[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 1011
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- Date: Wed, 2 Jan 2019 14:17:03 +0100
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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Numero 1011 del 2 gennaio 2019
In questo numero:
1. Peppe Sini: Un ricordo di Ferdinando Imposimato nell'anniversario della scomparsa
2. Alcuni testi del mese di novembre 2018 (parte prima)
3. Segnalazione al Commissario europeo per la Cooperazione internazionale e lo Sviluppo
4. "Uscire dalla follia della guerra. Salvare tutte le vite". Presentato oggi a Viterbo l'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele"
5. Enzo Apicella
6. Carlo Giuffre'
7. Segnalazione all'Alta rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza
8. Dinanzi a un monumento alle vittime della guerra: "Uscire dalla subalternita' alla violenza. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'"
9. Segnalazione al Segretario generale del Consiglio d'Europa
10. "Ogni essere umano ha diritto alla vita". Un'iniziativa itinerante a Viterbo all'ascolto dell'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele"
11. Alcune parole dette a Viterbo la mattina del 4 novembre 2018
12. Memoria delle vittime e impegno contro la guerra. Il nostro 4 novembre nonviolento
13. Parole pensate nella Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre 2018
14. Il lutto
15. "Alla scuola di Simone Weil: Riflessioni sulle cause della liberta' e dell'oppressione sociale". Un incontro di studio a Viterbo
1. MEMORIA. PEPPE SINI: UN RICORDO DI FERDINANDO IMPOSIMATO NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA
Un anno fa, il 2 gennaio 2018, moriva Ferdinando Imposimato, magistrato, parlamentare, giurista impegnato in difesa dell'umanita' e del mondo vivente.
*
Ho conosciuto personalmente Ferdinando Imposimato (la cui attivita', la cui umana vicenda e i cui scritti conoscevo ovviamente gia' da molti anni) solo una dozzina di anni fa, grazie ad Antonella Litta che con lui aveva un'amicizia tenera e profonda - intessuta non solo di condiviso impegno civile e morale, ma anche quasi di devozione filiale e di paterna sollecitudine - e che lo coinvolse nella campagna con cui impedimmo l'irreversibile devastazione dell'area del Bulicame (uno dei piu' preziosi beni naturalistici, storici, culturali e termali dell'Alto Lazio, gia' vividamente mentovato da Dante nel suo capolavoro) che la demenza dei rapinatori adoratori della massimizzazione del profitto e del totalitario consumismo voleva sacrificare alla realizzazione di un folle e scellerato mega-aeroporto.
Imposimato fu con noi con tutta la passione morale e civile, con tutta la sapienza giuridica e la conoscenza del cuore degli uomini e del mondo di cui era portatore, con tutto il suo sdegno per il male e tutto il suo amore per il bene comune dell'umanita'.
Era una persona buona, di una bonta' sorgiva e pulsante; di una generosita' e di un candore cosi' straripanti che gli poteva financo accadere di credere di riconoscere - omnia munda mundis - il bene che era in lui anche nelle persone che si trovava intorno non sempre valutandole nella loro reale consistenza morale (ma ho sempre trovato preferibili le persone capaci di vedere negli altri il bene che magari c'e' solo in modesta misura, ed adoperarsi quindi per tirarlo su dal pozzo e recarlo alla luce del giorno, piuttosto che vedere soltanto il male che s'agita sempre sul fondo opaco dell'animo di ogni persona e che auspicabile sarebbe non emergesse giammai, poiche' sempre erompe in guisa di peste e di mostro).
Mi commuove ancora, mentre ne scrivo, questa sua disposizione benevola (la virtu' confuciana del ren); massime pensando ai lutti che aveva subito, alle sofferenze ed alle amarezze che aveva conosciuto.
Lo ricordo ancora ironico e sorridente, attento e gentile, ma anche indignato e solenne nell'impegno contro ogni violenza; lo ricordo persuaso e intransigente militante per la liberazione dell'umanita', difensore del mondo vivente, e - last, but not least - lo ricordo come un amico la cui perdita e' un dolore immedicabile.
2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI NOVEMBRE 2018 (PARTE PRIMA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di novembre 2018.
3. SEGNALAZIONE AL COMMISSARIO EUROPEO PER LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E LO SVILUPPO
Al Commissario europeo per la Cooperazione internazionale e lo Sviluppo
on. Neven Mimica
Oggetto: segnalazione concernente violazioni dei diritti umani da parte del governo italiano e conseguente richiesta di intervento
Egregio on. Mimica,
le segnalo quanto segue:
- che il governo italiano da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
- che esponenti di primario rilievo del governo italiano da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo;
- che il recente decreto-legge n. 113/2018 del governo italiano (cosiddetto "decreto sicurezza") intende introdurre nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
Queste iniziative e questi pronunciamenti del governo italiano non solo violano la legalita' e ledono fondamentali diritti umani, ma sono anche palesemente incompatibili con una politica di autentica cooperazione internazionale e di concreto, coerente e adeguato sviluppo umano, oltre a mettere in discussione i fondamenti stessi dell'Unione Europea riproponendo abominevoli pratiche razziste, di segregazione e persecuzione, i cui orrori hanno segnato la storia europea del secolo scorso.
E' quindi necessario e urgente contrastare tali violazioni dei diritti umani e dello stato di diritto.
Tutto cio' le segnalo formulando la richiesta di un suo tempestivo intervento in difesa dei diritti umani e del diritto internazionale che le citate iniziative del governo italiano palesemente violano.
Voglia gradire distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo (Italia), primo novembre 2018
4. "USCIRE DALLA FOLLIA DELLA GUERRA. SALVARE TUTTE LE VITE". PRESENTATO OGGI A VITERBO L'APPELLO "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"
Giovedi' primo novembre 2018 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" e' stato presentato l'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele" promosso dal Movimento Nonviolento, da Peacelink e da altre esperienze di pace, appello che come ogni anno dal 2002 promuove in occasione del 4 novembre commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre.
Dopo la lettura del testo dell'appello per il 2018, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha sinteticamente illustrato le ragioni profonde dell'iniziativa.
Di seguito una sintesi del ragionamento svolto.
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Una commemorazione nonviolenta delle vittime di tutte le guerre
Dal 2002 a Viterbo in occasione del 4 novembre realizziamo la commemorazione nonviolenta delle vittime di tutte le guerre con il motto "Ogni vittima ha il volto di Abele", iniziativa che da diversi anni, grazie ad un appello promosso dal Movimento Nonviolento e da altre esperienze di pace e di solidarieta', viene realizzata in varie citta' d'Italia ed e' divenuta una campagna di coscientizzazione di dimensioni nazionali.
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Un impegno
Con questa iniziativa proponiamo a tutte le persone di volonta' buona di ricordare le vittime della guerra assumendo un impegno preciso: l'impegno ad adoperarsi affinche' altre vittime non ci siano piu', l'impegno ad adoperarsi per far cessare tutte le guerre e le uccisioni, l'impegno ad adoperarsi per salvare tutte le vite, l'impegno ad adoperarsi affinche' l'umanita' si riconosca finalmente umana, l'impegno ad opporsi ad ogni violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza, l'impegno a contrastare il male facendo il bene.
Poiche' il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto alla vita, ne consegue che il primo dovere di ogni essere umano - e di ogni umano istituto - e' il dovere di salvare tutte le vite.
La guerra in quanto tale consiste nell'uccisione di esseri umani; ne consegue che essa in quanto tale e' nemica dell'umanita', poiche' lede il primo diritto di ogni essere umano: il diritto alla vita senza di cui nessun altro diritto si da'.
Non solo: lo sviluppo degli armamenti e' giunto al punto che ormai da decenni le armi presenti negli arsenali sono sufficienti a distruggere l'intera umanita'; e tragicamente, invece di adoperarsi per l'universale disarmo, da parte dei poteri dominanti si continua a produrre armi, si continua a fare guerre, si continua a provocare stragi e catastrofi, si continua ad uccidere innumerevoli esseri umani ed a contaminare e devastare quest'unico fragile mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Da cento anni le menti piu' illuminate ci hanno avvertito, e questa nozione dovrebbe essere ormai senso comune: e' in pericolo la stessa civilta' umana, e' in pericolo l'esistenza stessa dell'umanita'.
Occorre pertanto porre con decisione la questione fondamentale del nostro tempo, che e' la seguente: abolire la guerra prima che la guerra distrugga l'umanita'.
Ma per abolire la guerra occorre l'impegno corale e persuaso di tutte le persone di volonta' buona.
E' indispensabile il disarmo.
E' indispensabile la smilitarizzazione dei poteri e dei saperi, dei territori e dei conflitti, dei cuori e delle istituzioni.
E' indispensabile la scelta di salvare le vite, tutte le vite; mettendo in pratica la regola aurea di ogni morale: "agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te".
E' indispensabile riconoscersi una sola umanita' in un unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi.
E' indispensabile ripudiare la violenza e scegliere la nonviolenza: la nonviolenza e' la politica prima per la salvezza dell'umanita'.
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Dopo Auschwitz, dopo Hiroshima
All'indomani della bomba di Hiroshima Guenther Anders chiari' che l'umanita' era entrata in una fase nuova della sua storia, la fase in cui era possibile il suo stesso annientamento, e che quindi da quel momento in poi il primo e decisivo imperativo morale e' divenuto: agisci per impedire l'annientamento dell'umanita', agisci per far cessare per sempre tutte le guerre.
Gandhi lo disse con sintesi estrema: "La morale che si puo' legittimamente trarre dalla spaventosa tragedia provocata dalla bomba atomica e' che una bomba non puo' essere distrutta da un'altra bomba, come la violenza non puo' essere eliminata dalla violenza. Il genere umano puo' liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla nonviolenza. L'odio puo' essere sconfitto soltanto con l'amore".
Un grande costruttore di pace che e' stato per noi un amico e un maestro indimenticabile, Ernesto Balducci, lo disse con parole ferme e illuminanti tanti anni fa, e quelle parole divennero poi l'incipit e il cuore di un libro che dovrebbe essere adottato, letto e meditato in tutte le scuole; s'intitola: "La pace. Realismo di un'utopia".
Padre Balducci vi svolgeva un ragionamento, che tante volte abbiamo ripetuto, sulle "tre verita' di Hiroshima"; diceva: "La prima verita' contenuta in quel messaggio e' che il genere umano ha un destino unico di vita o di morte. Sul momento fu una verita' intuitiva, di natura etica, ma poi, crollata l'immagine eurocentrica della storia, essa si e' dispiegata in evidenze di tipo induttivo la cui esposizione piu' recente e piu' organica e' quella del Rapporto Brandt. L'unita' del genere umano e' ormai una verita' economica. Le interdipendenze che stringono il Nord e il Sud del pianeta, attentamente esaminate, svelano che non e' il Sud a dipendere dal Nord ma e' il Nord che dipende dal Sud. Innanzitutto per il fatto che la sua economia dello spreco e' resa possibile dalla metodica rapina a cui il Sud e' sottoposto e poi, piu' specificamente, perche' esiste un nesso causale tra la politica degli armamenti e il persistere, anzi l'aggravarsi, della spaventosa piaga della fame. Pesano ancora nella nostra memoria i 50 milioni di morti dell'ultima guerra, ma cominciano anche a pesarci i morti che la fame sta facendo: 50 milioni, per l'appunto, nel solo anno 1979. E piu' comincia a pesare il fatto, sempre meglio conosciuto, che la morte per fame non e' un prodotto fatale dell'avarizia della natura o dell'ignavia degli uomini, ma il prodotto della struttura economica internazionale che riversa un'immensa quota dei profitti nell'industria delle armi: 450 miliardi di dollari nel suddetto anno 1979 e cioe' 10 volte di piu' del necessario per eliminare la fame nel mondo. Questo ora si sa. Adamo ed Eva ora sanno di essere nudi. Gli uomini e le donne che, fosse pure soltanto come elettori, tengono in piedi questa struttura di violenza, non hanno piu' la coscienza tranquilla.
"La seconda verita' di Hiroshima - proseguiva padre Balducci - e' che ormai l'imperativo morale della pace, ritenuta da sempre come un ideale necessario anche se irrealizzabile, e' arrivato a coincidere con l'istinto di conservazione, il medesimo istinto che veniva indicato come radice inestirpabile dell'aggressivita' distruttiva. Fino ad oggi e' stato un punto fermo che la sfera della morale e quella dell'istinto erano tra loro separate, conciliabili solo mediante un'ardua disciplina e solo entro certi limiti: fuori di quei limiti accadeva la guerra, che la coscienza morale si limitava a deprecare come un malum necessarium. Ma le prospettive attuali della guerra tecnologica sono tali che la voce dell'istinto di conservazione (di cui la paura e' un sintomo non ignobile) e la voce della coscienza sono diventate una sola voce. Non era mai capitato. Anche per questi nuovi rapporti fra etica e biologia, la storia sta cambiando di qualita'.
"La terza verita' di Hiroshima - concludeva Ernesto Balducci - e' che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'. Non che la guerra sia mai stata considerata, salvo in rari casi di sadismo culturale, un fatto secondo ragione, ma sempre le culture dominanti l'hanno ritenuta quanto meno come una extrema ratio, e cioe' come uno strumento limite della ragione. E difatti, nelle nostre ricostruzioni storiografiche, il progresso dei popoli si avvera attraverso le guerre. Per una specie di eterogenesi dei fini - per usare il linguaggio di Benedetto Croce - l'"accadimento" funesto generava l'"avvenimento" fausto. Ma ora, nell'ipotesi atomica, l'accadimento non genererebbe nessun avvenimento. O meglio, l'avvenimento morirebbe per olocausto nel grembo materno dell'accadimento".
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Consapevoli di cio'
Consapevoli di cio', nel nostro appello per questo 4 novembre 2018 sosteniamo particolarmente la campagna "Un'altra difesa e' possibile" e chiediamo che il Parlamento approvi finalmente la proposta di legge d'iniziativa popolare per l'istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta; chiediamo che l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017; chiediamo una drastica riduzione delle spese militari che secondo autorevoli stime gravano sul bilancio dello stato italiano per l'enorme importo di settanta milioni di euro al giorno; chiediamo che i fondi pubblici oggi destinati a strutture e strumenti di morte siano invece utilizzati in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e del mondo vivente.
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Hic et nunc
Oggi nel mondo poteri criminali e terroristi continuano a commettere stragi e devastazioni indicibili, ed anche nel nostro paese troppe persone investite di cariche pubbliche invece di adoperarsi per salvare le vite preferiscono fomentare l'odio, preferiscono omettere il doveroso soccorso a chi e' in pericolo di morte, preferiscono proseguire sulla via sciagurata delle persecuzioni, della complicita' con le guerre e le stragi.
Tutto cio' e' folle e scellerato.
A tutto cio' e' necessario e urgente opporsi.
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Un crimine contro l'umanita'
Nel nostro paese in questo momento, mentre il governo della disumanita' cerca di imporre un regime di persecuzioni razziste, e' particolarmente urgente ed assolutamente indispensabile contrastare questo inabissarsi nella barbarie: il razzismo e' un crimine contro l'umanita', il razzismo e' gia' il fascismo.
Ripetiamo quindi ancora una volta cio' che e' doveroso ripetere ogni giorno: che il governo della disumanita' da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia; che esponenti di primario rilievo del governo della disumanita' da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo; che il recente decreto-legge n. 113 del 4 ottobre 2018 del governo della disumanita' (il cosiddetto "decreto sicurezza") mira a introdurre nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista - che sono state autorevolmente definite "apartheid giuridico" - palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
E quindi occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere l'immediata cessazione di ogni atto criminale, persecutorio, razzista ed incostituzionale da parte del governo della disumanita'; occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere le dimissioni del governo della disumanita'; occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere che i ministri del governo della disumanita' responsabili di crimini abominevoli siano processati e condannati secondo le leggi vigenti.
Perche' ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; perche' vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; perche' salvare le vite e' il primo dovere.
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La prima radice e il primo paradigma di ogni violenza
E ripetiamo ancora una volta la cosa che piu' ci sta a cuore dire: che la prima radice e il primo paradigma di ogni violenza e' la violenza maschile contro le donne; che non sara' possibile abolire guerra e razzismo, sfruttamento e oppressione, se non si sconfigge il maschilismo.
Ogni essere umano vede e sa che solo abolendo la violenza maschile sulle donne l'umanita' intera potra' liberarsi dalla violenza che tutte e tutti ci opprime.
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Il nostro 4 novembre
Occorre opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni; occorre opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni; occorre opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Occorre opporsi ad ogni schiavitu' e ad ogni devastazione; occorre difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani e l'intero mondo vivente; occorre opporsi alla violenza con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
Ricordando che ogni vittima ha il volto di Abele, a cento anni dalla fine della carneficina della prima guerra mondiale, il 4 novembre cessi di essere stolida e oscena "festa" dei poteri assassini, e sia invece giorno di lutto per tutte le vittime di tutte le guerre, giorno di impegno contro tutte le guerre e le uccisioni.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
5. ENZO APICELLA
E' deceduto Enzo Apicella, artista e militante.
Ne ricordiamo l'impegno e la passione.
6. CARLO GIUFFRE'
E' deceduto Carlo Giuffre', attore eduardiano.
Lo ricordiamo in felicissime interpretazioni.
7. SEGNALAZIONE ALL'ALTA RAPPRESENTANTE DELL'UNIONE EUROPEA PER GLI AFFARI ESTERI E LA POLITICA DI SICUREZZA
All'Alta rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza
on. Federica Mogherini
Oggetto: segnalazione concernente violazioni dei diritti umani da parte del governo italiano e conseguente richiesta di intervento
Gentilissima on. Mogherini,
le segnalo quanto segue:
- che il governo italiano da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
- che esponenti di primario rilievo del governo italiano da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo;
- che il recente decreto-legge n. 113/2018 del governo italiano (cosiddetto "decreto sicurezza") intende introdurre nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
Queste iniziative e questi pronunciamenti del governo italiano violano la legalita', ledono il diritto di ogni persona alla sicurezza e minacciano la stessa sicurezza comune dell'Unione Europea in quanto costituiscono e fomentano pratiche razziste, sono esempi di disprezzo di leggi universalmente condivise (come il dovere di soccorrere i naufraghi), e proclamando e praticando persecuzioni destabilizzano e infine dissolvono la civile convivenza e promuovono l'anomia e tendenzialmente quindi il bellum omnium contra omnes.
E' necessario e urgente contrastare tali violazioni dei diritti umani e dello stato di diritto, tale destabilizzazione della civile convivenza, tale deriva verso la violenza e la conseguente generalizzata insicurezza.
Gentilissima on. Mogherini,
tutto cio' le segnalo formulando la richiesta di un suo tempestivo intervento in difesa dei diritti umani e del diritto internazionale che le citate iniziative del governo italiano palesemente violano.
In quanto Alta rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza credo che lei possa e debba far sentire la sua autorevole voce e promuovere tutte le iniziative che rientrano nelle sue competenze e che riterra' piu' che opportune necessarie al fine di opporsi a crimini flagranti e ripugnanti, al fine di opporsi a una disumanita' al contempo esibita ed oscena, al fine di opporsi alla folle violenza razzista che nella storia d'Europa ha gia' provocato orrori e lutti indicibili.
Dal profondo del cuore la prego di agire.
Voglia gradire distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo (Italia), 2 novembre 2018
8. DINANZI A UN MONUMENTO ALLE VITTIME DELLA GUERRA: "USCIRE DALLA SUBALTERNITA' ALLA VIOLENZA. SOLO LA NONVIOLENZA PUO' SALVARE L'UMANITA'"
Venerdi' 2 novembre in piazzale Gramsci a Viterbo, dinanzi al cippo che ricorda alcune persone assassinate dalla guerra e dal nazifascismo, per iniziativa del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" si e' svolta nel piu' assoluto silenzio una commemorazione nonviolenta di tutte le vittime di tutte le guerre nell'ambito dell'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" promossa dal Movimento Nonviolento e da altre esperienze di pace in occasione del 4 novembre "non giorno di festa, ma giorno di lutto".
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Dopo la meditazione silenziosa in piazza dinanzi al monumento che ricorda le vittime innocenti, si e' poi svolto presso la sede della struttura nonviolenta viterbese un incontro di riflessione nel corso del quale e' stata data lettura dell'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele" ed e' stata condivisa una lettera indirizzata all'Alta rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, on. Federica Mogherini, per richiedere un adeguato intervento per contrastare la politica razzista ed incostituzionale del governo della disumanita' che sta cercando di imporre in Italia un criminale regime di apartheid, di segregazione e di persecuzioni.
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Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha svolto alcune brevi considerazioni.
Sono una stessa cosa guerra e fascismo: scellerata negazione del diritto di ogni persona alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Solo la pace salva le vite: e pace significa disarmo e smilitarizzazione; pace significa soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto; pace significa opporsi a tutte le menzogne e le violenze; pace significa civile convivenza, responsabile e solidale.
Tutte le vittime ci convocano al medesimo impegno: far si' che non ci siano altre vittime, adoperarci per far cessare tutte le uccisioni, impegnarci per salvare tutte le vite.
Gia' al termine della prima guerra mondiale, cento anni fa, l'umanita' giuro' a se stessa che non ci sarebbero state piu' guerre: tragicamente le guerre proseguirono. E nuovamente al termine della seconda guerra mondiale, ugualmente l'umanita' giuro' a se stessa che non ci sarebbero state piu' guerre: e tragicamente le guerre proseguirono. Noi oggi sappiamo che se l'umanita' non fermera' le guerre, le guerre estingueranno l'umanita': che questa consapevolezza ci illumini.
Occorre uscire una volta per tutte dalla subalternita' alla violenza. Occorre deciderci una volta per tutte ad opporci alla guerra e alle uccisioni con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
In questo centenario della fine della mostruosa "inutile strage" del 1914-1918, approssimandosi la ricorrenza del 4 novembre che deve cessare di essere "festa" dei poteri armati assassini e divenire invece giornata di addolorata memoria di tutte le persone assassinate, noi diciamo la parola necessaria: il primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto e' salvare le vite.
Opporsi occorre alla guerra e a tutte le uccisioni.
Opporsi occorre al razzismo e a tutte le persecuzioni.
Opporsi occorre al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
Il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto alla vita.
9. SEGNALAZIONE AL SEGRETARIO GENERALE DEL CONSIGLIO D'EUROPA
Al Segretario generale del Consiglio d'Europa
on. Thorbjorn Jagland
Oggetto: segnalazione concernente violazioni dei diritti umani da parte del governo italiano e conseguente richiesta di intervento
Egregio on. Jagland,
le segnalo quanto segue:
- che il governo italiano da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
- che esponenti di primario rilievo del governo italiano da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo;
- che il recente decreto-legge n. 113/2018 del governo italiano (cosiddetto "decreto sicurezza") intende introdurre nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
Tutto cio' le segnalo formulando la richiesta di un suo tempestivo intervento in difesa dei diritti umani e del diritto internazionale che le citate iniziative del governo italiano palesemente violano.
Voglia gradire distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo (Italia), 3 novembre 2018
10. "OGNI ESSERE UMANO HA DIRITTO ALLA VITA". UN'INIZIATIVA ITINERANTE A VITERBO ALL'ASCOLTO DELL'APPELLO "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"
Sabato 3 novembre 2018 a Viterbo sono proseguite le commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre nell'ambito dell'iniziativa promossa dall'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele", appello con cui il Movimento Nonviolento ed altre esperienze di pace intorno al 4 novembre - giorno di lutto e non di festa - chiamano tutte le persone di volonta' buona a ricordare gli esseri umani uccisi dalla guerra e ad impegnarsi per far cessare tutte le guerre, tutte le stragi, tutte le uccisioni.
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Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, nel corso di un'iniziativa itinerante in luoghi simbolo della memoria cittadina ha tenuto tre conversazioni in tre diverse piazze e vie ricordando non solo le vittime dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, ma tutte le vittime degli orrori del "secolo breve" e delle tragedie attualmente in corso: dall'ecatombe nel Mediterraneo, ai massacri in Yemen, agli altri luoghi del mondo in cui ogni giorno poteri folli e criminali opprimono, torturano e massacrano innumerevoli esseri umani.
Ma ricordare le vittime deve tradursi in un impegno concreto e coerente a contrastare ogni violenza assassina; ricordare le vittime deve essere appello cogente a salvare tutte le vite; ricordare le vittime deve significare riconoscere una verita' e prendere una decisione: riconoscere la verita' che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; riconoscere la verita' che siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; riconoscere la verita' che la regola aurea dell'umano condursi e': "agisci verso le altre persone come vorresti che le altre persone agissero verso di te"; riconoscere la verita' che solo facendo il bene ci si oppone al male; e riconosciuta questa verita' prendere la decisione di contrastare ogni violenza con la scelta della nonviolenza: la nonviolenza che e' la lotta la piu' nitida e la piu' intransigente contro tutte le menzogne, contro tutte le oppressioni, contro tutte le devastazioni, contro tutte le uccisioni.
L'umanita' si trova dinanzi a un reale rischio di autodistruzione; assumerne piena coscienza significa agire qui ed ora per il disarmo, per la smilitarizzazione dei conflitti, per recare soccorso a chiunque di aiuto abbia bisogno, per il bene comune dell'umanita' e del mondo vivente.
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Nel corso dell'iniziativa itinerante e delle conversazioni e' stata espressa solidarieta' alle iscritte e agli iscritti dell'Unione sindacale di base di Viterbo, la cui sede cittadina e' stata bersaglio nottetempo di un atto vandalico neofascista.
E' stata espressa ancora una volta solidarieta' all'esperienza di accoglienza di Riace, un'esperienza di concreto riconoscimento di umanita' e di coerente civile convivenza di straordinario valore morale e politico.
E' stato condiviso l'appello ""Quid agendum. Dodici considerazioni contro il razzismo" che recita: "1. Il governo della disumanita' da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia. 2. Esponenti di primario rilievo del governo della disumanita' da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo. 3. Il recente decreto-legge n. 113 del 4 ottobre 2018 del governo della disumanita' (il cosiddetto "decreto sicurezza") mira a introdurre nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista - che sono state autorevolmente definite "apartheid giuridico" - palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale. 4. Occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere l'immediata cessazione di ogni atto criminale, persecutorio, razzista ed incostituzionale da parte del governo della disumanita'. 5. Occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere le dimissioni del governo della disumanita'. 6. Occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere che i ministri del governo della disumanita' responsabili di crimini abominevoli siano processati e condannati secondo le leggi vigenti. 7. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. 8. Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera. 9. Salvare le vite e' il primo dovere. 10. Agisci nei confronti delle altre persone come vorresti che esse agissero verso di te. 11. L'altro dell'altro sei tu. 12. Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere".
E sono state infine ovviamente lette e condivise le proposte contenute nell'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele".
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe
11. ALCUNE PAROLE DETTE A VITERBO LA MATTINA DEL 4 NOVEMBRE 2018
Di uccisioni consiste la guerra
di uccisioni di esseri umani.
Ad uccidere servono le armi
ad uccidere gli esseri umani.
Per uccidere si armano le persone
per uccidere gli esseri umani.
E noi siamo gli esseri umani.
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Far cessare il diluvio di sangue.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere
ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite: il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare
l'umanita' dalla catastrofe.
12. MEMORIA DELLE VITTIME E IMPEGNO CONTRO LA GUERRA. IL NOSTRO 4 NOVEMBRE NONVIOLENTO
Domenica 4 novembre 2018 a Viterbo, come ogni anno dal 2002, una delegazione del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha reso omaggio alle vittime di tutte le guerre sostando e meditando in silenzio dinanzi ai monumenti e alle lapidi che in piazza del Sacrario ricordano gli uccisi dalla follia bellica.
Si e' rinnovata quindi a Viterbo - come in altre citta' d'Italia - l'iniziativa della commemorazione nonviolenta delle vittime della guerra, commemorazione promossa dall'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele", appello che ha come primo firmatario il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini.
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Dopo la commemorazione silenziosa il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha riassunto il senso e il fine dell'iniziativa proponendo dieci riflessioni. I. Il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto alla vita; II. poiche' il fine di tutte le guerre e' uccidere gli esseri umani, abolire la guerra e tutte le uccisioni e' il compito piu' urgente dell'umanita'; III. strumenti della guerra sono le armi e le organizzazioni armate: per abolire la guerra occorre cessare di produrre le armi e abolire le organizzazioni armate; IV. tutte le ideologie e le organizzazioni che promuovono la commissione di omicidi sono in quanto tali nemiche del diritto alla vita di ogni essere umano: opporsi ad esse e' diritto e dovere di ogni persona persuasa del proprio e comune diritto alla vita; V. la guerra, le uccisioni, le persecuzioni, le distruzioni, le oppressioni sono tutte forme di violenza: soltanto opponendosi alla violenza e' possibile realizzare la convivenza dell'umanita' e la salvaguardia del mondo vivente; VI. solo la nonviolenza si oppone alla violenza in modo concreto e coerente, nitido e intransigente; VII. nel giorno in cui si fa memoria delle vittime della guerra e' doveroso esprimere un impegno affinche' cessi ogni guerra, ogni strage, ogni uccisione; VIII. questa memoria e questo impegno trovano adempimento nella scelta della nonviolenza; IX. prima che sia troppo tardi, prima che la violenza devasti irreversibilmente la biosfera, prima che la violenza distrugga la civilta' umana, ogni essere umano e' chiamato ad agire in difesa dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente; X. questa azione necessaria che si oppone a tutte le violenze e' il primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto: salvare le vite; opporsi al male facendo il bene; contrastare e sconfiggere la violenza con la scelta della nonviolenza.
13. PAROLE PENSATE NELLA GIORNATA ECUMENICA DEL DIALOGO CRISTIANO-ISLAMICO DEL 27 OTTOBRE 2018
Quella parola dice non uccidere
quella parola e' una parola di pace
quella parola dice che non vi e'
altro bene che il bene e fare il bene
sia il compito e la luce dei tuoi giorni
quella parola chiede che tu
salvi le vite che tu
a tutte le uccisioni ti opponga
quella parola ti dice di amare
il sommo bene ed ogni essere vivente
ed e' amando ogni essere vivente
che veramente si ama il sommo bene
quella parola chiede che il tuo cuore
tu lo apra al pianto del mondo
quella parola chiede che il tuo braccio
rechi soccorso a chiunque soccorso chieda
quella parola e' per tutte le orecchie
ogni bocca ogni volto la reca
siamo una sola umanita'
chi sa vedere il dolore dell'altro
chi sa ascoltare il volto dell'altro
non seminera' cocci di vetro
non costruira' muraglie di chiodi
non rubera' il pane all'affamato
non piantera' coltelli nelle carni
non dara' fuoco al respiro del mondo
l'acqua dei pozzi non contaminera'
vorra' invece lavare le ferite
ospitera' nella sua tenda il mendicante
dividera' il suo cibo e il suo riparo
portera' il bene dove muove i passi
questa parola dice questo giorno
chiamiamo dialogo mettere in comune
i buoni pensieri le azioni buone
fare di questo luogo il luogo giusto
fare di questo tempo il tempo vero
costruire la pace e la giustizia
14. IL LUTTO
Il lutto per le vittime del maltempo dovrebbe convocare ogni persona a un esame di coscienza e, se necessario, ad una conversione: al riconoscimento della fragilita' della nostra esistenza e del mondo vivente tutto, e quindi all'impegno ad essere lievi e solleciti del bene comune dell'umanita' intera, accudenti verso ogni persona e verso l'intera biosfera.
Cessare di uccidere, salvare le vite.
Cessare di sperperare risorse ingentissime in strumenti, apparati e scelte di violenza e di morte, ed utilizzare invece quelle risorse per promuovere il bene comune, per soccorrere e risanare.
La nonviolenza e' la medicina: rispetto per la vita, forza dell'amore.
15. "ALLA SCUOLA DI SIMONE WEIL: RIFLESSIONI SULLE CAUSE DELLA LIBERTA' E DELL'OPPRESSIONE SOCIALE". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO
Si e' svolto lunedi' 5 novembre 2018 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul saggio "Riflessioni sulle cause della liberta' e dell'oppressione sociale" scritto da Simone Weil nel 1934.
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Un minuto di silenzio
L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del maltempo di questi giorni.
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Alla scuola di Simone Weil
Nel corso dell'incontro sono state lette e commentate alcune dense pagine dello scritto weiliano e si e' riflettuto sulla figura e l'opera di Simone Weil, una delle fonti fondamentali della teoria e della prassi della nonviolenza in cammino.
L'incontro era parte di un ciclo di incontri di studio e di riflessione che la struttura nonviolenta viterbese dedica alla rilettura sistematica degli scritti di Simone Weil, ciclo che proseguira' nelle prossime settimane.
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Una breve notizia su Simone Weil
Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu professoressa, militante sindacale e politica della sinistra classista e libertaria, operaia di fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti, lavoratrice agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a lavorare per la Resistenza. Minata da una vita di generosita', abnegazione, sofferenze, muore in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna come quella che precede non rende pero' conto della vita interiore della Weil (ed in particolare della svolta, o intensificazione, o meglio ancora: radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del 1938). Ha scritto di lei Susan Sontag: "Nessuno che ami la vita vorrebbe imitare la sua dedizione al martirio, o se l'augurerebbe per i propri figli o per qualunque altra persona cara. Tuttavia se amiamo la serieta' come vita, Simone Weil ci commuove, ci da' nutrimento".
Opere di Simone Weil: tutti i volumi di Simone Weil in realta' consistono di raccolte di scritti pubblicate postume, in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici (e sotto pseudonimo nella fase finale della sua permanenza in Francia stante la persecuzione antiebraica). Tra le raccolte piu' importanti in edizione italiana segnaliamo: L'ombra e la grazia (Comunita', poi Rusconi), La condizione operaia (Comunita', poi Mondadori), La prima radice (Comunita', SE, Leonardo), Attesa di Dio (Rusconi), La Grecia e le intuizioni precristiane (Rusconi), Riflessioni sulle cause della liberta' e dell'oppressione sociale (Adelphi), Sulla Germania totalitaria (Adelphi), Lettera a un religioso (Adelphi); Sulla guerra (Pratiche, Est). Sono fondamentali i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo Gaeta.
Opere su Simone Weil: fondamentale e' la grande biografia di Simone Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994. Tra gli studi cfr. AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1985; Gabriella Fiori, Simone Weil. Biografia di un pensiero, Garzanti, Milano 1981, 1990; Eadem, Simone Weil. Una donna assoluta, La Tartaruga edizioni, Milano 1991, 2009; Giancarlo Gaeta, Simone Weil, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1992; Jean-Marie Muller, Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994; Angela Putino, Simone Weil e la Passione di Dio, Edb, Bologna 1997; Eadem, Simone Weil. Un'intima estraneita', Citta' Aperta, Troina (Enna) 2006; Wanda Tommasi (a cura di), Weil, Rcs, Milano 2014; Maurizio Zani, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia, Milano 1994.
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Una valutazione delle commemorazioni nonviolente del 4 novembre
L'incontro e' stato anche occasione di riflessione sullo svolgimento delle commemorazioni nonviolente realizzate a Viterbo condividendo l'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele" promosso dal Movimento Nonviolento, da Peacelink e da altre esperienze di pace, appello che propone che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne assunzione di un concreto impegno contro tutte le guerre e le violenze.
A Viterbo, dove l'iniziativa si svolge fin dal 2002, anche quest'anno infatti si sono realizzati incontri di riflessione, deposizioni di omaggi floreali e momenti di meditazione silenziosa dinanzi alle tombe, ai monumenti e alle lapidi che ricordano le vittime della guerra.
Valutando positivamente le iniziative nonviolente realizzate quest'anno a Viterbo come in altre citta', si e' ritenuto necessario approfondire la riflessione in un prossimo incontro specificamente dedicato ad avviare con largo anticipo l'organizzazione delle commemorazioni nonviolente per il prossimo anno al fine di estenderle a un maggior numero di luoghi in tutta Italia.
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Un impegno urgente contro il razzismo
Le persone partecipanti hanno poi condiviso ancora una volta l'appello "Quid agendum. Dodici considerazioni contro il razzismo" che di seguito si trascrive.
1. Il governo della disumanita' da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
2. Esponenti di primario rilievo del governo della disumanita' da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo.
3. Il recente decreto-legge n. 113 del 4 ottobre 2018 del governo della disumanita' (il cosiddetto "decreto sicurezza") mira a introdurre nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista - che sono state autorevolmente definite "apartheid giuridico" - palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
4. Occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere l'immediata cessazione di ogni atto criminale, persecutorio, razzista ed incostituzionale da parte del governo della disumanita'.
5. Occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere le dimissioni del governo della disumanita'.
6. Occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere che i ministri del governo della disumanita' responsabili di crimini abominevoli siano processati e condannati secondo le leggi vigenti.
7. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
8. Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
9. Salvare le vite e' il primo dovere.
10. Agisci nei confronti delle altre persone come vorresti che esse agissero verso di te.
11. L'altro dell'altro sei tu.
12. Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
*
Con Riace
Le persone partecipanti all'incontro hanno altresi' espresso la loro solidarieta' all'esperienza di accoglienza di Riace, un'esperienza di concreto riconoscimento di umanita' e di coerente civile convivenza di straordinario valore morale e politico.
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Formare le forze dell'ordine alla nonviolenza
Le persone partecipanti all'incontro hanno altresi' rinnovato l'invito al Parlamento affinche' al piu' presto siano riproposte, calendarizzate ed approvate le varie proposte di legge gia' presentate da due decenni a questa parte per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
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Per la proibizione delle armi nucleari
E' stata altresi' condivisa ancora una volta la richiesta che l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari.
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Nel ricordo e alla scuola di Simone Weil difendiamo i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Numero 1011 del 2 gennaio 2019
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