[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 865



==============================
VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
==============================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Numero 865 dell'11 aprile 2018

In questo numero:
1. Alcuni fogli volanti del 2017 (parte prima)
2. Leggo che in un centro di prima accoglienza
3. Uomini che bruciano le donne
4. Nel capannone
5. Ancora della memoria
6. La terra, che nulla sa
7. Ancora per la critica della societa' dello spettacolo
8. Le ultime ultimora
9. Per Nanni Salio
10. Catastematica
11. L'uomo del muro
12. L'orizzonte
13. Se non tu, se non adesso
14. Ci cucimmo le palpebre col fil di ferro
15. Storia di Gelsomina
16. Cosa e' diventato questo paese
17. Ciechi dinanzi alla guerra e alla fame
18. Provo a dir chiaro cio' che vedo chiaro
19. Aprire gli occhi
20. Nella sala d'attesa
21. Diritto di voto
22. Parla Bertoldo al congresso parigino
23. A cosa serve il diritto di voto
24. Ieri e oggi
25. Verra' quel giorno
26. Resti, rovine
27. Tu guardi l'orrore del mondo e ti dici
28. Il propagandista
29. Il Ministro dell'inferno sostiene
30. S'illude chi guarda la televisione
31. Un governo che fa i campi di concentramento
32. Contro tutte le violenze
33. In quel paese, quasi una filastrocca
34. Senza il diritto di voto
35. La domanda
36. Deserta la stazione ed e' gia' notte
37. Per le rime all'amico suo Ricciardo
38. Cosi' accecato allora era il governo
39. Sono armi gli aerei e le automobili
40. Strage dopo strage
41. Noi classi pericolose
42. Tutte le armi
43. Chi abbraccia la nonviolenza
44. Il naufragio
45. Gli antichi non avrebbero ammesso
46. Tutti saremo messi alla prova
47. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare

1. MATERIALI. ALCUNI FOGLI VOLANTI DEL 2017 (PARTE PRIMA)

Riproponiamo qui alcuni fogli volanti apparsi nel nostro notiziario nel 2017.

2. LEGGO CHE IN UN CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA

Leggo che in un centro di prima accoglienza
una giovane donna sentitasi male
ha vanamente atteso le giungesse
il soccorso che si chiama e deve essere pronto
e nello strazio e nell'abbandono e' deceduta.

Leggo che i suoi compagni di sventura
sono insorti contro la morte e chi non la contrasta.

Fossero vivi Mazzini e Garibaldi, Gobetti e Gramsci,
e Basso e Dossetti e Nilde Iotti e Tina Anselmi
e Ferruccio Parri e Sandro Pertini
sarebbero insorti con loro.

3. UOMINI CHE BRUCIANO LE DONNE

Uomini bruciano le donne
ci vuole un po' di ordine nel mondo
Babbo Natale entra in discoteca
brandendo il kalashnikov
il Tir diventa schiacciacorpi
nel mezzo della festa
all'aeroporto il soldatino estrae la rivoltella
ed ogni colpo un centro
e macinano i bombardieri
le antiche citta' e chi vi abita
la morte non ama il chiasso
la morte non ama il disordine
la morte non ama la folla
la morte ama il silenzio dei cadaveri.

Uomini bruciano le donne
per fare un po' di luce e riscaldarsi
dalla televisione giovani vampiri
ammiccano ed arruolano
in ogni androne le camicie brune
fanno collane di filo spinato
nascono infanti che all'osso del tallone
hanno saldato uno sperone di ferro
la scuola del signore delle mosche
trionfa a mani basse in tutti i campionati
di quelli che erano esseri umani
restano scorze di vetro senza midolla
piovono sassi che quando si spaccano
ne escono draghi.

Uomini bruciano le donne
e cantano canzoni sorde e allegre
prima a cazzotti chiudono quegli occhi
rompono i denti nella bocca che parlava
pronta la tanica e l'accendino
e mentre frigge e grida la carne
ancora un selfie col telefonino
ed un profondo profondo sospiro
suggella il lavoro ben fatto
cosi' si sa chi comanda
cosi' s'impara la lezione
poi verso la selva a perdifiato
con la roncola e la carabina
sgozzato il cane fedele
bevuto caldo il suo sangue.

Uomini bruciano le donne
ti guardano stupiti tu non sia
solidale con loro.

4. NEL CAPANNONE

Nel capannone dismesso
un essere umano ucciso
dal freddo che stritola i cuori
dal fuoco che mangia la gente
dal fumo che soffoca e acceca
dal regime dell'apartheid.

5. ANCORA DELLA MEMORIA

Non e' solo dolore la memoria del dolore

Nel fondo dell'abisso del male
i relitti e nessun tesoro
le paure e nessuna luce

Ma sull'oceano del male
navigare necesse est

Non e' solo vergogna la memoria della vergogna
costringe a tenere aperti gli occhi
costringe a trattenere le parole
costringe a pensare i pensieri

In questo guscio di noce
prigione, accecata favilla
cos'altro puoi fare se non resistere?

La mole che agita la mente
gigantesca una rete di nodi scorsoi
tratti a riva abbattuti a bastonate
tra le risa sdentate e le danze

La mola che tritura le ossa e ne cava
finissima polvere
lucente nel sole
e un alito di vento
la disperde per sempre
per sempre ne fa nulla

Non puoi allontanare il male con un gesto
non puoi allontanare il male con le parole
opera grave di lunga lena occorre
e senza certezze senza garanzie
opera degna tuttavia di una vita

Tu non dimenticare gli uccisi
tu battiti contro tutte le uccisioni
salvare le vite, il primo dovere

6. LA TERRA, CHE NULLA SA

La terra, che nulla sa
e gode a far tanto chiasso
ha letto Leopardi e pensa
che e' l'ora di farla finita
con l'umanita' che frale
s'impanca a padrona del mondo
e s'insaltimbanca in tondo
girando come un paleo
finche' cade alla fine del rodeo
e finalmente sa quel che vale.

La terra che all'islandese
vende almanacchi e detonatori
la terra che di tutti i cuori
fa un solo frullato a un tornese
a un soldo di spiga o delfino.

E tutto torna al nulla
mio buon Munchhausen, mio buon Fanfulla.

(Tu non partecipare al banchetto dei cannibali
tu non prendere parte all'orgia dei padroni
tu opponiti a tutte le uccisioni
tu combatti contro ogni potere
tu salva le vite, e' il primo dovere).

7. ANCORA PER LA CRITICA DELLA SOCIETA' DELLO SPETTACOLO

Non aver fretta, tanto tutto e' immobile
giace la neve morbida e compatta
se tu vi poni sopra un soprammobile
vedrai come sprofonda eppur non gratta.

Non aver furia, tanto tutto e' ignobile
la Selva Nera, Notre-Dame, la chiatta
il fiume il nastro il velo l'aeromobile
la fame disperata e quella matta.

Gioca anche tu a questo gioco raro
che ferma il tempo e ti avvilisce ancora
bevi anche tu un sorso dell'amaro

fiele che stilla dalla greve mora
e ridi se si spegne infine il faro
e resta solo il buio che dolora.

8. LE ULTIME ULTIMORA

Eletto presidente il signor Bonaventura
l'atomico grilletto del boss nella fondina
l'impresa fedelissima delle demolizioni
grattugia di Palmira le ultime reliquie

la moda sta cambiando rasatevi le barbe
la lingua che tu parli non parla piu' nessuno
ai grandi magazzini esauriti i venerdi'
stasera l'intervista all'ultimo mammuth

perche' perdere tempo coi miseri annegati?
perche' annoiare il pubblico con i bombardamenti?

donate il vostro tallero alla Endlosung spa
votate al televoto dell'anno lo stragista

con un esse emme esse vincete un temporale
e adesso due minuti d'odio e pubblicita'

9. PER NANNI SALIO

Ieri a Torino della nonviolenza
gli amici un anno dopo han ricordato
una persona di cuore e di scienza
che molto seppe ed ancor piu' ha donato.

Lotto' senza mai perder l'innocenza
il male contrastando e l'insensato
cosciente sempre dell'impermanenza
difese ogni persona ed il creato.

Di buona vita luminoso esempio
maestro di mitezza e di pieta'
sempre si oppose allo strazio e allo scempio.

Che sappia essere l'umanita'
di verita' e giustizia vivo tempio
nel fare il bene e' la felicita'.

10. CATASTEMATICA
[In memoria di un vecchio amico morto ieri]

Quando i leoni fanno la barba
la tramontana ti fischia nelle ossa
la notte si colma di aghi e di stelle
i fili d'erba si fanno coltelli

quando i telefoni tacciono infine
ed i semafori pulsano e basta
e ti ricordi il respiro del mare
e come saltano i sassi sulle onde

quando dei sogni la cupa foresta
quando dal pozzo i gravi pensieri
quando le ombre gli specchi la polvere
formano immagini che subito dileguano

e delle parole svaporata e' la bottiglia
ed ogni perla e' divenuta fiamma
e' divenuta polvere e niente
nuvole nere nuvole rosse

e i volti sono tornati parole
e le parole musica e gesto
e il gesto silenzio e silenzio la musica
e silenzio infine anche il rumore del silenzio

e tutto si fa finalmente silenzio
cessa la giga son vuoti i boccali
finisce la tortura delle mosche
ne' cigolio di carri ne' canto di gallo

allora il soffio del mondo si placa
svaniscono i muri infinito riappare
sotto una luna cerchio perfetto
questo deserto senza piu' vita

11. L'UOMO DEL MURO

L'uomo del muro conosce la legge
ed e' la legge degli strani frutti.

L'uomo del muro sa fare i soldi
ed ogni baiocco uno schiavo ci schiatta.

L'uomo del muro sa stare al suo posto
e per chi non vuol starci tortura e plotone.

L'uomo del muro si gusta la vita
deliba il midollo dei morti ammazzati.

L'uomo del muro e' vanesio e nello specchio
dove si specchia vede il tuo volto e il mio.

12. L'ORIZZONTE

Se l'orizzonte della nostra responsabilita' non include l'umanita' intera
se l'orizzonte della nostra responsabilita' non include l'intero mondo vivente
se non ci riconosciamo esseri umani tra esseri umani
se non ci riconosciamo esseri viventi tra esseri viventi
se non sentiamo di essere parte del tutto
e parte cosciente del tutto
e se non sentiamo che intelligenza e morale sono la stessa cosa
e che pensare il bene e fare l'azione buona sono la stessa cosa
e che questo dolore che sentiamo per gli altri ci rivela
questo legame questo dovere questa unica possibilita'
di rompere le mura del carcere della solitudine
se rinunciamo a parlare alla sabbia e alle stelle
agli alberi ai cervi al vento e alla pioggia
se rinunciamo a soccorrere accogliere assistere
ogni persona bisognosa di aiuto
se dimentichiamo che il primo dovere e' salvare le vite
tutto si spegne tutto si estingue
nelle mascelle del nulla nelle macine del vuoto
svanisce quest'io questo tu.

Nell'arco teso tra il miracolo della vita e della morte l'ora
nel limite del corpo tuo fragile che dolora e che invecchia
prendendoti cura del mondo
senza illusioni senza menzogne
tu tratta ogni altra persona come vorresti essere trattato tu
tu rispetta ogni vita
tu opponiti a tutte le uccisioni
tu scegli la nonviolenza.

13. SE NON TU, SE NON ADESSO

Questo orrore chi lo fermera'
questo oceano di lacrime e di sangue questo
abisso di paura e distruzioni
questo infinito disperato grido
che chiede pieta' chi gli dara' ascolto

Chi si opporra' a questa strage decisa
con una telefonata tenendo d'occhio
gli indici su uno schermo sorseggiando
un drink sorridendo vestendo buoni panni
mentre la segretaria prenota un palco all'opera

Chi si opporra' a questa filiera di male
che dal primo ministro giunge fino all'ultimo
magnaccia all'ultimo caporale all'ultimo
kapo che organizza il servizio le sevizie
il palinsesto televisivo le basse opere

Chi vorra' battersi e quando
per abolire la guerra e le uccisioni
per abolire il razzismo e le persecuzioni
per abolire il maschilismo e le oppressioni
per salvare le vite tutte

A chi chiede questa voce questo gesto
e cos'e' questa cosa che chiamiamo
nonviolenza umanita' bene comune
cosa sento se mi ascolto nel mio cuore
cosa credo sia dovere mio di tutti

14. CI CUCIMMO LE PALPEBRE COL FIL DI FERRO

"Morta fra l'onde e' la ragion et l'arte"
(Petrarca, Canzoniere, CLXXXIX, 13)

Ci cucimmo le palpebre col fil di ferro
ci stordimmo di vino e di danze tribali
mettemmo lo stereo a tutto volume
afferrammo i telecomandi e i rasoi

finanziammo i loro aguzzini
nel deserto li gettammo a camionate
li affondammo nel mare senza voce
i superstiti traemmo schiavi

perche' potesse seguitare la rapina
e l'incendio che giunge ormai alle stelle
ogni senso volto in vuoto meccanismo

ogni vestigio di civilta' diruto
ogni volto mutato in vetro in sasso
non il loro ma il nostro naufragio

15. STORIA DI GELSOMINA

La ferma luna il silenzioso mare
colmo il gommone di occhi di respiri
e di ricordi che dimenticare
e' necessario se a scampare miri

poi giungi qui e trovi il lupanare
sul ciglio della strada altri martiri
la schiavitu' nei campi le erbe amare
di Babilonia ancora gli empi giri

la bestia che ti stringe nelle chele
la gerarchia fascista ed assassina
le vesti di catene e ragnatele

nel pianto il tremolar della marina
la zuppa di scorpioni il vin di fiele
la coltellata che via ti trascina.

16. COSA E' DIVENTATO QUESTO PAESE

Cosa e' diventato questo paese
in cui il governo decreta
i campi di concentramento
le deportazioni
i lavori forzati
l'apartheid
e l'intera popolazione tace.

Cosa e' diventato questo paese
che a cinque milioni di persone nega
il primo diritto della democrazia
il diritto di voto.

Cosa e' diventato questo paese
il cui governo non fa mistero
di voler finanziare lager e torturatori
in Libia.

Cosa e' diventato questo paese.

17. CIECHI DINANZI ALLA GUERRA E ALLA FAME

Ciechi dinanzi alla guerra e alla fame
ciechi dinanzi al dolore e alla morte
nel loro acquario discutono di futili
ordini di precedenza dell'accaparramento
dei piu' meschini privilegi e vacui

mentre la casa comune brucia
e precipita nell'abisso l'umanita'

e decidono piu' armi piu' soldati piu' guerra
piu' persecuzioni piu' campi
di concentramento piu' deportazioni piu'
lavori forzati piu' schiavitu'

e decidono piu' fame per chi ha gia' fame
piu' tortura per chi gia' tortura subisce
piu' morte per chi sta gia' morendo

nulla vedono nulla ascoltano
fatui cooperano al massacro in corso
nuovi orrori preparano ed estremi.

Tu opponi la tua resistenza
tu nega il tuo consenso al male
tu salva le vite tu organizza
la lotta delle oppresse e degli oppressi
solo la nonviolenza puo' salvare
l'umanita'.

18. PROVO A DIR CHIARO CIO' CHE VEDO CHIARO

Provo a dir chiaro cio' che vedo chiaro.
I campi di concentramento e le deportazioni
i lavori forzati, il finanziamento
dei lager in Libia, la continuazione
dell'apartheid e della schiavitu'.
Vedo chiaro che questa e' la politica
del governo in carica.

Provo a dir chiaro cio' che vedo chiaro.
Un'infame propaganda neonazista
che latra di "ripulire" le citta'
quartiere per quartiere, strada per strada
da ogni essere umano che non sia
ariano, anzi longobardo.
E vedo che tutti i mass-media si fanno megafono
compiacente e compiaciuto dei nazisti in carriera.

Provo a dir chiaro cio' che vedo chiaro.
Immense masse di esseri umani
flagellati dalla fame e dalla guerra
dalle dittature e dai disastri ambientali
prodotti da un sistema di dominio e da un modo
di produzione un regime di sfruttamento scellerati.
Immense masse di esseri umani
costretti a lasciare le loro case, i loro paesi
per tentar di salvare la vita
propria e dei propri figli.
Immense masse di esseri umani vedo
uguali a me, uguali a te.

Provo a dir chiaro cio' che vedo chiaro.
Per contrastare il trionfo del nazismo in Europa
per fermare il dilagare della guerra che tutto divora
questi politici provvedimenti vedo
essere necessari, necessari e urgenti:
primo, soccorrere, accogliere, assistere
ogni persona bisognosa di aiuto;
secondo, diritto di voto per tutte e tutti;
terzo, abolire la guerra, gli eserciti, le armi;
quarto, contrastare con la forza
della legalita', della democrazia, della cultura
il militarismo, il razzismo, il maschilismo
la schiavitu'.

Provo a dir chiaro cio' che vedo chiaro.
Vi e' una sola umanita'
in un unico mondo vivente casa comune
dell'umanita' intera.
Vi e' una sola umanita'
di persone tutte diverse e tutte
eguali in diritti.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi
unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare
l'umanita' dalla catastrofe in corso.

19. APRIRE GLI OCCHI

Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni.
Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni.
Opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.
*
Difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Difendere il mondo vivente.
Scegliere la nonviolenza.
*
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Una sola umanita'.
*
Aprire gli occhi.
Ascoltare le voci.
Riconoscere i volti.

20. NELLA SALA D'ATTESA

La notte nella sala
d'attesa del pronto soccorso
le tasche colme di sabbia

La notte che piange e che soffia
non vuole morire
ed urla di rabbia

Diventi di sale e di pietra
diventi di legno e di fumo
non muovi piu' un passo

Le vite gia' grame si fanno di sasso
nell'avido specchio che assorbe le brame
si attende solo che l'attesa possa
continuare

Senza sperare senza disperare
resistendo al sonno desiderando sognare
mentre diventi vetro e ragnatela
mentre diventi ruggine e fiele

E ambulanze e barelle e bestemmie e parenti
dai grandi occhi vuoti le guance cadenti
gli artigli affilati sui telefonini
il ghiaccio del neon che stritola il cuore

Da questa specola osservando
il vasto mondo meschino
dove esseri umani torturano e ammazzano esseri umani
come se il dolore e la morte
avessero bisogno d'aiuto
come se il male non bastasse e non fosse
tutto gia' cosi' freddo cosi' buio
muraglia di niente rogo senza luce
parola senza senso e senza suono
che solo raschia ferisce e mutila
cielo senza cielo infinita paura

Solo la nonviolenza puo' salvare
l'umanita' dal nulla che la strozza

Nessuna illusione nessuna resa nessuna vilta'
nessuna menzogna soltanto stringi il braccio
alla persona amica che vacilla
reca nel cavo della mano un sorso
d'acqua alla bocca che la febbre brucia
e fa' si' che una volta ancora scocchi
negli occhi atterriti una scintilla

Tu opponiti al male e alla morte
resisti tu alla violenza
preserva tu quel che vale
non lasciare che tutto sprofondi nell'assenza
sappi restare fragile e forte
ed il necessario legame
non cessare di continuare a tessere

Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

21. DIRITTO DI VOTO

Senza diritto di voto si seccano le lingue
senza diritto di voto solo le fruste parlano

senza diritto di voto e' gia' il passo dell'oca
senza diritto di voto mille televisioni non fanno una democrazia
senza diritto di voto e' gia' il rogo dei libri

senza diritto di voto nessun diritto resta
senza diritto di voto l'umanita' si estingue

senza diritto di voto ogni assemblea e' una farsa
senza diritto di voto le pietre spaccano le persone
senza diritto di voto la casa di filo spinato

senza diritto di voto ogni discorso e' falso
senza diritto di voto una pioggia di sangue e di zolfo

senza diritto di voto la luna e' caduta nel pozzo
senza diritto di voto nei bicchieri coltelli e scorpioni
senza diritto di voto queste stesse parole sono un crimine.

22. PARLA BERTOLDO AL CONGRESSO PARIGINO

Di cosa stavamo parlando?
Ah si' di campi sportivi
di incidenti stradali di giovani e territorio
e mai delle stragi del capitale

Di cosa stavamo parlando?
Ah si' di sfilate di moda e di prominenti
di tatuaggi di blog di tv di automobili
e mai delle stragi del capitale

Di cosa stavamo parlando?
Ah si' di letteratura
e musica e cinema ed altre belle arti
e mai delle stragi del capitale

Mai delle stragi del capitale
mai dei campi di concentramento e delle deportazioni
mai della guerra che il governo vota
mai del fascismo che c'impesta e azzanna
mai della lotta necessaria e urgente
delle oppresse e degli oppressi
della coscienza di classe
dell'internazionale presente umanita'
della nonviolenza in cammino
della nonviolenza che sola
puo' salvare l'umanita'dalla catastrofe

La prima regola per fermare le guerre e le stragi
e' denunciare le guerre e le stragi
e rompere ogni complicita'
con chi guerre e stragi decide esegue consente
la prima regola per contrastare il razzismo e le persecuzioni
e' denunciare il razzismo e le persecuzioni
e rompere ogni complicita'
con chi razzismo e persecuzioni decide esegue consente
la prima regola per opporsi al maschilismo ed alla schiavitu'
e' denunciare il maschilismo e la schiavitu'
e rompere ogni complicita'
con chi maschilismo e schiavitu' decide esegue consente

Resistere al regime della corruzione
resistere al sistema della schiavitu'
resistere al culto della violenza
resistere al totalitarismo
resistere al potere astratto che di esseri viventi si nutre
resistere al potere astratto che tutto riduce in cenere
salvare le vite tutte le vite

Parliamo compagne e compagni dei rapporti di proprieta'
parliamo compagne e compagni dei rapporti di produzione
parliamo compagne e compagni dei rapporti di potere
decidiamo se amare o divorare il mondo
decidiamo se amare o distruggere la vita
delle concrete persone esistenti

Leggere i classici
pensare pensieri
recare aiuto a chi soffre
preferire subire il male anziche' commetterlo
resistere alla violenza
combattere ogni potere assassino
restare umani

Alla massimizzazione del profitto
opporre il diritto alla vita e alla dignita'
alle menzogne e al chiasso delle classi dominanti
opporre l'ascolto e l'accudimento del misero
opporre il silenzio frugifero di opere buone
opporre la parola vera del corpo che trema
al sonno della ragione che genera film e telefoni
opporre l'esempio l'educazione la lotta
perche' le vittime cessino di essere vittime
perche' l'umanita' si riconosca una
al male opporre il bene
alla violenza la nonviolenza opporre

Una sola umanita'
una persona un voto
oppresse e oppressi di tutti i paesi
unitevi.

23. A COSA SERVE IL DIRITTO DI VOTO

Col diritto di voto si fermano le guerre
contando le teste invece di spaccarle

Col diritto di voto si abolisce
la schiavitu' e la mafia e il fascismo

Col diritto di voto si riconosce
l'umanita' di ogni essere umano

Col diritto di voto si esce
dalla preistoria corona di spine

Col diritto di voto la civilta' comincia
spezzando le catene abbattendo le muraglie
intonando un canto comune di liberta' e giustizia

Col diritto di voto
che fa crescere gli alberi
che resuscita il sole
reca l'acqua e il pane alle mense

Col diritto di voto
che appresta strumenti che adempiono i sogni
sognati con le unghie e coi denti nei secoli
da tutte le vittime della violenza

Col diritto di voto che abbatte
ogni dittatura ogni colonia ogni gabbia
le palestre dei sicari i culti del sangue
i campi della sferza l'impero dei vampiri

Col diritto di voto
che ad ogni essere umano reca
la luce la gioia la speranza
il dovere di essere umano

Una sola umanita'
una persona, un voto.

24. IERI E OGGI

Ieri la festa ed oggi
la strage che ricomincia

Ieri le danze la luna il sorriso
ed oggi ancora il morso lo sperone il pugnale

Ieri l'umanita' come dovrebbe essere
ed oggi la barbarie fascista com'e'

Che cessi quest'oggi di chiodi e di sacchi e di fumo
possa essere pace e gelsomini e canto il domani
torni ad essere un mondo in cui vivere

Che cessi questa infinita brama di nulla
e si possa infine respirare guardarsi negli occhi
senza paura

Sappi riconoscerla e combatterla
la violenza maschilista che divora il mondo
sulle lame e negli specchi e nei fili lucenti
ovunque si annidi fuori e dentro di te

Sappi riconoscerla e combatterla
per le vie nei sottoscala nelle sale scintillanti
sui contrafforti nei tubi e nei muri
ovunque si annidi fuori e dentro di te

Sappi riconoscerla e combatterla
nelle scatole nei luna park nelle forre
e nei libri e nei telefoni e nei silenzi
ovunque si annidi fuori e dentro di te

Poni mano anche tu a spezzarla questa catena
a far cessare questa sfilata nazista
questa rabbia che incessantemente divora e vomita

Poni mano anche tu a contrastare questo incubo
a liberare il mondo da tutte le stanze della tortura
a restituire l'umanita' all'umanita'

Ferite feritoie
tubi di gomma cubi di cartone
maschere nodi
questi barili di lingue mozzate
questa tempesta di spade di marmo
questa rissa che fa scoppiare i cuori
quest'orrore che latra e che squarta
aboliscili tu

Tutto si spezza tutto si estingue
e per prime le persone
tutto finisce nel dolore e nel nulla
e per prime le persone
per questo dunque per quanto e' in tuo potere
tu salva le vite tu resisti alla violenza

Sognare la verita'
nutrirsi di riso e di sole
il cielo tutto stelle
la terra tutta spighe
il mare tutto respiro
negare il consenso al fascismo
fermi restare nel vero e nel giusto
andare lontano insieme

Abolire il maschilismo
e quindi abolire il razzismo e tutte le persecuzioni
e quindi abolire la guerra e tutte le uccisioni
e quindi abolire ogni schiavitu' ogni distruzione
come persone incontrare le altre persone
con lieve mano lavare lacrime
sentire abbracciare sostenere il mondo

Oppresse e oppressi di tutti i paesi unitevi
solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

25. VERRA' QUEL GIORNO

Verra' quel giorno che ce lo chiederanno
perche' eravamo complici di tanto orrore
non ci perdoneranno
non ci perdoneremo
non ricorderemo piu'
come fosse possibile
che accettassimo quel che vedevamo

Verra' quel giorno e verremo impiccati
all'albero secco nel campo dei miracoli
all'albero di ruggine nel campo del vasaio
dalle nostre stesse mani verremo appesi al ramo

Verra' quel giorno e sara' troppo tardi
verra' quel giorno e sara' solo notte

I morti annegati
i roghi nei ghetti
i campi di concentramento le deportazioni
la schiavitu' le torture gli stupri
il nostro silenzio.

26. RESTI, ROVINE

I. La scrittura e la morte

Ma la morte non scrive, ghermisce
e' analfabeta, e' muta la morte
ma li sa fare bene i suoi conti
e nulla le sfugge e nessuno.

II. Le altre parole

Le altre parole che il morto non ha detto
le altre parole, quelle che contavano.

III. Assenze

La pioggia senza gli alberi
la palpebra senza occhio
la voce senza volto
il roveto senza fiamma
il vento, il vento che porta la notte.

IV. Ritorni

Con le scarpe rotte, la faccia consumata
con le tasche profonde che tutto il braccio
non basta ad arrivare in fondo
con il pozzo colmo di luna e di stelle e di pianto
con il lago di ghiaccio che ti stritola il cuore.

V. La parola morte

Lottare senza odio
cantare in silenzio
cavare dalla bisaccia
il lungo coltello
le fette di pane
il ricordo del mare
l'odore dei sogni
la parola morte.

VI. Tre ricordi, tre perdite

Le foglie del tiglio
la pace del sonno
la stanza in cui si mangia e si cucina.

VII. Tutto si deteriora

Tutto si deteriora e piu' di tutto
ti deteriori tu.
L'uomo morto
il servo muto
l'ordine proprietario del mondo
la macchina che continua a produrre
quando ormai tutti sono gia' scomparsi
la memoria del nulla, Stratone.

VIII. Il primo segreto

Restare chiusi nel cerchio
stringere tra le braccia il mondo
menare le mani danzare la vita
tenere per te tutti i segreti
finche' ti divorano il cuore.

Il primo segreto e' la guerra.
Il primo segreto e' la morte.

IX. Tutte le paure

Tutte le paure
la stessa paura.

X. Quello che resta

Una sola umanita'
salvare le vite

Di questo globale regime dell'apartheid
tu non essere complice
di questa guerra infinita che sempre
e' contro l'umanita' intera
tu non essere complice
dell'ordine schiavista del mondo
non essere complice tu

Solo questo resta
la lotta delle oppresse e degli oppressi
per la liberazione dell'umanita'

Solo questo resta
la lotta delle oppresse e degli oppressi
per diminuire nel mondo il dolore
e l'infelicita'

Solo questo resta
la lotta delle oppresse e degli oppressi
senza illusioni senza menzogne
nonviolenza in cammino.

27. TU GUARDI L'ORRORE DEL MONDO E TI DICI

Tu guardi l'orrore del mondo e ti dici
lo so, lo so bene da cosa dipende
lo so, lo so bene da quali matrici
tant'odio e furore e vergogna discende.

Tu no, non ignori le prime radici
di tanto dolore che ovunque si estende
tu sai, tu lo sai quali sono i nemici
e gia' ti strappasti dagli occhi le bende.

E strappa le bende dagli occhi di tutte
le vittime di oggi e di ieri e domani
e quando saranno le lacrime asciutte

in alto levando la voce e le mani
esorta e combatti finche' sian distrutte
e armi e catene e aboliti i sovrani.

28. IL PROPAGANDISTA

Anche l'orrore ha il suo propagandista
lo ossequiano tutte le televisioni
niente ha successo come adorare il male

Si comincia coi cori razzisti da stadio
si continua con l'incitamento al pogrom
si giunge all'elogio delle fucilazioni
e ci si candida al governo del paese
promettendo persecuzioni e sadismo

Il sangue e' gia' sparso per le strade
innumerevoli innocenti subiscono schiavitu' e torture
il mare ed il fuoco e gli stenti gia' menano strage
e brindano tutte le mafie assassine
alla resurrezione della gioventu' hitleriana

Anche l'orrore ha il suo propagandista
lo ossequiano tutte le televisioni
niente ha successo come adorare il male

29. IL MINISTRO DELL'INFERNO SOSTIENE

Il ministro dell'inferno sostiene
che i razzisti che istigano a pogrom e uccisioni
hanno diritto di parola
di avere a disposizione le strutture pubbliche
di godere di ogni privilegio e tribuna
di restare impuniti per il male commesso e provocato
di esser ben serviti e riveriti
e di concorrere a governare il paese

Il ministro del'inferno sostiene anche
che le vittime dei razzisti
meritano invece i campi di concentramento
i lavori forzati le deportazioni
la persecuzione la schiavitu' l'apartheid
le violenze mafiose e naziste
e chi esorta alla strage degli innocenti
ha ben diritto di dire la sua
e di concorrere a governare il paese

30. S'ILLUDE CHI GUARDA LA TELEVISIONE

S'illude chi guarda la televisione
da quella finestra parlano soltanto
gli oppressori che sempre e solo dicono
che il loro potere durera' in eterno

Miliardi di oppresse e di oppressi
nutriti a scorpioni e frustate
mansueti seguono i pifferai
che al mattatoio li traggono
esibendo le lame scintillanti

Non sanno che le idee dominanti
sono le idee della classe dominante
non sanno che tutti gli dei
di sangue umano hanno una sete inestinguibile

Nessuno che appaia in televisione
puo' essere un nostro compagno
nessuno che possieda una carta di credito
puo' essere un nostro compagno
nessuno che abbia cenato a un ristorante
puo' essere un nostro compagno
nessuno che abbia una pistola
puo' essere un nostro compagno
nessuno che viaggi in aereo
puo' essere un nostro compagno

Chiamiamo la loro politica strage
la loro economia rapina e massacro
i sentimenti che esibiscono merce
che serve a gettarti nella tagliola
le loro parole artigli di ferro
i loro palazzi le nostre prigioni

Tutte le loro ricchezze
sono frutto della nostra schiavitu'
tutta la loro eleganza
e' paravento alle loro basse opere
tutte le loro chiacchiere incessanti
servono solo a coprire le grida
delle nostre sorelle e dei nostri fratelli
tratti inermi alla tortura e alla morte

Spegnere la televisione
ricordare tutti i nomi delle vittime
rifiutare il boccone avvelenato
non essere il sicario di nessuno
organizzare la lotta per la liberazione comune

Opporsi sempre e sempre e sempre
alla guerra e a tutte le uccisioni
al razzismo e a tutte le persecuzioni
al maschilismo e a tutte le oppressioni

Condividere il pane e i sogni
sentirsi persona tra persone
tutte uguali in dignita' e diritti

Salvare le vite
il primo dovere.

31. UN GOVERNO CHE FA I CAMPI DI CONCENTRAMENTO

Un governo che impone i campi di concentramento
cosa ha a che vedere con la repubblica antifascista?
Un governo che attua deportazioni
cosa ha a che vedere con la repubblica antifascista?
Un governo che avalla la schiavitu'
cosa ha a che vedere con la repubblica antifascista?
Un governo che prosegue l'apartheid
cosa ha a che vedere con la repubblica antifascista?

Un parlamento che tace dinanzi ai campi di concentramento
e' ancora un parlamento democratico?
Un parlamento che tace dinanzi alle deportazioni
e' ancora un parlamento democratico?
Un parlamento che tace dinanzi alla schiavitu'
e' ancora un parlamento democratico?
Un parlamento che tace dinanzi all'apartheid
e' ancora un parlamento democratico?

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Cessare di uccidere. Salvare le vite.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Una persona, un voto.
Una sola umanita'.

32. CONTRO TUTTE LE VIOLENZE

Sento in televisione, alla radio, e leggo sui giornali
che tanti signori ricchi e sazi in coro dicono
che occorre essere contro la violenza
ed e' ben detto

Ma occorre essere contro tutte le violenze
anche quella della schiavitu'
anche quella dei campi di concentramento
anche quella delle deportazioni
anche quella dell'apartheid
anche quella della guerra
anche quella del riarmo
anche quella del militarismo
anche quella del maschilismo
anche quella del modo di produzione
fondato sullo sfruttamento fino alla morte
anche quella dell'oligarchia
che opprime l'umanita' intera
e sta distruggendo il mondo vivente

Occorre essere contro tutte le violenze
e quindi i padroni i fascisti i lacche'
che dalle tv dalle radio dai giornali in coro
dicono di essere contro la violenza
e comandano alle oppresse e agli oppressi la resa
alla loro violenza incessante
alla loro ininterrotta dittatura
costoro mentono sapendo di mentire
ed hanno per unico fine
perseverare nel crimine e nella menzogna
continuare a schiavizzare e uccidere
continuare a divorare innocenti
continuare a trangugiare il mondo

Occorre essere contro tutte le violenze
per questo occorre abolire
tutte le dittature
tutte le guerre le armi gli eserciti
tutte le strutture dell'oppressione

Occorre scegliere la nonviolenza
resistere ad ogni iniquo potere
opporsi ad ogni ingiustizia
salvare le vite
soccorrere accogliere assistere
ogni persona bisognosa d'aiuto
mettere in comune i beni
rispettare il mondo vivente
con pazienza costruire
la liberazione comune

Finche' l'intera umanita' sia umana
finche' ogni persona sia riconosciuta
eguale in diritti ad ogni altra
e preziosa nella sua diversita'
ed il vicendevole aiuto
sia condiviso pensiero e azione di tutti

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'
oppresse e oppressi di tutti i paesi unitevi.

33. IN QUEL PAESE, QUASI UNA FILASTROCCA

In quel paese i governanti dicevano belle parole
i padroni dicevano belle parole
dicevano belle parole giullari e trovatori
e belle parole dicevano gli osti i giannizzeri gli incantatori
tutti dicevano belle parole

Frattanto la guerra e la schiavitu'
i campi di concentramento e le deportazioni
la condanna a morte della povera gente
l'avvelenamento di ogni sorgente
la mafia come metodo e come sistema

In quel paese di sferze e mandolini
le sfilate di moda al passo dell'oca
la morte irrogata dai droni e dai motorini
il cuoco che fa i maccheroni conditi alla coca
il diritto maritale di vita e di morte

La corte che condanna le vittime
il guaritore che stupra
i compagni di scuola al guinzaglio
l'aria spessa e rubra di sangue
il colpo di maglio che rompe le teste

Il mare che mette fine
a tutte le feste.

Opponiti tu a tanto orrore
non spargere altro dolore
preferisci restare insieme
a chi trema e piange e geme
organizza la lotta contro ogni violenza
contro tutte le devastazioni
contro la guerra e tutte le uccisioni
contro il razzismo e tutte le persecuzioni
contro il maschilismo e tutte le oppressioni
scegli la nonviolenza

Non esiste altro modo di fermare la peste
che fare il bene che salva la vite
cercare e dire la verita'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi unitevi
solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

34. SENZA IL DIRITTO DI VOTO

Senza il diritto di voto
la solidarieta' e' una menzogna
senza il diritto di voto
la liberta' e' una menzogna
senza il diritto di voto
la democrazia e' una menzogna

Vige oggi in questo paese un regime
di apartheid
vige oggi in questo paese un regime
schiavista
vige oggi in questo paese un regime
che nega a milioni di esseri umani
il primo diritto democratico
senza del quale vi e' solo dittatura

Una persona un voto
cosi' l'umanita' si fa umana
una persona un voto
cosi' il bene e' comune
una persona un voto
cosi' si sconfigge l'orrore.

35. LA DOMANDA

Ci poniamo questa domanda:
e se accadesse a noi?
se fossimo noi ad avere bisogno di aiuto?

Ci poniamo questa domanda.
Agiamo di conseguenza.

36. DESERTA LA STAZIONE ED E' GIA' NOTTE

Deserta la stazione ed e' gia' notte
naufraghe ombre guatano tremanti
di freddo e di paura e voci rotte
incomprensibili da altoparlanti

abissi e rupi evocano e grotte
che abitano solo strida e pianti
ove si annientano i patti e le lotte
e tutto e' vuoto cumulo di schianti

e tutto e' solo questo essere qui
ombra tra ombre all'ultima frontiera
che attendi un treno e nulla d'altro sai

che attendi un treno tra lo ieri e il mai
e gia' piu' non ricordi la tua sera
come inizio' come passo' e fini'.

37. PER LE RIME ALL'AMICO SUO RICCIARDO

Mio buon Ricciardo, e' sempre mezzanotte
e tutte sono stanche e doloranti
le anime qui giunte o qui tradotte
siano silenti siano in ploro o in canti

e certo molte in gravi inganni indotte
e molte in duri ceppi e grevi ammanti
e tutte a una catena galeotte
e nel deserto tutte sempre erranti

ma tutte degne di pieta' e cosi'
sappi tu dirla la parola vera
reca soccorso a chi leva alti lai

ferma la mano a tutti i macellai
opponiti ad ogni camicia nera
fa' che l'umanita' cominci qui.

38. COSI' ACCECATO ALLORA ERA IL GOVERNO

Cosi' accecato allora era il governo
che non sapendo contrastare il male
perseguitava con violenza e scherno
le vittime scampate all'alto sale

per esse disponeva un nuovo inferno
di schiavitu' di lager di bestiale
ferocia ed il ministro dell'interno
pontificava essere normale

recludere innocenti in una gabbia
riconsegnare vittime ai carnefici
i supplici ridurre a piaghe e scabbia

e orrori cesellar da folli orefici
e alimentare l'orgia della rabbia
e di tormenti immani essere artefici.

39. SONO ARMI GLI AEREI E LE AUTOMOBILI

Sono armi gli aerei e le automobili
lo abbiamo sempre saputo.
E sono armi i coltelli da cucina
le mani e gli occhi degli uomini
lo abbiamo sempre saputo.
E sono armi i cuori induriti
postisi al servizio di astratti assoluti
e di terreni furiosi poteri
che si nutrono del sangue delle vittime
ed anche questo sempre lo abbiamo saputo.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'
spezzando tutte le armi
schiudendo gli occhi ed i volti
illuminando le caverne del cuore
lottando contro tutte le violenze.
Solo la nonviolenza riconosce
il valore del pensiero e dell'azione
e salva le vite e il mondo.
Solo la nonviolenza invera il sogno
della civilta' lo rende storia
condivisione responsabilita'
bene comune
respiro.

Solo la nonviolenza
tu-tutti
umanita' in cammino.

40. STRAGE DOPO STRAGE

Strage dopo strage
l'umanita' si estingue
tutto travolgendo nel suo crollo.

Eppure avremmo la capacita'
di pensare e di fare ben altro
anziche' massacrarci.

Salvare le vite
condividere il bene
riconoscerci umani.

41. NOI CLASSI PERICOLOSE

Noi classi pericolose
vogliamo il diritto di voto
noi donne del gineceo
vogliamo il diritto di voto
noi stupidi analfabeti
vogliamo il diritto di voto
noi schiavi nei campi e nei cortili
vogliamo il diritto di voto

Noi che non abbiamo niente
vogliamo il diritto di voto
noi considerati macchine e bestie
vogliamo il diritto di voto
noi avanzi di galera pendagli da forca
vogliamo il diritto di voto
noi ultimi degli ultimi
vogliamo il diritto di voto

Noi che ci hanno mozzato naso e orecchie
vogliamo il diritto di voto
noi che ci hanno spezzato le braccia
vogliamo il diritto di voto
noi schiene da bastone e da frusta
vogliamo il diritto di voto
noi fannulloni noi ebeti noi letame
vogliamo il diritto di voto

Noi che viviamo tra i topi topi noi stessi
vogliamo il diritto di voto
noi che ci nutriamo di ghiande
vogliamo il diritto di voto
noi sfuggiti al plotone d'esecuzione
vogliamo il diritto di voto
noi che ci hanno spento i mozziconi in fronte
vogliamo il diritto di voto

Noi che siamo nulla e tutto
vogliamo il diritto di voto
noi cogli occhi serrati dalla cispa
vogliamo il diritto di voto
noi che mangiamo le nostre stesse feci
vogliamo il diritto di voto
noi pupazzi di stracci del vostro tirassegno
vogliamo il diritto di voto

Noi che non abbiamo pace neppure nei sogni
vogliamo il diritto di voto
noi che siamo solo occhi e sudore
vogliamo il diritto di voto
noi che mastichiamo le scarpe
vogliamo il diritto di voto
noi mai saliti sull'albero della cuccagna
vogliamo il diritto di voto

Noi senza bilancia e libri mastri
vogliamo il diritto di voto
noi senza biglietti del treno
vogliamo il diritto di voto
noi seduti per terra tremanti
vogliamo il diritto di voto
noi che neppure sappiamo se siamo vivi o morti
vogliamo il diritto di voto.

Vogliamo il diritto di voto
liberare l'umanita'.

42. TUTTE LE ARMI

Tutte le armi servono a uccidere
parlano al cuore dell'uomo le armi
basta toccarle ed esse ti contagiano
vogliono uccidere tutte le armi.

Meno armi, piu' vite salvate
meno armi, persone migliori
meno armi, civile convivenza
meno armi, piu' liberta' e giustizia.

43. CHI ABBRACCIA LA NONVIOLENZA

Dicono che chi abbraccia
la nonviolenza e' un pavido
che nulla sa del mondo
e solo vuol vivere comodo
la vita sua di coniglio
di privilegiato vigliacco

Dicono che gli oppressori
se ne strainfischiano
della resistenza nonviolenta
e solamente temono
chi si fa uguale a loro
divoratore di carne umana

Dicono essere la nonviolenza
roba da mangiatori di fichi
da commissari tecnici al bar
da gente che ha troppe scarpe
e tiene troppo al collo
e alla pensione

Chiedilo a Socrate di Atene chiedilo a Gesu' di Nazareth
chi abbraccia la nonviolenza fa una brutta fine

Chiedilo a Rosa Luxemburg chiedilo a Mohandas Gandhi
chi abbraccia la nonviolenza fa una brutta fine

Chiedilo a Martin Luther King chiedilo a Marianella Garcia
chi abbraccia la nonviolenza fa una brutta fine

Chiedilo a Etty Hillesum chiedilo a Chico Mendes
chi abbraccia la nonviolenza fa una brutta fine

Chiedilo a Oscar Romero chiedilo a Berta Caceres
chi abbraccia la nonviolenza fa una brutta fine

Chiedilo a Steve Biko chiedilo a Milena Jesenska'
chi abbraccia la nonviolenza fa una brutta fine

Chiedilo ad Anna Politkovskaja chiedilo a Olympe de Gouges
chi abbraccia la nonviolenza fa una brutta fine

Ma prima di quella brutta fine
vive una vita degna

Ma prima di quella brutta fine
ha condotto la lotta necessaria

Ma prima di quella brutta fine
ha fatto la sua parte per la liberazione comune.

44. IL NAUFRAGIO

Ogni giorno il mare ne ingoiava, il mostro Oceano
ogni giorno lari e penati assistevano immoti
al pater familias in carica o vicario
che sacrificava carni di femmine
il mondo intero un'ara spumante di sangue.

Ed ogni giorno la guerra mille forbici
sminuzzava nel piatto del signor Krupp
la pappa energetica le cedole azionarie
un nichelino ogni testa mozzata
ed ogni giorno bruciavamo per sempre
quel che restava delle foreste sacre
gia' pullulanti d'infinite vite.

Avvelenati tutti i pozzi
assassinate tutte le mogli e le fanciulle
disseminata di funghi l'aria
colmato il mare di cadaveri
eccoci qui, a chiederci cosa e' successo.

45. GLI ANTICHI NON AVREBBERO AMMESSO

Gli antichi non avrebbero ammesso
che si scrivesse di questo.

Leggo nei loro libri di battaglie
in cui ogni volta diecimila uomini
sono cavati dal corpo e disfatti.

Leggo nei loro libri le piu' belle parole
i piu' atroci misfatti
anch'io li chiamo classici.

Questo nostro orrore di oggi
questa storia serpente di sangue.

Rotto in due io combatto me stesso
rotto in due ne' salvo ne' arreso.

46. TUTTI SAREMO MESSI ALLA PROVA

Tutti saremo messi alla prova
e tutti lo sapremo solo dopo
che quella era la prova e quel dolore
era la verita' che con pugno di ferro
ti estrae goccia a goccia dal cuore il mondo.

Tutti saremo messi alla prova
e quella lotta tu devi sostenerla
senza illusioni senza retorica
nel silenzio e nel buio
visione del niente.

E tutti alla prova saremo messi
e tu non tradire l'amico
e tu non cedere al male
e tu sulle tue sole spalle
sentila tutta l'umanita'.

Queste parole non significano niente
queste parole sono solo parole
nessuno conosce il dolore degli altri
nessuno sa dire il suo stesso dolore.

E gira la ruota della tortura
gira la ruota della fortuna
tu non uccidere tu non mentire
salva le vite non premere i volti.

Resisti nascosto resisti in silenzio
resisti al fascismo di dentro e di fuori.

47. DELLA NONVIOLENZA DISPIEGATA AL SOLE AD ASCIUGARE

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitu'.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanita' come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralita' delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorita'.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

==============================
VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
==============================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 865 dell'11 aprile 2018

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

Per non riceverlo piu':
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

Gli unici indirizzi di posta elettronica utilizzabili per contattare la redazione sono: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com