[Nonviolenza] Telegrammi. 3370
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- Date: Sat, 27 Apr 2019 22:46:33 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3370 del 28 aprile 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Facile
2. Una lettera aperta al Presidente della Repubblica
3. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
4. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
5. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
6. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
7. In memoria di un amico
8. Con Alfio (2015)
9. Ancora alcune parole per Alfio Pannega, nel quarto anniversario della scomparsa (2014)
10. Piccola orazione per Alfio Pannega, tre anni dopo (2013)
11. Alcune parole di gratitudine per Alfio Pannega. Nel secondo anniversario della scomparsa (2012)
12. Alfio Pannega, un anno dopo (2011)
13. Alcune parole dette in memoria di Alfio Pannega nel trigesimo della scomparsa (2010)
14. Segnalazioni librarie
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'
1. REPETITA IUVANT. FACILE
Come e' facile abituarsi alla guerra, quando a morire sono gli altri.
Come e' facile abituarsi al fascismo, quando a morire sono gli altri.
2. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Egregio Presidente della Repubblica,
ho molto apprezzato le parole di verita' da lei dette in questi giorni contro il fascismo ed i suoi odierni criminali apologeti, e gliene sono profondamente grato.
Ed e' proprio perche' condivido quelle nitide sue parole che vorrei richiamare la sua attenzione su tre tragici fatti.
Il primo: il governo italiano da mesi nega l'approdo in un porto sicuro in Italia ai naufraghi soccorsi nel Mediterraneo (cosi' impedendo il compimento di quell'opera di soccorso); non solo: diffama e sabota i soccorritori volontari che nel Mediterraneo salvano vite umane; ed infine - orribile a dirsi - si adopera per impedire che possano trovare salvezza in Italia i superstiti in fuga dai lager libici.
Il secondo: il governo italiano da mesi ha imposto nel nostro paese misure di vera e propria persecuzione razzista che violano diritti umani fondamentali e pongono le basi di un regime di apartheid.
Il terzo: il governo italiano da mesi conduce una forsennata propaganda di istigazione all'odio razzista e di apologia dell'omissione di soccorso.
Tutto cio' e' illecito.
Tutto cio' e' mostruoso.
Tutto cio' configura un crimine contro l'umanita' e un attentato contro la Costituzione che riconosce e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.
La prego di intervenire, nelle forme previste dall'ordinamento, per contrastare questa barbarie.
Augurandole ogni bene...
3. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
4. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI
L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.
5. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
6. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA
L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org
7. AMICIZIE. IN MEMORIA DI UN AMICO
Riproponiamo alcuni interventi gia' apparsi negli scorsi anni sul nostro notiziario in memoria di Alfio Pannega.
*
Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione. Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura. La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata fin qui disattesa. Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, il fascicolo de "La domenica della nonviolenza" n. 420, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-203.
8. REPETITA IUVANT. CON ALFIO (2015)
Nel quinto anniversario della scomparsa, riproponiamo alcuni dei ricordi di Alfio Pannega pronunciati e scritti negli scorsi anni.
Sono cinque anni che Alfio e' morto, ma e' ancora vivo ovunque un essere umano si solleva a lottare contro l'ingiustizia.
Ovunque si resiste all'oppressione, li' e' Alfio Pannega.
Ovunque si reca soccorso all'indifeso, li' e' Alfio Pannega.
Su ogni barricata, ad ogni capezzale, dove la verita' e' in marcia, quando compi l'azione buona, li' e' Alfio Pannega.
9. REPETITA IUVANT. ANCORA ALCUNE PAROLE PER ALFIO PANNEGA, NEL QUARTO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA (2014)
Sono gia' quattro anni che Alfio Pannega ci ha lasciato, e adesso piu' che mai sentiamo la sua assenza.
Ma sono anche quattro anni che la testimonianza che Alfio Pannega ci ha lasciato continua ad illuminare le nostre vite e ad indicare alle nostre coscienze i compiti dell'ora: i compiti morali, i compiti politici.
Poiche' per l'intera sua vita il proletario Alfio Pannega, il comunista libertario Alfio Pannega, l'operaio il contadino il poeta Alfio Pannega, l'essere umano di incomparabile generosita' Alfio Pannega, e' stato portatore e fin incarnazione di valori e fini che non si estinguono: la dignita' umana, la solidarieta' che tutti riconosce e raggiunge, la responsabilita' per il bene comune, l'amore per il mondo vivente.
Alfio Pannega e' stato un campione della lotta per i diritti di tutti gli esseri umani: affinche' ad ogni essere umano venga riconosciuto il diritto alla vita e alla dignita', all'eguaglianza e alla diversita', alla solidarieta' e alla responsabilita'.
Alfio Pannega e' stato un campione della lotta contro ogni potere oppressivo: contro il fascismo, contro la mafia, contro il regime della corruzione, contro lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, contro la devastazione della natura, contro il maschilismo, contro ogni rapinatrice gerarchia, contro ogni asservimento; mai Alfio Pannega ha cessato di lottare contro ogni violenza, contro ogni ingiustizia, contro ogni vilta'.
Alfio Pannega e' stato un campione della lotta per la pace: poiche' la guerra e le armi sempre e solo hanno come scopo e come esito l'uccisione degli esseri umani, occorre abolire le guerre, gli eserciti e le armi, affinche' possa sorgere la civile convivenza, la fraternita' che nessuno minaccia, nessuno opprime, nessuno esclude.
Alfio Pannega e' stato un campione della lotta per la difesa del mondo vivente, che amava di amore sapiente e concreto, intimamente empatico e intrinsecamente relazionale, in ogni sua creatura e nel suo cosmico insieme, in ogni persona, nell'amico animale, nella pianta silente, nell'acqua che scorre, nel vento che canta, nella zolla di terra e nel cielo stellato.
Alfio Pannega e' stato un campione della lotta per la verita', contro tutte le menzogne e le illusioni. Come Lucrezio e come Leopardi, come i martiri della Resistenza.
Tutte le sue risorse metteva a disposizione di tutti, tutti accoglieva, con tutti condivideva il suo pane e la sua abitazione, il suo sapere e il suo calore: era l'umanita' come l'umanita' dovrebbe essere.
Alfio Pannega e' stato strenuo un amico della nonviolenza, della nonviolenza dei forti che contro tutte le violenze lotta; e' stato un maestro e un compagno per tutte e tutti coloro che sono disposti a lottare per un'umanita' di persone libere ed eguali in diritti, un'umanita' fraterna e sororale, un'umanita' riconciliata in cui a ciascuno sia dato secondo i suoi bisogni, da ciascuno sia dato secondo le sue capacita'.
10. REPETITA IUVANT. PICCOLA ORAZIONE PER ALFIO PANNEGA, TRE ANNI DOPO (2013)
"Io e ' compagni eravam vecchi e tardi"
(Dante, Inf., XXVI, 106)
Questo 30 aprile sono gia' tre anni che Alfio Pannega ci ha lasciato.
E mi chiedo se anche noi che abbiamo avuto alto l'onore e la fortuna grande di essergli stati amici e compagni abbiamo saputo restar fedeli alla sua lezione, portare avanti la sua lotta.
E la sua lezione era l'amore per tutto il mondo vivente, e nel mondo vivente in particolare per l'umanita' tutta, e nell'umanita' tutta in particolare per gli sfruttati e oppressi, gli umiliati e offesi, i deboli e dimenticati.
E la sua lotta era in difesa della biosfera, in cui tutti viviamo e di cui siamo parte, e nella biosfera in particolare per le piante e gli animali di cui sapeva tutti i segreti e tutti i linguaggi tanto li amava, e tra gli animali in particolare quel bizzarro essere che e' l'essere umano, che ha bisogno di una casa per ripararsi, di vestiti per coprirsi, di aria da respirare, di acqua da bere, di pane da mangiare, di luoghi e beni in cui ritrovarsi, riconoscersi e di cui gioire, e soprattutto di relazioni di cui nutrire i suoi affetti e i suoi pensieri, i suoi piu' delicati sentimenti e le sue piu' alte cogitazioni e deliberazioni e imprese, e soprattutto di corale colloquio in cui godere la dolcezza di essere persona tra persone, umano tra umani.
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Alfio l'antifascista, Alfio il compagno comunista, Alfio l'amico della nonviolenza; Alfio il poeta dalle perfette stanze e dalle parole esatte, di sguardo acuto e chiaroveggente visione; Alfio il proletario consapevole orgoglioso portatore della coscienza di classe degli oppressi in lotta per la liberazione dell'intera umanita'; Alfio dei mille lavori operai e delle mille tecniche artigiane, Alfio il contadino sapiente e l'ecologo ante litteram.
Ma anche Alfio che aveva vissuto una lunga solitudine, e una condizione di sfruttamento estremo, e che aveva resistito: perche' un uomo di valore resiste sempre, poiche' sa che anche dalla sua resistenza e dal suo esempio, dalla sua rettitudine e dalla sua compassione, dipende l'affermazione della dignita' umana nel mondo; Alfio che solo negli ultimi vent'anni di vita aveva ritrovato una famiglia: quella dei compagni - le donne, gli uomini, le bambine e i bambini - del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul", che lo hanno amato di un amore viscerale, donandogli infine la gioia piu' grande, riconoscendone infine pienamente le virtu': gli anni dal 1993 al 2010 sono stati per Alfio anche anni di lotte appassionate - contro la guerra e contro il razzismo, per difendere Viterbo dalla speculazione e dal malgoverno, per l'ambiente e per i diritti sociali, primo fra tutti quello alla casa -, ma anche anni di intenso impegno educativo per tramandare ai giovani suoi compagni profonde le sue conoscenze ed appassionati i suoi amori (la natura e il ricordo della madre, Dante e la poesia, la liberta' e la solidarieta', il lavoro ben fatto e la generosita' senza riserve - ed in verita' tutti questi amori erano poi uno stesso amore), e pur tra i malanni dell'eta' fu per lui anche un tempo di iridescente serenita'.
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La morte lo ha rapito ancora integro, ancora sulla barricata, nel vivo della lotta in difesa del Bulicame, nel vivo della lotta per il diritto alla casa, nel vivo della lotta contro il razzismo, nel vivo della lotta per la pace, nel vivo della lotta contro tutte le ingiustizie, contro tutte le violenze.
Nel ricordarlo ancora ci illumina Alfio Pannega. Ancora ci convoca a realizzare giustizia e liberta', responsabilita' e solidarieta', il bene comune, la dignita' di ognuno e di tutti, splendente la verita'.
11. REPETITA IUVANT. ALCUNE PAROLE DI GRATITUDINE PER ALFIO PANNEGA. NEL SECONDO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA (2012)
Un generoso militante del movimento operaio e' stato Alfio Pannega. Un persuaso amico della nonviolenza come lotta nitida e intransigente contro ogni iniquita' e menzogna, come impegno di integrale liberazione dell'umanita' ed esperienza consapevolmente scelta e profondamente meditata di piena condivisione di ogni bene. Un poeta, voce del popolo.
Da una vita di fatiche e lunghi anni di solitudine aveva estratto non l'amarezza che ottunde e soffoca, ma la capacita' empatica di immedesimarsi nel dolore altrui, e la convinzione etica di potere e dovere recare conforto e soccorso, accogliere ed assistere, lottare insieme per il bene comune, mettendo a disposizione di tutti tutto cio' che era suo: e quando nel 1993 nacque il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" ne fu subito luminosa anima, autentico maestro di vita per quanti a quella esperienza hanno preso parte o vi si sono per un tratto accostati; e che il centro sociale possa per molti anni ancora essere degno erede di un uomo cosi' valoroso, di un cosi' fulgido esempio.
Un combattente antifascista e' stato Alfio Pannega, un combattente per la dignita' umana.
Ed una delle figure piu' illustri di questa antica citta' di Viterbo, per difendere i cui preziosi beni naturali e storici, e le sue migliori tradizioni morali e civili, per tutta la vita lotto'. Come per tutta la vita lotto' per difendere i diritti di tutti gli oppressi, i negletti, i sofferenti. Per la deliberazione in comune su cio' che tutti concerne e per il comune godimento dei beni del mondo che a tutti per diritto naturale ugualmente appartiene.
Sapiente nel dire e nel fare, gentile e fiero, uomo di omerici sdegni ed omerica allegria, innamorato della vita e del mondo, della natura che intimamente conosceva ed amorevolmente accudiva, conoscitore di tutte le arti e di tutti i mestieri - artigianali ed agricoli; testimone di come l'umanita' - leopardianamente riconosciuta nella sua effettuale condizione di fragilita', finitudine ed esposizione al dolore e alla morte, nel bisogno di ogni persona di ricevere aiuto e creare legami sociali - potrebbe vivere felice nella solidarieta', nella responsabilita', nella condivisione, nella giustizia: nella misura che e' propria dell'esistenza morale, della condotta benigna - ragionevole e misericordiosa -, della convivenza civile, della vita sobria, della vita degna.
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Che grande onore averlo conosciuto. Che grande scuola di pensiero e di azione.
12. REPETITA IUVANT. ALFIO PANNEGA, UN ANNO DOPO (2011)
Un anno fa moriva Alfio Pannega.
Sabato 30 aprile e domenica primo maggio molti degli amici piu' cari lo ricordano a Viterbo con due giorni di iniziative che si svolgeranno sia in citta', nel quartiere medioevale di San Pellegrino, sia nella campagna di Castel d'Asso, e naturalmente presso il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" (che nell'area ex-Cogema nella campagna di Castel d'Asso da alcuni anni si e' trasferito), il centro sociale che e' stato la casa e la famiglia di Alfio negli ultimi due decenni della sua lunga vita, e che di Alfio s'impegna a serbare la memoria e proseguire la riflessione e le lotte.
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Era nato a Viterbo nel 1925, e della citta', della profonda sua anima popolare, era un simbolo, un simbolo luminoso.
Gia' anziano, quando sembrava lo avviluppasse ormai una nebbiosa solitudine e fosse in agguato un incipiente declinare, nel 1993 per cosi' dire rinacque, trovo' una nuova e vasta umana famiglia (la famiglia degli animali, che accudiva con immenso amore, non lo aveva mai abbandonato) e visse una seconda giovinezza: quando con l'occupazione dell'ex gazometro e la nascita del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" una generazione di giovani e giovanissimi lo conobbe nella sua autenticita' e si riconobbe in lui, nel suo magistero di persona limpida ed integra, semplice e generosa, compassionevole e solidale, in Alfio riscoprendo le ragioni della dignita' umana e della lotta per i diritti di tutti.
Per molti di quei giovani Alfio Pannega e' stato come un secondo padre, e un maestro di vita.
Da lui seppero la storia della Viterbo proletaria e antifascista, da lui appresero i segreti dell'alimentarsi con cio' che la campagna offre a chi la conosce e l'ama, da lui conobbero la sapienza, la saggezza, la dignita', la virtu' eroica e misericordiosa che e' dei poveri che non si arrendono all'ingiustizia e alla degradazione del mondo.
Attraverso lui scoprirono la poesia a braccio ma anche la tradizione dantesca e dei poemi cavallereschi, il piacere della declamazione e dell'improvvisazione, della memoria di antiche parole che da quella voce venivano fatte nuove, e nuovamente vere a dire i compiti dell'oggi per ogni persona decente.
Aveva una innata vocazione pedagogica, ed insegnava nell'unico modo in cui si insegna veramente qualcosa: con l'amore, con l'esempio.
Poco prima della morte tenne presso la Sala Regia di Palazzo dei Priori a un pubblico di giovanissimi una "lectio magistralis" sul valore della cultura, della solidarieta' e della liberta' che profondamente commosse gli astanti e la citta', e che resta uno dei culmini dell'epifania della politica a Viterbo.
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E per la citta' di Viterbo, che immensamente amo', Alfio Pannega e' stato e resta un testimone, un segno di contraddizione, una pietra di paragone: testimone di una Viterbo popolare ad un tempo colta e umile, generosa e orgogliosa dei suoi saperi e delle sue pratiche, della sua storia e della sua resistenza alla barbarie che lungo i secoli e di nuovo e vieppiu' in questi ultimi anni l'eversione dall'alto tenta di imporre alla citta'; segno di contraddizione e avversario non riconciliato di ogni potere oppressivo e menzognero contro cui ancora nei suoi tardi anni e fino all'ultimo giorno di vita continuo' a lottare in nome dei diritti di tutti, per la dignita' e la liberazione di tutti; pietra di paragone per quante e quanti ne conobbero la persona e ne intesero il messaggio.
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E resta un simbolo e una guida per la lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi: generoso nell'accogliere e nel donare, antifascista, militante del movimento operaio e della solidarieta' internazionale, tenacemente impegnato contro il razzismo, contro la guerra, in difesa dell'ambiente (e in difesa dei diritti non solo degli esseri umani, ma anche degli altri animali non umani), aveva partecipato e fortemente contribuito all'elaborazione teorica e pratica, morale e politica, che aveva portato il centro sociale di Viterbo alla scelta della nonviolenza.
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Il 30 aprile e il primo maggio Alfio Pannega sara' ricordato in questa antica citta e nell'ubertosa sua campagna non come una figurina del passato, non come un "personaggio caratteristico" da imbalsamare nell'aneddotica; ma come una persona straordinariamente colta e versatile, portatrice di un'esperienza forte e di molte preziose riflessioni, come un compagno di vita e di lotte, come un uomo che fino all'ultimo giorno della sua vita lotto' per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani, per difendere la biosfera casa comune dell'umanita' intera, per una umanita' di persone libere, solidali ed eguali in diritti, per una cultura prassi di liberazione, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
13. REPETITA IUVANT. ALCUNE PAROLE DETTE IN MEMORIA DI ALFIO PANNEGA NEL TRIGESIMO DELLA SCOMPARSA (2010)
1. Dall'emarginazione sociale al protagonismo politico
Alfio Pannega, ben lo sappiamo noi che oggi siamo qui convenuti per ricordarlo ancora, fino alla fine dei suoi giorni non e' mai stato un oggetto passivo dell'altrui azione, ma un soggetto attivo, originale e creativo, una figura esemplare della vita sociale, culturale, civile e politica di Viterbo.
E bastera' ricordare il suo orgoglioso ed energico antifascismo, la sua persuasa militanza nel movimento dei lavoratori contro lo sfruttamento e l'ingiustizia, la sua intensa e feconda partecipazione alle lotte per la pace e contro il razzismo, contro l'emarginazione e per i diritti sociali, in difesa dell'ambiente e della democrazia (e tra le sue piu' recenti splendide lotte civili ricordiamo la sua partecipazione fin dalla fondazione al movimento contro il mega-aeroporto e in difesa del Bulicame, la sua ultima grande lotta per il diritto alla casa).
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2. Alfio Pannega e il centro sociale, una storia d'amore
Alfio Pannega e' sempre stato inserito nella vicenda della Viterbo popolare e resistente, ma e' stata la nascita del centro sociale che ne ha suscitato e inverato il passaggio da una condizione di dura emarginazione sociale al pieno, incisivo protagonismo politico, e ne ha rivelato a tutta la citta' la vocazione di educatore, l'originale e profondo magistero pedagogico.
Il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" e' stato il luogo, il contesto, la comunita' in cui Alfio ha potuto finalmente pienamente valorizzare ed esercitare le sue molte virtu' di maestro di vita e di compagno di lotte, di memoria profonda e di utopia incarnata, di guida comprensiva e generosa, di persona ironica e misericorde; ed Alfio a sua volta ha caratterizzato il centro sociale costituendone il peculiare punto di riferimento. Alcune delle scelte maggiormente caratterizzanti dell'esperienza di questo centro sociale, come quella della nonviolenza, sono anche il frutto della sua presenza, del suo apporto di intelligenza e saggezza, di esperienza e benignita'.
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3. Tre caratteristiche
Tre caratteristiche di Alfio Pannega vorrei ora sottolineare, usando come termine di riferimento tre canti danteschi, di quel Dante che amava declamare a memoria e che recava nello scrigno del suo animo come un tesoro prezioso e incandescente.
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4. La virtu' della compassione
La compassione verso tutti i sofferenti, l'indignazione per tutte le ingiustizie, l'impegno inesauribile per la solidarieta', la verita', la giustizia.
E del suo amato Dante prediligeva declamare a memoria il canto del conte Ugolino, il XXXIII dell'Inferno, il canto del dolore piu' atroce e della pieta' piu' profonda.
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5. L'amore per la vita, per il mondo reale
Aveva una visione lucreziana e leopardiana della vita, sobria ed eroica, mai astratta e mai sacrificale, ma sempre accudente e responsabile.
Un amore profondo per il mondo, per la vita, per tutti gli esseri viventi che amorevolmente, empaticamente conosceva, per l'umanita' come realmente e'; senza alcuna illusione, senza nascondersi il dolore, la sofferenza, lo scacco, la miseria, ma insieme con l'orgoglio di fare la cosa buona, la cosa giusta, di amare ed aiutare senza riserve, con assoluta generosita'.
E qui sovviene il canto X dell'Inferno dantesco, quello di Farinata e di Cavalcante, dell'eroismo che si prolunga "com'avesse l'inferno a gran dispitto" e dello strazio infinito per ogni altrui sofferenza.
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6. Un amore sconfinato per il sapere e la virtu'
Ed aveva un amore sconfinato per il sapere che e' fondamento del ben operare. Volonta' orientata verso la conoscenza e la virtu', in una rigorosa e avventurosa ricerca della verita' e della condivisione.
A lui piu' che a ogni altra persona si addiceva come motto quel distico dell'"orazion picciola" del XXVI canto dell'Inferno, il canto di Ulisse, che suona "Fatti non foste a viver come bruti / ma per seguir virtute e canoscenza". La virtu', senza la quale la conoscenza e' vana; e la conoscenza, senza la quale la virtu' e' cieca.
Nella lectio magistralis tenuta pochi mesi fa alla Sala Regia di Palazzo dei Priori, sede del Comune di Viterbo, conclusa poi con quel gesto fiero e luminoso, magnifico e sublime del rifiuto di un'onorificenza finche' non fosse stato rispettato il diritto, ai giovani studenti delle scuole medie li' convenuti ad ascoltarlo (in una tensione ed un entusiasmo che molto lo conforto') Alfio indico' lo studio, l'accostamento al sapere, come primo dovere, come prassi di solidarieta' e di liberazione; un dovere non avulso dagli altri, ma fondativo del ben operare, dell'azione buona perche' consapevole, perche' solidamente basata su una adeguata conoscenza, comprensione, interpretazione, riflessione, scelta. Esortando quei giovanissimi allo studio, Alfio Pannega testimoniava una volta ancora: recando ad esempio la sua medesima vicenda di persona dalla vita travagliata, vissuta sempre in dignitosa, eroica poverta', ed insieme sempre generosa, e sempre generosa perche' ricca di quell'amore del vero profondamente inteso, di quella sapienza del giusto intimamente sentito, di quell'esperienza del bene auteticamente compiuto, in cui consiste la sola comune saggezza, la sola condivisa salvezza dall'oceano del dolore in cui ogni vita e' naufraga.
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7. Due immagini, una persona
E poiche' mi capita sovente di veder tutte le cose e le vicende lacerarsi in due e solo raramente e faticosamente ricomporsi in una, vorrei aggiungere infine che, ancora una volta, anche in questo caso, vi sono due immagini di Alfio Pannega nella memoria dei viterbesi.
L'una, falsa, e' quella stereotipata, puerile, di figurina pittoresca, personaggio folklorico, un'immagine ridotta a caricatura, a macchietta; di rovina archeologica e mummificato monumento, di enigmatico residuo e patetico relitto di una oleografica Viterbo del passato, remota e inattingibile, ormai ridotta a frammenti e frantumi, a favola e nuvola.
Ma questa e' solo un'immagine fittizia, una scorza svuotata, un fantasma ed un'allucinazione. Alfio non era questo.
Ma e' sintomatico che taluni che pur pretendono di averlo conosciuto ne ricordino solo il lavoro umile e faticoso ed al piu' pochi motti burberi e frizzanti, tramandati di bocca in bocca. Costoro credono di conoscere Alfio, ma non lo hanno mai ascoltato, non si sono mai veramente accostati a lui da persona a persona, come eguali. Costoro hanno avuto nei suoi confronti un atteggiamento nella migliore delle ipotesi scioccamente ed arrogantemente paternalista, ed hanno perso cosi' un'occasione unica di arricchimento spirituale.
Perche' c'e' un'altra memoria e un'altra immagine di Alfio, la memoria e l'immagine dell'Alfio reale, concreto, persona poliedrica e colta, sapiente di infinite esperienze ed inesausto studiare, maestro di vita che insegnava la responsabilita', il prendersi cura degli altri, la condivisione di tutto, l'amore per la vita, l'incontro fraterno con tutti.
Noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo lo ricorderemo e lo onoreremo e lo testimonieremo sempre come veramente era: una persona buona come il pane, luminosa come le stelle.
E qualche scintilla della sua generosita', della sua sapienza, della sua saggezza, risplendera' ora ancora nella lettura delle sue poesie.
14. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Italo Mancini, Filosofia della prassi, Morcelliana, Brescia 1986, 1987, pp. 496.
- Martha C. Nussbaum, Diventare persone, Il Mulino, Bologna 2001, 2011, pp. 372.
- Stefano Rodota', Vivere la democrazia, Laterza, Roma-Bari 2018, pp. VI + 154.
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Riedizioni
- AA. VV., Letteratura, storia, civilta'. Medioevo volgare. Cronologia e bibliografia della letteratura medievale volgare, Salerno, Roma 2005, Rcs, Milano 2019, pp. 512, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
16. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3370 del 28 aprile 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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