[Nonviolenza] Telegrammi. 3371



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3371 del 29 aprile 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Contro il razzismo, contro il fascismo, ricordando Alfio Pannega
2. Quattro lettere aperte
3. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
4. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
5. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
6. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
7. Approssimandosi il primo maggio
8. Primo maggio, giorno di lotta (2018)
9. Alcune parole per il primo maggio (2017)
10. Primo maggio (2016)
11. Primo maggio (2015)
12. Primo maggio (2014)
13. Per il primo maggio (2013)
14. Primo maggio a Viterbo (2012)
15. Un primo maggio contro guerre e razzismo, nel ricordo di Alfio Pannega (2011)
16. Segnalazioni librarie
17. La "Carta" del Movimento Nonviolento
18. Per saperne di piu'

1. I COMPITI DELL'ORA. CONTRO IL RAZZISMO, CONTRO IL FASCISMO, RICORDANDO ALFIO PANNEGA

Ricorre il 30 aprile il nono anniversario della scomparsa di Alfio Pannega.
Lo ricordiamo proseguendo il suo impegno contro il razzismo, contro il fascismo, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Contro la guerra e tutte le uccisioni.
Contro il razzismo e tutte le persecuzioni.
Contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Condividere il bene ed i beni.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
*
Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione. Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura. La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata fin qui disattesa. Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3370, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-203.

2. REPETITA IUVANT. QUATTRO LETTERE APERTE

Egregio Presidente della Repubblica,
ho molto apprezzato le parole di verita' da lei dette in questi giorni contro il fascismo ed i suoi odierni criminali apologeti, e gliene sono profondamente grato.
Ed e' proprio perche' condivido quelle nitide sue parole che vorrei richiamare la sua attenzione su tre tragici fatti.
Il primo: il governo italiano da mesi nega l'approdo in un porto sicuro in Italia ai naufraghi soccorsi nel Mediterraneo (cosi' impedendo il compimento di quell'opera di soccorso); non solo: diffama e sabota i soccorritori volontari che nel Mediterraneo salvano vite umane; ed infine - orribile a dirsi - si adopera per impedire che possano trovare salvezza in Italia i superstiti in fuga dai lager libici.
Il secondo: il governo italiano da mesi ha imposto nel nostro paese misure di vera e propria persecuzione razzista che violano diritti umani fondamentali e pongono le basi di un regime di apartheid.
Il terzo: il governo italiano da mesi conduce una forsennata propaganda di istigazione all'odio razzista e di apologia dell'omissione di soccorso.
Tutto cio' e' illecito.
Tutto cio' e' mostruoso.
Tutto cio' configura un crimine contro l'umanita' e un attentato contro la Costituzione che riconosce e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.
La prego di intervenire, nelle forme previste dall'ordinamento, per contrastare questa barbarie.
Augurandole ogni bene...
*
Egregio Segretario Generale dell'Onu,
rivolgiamo a lei, e tramite lei anche al Consiglio di Sicurezza e all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, un urgente appello ad intervenire nei confronti del governo italiano per contrastare i crimini razzisti che esso da mesi sta commettendo contro l'umanita'.
In particolare segnaliamo i seguenti crimini:
1. Omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
2. Conclamata volonta', espressa in piu' forme ed occasioni, di far si' che i naufraghi superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte.
3. Persecuzione razzista ed effettuale favoreggiamento della riduzione in schiavitu' attraverso criminali e criminogene misure contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
4. Sequestro di persona aggravato, reato per il quale i complici del governo che siedono in Senato hanno impedito alla magistratura italiana di procedere nei confronti del Ministro dell'Interno reo confesso, garantendo cosi' una scandalosa impunita' al ministro e al governo.
5. Reiterata istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
6. Violazione di convenzioni internazionali, di leggi ordinarie, e della stessa Costituzione della Repubblica italiana, al fine di attuare una criminale politica razzista.
E' in atto in Italia un vero e proprio colpo di stato che mira ad instaurare un regime razzista, violatore dei diritti umani, negatore dei principi fondamenti e dei supremi valori della democrazia, dello stato di diritto, della dignita' umana.
L'Onu, che ha proclamato la Dichiarazione universale dei diritti umani, deve intervenire in difesa delle vittime dei crimini razzisti commessi dal governo italiano, deve intervenire a sostegno dell'ordinamento giuridico costituzionale democratico italiano, deve intervenire per impedire che in Italia s'imponga il razzismo, l'anomia, la barbarie.
Cento anni fa in Italia nasceva il fascismo: averlo lungamente sottovalutato ai suoi esordi e negli anni successivi, ha poi provocato la piu' immane tragedia del XX secolo.
Non si commetta di nuovo lo stesso errore.
Si contrasti subito la criminale politica razzista e golpista del governo italiano.
Ci si opponga subito alle abominevoli violazioni dei diritti umani di cui essa consiste.
Ci si adoperi subito per difendere in Italia la democrazia, la legalita' costituzionale, lo stato di diritto, la civile convivenza.
Nelle forme adeguate ed opportune, ma subito, senza esitazioni e senza ambiguita', l'Onu intervenga nei confronti del governo italiano per far cessare i crimini razzisti in corso.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Egregio Segretario generale del Consiglio d'Europa, signor Thorbjorn Jagland,
ancora in questi ultimi giorni, mentre in Libia infuria la guerra, il Ministro dell'Interno italiano (e reale "dominus" del governo di questo paese) conferma col suo linguaggio torbido, subdolo e brutale che il governo italiano continuera' ad omettere di soccorrere i naufraghi negando loro approdo in porti sicuri in Italia; che il governo italiano continuera' a osteggiare e sabotare i soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo; che il governo italiano continuera' ad adoperarsi per impedire ai superstiti dei lager libici di trovare scampo in Italia; che il governo italiano non lascera' sbarcare nei suoi porti i profughi in fuga dalla guerra e dall'orrore.
Queste decisioni, in atto ormai da mesi, violano con tutta evidenza i diritti umani, costituiscono flagranti crimini, crimini razzisti.
A cio' si aggiunga che il medesimo Ministro da anni conduce una forsennata propaganda di effettuale istigazione all'odio razzista, e che soprattutto per suo impulso mesi addietro e' stato legiferato in Italia il cosiddetto "decreto sicurezza della razza" che ha imposto obbrobriose misure di persecuzione razzista palesemente incompatibili con la stessa Costituzione della Repubblica italiana.
Peraltro il Ministro si fa forte del fatto che alcune settimane fa la maggioranza parlamentare razzista che sostiene il governo ha negato alla magistratura l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti per il reato di sequestro di persona aggravato, reato realmente commesso (e successivamente reiterato); tale effettuale complicita' da parte della maggioranza dei membri del Parlamento italiano ha indotto il Ministro finanche a grottesche espressioni di scherno nei confronti della funzione giurisdizionale della magistratura, quasi si ritenesse "legibus solutus" (cosa incompatibile con uno stato di diritto, con una democrazia costituzionale, con un paese civile, e propria invece di un regime dittatoriale).
Egregio Segretario generale del Consiglio d'Europa, signor Thorbjorn Jagland,
credo che la mia preoccupazione sia condivisa da tutte le persone ragionevoli che percepiscono nitidamente e con orrore come in Italia il governo stia commettendo gravissimi crimini razzisti.
Ebbene, non si commetta ancora una volta lo stesso errore di sottovalutazione, di indifferenza, d'infingardaggine e vilta', che fu compiuto al sorgere del fascismo in Italia e in Europa.
Lo ripeto: non si commetta ancora una volta lo stesso errore di sottovalutazione, di indifferenza, d'infingardaggine e vilta', che fu compiuto al sorgere del fascismo in Italia e in Europa.
Lo ripeto ancora: non si commetta ancora una volta lo stesso errore di sottovalutazione, di indifferenza, d'infingardaggine e vilta', che fu compiuto al sorgere del fascismo in Italia e in Europa.
Se in un qualunque paese un governo commette crimini razzisti (che in quanto tali sono crimini contro l'umanita', essendo il razzismo un crimine contro l'umanita'), e' dovere dell'umanita' intera e quindi di tutte le istituzioni democratiche di essa e di parti di essa rappresentative, intervenire affinche' quei crimini cessino.
L'Italia fa parte dell'Europa, e del Consiglio d'Europa di cui lei e' Segretario generale: la prego di volere, nell'adempimento delle sue funzioni e nell'ambito delle sue competenze, adoperarsi in tutte le forme opportune e adeguate affinche' il Consiglio d'Europa si attivi per contrastare questi crimini razzisti.
Pregandola di un intervento tempestivo, voglia gradire distinti saluti.
*
Egregio Presidente della Commissione Europea,
da molti mesi il governo italiano commette il delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
Addirittura nelle circostanze in cui il soccorso sia agevolmente effettuabile ed effettuato, il governo italiano giunge all'orrore di esprimersi e di operare affinche' i superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte.
Con il cosiddetto "decreto sicurezza" il governo italiano ha imposto misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la stessa Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; tale decreto e' stato autorevolmente definito "disumano, criminale e criminogeno" e tale da configurare elementi di "apartheid".
Ministri del governo italiano persistono in una propaganda che costituisce flagrante istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
Nel commettere e per commettere i summenzionati crimini razzisti il governo italiano non solo viola convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte, non solo viola leggi ordinarie dello Stato, ma viola la stessa Costituzione della Repubblica Italiana...
Questo e' cio' che accade in un paese dell'Unione Europea.
Chiediamo che l'Unione Europea intervenga nei confronti di un governo che commette flagranti crimini razzisti; chiediamo che l'Unione Europea intervenga in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ringraziandola per l'attenzione, voglia gradire distinti saluti.

3. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

4. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

6. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

7. INIZIATIVE. APPROSSIMANDOSI IL PRIMO MAGGIO

Nell'approssimarsi del primo maggio, riproponiamo alcuni testi apparsi negli scorsi anni sul nostro foglio.

8. REPETITA IUVANT. PRIMO MAGGIO, GIORNO DI LOTTA (2018)

E' un giorno di lotta il primo maggio.
E' il giorno in cui il movimento delle oppresse e degli oppressi ricorda tutte le ingiustizie subite, ricorda i nomi e i volti di tutte le vittime della violenza dei potenti.
E' il giorno in cui il movimento delle oppresse e degli oppressi convoca l'umanita' intera alla condivisione dei beni, alla solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e sostiene e conforta.
E' il giorno in cui il movimento delle oppresse e degli oppressi convoca l'umanita' intera a difendere dall'irreversibile devastazione quest'unico mondo vivente casa comune di tutte e tutti.
E' il giorno in cui il movimento delle oppresse e degli oppressi afferma che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
E' il giorno in cui il movimento delle oppresse e degli oppressi denuncia la disumanita' di un disordine costituito fondato sulo sfruttamento e sulla rapina, sulla schiavitu' e sulla distruzione.
E' il giorno in cui il movimento delle oppresse e degli oppressi chiama ancora alla lotta contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
La prefigurazione qui e adesso dell'internazionale futura umanita'.
La nonviolenza e' in cammino.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

9. REPETITA IUVANT. ALCUNE PAROLE PER IL PRIMO MAGGIO (2017)

Non e' il primo maggio la festa della mamma o il festival di Sanremo.
E non e' il primo maggio un carnevale nel quale per una volta all'anno sia lecito fare follie.
E non e' il primo maggio il bicchiere di vino per scordarci della nostra oppressione, del nostro dolore.
Il primo maggio e' giorno di memoria e di incontro e di organizzazione del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita' da ogni catena e da ogni rogo, da ogni menzogna e da ogni violenza; per la pace e la giustizia, per il pane e le rose; per la solidarieta' che nessuna persona abbandona all'abuso, al dolore, alla disperazione, alla morte.
*
Il primo maggio e' un appello: alla rottura della subalternita' ad ogni oppressione, alla rottura della complicita' con ogni manipolazione; a uscire dal deserto del mondo ridotto a merce, a uscire dal labirinto delle ideologie e delle prassi alienanti; a prendere coscienza di avere una falsa e una vera coscienza che l'essere sociale condiziona, a prendere coscienza che e' dei rapporti di proprieta' e di produzione e riproduzione sociale, e di dominazione e di consumo, e del nesso dialettico e irriducibile tra umanita' e natura, che dobbiamo insieme ragionare se vogliamo contrastare il fascismo che il mondo intero divora.
Il primo maggio ci ricorda che dobbiamo scardinare i rapporti di potere e dissolvere le strutture di dominio se vogliamo aprire la via a una societa' di persone libere ed eguali in diritti, responsabili e solidali, persuase al bene comune e misericordi, una societa' in cui finalmente a ciascuna persona sia dato secondo i suoi bisogni e da ciascuna persona sia dato secondo le sue capacita'.
Il primo maggio ci convoca all'azione nonviolenta di solidarieta' e di liberazione comune.
Il primo maggio e' un giorno di colloquio corale, di testimonianza e di lotta.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

10. REPETITA IUVANT. PRIMO MAGGIO (2016)

Non e' la festa del lavoro, ma una giornata di riflessione e di lotta delle classi sfruttate e oppresse.
Non e' un giorno di spensieratezza, ma un giorno di memoria dei nostri fratelli e delle nostre sorelle la cui vita e' stata strozzata e spezzata dalla schiavitu' imposta dal sistema dello sfruttamento, dal regime della rapina, dal totalitarismo del capitale; e un giorno di coscientizzazione e di impegno per impedire che questo presente orrore prosegua.
Non e' una lieta ricorrenza, ma un appello alla lotta per la giustizia e la pace, per il bene comune, per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, per la difesa della biosfera.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.
La nonviolenza e' in cammino.

11. REPETITA IUVANT. PRIMO MAGGIO (2015)

In questo primo maggio, giorno in cui il movimento delle classi sfruttate ed oppresse fa memoria dei soprusi subiti e riafferma l'impegno alla lotta per la liberazione dell'umanita', noi ricordiamo tra i nostri compagni di lotta Alfio Pannega e Gianni Fiorentini.
In questo primo maggio di memoria e d'impegno, noi ricordiamo tutte le vittime di tutte le guerre, di tutte le stragi, di tutte le uccisioni, di tutte le violenze; e fedeli alla loro memoria riaffermiamo le ragioni della nostra lotta per un'umanita' di persone libere ed eguali in diritti, per una societa' libera, egalitaria, fraterna.
In questo primo maggio di memoria e d'impegno, noi torniamo ad affermare che a tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dall'orrore deve essere riconosciuto il diritto di entrare in Italia e in Europa in modo legale e sicuro; noi torniamo ad affermare che l'Italia e l'Europa devono cessare di partecipare alle guerre e di produrre e commerciare armi; noi torniamo ad affermare che l'Italia e l'Europa devono cessare di rapinare interi continenti.
In questo primo maggio di memoria e d'impegno, noi riaffermiamo che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; noi riaffermiamo che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; noi riaffermiamo che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Viva il primo maggio.
Viva l'internazionale futura umanita'.
La nonviolenza e' in cammino.

12. REPETITA IUVANT. PRIMO MAGGIO (2014)

Il primo maggio e' il giorno in cui il movimento di liberazione delle classi sfruttate ed oppresse ricorda la violenza di cui e' vittima: la violenza dei poteri economici, politici, ideologici e militari che negano l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani.
Il primo maggio e' il giorno in cui il movimento di liberazione delle classi sfruttate ed oppresse riafferma il senso e il fine della propria lotta: la liberazione dell'umanita' da ogni oppressione.
Viva il primo maggio.
Viva l'internazionale futura umanita'.
La nonviolenza e' in cammino.

13. REPETITA IUVANT. PER IL PRIMO MAGGIO (2013)

Che i poteri dominanti tentino di appropriarsi anche del primo maggio, giorno di memoria e di lotta delle classi sfruttate ed oppresse, e' l'ennesima infamia che indigna ma non stupisce.
Che anche talune burocrazie che pur furono espressione del movimento di lotta dei lavoratori si prestino ad una gestione alienata, mercificata e consumista del primo maggio come fatua, incongrua e fin assurda kermesse ipnotica e narcotica, ovvero si prestino ad un asservimento del primo maggio alla societa' dello spettacolo di debordiana memoria, e' l'ennesima vilta' che non stupisce ma indigna.
Frattanto i diritti sociali continuano a subire selvagge aggressioni da parte delle classi proprietarie e delle politiche antipopolari di governi sempre piu' ridotti a comitati d'affari e braccio armato del capitale finanziario, delle imprese transnazionali, degli antidemocratici organismi di effettuale governo del mondo ordinati al profitto dei ricchi a scapito della stessa nuda vita della immensa maggioranza dell'umanita'.
Ed anche in Italia mentre ristrette oligarchie rapinatrici (il regime della corruzione, i poteri criminali, l'economia del pizzo, dello strozzinaggio, dello sperpero, della appropriazione privata dei beni comuni fino alla massiccia distruzione ovvero all'irreversibile esaurimento) divengono sempre piu' ricche, di contro e conseguentemente sempre piu' persone subiscono condizioni di impoverimento, di umiliazione, di ricatto, di schiavitu', di miseria; la crescente disoccupazione di massa provoca per innumerevoli persone la perdita di ogni bene e di ogni speranza, e non pochi - privati di reti sociali di solidarieta' e di servizi pubblici di assistenza, precipitati nell'abisso dell'emarginazione e dell'esclusione, e quindi anche nel baratro esistenziale - sono indotti dalla disperazione ad atroci gesti estremi, fino a togliersi la vita.
*
Altro e' il nostro primo maggio.
E' un primo maggio di memoria e di dolore: la memoria delle vittime dei poteri dominanti, delle vittime degli sfruttatori, delle vittime della violenza che esseri umani esercitano su altri esseri umani per ridurli in catene.
E' un primo maggio di lotta: la lotta delle classi sfruttate, di tutte le persone oppresse; la lotta responsabile e solidale per la liberazione dell'umanita', per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa della biosfera casa comune dell'umanita' intera.
E' un primo maggio antifascista ed antimperialista, antirazzista ed anticolonialista, anticapitalista ed antitotalitario, contro la mafia e contro la corruzione, socialista e libertario, femminista ed ecologista, solidale, nonviolento.
Il nostro primo maggio e' contro tutte le guerre e contro tutte le uccisioni, contro tutte le discriminazioni e contro tutte le persecuzioni, contro lo sfruttamento e contro l'asservimento, contro ogni menzogna e contro ogni oppressione. Con la forza della verita'. Con la scelta della nonviolenza.
Vi e' una sola umanita'.
*
Nel ricordo di Alfio Pannega continuiamo la lotta per la liberta', l'uguaglianza e la fraternita' di tutti gli esseri umani; per la comune responsabilita' per l'intero mondo vivente; per una societa' in cui da ciascuno sia dato secondo le sue capacita' ed a ciascuno sia dato secondo i suoi bisogni; per l'internazionale futura umanita'.
Viva il primo maggio.

14. REPETITA IUVANT. PRIMO MAGGIO A VITERBO (2012)

Si e' svolto il primo maggio a Viterbo un incontro di riflessione e mobilitazione con la partecipazione del responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", Peppe Sini.
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Il ricordo di Alfio Pannega
L'incontro si e' aperto con una commemorazione di Alfio Pannega, scomparso due anni fa, la cui lezione morale e civile e' ancora viva tra quanti lo hanno conosciuto e gli sono stati compagni di lotta contro lo sfruttamento e per la solidarieta', contro la guerra e per la giustizia, contro il razzismo e per i diritti umani, contro l'ecocidio e per una vita di condivisione, di accudimento e rispetto nei confronti delle altre persone e della natura.
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Contro la guerra e il razzismo
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ha poi ricordato i due piu' gravi orrori che perdurano oggi in Italia: l'illegale partecipazione alla guerra assassina in Afghanistan; l'illegale persecuzione razzista dei migranti. Occorre intensificare la lotta nonviolenta affinche' si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, che alla guerra e al razzismo si oppone; occorre intensificare la lotta nonviolenta affinche' lo stato italiano cessi di partecipare alla guerra, ed affinche' siano abrogate tutte le misure razziste, criminali e criminogene, imposte in Italia negli ultimi decenni da governi eversivi e hitleriani.
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Tagliare le spese militari e difendere i servizi sociali e sanitari
Una politica di pace, di disarmo, di smilitarizzazione consentirebbe anche consistenti risparmi nel bilancio dello stato: occorre tagliare energicamente le spese militari (a cominciare dall'immane sperpero di pubblico denaro per lo scellerato e folle acquisto dei cacciabombardieri F-35 predisposti per recare armamento anche atomico) e difendere invece i servizi sociali, sanitari ed educativi indispensabili per garantire i fondamentali diritti umani all'assistenza, alla salute e al sapere.
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Diritto al lavoro e lotta alla speculazione finanziaria e al capitalismo predatorio e onnidistruttivo
Il lavoro e' un diritto e un dovere: occorre che questo diritto sia riconosciuto e difeso per tutti. E quindi occorre respingere le sciagurate intenzioni governative di demolire le garanzie previste nello Statuto dei lavoratori; occorre respingere la politica economica governativa intesa a favoreggiare la speculazione finanziaria e il capitalismo piu' predatorio e onnidistruttivo, una politica governativa che ripropone ancora una volta nella forma piu' palese la feroce violenza delle classi dominanti contro le classi sociali sfruttate, oppresse, espropriate.
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Contro le due destre
Cosi' come e' stato necessario opporsi al governo dell'eversione dall'alto della "destra permale" berlusconiana, filomafiosa, neofascista e razzista, e' ora necessario opporsi al governo della "destra perbene" del capitale finanziario e della globalizzazione neoliberista, dei "lupi di Wall Street" per dirla con la formula di Pablo Neruda.
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Contro i poteri mafiosi, occulti, corrotti, totalitari
Opporsi allo sfruttamento e all'asservimento, al consumismo e all'ecocidio, difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani, e' la premessa necessaria per contrastare adeguatamente la mafia come metodo e come sistema, per contrastare i poteri occulti che minano la democrazia, per contrastare il regime della corruzione che nega il diritto, per contrastare il fascismo che torna.
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La scelta della nonviolenza
La lotta di liberazione dell'umanita', la lotta per la socializzazione dei mezzi di produzione, la lotta per la difesa della biosfera, la lotta contro il maschilismo che nega in radice l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, richiedono la scelta nitida e intransigente della nonviolenza, la coerenza tra i mezzi e i fini, la difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani comprese le generazioni future. Solo sulla base della scelta rigorosamente meditata e praticata della nonviolenza e' possibile ricostruire la capacita' di  autocoscienza, autorganizzazione ed autorappresentazione del movimento di liberazione e di solidarieta' delle classi sociali sfruttate ed oppresse, e quindi l'elaborazione e la prassi concreta ed effettuale del suo progetto politico di giustizia e liberta', di responsabilita' e condivisione, rompendo con ogni subalternita' e ogni ambiguita'.
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Concludendo il suo intervento Peppe Sini ha rievocato e riproposto alcune cruciali riflessioni ed alcune cruciali figure della tradizione del movimento di lotta delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita', da Rosa Luxemburg ad Hannah Arendt, da Virginia Woolf a Franca Ongaro Basaglia, da Luce Fabbri ad Adrienne Rich, ed in particolare - rievocando anche indimenticabili incontri personali - alcuni dei maestri a Viterbo dell'impegno antifascista e per la dignita' umana: da Achille Poleggi a Sauro Sorbini, da Vittorio Emanuele Giuntella a Raimondo Pesaresi, da Spartaco Ciucciarelli ad Alfio Pannega.

15. REPETITA IUVANT. UN PRIMO MAGGIO CONTRO GUERRE E RAZZISMO, NEL RICORDO DI ALFIO PANNEGA (2011)

Dopo che anche la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha confermato che in Italia e' stato compiuto un colpo di stato razzista che mostruosamente, hitlerianamente perseguita innumerevoli innocenti.
Dopo anni di massacri in Afghanistan, massacri di una guerra cui l'Italia illegalmente, criminalmente partecipa.
Dopo mesi di massacri in Libia, massacri di una guerra cui l'Italia illegalmente, criminalmente partecipa.
Cosa si attende ancora ad insorgere con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, contro il governo del colpo di stato razzista e della guerra stragista?
Cosa si attende ancora ad insorgere con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della legalita', della democrazia, della civilta', del diritto di ogni essere umano a non essere perseguitato e ucciso?
Cosa si attende ancora ad insorgere con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, contro il razzismo e contro la guerra?
Cosa si attende ancora ad insorgere con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa del diritto alla vita e alla dignita' di tutti gli esseri umani?
Cosa si attende ancora ad insorgere con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa dell'umanita' che e' una?
In questa tragica distretta e' necessario che il popolo italiano scacci dal governo della repubblica la cricca dei golpisti razzisti e assassini.
E' necessario che il popolo italiano imponga il rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, il rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani.
E' necessario che il popolo italiano faccia cessare l'orrore della partecipazione italiana alla guerra, faccia cessare l'orrore della persecuzione razzista.
Vi e' una sola umanita'.

16. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Franco Venturi, Giovinezza di Diderot, Sellerio, Palermo 1988, pp. 340.
- Franco Venturi, Le origini dell'Enciclopedia, Einaudi, Torino 1963, 1977, pp. 184.
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Riedizioni
- Karl Christ, Annibale, Salerno, Roma 2005, Rcs, Milano 2019, pp. 304, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Yves Roman, Adriano, Salerno, Roma 2011, Rcs, Milano 2019, pp. 478, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Michel Rouche, Attila, Salerno, Roma 2010, Rcs, Milano 2019, pp. 384, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

17. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

18. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3371 del 29 aprile 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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