[Nonviolenza] Adesione al digiuno in solidarieta' con i migranti promosso da padre Zanotelli, monsignor Nogaro, e tante altre persone di buona volonta'
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- Date: Mon, 9 Jul 2018 09:57:26 +0200
ADESIONE AL DIGIUNO IN SOLIDARIETA' CON I MIGRANTI PROMOSSO DA PADRE ZANOTELLI, MONSIGNOR NOGARO, E TANTE ALTRE PERSONE DI BUONA VOLONTA'
Aderisco con tutto il cuore al "digiuno di giustizia in solidarieta' con i migranti" promosso da padre Alex Zanotelli a nome dei missionari comboniani, monsignor Raffaele Nogaro vescovo emerito di Caserta, don Alessandro Santoro a nome della Comunita' delle Piagge di Firenze, suor Rita Giaretta di "Casa Ruth" di Caserta, padre Giorgio Ghezzi religioso sacramentino, la Comunita' del Sacro Convento di Assisi e tante altre donne e tanti altri uomini di buona volonta'.
Proprio mentre il ministro dell'Interno ed effettivo capo del governo pretende scandalosamente di estorcere al Presidente della Repubblica un impossibile abominevole avallo a una politica disumana e criminale, mi sembra necessario chiamare alla solidarieta' con le vittime innocenti di una folle e scellerata omissione di soccorso, di una folle e scellerata persecuzione razzista.
Il gesto nonviolento del digiuno raggiunga i cuori dei governanti italiani ed europei e li persuada a recedere dalle sciagurate, barbare, criminali decisioni che hanno reso il Mediterraneo un immenso cimitero.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Riporto in calce (allegato primo) l'appello che convoca il digiuno di domani e dei giorni successivi.
Riporto anche (allegato secondo) il testo di una lettera che ho inviato ieri al Presidente della Repubblica per invitarlo a chiedere le dimissioni del ministro dell'Interno e dell'intero esecutivo.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 9 luglio 2018
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it (segnaliamo che il Centro cura dal 2000 la pubblicazione del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" cui e' possibile abbonarsi gratuitamente attraverso il sito www.peacelink.it)
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Allegato primo. Appello "Un digiuno di giustizia in solidarieta' con i migranti"
A tutti gli uomini e le donne di buona volonta'
Martedi' 10 luglio 2018 alle ore 12 ci ritroviamo a Roma, in piazza San Pietro, per una giornata di digiuno. Da li' proseguiremo a Montecitorio per testimoniare con il digiuno contro le politiche migratorie di questo governo. E continueremo a digiunare per altri 10 giorni con un presidio davanti a Montecitorio dalle ore 8 alle 14.
Per adesioni al digiuno e partecipazione scrivere a questa email: digiunodigiustizia at hotmail.com
"Avete mai pianto, quando avete visto affondare un barcone di migranti?", cosi' Papa Francesco ci interpellava durante la messa da lui celebrata a Lampedusa per le 33.000 vittime accertate (secondo il giornale inglese "Guardian" che ne ha pubblicato i nomi) perite nel Mediterraneo per le politiche restrittive della "Fortezza Europa".
E' il naufragio dei migranti, dei poveri, dei disperati, ma e' anche il naufragio dell'Europa, e dei suoi ideali di essere la "patria dei diritti umani". La Carta dell'Unione Europea afferma: "La dignita' umana e' inviolabile. Essa deve essere rispettata".
E' un crimine contro l'umanita', un'umanita' impoverita e disperata, perpetrato dall'opulenta Europa che rifiuta chi bussa alla sua porta.
Un rifiuto che e' diventato ancora piu' brutale con lo scorso vertice dell'Unione Europea in cui i capi di governo hanno deciso una politica di non accoglienza. Anche l'Italia, decide ora di non accogliere, di chiudere i porti alle navi delle Oorganizzazioni non governative ed affida invece tale compito alla Guardia Costiera libica, che se salvera' i migranti, li riportera' nell'inferno che e' la Libia. Perfino la Commissione Europea ha detto: "Non riportate i profughi in Libia, li' ci sono condizioni inumane".
Per questo stiamo di nuovo assistendo a continui naufragi. L'Onu parla di oltre mille morti in questi mesi.
Papa Francesco ha fatto sue le parole dell'arcivescovo Hyeronymous di Grecia pronunciate nel campo profughi di Lesbos: "Chi vede gli occhi dei bambini che incontriamo nei campi profughi, e' in grado di riconoscere immediatamente la "bancarotta dell'umanita'".
E' il sangue degli impoveriti, degli ultimi che interpella tutti noi, in particolare noi cristiani che saremo giudicati su: "Ero straniero... e non mi avete accolto". Noi chiediamo a tutti i credenti, di reagire, di gridare il proprio dissenso davanti a queste politiche disumane.
Noi proponiamo un piccolo segno visibile, pubblico: un digiuno a staffetta con un presidio davanti al Parlamento italiano per dire che non possiamo accettare questa politica delle porte chiuse che provoca la morte nel deserto e nel Mediterraneo di migliaia di migranti.
"Il digiuno che voglio - dice il profeta Isaia in nome di Dio - non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo senza trascurare i tuoi parenti?".
padre Alex Zanotelli, a nome dei missionari comboniani
mons. Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta
don Alessandro Santoro, a nome della Comunita' delle Piagge di Firenze
suor Rita Giaretta, Casa Ruth, Caserta
padre Giorgio Ghezzi, religioso sacramentino
"La Comunita' del Sacro Convento aderisce e partecipa nella preghiera" e' quanto riferisce padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi
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Allegato secondo. Lettera al Presidente della Repubblica italiana: "chieda le dimissioni del ministro dell'Interno"
Al Presidente della Repubblica italiana
Oggetto: invito a chiedere le dimissioni del ministro dell'Interno
Egregio Presidente della Repubblica,
i mezzi d'informazione riferiscono che lunedi' 9 luglio 2018 lei incontrera' il ministro dell'Interno (e reale "dominus" dell'esecutivo), il quale ministro dell'Interno persiste in iniziative che - per usare una formula di fonte autorevole - "si pongono fuori dal perimetro della Costituzione".
Orbene, poiche' lei della Costituzione e' invece supremo garante, questo colloquio e' occasione propizia per chiedere conto al ministro di alcuni atti da quel messere promossi ed imposti con la complicita' dei suoi fiancheggiatori: il crimine di negare soccorso ai naufraghi chiudendo i porti italiani alle navi che li traevano in salvo; il crimine di diffamare, minacciare, aggredire e sabotare i soccorritori volontari che salvano vite umane in mare; il crimine di operare al fine di impedire agli esseri umani innocenti prigionieri nei lager libici di trovare salvezza fuggendo in Europa.
A tali atti criminali si aggiunga la persistente propaganda di istigazione all'odio razziale (reato anch'esso previsto e punito dal codice); la reiteratamente annunciata volonta' di procedere ad una incostituzionale schedatura della popolazione di origine rom; il reiteratamente annunciato programma di persecuzioni razziste e religiose.
Ne' c'e' bisogno di sottolineare ancora una volta che nei giorni scorsi il medesimo ministro si e' esibito anche in dichiarazioni follemente eversive contro la magistratura.
Egregio Presidente della Repubblica,
mi permetta di ricordare qui che gia' alcuni giorni addietro, il 30 giugno 2018, le inviai una segnalazione comprensiva di un quesito: segnalazione che ignoro se sia stata gia' sottoposta alla sua personale attenzione; sperando di non apparirle inopportuno, mi permetto di allegarne il testo in calce a questa lettera.
Egregio Presidente della Repubblica,
come avra' gia' dedotto da quanto precede, credo che il governo in carica abbia commesso gravi reati; credo che sia necessario ed urgente che il governo si dimetta; credo che sia necessario ed urgente che i ministri responsabili di quei gravi reati ne rispondano nelle aule di giustizia secondo le leggi vigenti.
Egregio Presidente della Repubblica,
la prego di voler compiere tutti i doveri inerenti alla sua funzione di primo magistrato del nostro paese; la prego di volersi adoperare per salvare le vite innocenti che la politica scellerata del governo in carica mette quotidianamente in pericolo; la prego di voler continuare a difendere la legalita' che salva le vite e con essa il bene comune del popolo italiano e dell'umanita'.
L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile; il razzismo e' invece in crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto; chi commette, promuove e propaganda gravi reati non puo' governare il nostro paese.
Egregio Presidente della Repubblica,
nel colloquio di domani chieda, in nome del popolo italiano, in nome della legge, in nome dell'umanita', le dimissioni di quel ministro e dell'intero governo che gli e' succubo, famulo, manutengolo.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 8 luglio 2018
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Allegato: "Una segnalazione e un quesito" del 30 giugno 2018
Al Presidente della Repubblica italiana
Oggetto: una segnalazione e un quesito
Egregio Presidente della Repubblica,
credo che lei come ogni persona ragionevole sia indignato e crucciato per quanto sta accadendo in questi giorni: un ministro che annuncia una schedatura razzista palesemente incostituzionale; il governo italiano che rifiuta di accogliere i superstiti di naufragi e scatena una campagna di aggressione contro i soccorritori; ministri della Repubblica diuturnamente impegnati in una ripugnante, criminale, ossessiva propaganda di menzogne, di diffamazioni e di odio razzista.
Come tante altre persone (la reale maggioranza del popolo italiano, poiche' il governo dell'estrema destra razzista ha si' a suo sostegno la maggioranza effettiva dei seggi in Parlamento, ma non ha affatto la maggioranza reale dei voti di chi vive in Italia) anch'io la prego di intervenire, nelle forme e nei modi previsti dall'ordinamento, in difesa di tante vite innocenti in grave pericolo, in difesa della legalita' e della democrazia, in difesa della Costituzione della Repubblica di cui e' supremo garante.
Egregio Presidente della Repubblica,
mi permetta inoltre di porle il seguente quesito.
Tra i ministri che alcune settimane fa hanno giurato nelle sue mani fedelta' alla Costituzione della Repubblica ve ne sono alcuni che nella loro propaganda e nel loro programma avevano gia' precedentemente esplicitamente annunciato la volonta' di realizzare persecuzioni razziste e religiose in evidente, flagrante violazione della Costituzione.
Questi stessi ministri, una volta ottenuta la fiducia del Parlamento, hanno subito iniziato a mettere in pratica quanto avevano precedentemente pubblicamente e reiteratamente annunciato dando evidente esecuzione al dichiarato disegno criminoso.
Questi stessi ministri in queste poche settimane hanno gia' commesso flagranti reati ed hanno ripetutamente annunciato l'intenzione di commetterne degli altri in esplicita violazione della Costituzione.
Il quesito che le pongo e' il seguente: poiche' all'atto di giurare fedelta' alla Costituzione questi signori avevano gia' manifestato l'intenzione di violarla, cio' non e' motivo di invalidita' del giuramento reso?
E non implica quindi che il governo attuale, perlomeno nelle persone di alcuni suoi ministri (che peraltro di esso effettualmente sono, ancor piu' che magna pars, maestri e donni), sia in carica illegittimamente?
E non e' necessario che ai ministri rivelatisi ab origine palesemente spergiuri, mendaci, fraudolenti e quindi traditori dell'impegno giurato nelle sue mani siano imposte immediate dimissioni e nei loro confronti si avvii un procedimento giudiziario ai sensi delle leggi vigenti?
Le pongo questo quesito in tutta la sua gravita', con vivissima preoccupazione per l'operato delittuoso e fin disumano del governo e segnatamente di alcuni ministri che non fanno mistero di essere gli effettuali padroni dell'esecutivo nonche' i caporioni dell'estrema destra razzista.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 30 giugno 2018
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