[Nonviolenza] Telegrammi. 3069



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3069 del 18 maggio 2018
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

Sommario di questo numero:
1. Leone Piccioni
2. L'estrema destra razzista e bellicista ha gettato la maschera: il suo programma e' incompatibile con la Costituzione italiana
3. Enrico Peyretti: Un pensiero spirituale per il Ramadan
4. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
5. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
6. Cinzia Sciuto: Da Colonia a Trento: quando le donne sono ridotte a oggetto
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. LUTTI. LEONE PICCIONI

E' deceduto Leone Piccioni, critico letterario, docente universitario, umanista fedele alle amicizie.
A lui dobbiamo la classica edizione dell'opera poetica di Ungaretti che tutti abbiamo letto e amato.

2. APPELLI. L'ESTREMA DESTRA RAZZISTA E BELLICISTA HA GETTATO LA MASCHERA: IL SUO PROGRAMMA E' INCOMPATIBILE CON LA COSTITUZIONE ITALIANA

Il programma di governo dell'estrema destra razzista e bellicista non solo e' colmo di nefandezze ed insensataggini sesquipedali, ma e' palesemente incompatibile con la Costituzione della Repubblica italiana.
Non puo' essere dato incarico di formare il governo a un manutengolo dell'estrema destra razzista e bellicista dagli stessi caporioni dell'estrema destra razzista e bellicista indicato come loro complice.
Non si puo' consentire che prenda il governo del nostro paese chi nega l'eguaglianza di dignita' e diritti di tutti gli esseri umani; non si puo' consentire che prenda il governo del nostro paese chi nega il dovere di soccorrere chi e' in pericolo di morte; non si puo' consentire che prenda il governo del nostro paese chi nega il diritto alla vita di innumerevoli innocenti.
*
L'Italia e' una repubblica democratica che riconosce, rispetta e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani: chi esplicitamente si ripromette di perseguitarli non puo' governare il nostro paese.
L'Italia e' una repubblica democratica che ripudia la guerra: chi esplicitamente si ripromette di incrementare militarizzazione e riarmo non puo' governare il nostro paese.
L'Italia e' una repubblica democratica: chi esplicitamente si ripromette la negazione sia di fondamentali diritti (e di tutti il primo: il diritto alla vita), sia di fondamentali doveri (e di tutti il primo: il dovere di salvare le vite), non puo' governare il nostro paese.
L'Italia e' uno stato di diritto: chi esplicitamente si ripromette di violare le leggi non puo' governare il nostro paese.
L'Italia e' un ordinamento giuridico costituzionale: chi esplicitamente si ripromette di violare le norme sancite dalla Costituzione non puo' governare il nostro paese.
L'Italia e' un paese civile: chi esplicitamente si ripromette di praticare la barbarie delle persecuzioni, la barbarie dell'omissione di soccorso, la barbarie del far morire ovvero lasciar morire degli esseri umani la cui vita poteva e doveva essere salvata, non puo' governare il nostro paese.
*
Il Presidente della Repubblica, primo garante e difensore della legalita' costituzionale, non dia incarico di formare il governo a un manutengolo dell'estrema destra razzista e bellicista dagli stessi caporioni dell'estrema destra razzista e bellicista indicato come loro complice.
Il Presidente della Repubblica, primo garante e difensore della legalita' costituzionale, dia invece l'incarico di formare il governo ad una personalita' degna, fedele alla Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista, ad una personalita' persuasa del fatto che il razzismo e la guerra sono crimini contro l'umanita'.
*
Chiediamo al popolo della pace, al popolo della solidarieta', a tutte le persone, le associazioni e le istituzioni impegnate per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani, di prendere pubblicamente posizione e di chiedere al Presidente della Repubblica di persistere nell'impegno suo proprio di primo magistrato del paese, di primo difensore della Costituzione repubblicana e dei diritti umani che essa riconosce e sancisce.
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L'associazione "Respirare" di Viterbo
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Il gruppo di studio su "La nonviolenza in Italia oggi" di Viterbo
Viterbo, 17 maggio 2018

3. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: UN PENSIERO SPIRITUALE PER IL RAMADAN
[Dal sito de "Il dialogo" riprendiamo e diffondiamo]

A tutti gli amici musulmani, un pensiero spirituale per l'inizio del Ramadan, in unita' di preghiera: che Dio ispiri umanita' e bene nel cuore dei violenti e potenti, e ugualmente in noi tutti credenti ispiri fedelta' a lui, e fraternita' tra noi,  e impegno a costruire relazioni giuste, mediante opere di pace, tra tutti i popoli. Il mondo e' sempre tra minacce di guerra, egoismi economici violenti, prepotenze etniche e discriminazioni razziali, ma non manca l'opera umile dei fedeli di Dio. Aiutiamoci, collaboriamo tutti quanti cerchiamo di avere fede e umanita', per la salvezza e il bene dell'umanita' che Dio ama. Noi cristiani sentiamo la vicinanza di Dio in Gesu', che invita tutti, senza nessuna differenza, a fraternita', giustizia, liberta', rispetto delle qualita' di ogni cultura e religione, e alla gioia dell'amicizia.

4. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

5. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. RIFLESSIONE. CINZIA SCIUTO: DA COLONIA A TRENTO: QUANDO LE DONNE SONO RIDOTTE A OGGETTO
[Riceviamo e diffondiamo]

Nel leggere le testimonianze delle donne molestate a Trento durante l'ultimo raduno degli alpini, il pensiero e' andato immediatamente a Colonia.
Nella notte di San Silvestro del 2015 un migliaio di uomini si sono dati appuntamento nella piazza della stazione della citta' tedesca per "festeggiare" a modo loro l'arrivo del nuovo anno. La loro "festa" si e' tradotta in un incubo per centinaia di donne che erano in piazza. Tante sono state infatti le testimonianze di donne circondate, palpate, molestate sia verbalmente sia fisicamente. Ci sono state anche alcune denunce per stupro. La "festa" e' andata avanti per ore, sotto gli occhi della polizia che non e' intervenuta. E anche la notizia ha fatto fatica a diffondersi, ci sono voluti giorni prima che i media nazionali ne parlassero e si diffondesse la consapevolezza della portata di quello che era accaduto. In quel caso il motivo della ritrosia era il fatto che gli uomini coinvolti erano quasi tutti di origine nordafricana o mediorientale e, pur di prevenire la strumentale accusa di razzismo, le forze dell'ordine hanno preferito voltarsi dall'altra parte, tentando per giorni di non far emergere l'accaduto.
Qualcosa di non molto dissimile e' accaduto negli scorsi giorni a Trento. Stavolta gli uomini che si sono dati appuntamento erano 60mila e non erano immigrati, ma italianissimi alpini. Il copione pero' e' stato molto simile. I maschi volevano festeggiare e le femmine che si trovavano a passare di li' - o che magari erano in mezzo a loro per lavoro, come racconta una cameriera di un locale - si sono tutte trasformate (per unilaterale volonta' dei maschi, ovviamente) in oggetti su cui vomitare molestie verbali e palpeggiamenti. Tanto alle donne piace, si sa.
Dopo l'episodio di Colonia alcune (molte per la verita') femministe misero subito le mani avanti contro l'eventuale strumentalizzazione antimusulmana di quello che era accaduto: non c'entra la religione, si disse, non c'entra la provenienza geografica degli assalitori. Il problema e' la cultura patriarcale e misogina che e' trasversale alle culture. Niente di piu' vero. Per fortuna oggi nessuno scendera' in piazza contro l'eventuale strumentalizzazione "antimilitare" dei fatti di Trento, perche' siamo perfettamente consapevoli che la cultura militare rappresenta un terreno fertilissimo per la pianta della misoginia. Proprio come le religioni. Perche' il punto e' esattamente che la cultura patriarcale e misogina non e' un gene in dotazione naturale a tutti i maschi della specie umana, che si tramanda sempre uguale a se stesso, semmai e' un "meme", un elemento culturale estremamente radicato, con una grande capacita' di contagio e perfettamente in grado di adattarsi ai diversi contesti storici, sociali, economici e culturali, nei quali trova sempre qualcosa con cui saldarsi. Le religioni - quelle monoteiste in particolare - sono sempre state un alleato potentissimo del patriarcato e della misoginia. Esattamente come lo e' la cultura militare.
Da Colonia a Trento la lezione e' comunque sempre uguale: nel terzo millennio le donne possono anche diventare prime ministre, amministratrici delegate, segretarie di partito, astronaute ma si ritrovano ancora a dover aver paura a camminare per strada, perche' non sanno cosa puo' accadere loro. La violenza contro le donne e' la punta di un iceberg, la cui base e' l'idea che la donna non sia soggetto autonomo ma oggetto al servizio del piacere maschiale. Un'idea che e' profondamente radicata in moltissimi uomini, anche in maniera del tutto inconsapevole. Fra le testimonianze dei fatti di Trento pubblicate dal Dolomiti ce n'e' una di un ragazzo che denuncia che, in un momento di sua distrazione, due alpini ubriachi hanno molestato la sua fidanzata. Lui, orgoglioso, dichiara di aver reagito picchiandoli. Una reazione figlia della stessa identica cultura dei molestatori: come ti sei permesso di molestare la "mia" fidanzata? Anche dopo i fatti di Colonia, una delle reazioni - altrettanto violenta e misogina delle aggressioni - fu "difendiamo le nostre donne". E finche' c'e' qualcuno che pensa che le donne siano "di" qualcuno dovremo aver paura a camminare per strada.

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Francesco Bausi (a cura di), Giosue Carducci, Rcs, Milano 2018, pp. 168, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Riletture
- Stefano Rodota', Il diritto di avere diritti, Laterza, Roma-Bari 2012, 2015, pp. X + 434.
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Riedizioni
- Bjorn Larsson, La vera storia del pirata Long John Silver, Iperborea, Milano 1998, Rcs, Milano 2018, pp. 464, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Morten A. Stroeksnes, Il libro del mare, Iperborea, Milano 2017, Rcs, Milano 2018, pp. 320, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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