abolire il regime razzista
abolire le guerre e le armi
abolire il potere maschilista
prima radice e primo modello
di ogni violenza

abolire il fascismo e condividere
tra tutte e tutti tutto il bene e i beni
in quest'unico mondo vivente
casa comune dell'umanita'
in quest'unico mondo vivente
di cui dobbiamo essere amorevoli custodi

ogni essere umano e' uno specchio
nel dolore degli altri e' anche il tuo
la paura di ognuno e' di tutti
non vi e' altra salvezza che la condivisione
non vi e' altra salvezza che la solidarieta'
solo se tutti si e' liberi
puo' essere libero ognuno

non sono morti quei sedici morti
se tu decidi di lottare per loro
non sono morti tutti gli uccisi
se tu decidi che occorre far cessare
ogni uccisione se tu decidi
che occorre salvare tutte le vite

le innumerevoli generazioni
che hanno sperato una liberazione
da tanta oppressione da tanta sofferenza
sono ancora vive nell'azione
che si oppone oggi e qui ad ogni violenza

insorga ogni oppressa e ogni oppresso
per la liberazione comune
insorga ogni oppressa e ogni oppresso
per la legalita' che salva le vite
insorga ogni oppressa e ogni oppresso
per abolire il regime dei vampiri
e realizzare l'umana convivenza

insorga ogni oppressa e ogni oppresso
per inverare l'antica promessa
di ogni sapienza la regola d'oro
di agire verso ogni altra persona
cosi' come vorresti che ogni altra persona
agisse verso di te

insorga ogni oppressa e ogni oppresso
per cacciare il governo razzista
insorga ogni oppressa e ogni oppresso
per contrastare la mafia schiavista
insorga ogni oppressa e ogni oppresso
per il diritto di ogni essere umano
alla vita alla dignita' alla solidarieta'

i morti restano morti
nulla riscatta il dolore
le vittime assassinate
non possono piu' essere salvate
non torneranno in vita
le persone che la morte ha ghermito
eppure
tutta la loro memoria
e tutta la loro speranza
e' ancora in noi e con noi
anela la liberazione
anela la verita'

i morti restano morti
eppure ti chiamano ancora
ti chiamano alla lotta nonviolenta
per la liberazione dell'umanita'

nel movimento delle oppresse e degli oppressi
e' la forza che puo' salvare il mondo
sii tu l'umanita' come dovrebbe essere

con la forza della verita' con la scelta della nonviolenza
e' questa l'ora di insorgere
e' sempre l'ora di insorgere
per salvare tutte le vite

IV. Grandola vila morena

Non riuscivo a dormire stanotte
dalla finestra mi pareva di sentire
un passante che cantava sottovoce
in un sussurro in un mormorio
una canzone che conosco anch'io

Grandola vila morena
terra da fraternidade
o povo e' quem mais ordena
dentro de ti o cidade...

2. REPETITA IUVANT. "UN POMODORO E UN PEZZO DI CARBONE". UNA COMMEMORAZIONE DEGLI EMIGRATI UCCISI A MARCINELLE E A FOGGIA TENUTA A VITERBO L'8 AGOSTO 2018

Mercoledi' 8 agosto 2018 si e' tenuta a Viterbo per iniziativa del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" una commemorazione delle vittime della strage di Marcinelle di tanti anni fa e delle vittime dell'economia schiavista, razzista e mafiosa morte sulle strade italiane nei giorni scorsi.
Il discorso commemorativo e' stato tenuto dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese. Di seguito una sintesi ricostruita a memoria delle parole dette parlando a braccio.

I.

Ci avete fatto caso?
Un cuore umano sembra un pomodoro.
Ci avete fatto caso?
Bruciato sembra un pezzo di carbone.
Ci avete fatto caso?
Un uomo morto sembra essere uno straccio
e solo allora riconoscono che e' un uomo.

Un emigrante e' sempre un emigrante
quale che sia il paese da cui parte.
E un operaio e' sempre un operaio
che lavori nei campi o in miniera.
E sempre sono esseri umani
esseri umani sfruttati e violentati
da un potere che gli ruba il respiro
da un potere che gli mangia le vite.

E un razzista e' sempre anche schiavista
e uno schiavista e' sempre anche razzista.
E tutti i potenti sono in combutta
contro tutte le oppresse e gli oppressi.
I padroni non credono affatto che gli esseri umani
siano uguali in dignita' e diritti.
Pensano invece sia un bel modo di campare
mangiare il cuore delle altre persone.

Quando muoiono nelle gallerie
quando muoiono negli incidenti
quando muoiono ammazzati
a colpi di fucile o di scudiscio
di colpo ritornano a sembrare umani
quegli esseri umani che un attimo prima
non erano considerati esseri umani
ma solo pezzi di carne senza volto
solo corpi di schiavi senza voce
solo ingranaggi della macchina della valorizzazione del capitale.

E chi li ha schiavizzati e li ha ammazzati
quando e' ben certo che siano proprio morti
la lacrimuccia espettora a reti unificate
la lacrimuccia che non riusciva a spremersi
quand'erano vivi e tenevano basso
il costo del lavoro
cosi' che fossero alti
i profitti.

Quando erano vivi e col sudore e il sangue
facevano la gioia dell'intera filiera
che dal caporale giunge al consumatore
e tutta e' agli ordini del capitale astratto
che fa suo pascolo delle concrete umane vite
banchetta con le prelibate carni delle umane sue vittime
globale lucullo e trimalcione
tritacarne eretto a sistema e ideologia.

Il capitale che sa cio' che vuole
e che sa cio' che fa
e cio' che fa e' torturare e uccidere
l'umanita' dolente resa schiava
della catena della produzione
per ricavarne il massimo profitto.

No, non ricordino i morti di Marcinelle
gli schiavisti razzisti che oggi governano questo paese
e non osino dire di essere in lutto per i braccianti morti
abbiano invece vergogna e paura
temano che come fantasmi come antiche furie
quelle vittime tornino ad accusarli inesorabili
le stesse vittime allora ed oggi
oggi come allora vittime
del capitale e del suo comitato d'affari
oggi come allora vittime
del potere mafioso, razzista, schiavista.

Ci avete fatto caso?
Un cuore umano sembra un pomodoro.
Ci avete fatto caso?
Bruciato sembra un pezzo di carbone.
Ci avete fatto caso?
Un uomo morto sembra essere uno straccio
e solo allora riconoscono che e' un uomo.

II.

Le vittime della violenza
del potere assassino che sfrutta e divora
quelle vittime puo' ricordarle
solo chi condivide con loro il suo pane
solo chi condivide con loro la fatica e il dolore e la paura
solo chi per soccorrerle si adopera
solo chi con tutto il cuore a loro e' uguale
solo chi come loro e' vittima e lo sa.
Solo le oppresse e gli oppressi libereranno
l'umanita' intera dal dolore e dalla vergogna
tutto sara' allora chiaro
di tutte le donne e di tutti gli uomini ci ricorderemo come fossero qui
risorgeranno allora tutti i morti
tutti i sommersi saranno salvati
nella memoria di un'umanita'
che divenuta umana un mondo umano
sapra' realizzare.

Io chiedo: cosa e' l'umanita'?
Io chiedo: quale e' la cosa giusta?
E ancora chiedo: saremo mai liberi
prima di essere morti?
Non sono domande a cui possa rispondere
una persona sola, sono domande
che richiedono l'azione comune
di chi e' disposto a mettere in comune
tutti i beni e tutto il bene.
Sono domande a cui puo' rispondere
solo la lotta delle oppresse e degli oppressi
affinche' cessi il tempo dei vampiri
e venga il tempo della condivisione.

Felici i poveri, felici i miti
che non hanno oppresso nessuno.
Felici le persone addolorate
felici le affamate ed assetate
perche' loro faranno la giustizia.
Felici i misericordiosi i pacifici i perseguitati
perche' verra' il giorno in cui l'umanita'
si riconoscera' umana, umana.

Quel giorno si sfasceranno le case dei ricchi
si trasformeranno in statue di sale e di vetro
i loro figli non li riconosceranno
tutta l'avidita' del mondo svanira' come fumo ombra nulla.
E i monumenti illustri dei trionfi
di chi li ottenne al prezzo di oceani di sangue
saranno perenne memoria del dolore immedicabile
del male sparso a secchiate, a cisterne, a diluvi
ammonimento di quanto grande fosse ed obbrobriosa
la stoltezza di chi assassinava il fratello
la follia di chi segava la gola a chi pronunciava male la parola scibbolet
il delirio di chi accumulava ricchezze sacrificando vite.

III.

I ministri che dicono di essere contro la mafia
e fanno la politica voluta dalla mafia
tacciano adesso.
I ministro che dicono di essere contro la schiavitu'
e fanno la politica della schiavitu'
tacciano adesso.
I ministri delle persecuzioni razziste
che in quanto tali sono i primi persecutori dell'umanita' intera
tacciano adesso.
E se hanno un briciolo, un briciolo solo, di decenza:
che si dimettano
che si dimettano
che si dimettano.
E se in Italia si trova un giudice, un solo giudice, a Berlino:
quei ministri li processi e li condanni
li processi e li condanni quei ministri
li processi
li condanni
perche' chi non trae in salvo il naufrago lo uccide
perche' chi predica odio alimenta violenza
perche' chi perseguita le vittime e' complice di tutti i carnefici
perche' chi esalta il disordine costituito e' complice di tutti gli oppressori
di tutti gli sfruttatori di tutti i predatori di tutti gli azzannatori
perche' loro sono gli assassini degli annegati nel Mediterraneo
perche' loro sono i mandanti e i protettori degli schiavisti
perche' loro sono i fomentatori dei mafiosi e dei fascisti
che ogni giorno ripetono in forma casalinga
dal terrazzo di casa dal finestrino dell'auto
le imprese del reich millenario.

IV.

Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per salvare tutte le vite.
Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per la legalita' che ogni persona difende dall'abuso.
Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani
in quest'unica casa comune che e' il mondo vivente.

Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per ottenere che in Italia cessi il regime delle persecuzioni razziste.
Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per ottenere che in Italia cessi il regime della schiavitu' e della segregazione.
Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per ottenere che cessi l'ecatombe nel Mediterraneo
per abolire il mercato mafioso dei trafficanti di carne umana
per abolire il folle divieto di salvare la propria vita e l'altrui.

Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per ottenere che in Italia finalmente s'inveri
la democrazia il cui fondamento e' "una persona, un voto".

Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per ottenere che in Italia finalmente si rispetti
il diritto d'asilo per tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
con la forza della verita'
con la scelta della nonviolenza
per far dimettere il governo razzista
per far dimettere il governo dell'omissione di soccorso
per far dimettere il governo delle persecuzioni razziste e religiose
per far dimettere il governo complice e favoreggiatore dell'orrore della Libia dei lager
per far dimettere il governo che aggredisce e sabota chi salva le vite umane in mare
per far dimettere il governo che propaganda il disprezzo e l'odio e la violenza
per far dimettere il governo che viola la Costituzione repubblicana antifascista.

Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per denunciare e far processare i ministri colpevoli e favoreggiatori di mostruosi reati.

Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per far cessare l'apartheid in Italia
per far cessare lo squadrismo in Italia
per far cessare la schiavitu' in Italia
per far cessare il fascismo in Italia.

Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
con la forza della verita'
con la scelta della nonviolenza.
Agisci verso le altre persone
come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Legge e' la difesa del debole dall'abuso del forte.
Legge e' recare aiuto a chi ne ha bisogno.
Legge e' riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Salvare le vite e' il primo dovere.

3. REPETITA IUVANT. IL PARLAMENTO SFIDUCI IL GOVERNO RAZZISTA E GOLPISTA. L'ITALIA RITORNI ALLA LEGALITA' COSTITUZIONALE. UN SEMPLICE RAGIONAMENTO

Di cosa stiamo parlando
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo (una struttura nonviolenta attiva dagli anni Settanta del secolo scorso, che coordino' per l'Italia negli anni Ottanta la piu' vasta campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano) ha inviato una lettera "a tutti i parlamentari non fascisti" chiedendo loro di sfiduciare il governo razzista e golpista, per salvare molti esseri umani da immani sofferenze e fin dalla morte, per ripristinare in Italia la piena vigenza della Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista.
Qui vorremmo articolare il semplice ed ineludibile ragionamento che quella richiesta sostiene.
*
Uscire dalla subalternita'
Occorre uscire dalla subalternita' alle strategie retoriche ed agli ideologici paralogismi del governo razzista e golpista: retoriche e sofismi che hanno come scopo di occultare quale sia l'esito concreto delle criminali politiche razziste dell'esecutivo: la commissione di flagranti crimini contro l'umanita', l'attentato alla Costituzione, l'imposizione di un regime di apartheid.
*
Il nocciolo della questione
Il nocciolo della questione oggi in Italia e':
- che un governo razzista e golpista omette di soccorrere, negando loro un porto sicuro, naufraghi in pericolo di morte;
- che un governo razzista e golpista omette di soccorrere, e quindi condanna a sofferenze inaudite e pericoli estremi, le vittime dei lager libici;
- che un governo razzista e golpista aggredisce e sabota i soccorritori volontari che stanno salvando vite umane nel Mediterraneo;
- che un governo razzista e golpista ha imposto con il cosiddetto "decreto sicurezza della razza" scellerate misure criminali e criminogene che perseguitano persone innocenti ed inermi gettandole nella miseria e nel terrore, nella sofferenza e nella disperazione, tra gli artigli dei poteri criminali schiavisti in agguato;
- che un governo razzista e golpista sta imponendo un regime di persecuzione e segregazione, un regime di apartheid;
- che un governo razzista e golpista sta violando la Costituzione della Repubblica italiana e sta imponendo anomia e barbarie, ovvero la disumanita' eretta a regime che nella storia d'Italia abbiamo tragicamente gia' conosciuto.
*
Intervenga la magistratura
Ma in un paese democratico il governo non e' "legibus solutus", e quando un ministro o l'intero gabinetto violano le leggi, e soprattutto quando violano la stessa Costituzione, devono intervenire le competenti magistrature; devono intervenire qui e  adesso le competenti magistrature per far cessare la commissione di flagranti delitti e processare e condannare i ministri responsabili di crimini gravissimi, di crimini contro l'umanita', di attentato alla Costituzione.
*
Il parlamento sfiduci il governo
Mesi addietro la maggioranza di uno dei due rami del parlamento ha impedito alla magistratura di sottoporre a giudizio un ministro per il reato di "sequestro di persona aggravato".
Non solo: la maggioranza dell'intero parlamento ha espresso voti favorevoli alle misure palesemente razziste ed incostituzionali imposte dal governo.
Infine: e' ben noto che il governo resta in carica in quanto gode della fiducia del parlamento.
Ergo: chiediamo a tutti i parlamentari non fascisti di assumersi le loro responsabilita' e di togliere la fiducia al governo.
Come abbiamo scritto nel nostro appello: "poiche' il governo resta in carica in quanto ha la fiducia del Parlamento, siamo a chiedervi di togliere quella fiducia, siamo a chiedervi di sfiduciare il governo. Siamo a chiedervi di sfiduciare il governo per salvare vite umane innocenti. Siamo a chiedervi di sfiduciare il governo per ripristinare la vigenza della legalita' costituzionale dal governo infranta".
*
Che l'Italia torni alla legalita' che salva le vite
E chiediamo alle persone di volonta' buona di impegnarsi per questo fine: che il parlamento sfiduci il governo razzista e golpista, che il governo razzista e golpista rassegni le dimissioni, che le competenti magistrature processino i ministri responsabili di crimini contro l'umanita' e di attentato alla Costituzione, che l'Italia torni alla legalita' che salva le vite.
*
Il primo dovere
L'Italia e' una repubblica democratica.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 6 luglio 2019
* * *
Allegato: la lettera alle ed ai parlamentari non fascisti del 5 luglio 2019
Gentilissime e gentilissimi parlamentari,
non si puo' restare inerti mentre il governo italiano persevera nella sua disumana omissione di soccorso nei confronti di naufraghi innocenti ed inermi negando loro approdo in porto sicuro nel nostro paese, ed addirittura sabota e perseguita i soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo.
Non si puo' restare inerti dinanzi all'orrore dei lager libici: quegli esseri umani vittime di efferate violenze devono essere soccorsi e portati in salvo.
E non si puo' restare inerti dinanzi alle incostituzionali ed abominevoli misure di segregazione e persecuzione razzista contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Gentilissime e gentilissimi parlamentari,
con la sua antipolitica razzista il governo italiano sta commettendo veri e propri crimini contro l'umanita'.
E poiche' il governo resta in carica in quanto ha la fiducia del Parlamento, siamo a chiedervi di togliere quella fiducia, siamo a chiedervi di sfiduciare il governo.
Siamo a chiedervi di sfiduciare il governo per salvare vite umane innocenti.
Siamo a chiedervi di sfiduciare il governo per ripristinare la vigenza della legalita' costituzionale dal governo infranta.
Gentilissime e gentilissimi parlamentari,
che cosa e' infatti necessario fare in questo tragico frangente?
Ovviamente soccorrere, accogliere e assistere tutti i naufraghi e tutti i superstiti dai lager libici.
Ovviamente abrogare tutte le misure criminali e criminogene, palesemente incostituzionali, contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Ovviamente riconoscere che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Ovviamente riconoscere che salvare le vite e' il primo dovere.
Gentilissime e gentilissimi parlamentari,
tutto questo, e' evidente, significa revocare la fiducia del Parlamento a un Governo che con la sua folle antipolitica razzista si e' reso responsabile di crimini contro l'umanita' e di attentato alla Costituzione.
Tutto questo, e' evidente, significa tornare al rispetto della Costituzione della Repubblica italiana e della Dichiarazione universale dei diritti umani.
Tutto questo, e' evidente, significa tornare ad essere umani.
Gentilissime e gentilissimi parlamentari,
il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
L'Italia e' una repubblica democratica che riconosce e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Chi salva una vita salva il mondo.
Augurandovi ogni bene,
il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 5 luglio 2019

4. INIZIATIVE. AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA UN APPELLO DA LIDIA MENAPACE, PADRE ALEX ZANOTELLI E MOLTE ALTRE PERSONE DI VOLONTA' BUONA

La partigiana, femminista e senatrice emerita Lidia Menapace, padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, e tante altre persone di volonta' buona e varie associazioni di solidarieta' chiedono al Presidente della Repubblica di intervenire per far cessare l'ecatombe nel Mediterraneo.
Di seguito il testo dell'appello e le prime adesioni.
*
Egregio Presidente della Repubblica,
fermi l'ecatombe in corso nel Mediterraneo richiamando il governo al dovere di soccorrere i naufraghi, di salvare le vite umane in pericolo.
E' il governo italiano, che da un anno sta facendo di tutto per impedire che i naufraghi siano soccorsi e recati in salvo nel nostro paese, il primo responsabile della mattanza di esseri umani nel Mediterraneo: potrebbe salvarli tutti, ed invece decide di farli morire.
Chiunque lo vede, chiunque lo sa. Tacere significa essere complici di un immane massacro.
Lei e' il Presidente della Repubblica, il primo magistrato del nostro paese: nelle forme previste dall'ordinamento, nel pieno adempimento dei suoi doveri istituzionali, intervenga per far cessare la strage, intervenga per impedire altre morti di esseri umani innocenti ed inermi.
Dal profondo del cuore la preghiamo.
Augurandole ogni bene,
Paolo Adomi, Firenze
Carla Albertazzi
Alicia Albino, Argentina
Gianfranco Aldrovandi, Guastalla (Reggio Emilia)
Paola Alforno, Carde' (Cuneo)
Gilberta Alpa
Rocco Altieri, Pisa
Maria Giulia Amadasi
Nadia Amaroli, Bologna
Gabriella Anselmi, Roma
Sonia Antinori
Ferdinando Aranci, Librerie Silvio D'Amico, Roma
Pier Giuseppe Arcangeli, Viterbo
Monica Ascanelli, Ferrara
Anna Atti, Parma
Franco Avati, Verona
Margherita Badala'
Luciano Bagoli
Claudia Baldini
Vincenzo Balzani, Bologna
Imma Barbarossa, Bari
Guido Barbera, presidente Cipsi
don Franco Barbero
Daniele Barbieri, Imola (Bologna)
Marco Barbieri, Collesalvetti (Livorno)
Giuseppe Barone
Vittorio Bellavite
Bruno Bellerate, Rocca di Papa (Roma)
Remo Bellesia, Rolo (Reggio Emilia)
Walter Beltrame, Maser (Treviso)
Pietro Benedetti, Tuscania (Viterbo)
Anna Bentivoglio
Gabriella Bentivoglio, Macerata
Graziella Bernabe', Cremona
Paolo Bertagnolli, Bolzano
Marilena Bertini, presidente Comitato Collaborazione Medica
Mariaxaveria Bertola, Alba (Cuneo)
Mariateresa Bertoldi, Incisa Valdarno (Firenze)
Cecilia Bevicini, Firenze
Moreno Biagioni, Firenze
Ines Biemmi
Sauro Bigelli, Mondavio (Pesaro e Urbino)
Mauro Bigi, sindaco di Vezzano sul Crostolo (Reggio Emilia)
Paola Binetti
Marino Bisso, Rete Nobavaglio
Michele Boato, Mestre-Venezia
Sergio Lorenzo Bonanini, Genova
Massimo Bondioli, Piadena Drizzona (Cremona)
Giuliana Bonosi, Firenze
Adriano Borchi
Franco Borghi, Cento (Ferrara)
Tina Borgogni Incoccia
Donata Borgonovo Re, Trento
Cesare Borrometi, Ragusa
Angela Bosio, Santena (Torino)
Antonella Bottazzi, Modena
Anna Bravo
don Roberto Briolotti, Pavia
Valentina Bruno
Luciana Brunod
Giuseppe Bruzzone
Antonio Buono, Napoli
Silvia Burzio, Sori (Genova)
Maria Teresa Cacciari, Bologna
Roberto Cagliero, Verona
Giuseppe Callegari, Grazie di Curtatone (Mantova)
Gabriella Calvano, Andria
Dario Cambiano, Torino
Pietro Campoli, Russi (Ravenna)
Carlo Maria Cananzi, Napoli
Guido Cangianiello, Roncadelle (Brescia)
Livia Capasso, Roma
Franco Capelli, Voghera (Pavia)
Francesco Domenico Capizzi, Bologna
Claudia Capra
Maurella Carbone, Francoforte (Germania)
Maria Agnese Cardini, Rignano sull'Arno (Firenze)
Alberto Caroncini, Udine
Claudio Carrara, del Mir di Padova
Ignazio Carta, Cagliari
Chiara Casella, Travo (Piacenza)
Marco Catarci
Morena Cattaruzza, Aosta
Paola Cavallari, Bologna
Chiara Cavallaro, Roma
Marianna Cavalli, Brescia
Emilia Cavallini
Andrea Cecconi, Fondazione Ernesto Balducci
Elisabetta Celestini
Edelvais Cesaretti, Ancona
Michela Cesaretti Salvi
Fiorentina Charrier
Adriana Chemello, Vicenza
Bettina Chiadini, Ravenna
Chiara Chiappa
Anna Chiappini
Dario Chillemi
Raimondo Chiricozzi
Franco Ciappi, Gambassi Terme
Stefano Ciccone, Roma
don Adriano Cifelli, Campobasso
Giorgio Cingolani, Pino Torinese
Maria Paola Clarini, Roma
Ornella Clementi
Giancarla Codrignani
Raya Cohen
Caterina Colombo, Brescia
Matilde Consoli, Bagheria (Palermo)
Nunzia Coppede', Lamezia Terme
Antonio Corbeletti, Voghera (Pavia)
Lucia Corbo, Roma
Alessandro Cortesi op, Pistoia
Giovanna Cosentino, Novara
Ignazio Crivelli Visconti, Napoli
Nicoletta Crocella
Anna Maria Dal Lago
Augusto Dalmasso, Alba (Cuneo)
Maria Giovanna Damico
Pasquale D'Andretta, Roma
Roberto Dati
Lucia Davico, Alba (Cuneo)
Beatrice Davies, Berlino
Marianita De Ambrogio, Padova
Maria De Carli
Vincenzo De Florio
Sandra Del Fabro, Udine
Marcella Delle Donne
Vincenza DeLuca
Adriana De Mitri, Lecce
Giorgio Demurtas
Marcella Denegri
Serena De Simone, Roma
Ivano Di Cerbo
Giustina Diligenza, Arzano (Napoli)
Mario Di Marco, Viterbo
don Pierluigi Di Piazza, parrocchia di San Michele Arcangelo, Zugliano, Pozzuolo del Friuli
Gabriele Di Tonno
Angela Dogliotti
Ugo Donato, La Spezia
Moulay El Akkioui, Roma
Roberto Escobar, Milano
Eva Esposito, Napoli
Lucia Evangelisti
Nica Fabozzi de Maio, Pozzuoli (Napoli)
Sergio Falcone, Roma
Franco Fantozzi, Capannori (Lucca)
Beniamino Favaro, Mogliano Veneto
Biagio Favaro', Palermo
Edoardo Favrin
Laura Favro Bertrando, Sant'Antonino di Susa (Torino)
Stefania Ferini
Fausta Ferraro
Giordana Ferron
don Roberto Fiorini, Mantova
Elisabetta Flick, Roma
Giordana Fochi
Lorena Fornasir
Lorenzo Fort, Venezia
Gloria Frittelli Aziz, Firenze
Nicola Froggio Francica, Vibo Valentia
Riccardo Gabbrielli
Sancia Gaetani, Roma
Miriam Gagliardi, Vicenza
Elena Gajani Monguzzi, Macerata
Giuseppe Gallelli, Cecina (Livorno)
Romana Gardani
Luigi Gardini, Viadana (Mantova)
Lanfranco Genito, WeBottega per la Pace, Napoli
Mauro Gentilini, Roma
Massimo Geranio
Domitilla Gerini
Giuseppina Giacomazzi, Roma
Maria Laura Giannini
Maria Gianotti
Pasqualina Gilardi, Castiglione Torinese
Agnese Ginocchio
Rosa Maria Giolitti, Roma
Daniela Giordano, Roma
Piero P. Giorgi, Centro Europeo, Gargnano (Brescia)
Laura Giuffrida, Messina
Manuela Giugni, Rete antirazzista, Firenze
Emanuela Gorelli, Roma
Margherita Granero
Franca Grasselli, Reggio Emilia
Raffaella Gritti
Carlo Gubitosa, Bruxelles
Andrea Indellicati
Chiara Ingrao
Vincenzo Iorio
Silvio Lancisi, Pian di Sco' (Arezzo)
Monica Lanfranco
Letizia Lanza, Venezia
Renata La Rovere, Donne in nero, Napoli
Raniero La Valle
Massimo Lazzarino, Pinerolo (Torino)
Emma Leona, Associazione R-Evolution Legalita', Lamezia Terme (Catanzaro)
Antonella Litta
Giovanna Liotta
Alfredo Llana, Buenos Aires
Giampietro Lodi Rizzini, Sabbioneta (Mantova)
Pierpaolo Loi, Monserrato (Cagliari)
Giacomo Lombardo, sindaco di Ostana (Cuneo)
Edoardo Longobardi
Eugenio Longoni, Monza
Andrea Lopes Pegna
Irene Lopez, Milano
Daniele Lugli, Ferrara
Linda Maggiori
Silvana Magni, Varese
Patrizia Mainardi, Salsomaggiore Terme
Pito Maisano, Lodi
Chiara Maistri
Martina Malisani, Treviso
Alessandra Mambelli, Pax Christi, Ferrara
Gianfranco Mammone, Chiaravalle Centrale (Catanzaro)
Isabella Manara, Pistoia
Giovanni Mandorino
Matteo Marabini
Chiara Marangio
Beppe Marasso
Angela Marchini
Luisa Marchini
Alessandro Marescotti, Taranto
Angela Margaritelli
Nello Margiotta
Carlo Alberto Mari
Ornella Martella, Roma
Gian Marco Martignoni, Varese
Giuliana Martirani, Napoli
Gianfranco Marzocchi, Forli'
Domenico Massano, Asti
Domenico Matarozzo
Vittorio Mazzone
Clementina Mazzucco, Rivoli (Torino)
Lidia Menapace
Dario Mencagli, Tuscania (Viterbo)
Maurizio Meschino, Roma
p. Carmine Miccoli, Lanciano
Sara Michieletto
Elisabetta Mignani, Bologna
Roberto Mina
Francesca Moccagatta, Firenze
Gianfranco Monaca, Asti
Cristina Mondini, Ala (Trento)
Pierantonio Montecucco, Voghera (Pavia)
Enzo Morgagni, Ravenna
Luisa Morgantini
Annamaria Mori, Senigallia (Ancona)
Rosangela Mura
Demir Mustafa, Firenze
Anna Nacci, Ostuni (Brindisi)
Grazia Naletto, Lunaria, Roma
Simone Naletto, presidente Cesvitem, Mirano (Venezia)
Laura Nanni, Roma
Carlo Nardi
Pina Natale, Roma
Silvana Natali, Mantova
Amalia Navoni, Milano
Nadia Neri
Gianni Novelli, Cipax, Roma
Alberto Pacelli
Emilia Pacelli, Orte (Viterbo)
Giuseppe Padovano, Foggia
Elio Pagani, Punto Pace di Pax Christi di Tradate (Varese)
Alma Paghera, Roncadelle (Brescia)
Gabriele Pagli, Fucecchio (Firenze)
Vittorio Pallotti
Gaia Pallottino, Roma
Marco Palombo
Edda Pando
Paola Panie', Torino
Giovanna Panigadi, Reggio Emilia
don Giacomo Panizza, Comunita' Progetto Sud, Lamezia Terme
Sergio Paronetto, presidente del Centro studi di Pax Christi Italia
Maria Luisa Paroni, Sabbioneta (Mantova)
Diego Passini, Comunita' cristiana di base di Bologna
Andrea Pastor, Milano
Maria Paola Patuelli, del Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna
Italo Pent, Sant'Antonino di Susa (Torino)
Maria Speranza Perna, Napoli
Donato Perreca
Rosangela Pesenti
Emanuela Petrolati
Enrico Peyretti, Torino
Lino Picca, Scuola di Pace Nocera Inferiore (Salerno)
Cinzia Picchioni
Giampaolo Pierotti, Casalecchio di Reno (Bologna)
Francesca Piras, Alba (Cuneo)
p. Giorgio A. Pisano, Portici (Napoli)
Carlo Piazza, Verona
Alessandro Pizzi, Soriano nel Cimino (Viterbo)
Rocco Pompeo
Giuliano Pontara, Stoccolma
Ettore Prattico
Carlo Presciuttini, Terni
Francesca Prevedello, Montebelluna (Treviso)
Anna Puglisi, Palermo
Alberto Quagliata, Roma
Pilar Quarzell Castel
Massimo Radice
Fabio Ragaini, Gruppo Solidarieta', Moie di Maiolati (Ancona)
Marco Ramazzotti
Anna Rapaccioli
Mariella Ratti, La Spezia
Gianluigi Redaelli
Raffaella Riba, Giovanni Arusa, con Domitilla, Marilu' e Susanna Arusa, Cuneo
Maria Ricciardi Giannoni, Parma
Loredana Riccio
Monica Righini, Gualtieri (Reggio Emilia)
Maria Rinaldi, Castelmarte (Como)
Annamaria Rivera, Roma
Alessandra Romano, Battaglia Terme (Padova)
Roberto Romizi, Arezzo
Simona Ronchi Della Rocca, professor emerita, Universita' di Torino
Dina Rosa, Casalmaggiore (Cremona)
Antonella Rosetti, responsabile Casa delle Culture, Ravenna
Isa Rossano
Monica Rostoni, Villa Cortese (Milano)
p. Agostino Rota Martir, Pisa
Antonio Rotelli, Martina Franca (Taranto)
Cyrus Roustayan
Paola Rozzoni, dell'Associazione Comunita' Progetto Sud di Lamezia Terme
Patrizia Rubbiani, Modena
Romilda Saetta, Pistoia
Giorgio Saglietti
Luciana Salibra, Firenze
Mirko Salotti, Castelnuovo di Garfagnana (Lucca)
Donato Sampietro
Antonia Sani, Roma
Umberto Santino, Palermo
Maria Santo, Viterbo
Alessandro Santoro, prete delle Piagge (Firenze)
Mirna Saporetti, Ravenna
Maria Assunta Sarno
Pietro Sartorel, Brasile
Giovanni Sarubbi, Monteforte Irpino (Avellino)
Barbara Savardi Danesi
Luciano Scalettari
Manlio Schiavo, Bagheria (Palermo)
Andrea Sciuto
Lilia Sebastiani, Terni
Bruno Segre, Milano
Anna Serafini, Alessandria
Giorgio Silvani, Voghera (Pavia)
Maria Silvestrini
Peppe Sini, Viterbo
Andreina Siri, Savona
Ezio Smeriglio
Matteo Soccio, Vicenza
Andrea Spila, Traduttori per la Pace
Nico Staiti, Bologna
Enza Talciani, Roma
Marino Tambuscio, Vado Ligure
Sergio Tanzarella
Marco Taradash
Roberta Tarquini, Viterbo
don Marco Tenderini, Lecco
Sandra Teroni, Firenze
Ada Tomasello, Viterbo
Marco Tombesi
Stefano Toppi, Roma
suor Giuliana Tosetto, suore della divina volonta'
Patricia Tough, Donne in nero, Bologna
Francesca Maria Traina
Anna Maria Trevisani, Cento (Ferrara)
Liana Trevisani
Anna Rita Trulli
Olga Turchetto, Treviso
Olivier Turquet
Laura Tussi
Mariangela Vairo, Alassio (Savona)
Mao Valpiana, Verona
Guido Vaudetto, Cremona
Isabella Vecoli
Elio Veltri, Pavia
Salvatore Venuleo
Donella Verdi, Firenze
Antonio Vermigli, Quarrata (Pistoia)
Guido Viale
Corinna Vicenzi, Capalbio (Grosseto)
Mario Villa, Brescia
Giulio Vittorangeli, Tuscania (Viterbo)
Giancarlo Zambelli, Boretto (Reggio Emilia)
Paola Zampa
Paolo Zanni, Modena
padre Alex Zanotelli
Luisa Zanotelli
Silvia Zaru
Patrizia Zerbini
Franca Zucalli, Roma
Ezio Zucconi Mazzini
Associazione "Amalipe Romano"
Associazione Centro di accoglienza e di promozione culturale "Ernesto Balducci" onlus, Zugliano, Pozzuolo del Friuli
Associazione culturale cittadinanza attiva e partecipazione, Barberino Tavarnelle (Firenze)
Associazione Ex Lavanderia, Roma
Associazione Idee di Futuro, Novara
Associazione Italia-Nicaragua, Livorno
Associazione Italia-Nicaragua, circolo di Viterbo
Associazione Italianisudamericani, Buenos Aires
Associazione per i Diritti Umani
Associazione "Un bambino per amico", Gualtieri (Reggio Emilia)
Assopace Palestina
Campagna "Balconi Salva Gente"
Casa per la Pace di Vicenza
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Centro Gandhi onlus
Centro internazionale Helder Camara onlus, Milano
"Collettivo nonviolento uomo ambiente" della Bassa (Reggio Emilia)
Comunita' del Carmine di Voghera (Pavia)
Comunita' delle Piagge (Firenze)
Comunita' cristiana di base Viottoli di Pinerolo (Torino)
Donne in nero di Bologna
Donne in nero di Varese
Fondazione Centro Studi Doc, Verona
Gruppo Raab
Lega obiettori di coscienza - Casa per il disarmo di Verona
Movimento Nonviolento, Brescia
Movimento per la pace, Caserta
Noi Siamo Chiesa
Peacelink
rivista "Pretioperai"
Rete civica livornese contro la nuova normalita' della guerra
Rete Radie' Resch di Foggia
Rete Radie' Resch di Mogliano Veneto (Treviso)
Rete Radie' Resch di Quarrata (Pistoia)
Rete Radie' Resch di Treviso
Tavolo per la pace, Monte Orfano Franciacorta Rovato (Brescia)
*
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5. REPETITA IUVANT. UN APPELLO ALL'ONU

Egregio Segretario Generale dell'Onu,
rivolgiamo a lei, e tramite lei anche al Consiglio di Sicurezza e all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, un urgente appello ad intervenire nei confronti del governo italiano per contrastare i crimini razzisti che esso da mesi sta commettendo contro l'umanita'.
In particolare segnaliamo i seguenti crimini:
1. Omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
2. Conclamata volonta', espressa in piu' forme ed occasioni, di far si' che i naufraghi superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte.
3. Persecuzione razzista ed effettuale favoreggiamento della riduzione in schiavitu' attraverso criminali e criminogene misure contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
4. Sequestro di persona aggravato, reato per il quale i complici del governo che siedono in Senato hanno impedito alla magistratura italiana di procedere nei confronti del Ministro dell'Interno reo confesso, garantendo cosi' una scandalosa impunita' al ministro e al governo.
5. Reiterata istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
6. Violazione di convenzioni internazionali, di leggi ordinarie, e della stessa Costituzione della Repubblica italiana, al fine di attuare una criminale politica razzista.
E' in atto in Italia un vero e proprio colpo di stato che mira ad instaurare un regime razzista, violatore dei diritti umani, negatore dei principi fondamenti e dei supremi valori della democrazia, dello stato di diritto, della dignita' umana.
L'Onu, che ha proclamato la Dichiarazione universale dei diritti umani, deve intervenire in difesa delle vittime dei crimini razzisti commessi dal governo italiano, deve intervenire a sostegno dell'ordinamento giuridico costituzionale democratico italiano, deve intervenire per impedire che in Italia s'imponga il razzismo, l'anomia, la barbarie.
Cento anni fa in Italia nasceva il fascismo: averlo lungamente sottovalutato ai suoi esordi e negli anni successivi, ha poi provocato la piu' immane tragedia del XX secolo.
Non si commetta di nuovo lo stesso errore.
Si contrasti subito la criminale politica razzista e golpista del governo italiano.
Ci si opponga subito alle abominevoli violazioni dei diritti umani di cui essa consiste.
Ci si adoperi subito per difendere in Italia la democrazia, la legalita' costituzionale, lo stato di diritto, la civile convivenza.
Nelle forme adeguate ed opportune, ma subito, senza esitazioni e senza ambiguita', l'Onu intervenga nei confronti del governo italiano per far cessare i crimini razzisti in corso.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

7. RIFLESSIONE. LEA MELANDRI: CAPITANE CORAGGIOSE E MOVIMENTI
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 luglio 2019 riprendiamo e diffondiamo]

Nel suo articolo sull'ultimo numero de "L'Espresso" (del 7 luglio 2019, "Il dissenso e' donna", Michela Murgia parla di un protagonismo femminile, che va da Malala, Nadia Murad, Greta Thunberg, fino a Carola Rackete. E osserva giustamente che cio' che le accomuna e' aver agito "non contro persone ma contro sistemi, contro un potere che si manifesta in modo violento qualunque forma assuma. Ma quando e' il potere stesso, forte di un ampio consenso popolare, a prendere un corpo e un volto riconoscibili - come nel caso di Trump e Salvini - e' inevitabile che anche chi vi si oppone diventi figura unica, eroica, simbolo di una volontà collettiva di resistenza. "Viva la Capitana, abbasso il Capitano!", "La Capitana contro il Capitano: braccio di ferro Rackete-Salvini": sono solo alcuni dei titoli comparsi sui giornali quando Carola ha deciso di forzare il blocco e portare in salvo nel porto di Lampedusa le 42 persone che aveva a bordo della Sea Watch.
Su un altro versante, ha preso un analogo rilievo la calciatrice e attivista per i diritti Lgbtqi, Megan Rapinoe, quando ha sfidato Trump rifiutandosi di cantare l'inno nazionale e di incontrarlo dopo la vittoria della squadra statunitense per stringergli la mano. Attorno a loro c'erano altre donne, da quelle presenti sulla Sea Watch, alla Gip di Agrigento Alessandra Vella, che ha rilasciato Carola, alle calciatrici compagne di Megan. Il condensato di ingiurie - dal sessismo al razzismo alla lesbofobia - e di minacce che si e' scatenato nei media e nei social, non le ha risparmiate, cosi' come sono finite sotto le aggressioni di un maschilismo selvaggio tutte le donne che hanno espresso la loro solidarieta' alle "capitane". Senza voler negare l'efficacia che hanno le azioni esemplari, quando avanzano governi autoritari e politiche liberticide, non si dovrebbe tuttavia mai dimenticare il tessuto collettivo da cui nascono, le relazioni e le battaglie che le hanno faticosamente precedute, oltre alle ragioni complesse che piu' o meno consapevolmente le muovono.
In una breve intervista uscita su www.vita.it, Anna Spena mi chiedeva: "E se Carola fosse stata un uomo?" "Perche' con tanta facilita' a una donna si augura di essere stuprata?". Se avesse aggiunto che nell'augurio gli stupratori, a cui si faceva riferimento, erano "i negri che aveva salvato", sarebbe apparsa con evidenza la parentela tra sessismo e razzismo, rimasta a lungo confusamente sepolta nell'eredita' remota della storia umana, e, al medesimo tempo, la consonanza profonda tra la condizione del migrante, che compare sconosciuto ai confini di una comunita', e il destino toccato per millenni a quel primo "straniero" che e' per l'uomo il corpo femminile da cui nasce.
E' tristemente consolatorio dover riconoscere, nel contesto in cui viviamo, che sono gli odi, i rancori, i pregiudizi piu' arcaici e violenti a portare allo scoperto il potere e la violenza in tutte le loro forme, che sono i casi esemplari della combattivita' delle donne a far calare paradossalmente il silenzio sui movimenti femministi che, come la rete transnazionale Nudm (Non una di meno) ha posto fin dalla sua comparsa in Italia il tema della "intersezionalita'", le appartenenze diverse - di sesso, genere, classe, razza, orientamento sessuale - che si intrecciano e sovrappongono nella vita di ogni persona.
Non e' un caso che siano donne, in Italia come altrove, a denunciare, contrastare le politiche disumane dei governi rispetto ai migranti. "Nuda vita", "nient'altro che corpi", sfruttati come risorse e tenuti sotto controllo per una sessualita' considerata minacciosa nei suoi eccessi, sono stati sia le donne che i popoli di pelle diversa, soprattutto se nera. Quindi non dovrebbe meravigliare che siano loro oggi in primo piano a mostrare la discrepanza tra le affermazione di valori, diritti umani, e le leggi che dovrebbero darvi applicazione. Per quanto suggestivo, il richiamo ad Antigone come figura della disobbedienza alle leggi della citta', non ha molto a che vedere con una scelta che Carola stessa ha definito nei suoi termini piu' concreti: obbligo di soccorrere i naufraghi e condurli in un porto sicuro, cosi' come sancito dalle consuetudini internazionali sul diritto del mare e dai trattati che le specificano, assunzione del rischio di violare una legge, il decreto sicurezza bis, incompatibile con l'articolo 2 della nostra stessa Costituzione.
Opporsi alle molteplici forme di dominio, tenendo presente la matrice sessista che le sorregge, combattere i governi che le legittimano, e' oggi, nell'azione singola come nelle pratiche collettive del femminismo, un riferimento essenziale per tutti i movimenti che, nella loro frammentarieta', condividono la speranza e l'impegno per un mondo piu' giusto, piu' umano e piu' vivibile.

8. RIFLESSIONE. LUCA KOCCI INTERVISTA RAFFAELE NOGARO
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 17 luglio 2019 riprendiamo e diffondiamo]

"Faccio professione solenne di disobbedienza civile alle leggi ingiuste contro i migranti e i poveri. E chiedo che lo facciano i cristiani che davvero mettono al primo posto il Vangelo e tutti coloro che credono nella giustizia".
A parlare e' padre Raffaele Nogaro, ex vescovo di Caserta, da sempre in prima linea accanto agli ultimi, ai migranti, alle donne sfruttate vittime di tratta, talvolta incassando ramanzine ecclesiastiche e piu' spesso severe critiche dei potenti del momento, ieri democristiani, oggi leghisti. "Plaudo e sostengo l'iniziativa dei braccianti pugliesi e del vescovo di Bari, monsignor Cacucci, che ha appoggiato la loro causa", spiega al "Manifesto" Nogaro. Che aggiunge, con determinazione: "Nella nostra situazione, nell'Italia di oggi, la Chiesa, i vescovi, i preti e i cristiani devono praticare la disobbedienza civile, assumendone le conseguenze, a costo di essere processati, condannati, anche di andare in prigione se necessario".
*
- Luca Kocci: Lo chiede anche la parabola evangelica del buon samaritano...
Certamente. Dobbiamo difendere e soccorrere chi e' nel bisognoso, i poveri, i braccianti, i migranti. I cristiani sono chiamati da Dio ad essere buoni samaritani, e' un imperativo evangelico.
*
- Luca Kocci: I braccianti hanno occupato la cattedrale di Bari sottolineando le parole di papa Francesco secondo cui "il lavoro conferisce dignita' all'uomo". La Chiesa e' su questa linea?
- Raffaele Nogaro: Il lavoro da' il pane e la dignita'. E noi dobbiamo difendere con forza i diritti dei braccianti, dei migranti e di tutti i lavoratori sfruttati. Ma a me pare che in realta' siano pochi i preti e i vescovi che seguono la linea di papa Francesco. Allora non e' tanto la Chiesa in quanto tale, perche' la Chiesa ha tradito tante volte l'uomo, ma il discepolo di Cristo a dover tendere la mano verso chi e' in difficolta'.
*
- Luca Kocci: Le recenti misure legislative hanno peggiorato la situazione?
- Raffaele Nogaro: Sono indignato verso alcune norme, volute dal governo e approvate dal parlamento, che sono violente, che calpestano la dignita' degli esseri umani e offendono la vita umana. Purtroppo le parole brutali del ministro Salvini sul tema della sicurezza vengono accolte con simpatia da molti cattolici, ma anche da tanti preti e diversi vescovi.
*
- Luca Kocci: E non e' finita: la prossima settimana il parlamento discutera' il decreto sicurezza bis, contro il quale lei, insieme a padre Zanotelli, a don Santoro, a tante religiose, religiosi e credenti state digiunando e protestando in piazza, a Montecitorio...
- Raffaele Nogaro: Non e' possibile affermare la sicurezza di alcuni compromettendo la vita e la dignita' di altre persone che sono in difficolta', come i migranti. Il primo decreto sicurezza, e ora anche questo decreto bis, se verra' approvato, condannano i poveri e i migranti. Ma condannano anche coloro che li salvano e li difendono. E lo fanno creando e alimentando menzogne sull'opera delle persone e delle organizzazioni di buona volonta', come le ong. Per questo dico che l'unica via e' la disobbedienza civile a queste leggi ingiuste.

9. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

10. REPETITA IUVANT. NELL'ANNIVERSARIO DEL TEST DI ALAMOGORDO UNA LETTERA AI PRESIDENTI DEL PARLAMENTO

Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
gentilissimo Presidente della Camera dei Deputati,
nell'anniversario del test di Alamogordo del 16 luglio 1945 con cui ebbe inizio l'eta' atomica, il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, ricordando tutte le vittime delle armi nucleari ed il pericolo di distruzione che incombe sull'umanita' intera, rinnova la richiesta al Parlamento italiano di volersi finalmente impegnare affinche' l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Distinti saluti,
il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 16 luglio 2019

11. REPETITA IUVANT. AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: PREGHIERA DI UN IMPEGNO PER IL DISARMO NUCLEARE

Al Presidente della Repubblica
Oggetto: preghiera di un impegno per il disarmo nucleare
Egregio Presidente della Repubblica,
il 7 luglio 2017 la conferenza ad hoc dell'Onu ha adottato il Trattato per la proibizione delle armi nucleari. Il trattato non solo costituisce un importante progresso sulla via della pace, ma anche - ed ancor piu' - un impegno decisivo in difesa dell'esistenza stessa dell'umanita' che gli armamenti atomici minacciano di distruzione.
*
Ricorreva ieri l'anniversario del test di Alamogordo che diede avvio alla "eta' atomica" sulle cui terribili caratteristiche il grande filosofo Guenther Anders ha scritto parole definitive.
E tra poche settimane ricorrera' l'anniversario della bomba su Hiroshima, e poi quello della bomba su Nagasaki.
Come ogni anno il 6 e il 9 agosto l'umanita' si raccogliera' in meditazione; ma tale meditazione deve dar luogo ad azioni concrete.
E l'azione concreta indispensabile e' quella stabilita nel Trattato Onu per l'universale proibizione delle armi atomiche.
*
Nel 1981 l'indimenticabile padre Ernesto Balducci in un suo illuminante discorso ebbe a parlare delle "tre verita' di Hiroshima"; mi consenta una testuale citazione di quelle parole.
Diceva padre Balducci: "La prima verita' contenuta in quel messaggio e' che il genere umano ha un destino unico di vita o di morte. Sul momento fu una verita' intuitiva, di natura etica, ma poi, crollata l'immagine eurocentrica della storia, essa si e' dispiegata in evidenze di tipo induttivo la cui esposizione piu' recente e piu' organica e' quella del Rapporto Brandt. L'unita' del genere umano e' ormai una verita' economica. Le interdipendenze che stringono il Nord e il Sud del pianeta, attentamente esaminate, svelano che non e' il Sud a dipendere dal Nord ma e' il Nord che dipende dal Sud. Innanzitutto per il fatto che la sua economia dello spreco e' resa possibile dalla metodica rapina a cui il Sud e' sottoposto e poi, piu' specificamente, perche' esiste un nesso causale tra la politica degli armamenti e il persistere, anzi l'aggravarsi, della spaventosa piaga della fame. Pesano ancora nella nostra memoria i 50 milioni di morti dell'ultima guerra, ma cominciano anche a pesarci i morti che la fame sta facendo: 50 milioni, per l'appunto, nel solo anno 1979. E piu' comincia a pesare il fatto, sempre meglio conosciuto, che la morte per fame non e' un prodotto fatale dell'avarizia della natura o dell'ignavia degli uomini, ma il prodotto della struttura economica internazionale che riversa un'immensa quota dei profitti nell'industria delle armi: 450 miliardi di dollari nel suddetto anno 1979 e cioe' 10 volte di piu' del necessario per eliminare la fame nel mondo. Questo ora si sa. Adamo ed Eva ora sanno di essere nudi. Gli uomini e le donne che, fosse pure soltanto come elettori, tengono in piedi questa struttura di violenza, non hanno piu' la coscienza tranquilla.
La seconda verita' di Hiroshima e' che ormai l'imperativo morale della pace, ritenuta da sempre come un ideale necessario anche se irrealizzabile, e' arrivato a coincidere con l'istinto di conservazione, il medesimo istinto che veniva indicato come radice inestirpabile dell'aggressivita' distruttiva. Fino ad oggi e' stato un punto fermo che la sfera della morale e quella dell'istinto erano tra loro separate, conciliabili solo mediante un'ardua disciplina e solo entro certi limiti: fuori di quei limiti accadeva la guerra, che la coscienza morale si limitava a deprecare come un malum necessarium. Ma le prospettive attuali della guerra tecnologica sono tali che la voce dell'istinto di conservazione (di cui la paura e' un sintomo non ignobile) e la voce della coscienza sono diventate una sola voce. Non era mai capitato. Anche per questi nuovi rapporti fra etica e biologia, la storia sta cambiando di qualita'.
La terza verita' di Hiroshima e' che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'. Non che la guerra sia mai stata considerata, salvo in rari casi di sadismo culturale, un fatto secondo ragione, ma sempre le culture dominanti l'hanno ritenuta quanto meno come una extrema ratio, e cioe' come uno strumento limite della ragione. E difatti, nelle nostre ricostruzioni storiografiche, il progresso dei popoli si avvera attraverso le guerre. Per una specie di eterogenesi dei fini - per usare il linguaggio di Benedetto Croce - l'accadimento funesto generava l'avvenimento fausto. Ma ora, nell'ipotesi atomica, l'accadimento non genererebbe nessun avvenimento. O meglio, l'avvenimento morirebbe per olocausto nel grembo materno dell'accadimento".
Ogni persona ragionevole condivide queste riflessioni, questo monito.
E del resto illustri personalita' come lo scienziato Albert Einstein, il filosofo Bertrand Russell, e con loro altri scienziati e pensatori, fin dagli anni Cinquanta del secolo scorso promossero l'appello per il disarmo nucleare che recava le preziose, profonde parole: "Non parliamo, in questa occasione, come appartenenti a questa o a quella nazione, continente o credo, bensi' come esseri umani, membri del genere umano, la cui stessa sopravvivenza e' ora in pericolo". Ed ancora: "Ci appelliamo, in quanto esseri umani, ad altri esseri umani: ricordate la vostra umanita'".
*
Il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari e' il frutto della crescente consapevolezza da parte dell'umanita' intera della verita' delle riflessioni sopra ricordate.
Come e' noto, affinche' il trattato divenga vincolante occorre che almeno 50 paesi vi aderiscano e lo ratifichino, ed il numero necessario non e' ancora stato raggiunto.
L'Italia non lo ha ancora sottoscritto, e quindi neanche ratificato.
Eppure non vi e' cittadino italiano - anzi: non vi e' essere umano senziente e pensante - che non sia persuaso della necessita' di evitare la distruzione dell'umanita', della necessita' quindi di abolire le armi atomiche.
Cosa si aspetta allora ad aderire al trattato?
*
Molte volte lei ha detto parole vere e sagge di esortazione all'impegno per la pace, la solidarieta', il rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani, la difesa dell'intero mondo vivente.
Voglia ancora una volta esprimersi contro la criminale follia degli armamenti atomici.
Nell'esercizio del suo ruolo, delle sue funzioni e delle sue competenze, voglia far sentire la voce dell'umanita' che invoca la proibizione delle armi nucleari che l'intera umanita' minacciano di distruzione.
*
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene, voglia gradire i piu' cordiali saluti
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 17 luglio 2019

12. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

13. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

14. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Emanuele Severino, La filosofia antica, Rcs, Milano 1984, 1990, pp. 224.
- Emanuele Severino, La filosofia moderna, Rcs, Milano 1984, 1991, pp. 256.
- Emanuele Severino, La filosofia contemporanea, Rcs, Milano 1986, 1992, pp. 272.
- Emanuele Severino, Antologia filosofica, Rcs, Milano 1988, 1994, pp. 520.
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Riedizioni
- Eugene Davidson, Gli imputati di Norimberga, Mondadori, Milano, 2 voll. per complessive pp. 658 (+ un apparato fotografico di 32 pp.), euro 9,99 +  9,99.
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Visioni
- Claudia De Feo (a cura di), Balthus, Rcs, Milano 2004, pp. 192. Presentazione di Giorgio Soavi.
- Massimiliano De Serio (a cura di), Klee, Rcs, Milano 2004, pp. 192. Presentazione di Clement Greenberg.

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

16. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3451 del 18 luglio 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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