[Nonviolenza] Telegrammi. 3121
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- Date: Sun, 8 Jul 2018 21:49:23 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3121 del 9 luglio 2018
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Sommario di questo numero:
1. Al Presidente della Repubblica italiana: chieda le dimissioni del ministro dell'Interno
2. Un digiuno di giustizia in solidarieta' con i migranti
3. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
4. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
5. L'idea fissa
6. Segnalazioni librarie
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'
1. L'ORA. AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA: CHIEDA LE DIMISSIONI DEL MINISTRO DELL'INTERNO
Al Presidente della Repubblica italiana
Oggetto: invito a chiedere le dimissioni del ministro dell'Interno
Egregio Presidente della Repubblica,
i mezzi d'informazione riferiscono che lunedi' 9 luglio 2018 lei incontrera' il ministro dell'Interno (e reale "dominus" dell'esecutivo), il quale ministro dell'Interno persiste in iniziative che - per usare una formula di fonte autorevole - "si pongono fuori dal perimetro della Costituzione".
Orbene, poiche' lei della Costituzione e' invece supremo garante, questo colloquio e' occasione propizia per chiedere conto al ministro di alcuni atti da quel messere promossi ed imposti con la complicita' dei suoi fiancheggiatori: il crimine di negare soccorso ai naufraghi chiudendo i porti italiani alle navi che li traevano in salvo; il crimine di diffamare, minacciare, aggredire e sabotare i soccorritori volontari che salvano vite umane in mare; il crimine di operare al fine di impedire agli esseri umani innocenti prigionieri nei lager libici di trovare salvezza fuggendo in Europa.
A tali atti criminali si aggiunga la persistente propaganda di istigazione all'odio razziale (reato anch'esso previsto e punito dal codice); la reiteratamente annunciata volonta' di procedere ad una incostituzionale schedatura della popolazione di origine rom; il reiteratamente annunciato programma di persecuzioni razziste e religiose.
Ne' c'e' bisogno di sottolineare ancora una volta che nei giorni scorsi il medesimo ministro si e' esibito anche in dichiarazioni follemente eversive contro la magistratura.
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Egregio Presidente della Repubblica,
mi permetta di ricordare qui che gia' alcuni giorni addietro, il 30 giugno 2018, le inviai una segnalazione comprensiva di un quesito: segnalazione che ignoro se sia stata gia' sottoposta alla sua personale attenzione; sperando di non apparirle inopportuno, mi permetto di allegarne il testo in calce a questa lettera.
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Egregio Presidente della Repubblica,
come avra' gia' dedotto da quanto precede, credo che il governo in carica abbia commesso gravi reati; credo che sia necessario ed urgente che il governo si dimetta; credo che sia necessario ed urgente che i ministri responsabili di quei gravi reati ne rispondano nelle aule di giustizia secondo le leggi vigenti.
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Egregio Presidente della Repubblica,
la prego di voler compiere tutti i doveri inerenti alla sua funzione di primo magistrato del nostro paese; la prego di volersi adoperare per salvare le vite innocenti che la politica scellerata del governo in carica mette quotidianamente in pericolo; la prego di voler continuare a difendere la legalita' che salva le vite e con essa il bene comune del popolo italiano e dell'umanita'.
L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile; il razzismo e' invece in crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto; chi commette, promuove e propaganda gravi reati non puo' governare il nostro paese.
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Egregio Presidente della Repubblica,
nel colloquio di domani chieda, in nome del popolo italiano, in nome della legge, in nome dell'umanita', le dimissioni di quel ministro e dell'intero governo che gli e' succubo, famulo, manutengolo.
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Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 8 luglio 2018
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Allegato: "Una segnalazione e un quesito" del 30 giugno 2018
Al Presidente della Repubblica italiana
Oggetto: una segnalazione e un quesito
Egregio Presidente della Repubblica,
credo che lei come ogni persona ragionevole sia indignato e crucciato per quanto sta accadendo in questi giorni: un ministro che annuncia una schedatura razzista palesemente incostituzionale; il governo italiano che rifiuta di accogliere i superstiti di naufragi e scatena una campagna di aggressione contro i soccorritori; ministri della Repubblica diuturnamente impegnati in una ripugnante, criminale, ossessiva propaganda di menzogne, di diffamazioni e di odio razzista.
Come tante altre persone (la reale maggioranza del popolo italiano, poiche' il governo dell'estrema destra razzista ha si' a suo sostegno la maggioranza effettiva dei seggi in Parlamento, ma non ha affatto la maggioranza reale dei voti di chi vive in Italia) anch'io la prego di intervenire, nelle forme e nei modi previsti dall'ordinamento, in difesa di tante vite innocenti in grave pericolo, in difesa della legalita' e della democrazia, in difesa della Costituzione della Repubblica di cui e' supremo garante.
Egregio Presidente della Repubblica,
mi permetta inoltre di porle il seguente quesito.
Tra i ministri che alcune settimane fa hanno giurato nelle sue mani fedelta' alla Costituzione della Repubblica ve ne sono alcuni che nella loro propaganda e nel loro programma avevano gia' precedentemente esplicitamente annunciato la volonta' di realizzare persecuzioni razziste e religiose in evidente, flagrante violazione della Costituzione.
Questi stessi ministri, una volta ottenuta la fiducia del Parlamento, hanno subito iniziato a mettere in pratica quanto avevano precedentemente pubblicamente e reiteratamente annunciato dando evidente esecuzione al dichiarato disegno criminoso.
Questi stessi ministri in queste poche settimane hanno gia' commesso flagranti reati ed hanno ripetutamente annunciato l'intenzione di commetterne degli altri in esplicita violazione della Costituzione.
Il quesito che le pongo e' il seguente: poiche' all'atto di giurare fedelta' alla Costituzione questi signori avevano gia' manifestato l'intenzione di violarla, cio' non e' motivo di invalidita' del giuramento reso?
E non implica quindi che il governo attuale, perlomeno nelle persone di alcuni suoi ministri (che peraltro di esso effettualmente sono, ancor piu' che magna pars, maestri e donni), sia in carica illegittimamente?
E non e' necessario che ai ministri rivelatisi ab origine palesemente spergiuri, mendaci, fraudolenti e quindi traditori dell'impegno giurato nelle sue mani siano imposte immediate dimissioni e nei loro confronti si avvii un procedimento giudiziario ai sensi delle leggi vigenti?
Le pongo questo quesito in tutta la sua gravita', con vivissima preoccupazione per l'operato delittuoso e fin disumano del governo e segnatamente di alcuni ministri che non fanno mistero di essere gli effettuali padroni dell'esecutivo nonche' i caporioni dell'estrema destra razzista.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 30 giugno 2018
2. INIZIATIVE. UN DIGIUNO DI GIUSTIZIA IN SOLIDARIETA' CON I MIGRANTI
[Riceviamo e diffondiamo]
A tutti gli uomini e donne di buona volonta'
Martedi' 10 luglio 2018 alle ore 12 ci ritroviamo a Roma, in piazza San Pietro, per una giornata di digiuno. Da li' proseguiremo a Montecitorio per testimoniare con il digiuno contro le politiche migratorie di questo governo. E continueremo a digiunare per altri 10 giorni con un presidio davanti a Montecitorio dalle ore 8 alle 14.
Per adesioni al digiuno e partecipazione scrivere a questa email: digiunodigiustizia at hotmail.com
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"Avete mai pianto, quando avete visto affondare un barcone di migranti?", cosi' Papa Francesco ci interpellava durante la messa da lui celebrata a Lampedusa per le 33.000 vittime accertate (secondo il giornale inglese "Guardian" che ne ha pubblicato i nomi) perite nel Mediterraneo per le politiche restrittive della "Fortezza Europa".
E' il naufragio dei migranti, dei poveri, dei disperati, ma e' anche il naufragio dell'Europa, e dei suoi ideali di essere la "patria dei diritti umani". La Carta dell'Unione Europea afferma: "La dignita' umana e' inviolabile. Essa deve essere rispettata".
E' un crimine contro l'umanita', un'umanita' impoverita e disperata, perpetrato dall'opulenta Europa che rifiuta chi bussa alla sua porta.
Un rifiuto che e' diventato ancora piu' brutale con lo scorso vertice dell'Unione Europea in cui i capi di governo hanno deciso una politica di non accoglienza. Anche l'Italia, decide ora di non accogliere, di chiudere i porti alle navi delle Oorganizzazioni non governative ed affida invece tale compito alla Guardia Costiera libica, che se salvera' i migranti, li riportera' nell'inferno che e' la Libia. Perfino la Commissione Europea ha detto: "Non riportate i profughi in Libia, li' ci sono condizioni inumane".
Per questo stiamo di nuovo assistendo a continui naufragi. L'Onu parla di oltre mille morti in questi mesi.
Papa Francesco ha fatto sue le parole dell'arcivescovo Hyeronymous di Grecia pronunciate nel campo profughi di Lesbos: "Chi vede gli occhi dei bambini che incontriamo nei campi profughi, e' in grado di riconoscere immediatamente la "bancarotta dell'umanita'".
E' il sangue degli impoveriti, degli ultimi che interpella tutti noi, in particolare noi cristiani che saremo giudicati su: "Ero straniero... e non mi avete accolto". Noi chiediamo a tutti i credenti, di reagire, di gridare il proprio dissenso davanti a queste politiche disumane.
Noi proponiamo un piccolo segno visibile, pubblico: un digiuno a staffetta con un presidio davanti al Parlamento italiano per dire che non possiamo accettare questa politica delle porte chiuse che provoca la morte nel deserto e nel Mediterraneo di migliaia di migranti.
"Il digiuno che voglio - dice il profeta Isaia in nome di Dio - non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo senza trascurare i tuoi parenti?".
padre Alex Zanotelli, a nome dei missionari comboniani
mons. Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta
don Alessandro Santoro, a nome della Comunita' delle Piagge di Firenze
suor Rita Giaretta, Casa Ruth, Caserta
padre Giorgio Ghezzi, religioso sacramentino
"La Comunita' del Sacro Convento aderisce e partecipa nella preghiera" e' quanto riferisce padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi
3. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
4. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI
L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.
5. IL CUGINO DI SALVINO. L'IDEA FISSA
Non deve sbarcare nessuno.
Recingere le coste della penisola con una rete di filo spinato elettrificata.
Collocare nel Mediterraneo migliaia di squali.
Sparare su tutto cio' che si muove.
Difendere la razza, la patria, il partito, l'impero.
6. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Roberto Gigliucci (a cura di), Cesare Pavese, Rcs, Milano 2018, pp. 168, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Riletture
- Luciano Gallino, L'impresa irresponsabile, Einaudi, Torino 2005, 2009, pp. XX + 272.
- Luciano Gallino, Con i soldi degli altri. Il capitalismo per procura contro l'economia, Einaudi, Torino 2009, 2010, pp. VI + 198.
- Luciano Gallino, La lotta di classe dopo la lotta di classe, Laterza, Roma-Bari 2012, 2013, pp. VIII + 214. Intervista a cura di Paola Borgna.
- Luciano Gallino, Vite rinviate. Lo scandalo del lavoro precario, Laterza, Roma-Bari 2014, pp. VI + 136.
- Luciano Gallino, L'impresa responsabile. Un'intervista su Adriano Olivetti, Einaudi, Torino 2014, pp. XVIII + 148. A cura di Paolo Ceri.
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Riedizioni
- Plotino, Enneadi I-III, Rba, Milano 2018, pp. LXXXII + 422, euro 12,99. Contiene anche: Porfirio, Vita di Plotino.
7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
8. PER SAPERNE DI PIU'
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3121 del 9 luglio 2018
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XIX)
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