[Nonviolenza] Archivi. 289



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Numero 289 del 15 marzo 2018

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di dicembre 2017 (parte terza)
2. Lucio Emilio Piegapini: Come va il mondo
3. Ogni giorno e' un giorno di lutto
4. Ricordando l'impegno di Carlo Cassola per il disarmo. Un incontro a Viterbo
5. Severino Vardacampi: Alcuni pensieri espressi lungo un mese di incontri per il disarmo atomico
6. Benito D'Ippolito: La prima politica e' il disarmo
7. Ginesio Gennari: Una vita
8. Alla scuola di Edward P. Thompson. Un incontro a Viterbo
9. "Lo tempo e' poco omai che n'e' concesso". Una lettera aperta ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati
10. Un appello al Presidente della Repubblica
11. Daniel Viglietti

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI DICEMBRE 2017 (PARTE TERZA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di dicembre 2017.

2. RACCONTI. LUCIO EMILIO PIEGAPINI: COME VA IL MONDO

Come va il mondo? Te lo spiego io come va il mondo. Senti questa.
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Ninetto ha finito le scuole e passa le giornate al bar. Pero' i soldi per giocare a flipper non ce li ha. E allora guarda. Sta li' tutto il giorno a guardare gli altri che giocano. Poi una sera rientra a casa che il padre e la madre stanno a guardare la televisione, lui ha preso l'accetta in garage. Dopo resta li' a guardare la televisione. Dopo parecchio arriva la pula che hanno telefonato certi che avevano sentito tutti quegli strilli.
*
Filippo detto Fifi' lavora in banca in una ridente cittadina del Salento che e' sempre un bel lavoro. Pero' i tempi sono cambiati, non e' piu' come una volta che se lavoravi in banca ti eri sistemato una volta per tutte. Pure la ridente cittadina dove vive, non e' piu' come una volta. Il direttore della filiale, che gli ha sempre voluto bene come a un figlio, lo fa chiamare nel suo ufficio. Gli dice che la crisi eccetera e siccome gli vuole bene come a un figlio invece di lasciare che lo caccino e' riuscito a ottenergli il trasferimento a Pordenone. Domani. Fifi' lo guarda attonito, poi supplichevole, poi piange. Sia uomo, dice il direttore, sia uomo. Allora Filippo afferra un tagliacarte e glielo pianta in gola. Poi resta li'. Squilla e squilla il telefono. Dopo un paio d'ore la signorina Nadia entra a vedere che succede, Fifi' la sente che urla e urla e urla. Fine.
*
Un uomo puo' sopportare quasi tutto, ma tutto no. A Ubaldo lo chiamavano Braccobaldo, cosi', per scherzare. Ma lui rosicava. Dalle scuole medie che lo chiamavano Braccobaldo. E a cinquantanov'anni suonati ancora Braccobaldo e Braccobaldo e Braccobaldo. E mo' basta. Una domenica mattina presto si veste di tutto punto per andare a caccia, e con l'attrezzo spianato entra nel bar. Due botte, ricarica, altre due botte, ricarica, altre due botte, e cosi' via fino a finire gli avventori. Poi si piazza sull'ingresso e tira a ogni cosa che si muove nella piazza, pure alle finestre, pure alle automobili che passano, finche' e' tutto vuoto. Poi aspetta, aspetta a lungo e non succede niente e non si vede nessuno. Ha ancora parecchi colpi. Devono avere deviato il traffico, non passa piu' nessuno. Avrebbe voglia di un caffe', ma chi glielo fa? Forse dovrebbe dire qualche cosa, ma non gli viene in mente niente di adatto. E poi non si vede nessuno, mica puo' mettersi a parlare da solo. Certe storie finiscono male. Certe storie non finiscono mai. Chi ci capisce e' bravo.
*
Manfrinello e' un tipo gentile, sempre modesto, sempre ossequioso, se gli chiedi un favore si fa in quattro, se si prende un caffe' o un aperitivo insieme corre alla cassa a pagare mentre gli altri ancora bevono, se ti serve che uno ti accompagna da qualche parte lui e' gia' pronto con la macchina, insomma, e' il tipo piu' generoso del paese, e' per questo che lo chiamano Manfrinello.
Certe persone ci godono a giocargli brutti tiri. Gli entrano nella bottega e mentre uno lo distrae gli fregano questo e quello, che neppure e' roba che gli serve a loro, appena usciti la buttano in un secchione del'immondizia, solo per ridere. C'e' chi gli telefona per dirgli che sulla panchina ai giardinetti c'e' una vecchietta che si sente male e lui ci va di corsa, e naturalmente la vecchietta non c'e', ma dietro il vetro del bar la combriccola si sganascia.
Poi un bel giorno i ragazzini - soprattutto le ragazzine - cominciarono a sparire dal paese.
*
Filiberto lo conosco dalle scuole elementari. Da giovane voleva fare la rivoluzione. Sempre a parlare di giustizia e liberta'. I comizi, i volantini, le campagne elettorali. Denunciava il sindaco che rubava, denunciava il padrone che licenziava, denunciava l'imperialismo assassino, il militarismo assassino, il razzismo assassino. Organizzava lo sciopero, il corteo, il digiuno. Scriveva i manifesti, le lettere ai giornali, le scritte sui muri. Faceva le collette per il comitato tale, per il movimento talaltro, per i compagni qui, per le compagne la', per la rivista ics, per il circolo culturale ipsilon, per i rifugiati, per i baraccati, per i carcerati. E faceva la fame. Eccome se faceva la fame. La fame nera.
Adesso fa il ministro, e' quello che ha presentato il disegno di legge per il ripristino della pena di morte, per riaprire i bordelli e rifare i manicomi.
*
Se a uno gli metti nome Eurialo, Turno, Brenno, Agilulfo, Vitellozzo, poi che ti aspetti? Che ti aspetti, eh?

3. OGNI GIORNO E' UN GIORNO DI LUTTO

Ogni giorno e' un giorno di lutto
i potenti della Terra giocano
muoiono le vittime del loro gioco.

Ogni vittima ha il volto di Abele
salvare le vite e' il primo dovere
oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

4. RICORDANDO L'IMPEGNO DI CARLO CASSOLA PER IL DISARMO. UN INCONTRO A VITERBO

Giovedi' 21 dicembre 2017, come prosecuzione dell'iniziativa territoriale suscitata dalla Carovana delle donne per il disarmo nucleare, si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione a partire dagli scritti e dall'azione di Carlo Cassola per il disarmo.
In particolare sono stati letti e commentati alcuni brani dai suoi libri all'impegno per il disarmo dedicati.
*
Le persone partecipanti all'incontro, oltre ad esprimere il loro sostegno all'appello affinche' l'Italia ratifichi al piu' presto il trattato Onu di proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017, hanno espresso altresi' ancora una volta il loro sostegno anche all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, ed all'appello affinche' il Senato deliberi in via definitiva la legge sullo "ius soli / ius culturae".
Hanno espresso altresi' il loro sostegno all'iniziativa per l'abrogazione dell'ergastolo; e la loro solidarieta' alla "Casa internazionale delle donne" di Roma.
*
A conclusione dell'incontro le persone partecipanti hanno condiviso la seguente lettera alle ed ai parlamentari italiani:
"Gentilissime e gentilissimi parlamentari,
si e' conclusa da pochi giorni a Roma la Carovana delle donne per il disarmo nucleare che per settimane ha attraversato tante citta' italiane per diffondere e sostenere l'appello affinche' l'Italia ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017, un trattato che costituisce un necessario reale progresso per il bene comune dell'umanita'.
Gia' numerosi parlamentari italiani hanno espresso la loro personale adesione a questo appello, ma riteniamo che l'adesione possa e debba essere unanime.
In queste settimane ripetutamente il pontefice cattolico ha dato voce alla preoccupazione dell'intera umanita' ed invitato a un impegno corale per l'eliminazione delle armi atomiche prima che esse distruggano innumerevoli vite e la stessa civilta' umana.
E l'attribuzione del Premio Nobel per la Pace all'Ican - la rete delle campagne, delle associazioni e dei movimenti impegnati per il disarmo nucleare - ha evidenziato come ovunque si avverta che questo impegno e' improcrastinabile.
E non vi e' persona assennata che non tremi dinanzi alla minacciosa escalation della crisi coreana.
All'invito di tante autorevoli istituzioni e personalita' vorremmo aggiungere anche il nostro: vogliate legiferare al piu presto un atto che ogni persona ragionevole ritiene necessario ed urgente: l'Italia ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari".
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Allegato: Una breve notizia sulla Carovana delle donne per il disarmo nucleare
Si e' svolta tra il 20 novembre e il 10 dicembre 2017 la Carovana delle donne per il disarmo nucleare che ha attraversato l'Italia per chiedere che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu.
Molte le iniziative realizzate in varie citta' d'Italia: la Carovana, promossa dalla "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf), la piu' antica e prestigiosa associazione pacifista internazionale, ha infatti saputo suscitare l'adesione e l'impegno del vasto e variegato arcipelago del "popolo della pace", associazioni, movimenti, istituzioni e persone impegnate in difesa dell'umanita' e della biosfera, per la pace e il disarmo, contro tutte le violenze, per la liberazione comune e per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente.
La carovana ha preso avvio il 20 novembre, "Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia", e si e' conclusa il 10 dicembre, "Giornata internazionale dei diritti umani"; al suo centro, cuore pulsante, il 25 novembre, "Giornata internazionale contro la violenza sulle donne", con la partecipazione alla manifestazione nazionale promossa dal movimento "Non una di meno" a Roma.
Invitiamo tutte le persone di volonta' buona, tutte le associazioni impegnate per la pace, i diritti umani, la difesa della natura e della civilta' umana, tutte le istituzioni democratiche, a sostenere le ulteriori iniziative della Wilpf.
Per contattare le donne della "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf-Italia): Antonia Sani: cell. 3497865685, e-mail: antonia.sani.baraldi at gmail.com e Giovanna Pagani: cell. 3201883333, e-mail: gioxblu24 at gmail.com
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Allegato secondo: Una breve notizia su Carlo Cassola
Commemorando nel 2014 sia lui che Gandhi (di cui l'anniversario della scomparsa ricorre il 30 gennaio) dicevamo: "Tutti sanno che Gandhi e' stato il principale promotore della nonviolenza nel XX secolo; forse non tutti ricordano che Cassola, oltre ad essere stato impegnato nella Resistenza contro il nazifascismo, particolarmente nell'ultima fase della sua vita si impegno' tenacemente per il disarmo. Ricordarli insieme significa evidenziare ancora una volta il fondamentale legame tra Resistenza e nonviolenza; tra lotta contro il totalitarismo e lotta per la pace; tra impegno per la pace e necessita' del disarmo; tra la lotta per la democrazia, la giustizia sociale, i diritti umani e la scelta della nonviolenza". E gia' dicevamo di lui commemorandolo nel 2013: "Carlo Cassola e' stato non solo il romanziere che cosi' acutamente ha indagato ed espresso i piu' profondi e delicati sentimenti umani e descritto con finissima sensibilita' esistenze dolorose e carsiche, ed illuminato con la sua arte e la sua moralita' esperienze interiori e collettive, condizioni sociali e vicende storiche, luoghi fisici e metafisici altrimenti destinati ad essere logorati ed infine annientati dall'offuscamento che tutto travolge; ma e' stato anche un nitido antifascista che nell'ora della prova seppe fare la scelta della Resistenza, un intellettuale impegnato altresi' nella ricerca sociale e nella lotta degli oppressi, e uno straordinario fautore del disarmo, ovvero della lotta piu' decisiva, piu' necessaria, piu' urgente: e proprio alla lotta per il disarmo dedico' tanta parte delle sue energie negli ultimi anni di vita, facendo di questo impegno il suo piu' memorabile lascito all'umanita'". Ed ancor prima, commemorandolo nel 2012: "Il 29 gennaio 1987 moriva Carlo Cassola. Era nato nel 1917. Aveva partecipato alla Resistenza. Scrisse romanzi e racconti che hanno dato a tante persone un sorso di appassionata felicita', di amore per la vita, anche quando narrava, lievemente e sobriamente, con un pudore che ancora mi commuove, storie meste, opache, sovente di vite scialbe e spente, di sconfitte e disillusioni. Dedico' gli ultimi anni della sua vita alla lotta che gli parve allora (e che ci sembra ancora oggi, ancor piu' oggi) necessaria, fondamentale, imprescindibile: la lotta contro la guerra, contro gli eserciti, contro le armi. La lotta per il disarmo. La lotta perche' l'umanita' non sia annientata dalle armi di distruzione di massa e dalla criminale follia di coloro che nulla hanno appreso dall'orrore di Auschwitz, dall'orrore di Hiroshima. Crediamo che anche di questo suo strenuo, magnanimo, profetico impegno civile tutti dovremmo essergli grati. Serbarne memoria ed assumerlo come un'eredita' impegnativa ed ineludibile. L'impegno contro la guerra, l'impegno contro le uccisioni, l'impegno per il disarmo e' il primo dovere di ogni persona decente. La guerra e' nemica dell'umanita'. Solo la pace salva le vite". Riproponiamo ancora infine la seguente scheda di diversi anni fa: "Carlo Cassola e' nato a Roma nel 1917 dove visse fino al '40. Dal '50 visse a Grosseto. E' scomparso nel 1987. Laureato in legge, prese parte alla Resistenza, fu poi giornalista, insegnante di liceo e scrittore. Narratore fecondo, tra i piu' visibili e letti della letteratura italiana del Novecento. Dalla meta' degli anni Settanta si impegna in una intensa campagna per il disarmo unilaterale. Dall'utilissimo sito di "Nonluoghi" riprendiamo il seguente ricordo di Cassola risalente ad alcuni anni fa: "Quindici anni fa moriva Carlo Cassola (Roma, 17 marzo 1917 - Lucca, 29 gennaio 1987). Scrittore di primo piano, ricordato tra l'altro per il romanzo La ragazza di Bube, premio Strega 1960 (e film girato da Comencini), Cassola fu anche un intellettuale di forte impegno sociale, antimilitarista ed ecologista. Gia' partigiano contro nazisti e fascisti, dedico' in particolare l'ultima stagione della sua vita alle iniziative contro il militarismo e per la pace. Numerosi i suoi scritti contro gli eserciti e gli armamenti, di grande rilevanza per il mondo del pacifismo italiano il suo contributo sfociato nella nascita, nel 1977, della Lega per il disarmo dell'Italia che due anni piu' tardi sarebbe diventata - con la prima manifestazione contro gli euromissili e l'unione con la Lega socialista per il disarmo unilaterale dell'Italia - la Lega per il disarmo unilaterale. Quest'ultima sara' uno dei principali movimenti promotori della campagna di obiezione fiscale alle spese militari... Carlo Cassola riteneva che il rischio totale per l'umanita' fosse direttamente connesso alla sua organizzazione militarista e per questo metteva in cima alla scala delle priorita' la battaglia per la demilitarizzazione sociale. "Noi disarmisti - scriveva -  siamo accusati di essere sognatori fuori della realta'. Invece siamo i soli realisti. Gli altri, i sedicenti realisti, sono solo struzzi che hanno nascosto la testa sotto la sabbia per non vedere le conseguenze scellerate della loro politica: l'imminente fine del mondo e l'attuale miseria del mondo". La sua non era una utopica proposta diretta di societa' nuova, era piuttosto il grido disperato dell'uomo che vede la comunita' sull'orlo del baratro. Era un grido per invertire la rotta, evitare il disastro e da li' creare le condizioni per ragionare sull'utopia ecopacifista. Insomma, uno strappo, il disarmo unilaterale, per creare le condizioni del cammino. Scrive Cassola nel suo saggio La rivoluzione disarmista (Rizzoli): "L'utopia puo' diventare realta' solo mediante la rivoluzione. Un'evoluzione graduale e pacifica e' impensabile: come puo' il male evolvere verso il bene?". E ancora: "Sono queste vecchie, stupide e malvagie istituzioni che ci portano alla rovina. Dobbiamo distruggerle prima che sia troppo tardi. Non bisogna distruggerle gradualmente (non ne avremmo il tempo) ma tutte d'un colpo. Occorre un taglio netto col passato. Questo taglio netto e' appunto cio' che chiamiamo rivoluzione". In altre parole, la prima utopia e' la pace e da qui si potra' costruire il resto del percorso utopico. Vengono in mente - per contrasto - i discorsi moralisti che su vari temi (poverta', razzismo, pace, memoria) politici e pseudointellettuali ci propinano sorvolando sulla questione di fondo: mettere in discussione le istituzioni che nel loro grembo serbano l'embrione del mostro. Non basta, per esempio, denunciare l'Olocausto e ripetere "mai piu'"; bisogna piuttosto sforzarsi di vivisezionare il magma istituzionale (i meccanismi di delega politica; di manipolazione sociale; di deresponsabilizzazione a catena, individuale e di gruppo; di annullamento burocratico dei sentimenti umani eccetera) che ha reso possibile questo orrore e che puo' ancora partorire altre vergogne, altra sofferenza, altra oscurita'". Opere di Carlo Cassola: per quanto piu' specificamente qui ci interessa si vedano i racconti di ambientazione resistenziale, ma soprattutto gli opuscoli dedicati all'impegno per il disarmo unilaterale: Ultima frontiera, Rizzoli, Milano 1976; Il gigante cieco, Rizzoli, Milano 1976; La lezione della storia, Rizzoli, Milano 1978 (poi ristampati con in copertina solo il titolo del primo saggio, con una introduzione di Ernesto Balducci, a un anno dalla morte di Cassola, sempre presso Rizzoli, Milano 1988); La rivoluzione disarmista, Rizzoli, Milano 1983. Cfr. anche il libro-intervista a cura di Domenico Tarizzo, Carlo Cassola: letteratura e disarmo, Mondadori, Milano 1978. Opere su Carlo Cassola: un utile libro specifico: Carlo Alberto Madrignani, L'ultimo Cassola. Letteratura e pacifismo, Editori Riuniti, Roma 1991; tra le monografie generali: Giuliano Manacorda, Invito alla lettura di Cassola, Mursia, Milano 1973, 1991; Rodolfo Macchino Jodi, Cassola, La Nuova Italia, Firenze 1977; sull'opera letteraria di Cassola fondamentali anche Gian Carlo Ferretti, Letteratura e ideologia, Editori Riuniti, Roma 1964, 1976; Alberto Asor Rosa, Scrittori e popolo, Samona' e Savelli, Roma 1965, Einaudi, Torino 1988".

5. SEVERINO VARDACAMPI: ALCUNI PENSIERI ESPRESSI LUNGO UN MESE DI INCONTRI PER IL DISARMO ATOMICO

1. La penso come Anders, non si torna a prima dell'eta' atomica. Quindi dobbiamo fare ogni sforzo per il disarmo nucleare, ma senza illuderci.
2. Ugualmente, e piu' in generale, dobbiamo fare ogni sforzo per il disarmo globale, ma senza illuderci.
3. E dobbiamo fare ogni sforzo affinche' l'umanita' abbandoni la violenza e scelga la nonviolenza, sempre senza illuderci.
4. Dicendo "senza illuderci" intendo dire che questo sforzo non avra' fine se non con la fine dell'umanita'. Ma questo sforzo e' la civilta' umana stessa, e' l'umanita' stessa come dovrebbe essere.
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5. In ogni essere umano c'e' anche un fascista, ma c'e' anche un essere umano.
6. E la lotta al fascismo quindi comincia anche dentro di te. Chi pensa di farla solo al di fuori ha gia' ceduto al fascismo. Chi pensa di farla solo dentro di se', ha gia' ceduto al fascismo anche lui.
7. Chiamiamo nonviolenza la lotta al fascismo dentro e fuori di noi, chiamiamo nonviolenza salvare le vite, vivere una vita degna, uscire dalla caverna.
8. Riconoscere l'altrui esistenza e' riconoscere l'altrui diritto all'esistenza. Che e' l'unico fondamento sociale, morale, politico del nostro stesso diritto.
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9. Usare le parole per non mentire. Usare le parole come azioni buone.
10. Non cessare di dubitare.
11. Chinati sull'altrui sofferenza, prenditi cura del mondo.
12. Sappi ascoltare. Ascoltare e' tutto.

6. BENITO D'IPPOLITO: LA PRIMA POLITICA E' IL DISARMO

La prima politica e' il disarmo
sostituire all'arte dell'uccidere
quella severa di salvare le vite

Senza disarmo il mondo tutto muore
senza disarmo le nuvole si ghiacciano
le lacrime diventano veleno
si crepano i marmi ne escono draghi

Senza disarmo ogni parola mente
senza disarmo ogni albero si secca
l'aria non porta piu' i suoni
la polvere colma i polmoni

Senza disarmo piovono scorpioni
senza disarmo in ogni piatto e' vomito
dal rubinetto esce sale e vetro
le scarpe stritolano le ossa dei piedi

Solo il disarmo frena le valanghe
solo il disarmo risana le ferite
solo il disarmo salva le vite

Salvare le vite e' il primo dovere
salvare le vite
il primo dovere

7. GINESIO GENNARI: UNA VITA

Tutto il tempo della mia vita lo gettai
nel pozzo del male

non seppi sentire nell'alba
altro che il freddo e il sonno

la luce solo mi feri' gli occhi
come lame affilate gli amori
che estinsi come spegni una candela con le dita

ora che sono faccia a faccia con la morte
e mi guarda beffarda e sta zitta
l'odio ancora mi divora

8. ALLA SCUOLA DI EDWARD P. THOMPSON. UN INCONTRO A VITERBO

Venerdi' 22 dicembre 2017, come prosecuzione dell'iniziativa territoriale suscitata dalla Carovana delle donne per il disarmo nucleare, si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione in memoria di Edward P. Thompson, l'illustre storico che in anni cruciali fu uno dei maggiori animatori del movimento per la pace e per il disarmo nucleare.
Il responsabile della struttura nonviolenza viterbese ha ancora una volta rievocato la figura del grande intellettuale marxista antitotalitario, del grande studioso della concreta esistenza e coscienza delle classi sfruttate ed oppresse, del militante pacifista che ispiro' le posizioni piu' acute e piu' aggettanti del movimento che negli anni '80 si oppose al dispiegamento di nuovi missili nucleari in Europa dando luogo a decisive riflessioni e lotte nonviolente che ebbero sviluppi rilevantissimi.
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni brani dai suoi libri "Protestare per sopravvivere" e "Opzione zero", in cui il grande storico e militante del movimento socialista e del movimento pacifista svolge ragionamenti ancor oggi di estrema attualita' e decisiva utilita'.
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Le persone partecipanti all'incontro, oltre ad esprimere il loro sostegno all'appello affinche' l'Italia ratifichi al piu' presto il trattato Onu di proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017, hanno espresso altresi' ancora una volta il loro sostegno anche all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, ed all'appello affinche' il Senato deliberi in via definitiva la legge sullo "ius soli / ius culturae".
Hanno espresso altresi' il loro sostegno all'iniziativa per l'abrogazione dell'ergastolo; e la loro solidarieta' alla "Casa internazionale delle donne" di Roma.
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A conclusione dell'incontro le persone partecipanti hanno condiviso la seguente lettera alle ed ai parlamentari italiani:
"Gentilissime e gentilissimi parlamentari,
si e' conclusa da pochi giorni a Roma la Carovana delle donne per il disarmo nucleare che per settimane ha attraversato tante citta' italiane per diffondere e sostenere l'appello affinche' l'Italia ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017, un trattato che costituisce un necessario reale progresso per il bene comune dell'umanita'.
Gia' numerosi parlamentari italiani hanno espresso la loro personale adesione a questo appello, ma riteniamo che l'adesione possa e debba essere unanime.
In queste settimane ripetutamente il pontefice cattolico ha dato voce alla preoccupazione dell'intera umanita' ed invitato a un impegno corale per l'eliminazione delle armi atomiche prima che esse distruggano innumerevoli vite e la stessa civilta' umana.
E l'attribuzione del Premio Nobel per la Pace all'Ican - la rete delle campagne, delle associazioni e dei movimenti impegnati per il disarmo nucleare - ha evidenziato come ovunque si avverta che questo impegno e' improcrastinabile.
E non vi e' persona assennata che non tremi dinanzi alla minacciosa escalation della crisi coreana.
All'invito di tante autorevoli istituzioni e personalita' vorremmo aggiungere anche il nostro: vogliate legiferare al piu presto un atto che ogni persona ragionevole ritiene necessario ed urgente: l'Italia ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari".
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Allegato primo: Una breve notizia sulla Carovana delle donne per il disarmo nucleare
Si e' svolta tra il 20 novembre e il 10 dicembre 2017 la Carovana delle donne per il disarmo nucleare che ha attraversato l'Italia per chiedere che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu.
Molte le iniziative realizzate in varie citta' d'Italia: la Carovana, promossa dalla "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf), la piu' antica e prestigiosa associazione pacifista internazionale, ha infatti saputo suscitare l'adesione e l'impegno del vasto e variegato arcipelago del "popolo della pace", associazioni, movimenti, istituzioni e persone impegnate in difesa dell'umanita' e della biosfera, per la pace e il disarmo, contro tutte le violenze, per la liberazione comune e per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente.
La carovana ha preso avvio il 20 novembre, "Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia", e si e' conclusa il 10 dicembre, "Giornata internazionale dei diritti umani"; al suo centro, cuore pulsante, il 25 novembre, "Giornata internazionale contro la violenza sulle donne", con la partecipazione alla manifestazione nazionale promossa dal movimento "Non una di meno" a Roma.
Invitiamo tutte le persone di volonta' buona, tutte le associazioni impegnate per la pace, i diritti umani, la difesa della natura e della civilta' umana, tutte le istituzioni democratiche, a sostenere le ulteriori iniziative della Wilpf.
Per contattare le donne della "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf-Italia): Antonia Sani: cell. 3497865685, e-mail: antonia.sani.baraldi at gmail.com e Giovanna Pagani: cell. 3201883333, e-mail: gioxblu24 at gmail.com
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Allegato secondo: Una breve notizia su Edward P. Thompson
Edward P. Thompson, nato ad Oxford il 3 febbraio 1924, illustre storico, impegnato nel Partito comunista e dopo il 1956 nella nuova sinistra marxista ed antitotalitaria, e' stato una delle figure piu' rappresentative dei movimenti per la pace degli anni Ottanta; e' scomparso il 28 agosto 1993. E' una delle figure piu' preziose della storia della cultura europea contemporanea, della sinistra novecentesca, della nonviolenza in cammino. Tra le opere di Edward P. Thompson: Uscire dall'apatia, Einaudi, Torino 1962; Rivoluzione industriale e classe operaia in Inghilterra, Il Saggiatore, Milano 1969; Societa' patrizia, cultura plebea, Einaudi, Torino 1981; Protestare per sopravvivere, Pironti, Napoli 1982; (con V. Racek), Diritti umani e disarmo, Centro siciliano di documentazione, Palermo 1982; Opzione zero, Einaudi, Torino 1983; Whigs e cacciatori, Ponte alle Grazie, Firenze 1989; Oi Paz, Editori Riuniti, Roma 1991; Apocalisse e rivoluzione. William Blake e la legge morale, Cortina, Milano 1996; L'economia morale delle classi popolari inglesi del secolo XVIII, Et al., Milano 2009; Tempo e disciplina del lavoro, Et al., Milano 2011.

9. "LO TEMPO E' POCO OMAI CHE N'E' CONCESSO". UNA LETTERA APERTA AI PRESIDENTI DEL SENATO DELLA REPUBBLICA E DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Al Presidente del Senato della Repubblica
alla Presidente della Camera dei Deputati
e per opportuna conoscenza:
a tutte e tutti i parlamentari italiani
a tutte e tutti i componenti del Consiglio dei Ministri
Oggetto: richiesta di impegno affinche' il Parlamento prima del termine della legislatura deliberi ed impegni il Governo all'adesione e alla ratifica del Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Gentile Presidente del Senato della Repubblica,
gentile Presidente della Camera dei Deputati,
la legislatura volge al suo termine, ma prima del suo scioglimento un atto di fondamentale importanza il Parlamento potrebbe e dovrebbe ancora compiere: deliberare ed impegnare il governo all'adesione e alla ratifica del Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Dopo Hiroshima e' a tutti finalmente evidente che non vale piu' l'antico e sciagurato motto secondo cui se vuoi la pace devi preparare la guerra; e' a tutti finalmente evidente che non vale piu' la celebre e tristissima constatazione che la guerra e' la prosecuzione della politica con altri mezzi.
Dopo Hiroshima l'umanita' sa che se prepari la guerra non vuoi la pace, perche' solo guerra e stragi e devastazioni otterrai; dopo Hiroshima l'umanita' sa che la guerra e' il contrario della politica e la catastrofe dell'umanita'.
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Gentile Presidente del Senato della Repubblica,
gentile Presidente della Camera dei Deputati,
e' per il vostro ruolo istituzionale che ci rivolgiamo a voi, ed attraverso voi a tutte le persone che in Parlamento siedono.
Come legislatori e come esseri umani non ignorate che il primo dovere e' salvare le vite.
Abolire le armi atomiche e' il primo dovere che ogni essere umano ed ogni legittima istituzione ed ogni ordinamento giuridico ha nei confronti dell'umanita' intera.
Abolire le armi atomiche ed avviare con cio' il necessario e urgente disarmo universale e' il primo punto del programma comune della politica dell'umanita'.
La repubblica italiana, che solennemente nella sua Costituzione "ripudia la guerra", non puo' essere complice delle armi atomiche che in se stesse sono gia' dittatura e guerra, e che minacciano la civilta' umana e l'umanita' stessa di estinzione.
Il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017 adempie un voto dell'umanita' intera, costituisce un passo decisivo nel cammino verso il bene comune, e' un ineludibile appello che convoca ogni persona ed ogni stato alla politica prima: la politica che salva le vite.
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Gentile Presidente del Senato della Repubblica,
gentile Presidente della Camera dei Deputati,
in questo poco tempo che resta prima della fine della legislatura, vogliate adoperarvi affinche' il Parlamento italiano si esprima affinche' l'Italia aderisca e ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle armi atomiche del 7 luglio 2017.
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Augurandovi ogni bene

10. UN APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Egregio Presidente della Repubblica,
poiche' nulla la costringe a sciogliere le Camere durante le vacanze natalizie (giacche' nulla impone che si debba andare al voto entro il mese di marzo, e come gia' in passato si puo' benissimo fissare la data delle elezioni politiche entro giugno),
dia al Parlamento il tempo di deliberare su due temi di grande importanza:
1. in pro dell'adesione e della ratifica al Trattato Onu del 7 luglio 2017 per la proibizione delle armi nucleari;
2. in pro del riconoscimento della cittadinanza italiana ai bambini nati in Italia e che in Italia vivono e studiano (la legge cosiddetta sullo "ius soli - ius culturae" gia' approvata anni fa dalla Camera dei Deputati che attende solo di essere confermata dal voto del Senato).
Confidando nella sua attenzione e nel suo discernimento, augurandole ogni bene

11. DANIEL VIGLIETTI

Solo da qualche settimana mi e' giunta la notizia della morte di Daniel Viglietti.
E di giorno in giorno mi riprometto di scrivere qualche riga in suo ricordo, ad attestare la gratitudine mia e di molti come me per la sua opera di musicista, di poeta, di militante del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita'.
Ma ogni volta che comincio a scrivere sono sopraffatto dalla commozione ed ogni mia parola mi pare inadeguata.
Sia dunque questo il muto mio ricordo: e' morto un maestro e un compagno, che rese migliore l'umanita', la cui opera ancora ci convoca alla lotta per la verita' e la giustizia, per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, per la comune liberazione, per la condivisione del bene che e' uno e di tutti.

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 289 del 15 marzo 2018

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