[Nonviolenza] Telegrammi. 3252
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- Date: Thu, 27 Dec 2018 20:37:06 +0100
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3252 del 28 dicembre 2018
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. La stessa ideologia, la stessa prassi
2. "La compassione, la responsabilita', la solidarieta'". Un incontro di riflessione con la dottoressa Antonella Litta a Viterbo
3. Quid agendum
4. Manifesta illegittimita' costituzionale di vari articoli del Decreto-Legge 4 ottobre 2018, n. 113 (il cosiddetto "decreto sicurezza")
5. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
6. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
7. Un incontro in ricordo di Vittorio Emanuele Giuntella il 27 aprile 2016
8. Maria Teresa Bonadonna Russo ricorda Vittorio Emanuele Giuntella
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
1. HIC ET NUNC. LA STESSA IDEOLOGIA, LA STESSA PRASSI
La stessa ideologia, la stessa prassi condividono le tifoserie razziste, accoltellatrici e assassine e il governo della disumanita'.
La stessa ideologia, la stessa prassi.
2. INCONTRI. "LA COMPASSIONE, LA RESPONSABILITA', LA SOLIDARIETA'". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE CON LA DOTTORESSA ANTONELLA LITTA A VITERBO
Si e' svolto giovedi' 27 dicembre 2018 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione con la dottoressa Antonella Litta sul tema "La compassione, la responsabilita', la solidarieta': esperienze e riflessioni sul dovere di difendere la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano e sul dovere di difendere l'intero mondo vivente dalla distruzione".
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Una breve notizia su Antonella Litta
Antonella Litta svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (Vt). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute" nonche' referente nazionale per le problematiche ambientali e sanitarie derivanti dall'inquinamento delle acque ad uso umano. E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. E' impegnata nell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (Anpi) a livello locale e provinciale. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio e il diritto all'abitare con iniziative di solidarieta' concreta. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. E' la portavoce del Comitato che si e' opposto vittoriosamente all'insensato ed illegale mega-aeroporto di Viterbo salvando la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bullicame di dantesca memoria e che s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Come rappresentante dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia) ha promosso una rilevante iniziativa per il risanamento delle acque del lago di Vico e in difesa della salute della popolazione dei comuni circumlacuali. E' oggi in Italia figura di riferimento nella denuncia della presenza dell'arsenico nelle acque destinate al consumo umano, e nella proposta di iniziative specifiche e adeguate da parte delle istituzioni per la dearsenificazione delle acque e la difesa della salute della popolazione. Per il suo impegno in difesa di ambiente, salute e diritti alla dottoressa Antonella Litta e' stato attribuito il 6 marzo 2013 a Roma il prestigioso "Premio Donne, Pace e Ambiente Wangari Maathai" con la motivazione: "per l'impegno a tutela della salute dei cittadini e della salubrita' del territorio". Il 18 ottobre 2013 ad Arezzo in occasione delle settime "Giornate italiane mediche per l'ambiente" le e' stato conferito il prestigioso riconoscimento da parte della "International Society of Doctors for the Environment" con la motivazione: "per la convinta testimonianza, il costante impegno, l'attenzione alla formazione e all'informazione sulle principali problematiche nell'ambito dell'ambiente e della salute". Il 25 novembre 2013 a Salerno le e' stato attribuito il prestigioso Premio "Trotula de Ruggiero".
3. REPETITA IUVANT. QUID AGENDUM
1. Il governo della disumanita' da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
2. esponenti di primario rilievo del governo della disumanita' da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo;
3. il recente decreto-legge n. 113 del 4 ottobre 2018 del governo della disumanita' (il cosiddetto "decreto sicurezza") mira a introdurre nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista - che sono state autorevolmente definite "apartheid giuridico" - palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
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4. Occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere l'immediata cessazione di ogni atto criminale, persecutorio, razzista ed incostituzionale da parte del governo della disumanita';
5. occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere le dimissioni del governo della disumanita';
6. occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere che i ministri del governo della disumanita' responsabili di crimini abominevoli siano processati e condannati secondo le leggi vigenti.
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7. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta';
8. vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera;
9. salvare le vite e' il primo dovere.
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10. Agisci nei confronti delle altre persone come vorresti che esse agissero verso di te;
11. l'altro dell'altro sei tu;
12. sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
4. MATERIALI. MANIFESTA ILLEGITTIMITA' COSTITUZIONALE DI VARI ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE 4 OTTOBRE 2018, N. 113 (IL COSIDDETTO "DECRETO SICUREZZA")
Sintetizziamo qui l'elenco degli articoli che presentano profili di manifesta illegittimita' costituzionale riscontrati dall'"Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione" (Asgi) nelle nuove norme concernenti permessi di soggiorno per esigenze umanitarie, protezione internazionale, immigrazione e cittadinanza previste nel Decreto-Legge 4 ottobre 2018, n. 113.
Il testo integrale del documento dell'Asgi - 28 pagine dense di dottrina giuridica e puntuali riscontri - puo' essere letto nel sempre utilissimo sito dell'Asgi (www.asgi.it).
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Nel documento si evidenzia preliminarmente che non sussistono i casi di straordinaria necessita' e urgenza prescritti dall'art. 77 Cost. per l'adozione del decreto-legge, e che "la mancanza dei requisiti costituzionali del decreto-legge e' oggi ritenuto dalla Corte costituzionale come vizio di legittimita' costituzionale dell'intero decreto-legge, non sanato neppure dall'approvazione della legge di conversione in legge".
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1. Profili di manifesta illegittimita' costituzionale dell'art. 1 (Abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari e disciplina di casi speciali di permessi di soggiorno temporanei per esigenze di carattere umanitario).
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2. Profili di manifesta illegittimita' costituzionale dell'art. 3 (trattenimento per la determinazione o la verifica dell'identita' e della cittadinanza dei richiedenti asilo).
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3. Profili di manifesta illegittimita' costituzionale dell'art. 4 (Disposizioni in materia di modalita' di esecuzione dell'espulsione).
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4. Profili di manifesta illegittimita' costituzionale dell'art. 9 (Disposizioni in materia di domanda reiterata e di domanda presentata alla frontiera).
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5. Profili di manifesta illegittimita' costituzionale dell'art. 10 (Procedimento immediato innanzi alla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale).
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6. Profili di manifesta illegittimita' costituzionale dell'art. 12 (Disposizioni in materia di accoglienza dei richiedenti asilo).
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7. Profili di manifesta illegittimita' costituzionale dell'art. 13 (Disposizioni in materia di iscrizione anagrafica).
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8. Profili di manifesta illegittimita' costituzionale dell'art. 14 (disposizioni in materia di acquisizione e revoca della cittadinanza).
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9. L'irragionevole previsione dell'inclusione del reato di blocco stradale quale causa ostativa all'ingresso e soggiorno regolari.
5. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
6. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI
L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.
7. MEMORIA. UN INCONTRO IN RICORDO DI VITTORIO EMANUELE GIUNTELLA IL 27 APRILE 2016
[Dal sito dell'Associazione ex-dipendenti del Senato della Repubblica (www.assexdipendenti.it) riprendiamo il seguente resoconto dell'incontro dedicato a Vittorio Emanuele Giuntella il 27 aprile 2016 dall'Istituto Luigi Sturzo]
Il 27 aprile 2016 l'Istituto Luigi Sturzo ha dedicato a Vittorio Emanuele Giuntella una giornata del suo ciclo "Viaggio nell'Italia repubblicana attraverso i testi e i documenti dell'Istituto Luigi Sturzo".
Ne e' scaturito il profilo a tutto tondo di un uomo straordinario, che visse la sua intera vita come una ininterrotta testimonianza della sua fede di cattolico, concretamente attuata in una perfetta fusione del suo impegno scientifico con l'attenzione per i diritti umani, in un armonico insieme perfettamente intuito ed illustrato dalla relazione di Anna Foa, che ha sottolineato come la sua originalita' sia sfuggita a lungo alla comprensione di molti dei suoi allievi e dei piu' giovani colleghi.
A seguire Giovanna Grenga ha ricostruito le tappe della sua carriera di storico, dalla prima formazione nel Collegio Nazareno, alle due lauree conseguite alla Sapienza nel 1935 e nel 1949, fino alla libera docenza in storia del Risorgimento presso lo Studio romano nel 1955, e alla cattedra di storia moderna e contemporanea, dieci anni dopo, presso l'Istituto Maria SS. Assunta.
La relatrice ha ricordato dapprima alcuni dei risultati piu' significativi del suo impegno scientifico dedicato ad indagare le vicende della Roma giacobina, argomento della sua seconda tesi di laurea pubblicata nel 1953 poi approfondito con l'ancora utilissima Bibliografia della repubblica romana (1957) e con l'edizione in tre volumi degli Atti dei suoi tre Corpi consultivi (Senato, Tribunato, Consolato) usciti in luce fra il 1954 al 1993, e particolarmente illustrato con le due antologie Le dolci catene (1988) e La religione amica della democrazia (1990) dove sono raccolti i testi di matrice cattolica rispettivamente contrari o aperti alle nuove istanze democratiche. Il clima invece della Roma settecentesca venne puntualmente ricostruito da Giuntella nella Roma nel Settecento, inserito nel 1971 nella monumentale Storia di Roma curata dall'Istituto di Studi romani (di cui Egli era socio dal 1964, come lo era dell'Istituto storico del Risorgimento dal 1946, della Societa' romana di storia patria dal 1952, e dell'Arcadia, di cui fu pastore dal 1958 col nome assegnato due secoli prima al suo amatissimo L. A. Muratori).
Successivamente ha descritto ed approfondito, in particolare, l'impegno di Giuntella per mantenere viva la memoria della "resistenza disarmata, ma non inerme e inefficace" praticata dai militari italiani internati nei campi di concentramento tedeschi per affermare, sempre e comunque, la sopravvivenza di imprescrittibili valori morali. Da quell'impegno derivo' il "Centro Studi sulla Deportazione e l'Internamento", fondato nel 1964 con Piero Caleffi e Primo Levi, con cui nel 1960 aveva allacciato un'amicizia durata 45 anni. Nei Quaderni del Centro, da Lui curati fino al 1995, pubblico' le sue indagini e le sue riflessioni piu' meditate e significative sul mondo concentrazionario, indagato col rigore dello storico e ricostruito con la passione del testimone.
Da questa matrice resistenziale in difesa dei diritti umani da salvaguardare ad ogni costo "per raccontare agli altri la minaccia terribile e inaudita" riassunta e rappresentata dalla realta' di Auschwitz, derivo' in Lui l'interesse per la realta' e i problemi degli zingari, cui si accosto' negli anni '60 frequentando con la moglie, Maria Loreta, il campo del Quarticciolo. Da questo interesse scaturi' la sua collaborazione alla fondazione del "Centro Studi Zingari" e poi all'"Opera Nomadi"; dal 1966 collaboro' anche alla rivista del Centro, Lacio Drom (Il buon cammino) dove nel 1979 fece pubblicare la ricerca condotta da una sua allieva dell'Istituto Maria SS. Assunta sui testi legislativi degli antichi Stati italiani conservati presso la Biblioteca del Senato (La legislazione sugli zingari negli antichi Stati italiani prima della rivoluzione).
Giuntella riusci' infatti a coltivare tutti questi interessi parallelamente al suo lavoro presso la Biblioteca del Senato, in modo che i primi si integrassero col secondo, risultando alla fine fonte scambievole di arricchimento.
Anche del servizio svolto per piu' di trent'anni da Giuntella a palazzo Madama si e' parlato nella riunione del 27 aprile; e di quel ricordo - ripescato nella memoria di una lunga frequentazione di lavoro da Maria Teresa Bonadonna, che forse ne resta l'ultima depositaria - se ne riporta il testo, per i piu' anziani che furono suoi amici, e forse anche di chi non lo conobbe, ma potrebbe nutrire qualche curiosita' per un mondo che lo ebbe protagonista.
8. MEMORIA. MARIA TERESA BONADONNA RUSSO RICORDA VITTORIO EMANUELE GIUNTELLA
[Dal sito dell'Associazione ex-dipendenti del Senato della Repubblica (www.assexdipendenti.it) riprendiamo il seguente ricordo pronunciato nel corso dell'incontro dedicato a Vittorio Emanuele Giuntella il 27 aprile 2016 dall'Istituto Luigi Sturzo]
Ricordare Vittorio Emanuele Giuntella prima come impiegato (a quel tempo esistevano a palazzo Madama soltanto commessi e impiegati, qualunque fosse la loro funzione) e poi come Direttore della Biblioteca (o meglio Bibliotecario, come lui preferiva definirsi) significa raccontare un Senato che non c'e' piu', scomparso per sempre alla fine del secolo scorso, e di cui il professor Giuntella costituiva uno degli ultimi e piu' perfetti rappresentanti.
In Senato c'era entrato nel 1937, non in seguito a pubblico concorso ma per assunzione diretta, secondo un uso largamente praticato in quei tempi a palazzo Madama, dove in nome della continuita' si preferiva immettere nei ranghi persone note, vuoi per ascendenze familiari vuoi per riconosciute doti professionali: il futuro professor Giuntella era figlio di un vecchio impiegato dell'Ufficio postale, quel Clemente Giuntella che lavoro' fra l'altro nella segreteria di Luigi Federzoni, Presidente del Senato fra il 1934 e il 1939, come ricorda Ettore Veo, che lo inserisce nel suo catalogo di poeti romaneschi per i suoi garbati apologhi di sapore trilussiano ora in gran parte perduti perche' mai riuniti in volume, ma pubblicati sporadicamente sul Rugantino e sulla Strenna dei romanisti. Anche suo figlio Vittorio Emanuele venne cooptato nel "Gruppo" sul cadere degli anni '70, ma non comparve mai alle riunioni mensili del Caffe' Greco perche' si definiva "etrusco" (e non era vero, perche' in realta' era romano di Campo Marzio), ma piu' probabilmente perche' non gradiva certe frequentazioni troppo legate a un passato non condiviso, e anzi profondamente esecrato.
Giuntella figlio venne assegnato al Servizio Resoconti, dove a quel tempo lavoravano personaggi non oscuri, come Arnaldo Fratelli, e dove si continuo' a parlare a lungo dello stile sempre molto libero e originale dei suoi resoconti, a meno che (e qui si vede gia' affiorare il fiuto dello storico di razza) non si trattasse degli interventi di Mussolini, redatti sempre con scrupolosa fedelta' per la loro natura di fonti. Di quella sua attivita' Lui stesso ricordava che ogni volta, entrando in Aula, Mussolini lo guardava, e lui rispondeva francamente allo sguardo in una specie di personalissima fastidiosa seppure innocua sfida, che non passo' inosservata.
Dopo la guerra, e la prigionia, Giuntella trascorse al Servizio Resoconti la stagione della Costituente, approdando poi, nel 1948, in Biblioteca. Ma di certo ricordo' sempre quel suo primo servizio con una punta di nostalgia, e all'Aula rimase sempre sentimentalmente legato, se, come mi ha racontato Lillo Bruccoleri (suo piu' tardo epigono), avrebbe voluto tornarvi per un ultimo resoconto, prima di lasciare il Senato.
La Biblioteca era allora un hortus conclusus regolato da ritmi insindacabilmente stabiliti dall'onnipresente dottor Pierangeli che l'aveva resa un ambiente tanto particolare ed esclusivo da essere definita a palazzo Madama "la Repubblica del Senato"; in realta', si doveva proprio e soltanto a quei ritmi se la Biblioteca era sempre in grado di rispondere alle esigenze dell'Aula e alle richieste dei singoli Senatori, e nello stesso tempo riusciva a mantenere aggiornato, ordinato e disponibile il proprio patrimonio librario.
A Giuntella venne affidato il compito, che conservo' fino a quando assunse la Direzione, di mantenere aggiornate le collezioni delle pubblicazioni dovute al Senato dagli Enti che a qualunque titolo ricevessero una sovvenzione statale, in base a uno speciale articolo (mi pare l'art. 11) di una legge del 1939; compito impegnativo, che poteva diventare sgradevole, perche' la maggior parte degli Enti cercavano di sottrarsi all'obbligo per lo piu' semplicemente ignorandolo, ma talvolta anche con un rifiuto deciso; e in questi casi, in verita' non rari, Giuntella rinnovava i suoi tentativi con tenacia implacabile e riusciva spesso alla fine ad aver ragione degli uni e degli altri, eternamente protestando fra i peli della sua barba profetica di vecchio alpino contro la negligente sciatteria dei suoi sciagurati interlocutori.
In Biblioteca porto' con se' anche quello che considerava un suo impegno prioritario: rendere testimonianza del dramma dei militari italiani catturati dai tedeschi dopo l'8 settembre 1943 e internati in Germania, un dramma che aveva vissuto da protagonista e del quale cercava di diffondere la conoscenza e mantenere vivo il ricordo, ogni volta che se ne presentasse l'occasione. Il momento piu' propizio e opportuno si presentava soprattutto nelle riunioni mattutine per la scelta degli acquisti: in quella sede, agli inizi degli anni '60 noi ultime leve abbiamo imparato sul campo a servirci correttamente delle tecniche del nostro mestiere di bibliotecari, ma abbiamo anche scoperto la vera, profonda natura del mondo concentrazionario, ancora sconosciuta a molti, che Giuntella ci guido' a conoscere ed approfondire, da maestro qual era, allacciandosi con ovvia naturalezza a un fatto di cronaca, a un volume, a un ricordo, ma sempre rigorosamente astenendosi dall'indulgere alla rievocazione delle proprie personali vicende.
Aveva portato in Biblioteca la testimonianza concreta di quel mondo, rappresentata da alcuni sopravvissuti, per i quali Egli costituiva un punto di riferimento: per esempio, grazie alla sua presentazione, comparve nella nostra sala di studio un funzionario della presidenza del Consiglio, suo antico compagno di prigionia, ed allora collaboratore dell'andreottiana Concretezza, per la quale veniva a fotografare (non esistevano ancora le fotocopie) gli articoli di alcuni giornali. Si tratto' di un caso peraltro quasi unico, perche' Giuntella si dimostro' sempre assai discreto nel consentire l'ingresso di estranei in Biblioteca: a mia memoria, oltre ad un suo ricercatore, che rapidamente scomparve, presento' soltanto la figlia M. Cristina, che preparava la sua tesi di laurea. Al IV piano, dove aveva il suo studio, comparivano anche i senatori Paride Piasenti e Piero Caleffi, rispettivamente Presidente del "Centro studi sulla Deportazione e l'Internamento", e membro del Comitato scientifico dei suoi Quaderni, di cui Giuntella fu segretario fin dagli inizi a via della Stelletta, e dove non soltanto pubblico' alcuni dei suoi studi piu' belli per ricchezza di spunti e profondita' di indagine ma coinvolse anche altri a collaborare, come Enrico Zampetti, altro reduce da quei campi, approdato anche lui in Biblioteca, e che poi Gli successe nella direzione.
Quando Giuntella divenne Direttore della Biblioteca, nessuno si accorse del cambiamento che in realta' non si verifico', perche' Lui rimase quello che era sempre stato: soprattutto e comunque, un maestro, che governo' l'Istituto senza mai imporre la propria autorita'. Si limitava semplicemente a manifestare la sua presenza (o meglio, onnipresenza) cogliendo al volo le mancanze, gli errori, le distrazioni di ognuno di noi, cui non mancava di segnalarle in modo che ognuno potesse opportunamente correggerle. Conservo ancora un suo appunto firmato "er capo", in cui mi ricordava di spegnere la luce quando mi allontanavo dal tavolo di lavoro, per non gravare colpevolmente sul bilancio del Senato.
Era questo il suo modo di governare la Biblioteca. Non cerco' mai di attirare su di se' l'attenzione di alcuno mediante l'avvio di clamorose iniziative, ma si limito' a funzionare sempre, regolarmente, garantendo agli studiosi, senatori e non, una risposta sicura ed esauriente ad ogni loro problema, grazie all'impegno che ognuno di noi osservava coscienziosamente e puntualmente secondo il costante magistero giuntelliano... Tutti i problemi grandi e piccoli li risolveva con questo metodo, che era in realta' la perenne manifestazione della sua profonda comprensione umana pronta sempre ad offrire ad ognuno di noi conforto, sostegno e consiglio per i nostri personali affanni e problemi, con la parola giusta pronunciata quando era piu' necessaria.
In questa dimensione, sotto questa luce, io continuo a ricordarlo, con immutato affetto e inalterato rimpianto.
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Noam Chomsky, Le dieci leggi del potere, Ponte alle Grazie, Milano 2017, 2018, pp. 192, euro 14.
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Riletture
- Agnes Heller, Teoria dei sentimenti, Editori Riuniti, Roma 1980, 1981, pp. 304.
- Agnes Heller, Teoria della storia, Editori Riuniti, Roma 1982, pp. 344.
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Riedizioni
- Hubert Heyries, Italia 1866. Storia di una guerra perduta e vinta, Il Mulino, Bologna 2016, Il Giornale, Milano 2018, pp. IV + 348, euro 9,90.
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3252 del 28 dicembre 2018
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