[Nonviolenza] Il 26 giugno 2018 in digiuno per l'abolizione dell'ergastolo



IL 26 GIUGNO 2018 IN DIGIUNO PER L'ABOLIZIONE DELL'ERGASTOLO

Domani, martedi 26 giugno 2018, Giornata internazionale contro la tortura, partecipero' alla terza giornata di digiuno per l'abolizione dell'ergastolo, un'iniziativa promossa dalla benemerita associazione "Liberarsi" i cui principali animatori da decenni sono impegnati per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ho gia' preso parte al digiuno nelle due giornate precedenti: il 10 dicembre 2017, nell'anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, e il 30 marzo 2018, nel "venerdi' santo" che ricorda l'uccisione dell'innocente di Nazareth.
E per quanto e' nelle mie capacita' intendo continuare a prendere parte a questa iniziativa nonviolenta fino all'abolizione dell'ergastolo, e spero che presto il Parlamento italiano si renda conto della barbarie di una pena che pretendendo di escludere per sempre un essere umano dal resto dell'umanita' viola ad un tempo il diritto, la morale e la logica; la logica: poiche' tutti gli esseri umani fanno parte dell'umanita'; la morale: poiche' privare per sempre un essere umano di tutti i legami con gli altri esseri umani equivale a sopprimerlo; il diritto: poiche' - come recita il comma terzo dell'articolo 27 della Costituzione della Repubblica italiana - "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanita' e devono tendere alla rieducazione del condannato", ed e' evidente che una pena che esclude per sempre una persona dall'umanita' e' semplicemente disumana, e non tende affatto alla rieducazione del condannato ma solo ad infliggergli una sofferenza e una disperazione infinite fino all'ora della morte.
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E quindi digiunare per l'abolizione dell'ergastolo nel giorno in cui l'Onu richiama l'umanita' intera al dovere di abolire il crimine della tortura e' un modo concreto e coerente di impegnarsi contro la tortura, contro la barbarie, contro la disumanita'; per affermare il diritto, la civilta', l'umanita'; per opporsi alla violenza e alla morte; per contribuire al bene comune dell'unica umana famiglia.
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Pertanto domani mi unisco nel digiuno a tante altre persone di volonta' buona, e facendolo estendo l'invito a digiunare - e a diffonderne la notizia - a chiunque leggera' queste righe.
Confido che sia la competente magistratura, sia chi oggi siede in Parlamento, possa presto avvedersi della flagrante incostituzionalita' di una disumana misura afflittiva - l'ergastolo - che e' chiaramente incompatibile con gli articoli 2, 13 comma IV e 27 commi III e IV, della Costituzione della Repubblica italiana, e quindi intervenire in merito.
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Come gia' i costituenti vittoriosi sul fascismo abolirono la pena di morte, cosi' segnando la differenza cruciale tra una dittatura, che si arroga il potere di uccidere, e una democrazia, che invece sempre mira a salvare le vite, sappiano i magistrati ed i legislatori odierni vedere che l'ergastolo e' per molti aspetti quasi una pena di morte irrogata in forma differita: in forma di prolungata inesorabile ed inesauribile tortura, in forma di disperata attesa della morte, di sofferenza senza scampo; in guisa di brutale, terrorizzante nozione e spettacolo: un essere umano murato vivo, sepolto vivo. Il solo pensarlo e' gia' un orrore insostenibile, eppure questo orrore e' ancora realta' nel nostro paese: che possa cessare al piu' presto.
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Qualora possano essere utili alla riflessione allego in calce a questa dichiarazione anche le cose che scrissi in occasione delle due precedenti giornate.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 25 giugno 2018

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com (segnaliamo che il Centro cura dal 2000 la pubblicazione del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" cui e' possibile abbonarsi gratuitamente attraverso il sito www.peacelink.it)

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Dichiarazione di adesione alla giornata di digiuno del 10 dicembre 2017
Aderisco alla giornata di digiuno del 10 dicembre 2017 per l'abrogazione dell'ergastolo.
Mi e' sempre sembrato evidente che condannare una persona alla detenzione fino alla morte - con cio' privandola per sempre della quasi totalita' delle liberta' personali e delle relazioni sociali al di fuori delle quali l'umanita' e' pressoche' annichilita - costituisce quasi una sorta di condanna a morte in forma differita attraverso una segregazione senza speranza che si configura come una tortura senza scampo.
La Costituzione della Repubblica Italiana, che all'articolo 13, comma quarto, stabilisce che "e' punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di liberta'", e che all'articolo 27, comma terzo, stabilisce che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanita' e devono tendere alla rieducazione del condannato", ed al comma quarto del medesimo articolo ribadisce che "non e' ammessa la pena di morte", ebbene, inequivocabilmente dichiara la flagrante illiceita' della pena dell'ergastolo.
Ogni essere umano ha diritto alla vita e alla dignita'; e cosi' come e' inammissibile l'omicidio, e' altresi' inammissibile la perpetua segregazione di una persona dall'umanita' e l'imposizione dell'incessante tortura del sapersi per sempre privati di tantissima parte di cio' che rende umana l'umana esistenza.

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Dichiarazione di adesione alla giornata di digiuno del 30 marzo 2018
Prendo parte quest'oggi, venerdi' 30 marzo 2018, alla giornata di digiuno per l'abolizione dell'ergastolo promossa dall'associazione Liberarsi, un'esperienza da molti anni impegnata per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
So che un giorno di digiuno non e' una gran cosa. Ma se e' un gesto condiviso da tante persone, e che si unisce a tanti altri gesti, puo' forse contribuire ad ottenere che finalmente il Parlamento italiano abolisca l'ergastolo, che e' una barbarie incompatibile con la dignita' umana, con un ordinamento giuridico democratico, con la Costituzione della Repubblica Italiana.
E valga il vero.
L'ergastolo e' incompatibile con la Costituzione della Repubblica Italiana che prevede che "le pene non possono consistere in  trattamenti contrari al senso di umanita' e devono tendere alla rieducazione del condannato": una perpetua segregazione dal resto dell'umanita' e' evidentemente un trattamento contrario al senso di umanita'.
L'ergastolo e' incompatibile con un ordinamento giuridico democratico, che a tutti gli esseri umani riconosce il diritto ad esistere, a vivere una vita degna ed a migliorare le proprie condizioni di vita: una perpetua segregazione dal resto dell'umanita' nega l'umanita' delle vittime di tale misura, e quindi nega l'umanita' dell'intera umanita'.
L'ergastolo e' incompatibile con la dignita' umana, poiche' imporre a una persona una perpetua segregazione dal resto dell'umanita' equivale ad annientarla nella sua fondamentale struttura relazionale ed a negarne la qualita' stessa di persona.
La civilta' comincia con la decisione di non uccidere, di salvare le vite.
Segregare per sempre una persona dal resto dell'umanita' e' come seppellirla viva: e' un crimine ed una tortura; e' una barbarie incompatibile con ogni valore morale e civile.
Unisco pertanto anche la mia voce all'appello al Parlamento affinche' sia finalmente abolita la flagrante barbarie dell'ergastolo.

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