[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 249



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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 249 del 20 giugno 2019

In questo numero:
1. Unhcr: Il numero di persone in fuga nel mondo supera i 70 milioni
2. Al Presidente della Repubblica un appello da Lidia Menapace, padre Alex Zanotelli e molte altre persone di volonta' buona
3. Un appello all'Onu
4. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
5. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
6. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
7. Omero Dellistorti: L'esito fatale
8. Omero Dellistorti: Io non vorrei dire niente
9. Omero Dellistorti: Le barzellette
10. Omero Dellistorti: L'accompagnatore di nuvole

1. DOCUMENTAZIONE. UNHCR: IL NUMERO DI PERSONE IN FUGA NEL MONDO SUPERA I 70 MILIONI
[Dal sito dell'Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) riprendiamo e diffondiamo il seguente comunicato del 19 giugno 2019]

Il numero di persone in fuga nel mondo supera i 70 milioni: l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati chiede maggiore solidarieta'
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Nel 2018, Il numero di persone in fuga da guerre, persecuzioni e conflitti ha superato i 70 milioni. Si tratta del livello piu' alto registrato dall'UNHCR, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, in quasi 70 anni di attivita'.
I dati raccolti nel rapporto annuale dell'UNHCR Global Trends, pubblicato oggi, mostrano come attualmente siano quasi 70,8 milioni le persone in fuga. Per coglierne la portata, tale cifra corrisponde al doppio di quella di 20 anni fa, con 2,3 milioni di persone in piu' rispetto a un anno fa, e a una popolazione di dimensione compresa fra quelle di Thailandia e Turchia.
La cifra di 70,8 milioni e' stimata per difetto, considerato che la crisi in Venezuela in particolare e' attualmente riflessa da questo dato solo parzialmente. In tutto, circa 4 milioni di venezuelani, secondo i dati dei paesi che li hanno accolti, hanno lasciato il Paese, rendendo la crisi in atto uno degli esodi forzati recenti di piu' vasta portata a livello mondiale. Sebbene la maggior parte delle persone in fuga necessiti di protezione internazionale, ad oggi solo circa mezzo milione di queste ha presentato formalmente domanda di asilo.
"Quanto osserviamo in questi dati costituisce l'ulteriore conferma di come vi sia una tendenza nel lungo periodo all'aumento del numero di persone che fuggono in cerca di sicurezza da guerre, conflitti e persecuzioni. Se da un lato il linguaggio utilizzato per parlare di rifugiati e migranti tende spesso a dividere, dall'altro, allo stesso tempo, stiamo assistendo a manifestazioni di generosita' e solidarieta', specialmente da parte di quelle stesse comunita' che accolgono un numero elevato di rifugiati. Stiamo inoltre assistendo a un coinvolgimento senza precedenti di nuovi attori, fra cui quelli impegnati per lo sviluppo, le aziende private e i singoli individui, che non soltanto riflette ma mette anche in pratica lo spirito del Global Compact sui Rifugiati", ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. "Dobbiamo ripartire da questi esempi positivi ed esprimere solidarieta' ancora maggiore nei confronti delle diverse migliaia di persone innocenti costrette ogni giorno ad abbandonare le proprie case".
La cifra di 70,8 milioni registrata dal rapporto Global Trends e' composta da tre gruppi principali. Il primo e' quello dei rifugiati, ovvero persone costrette a fuggire dal proprio Paese a causa di conflitti, guerre o persecuzioni. Nel 2018 il numero di rifugiati ha raggiunto 25,9 milioni su scala mondiale, 500.000 in piu' del 2017. Inclusi in tale dato sono i 5,5 milioni di rifugiati palestinesi che ricadono sotto il mandato dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (United Nations Relief and Works Agency/UNRWA).
Il secondo gruppo e' composto dai richiedenti asilo, persone che si trovano al di fuori del proprio Paese di origine e che ricevono protezione internazionale, in attesa dell'esito della domanda di asilo. Alla fine del 2018 il numero di richiedenti asilo nel mondo era di 3,5 milioni.
Infine, il gruppo piu' numeroso, con 41,3 milioni di persone, e' quello che include gli sfollati in aree interne al proprio Paese di origine, una categoria alla quale normalmente si fa riferimento con la dicitura sfollati interni (Internally Displaced People/IDP).
La crescita complessiva del numero di persone costrette alla fuga e' continuata a una rapidita' maggiore di quella con cui si trovano soluzioni in loro favore. La soluzione migliore per qualunque rifugiato e' rappresentata dalla possibilita' di fare ritorno nel proprio Paese volontariamente, in condizioni sicure e dignitose. Altre soluzioni prevedono l'integrazione nella comunita' di accoglienza o il reinsediamento in un Paese terzo. Tuttavia, nel 2018 solo 92.400 rifugiati sono stati reinsediati, meno del 7 per cento di quanti sono in attesa. Circa 593.800 rifugiati hanno potuto fare ritorno nel proprio Paese, mentre 62.600 hanno acquisito una nuova cittadinanza per naturalizzazione.
"Ad ogni crisi di rifugiati, ovunque essa si manifesti e indipendentemente da quanto tempo si stia protraendo, si deve accompagnare la necessita' permanente di trovare soluzioni e di rimuovere gli ostacoli che impediscono alle persone di fare ritorno a casa", ha dichiarato l'Alto Commissario Filippo Grandi. "Si tratta di un lavoro complesso che vede l'impegno costante dell'UNHCR, ma che richiede che anche tutti i Paesi collaborino per un obiettivo comune. Rappresenta una delle grandi sfide dei nostri tempi".
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Global trends 2018 - 8 fatti sui rifugiati che e' necessario conoscere
- Minori. Nel 2018, un rifugiato su due era minore, molti (111.000) soli e senza famiglia.
- Prima infanzia. L'Uganda ha registrato 2.800 bambini rifugiati di eta' pari o inferiore a cinque anni, soli o separati dalla propria famiglia.
- Fenomeno urbano. E' piu' probabile che un rifugiato viva in paese o in citta' (61%) che in aree rurali o in un campo rifugiati.
- Ricchie  poveri. I Paesi ad alto reddito accolgono mediamente 2,7 rifugiati ogni 1.000 abitanti; i Paesi a reddito medio e medio-basso ne accolgono in media 5,8; i Paesi piu' poveri accolgono un terzo di tutti i rifugiati su scala mondiale.
- Dove si trovano. Circa l'80% dei rifugiati vive in Paesi confinanti con i Paesi di origine.
- Durata. Quasi 4 rifugiati su 5 hanno vissuto da rifugiati almeno per cinque anni. Un rifugiato su 5 e' rimasto in tale condizione per almeno 20 anni.
- Nuovi richiedenti asilo. Nel 2018 il numero piu' elevato di nuove domande d'asilo e' stato presentato da venezuelani (341.800).
- Probabilita'. Nel 2018, 1 persona ogni 108 era rifugiata, richiedente asilo o sfollata. 10 anni prima la proporzione era di 1 su 160.
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Il report in inglese ed ulteriori materiali sono disponibili al seguente link: https://www.unhcr.org/global-trends-2018-media.html
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Per maggiori informazioni:
- Carlotta Sami, SAMI at unhcr.org, +39 335 679 4746
- Federico Fossi, fossi at unhcr.org, +39 349 084 3461
- Barbara Molinario, molinarb at unhcr.org, +39 338 546 2932

2. INIZIATIVE. AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA UN APPELLO DA LIDIA MENAPACE, PADRE ALEX ZANOTELLI E MOLTE ALTRE PERSONE DI VOLONTA' BUONA

La partigiana, femminista e senatrice emerita Lidia Menapace, padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, e tante altre persone di volonta' buona e varie associazioni di solidarieta' chiedono al Presidente della Repubblica di intervenire per far cessare l'ecatombe nel Mediterraneo.
Di seguito il testo dell'appello e le prime adesioni.
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Egregio Presidente della Repubblica,
fermi l'ecatombe in corso nel Mediterraneo richiamando il governo al dovere di soccorrere i naufraghi, di salvare le vite umane in pericolo.
E' il governo italiano, che da un anno sta facendo di tutto per impedire che i naufraghi siano soccorsi e recati in salvo nel nostro paese, il primo responsabile della mattanza di esseri umani nel Mediterraneo: potrebbe salvarli tutti, ed invece decide di farli morire.
Chiunque lo vede, chiunque lo sa. Tacere significa essere complici di un immane massacro.
Lei e' il Presidente della Repubblica, il primo magistrato del nostro paese: nelle forme previste dall'ordinamento, nel pieno adempimento dei suoi doveri istituzionali, intervenga per far cessare la strage, intervenga per impedire altre morti di esseri umani innocenti ed inermi.
Dal profondo del cuore la preghiamo.
Augurandole ogni bene,
Paolo Adomi, Firenze
Carla Albertazzi
Gianfranco Aldrovandi, Guastalla (Reggio Emilia)
Paola Alforno, Carde' (Cuneo)
Gilberta Alpa
Rocco Altieri, Pisa
Maria Giulia Amadasi
Nadia Amaroli, Bologna
Gabriella Anselmi, Roma
Sonia Antinori
Ferdinando Aranci, Librerie Silvio D'Amico, Roma
Pier Giuseppe Arcangeli, Viterbo
Monica Ascanelli, Ferrara
Anna Atti, Parma
Franco Avati, Verona
Luciano Bagoli
Claudia Baldini
Vincenzo Balzani, Bologna
Imma Barbarossa, Bari
don Franco Barbero
Daniele Barbieri, Imola (Bologna)
Marco Barbieri, Collesalvetti (Livorno)
Giuseppe Barone
Vittorio Bellavite
Bruno Bellerate, Rocca di Papa (Roma)
Remo Bellesia, Rolo (Reggio Emilia)
Walter Beltrame, Maser (Treviso)
Pietro Benedetti, Tuscania (Viterbo)
Anna Bentivoglio
Gabriella Bentivoglio, Macerata
Paolo Bertagnolli, Bolzano
Marilena Bertini, presidente Comitato Collaborazione Medica
Mariaxaveria Bertola, Alba (Cuneo)
Mariateresa Bertoldi, Incisa Valdarno (Firenze)
Cecilia Bevicini, Firenze
Moreno Biagioni, Firenze
Ines Biemmi
Sauro Bigelli, Mondavio (Pesaro e Urbino)
Mauro Bigi, sindaco di Vezzano sul Crostolo (Reggio Emilia)
Marino Bisso, Rete Nobavaglio
Michele Boato, Mestre-Venezia
Giuliana Bonosi, Firenze
Adriano Borchi
Franco Borghi, Cento (Ferrara)
Tina Borgogni Incoccia
Cesare Borrometi, Ragusa
Anna Bravo
don Roberto Briolotti, Pavia
Valentina Bruno
Giuseppe Bruzzone
Antonio Buono, Napoli
Silvia Burzio, Sori (Genova)
Maria Teresa Cacciari, Bologna
Giuseppe Callegari, Grazie di Curtatone (Mantova)
Dario Cambiano, Torino
Carlo Maria Cananzi, Napoli
Livia Capasso, Roma
Franco Capelli, Voghera (Pavia)
Francesco Domenico Capizzi, Bologna
Claudia Capra
Maurella Carbone, Francoforte (Germania)
Maria Agnese Cardini, Rignano sull'Arno (Firenze)
Alberto Caroncini, Udine
Claudio Carrara, del Mir di Padova
Chiara Casella, Travo (Piacenza)
Marco Catarci
Morena Cattaruzza, Aosta
Paola Cavallari, Bologna
Chiara Cavallaro, Roma
Marianna Cavalli, Brescia
Andrea Cecconi, Fondazione Ernesto Balducci
Elisabetta Celestini
Edelvais Cesaretti, Ancona
Fiorentina Charrier
Adriana Chemello, Vicenza
Bettina Chiadini, Ravenna
Anna Chiappini
Raimondo Chiricozzi
Franco Ciappi, Gambassi Terme
Stefano Ciccone, Roma
don Adriano Cifelli, Campobasso
Giorgio Cingolani, Pino Torinese
Maria Paola Clarini, Roma
Ornella Clementi
Giancarla Codrignani
Raya Cohen
Matilde Consoli, Bagheria (Palermo)
Nunzia Coppede', Lamezia Terme
Antonio Corbeletti, Voghera (Pavia)
Lucia Corbo, Roma
Alessandro Cortesi op, Pistoia
Ignazio Crivelli Visconti, Napoli
Nicoletta Crocella
Anna Maria Dal Lago
Augusto Dalmasso, Alba (Cuneo)
Maria Giovanna Damico
Roberto Dati
Lucia Davico, Alba (Cuneo)
Marianita De Ambrogio, Padova
Maria De Carli
Vincenzo De Florio
Sandra Del Fabro, Udine
Marcella Delle Donne
Adriana De Mitri, Lecce
Giorgio Demurtas
Marcella Denegri
Ivano Di Cerbo
Giustina Diligenza, Arzano (Napoli)
Mario Di Marco, Viterbo
don Pierluigi Di Piazza, parrocchia di San Michele Arcangelo, Zugliano, Pozzuolo del Friuli
Gabriele Di Tonno
Angela Dogliotti
Ugo Donato, La Spezia
Roberto Escobar, Milano
Eva Esposito, Napoli
Lucia Evangelisti
Nica Fabozzi de Maio, Pozzuoli (Napoli)
Sergio Falcone, Roma
Franco Fantozzi, Capannori (Lucca)
Beniamino Favaro, Mogliano Veneto
Biagio Favaro', Palermo
Edoardo Favrin
Laura Favro Bertrando, Sant'Antonino di Susa (Torino)
Stefania Ferini
Fausta Ferraro
Giordana Ferron
don Roberto Fiorini, Mantova
Elisabetta Flick, Roma
Giordana Fochi
Lorena Fornasir
Gloria Frittelli Aziz, Firenze
Nicola Froggio Francica
Riccardo Gabbrielli
Sancia Gaetani, Roma
Elena Gajani Monguzzi, Macerata
Giuseppe Gallelli, Cecina (Livorno)
Romana Gardani
Luigi Gardini, Viadana (Mantova)
Lanfranco Genito, WeBottega per la Pace, Napoli
Mauro Gentilini, Roma
Massimo Geranio
Giuseppina Giacomazzi, Roma
Maria Laura Giannini
Maria Gianotti
Pasqualina Gilardi, Castiglione Torinese
Agnese Ginocchio
Rosa Maria Giolitti, Roma
Daniela Giordano, Roma
Laura Giuffrida, Messina
Manuela Giugni, Rete antirazzista, Firenze
Emanuela Gorelli, Roma
Margherita Granero
Franca Grasselli, Reggio Emilia
Raffaella Gritti
Carlo Gubitosa, Bruxelles
Andrea Indellicati
Chiara Ingrao
Vincenzo Iorio
Silvio Lancisi, Pian di Sco' (Arezzo)
Monica Lanfranco
Renata La Rovere, Donne in nero, Napoli
Raniero La Valle
Massimo Lazzarino, Pinerolo (Torino)
Emma Leona, Associazione R-Evolution Legalita', Lamezia Terme (Catanzaro)
Antonella Litta
Alfredo Llana, Buenos Aires
Giampietro Lodi Rizzini, Sabbioneta (Mantova)
Pierpaolo Loi, Monserrato (Cagliari)
Giacomo Lombardo, sindaco di Ostana (Cuneo)
Edoardo Longobardi
Eugenio Longoni, Monza
Andrea Lopes Pegna
Irene Lopez, Milano
Daniele Lugli, Ferrara
Linda Maggiori
Silvana Magni, Varese
Patrizia Mainardi, Salsomaggiore Terme
Pito Maisano, Lodi
Alessandra Mambelli, Pax Christi, Ferrara
Gianfranco Mammone, Chiaravalle Centrale (Catanzaro)
Isabella Manara, Pistoia
Giovanni Mandorino
Matteo Marabini
Chiara Marangio
Beppe Marasso
Angela Marchini
Luisa Marchini
Alessandro Marescotti, Taranto
Nello Margiotta
Carlo Alberto Mari
Ornella Martella, Roma
Gian Marco Martignoni, Varese
Giuliana Martirani, Napoli
Domenico Massano, Asti
Domenico Matarozzo
Vittorio Mazzone
Clementina Mazzucco, Rivoli (Torino)
Lidia Menapace
Dario Mencagli, Tuscania (Viterbo)
Maurizio Meschino, Roma
p. Carmine Miccoli, Lanciano
Sara Michieletto
Elisabetta Mignani, Bologna
Roberto Mina
Francesca Moccagatta, Firenze
Gianfranco Monaca, Asti
Cristina Mondini, Ala (Trento)
Pierantonio Montecucco, Voghera (Pavia)
Enzo Morgagni, Ravenna
Luisa Morgantini
Annamaria Mori, Senigallia (Ancona)
Rosangela Mura
Demir Mustafa
Anna Nacci, Ostuni (Brindisi)
Grazia Naletto, Lunaria, Roma
Laura Nanni, Roma
Pina Natale, Roma
Silvana Natali, Mantova
Amalia Navoni, Milano
Nadia Neri
Gianni Novelli, Cipax, Roma
Emilia Pacelli, Orte (Viterbo)
Giuseppe Padovano, Foggia
Elio Pagani, Punto Pace di Pax Christi di Tradate (Varese)
Gabriele Pagli, Fucecchio (Firenze)
Vittorio Pallotti
Gaia Pallottino, Roma
Marco Palombo
Edda Pando
Paola Panie', Torino
Giovanna Panigadi, Reggio Emilia
don Giacomo Panizza, Comunita' Progetto Sud, Lamezia Terme
Sergio Paronetto, presidente del Centro studi di Pax Christi Italia
Maria Luisa Paroni, Sabbioneta (Mantova)
Diego Passini, Comunita' cristiana di base di Bologna
Maria Paola Patuelli, del Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna
Italo Pent, Sant'Antonino di Susa (Torino)
Maria Speranza Perna, Napoli
Donato Perreca
Rosangela Pesenti
Emanuela Petrolati
Enrico Peyretti, Torino
Lino Picca, Scuola di Pace Nocera Inferiore (Salerno)
Cinzia Picchioni
Giampaolo Pierotti, Casalecchio di Reno (Bologna)
Francesca Piras, Alba (Cuneo)
p. Giorgio A. Pisano, Portici (Napoli)
Carlo Piazza, Verona
Alessandro Pizzi, Soriano nel Cimino (Viterbo)
Rocco Pompeo
Giuliano Pontara, Stoccolma
Ettore Prattico
Carlo Presciuttini, Terni
Anna Puglisi, Palermo
Alberto Quagliata, Roma
Pilar Quarzell Castel
Massimo Radice
Fabio Ragaini, Gruppo Solidarieta', Moie di Maiolati (Ancona)
Marco Ramazzotti
Anna Rapaccioli
Mariella Ratti, La Spezia
Gianluigi Redaelli
Raffaella Riba, Giovanni Arusa, con Domitilla, Marilu' e Susanna Arusa, Cuneo
Maria Ricciardi Giannoni, Parma
Loredana Riccio
Monica Righini, Gualtieri (Reggio Emilia)
Maria Rinaldi, Castelmarte (Como)
Annamaria Rivera, Roma
Alessandra Romano, Battaglia Terme (Padova)
Roberto Romizi, Arezzo
Dina Rosa, Casalmaggiore (Cremona)
Antonella Rosetti, responsabile Casa delle Culture, Ravenna
Monica Rostoni, Villa Cortese (Milano)
p. Agostino Rota Martir, Pisa
Paola Rozzoni, dell'Associazione Comunita' Progetto Sud di Lamezia Terme
Patrizia Rubbiani, Modena
Romilda Saetta, Pistoia
Giorgio Saglietti
Luciana Salibra, Firenze
Donato Sampietro
Antonia Sani, Roma
Umberto Santino, Palermo
Maria Santo, Viterbo
Alessandro Santoro, prete delle Piagge (Firenze)
Mirna Saporetti, Ravenna
Giovanni Sarubbi, Monteforte Irpino (Avellino)
Barbara Savardi Danesi
Luciano Scalettari
Manlio Schiavo, Bagheria (Palermo)
Andrea Sciuto
Lilia Sebastiani, Terni
Bruno Segre, Milano
Anna Serafini, Alessandria
Giorgio Silvani, Voghera (Pavia)
Peppe Sini, Viterbo
Andreina Siri, Savona
Ezio Smeriglio
Andrea Spila, Traduttori per la Pace
Enza Talciani, Roma
Marino Tambuscio, Vado Ligure
Sergio Tanzarella
Roberta Tarquini, Viterbo
don Marco Tenderini, Lecco
Sandra Teroni, Firenze
Ada Tomasello, Viterbo
Stefano Toppi, Roma
Patricia Tough, Donne in nero, Bologna
Anna Maria Trevisani, Cento (Ferrara)
Liana Trevisani
Anna Rita Trulli
Olga Turchetto, Treviso
Olivier Turquet
Laura Tussi
Mariangela Vairo, Alassio (Savona)
Mao Valpiana, Verona
Isabella Vecoli
Elio Veltri, Pavia
Salvatore Venuleo
Donella Verdi, Firenze
Antonio Vermigli, Quarrata (Pistoia)
Guido Viale
Corinna Vicenzi, Capalbio (Grosseto)
Giulio Vittorangeli, Tuscania (Viterbo)
Giancarlo Zambelli, Boretto (Reggio Emilia)
Paola Zampa
Paolo Zanni, Modena
padre Alex Zanotelli
Luisa Zanotelli
Silvia Zaru
Patrizia Zerbini
Franca Zucalli, Roma
Ezio Zucconi Mazzini
Associazione "Amalipe Romano"
Associazione Centro di accoglienza e di promozione culturale "Ernesto Balducci" onlus, Zugliano, Pozzuolo del Friuli
Associazione culturale cittadinanza attiva e partecipazione, Barberino Tavarnelle (Firenze)
Associazione Ex Lavanderia, Roma
Associazione Italia-Nicaragua, Livorno
Associazione Italia-Nicaragua, circolo di Viterbo
Associazione Italianisudamericani, Buenos Aires
Associazione per i Diritti Umani
Associazione "Un bambino per amico", Gualtieri (Reggio Emilia)
Assopace Palestina
Campagna "Balconi Salva Gente"
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Centro Gandhi onlus
Centro internazionale Helder Camara onlus, Milano
"Collettivo nonviolento uomo ambiente" della Bassa (Reggio Emilia)
Comunita' del Carmine di Voghera (Pavia)
Comunita' delle Piagge (Firenze)
Comunita' cristiana di base Viottoli di Pinerolo (Torino)
Donne in nero di Varese
Gruppo Raab
Lega obiettori di coscienza - Casa per il disarmo di Verona
Movimento per la pace, Caserta
Noi Siamo Chiesa
Peacelink
rivista "Pretioperai"
Rete civica livornese contro la nuova normalita' della guerra
Rete Radie' Resch di Foggia
Rete Radie' Resch di Mogliano Veneto (Treviso)
Rete Radie' Resch di Quarrata (Pistoia)
Rete Radie' Resch di Treviso
Tavolo per la pace, Monte Orfano Franciacorta Rovato (Brescia)
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Per adesioni: centropacevt at gmail.com
Per scrivere direttamente al Presidente della Repubblica: dalla home page del sito www.quirinale.it cliccare sull'icona della busta postale in alto al centro e successivamente compilare il format.

3. REPETITA IUVANT. UN APPELLO ALL'ONU

Egregio Segretario Generale dell'Onu,
rivolgiamo a lei, e tramite lei anche al Consiglio di Sicurezza e all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, un urgente appello ad intervenire nei confronti del governo italiano per contrastare i crimini razzisti che esso da mesi sta commettendo contro l'umanita'.
In particolare segnaliamo i seguenti crimini:
1. Omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
2. Conclamata volonta', espressa in piu' forme ed occasioni, di far si' che i naufraghi superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte.
3. Persecuzione razzista ed effettuale favoreggiamento della riduzione in schiavitu' attraverso criminali e criminogene misure contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
4. Sequestro di persona aggravato, reato per il quale i complici del governo che siedono in Senato hanno impedito alla magistratura italiana di procedere nei confronti del Ministro dell'Interno reo confesso, garantendo cosi' una scandalosa impunita' al ministro e al governo.
5. Reiterata istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
6. Violazione di convenzioni internazionali, di leggi ordinarie, e della stessa Costituzione della Repubblica italiana, al fine di attuare una criminale politica razzista.
E' in atto in Italia un vero e proprio colpo di stato che mira ad instaurare un regime razzista, violatore dei diritti umani, negatore dei principi fondamenti e dei supremi valori della democrazia, dello stato di diritto, della dignita' umana.
L'Onu, che ha proclamato la Dichiarazione universale dei diritti umani, deve intervenire in difesa delle vittime dei crimini razzisti commessi dal governo italiano, deve intervenire a sostegno dell'ordinamento giuridico costituzionale democratico italiano, deve intervenire per impedire che in Italia s'imponga il razzismo, l'anomia, la barbarie.
Cento anni fa in Italia nasceva il fascismo: averlo lungamente sottovalutato ai suoi esordi e negli anni successivi, ha poi provocato la piu' immane tragedia del XX secolo.
Non si commetta di nuovo lo stesso errore.
Si contrasti subito la criminale politica razzista e golpista del governo italiano.
Ci si opponga subito alle abominevoli violazioni dei diritti umani di cui essa consiste.
Ci si adoperi subito per difendere in Italia la democrazia, la legalita' costituzionale, lo stato di diritto, la civile convivenza.
Nelle forme adeguate ed opportune, ma subito, senza esitazioni e senza ambiguita', l'Onu intervenga nei confronti del governo italiano per far cessare i crimini razzisti in corso.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

5. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

6. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

7. NUOVI RACCONTI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: L'ESITO FATALE

Io ero presente. Ho visto tutto.
La rissa comincio' cosi'. Cirincione, che domineddio l'abbia in gloria, quel giorno era ubriaco come una cucuzza fin dall'alba, come tutti i giorni del resto. Un bicchierino dopo l'altro, quando era sera se lo strizzavi ci tiravi fuori una bottiglia di cognac.
Francazzaccio, in paese lo sanno tutti come e' fatto, apposta lo chiamano Francazzaccio, che mica e' il suo vero nome che sarebbe - pensate un po' - Fracesco Maria. Ma Maria non vuole dire niente, e' che era il nome del nonno che glielo avevano dato perche' suo padre, cioe' il bisnonno di Francazzaccio, era a servizio dal duca, quando il paese era tuto del duca morammazzato, e il duca si chiamava come? si chiamava Francesco Maria, con tutto che era un galletto che girava sempre a cavallo a caccia di contadinotte, se capite che voglio dire.
Insomma eravamo li' all'osteria e Cirincione e Francazzaccio cominciano a baccagliare. E di che poi? Del Premio Nobel, che secondo me in tutta l'osteria non c'erano tre persone che sapevano che fosse, ammesso poi che Cirincione e Francazzaccio lo sapessero.
Io all'inizio non ci feci caso, ma mano a mano che strillavano piu' forte e' finita che tutti quanti ci siamo girati a guardarli. "Pure stasera c'e' il cinemetto", dicevamo sempre quando Cirincione e Francazzaccio cominciavano.
Cirincione diceva: "A Borges, a Borges lo dovevano dare quei puzzoni".
E Francazzaccio: "A Philip Roth, a Philip Roth".
E Cirincione: "Ma che scemenze dici, a Borges, a Borges".
E Francazzaccio: "Non capisci un saltapicchio, Cirincio', a Philip Roth, a Philip Roth".
E strillavano sempre piu' forte, come facevano sempre. Anzi: come facciamo sempre tutti qui all'osteria, se non strilli nessuno ti sente perche' strillano sempre tutti.
Poi succede quello che succede.
Francazzaccio sputo' uno scatarro grosso come una frittata sul muso di Cirincione.
Cirincione allora mollo' un cazzotto' sul naso a Francazzaccio e glielo sfrittello' a polpetta col sugo.
Allora Francazzaccio gli si avvento' addosso e finirono per terra, e mentre erano per terra che mentre si rotolavano se le davano di santa ragione e continuavano a strillare Borges e Philip Roth, Cirincione con un mozzico strappo' mezzo orecchio a Francazzaccio.
Fu allora che Francazzaccio tiro' fuori il coltello. E poi e' finita.
Ecco, e' andata cosi'.

8. NUOVI RACCONTI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: IO NON VORREI DIRE NIENTE

Insomma, io non vorrei dire niente ma certe cose proprio non mi stanno bene, e quando le cose non mi stanno bene io non vorrei dire niente ma un uomo e' pure un uomo e non e' che se ne puo' stare sempre zitto. Sopporta oggi e sopporta domani, se te ne stai sempre zitto finisce che ti prende un cancro. E' dimostrato scientificamente, lo hanno detto pure alla televisione. Allora, con tutta la santa pazienza del mondo, perche' io sono uno che ci ho la pazienza dei santi che non voglio dire che sono un santo ma che ci ho la stessa pazienza che ci avevano quei santi del tempo che c'erano i santi, no? allora gliel'ho detto che non mi stava bene per niente, e che non potevo fare finta di niente.
E quello che fa? Che fa, eh? Si mette a ridere si mette. In faccia a me. Allora non ci ho visto piu'. E il resto lo sapete. E adesso fate quello che vi pare che tanto a me non me ne frega niente, dentro o fuori - con rispetto parlando - tanto e' sempre lo stesso letame.
Il motivo? E chi se lo ricorda piu'. Certo che un motivo ci sara' stato, no? Non e' che io sono uno che mette bocca per niente, anzi, io sono uno che non vorrei mai dire niente ma quando proprio non si puo' non dire niente allora bisogna che uno lo dice che non gli sta bene quello che non gli sta bene, no? Il motivo, il motivo, certo che ci sara' stato un motivo, c'e' sempre un motivo, ma che mi venga un colpo se me lo ricordo.

9. NUOVI RACCONTI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: LE BARZELLETTE

A me le barzellette non mi fanno ridere. Non e' che non le capisco, come dicono tutti, e' che non mi fanno ridere. Ci avro' diritto, no?
Ma loro no, sempre a sfracassarmi i cosiddetti, sempre a sfrucugliare proprio a me, che ci ho gia' i miei pensieri, e loro invece a ridere, a ridere, e a dirmi "Non l'hai capita, non l'hai capita".
Sopporta oggi, sopporta domani, poi finisce che uno si stufa, no? E io mi sono stufato.
Quando 'Ntognaccio s'e' visto che le budella gli uscivano dallo sgarro che gli avevo fatto sulla trippa, allora ha smesso di ridere, hanno smesso di ridere tutti. Allora si' che ci ho avuto gusto e gli ho detto "Embe'? Com'e'? Mo' non ce l'avete piu' la ridarella?".

10. NUOVI RACCONTI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: L'ACCOMPAGNATORE DI NUVOLE

Siccome tanto ero disoccupato, allora me lo sono inventato da me il lavoro mio, e fo l'accompagnatore di nuvole.
Non l'avete mai sentito? Ci credo, e' un lavoro che l'ho inventato io da me medesimo.
Funziona cosi'. Tu ti alzi, fai colazione ed esci di casa, no? E ti trovi un bel posto per stare seduto comodo con una bella vista di un bel pezzo di cielo. Questa della vista di un bel pezzo di cielo e' una cosa importante. Qusto lavoro non lo puoi fare da dentro casa, a meno che non hai un bel terrazzo. Io poi abito in un seminterrato, che ve lo dico a fare?
Cosi' esco, e di solito vado ai giardinetti che c'e' una panchina che pare proprio fatta apposta, che io mi ci metto seduto li' e comincio a lavorare.
Il lavoro consiste che io guardo una nuvola e aspetto che si muove, e poi la guardo finche' si vede. E certe volte ci sto tutta la giornata.
Pero' ci sono pure le giornate che piove e allora non lavoro.
E poi ci sono anche le giornate che non c'e' una nuvola nemmeno a pagarla. E allora vado davanti all'osteria per vedere se trovo qualche amico che mi offre da bere. Ma all'osteria non mi fanno entrare dopo quel fattaccio.
Non lo sapete? State freschi se sperate che ve lo racconto io, l'avvocato m'ha detto di non dire niente a nessuno neanche sotto tortura. Posso dire solo questo: mi protesto innocente. Che l'avvocato m'ha detto che devo dire sempre cosi': mi protesto innocente. E io lo dico, ci tengo a fare contento l'avvocato, non si sa mai. E poi mi piace dire che protesto.
Poi stamattina che e' successo? che sulla panchina mia c'era una coppietta che si sbaciucchiavano. Io educatamente mi sono avvicinato e gli ho detto con gentilezza che quella panchina serviva a me per lavoro e se potessero andare a sbaciucchiarsi da un'altra parte.
Invece il maschiotto se la piglia a male, si alza e si mette a strillare, e a dirmi un sacco di brutte parole, neanche gli avessi piantato un chiodo da staccionata dove si sentiva meglio.
Ora, a me le prepotenze non mi piacciono proprio per niente, ma proprio per niente, cosi' gli ho detto un'altra volta educatamente di smammare lui e la bagascia sua, che allora pure quella si e' messa a strillare come una gatta in calore e allora quello strillava ancora piu' forte, e chicchirichi' e chicchirichi', e mi dicevano tutte le parolacce che conoscevano, a me, che ero li' per lavorare.
Allora non ci ho visto piu', ho tirato fuori la lama e gli ho fatto il lavoretto. Prima a lui e poi a lei. Ma a lei piu' lento, che me la sono goduta di piu' a sentire come strillava, che adesso si' che ce l'aveva un motivo per strillare.
Poi sono restato a guardare come si svuotavano di tutto quel sangue, che non ci si crede quanto sangue c'e' dentro un cristiano finche' non lo apri e lo fai uscire.
Poi sono andato a casa, che per oggi di lavorare ormai mi era passata la voglia. Poi siete arrivati voi e vi ho aperto, no?
Perche' vi abbiano detto di venire qui proprio non lo so. E tanto prima o poi lo trovo quel giuda. E comunque mi protesto innocente.

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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 249 del 20 giugno 2019
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