[Nonviolenza] Telegrammi. 2965



 TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2965 del 2 febbraio 2018
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

Sommario di questo numero:
1. Gianni
2. Non passa giorno senza nuovi orrori
3. Enrico Peyretti ricorda Gene Sharp
4. In Italia Bernice Albertine King, figlia minore di Martin Luther King
5. One Billion Rising 2018
6. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
7. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. AMICIZIE. GIANNI

Ricorre il 2 febbraio l'anniversario della scomparsa di Gianni Fiorentini, persona buona, costruttore di pace, amico dell'umanita'.
Insieme ad Antonella Litta, di cui era lo sposo, e' stato animatore infaticabile di molte luminose iniziative nonviolente per la pace, i diritti umani di tutti gli esseri umani, la salvaguardia del creato; dall'Alto Lazio all'Africa, in tutti i luoghi che aveva visitato, in cui aveva operato sempre generosamente secondo verita' e giustizia, in sapienza e misericordia, con sconfinata apertura da autentico "uomo planetario" come amava dire Ernesto Balducci, uno dei suoi amici e maestri.
Con Gianni anche noi abbiamo condiviso decisive esperienze e riflessioni, dei suoi doni anche noi ci siamo nutriti.
Nel ricordarlo a sette anni dalla sua prematura scomparsa lo sentiamo ancora vivo nell'impegno comune per il bene dell'umanita'.
E ad Antonella, la sposa sua diletta che prosegue con diuturno intransigente inesauribile impegno l'azione di pace e la seminagione di bene che sono stati e sono la cifra e il cuore della scelta di vita di entrambi, in questi giorni in cui il rinnovarsi della pubblica commemorazione di Gianni da parte dei tanti amici piu' intenso fa forse sentire il dolore per la perdita immedicabile, attestiamo una volta ancora la nostra vicinanza, la nostra gratitudine, i sensi della stima e dell'affetto che ogni persona di volonta' buona prova per lei e per Gianni, entrambi vivi doni, per sempre fiori vivi.

2. SCORCIATOIE. NON PASSA GIORNO SENZA NUOVI ORRORI

Non passa giorno senza nuovi orrori.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

3. LUTTI. ENRICO PEYRETTI RICORDA GENE SHARP

E' morto Gene Sharp (1928- 28 gennaio 2018), filosofo, politico e intellettuale statunitense. Nell'Universita' di Harward diresse il Program of Nonviolent Sanctions e fondo' l'Albert Einstein Istitution. Tra gli altri grandi maestri e autori, e' sui suoi libri che ci siamo formati nella ricerca della nonviolenza. Sono veri manuali enciclopedici, carte di orientamento per gli ulteriori cammini di ricerca sulla storia delle lotte nonviolente e sulle dinamiche del potere liberato dalla violenza. Sono circolati clandestini sotto tante dittature. Sharp era detto "il Machiavelli della nonviolenza", nella via pragmatica. Fondamentali i tre volumi, ancora disponibili (www.serenoregis.org), "Politica dell'azione nonviolenta" (vol. 1 Potere e lotta; 2. Le tecniche; 3. La dinamica), tradotti nelle Edizioni Gruppo Abele. Il suo libretto "Liberatevi!" (addeditore, 2011), entrava nella serie di grande diffusione aperta da Stephane Hessel, "Indignatevi!" (idem), proseguita da Pietro Ingrao, Edgar Morin, Luciana Castellina. Sharp venne piu' volte in Italia, anche a Torino, al Centro Studi Gobetti, nel seminario guidato da Bobbio. Sulla Difesa Popolare Nonviolenta gli feci un'intervista significativa (qui allegata), comparsa su "Rocca", primo agosto 1987, "Il controllo nonviolento del potere". Era il suo tema proprio. Per avere aiutato e istruito le "rivoluzioni rosa" nei paesi dell'ex-Urss, nonviolente, si', ma utili alla zona d'infuenza Usa, fu criticato (anche su "il foglio") in base al principio gandhiano che devono essere nonviolenti i mezzi, ma anche i fini.
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Allegato. Enrico Peyretti: Il controllo nonviolento del potere ("Rocca", primo agosto 1987)
Gene Sharp e' ritenuto uno dei massimi ricercatori e studiosi nel campo dell'azione nonviolenta. Nato nell'Ohio (Usa) nel 1928, e' direttore del Program of Nonviolent Sanctions del "Center for International Affairs" della Harward University e sta conducendo con i suoi allievi e collaboratori la ricerca piu' vasta mai intrapresa sulle alternative nonviolente.
Alcune opere di Gene Sharp sono state pubblicate in prima traduzione italiana dalle Edizioni Gruppo Abele di Torino (via Giolitti 21, 10123 Torino).
La trilogia Politica dell'azione nonviolenta rappresenta un classico fra gli studi sulla nonviolenza ed ha fatto definire l'autore "il Machiavelli della nonviolenza", perche' egli tende a mostrarne l'efficacia pratica prima del valore morale. Cio' naturalmente fa discutere nell'ambito della cultura nonviolenta.
Nel primo volume, Potere e lotta (pp. 164), Sharp analizza il potere politico in tutte le sue forme e dimostra che esso consiste in definitiva nel consenso popolare. Egli puo' cosi' tracciare una teoria per un controllo nonviolento del potere politico.
Il secondo volume, Le tecniche (pp. 344) illustra 198 diverse tecniche atte alla risoluzione nonviolenta dei conflitti, ciascuna delle quali e' tratta da numerosi casi storici di tutti i tempi e luoghi della terra. Il volume viene cosi' ad essere anche una storia della nonviolenza, seppure non ordinata cronologicamente, finora assente dalla produzione storiografica.
L'ultimo volume della trilogia, Le dinamiche, uscira' in edizione italiana, presso lo stesso editore, nell'autunno dell'87. Esso propone la riflessione sulle dinamiche che si instaurano nei conflitti in cui almeno una delle parti ricorre a metodi nonviolenti.
Le Edizioni Gruppo Abele prevedono anche la pubblicazione di un'altra opera di Sharp, Making Europe Inconquerable (Rendere l'Europa inconquistabile), un testo di strategia militare rivolto sia all'area nonviolenta sia all'ambiente dei militari. Sharp vi sostiene che, attraverso le tecniche di difesa popolare nonviolenta applicate su vasta scala e' possibile ed economicamente vantaggioso raggiungere un alto grado di sicurezza e scardinare l'equilibrio fondato sui blocchi contrapposti delle due superpotenze.
Gene Sharp e' stato recentemente in Italia per seminari e dibattiti. Uno di questi si e' svolto a Torino presso il Centro Studi Piero Gobetti, nell'ambito di un seminario su etica e politica che Norberto Bobbio e gli studiosi suoi allievi conducono da alcuni anni. Di questo dibattito do' un resoconto attraverso gli appunti da me raccolti, non rivisti dall'autore, sia durante la sua esposizione, sia durante la discussione seguita.
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La nonviolenza puo' vincere
Nei conflitti piu' acuti, sui cardini della societa', occorrono misure eccezionali. Per lo piu' si ritiene che la violenza sia la forza piu' decisiva. Ma sorgono problemi sulla sua scelta e sul suo uso, problemi sia pratici che etici. Chi usa la violenza puo' essere sconfitto, oppure puo' vincere, ma con esiti molto diversi.
Non e' vero che la violenza sia la vera fonte del potere politico. Esso deriva da altre fonti: dalla credenza nella sua legittimita', dal numero di persone che obbediscono, dal controllo economico, ecc.
Proprio Hobbes, assolutista, sostiene questa teoria del potere: egli pensava che se il potere politico non fosse accettato e obbedito verrebbe distrutto, percio' asseriva necessario obbedire a tutti i governi, compresa la dittatura. Ma se i governi dipendono dalla societa' governata, allora e' possibile togliere un potere oppressivo. C'e' una storia di lotte senza violenza, arrivate ad abbattere governi: Iran '79, Filippine '86, per esempio. Queste lotte hanno escluso la violenza non per principi pacifisti, ma per esperienze che facevano sperare un'efficacia maggiore dei mezzi nonviolenti. Non conosciamo come dovremmo questo tipo di lotte, finite con sconfitte, vittorie parziali, vittorie piene. Anche contro i nazisti, si sono usate queste lotte. Sono state sempre improvvisate, senza preparazione strategica ne' tattica, senza addestramento della popolazione, nelle circostanze piu' sfavorevoli. Ciononostante, hanno portato grandi contributi alla storia dell'umanita'. Queste esperienze possono essere utili per risolvere conflitti acuti. Ma occorrono ricerche approfondite per conoscerle. Da venti anni sto studiando l'applicazione di queste tecniche alla difesa nazionale: puo' essere respinta un'occupazione, un governo fantoccio, un dominio economico?
L'indottrinamento politico puo' essere sconfitto dalla resistenza ideologica, filosofica, nell'informazione, nelle chiese, nella scuola. Un colpo di stato dittatoriale puo' essere frustrato se nessuno riconosce i nuovi occupanti dei palazzi governativi. L'invasore puo' essere minato nel morale delle truppe (Cecoslovacchia '68), si puo' creargli problemi crescenti. Cio' puo' costituire una deterrenza, non meno efficace di quella nucleare. Costruire questa capacita' di risposta accanto alla difesa tradizionale convincera' a sostituirla completamente, alla fine.
Questa difesa e' una crescita del potere popolare. Non contribuisce a nuove dittature, come invece fanno molti sistemi militari. Si puo' dare il caso di perdite umane, ma sempre meno che con la difesa militare. La resistenza nonviolenta guadagna piu' facilmente simpatie sia all'interno che all'estero.
Questo metodo di lotta non e' nato con Gandhi ne' con Martin Luther King, ma e' cominciato col primo uomo. Pero' la storiografia e' selettiva e non ricorda queste lotte, che invece meritano attenzione e studio, qualunque sia la nostra idea politica, perche' possono utilmente sostituire la violenza e la guerra e dare soluzione ai conflitti politici piu' acuti.
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La difesa popolare nonviolenta puo' funzionare in una societa' disgregata come quella italiana? Una tale societa' delega la difesa come delega tutto il potere, e la democrazia vi e' ridotta ad una larva.
La societa' disgregata e' una condizione molto diffusa anche negli Stati Uniti, non solo in Italia! Occorre cercare origini e cause di cio', e le soluzioni. La tecnologia militare non fa che aggravare questa disgregazione. Percio' non credo che il cambiamento delle tecnologie militari debba precedere la difesa nonviolenta. Non ho la soluzione fatta, ma certo dobbiamo contrastare la tendenza a governi sempre piu' accentrati. La gente deve sviluppare le proprie capacita'. La delega produce un crescente senso di impotenza.
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Nell'800 i democratici associavano milizia popolare e democrazia. I casi dell'India e dell'Iran dimostrano pero' che le lotte nonviolente approdano anche a forme non democratiche.
E' importante il nesso tra democrazia e difesa popolare, in entrambi i sensi. Si', nell'8OO si diceva: un voto a testa, un fucile a testa! Ma anche allora c'erano strategie alternative. Abbiamo pubblicato uno studio (1) sul decennio di resistenza nonviolenta delle colonie inglesi in America, con cui almeno nove colonie su dodici ottennero gia' l'indipendenza di fatto. Cominciata la guerra, il grado di partecipazione crollo'. D'altra parte, Iran e India non sono gli unici casi di resistenza nonviolenta seguita da dittature: c'e' anche l'ottobre '17 in Russia, seguito al febbraio '17. La nonviolenza non risolve per sempre tutti i problemi, p. es. di quali strutture politiche mettere in atto, della condizione che si crea dopo. Si tratta di praticare la lotta nonviolenta non solo nel momento della liberazione o della difesa, ma nella gestione di tutti i problemi sociali.
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Voi fate sperimentazione di questi metodi in conflitti reali?
Direttamente no. Ma siamo in contatto con i problemi: il primo capitolo del primo volume del mio libro Politica dell'azione nonviolenta, (si tratta del capitolo su La natura e il controllo del potere politico - n.d.r.) e' stato tradotto e circola clandestino in Polonia; alcune parti sono state tradotte e discusse con palestinesi e israeliani; prossimamente lo saranno in Thailandia. Un altro libro su questi temi sta per uscire in Massico.
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La nonviolenza come tecnica e' analoga alla democrazia intesa come regola del gioco. Che rapporto c'e' tra democrazia e nonviolenza?
Non sono la stessa cosa, ma si sovrappongono. Tra le caratteristiche della democrazia c'e' la soluzione incruenta del conflitto politico, mediante le procedure della democrazia liberale. Ma le strutture democratiche non sono state in grado di risolvere i conflitti estremi, in cui una parte rifiuta il compromesso o cerca addirittura di distruggere la democrazia. In questi casi estremi non c'e' una procedura democratica per risolvere il problema, e lo sbocco e' la tirannia o la guerra civile. Ma la lotta nonviolenta puo' dare una soluzione democratica a questi casi. Percio' essa si situa al limite del meccanismo democratico, a disposizione dei gruppi minoritari. In quanto fanno questa scelta, tali gruppi scartano il terrorismo, e non e' poco.
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La nonviolenza e' una tecnica o una scelta morale? Puo' servire anche a forze antidemocratiche, di destra o di sinistra?
Ci sono valori che ispirano la nonviolenza. Principi diversi giustificano la nonviolenza: in comune hanno il rigetto della violenza. Nel movimento operaio, e in altri casi, lotte nonviolente sono state scelte non per principi morali. La critica sottesa alla domanda mi e' stata rivolta anche negli Stati Uniti: alcune recensioni mi hanno accusato di "avere strappato il cuore alla nonviolenza"! Io credo possibili dei passaggi, e anche rapidi, dai metodi militari a quelli nonviolenti, senza bisogno di attendere che mutino i principi morali. La nonviolenza adottata per ragioni pratiche farebbe scoprire la sua superiorita' morale. La maggior parte della gente ha respinto la nonviolenza, magari ammirandone il valore morale, perche' la riteneva non efficace, non praticabile.
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C'e' dell'ambiguita' in quest'ultima risposta. Se il suo interesse si e' ristretto alla nonviolenza come tecnica, allora perche' la propone? Se e' solo una tecnica, puo' servire a tutto. Se e' solo piu' efficace, si ricade nella interminabile questione se sia piu' efficace la violenza o la nonviolenza.
Non guardo il mondo solo in termini di tecnica. La violenza mi ripugna. Perche'? Non lo so. Bisognerebbe sapere perche' le cose ci piacciono o no. Le tecniche nonviolente non sono panacee ma sono rilevanti di fronte alla violenza. Vista la sua efficacia, si apprezzera' il valore morale della nonviolenza. Non necessariamente ogni atto nonviolento e' morale. I mezzi nonviolenti non devono servire a qualunque scopo, anche se sono stati usati per fini immorali, p. es. il boicottaggio a danno degli ebrei negli anni venti. Naturalmente, sarebbe stato meglio che i nazisti avessero usato solo il boicottaggio, invece che le camere a gas. Adottata dai nazisti la violenza, dalla parte opposta si rispose allo stesso modo. Ci sono dei nessi tra la scelta nonviolenta e la democrazia. Sperimentata l'efficacia concreta della nonviolenza, otterremo una serie di altre conseguenze. Ne abbiamo gia' vista una, a livello etico: i vescovi cattolici degli Stati Uniti, nella loro lettera sulla pace (1983), affermano che "la resistenza nonviolenta offre un terreno comune di incontro tra quelle persone che scelgono l'opzione del pacifismo cristiano fino al punto di accettare di morire piuttosto che uccidere, e quelle che scelgono l'opzione della forza capace di uccidere ammessa dalla teologia della guerra giusta". Percio' la nonviolenza puo' essere la terza via tra il pacifismo (nel senso di: non difendersi) e la difesa violenta.
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Il concetto di forza e' diverso da quello di violenza?
Forza e' intesa in genere, negli Stati Uniti, come violenza legittima. Io uso il termine in un altro senso: come pressione forte, azione potente. Questa forza puo' essere violenta o nonviolenta.
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E' stata studiata la resistenza nonviolenta all'oppressione non apertamente violenta?
La maggior parte dei metodi di resistenza nonviolenta sono stati sperimentati proprio contro questo tipo di oppressione. La loro particolare efficacia sta in cio': che danno alla popolazione consapevolezza dell'oppressione sorda, sistematica, che la maggioranza altrimenti subisce passivamente.
(a cura di Enrico Peyretti)
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Note
1. W.H. Conser, R.M. McCarthy, D.J. Toscano, G. Sharp, Resistance, Politics, and the American Struggle for Indipendence, 1765-1775. Lynne Rienner Publishers, Boulder 1986, 580 pages, dollari 38,50.

4. INCONTRI. IN ITALIA BERNICE ALBERTINE KING, FIGLIA DI MARTIN LUTHER KING
[Dal "Centro Gandhi" di Pisa (sito: www.gandhiedizioni.com) riceviamo e diffondiamo]

Lunedi' 5 febbraio, alle ore 11 presso la Sala Valdese di Via Marianna Dionigi 59 a Roma, si terra' a cura degli organizzatori una conferenza stampa di presentazione dell'arrivo in Italia per la prima volta di Bernice King.
Il rilievo dell'evento, che coincide con il cinquantesimo anniversario della morte del Reverendo Martin Luther King Jr. e con il settantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, merita la massima attenzione.
Il 10 marzo 2018 Bernice Albertine King sara' ospite del Comune di Monteleone di Puglia (Fg) per ricevere il Premio di donna impegnata per la nonviolenza e la pace.
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Programma del Convegno del 10 marzo 2018
Inizio ore 9 (presso l'auditorium dell'edificio scolastico di Monteleone di Puglia).
Accoglienza degli invitati e degli ospiti.
Arrivo delle scolaresche dai quattro plessi.
Saluti delle autorita': Sindaco, Presidente Regione, Presidente Unesco, rappresentante del Parlamento europeo on. Elena Gentile, Min. Plen. Fabrizio Petri (Presidente Cidu - Comitato Interministeriale per i Diritti Umani), Rappresentante della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia.
Ore 10 Recital di canzoni dei bambini e delle bambine delle scuole in omaggio della famiglia King.
Ore 11 Interventi dei relatori l'impegno delle donne per la pace: Marinetta Cannito, Angela Dogliotti Marasso, Erika De Gortes, Gabriella Falcicchio, Giovanna Pagani, Giulia Zurlini.
Premiazione.
Intervento finale di Bernice King.
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Saranno presenti alla conferenza stampa del 5 febbraio a Roma: il Sindaco di Monteleone, signor Giovanni Campese; il Vicesindaco di Monteleone, signor Pasquale Rigillo; il Centro Gandhi di Pisa; l'"Osservatorio sulle minoranze religiose nel mondo e sul rispetto della liberta' religiosa" presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; il Ministro Plenipotenziario Fabrizio Petri, presidente del Cidu (Comitato Interministeriale per i Diritti Umani); Giovanna Pagani, Presidente Onoraria WILPF Italia (Women's International League for Peace and Freedom - Lega Internazionale Donne per la Pace e la Liberta'); la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia.

5. INIZIATIVE. ONE BILLION RISING 2018
[Dal Coordinamento Italia One Billion Rising (per contatti: obritalia at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]

Carissime,
prima di tutto buon anno! Vi scriviamo perche' anche quest'anno One Billion Rising vuole far sentire la propria voce contro la violenza. Il 14 febbraio saremo insieme nelle strade, nelle piazze, nei teatri, nelle scuole d'Italia e del mondo per manifestare contro ogni violenza e discriminazione, con ogni espressione artistica: danza, musica, teatro, lettura, proiezioni, ecc.
Un evento mondiale che si svolge in 200 paesi del pianeta, mobilitando un miliardo di persone unite nell'affermare una cultura del rispetto e della solidarieta'. Il messaggio One Billion Rising 2018 e' proprio quello dell'importanza della solidarieta' come linfa vitale per una rivoluzione pacifica e arma contro ogni violenza.
Per questo vi chiediamo di partecipare a One Billion Rising 2018 con evento, un momento di incontro da organizzare nella vostra citta', diffondendo la notizia e coinvolgendo piu' persone possibili. Poiche' il 14 febbraio 2018 sara' mercoledi', gli eventi potranno essere organizzati anche nei giorni precedenti e successivi (weekend del 10/2 o del 17/2).
Per facilitare l'organizzazione dell'evento vi inviamo alcune semplici indicazioni da seguire:
- Iscrizione al sito per segnalare il tuo evento: clicca su http://bit.ly/Registra_il_tuo_evento_sulla_pagina_internazionale_OBR e invita altre associazioni, gruppi, persone a partecipare... piu' siamo, meglio e'!
- I nostri riferimenti: vi chiediamo di seguirci sui social, condividere i contenuti e invitare i propri contatti a fare lo stesso, cosi' da diffondere anche li' il nostro messaggio. Inviateci foto, video dell'organizzazione e dell'evento.
Sito ufficiale https://www.onebillionrising.org
Facebook https://www.facebook.com/obritalia
Instagram https://www.instagram.com/onebillionrisingitalia/
Twitter @OBRItalia
Email obritalia at gmail.com
Hashtag ufficiali: #RiseInSolidarity #1billionrising #UntilTheViolenceStops
- Loghi ufficiali, immagine del profilo e la foto di copertina su Facebook, Twitter, Youtube che potete scaricare cliccando sul link qui sotto:
loghi 2018: http://bit.ly/1billionloghi2018
foto profilo/cover social: http://bit.ly/1billioncoversocial
- Si puo' organizzare un flash mob durante l'evento del 14 febbraio, seguendo la canzone Break the chain e il tutorial ufficiale http://youtu.be/_U5CZfPydVA o creando una nuova coreografia. L'evento One Billion Rising puo' essere caratterizzato da performance artistiche di ogni genere e da momenti di lettura. In particolare quest'anno, in occasione dei 20 anni de I Monologhi della Vagina di Eve Ensler, opera diventata con i Vday il manifesto delle rivoluzione femminile in atto, vi invitiamo a leggerne qualche brano dell'opera durante l'evento.
Per quanto riguarda le autorizzazioni, bisogna affiggere un avviso pubblico di ripresa video nei luoghi in cui viene organizzata la manifestazione e, se si vogliono riprendere e/o intervistare le persone presenti, suggeriamo di chiedere loro di firmare una liberatoria cosi' da poter usare i video sui siti web, social e per eventuali montaggi.
Al seguente link http://bit.ly/OBR_autorizzazioni2018 puoi scaricare:
- Autorizzazione riprese, liberatorie per l'utilizzo delle riprese di persone;
- Avviso Pubblico riprese;
- Autorizzazione copyright per utilizzo materiali e brani musicali One Billion Rising.
Per quanto riguarda le letture, oltre a I Monologhi della Vagina di seguito troverete, come suggerimento:
- alcuni testi della fondatrice di One Billion Rising, Eve Ensler:
"L'Ufficio della schiavitu' sessuale" http://bit.ly/ufficio_della_schiavitu_sessuale
"L'insurrezione" http://bit.ly/insurrezione
"La mia rivoluzione" http://bit.ly/la_mia_rivoluzione
"Preghiera di un uomo" http://bit.ly/preghiera_di_un_uomo
"Fino a quando" http://bit.ly/fino_a_quando
"E poi saltavamo" http://bit.ly/e_poi_saltavamo
-la traduzione del brano musicale "Break the chain" credits Tena Clark-Musiche Tena Clark/Tim Heintz di M.G.Di Rienzo
http://bit.ly/traduzione_testo_BreakTheChain
- qui se volete potete trovare altre idee:
https://www.onebillionrising.org 
Per dichiarare l'adesione e ricevere maggiori informazioni vi chiediamo di scriverci al seguente indirizzo: obritalia at gmail.com
Grazie per tutto quello che potrete fare! #RiseInSolidarity
Un abbraccio
Coordinamento Italia One Billion Rising, Nicoletta Billi, Anna Vezzoli, Silvia Palermo

6. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

7. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Johan Galtung, Erika Degortes, Alla scoperta di Galtung, Centro Gandhi Edizioni, Pisa 2017, pp. 128, euro 16.
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Riletture
- Paul Auster, Trilogia di New York (Citta' di vetro. Fantasmi. La stanza chiusa), Einaudi, Torino 1996, 1998, 2005, 2014.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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