[Nonviolenza] Telegrammi. 3360



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3360 del 18 aprile 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
0. Comunicazione di servizio
1. Una lettera aperta al Segretario generale del Consiglio d'Europa
2. Ricordando Piero Pinna
3. Il ministero del crimine e della barbarie
4. Notre-Dame. Una meditazione
5. "La poesia onesta di Umberto Saba". Un incontro di studio a Viterbo
6. Mentre Tripoli viene bombardata
7. Angela Dogliotti ed Elena Camino: 70 anni di Nato. Di guerra in guerra. Un convegno di denuncia e proposta
8. Mao Valpiana: I volti di Greta
9. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
10. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
11. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
12. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
13. Segnalazioni librarie
14. La "Carta" del Movimento Nonviolento
15. Per saperne di piu'

0. COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Un problema tecnico ha impedito la pubblicazione del nostro notiziario per qualche giorno.
Ce ne scusiamo con chi ci legge.

1. INIZIATIVE. UNA LETTERA APERTA AL SEGRETARIO GENERALE DEL CONSIGLIO D'EUROPA

Egregio Segretario generale del Consiglio d'Europa, signor Thorbjorn Jagland,
ancora in questi ultimi giorni, mentre in Libia infuria la guerra, il Ministro dell'Interno italiano (e reale "dominus" del governo di questo paese) conferma col suo linguaggio torbido, subdolo e brutale che il governo italiano continuera' ad omettere di soccorrere i naufraghi negando loro approdo in porti sicuri in Italia; che il governo italiano continuera' a osteggiare e sabotare i soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo; che il governo italiano continuera' ad adoperarsi per impedire ai superstiti dei lager libici di trovare scampo in Italia; che il governo italiano non lascera' sbarcare nei suoi porti i profughi in fuga dalla guerra e dall'orrore.
Queste decisioni, in atto ormai da mesi, violano con tutta evidenza i diritti umani, costituiscono flagranti crimini, crimini razzisti.
A cio' si aggiunga che il medesimo Ministro da anni conduce una forsennata propaganda di effettuale istigazione all'odio razzista, e che soprattutto per suo impulso mesi addietro e' stato legiferato in Italia il cosiddetto "decreto sicurezza della razza" che ha imposto obbrobriose misure di persecuzione razzista palesemente incompatibili con la stessa Costituzione della Repubblica italiana.
Peraltro il Ministro si fa forte del fatto che alcune settimane fa la maggioranza parlamentare razzista che sostiene il governo ha negato alla magistratura l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti per il reato di sequestro di persona aggravato, reato realmente commesso (e successivamente reiterato); tale effettuale complicita' da parte della maggioranza dei membri del Parlamento italiano ha indotto il Ministro finanche a grottesche espressioni di scherno nei confronti della funzione giurisdizionale della magistratura, quasi si ritenesse "legibus solutus" (cosa incompatibile con uno stato di diritto, con una democrazia costituzionale, con un paese civile, e propria invece di un regime dittatoriale).
*
Egregio Segretario generale del Consiglio d'Europa, signor Thorbjorn Jagland,
credo che la mia preoccupazione sia condivisa da tutte le persone ragionevoli che percepiscono nitidamente e con orrore come in Italia il governo stia commettendo gravissimi crimini razzisti.
Ebbene, non si commetta ancora una volta lo stesso errore di sottovalutazione, di indifferenza, d'infingardaggine e vilta', che fu compiuto al sorgere del fascismo in Italia e in Europa.
Lo ripeto: non si commetta ancora una volta lo stesso errore di sottovalutazione, di indifferenza, d'infingardaggine e vilta', che fu compiuto al sorgere del fascismo in Italia e in Europa.
Lo ripeto ancora: non si commetta ancora una volta lo stesso errore di sottovalutazione, di indifferenza, d'infingardaggine e vilta', che fu compiuto al sorgere del fascismo in Italia e in Europa.
Se in un qualunque paese un governo commette crimini razzisti (che in quanto tali sono crimini contro l'umanita', essendo il razzismo un crimine contro l'umanita'), e' dovere dell'umanita' intera e quindi di tutte le istituzioni democratiche di essa e di parti di essa rappresentative, intervenire affinche' quei crimini cessino.
L'Italia fa parte dell'Europa, e del Consiglio d'Europa di cui lei e' Segretario generale: la prego di volere, nell'adempimento delle sue funzioni e nell'ambito delle sue competenze, adoperarsi in tutte le forme opportune e adeguate affinche' il Consiglio d'Europa si attivi per contrastare questi crimini razzisti.
Pregandola di un intervento tempestivo, voglia gradire distinti saluti.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 18 aprile 2019

2. MEMORIA. RICORDANDO PIERO PINNA

Ricorreva ieri il terzo anniversario della scomparsa di Piero Pinna, deceduto a Firenze il 13 aprile 2016. Obiettore di coscienza al servizio militare e fondatore con Aldo Capitini del Movimento Nonviolento, e' stato una delle figure piu' vive dell'Italia civile del Novecento e uno degli animatori piu' illustri dell'impegno piu' necessario per il futuro dell'umanita': l'opposizione alla guerra e a tutte le uccisioni, e quindi a tutte le organizzazioni armate e a tutte le armi.
Domenica 14 aprile 2019 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" lo ha commemorato a Viterbo.
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Un ricordo di tre anni fa
L'incontro commemorativo si e' aperto rileggendo le parole con cui la struttura nonviolenta viterbese ricordo' Piero Pinna tre anni fa, alla notizia del decesso.
"Della nonviolenza Piero Pinna e' stato in Italia uno dei testimoni maggiori, uno degli apostoli.
Con Aldo Capitini, con Danilo Dolci, ha condiviso fondamentali esperienze e riflessioni; ma gia' con l'iniziale sua obiezione di coscienza al servizio militare colse e indico' la lotta cruciale: opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni; opporsi quindi agli strumenti tutti dell'uccidere: alle armi, alle organizzazioni armate, e pertanto innanzitutto a quei piu' grandi e potenti e feroci gruppi armati che sono gli eserciti.
Antimilitarismo e disarmo sono il banco di prova decisivo, il decisivo impegno dell'azione nonviolenta.
Poiche' per salvare le vite, e salvare le vite e' il primo dovere di ogni essere umano, occorre innanzitutto opporsi alle uccisioni; e per opporsi alle uccisioni occorre innanzitutto abolire gli eserciti e le armi.
Dopo la sua obiezione, dopo il carcere militare, fu collaboratore di Danilo Dolci, e lungamente e intensamente di Aldo Capitini con cui lavoro' alla prima marcia Perugia-Assisi, fondo' il Movimento Nonviolento e del movimento la rivista "Azione Nonviolenta" di cui fu direttore responsabile fino alla fine dei suoi giorni.
Del Movimento Nonviolento, dopo la morte di Capitini nel 1968, Piero Pinna e' stato piu' che dirigente e animatore, e' stato il simbolo vivente; ed ancora negli anni recenti era sentito da tutte le persone amiche della nonviolenza come un imprescindibile punto di riferimento, volto fraterno ed autorita' morale, la persona saggia e sapiente cui rivolgersi per consiglio.
Ora che ha cessato di vivere - ovvero che vive nel ricordo e nell'azione di chi all'ascolto della sua voce e del suo fare ha saputo e sapra' porsi - lascia a tutte le persone della nonviolenza persuase, ed anche a tutte le persone di volonta' buona che - sia pur confusamente e contraddittoriamente - si accostano alla necessaria lotta contro la violenza e in difesa dell'umanita' e del mondo vivente, un dono grande e un'impegnativa eredita': il dono della nitida e luminosa sua intelligenza e testimonianza, l'eredita' del suo incessante e intransigente impegno.
Abolire gli eserciti e le armi.
Salvare tutte le vite.
Opporsi a tutte le violenze.
Nel ricordo e alla scuola di Piero Pinna la nonviolenza e' in cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'".
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Tre anni dopo
Tre anni dopo la scomparsa, in una situazione tanto drammatica per l'umanita', la figura, la testimonianza, il messaggio di Piero Pinna costituiscono un punto di riferimento non solo per quanti lo hanno conosciuto ma per ogni persona di volonta' buona impegnata per il bene comune dell'umana famiglia e per la difesa dell'intero mondo vivente.
Come e' stato scritto, "lascia una testimonianza sublime di come l'umanita' potrebbe e dovrebbe essere: generosa, pacifica, solidale, accudente...
Anche grazie a lui, al suo pensiero e alla sua azione, la nonviolenza e' in cammino.
Che possa lo nonviolenza riuscire a fermare la "terza guerra mondiale a pezzi".
Che possa la nonviolenza riuscire a salvare l'umanita' e la biosfera dalla catastrofe".
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Una breve notizia su Piero Pinna
Pietro Pinna, nato a Finale Ligure il 5 gennaio 1927 e deceduto a Firenze il 13 aprile 2016, e' stato il primo obiettore di coscienza al servizio militare per motivazioni non confessionali ma specificamente nonviolente, ed e' una delle figure di riferimento per i movimenti e le iniziative per la pace e una delle personalita' piu' illustri della vita civile italiana. Di origine sarda, Pinna viveva a Ferrara quando, alla fine del 1948, fu chiamato alle armi. Diventato fortemente antimilitarista dopo aver vissuto gli orrori della seconda guerra mondiale, e influenzato dal pensiero di Aldo Capitini, decise di rifiutare di prestare il servizio di leva, passando alla storia come il primo obiettore di coscienza d'Italia per motivi politici.
Processato per disobbedienza, fu condannato al carcere una prima volta per dieci mesi, e successivamente per altri otto. Al processo venne difeso dall'avvocato Bruno Segre, che diventera' uno dei piu' famosi difensori italiani nel campo dell'obiezione di coscienza. Venne infine riformato per "nevrosi cardiaca". Pinna in seguito divenne uno dei piu' stretti collaboratori di Capitini, con cui organizzo' la prima Marcia per la Pace Perugia-Assisi nel 1961 (e dopo la scomparsa del filosofo perugino le tre successive), e con Capitini fu fondatore del Movimento Nonviolento di cui fu anche segretario nazionale dal 1968 al 1976. Ha continuato ad operare nel Movimento Nonviolento per tutta la vita e ad essere direttore responsabile della rivista "Azione nonviolenta". Infaticabile promotore della nonviolenza, per le sue storiche, luminose azioni dirette nonviolente per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione, pago' piu' volte in prima persona con il carcere le sue scelte. Il 17 gennaio 1973, gia' segretario del Movimento Nonviolento, in seguito ad una affissione contro la celebrazione delle Forze armate il 4 novembre ("Non festa ma lutto"), fu arrestato a Perugia e condannato per direttissima per vilipendio alle Forze armate. In seguito alle manifestazioni avvenute in suo sostegno in diverse citta', venne liberato quattro settimane dopo su istanza di grazia dell'allora Presidente della Repubblica. Nell'aprile del '79 fu condannato dalla Corte d'Appello di Trieste ad una pena di otto mesi di reclusione per blocco stradale, pena successivamente condonata. Con Carlo Cassola e Davide Melodia fu animatore della "Lega per il disarmo unilaterale". Fu tra gli organizzatori della Marcia Catania-Comiso (24 dicembre 1982 - 3 gennaio 1983) per protestare contro l'installazione della base missilistica statunitense, prima azione concreta di lotta nonviolenta contro le installazioni militari in Italia. Nel 2008 e' stato insignito del Premio Nazionale Nonviolenza. Nel 2012 la Facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Pisa gli ha conferito la laurea honoris causa in Scienze per la Pace.
Tra le opere di Pietro Pinna, fondamentale e' "La mia obbiezione di coscienza", Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona 1994; numerosi suoi contributi sono stati pubblicati in vari volumi, oltre ai molti suoi scritti apparsi su "Azione Nonviolenta". Cfr. anche le interviste riprodotte ne "La nonviolenza e' in cammino" n. 381 e 472, "La domenica della nonviolenza" n. 21 (ripubblicata anche in "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 252), "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 285; tutte disponibili on line.
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Letture e memorie
Nel corso dell'incontro sono state lette e commentate alcune pagine di Piero Pinna, e il responsabile della struttura viterbese ha rievocato con viva commozione alcune esperienze e riflessioni del grande militante nonviolento.
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Nel ricordo e alla scuola di Piero Pinna
Nel ricordo e alla scuola di Piero Pinna le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta denunciato la criminale disumanita' del governo italiano che nega soccorso e accoglienza ai naufraghi in pericolo di morte nel Mediterraneo.
Nel ricordo e alla scuola di Piero Pinna le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso pieno sostegno ai sindaci ed ai presidenti delle Regioni che hanno denunciato l'incostituzionalita' delle scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita' con il cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Nel ricordo e alla scuola di Piero Pinna le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Nel ricordo e alla scuola di Piero Pinna le persone partecipanti all'incontro hanno riaffermato il dovere di opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni; il dovere di impegnarsi in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Nel ricordo e alla scuola di Piero Pinna le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso gli appelli all'Unione Europea ed all'Onu affinche' intervengano nei confronti del governo italiano per farne cessare le criminali politiche razziste.
Nel ricordo e alla scuola di Piero Pinna le persone partecipanti all'incontro hanno espresso la loro adesione alla campagna nonviolenta "Balconi salvagente".
Nel ricordo e alla scuola di Piero Pinna le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso l'appello per lo scioglimento della Nato e di tutte le organizzazioni e le alleanze militari.
Nel ricordo e alla scuola di Piero Pinna le persone partecipanti all'incontro hanno riaffermato il dovere di opporsi a tutte le guerre e a tutte le uccisioni, a tutte le organizzazioni armate e a tutte le armi.
Nel ricordo e alla scuola di Piero Pinna le persone partecipanti all'incontro invitano a sostenere il Movimento Nonviolento e la sua rivista "Azione nonviolenta".
Solo nella pace vi puo' essere giustizia sociale, eguaglianza di diritti, liberazione comune, piena solidarieta' e condivisione del bene e dei beni.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

3. L'ORA. IL MINISTERO DEL CRIMINE E DELLA BARBARIE

Un ministero che da mesi e mesi omette di soccorrere chi fugge dalla guerra e dall'orrore.
Un ministero che da mesi e mesi omette di soccorrere i naufraghi in mare.
Un ministero che da mesi e mesi opera affinche' i fuggiaschi dai lager libici non possano trovare scampo in Europa.
Un ministero che da mesi e mesi diffama, aggredisce e sabota i soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo.
Un ministero che da mesi e mesi commette reati razzisti.
Un ministero che da mesi e mesi proclama deliri razzisti, promuove gesti razzisti, istiga all'odio razzista.
Un ministero che da mesi e mesi viola i diritti umani degli esseri umani piu' bisognosi di aiuto, viola il diritto internazionale, viola le leggi ordinarie e la stessa Costituzione della Repubblica italiana.
E' il ministero del crimine e della barbarie.
E' incompatibile con la repubblica costituzionale, democratica, antifascista, che riconosce e difende la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
E' incompatibile con la legalita' che salva le vite.
*
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. LE ULTIME COSE. NOTRE-DAME. UNA MEDITAZIONE

Ho letto "Notre-Dame de Paris" di Victor Hugo nell'adolescenza. Ancora mezzo secolo fa era una lettura di formazione. E quindi come per tante altre persone una parte di me, memoria o inconscio o come altrimenti si voglia chiamarla, e' anch'essa di quel luogo abitante, e' anch'essa abitata da quel luogo. Cosi' percepisco il rogo di Notre-Dame come una catastrofe che dolorosamente personalmente mi tocca, e mi convoca.
Vi leggo non solo l'ovvia fragilita' di tutte le cose umane, ma anche una metafora della condizione attuale della civilta' e della biosfera insieme: le cose che in questi giorni una giovanissima svedese va ripetendo per il mondo trovando - voglio sperarlo con tutto il cuore - nell'opinione pubblica, nelle istituzioni rappresentative e nei concreti decisori politici locali, regionali e globali, quell'ascolto attivo e operoso che i movimenti ecologisti degli anni della mia gioventu' non trovarono affatto in misura adeguata.
E vi leggo ancora una volta le luci e le ombre del nostro essere nel mondo socialmente condizionato dai rapporti di forza, di produzione e di proprieta' che fanno si' che tutti ci si commuova per la signora "gelosa, immobile e severa, che dall'alto di tutte le sue pietre guarda di traverso" la Senna (traduco alla buona da una poesia di Prevert che e' tra le cose in francese che da mezzo secolo ricordo a memoria), mentre si dimenticano analoghe e piu' grandi tragedie ed orrori: innanzitutto l'ecatombe che prosegue nel Mediterraneo, i lager nazisti in Libia, la politica dei governi europei - e massime di quello italiano - che con la loro scellerata condotta ancora razzista, ancora colonialista, ancora imperialista, ancora fascista, condannano alla guerra, alla fame, alla schiavitu' e alla morte innumerevoli, innumerevoli innocenti.
Ricordo l'appello di Pasolini all'Unesco per le mura di Sana'a: ed oggi in Yemen infuriano i bombardamenti, e le bombe che menano strage di innocenti sono prodotte in Italia.
Ricordo quell'estrema testimonianza di Primo Levi ne "I sommersi e i salvati", un libro che dovrebbe essere letto in tutte le scuole di ogni ordine e grado: ed oggi in Italia governano persone che ripropongono la medesima retorica ed ideologia razzista che porto' ai campi di sterminio.
Sono cresciuto ed ho sempre vissuto nella lingua italiana, ma ho sempre sentito di far parte dell'umanita': l'intera umanita' e' la mia unica vera patria ("nostra patria e' il mondo intero", recita un verso di Pietro Gori), e' la mia unica completa famiglia di cui tutti gli esseri umani passati, presenti e venturi fanno ugualmente parte: non ho bisogno di fare del turismo per sapere che Notre-Dame e' anche una parte di me, come ogni altro frutto della sapienza e della fabrilita' umane, come ogni bene comune, che sia la tragedia greca o la musica di Mozart, la Cueva de las Manos o i Buddha di Bamiyan, le Mille e una notte o le Lettere dei condannati a morte della Resistenza.
La tragedia avvenuta a Parigi il 15 aprile del 2019 non occulta ma disvela l'insensatezza e l'orrore delle guerre e delle stragi in corso, l'insensatezza e l'orrore del degrado della civilta' e della biosfera effetto del potere dominante della rapina e del consumismo che tutto disprezza e trasforma in merce e scarto (esseri umani compresi); ci chiama  a riconoscere la nostra comune umanita' e ad impegnarci, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per salvare tutte le vite.
Ci convoca, come ogni tragedia che tutte le persone tocca nel cuore, a quella scelta di integrale solidarieta' con l'umanita' intera che Giacomo Leopardi tematizzo' nella "Ginestra", che e' la scelta della nonviolenza che ad ogni violenza si oppone, che e' la scelta fondamentale di tutte le tradizioni di pensiero dell'umanita' che riconoscono il diritto alla vita di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente, che esprimono l'impegno a prendersi cura del mondo, a preservare e condividere il bene ed i beni: siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
E quindi qui e adesso opponiamoci a tutte le guerre, a tutte le organizzazioni armate e a tutte le armi, che sempre e solo servono a uccidere gli esseri umani.
E quindi qui e adesso opponiamoci al razzismo e a tutte le persecuzioni, di cui sempre e solo sono vittima esseri umani innocenti.
E quindi qui e adesso opponiamoci al maschilismo che e' prima radice e primo paradigma di tutte le violenze.
E quindi qui e adesso opponiamoci alla devastazione della biosfera e difendiamo l'intero mondo vivente.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Se non si preserva quest'unico mondo vivente l'intera umanita' perisce con esso.
All'"ananche" che tutto distrugge, opponiamo l'impegno solidale cosciente e operoso per la salvezza comune dell'umanita'.

5. INCONTRI. "LA POESIA ONESTA DI UMBERTO SABA". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

Si e' svolto la sera di martedi' 16 aprile 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" un incontro di studio sul tema: "La poesia onesta di Umberto Saba".
All'incontro ha preso parte Paolo Arena.
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Una breve notizia su Umberto Saba
Umberto Saba, poeta italiano, nato a Trieste nel 1883, muore a Gorizia nel 1957. A tratti e' tale la felicita' che promana dalla sua poesia che si stenterebbe a credere da quali abissi di strazio essa emergeva. E' la poesia onesta della solidarieta' umana.
Opere di Umberto Saba: di Saba, come fu detto di Cervantes, occorrerebbe leggere tutto. Ma almeno Il Canzoniere, Einaudi, Torino: una lettura fragrante come un pane, che nutre, addolcisce e fortifica il lettore.
Opere su Umberto Saba: un buon punto di partenza e' l'antologia a cura di Mario Lavagetto, Per conoscere Saba, Mondadori, Milano 1981. Utile anche Francesco Muzzioli, La critica e Saba, Cappelli, Bologna 1976. Cfr. anche almeno Antonio Pinchera, Umberto Saba, La Nuova Italia, Firenze 1976.
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Una breve notizia su Paolo Arena
Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica, di storia linguistica dell'Italia contemporanea. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it
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Le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta denunciato la criminale disumanita' del governo italiano che nega soccorso e accoglienza ai naufraghi in pericolo di morte nel Mediterraneo.
Le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso pieno sostegno ai sindaci ed ai presidenti delle Regioni che hanno denunciato l'incostituzionalita' delle scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita'.
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Le persone partecipanti all'incontro hanno riaffermato il dovere di opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni; il dovere di impegnarsi in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso gli appelli all'Unione Europea ed all'Onu affinche' intervengano nei confronti del governo italiano per farne cessare le criminali politiche razziste.

6. RIFLESSIONE. MENTRE TRIPOLI VIENE BOMBARDATA

Mentre Tripoli viene bombardata un delirante e barbaro ministro italiano, del governo signore e padrone, continua a negare soccorso ed accoglienza ai profughi in fuga dalla guerra.
Mentre Tripoli viene bombardata un delirante e barbaro ministro italiano, del governo signore e padrone, continua a negare soccorso ed accoglienza ai naufraghi in pericolo di morte.
Mentre Tripoli viene bombardata un delirante e barbaro ministro italiano, del governo signore e padrone, continua a sabotare i soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo.
Mentre Tripoli viene bombardata un delirante e barbaro ministro italiano, del governo signore e padrone, continua ad operare affinche' i superstiti dei lager libici non possano trovare scampo in Italia e in Europa.
Mentre Tripoli viene bombardata un delirante e barbaro ministro italiano, del governo signore e padrone, continua ad attuare, promuovere, propagandare la persecuzione razzista di esseri umani innocenti.
Mentre Tripoli viene bombardata un delirante e barbaro ministro italiano, del governo signore e padrone, continua ad istigare all'odio razzista.
Mentre Tripoli viene bombardata un delirante e barbaro ministro italiano, del governo signore e padrone, continua a commettere abominevoli reati e a pretendere impunita' per essi.
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Si dimetta il ministro e con esso il governo della disumanita'.
Si dimetta il ministro e con esso il governo razzista.
L'Italia torni alla Costituzione che difende i diritti umani, alla legalita' che salva le vite.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. INCONTRI. ANGELA DOGLIOTTI ED ELENA CAMINO: 70 ANNI DI NATO. DI GUERRA IN GUERRA. UN CONVEGNO DI DENUNCIA E PROPOSTA
[Dal sito del "Centro studi Sereno Regis" di Torino riprendiamo e diffondiamo]

L'organizzazione
Siamo rimaste piacevolmente colpite, presentandoci domenica 7 aprile 2019 alla sede del Convegno con un piccolo ritardo (arrivavamo in treno da Torino). La sala del Teatro Odeon di Firenze era gia' piena, tanto che e' stata aperta anche la galleria. Non ci aspettavamo la presenza di cosi' tante persone, anche se l'eta' media dei presenti - decisamente spostata verso la maturita' - ci ha un po' rattristate. Sicuramente l'assenza dei giovani si e' fatta sentire, e ha reso ancora piu' evidente l'esigenza di far conoscere al pubblico "la crescente pericolosita' della situazione mondiale e la drammaticita' dei conflitti in atto".
Siamo state accolte da una organizzazione molto efficiente, e impeccabile nella cura di offrire a tutti/e la possibilita' di seguire gli interventi, grazie a una magistrale traduzione e a una adeguata amplificazione.
Oltre agli interventi di relatori e relatrici, sono stati proiettati dei video della rete Pandora-TV e alcuni video-messaggi, tra cui anche quello di Michail Gorbacev.
Tra gli organizzatori/relatori segnaliamo Michel Chossudovsky, direttore del Centre for Research on Globalization (Global Research, Canada), Giulietto Chiesa, direttore di Pandora-TV, Manlio Dinucci, giornalista, Tommaso Di Francesco, condirettore de "il Manifesto", Alex Zanotelli, missionario comboniano. Nel corso della giornata sono intervenuti anche Franco Cardini, storico, e il Generale Fabio Mini.
Il "Comitato No Guerra No Nato" (CNGNN) ha messo a disposizione dei partecipanti due documenti: I 70 anni della Nato: di guerra in guerra, con il materiale presentato al Convegno, e il testo della relazione di Michel Chossudovsky, professore emerito di economia all'Universita' di Ottawa.
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La Nato come forma di occupazione
Nell'invito al Convegno erano chiaramente enunciati gli obiettivi proposti dagli organizzatori: "a partire da un bilancio storico di 70 anni di Nato, uscire dal sistema di guerra, ora". Il Comitato No Guerra No Nato intendeva esporre, attraverso le parole dei relatori e la presentazione di testimonianze e video-documenti, la tesi che la Nato, invece di essere un'alleanza difensiva, e' uno strumento di occupazione, ed e' responsabile di crimini di guerra.
L'adesione dell'Italia alla Nato - letta in una prospettiva storica - testimonia che il nostro Paese non e' mai stato davvero liberato. Da Alex Zanotelli viene ricordata la posizione di Giuseppe Dossetti, uno dei padri costituenti, che nel 1949 espresse un forte dissenso contro l'adesione dell'Italia all'Alleanza Atlantica, ritenendo che cio' avrebbe comportato una forte limitazione all'indipendenza e all'autonomia politica del nostro Paese. In seguito Dossetti lascio' la Democrazia Cristiana e la politica attiva facendosi monaco.
La militarizzazione dell'Europa prodotta dalla Nato coinvolse in modo particolare l'Italia, che fin dal 1951 "ospito'" basi statunitensi sul suo territorio. Secondo l'art. 5 della Nato ogni decisione doveva essere presa solo con l'unanimita' dei partecipanti: di fatto, nei primi anni nessun Paese espresse dissenso o pose il veto alle proposte della Nato, e dagli anni 2000 e' entrato in vigore il "silenzio assenso", a testimoniare la totale mancanza di autonomia degli Stati membri e la sudditanza di fronte alle scelte statunitensi.
A sottolineare il carattere aggressivo e non difensivo della Nato, Michel Chossudovsky (anche avvalendosi di una serie di riprese video) ricorda la sequenza di interventi armati che - a partire dalla fine della guerra fredda - hanno favorito l'espansione della Nato (quindi degli Stati Uniti) prima in Europa (guerra nei Balcani), poi in Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, fino alle manovre di espansione nell'Est europeo.
Un altro aspetto critico che Chossudovsky ha sottolineato e' il ruolo che la Nato ha svolto rispetto all'Europa, che non ha mai potuto svilupparsi e crescere come unita' autonoma, e ad oggi e' sollecitata dagli Stati Uniti a destinare una parte crescente del proprio bilancio per difendere con le armi i confini che gli americani stessi hanno tracciato.
Con il passare degli anni c'e' stato - avverte Chossudovsky - un cambiamento di mentalita', di prospettiva che rende la situazione attuale estremamente pericolosa: mentre durante la guerra fredda, con il rischio del reciproco annientamento, le armi schierate avevano una funzione di deterrenza, ma nessuno si proponeva davvero di usarle, adesso, dato che questi ordigni sono di piccole dimensioni (quindi facilmente maneggiabili) e di "piccola" potenza (da 1/3 a 12 volte la bomba sganciata su Hiroshima!) rispetto alle precedenti, vengono considerate alla stregua di armi convenzionali, assai piu' facilmente utilizzabili rispetto ai rigidi protocolli autorizzativi in vigore fino a pochi anni fa.
Lo sviluppo tecnologico degli armamenti nucleari ha quindi reso negli ultimi anni particolarmente rischiosa la situazione per l'Italia: bombe nucleari sono dislocate in varie localita' che gli alleati statunitensi hanno posto sotto segreto militare, trasferendo di fatto delle parti del territorio italiano sotto il controllo giuridico di un Paese straniero.
La recente decisione del governo americano di non rispettare piu' il trattato di non proliferazione nucleare e' solo una dimostrazione ulteriore del carattere aggressivo della politica statunitense, che nel frattempo manipola l'opinione pubblica dichiarando che le sue scelte sono la risposta alla minaccia russa.
La situazione attuale richiama il tempo delle proteste che negli anni Ottanta videro la partecipazione di un grandissimo numero di persone a manifestazioni contro le armi nucleari e contro la guerra. L'attuale inerzia della societa' civile testimonia in modo drammatico l'assenza di conoscenza del pubblico, e l'efficacia della propaganda.
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Spunti di riflessione
Nel corso della giornata di Convegno sono intervenuti molti relatori, e l'insieme delle loro testimonianze e considerazioni ha offerto ai partecipanti numerosi spunti di riflessione: sulla natura della Nato, sul ruolo dei media (e della loro manipolazione) nell'influenzare le opinioni della gente, sulla crescente instabilita' della situazione di quest'area, in cui ai problemi  politici interni si aggiunge il dramma dei flussi migratori...
Inquietante e' stata la testimonianza registrata del magistrato Ferdinando Imposimato, Presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione, quando riassume i risultati delle indagini da lui compiute, dalle quali emerge il ruolo della Nato nelle stragi che hanno insanguinato l'Italia.
Sono state mostrate alcune fotografie sugli effetti dell'uranio impoverito nelle guerre in Iraq e nell'area balcanica, ed e' stata segnalata una recente iniziativa avviata a livello internazionale per bandire l'uso di armi che utilizzano l'uranio impoverito, i cui effetti si sono rivelati gravemente dannosi alla salute umana e all'ambiente.
Interessanti sono stati anche i dialoghi intrecciati tra vari relatori e un ospite russo (Vladimir Kozin, principale esperto del Centro di Studi Politico-Militari russo), che ha presentato il punto di vista di una Russia meno aggressiva di quanto ci viene  tuttora proposto dai media: sia nel periodo attuale, sia nei decenni precedenti, fin dai primi anni dopo la conclusione della seconda guerra mondiale.
Conciso, ma assai importante, e' stato l'intervento di Alex Zanotelli, l'unico che ha sottolineato il pericoloso intreccio tra armamenti, guerre, disuguaglianze, cambiamenti climatici, migrazioni. In effetti nel Convegno l'attenzione prevalente di coloro che sono intervenuti era concentrata soprattutto sugli aspetti relativi agli armamenti, alle dinamiche belliche e ai rischi del nucleare. Ma e' molto importante cercare di cogliere la complessita' dei problemi affrontati e analizzarli da diverse prospettive: solo così possono emergere le connessioni tra interessi, scelte politiche, giochi di potere, e diventa possibile mettere in atto azioni sinergiche tra movimenti, organizzazioni della societa' civile, associazioni in grado di opporsi.
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L'obiettivo del Convegno: uscire dalla Nato
La crescente aggressivita' esibita dalla Nato; la sudditanza dei Paesi europei nei confronti degli Stati Uniti nelle decisioni militari e politiche; i disastrosi esiti delle guerre "umanitarie" condotte dalle forze Nato in tanti Paesi (le cui condizioni economiche, sociali e ambientali hanno costretto vaste popolazioni a migrare); i rischi crescenti di uso di ordigni nucleari, di cui sempre meno si ha piena coscienza degli effetti disastrosi che potrebbero provocare; l'evidente - anche se taciuta al pubblico - responsabilita' del sistema industrial-militare nell'accrescere l'effetto serra e la conseguente instabilita' climatica a livello planetario... oltre all'evidente consumo di risorse e spreco di denaro pubblico per alimentare la rinnovata escalation di armamenti... Tutte queste considerazioni sono state proposte ai partecipanti al Convegno con l'obiettivo di trovare appoggio e solidarieta' nel presentare una Dichiarazione di Firenze per costruire una Campagna internazionale di uscita dalla Nato, di uscita cioe' da un sistema di guerra, da una occupazione militare sotto il controllo statunitense che impedisce ai Paesi europei di unire le loro forze e operare per la pace e il benessere dei propri territori.

8. RIFLESSIONE. MAO VALPIANA: I VOLTI DI GRETA
[Riceviamo e diffondiamo]

Il volto di Greta Thunberg e' diventato un simbolo, riconosciuto a livello internazionale, che ha ispirato i Fridays for Future di tutto il mondo e lo sciopero globale per il clima del 15 marzo. Porta il suo messaggio a Stoccolma, Londra, Bruxelles, oggi anche a Roma, dal Papa.
Non so chi ci sia dietro a Greta a gestire la sua immagine, ma sono certo che incontri con capi di stato, l'uscita di un libro, documentari, interviste, fotografie, procurino una pressione enorme su una ragazzina appena sedicenne. E non so quanto tutto questo fara' bene al suo futuro personale. Tuttavia, la sua notorieta' ha una ricaduta estremamente positiva sul movimento contro il riscaldamento globale. Sarebbe bello, pero', se i giovani manifestanti, a fianco del volto della studentessa Greta che chiede ai governanti di cambiare politica, scegliessero anche altre icone da mettere su magliette e bandiere: esempi di chi ha lottato per cambiare la realta', scontrandosi con il potere e gli interessi economici, testimoni che hanno messo in gioco la vita. Il movimento non e' solo protesta e richiesta, ma anche azione nonviolenta, disobbedienza civile, impegno di lotta.
Il volto di Greta puo' mostrare altri volti.
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Il volto di Samir Flores, attivista messicano di 35 anni, ammazzato con due colpi di pistola il 20 febbraio 2019 davanti alla sua casa ad Amilcingo. Era in prima linea nella campagna contro la costruzione della centrale termoelettrica di Morelos, alimentata a gas attraverso un gasdotto che dovrebbe attraversare le colline pedemontane del vulcano Popocatepetl, e che dovrebbe essere  raffreddata con l'acqua della valle di Cuautla. Il progetto e' osteggiato da una larga parte dell'opinione pubblica messicana per l'impatto ambientale pericoloso dell'opera. La centrale, una volta ultimata, violerebbe i diritti ambientali degli abitanti della zona. Samir Flores era attivissimo anche nel lavoro di informazione ecologista a Radio Amiltzinko: per i suoi programmi aveva ricevuto minacce che poi si sono concretizzate nell'omicidio. Ma la lotta di chi si batte contro questa centrale termoelettrica non si e' fermata.
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Il volto di Chico Mendes, sindacalista e ambientalista brasiliano di 44 anni, assassinato il 22 dicembre 1988 a colpi di fucile. Raccoglitore di caucciu', attivista del sindacato dei lavoratori rurali, ha  lottato contro il disboscamento della foresta amazzonica, con azioni nonviolente di blocco delle ruspe che subivano repressioni violente e incarcerazioni di centinaia di contadini per oltre un decennio. Chico Mendes e' stato arrestato e torturato, ma non si e' mai arreso; nel 1985 ha guidato il Consiglio Nazionale dei Seringueiros, che e' divenuto il soggetto politico e sindacale che porto' le lotte dei contadini e delle popolazioni indigene dell'Amazzonia all'attenzione dei media internazionali con le sue tesi "In difesa del popolo della foresta". Ha poi lavorato alla creazione di una "riserva estrattiva" di caucciu' espropriata ai latifondisti della famiglia Alves da Silva che l'aveva illegalmente acquisita. Furono loro i mandanti dell'assassinio.
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Il volto di Alexander Langer, attivista, politico, fondatore dei verdi italiani e parlamentare europeo. E' morto volontariamente nel 1995, a 49 anni, per i troppi pesi e sfinito dal troppo amore per i prossimi, anche quelli delle generazioni future. Impegnato per la convivenza interetnica a partire dal suo Sudtirolo/Alto Adige fino alla Bosnia nella quale si e' speso per iniziative e soluzioni di pace contro la guerra nella ex-Jugoslavia. Promotore della "Fiera delle utopie concrete", della "Carovana europea di pace" da Trieste a Sarajevo, dell'appello "L'Europa muore o rinasce a Sarajevo". Ha tessuto i fili di tante reti ambientaliste, "i Colloqui di Dobbiaco", "L'Alleanza per il clima", "S.O.S. Dolomites", il "Comitato promotore di un Tribunale internazionale per l'ambiente".
Autore di innumerevoli scritti per la conversione ecologica della societa', e' l'intellettuale che piu' di ogni altro ha capito che l'ecologia non e' un lusso per i ricchi, ma una necessita' per i poveri.
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Greta, Samir, Chico, Alex, quattro volti per un futuro amico.

9. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

10. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

11. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

12. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

13. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Gerd Baumann, L'enigma multiculturale, Il Mulino, Bologna 2003, 2016, pp. 182, euro 12.
- Teresa Solana, Irena Sandler, Rba, Milano 2019, pp. 192, euro 9,99.
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Riletture
- Juergen Habermas, L'inclusione dell'altro. Studi di teoria politica, Feltrinelli, Milano 1998, 2008, 2013, pp. 286.
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Riedizioni
- AA. VV., Letteratura, storia, civilta'. Medioevo volgare. La circolazione dei testi tra lingue, forme e tradizione manoscritta, Salerno, Roma 2002, Rcs, Milano 2019, pp. 768, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

15. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3360 del 18 aprile 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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