[Nonviolenza] Telegrammi. 3124



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3124 del 12 luglio 2018
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Sommario di questo numero:
1. E' morta Adriana Romoli, partigiana
2. Peppe Sini: Del diritto d'insurrezione, e del dovere. Due ragionamenti nonviolenti al secondo giorno di un digiuno
3. Prosegue il digiuno di giustizia in solidarieta' con i migranti
4. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
5. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
6. Cosa fare della Nato
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. LUTTI. E' MORTA ADRIANA ROMOLI, PARTIGIANA
[Dal Comitato provinciale dell'Anpi di Viterbo riceviamo e diffondiamo, ci associamo al cordoglio]

Il comitato provinciale dell'Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) di Viterbo, insieme a tutti gli iscritti delle sezioni di Civita Castellana, Nepi, Orte, Tuscania, Vasanello e Viterbo, piangono la morte e ricordano con affetto, stima e profonda gratitudine Adriana Romoli, e sono vicini in questo momento di profondo dolore a tutta la sua famiglia.
Adriana Romoli, nata il 7 dicembre 1928, prese parte giovanissima, con il nome di Anna, alla Resistenza.
Combattente partigiana,insieme alla sorella Luciana, fu protagonista e testimone di molti episodi che portarono alla liberazione di Roma dai nazifascisti.
La sua opposizione al fascismo inizio' da giovanissima quando all'eta' di dieci anni, per aver difeso una sua compagna di scuola ebrea, discriminata dalle leggi razziali entrate in vigore nel 1938, fu espulsa da tutte le scuole statali e insieme alla sorella dovette continuare gli studi da autodidatta.
A 12 anni comincio' anche a lavorare come tipografa, lavoro che continuo' tutta la vita e la porto' a diventare dirigente del sindacato Poligrafici e Cartai.
Fu anche dirigente della Federazione giovanile comunista italiana di Roma insieme a Carla Capponi, Marisa Musu. Luciana Franzinetti.
Si occupo' con forza, costanza e tenacia della vita e delle necessita' degli abitanti delle borgate romane privati del diritto alla casa.
Pacifista convinta, sempre in lotta  dalla parte degli ultimi e dei piu' bisognosi.
Adriana Romoli ci ha mostrato un impegno e dato una testimonianza di vita che chiedono oggi a tutti di scuotersi dall'indifferenza e di opporsi al nuovo fascismo, quello che continua a generare in ogni parte del mondo razzismo, violenza, discriminazione contro le donne ,omofobia, ingiustizia, diritti umani negati, popoli interi annientati dalle guerre nascoste e dalla fame, innumerevoli migranti respinti e che muoiono ogni giorno in mare o nei lager della Libia e della Turchia.
Siamo grati a Adriana per la sua vita, per il suo insegnamento che cercheremo di seguire ed onorare e che indichiamo ad esempio a tutti i cittadini e in particolare ai giovani.
Sara' possibile dare l'estremo saluto ad Anna giovedi' 12 luglio 2018, presso la camera ardente della Casa di Cura di Nepi in via dell'umilta' (localita' Settevene) dalle ore 10 alle 13.
Il Comitato provinciale dell'Anpi di Viterbo e le sezioni della provincia di Viterbo
Viterbo, 11 luglio 2018

2. L'ORA. PEPPE SINI: DEL DIRITTO D'INSURREZIONE, E DEL DOVERE. DUE RAGIONAMENTI NONVIOLENTI AL SECONDO GIORNO DI UN DIGIUNO

Sto partecipando al "digiuno di giustizia in solidarieta' con i migranti" promosso da padre Alex Zanotelli a nome dei missionari comboniani, monsignor Raffaele Nogaro vescovo emerito di Caserta, don Alessandro Santoro a nome della Comunita' delle Piagge di Firenze, suor Rita Giaretta di "Casa Ruth" di Caserta, padre Giorgio Ghezzi religioso sacramentino, la Comunita' del Sacro Convento di Assisi e tante altre donne e tanti altri uomini di buona volonta'; un digiuno "a staffetta" iniziato ieri a Roma in piazza San Pietro e che si prolunghera' per dieci giorni in piazza Montecitorio, un digiuno che ha suscitato adesioni e iniziative in tante parti d'Italia.
Un digiuno e' tante cose insieme: e' una pratica nonviolenta di lotta contro l'ingiustizia e l'omerta'; e' una testimonianza personale di condivisione e di solidarieta' con chi soffre; e' un "momento" (kairos) di riflessione sincera e profonda, un esame di coscienza e un appello a tutte le proprie forze ed al legame con l'umanita', con il mondo, con il bene; e' sinolo di pensiero e azione, e colloquio corale.
Mentre si digiuna si medita con particolare chiarezza, con intensa concentrazione, "con anima e corpo". Nella scala delle azioni della lotta nonviolenta Gandhi riteneva che il digiuno fosse l'ultima azione, la piu' forte, la piu' persuasa e la piu' persuasiva.
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Due ragionamenti vado svolgendo in queste ore: due ragionamenti sul diritto d'insurrezione.
Sul diritto d'insurrezione di fronte al male; sul diritto d'insurrezione per salvare le vite; sul diritto d'insurrezione in difesa della legalita', della verita', dell'umanita'; sul diritto d'insurrezione per il bene comune. E penso ad Antigone ed agli insorti del ghetto di Varsavia. Penso a Martin Luther King e a Nelson Mandela. Ripenso i pensieri di Rosa Luxemburg, di Simone Weil, di Hannah Arendt.
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Il primo ragionamento.
Su cio' che e' accaduto nelle scorse ore sul rimorchiatore "Vos Thalassa" so solo quello che il governo italiano ha fatto sapere ai mass-media: ovvero che quella imbarcazione italiana ha raccolto in mare dei naufraghi, come era suo dovere; e che quando ai naufraghi e' stato comunicato che invece di essere recati in salvo in Italia sarebbero stati riconsegnati agli aguzzini dei lager libici sono insorti in difesa delle proprie vite e della giustizia. Sono poi stati trasferiti sulla nave "Diciotti" della Guardia Costiera italiana che dovrebbe portarli in salvo in Italia, come vuole la legge e la morale, come tutti sappiamo che e' giusto.
Sembra che un ministro della repubblica italiana abbia definito gli insorti "facinorosi"; e che un altro ministro abbia augurato loro la galera.
Invece quegli insorti sono degli eroi.
Quegli insorti sono degli eroi che hanno lottato per la vita e la liberta': per la loro vita e la loro liberta', ma anche per la vita e la liberta' di tutti gli esseri umani.
La loro insurrezione e' legittima, e' giusta, e' degna di ammirazione e di sostegno.
So solo quello che il governo ha fatto sapere ai mass-media: se le cose stanno come le racconta il governo italiano i naufraghi insorti, che per quanto e' stato reso noto non hanno fatto del male a nessuno ma hanno solo difeso i loro diritti e la stessa legalita', meritano un'accoglienza da eroi, e quei ministri italiani che li scherniscono e minacciano di nuove brutalita' essi si' che meritano di essere processati per il loro protervo indracarsi, per la loro scellerata disumanita'.
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E poi c'e' una seconda insurrezione: la nostra. Disarmata e nonviolenta.
Di noi cittadini italiani che riteniamo che il governo italiano commetta un mostruoso crimine negando soccorso ai naufraghi chiudendo i porti italiani alle navi che li traggono in salvo.
Di noi cittadini italiani che riteniamo che il governo italiano commetta un mostruoso crimine diffamando, minacciando, aggredendo e sabotando i soccorritori che salvano vite umane in mare.
Di noi cittadini italiani che riteniamo che il governo italiano commetta un mostruoso crimine operando al fine di impedire agli esseri umani innocenti prigionieri nei lager libici di trovare salvezza fuggendo in Europa.
Di noi cittadini italiani che riteniamo che il governo italiano commetta un mostruoso crimine imponendo un regime di persecuzioni razziste.
Di noi cittadini italiani che riteniamo che debba dimettersi il governo della barbarie razzista, il governo dell'abominevole omissione di soccorso, il governo delle scellerate persecuzioni.
Di noi cittadini italiani che riteniamo che debbano essere processati i ministri responsabili di crimini inumani.
Di noi cittadini italiani che riteniamo che ogni essere umano abbia diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Di noi cittadini italiani che riteniamo che salvare le vite sia il primo dovere.
Insorgere dobbiamo.
Una insurrezione delle coscienze e delle intelligenze, naturalmente disarmata e nonviolenta, di cui questo digiuno a me sembra essere l'inizio.
Insorgere dobbiamo, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
Insorgere dobbiamo, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Insorgere dobbiamo, in difesa della legalita' che salva le vite.
Insorgere dobbiamo, in difesa della Repubblica democratica e della sua Costituzione antifascista.
Insorgere dobbiamo, in difesa dello stato di diritto.
Insorgere dobbiamo, in difesa della civilta'.
Insorgere dobbiamo, in difesa dell'umanita' che e' una.
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Ho parlato di diritto d'insurrezione. Ma insorgere in questo frangente non e' solo un diritto: e' un dovere.
Perche' il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Perche' l'ecatombe nel Mediterraneo e' un crimine contro l'umanita'.
Insorga ogni essere umano contro il regime delle persecuzioni razziste.
Insorga ogni essere umano per salvare tante vite umane innocenti.
Alla scuola di Gobetti e di Gramsci, alla scuola dei fratelli Rosselli, alla scuola dei fratelli Cervi, alla scuola di Sandro Pertini.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

3. INIZIATIVE. PROSEGUE IL DIGIUNO DI GIUSTIZIA IN SOLIDARIETA' CON I MIGRANTI
[Riceviamo, diffondiamo e aderiamo]

A tutti gli uomini e le donne di buona volonta'
Martedi' 10 luglio 2018 alle ore 12 ci ritroviamo a Roma, in piazza San Pietro, per una giornata di digiuno. Da li' proseguiremo a Montecitorio per testimoniare con il digiuno contro le politiche migratorie di questo governo. E continueremo a digiunare per altri 10 giorni con un presidio davanti a Montecitorio dalle ore 8 alle 14.
Per adesioni al digiuno e partecipazione scrivere a questa email: digiunodigiustizia at hotmail.com
"Avete mai pianto, quando avete visto affondare un barcone di migranti?", cosi' Papa Francesco ci interpellava durante la messa da lui celebrata a Lampedusa per le 33.000 vittime accertate (secondo il giornale inglese "Guardian" che ne ha pubblicato i nomi) perite nel Mediterraneo per le politiche restrittive della "Fortezza Europa".
E' il naufragio dei migranti, dei poveri, dei disperati, ma e' anche il naufragio dell'Europa, e dei suoi ideali di essere la "patria dei diritti umani". La Carta dell'Unione Europea afferma: "La dignita' umana e' inviolabile. Essa deve essere rispettata".
E' un crimine contro l'umanita', un'umanita' impoverita e disperata, perpetrato dall'opulenta Europa che rifiuta chi bussa alla sua porta.
Un rifiuto che e' diventato ancora piu' brutale con lo scorso vertice dell'Unione Europea in cui i capi di governo hanno deciso una politica di non accoglienza. Anche l'Italia decide ora di non accogliere, di chiudere i porti alle navi delle Organizzazioni non governative ed affida invece tale compito alla Guardia Costiera libica, che se salvera' i migranti, li riportera' nell'inferno che e' la Libia. Perfino la Commissione Europea ha detto: "Non riportate i profughi in Libia, li' ci sono condizioni inumane".
Per questo stiamo di nuovo assistendo a continui naufragi. L'Onu parla di oltre mille morti in questi mesi.
Papa Francesco ha fatto sue le parole dell'arcivescovo Ieronymos di Grecia pronunciate nel campo profughi di Lesbo: "Chi vede gli occhi dei bambini che incontriamo nei campi profughi, e' in grado di riconoscere immediatamente la bancarotta dell'umanita'".
E' il sangue degli impoveriti, degli ultimi, che interpella tutti noi, in particolare noi cristiani che saremo giudicati su: "Ero straniero... e non mi avete accolto". Noi chiediamo a tutti i credenti di reagire, di gridare il proprio dissenso davanti a queste politiche disumane.
Noi proponiamo un piccolo segno visibile, pubblico: un digiuno a staffetta con un presidio davanti al Parlamento italiano per dire che non possiamo accettare questa politica delle porte chiuse che provoca la morte nel deserto e nel Mediterraneo di migliaia di migranti.
"Il digiuno che voglio - dice il profeta Isaia in nome di Dio - non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo senza trascurare i tuoi parenti?".
padre Alex Zanotelli, a nome dei missionari comboniani
mons. Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta
don Alessandro Santoro, a nome della Comunita' delle Piagge di Firenze
suor Rita Giaretta, Casa Ruth, Caserta
padre Giorgio Ghezzi, religioso sacramentino
"La Comunita' del Sacro Convento aderisce e partecipa nella preghiera" e' quanto riferisce padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi

4. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

5. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. SIMPLICIUS SIMPLICISSIMUS. COSA FARE DELLA NATO

Scioglierla e processarne i vertici.
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Solo il disarmo salva le vite.
Solo la pace costruisce la pace.
Cessare di uccidere, abolire gli eserciti, salvare l'umanita' dalla catastrofe.

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Isaiah Berlin, Le arti in Russia sotto Stalin, Adelphi, Milano 2018, pp. 96, euro 7.
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Riletture
- Anne Applebaum, Gulag. Storia dei campi di concentramento sovietici, Mondadori, Milano 2004, 2005, pp. VIII + 696 (con un inserto fotografico di 16 pp.).
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Riedizioni
- Miguel Benasayag, Oltre le passioni tristi, Feltrinelli, Milano 2016, 2018, pp. 160, euro 8,50.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

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