[Nonviolenza] Archivi. 281



 ==================================
ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
==================================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Numero 281 del 14 novembre 2017

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di ottobre 2017 (parte seconda)
2. "All'ascolto di Miguel de Unamuno". Un incontro di studio a Viterbo
3. Dopo il voto alla Camera. Un incontro a Viterbo per "Una persona, un voto"
4. Una lettera ai parlamentari dalle persone partecipanti all'incontro "Il momento della solidarieta' e' ora" del 13 ottobre 2017 a Viterbo
5. La cosa giusta
6. Vladimiro Oglianovi: I buoni motivi
7. Vladimiro Oglianovi: L'ultima offerta
8. Vladimiro Oglianovi: Tra la storia e la leggenda
9. Graziano Zoni
10. Per fermare il razzismo
11. Rileggendo "Obbedienza all'autorita'" di Stanley Milgram. Un incontro di studio a Viterbo
12. Rosario Villari
13. Al segretario nazionale del Partito Democratico. Una lettera aperta
14. "Non e' mai troppo tardi per fare la cosa giusta". Una lettera aperta ai capigruppo del Senato
15. Alberto L'Abate
16. Al Presidente del Consiglio dei Ministri: "Voglia dare il suo contributo alla causa della democrazia"

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI OTTOBRE 2017 (PARTE SECONDA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di ottobre 2017.

2. "ALL'ASCOLTO DI MIGUEL DE UNAMUNO". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

Si e' svolto giovedi' 12 ottobre 2017 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio "All'ascolto di Miguel de Unamuno".
Nel corso dell'incontro ci si e' soffermati particolarmente su alcuni dei capolavori di Unamuno, i romanzi Amor y pedagogia, Niebla, Abel Sanchez, San Manuel bueno, martir; i grandi saggi En torno al casticismo, Vida de don Quijote y Sancho, Del sentimiento tragico de la vida, La agonia del cristianismo, ma anche alcuni degli innumerevoli articoli brevi e folgoranti apparsi su giornali e riviste e poi raccolti in vari volumi; il poema El Cristo de Velazquez e molte poesie dalla prima raccolta del 1907 al Cancionero postumo; ed anche le note in cui abbozzava El resentimiento tragico de la vida, il libro che la morte gli impedi' di compiere.
Sono state lette e commentate alcune pagine dalle opere del grande intellettuale, figura chiave della "generazione del '98" e dell'irrompere della cultura spagnola nel pensiero contemporaneo e del pensiero contemporaneo - il pensiero della crisi - nella cultura spagnola; e ne e' stata ricordata la luminosa figura di oppositore della dittatura di Primo de Rivera - fino al confino e all'esilio -, e le parole lapidarie e magnanime del 12 ottobre 1936 contro la necrofilia fascista, parlando a nome dell'umanita' intera impavido dinanzi all'orgiastico delirio degli assassini. E contro il fascismo Unamuno scrisse anche quei quattro versi di condanna definitiva, parole che restano nella memoria e nella coscienza di ogni persona di volonta' buona: "No un manojo, una manada / es el fajo del fajismo. / Detras del saludo, nada, / detras de la nada, abismo".
*
Miguel de Unamuno (Bilbao, 1864 - Salamanca, 1936), educatore, saggista, poeta, narratore, drammaturgo, filosofo e artista di forte impegno civile, pensatore della tragedia e della solidarieta', testimone della crisi ed oppositore della barbarie, resta una delle figure piu' vive della cultura del Novecento.
Opere di Miguel de Unamuno: gran parte delle opere di Unamuno sono pubblicate in edizione economica nella benemerita "Coleccion Austral" di Espasa-Calpe; ma ovviamente varie sue opere sono state pubblicate, in edizioni economiche e pregevoli per la cura editoriale e i preziosi apparati anche da altre importanti case editrici, ad esempio Alianza e Catedra. Essendo il castigliano cosi' accessibili agli italofoni ci sembra consigliabile di leggere Unamuno nella lingua originale (pur essendovi anche buone traduzioni italiane, talora curate da studiosi assai valenti).
Opere su Miguel de Unamuno: in italiano per un avvio cfr. Armando Savignano, Introduzione a Unamuno, Laterza, Roma-Bari 2001.
*
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro. Hanno espresso altresi' il loro sostegno agli appelli affinche' il Senato deliberi in via definitiva la legge sullo "Ius soli". Ugualmente hanno espresso il loro sostegno all'appello affinche' l'Italia ratifichi al piu' presto il trattato di interdizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Le persone partecipanti all'incontro invitano a promuovere ovunque iniziative nonviolente il 4 novembre come proposto dall'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele".

3. DOPO IL VOTO ALLA CAMERA. UN INCONTRO A VITERBO PER "UNA PERSONA, UN VOTO"

Si e' svolto venerdi' 13 ottobre 2017 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sull'iniziativa "Una persona, un voto" dopo che nella sera del 12 ottobre la Camera dei Deputati ha approvato il testo della nuova legge elettorale.
Nel corso dell'incontro si e' riflettuto su come proseguire l'iniziativa nel lasso di tempo tra il voto alla Camera e quello previsto al Senato.
*
Una lettera ai parlamentari
Ovviamente si e' unanimemente ritenuto opportuno rivolgere ancora un appello ai parlamentari affinche' aderiscano all'appello.
Di seguito il testo:
Gentile parlamentare,
anche dopo l'esito della votazione del 12 ottobre alla Camera dei Deputati vorremmo rinnovarle la richiesta di adesione all'appello "Una persona, un voto" promosso da padre Alex Zanotelli e dalla partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone stabilmente residenti in Italia.
L'appello testualmente recita:
Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.
Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.
Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
Una persona, un voto. Il momento e' ora.
Per adesioni: centropacevt at gmail.com
Gentile parlamentare,
Le saremmo assai grati se volesse aderire perlomeno per quanto riguarda il diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutti i residenti come proposto da anni dall'Associazione nazionale dei Comuni d'Italia (Anci) con il progetto di legge recante "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'", a sostegno del quale (insieme alla proposta di legge sullo "ius soli") furono anche raccolte centinaia di migliaia di firme con la campagna "L'Italia sono anch'io".
Anche se questa espressione di un convincimento dovesse restare ininfluente in questa legislatura, ebbene, restera' a futura memoria e potra' forse contribuire affinche' nella prossima legislatura la questione del diritto di voto per tutti i residenti - almeno per le elezioni amministrative - sia posta fin dall'inizio e riceva adeguata attenzione.
Come forse gia' sapra', oltre a migliaia di cittadini, tra cui personalita' autorevolissime della vita culturale, morale e civile, tra le personalita' istituzionali hanno aderito tra gli altri tre ministri emeriti - Maria Chiara Carrozza, Giuseppe Fioroni e Cecile Kyenge - e 188 sue colleghe e suoi colleghi parlamentari in carica di varie forze politiche tanto di maggioranza quanto di opposizione, i cui nomi sono Roberta Agostini, Luisella Albanella, Maria Amato, Sofia Amoddio, Ileana Argentin, Tiziano Arlotti (relativamente alle elezioni amministrative), Massimo Artini, Lorenzo Basso, Eleonora Bechis, Alessandra Bencini, Paolo Beni, Massimiliano Bernini, Giuseppe Berretta, Maria Teresa Bertuzzi, Stella Bianchi, Caterina Bini, Tamara Blazina, Fabrizio Bocchino, Francesco Boccia, Antonio Boccuzzi, Paola Boldrini, Francesca Bonomo, Michele Bordo, Enrico Borghi, Daniele Borioli, Luisa Bossa, Chiara Braga, Alessandro Bratti, Beatrice Brignone, Claudio Broglia, Vincenza Bruno Bossio, Enrico Buemi, Renata Bueno, Salvatore Capone, Sabrina Capozzolo, Renzo Carella, Anna Maria Carloni, Elena Carnevali, Mara Carocci, Marco Carra, Maria Chiara Carrozza, Floriana Casellato, Franco Cassano, Felice Casson, Marco Causi, Massimo Cervellini, Vannino Chiti, Eleonora Cimbro, Monica Cirinna', Giuseppe Civati, Laura Coccia, Roberto Cociancich, Paolo Corsini, Paolo Cova, Diego Crivellari, Giuseppe Luigi Cucca, Gianni Cuperlo, Erica D'Adda, Alfredo D'Attorre, Luigi Dallai, Carlo Dell'Aringa, Loredana De Petris, Lello Di Gioia, Marco Di Lello, Marco Di Maio, Nerina Dirindin, Umberto D'Ottavio, Donatella Duranti, Marilena Fabbri (relativamente alle elezioni amministrative), Gianni Farina, Laura Fasiolo, Nicoletta Favero, Marco Fedi, Ciccio Ferrara, Elena Ferrara, Giuseppe Fioroni, Vincenzo Folino, Cinzia Fontana, Paolo Fontanelli, Federico Fornaro, Filippo Fossati, Gian Mario Fragomeli, Nicola Fratoianni, Carlo Galli, Paolo Gandolfi, Daniela Gasparini, Maria Grazia Gatti, Anna Giacobbe, Francesco Giacobbe, Andrea Giorgis, Gianni Girotto, Luisa Gnecchi, Miguel Gotor, Gero Grassi, Monica Gregori, Giuseppe Guerini, Maria Cecilia Guerra, Paolo Guerrieri, Maria Iacono, Cristian Iannuzzi, Vanna Iori, Florian Kronbichler, Luigi Lacquaniti, Silvio Lai, Francesca La Marca (relativamente alle elezioni amministrative), Emanuele Lodolini, Sergio Lo Giudice, Doris Lo Moro, Andrea Maestri, Patrizia Maestri, Gianna Malisani, Luigi Manconi, Massimiliano Manfredi, Claudia Mannino, Irene Manzi (relativamente alle elezioni amministrative), Maino Marchi, Raffaella Mariani, Giovanna Martelli, Claudio Martini, Michela Marzano, Donella Mattesini, Alessandro Mazzoli, Fabio Melilli, Michele Meta, Claudio Micheloni, Corradino Mineo, Franco Mirabelli, Michele Mognato, Daniele Montroni, Mario Morgoni, Delia Murer, Martina Nardi, Luis Alberto Orellana (relativamente alle elezioni amministrative), Pamela Orru', Francesco Palermo, Oreste Pastorelli, Luca Pastorino, Edoardo Patriarca, Carlo Pegorer, Serena Pellegrino, Vinicio Peluffo, Caterina Pes, Alessia Petraglia, Stefania Pezzopane, Salvatore Piccolo, Antonio Placido, Ernesto Preziosi, Francesca Puglisi, Laura Puppato (relativamente alle elezioni amministrative), Roberto Rampi, Francesco Ribaudo, Lucrezia Ricchiuti, Lara Ricciatti, Maria Grazia Rocchi, Giuseppe Romanini, Gessica Rostellato, Roberto Ruta, Gian Carlo Sangalli, Giovanna Sanna, Mario Sberna, Francesco Scalia, Gian Piero Scanu, Gea Schiro', Arturo Scotto, Chiara Scuvera, Angelo Senaldi, Marina Sereni, Camilla Sgambato, Arianna Spessotto, Dario Stefano, Gianluca Susta, Bruno Tabacci, Veronica Tentori, Alessandra Terrosi, Marietta Tidei, Walter Tocci, Stefano Vaccari, Giuseppe Vacciano, Daniela Valentini, Liliana Ventricelli, Francesco Verducci, Walter Verini, Adriano Zaccagnini, Sandra Zampa, Alessandro Zan, Giorgio Zanin, Magda Zanoni.
Gentile parlamentare,
vi e' un'Italia civile che si oppone al razzismo e ad ogni violenza.
Vi e' un'Italia democratica fedele ai valori di giustizia, liberta' e solidarieta' sanciti nella Costituzione repubblicana.
Vi e' un'Italia che riconosce il valore infinito di ogni umana esistenza.
Vi e' un'Italia persuasa del fondamento della democrazia: "Una persona, un voto".
Le saremmo assai grati della sua adesione all'appello.
*
Un invito a tutte le persone di volonta' buona
Le persone partecipanti al'incontro invitano tutte le persone di volonta' buona a continuare a premere nonviolentemente sul Parlamento affinche' la proposta dell'appello "Una persona, un voto" sia presa in adeguata considerazione; in questo momento invitiamo in particolare a scrivere al Presidente del Senato ed a tutti i senatori che dovranno discutere la nuova legge elettorale nella prossima settimana, ed a scrivere ai mezzi d'informazione sollecitando la loro attenzione sull'iniziativa.
*
Il momento della solidarieta' e' ora
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno anche all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, ed agli appelli affinche' il Senato deliberi in via definitiva la legge sullo "Ius soli". Ugualmente hanno espresso il loro sostegno all'appello affinche' l'Italia ratifichi al piu' presto il trattato di interdizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017. Invitano infine a promuovere ovunque iniziative nonviolente il 4 novembre come proposto dall'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele".
Una persona, un voto.
Il momento della solidarieta' e' ora.

4. UNA LETTERA AI PARLAMENTARI DALLE PERSONE PARTECIPANTI ALL'INCONTRO "IL MOMENTO DELLA SOLIDARIETA' E' ORA" DEL 13 OTTOBRE 2017 A VITERBO

Gentile parlamentare,
anche dopo l'esito della votazione del 12 ottobre alla Camera dei Deputati vorremmo rinnovarle la richiesta di adesione all'appello "Una persona, un voto" promosso da padre Alex Zanotelli e dalla partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone stabilmente residenti in Italia.
L'appello testualmente recita:
Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.
Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.
Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
Una persona, un voto. Il momento e' ora.
Per adesioni: centropacevt at gmail.com
*
Gentile parlamentare,
Le saremmo assai grati se volesse aderire perlomeno per quanto riguarda il diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutti i residenti come proposto da anni dall'Associazione nazionale dei Comuni d'Italia (Anci) con il progetto di legge recante "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'", a sostegno del quale (insieme alla proposta di legge sullo "ius soli") furono anche raccolte centinaia di migliaia di firme con la campagna "L'Italia sono anch'io".
Anche se questa espressione di un convincimento dovesse restare ininfluente in questa legislatura, ebbene, restera' a futura memoria e potra' forse contribuire affinche' nella prossima legislatura la questione del diritto di voto per tutti i residenti - almeno per le elezioni amministrative - sia posta fin dall'inizio e riceva adeguata attenzione.
Come forse gia' sapra', oltre a migliaia di cittadini, tra cui personalita' autorevolissime della vita culturale, morale e civile, tra le personalita' istituzionali hanno aderito tra gli altri tre ministri emeriti - Maria Chiara Carrozza, Giuseppe Fioroni e Cecile Kyenge - e 188 sue colleghe e suoi colleghi parlamentari in carica di varie forze politiche tanto di maggioranza quanto di opposizione, i cui nomi sono Roberta Agostini, Luisella Albanella, Maria Amato, Sofia Amoddio, Ileana Argentin, Tiziano Arlotti (relativamente alle elezioni amministrative), Massimo Artini, Lorenzo Basso, Eleonora Bechis, Alessandra Bencini, Paolo Beni, Massimiliano Bernini, Giuseppe Berretta, Maria Teresa Bertuzzi, Stella Bianchi, Caterina Bini, Tamara Blazina, Fabrizio Bocchino, Francesco Boccia, Antonio Boccuzzi, Paola Boldrini, Francesca Bonomo, Michele Bordo, Enrico Borghi, Daniele Borioli, Luisa Bossa, Chiara Braga, Alessandro Bratti, Beatrice Brignone, Claudio Broglia, Vincenza Bruno Bossio, Enrico Buemi, Renata Bueno, Salvatore Capone, Sabrina Capozzolo, Renzo Carella, Anna Maria Carloni, Elena Carnevali, Mara Carocci, Marco Carra, Maria Chiara Carrozza, Floriana Casellato, Franco Cassano, Felice Casson, Marco Causi, Massimo Cervellini, Vannino Chiti, Eleonora Cimbro, Monica Cirinna', Giuseppe Civati, Laura Coccia, Roberto Cociancich, Paolo Corsini, Paolo Cova, Diego Crivellari, Giuseppe Luigi Cucca, Gianni Cuperlo, Erica D'Adda, Alfredo D'Attorre, Luigi Dallai, Carlo Dell'Aringa, Loredana De Petris, Lello Di Gioia, Marco Di Lello, Marco Di Maio, Nerina Dirindin, Umberto D'Ottavio, Donatella Duranti, Marilena Fabbri (relativamente alle elezioni amministrative), Gianni Farina, Laura Fasiolo, Nicoletta Favero, Marco Fedi, Ciccio Ferrara, Elena Ferrara, Giuseppe Fioroni, Vincenzo Folino, Cinzia Fontana, Paolo Fontanelli, Federico Fornaro, Filippo Fossati, Gian Mario Fragomeli, Nicola Fratoianni, Carlo Galli, Paolo Gandolfi, Daniela Gasparini, Maria Grazia Gatti, Anna Giacobbe, Francesco Giacobbe, Andrea Giorgis, Gianni Girotto, Luisa Gnecchi, Miguel Gotor, Gero Grassi, Monica Gregori, Giuseppe Guerini, Maria Cecilia Guerra, Paolo Guerrieri, Maria Iacono, Cristian Iannuzzi, Vanna Iori, Florian Kronbichler, Luigi Lacquaniti, Silvio Lai, Francesca La Marca (relativamente alle elezioni amministrative), Emanuele Lodolini, Sergio Lo Giudice, Doris Lo Moro, Andrea Maestri, Patrizia Maestri, Gianna Malisani, Luigi Manconi, Massimiliano Manfredi, Claudia Mannino, Irene Manzi (relativamente alle elezioni amministrative), Maino Marchi, Raffaella Mariani, Giovanna Martelli, Claudio Martini, Michela Marzano, Donella Mattesini, Alessandro Mazzoli, Fabio Melilli, Michele Meta, Claudio Micheloni, Corradino Mineo, Franco Mirabelli, Michele Mognato, Daniele Montroni, Mario Morgoni, Delia Murer, Martina Nardi, Luis Alberto Orellana (relativamente alle elezioni amministrative), Pamela Orru', Francesco Palermo, Oreste Pastorelli, Luca Pastorino, Edoardo Patriarca, Carlo Pegorer, Serena Pellegrino, Vinicio Peluffo, Caterina Pes, Alessia Petraglia, Stefania Pezzopane, Salvatore Piccolo, Antonio Placido, Ernesto Preziosi, Francesca Puglisi, Laura Puppato (relativamente alle elezioni amministrative), Roberto Rampi, Francesco Ribaudo, Lucrezia Ricchiuti, Lara Ricciatti, Maria Grazia Rocchi, Giuseppe Romanini, Gessica Rostellato, Roberto Ruta, Gian Carlo Sangalli, Giovanna Sanna, Mario Sberna, Francesco Scalia, Gian Piero Scanu, Gea Schiro', Arturo Scotto, Chiara Scuvera, Angelo Senaldi, Marina Sereni, Camilla Sgambato, Arianna Spessotto, Dario Stefano, Gianluca Susta, Bruno Tabacci, Veronica Tentori, Alessandra Terrosi, Marietta Tidei, Walter Tocci, Stefano Vaccari, Giuseppe Vacciano, Daniela Valentini, Liliana Ventricelli, Francesco Verducci, Walter Verini, Adriano Zaccagnini, Sandra Zampa, Alessandro Zan, Giorgio Zanin, Magda Zanoni.
*
Gentile parlamentare,
vi e' un'Italia civile che si oppone al razzismo e ad ogni violenza.
Vi e' un'Italia democratica fedele ai valori di giustizia, liberta' e solidarieta' sanciti nella Costituzione repubblicana.
Vi e' un'Italia che riconosce il valore infinito di ogni umana esistenza.
Vi e' un'Italia persuasa del fondamento della democrazia: "Una persona, un voto".
Le saremmo assai grati della sua adesione all'appello.
Le persone partecipanti all'incontro "Il momento della solidarieta' e' ora" del 13 ottobre 2017 a Viterbo

5. LA COSA GIUSTA

Alle persone amiche chiediamo di continuare a scrivere ai parlamentari affinche' aderiscano all'appello "Una persona, un voto".
In questi ultimi giorni prima che il Senato approvi la nuova legge elettorale continuiamo a premere nonviolentemente affinche' a tutte le persone che vivono in Italia sia garantito il primo diritto democratico: il diritto di voto.
Una persona, un voto.

6. RACCONTI ATROCI DELL'AUTUNNO. VLADIMIRO OGLIANOVI: I BUONI MOTIVI

Il fatto e' che le tutte le persone hanno dei buoni motivi per essere infelici.
*
Fulvio Bruni vide Giulio Giulini strangolare una mondana (le chiamava cosi', Fulvietto, "mondane"), e perche' poi? Perche' quella si era messa a strillare perche' non la pagavano. Erano in campagna, non la poteva sentire nessuno, sarebbe bastato darle due ceffoni e scaraventarla giu' dalla macchina. Ma Giuliaccio no, lui si era risentito, e allora la strinse alla gola e la strinse la strinse finche' a quella manco' del tutto il fiato, e spiro'. Io e Fulvietto stavamo fuori della macchina a fumarci una sigaretta. Non ci dispiaceva neppure a noi di essercela fatta gratis, ma di arrivare ad ammazzarla proprio non ci pareva il caso. Invece Giuliaccio lo fece. Poi apri' la borsetta e c'erano si' e no trenta euro, e un cellulare. Demmo fuoco alla borsetta, al cellulare e Giulio voleva bruciare pure i soldi, per sfregio, ma trenta euro sono sempre trenta euro e lo convinsi a non fare la seconda fesseria dopo la prima. Dieci euro per uno, meglio di niente.
Pure il cadavere avremmo voluto bruciare, ma ci voleva la benzina e non potevamo certo succhiarla dal serbatoio della macchina col rischio di ritrovarci poi a piedi. Cosi' ci limitammo a portarla qualche decina di metri lontano dalla strada in un campo incolto, e dal momento che nel portabagagli c'era solo una roncola con quella cercammo di staccarle la testa e gli arti per nasconderla meglio ma era una fatica del diavolo e lasciammo perdere. Cosi' sempre con la roncola un po' tagliammo e un po' strappammo e alla fine ammucchiammo sul cadavere un po' di sterpaglia e con qualche foglio del giornale cercammo di dare fuoco al tutto, ma i fogli del giornale bruciavano subito e la sterpaglia no e figurarsi il cadavere. Era una nottata fredda e umida. Per sotterrarla occorreva scavare una buca e avendo a disposizione solo una roncola non e' una cosa facile: con la roncola potevi tagliare a zolle il terreno (e chissa' quanto ci voleva) ma poi la terra la dovevi spostare con le mani, ed eravamo tutti vestiti col vestito buono perche' era sabato sera, anzi ormai era la notte tra sabato e domenica, saranno state l'una o le due. Bisognava affidarsi ai cani randagi o sacrificare l'ultima bottiglia di cognac, che costava un occhio della testa anche se noi l'avevamo rubata. Con destrezza. Ma veramente era una bestemmia buttare via il cognac per dar fuoco a una battona. Io ero contrarissimo. Pero' mettemmo ai voti e Fulvio e Giulio, scemi come sono, votarono per farlo. Cosi' lo versammo sul cadavere. Tutta la bottiglia. Fu a quel punto che a Fulvio gli venne lo scrupolo che forse non era morta, ma Giulio sentenzio' che se era viva quando avevamo cercato di farla a pezzi con il roncio si sarebbe svegliata di sicuro, e su questo non ci piove, concluse.
Pero' quando accendemmo quella gemette, e mentre friggeva si muoveva a sussulti e rantolava. Fulvio disse: E adesso? E Giulio: E adesso niente, che ti vuoi ustionare per quella carne marcia? E Fulvio: Magari con una coperta si riesce a spegnerla. E io: E chi ce l'ha una coperta? E Fulvio: Gia'. E io: Gia'. E Giulio: Finalmente. Aspettammo che smettesse di muoversi. Il rumore del fuoco non faceva piu' distinguere se gemesse o no. Pensammo che adesso era morta di sicuro. Faceva schifo a guardarla. Giulio lo disse: Guarda che schifo. Io dissi: E pensare che dieci minuti fa. E Giulio disse: Il passato e' passato, penso che possiamo tornare in macchina prima che passa qualcuno e prova a fregarcela. Cosi' tornammo a casa.
Non ne parlammo piu'. I dieci euro miei li spesi tutti subito la mattina dopo al bar. Con gli anni ci perdemmo di vista, io adesso abito in citta', al paese non ci sono piu' tornato, che fine abbiano fatto non lo so. Certo che da giovani eravamo sempre insieme, ci chiamavano i tre moschettieri. Io non li ho piu' cercati, e per quel che ne so neanche loro hanno piu' cercato me. Io non li sopporto gli assassini, magari un giorno sono capaci di ammazzare pure gli amici di una volta. A quella notte ci ho ripensato parecchie volte: mentre Giulio l'ammazzava Fulvio avrebbe pure potuto intervenire, io li considero ugualmente colpevoli tutti e due. Io no, che ero andato a fare un goccio d'acqua li' vicino e quando tornai era tutto finito. O era Fulvio che era andato a fare un goccio d'acqua? Mica me lo ricordo piu' tanto bene. Se mi sento colpevole? E di che? Quando una fa quel lavoro sa quali sono gli incerti del mestiere. Non dico che sia giusto, dico che va cosi'.
Adesso sono sposato, non esco mai la sera, preferisco stare a casa e guardare la televisione, specialmente quando ci sono le partite.
E' la prima volta che racconto questa storia. Per prudenza ho cambiato i nomi. Perche' l'ho raccontata? Magari avro' i miei buoni motivi.

7. RACCONTI DOLENTI DELL'AUTUNNO. VLADIMIRO OGLIANOVI: L'ULTIMA OFFERTA

E' l'ultima offerta, prendere o lasciare. E intanto sventolava la rivoltella come fosse un ventaglio.
*
Era cominciata cosi', che non sono mai stato bravo ad arrampicarmi sugli alberi. Da ragazzino ero agile come una scimmia, pero' era pure vero che ad arrampicarsi sugli ulivi sono capaci pure i paralitici. Ma dove stavo io c'erano solo uliveti e vigne.
Quando andammo a vivere in citta', e allora si' che facemmo la fame, di alberi niente, ma un'infinita' di appartamenti con le brave finestrelle loro, e due erano le cose da imparare: aprire le finestre con un colpo secco, e prima arrampicarsi fino ad arrivarci alla finestra. Ma io gia' ero diventato obeso, e non avevo neppure quindici anni. Cosi' dovetti adattarmi a fare l'esattore, il pubblicano, come dite voi? Certo, nel settore privato, per conto di Nerone. Come sarebbe chi e' Nerone? Si vede che non siete del quartiere. Adesso e' morto da parecchi anni, ma ai suoi tempi lo chiamavano il Negus, per via dei baffi credo. Negus dovrebbe essere una parola africana, o turca, che vuole dire uno coi baffi. Deve essere turca, tutti i turchi ci hanno i baffi, no? E fumano come turchi, no? E Nerone ci aveva i baffi e fumava sempre, proprio come un turco. Poi e' morto di cancro, dicono. Mentre stava in galera. E chi lo sa se e' morto di cancro o di metallo infilato a trinciapollo nel panzone? Sono vecchie storie. Comunque Nerone era il Negus del quartiere, quello che comandava. E io ero uno della banda. Eravamo diversi, quelli piu' giovani - e io a quel tempo ero maschiotto - facevamo le intimidazioni piu' facili e passavamo a riscuotere la tassa, che la chiamavamo cosi', "la tassa". Se poi c'era gente riottosa passavano quelli piu' grandi e grossi di noi e sistemavano. Se non sistemavano loro passava direttamente Nerone e quando passava lui dopo la gente andava a cercare i pezzi degli sbruffoni nel fosso. Polizia nel quartiere neppure ci entrava, eravamo noi la polizia.
Se mi rendevo conto che era male? Ma che domande sono? Mica sono scemo, certo che mi rendevo conto. Ma l'alternativa era che o eri quello che la tassa la pagava o eri quello che la riscuoteva. Era meglio essere quello che la riscuoteva. Nerone ci pagava a mesata e ogni tanto un regaletto. La mesata puntuale come un orologio svizzero, i regaletti secondo come gli girava. E manteneva l'ordine in questo porcile.
*
Quando uscii di galera era cambiato tutto. Nerone non c'era piu', avevano costruito un altro milione di case popolari, era pieno di ragazzini che per una pera ti sparavano un caricatore intero nella zucca e quando avevano finito i colpi gia' non si ricordavano piu' neppure perche'. Ed era arrivato l'Aids. Che ci tornavo a fare nel quartiere? Cambiai citta' e siccome non conoscevo nessuno passai alle rapine.
Le rapine sono la cosa piu' facile del mondo, non e' come i furti che ci vuole la destrezza e tutto quello stress per non farsi vedere che non sei mai sicuro. Le rapine ti metti il passamontagna, tiri fuori la pistola e basta la parola. La cosa piu' difficile e' decidere se devi passare il sacco ai clienti o devi tenerlo tu con l'altra mano, che c'e' sempre quello che non riesce a farci cadere dentro il gruzzoletto e ogni volta ti tocca sacramentare e piu' sacramenti e piu' quello trema come una foglia e allora e' meglio lasciarlo perdere. La mia tecnica e' scappare a piedi. Svolto a zig zag tre o quattro isolati e poi entro in un bar e chiamo un taxi. Mentre zigzago tiro fuori dalla saccoccia una borsa della spesa di quelle grosse da supermercato e ci ficco dentro il sacco col malloppo e il passamontagna sopra, lo so che sarebbe meglio con una valigia di marca ma e' ingombrante nel momento dell'azione.
Ancora non ho mai ammazzato nessuno. Nel corso delle rapine, intendo. E se lo avessi fatto non lo verrei certo a raccontare a voi, no?
La cosa piu' bella delle rapine e' che non ti beccano mai. Soldi se ne fanno pochi, ma ci si campa. Perche' non e' come nei film, anche se rapini la stazione di servizio o l'ufficio postale di soldi ce ne scappano sempre pochini. Ma io sono uno che s'accontenta.
*
Poi mi capita una storia come questa: che era sera e rincasavo e mi fermano due ragazzini con due pistole piu' grosse di loro e uno dice "Fuori i soldi", e l'altro "E' l'ultima offerta, prendere o lasciare". Ci credereste? Mi viene da ridere, ma proprio da ridere come un matto, e quei due interdetti. Mi vennero le lacrime agli occhi dal ridere e solo quando mi ricomposi un po' riuscii a dire "Ma che c'entra?". E il primo: "Come che c'entra? Fuori i soldi". E io: "No, no, quello che ha detto lui". "Perche', che ho detto?". "L'ultima offerta". "Embe', che c'e' da di'?". "Come che c'e' da di'? Fa ride". "Nun fa ride". "E 'nvece fa ride". "E io te sparo". Ci credereste? Mi ha sparato davvero, ed eccomi qua. Al pronto soccorso c'era un infermiere che la settimana prima si era trovato nell'ufficio postale mentre lavoravo e chissa' perche' se l'era legata al dito, che a lui neppure gli avevo levato la fede, niente. M'ha riconosciuto e m'ha denunciato. Se non e' sfiga questa. Pero' la storia dell'ultima offerta e' veramente divertente, no? La gente quando parla proprio non sa quello che dice.

8. RACCONTI DOLENTI DELL'AUTUNNO. VLADIMIRO OGLIANOVI: TRA LA STORIA E LA LEGGENDA

Tra la storia e la leggenda vince sempre la leggenda. Sara'. Sentite questa storia.
*
Vitaliano, che tutti lo chiamavano Tajano, era nato qui in paese ma chi fosse il padre non si seppe mai. Il paese e' cattivo, si sa. Cosi' pure Tajano divento' cattivo, doveva difendersi.
Io c'ero la prima volta che fece un guaio grosso, era proprio fuori del bar, alla fermata della corriera. Io stavo dietro il bancone del bar, che e' mio, e siccome era mattina, i clienti erano pochi e non c'era granche' da fare, tenevo d'occhio che succedeva fuori, e fuori c'erano Gennaro il barbiere e Tajano che altercavano. A quel tempo Tajano andava a garzone, avra' avuto quattordici, quindici anni. Era stato a garzone pure per Gennaro il barbiere che pero' era da un pezzo che non faceva piu' il barbiere e ci aveva un pezzo di terra e un po' di bestiame, e Tajano aveva lavorato pure per lui, ma poi il sor Gennaro l'aveva cacciato e non lo aveva piu' pagato. Faceva semrpe cosi' il sor Gennaro coi garzoni, dopo qualche mese li cacciava per non pagarli. E naturalmente diceva che li cacciava perche' rubavano e che ringraziassero che non li denunciava. Era pappa e ciccia col maresciallo dei carabinieri, e il prete era suo zio.
Pero' a Tajano le ingiustizie non gli stavano bene, e siccome fin da bambino aveva dovuto lottare contro tutto e contro tutti perche' era "il bastardo della sora Nena" sapeva combattere. Cosi' quella mattina dalle parole grosse passarono alle botte, e Gennaro era grosso cinque volte Tajano, ma Tajano aveva il coltello, e mentre il sor Gennaro cercava di strozzarlo Tajano colpiva colpiva colpiva col coltello nel ventre dello strangolatore, e colpi' colpi' colpi' finche' Gennaro il barbiere allento' la presa, divenne tutto bianco e cadde all'indietro. Tajano grido': "Avete visto tutti, cercava d'ammazzamme e io me so' difeso". Poi resto' li', immobile. Passo' il pullman, non sali', resto' li' immobile. Finche' arrivarono i carabinieri e senza dire una parola li segui' in caserma. Poi fini' in riformatorio e quando fu maggiorenne in carcere.
*
Io lavoravo sempre al bar, che e' un lavoraccio, si fatica come addannati senza mai un giorno, un'ora di riposo; pero' e' il bar mio ed e' sempre meglio che stare sotto padrone. Una mattina, saranno passati vent'anni, dal pullman scende uno, e chi lo riconosceva? Entro' nel bar, prese un caffe' e poi mi disse: "Che nun m'ariconoscete, sor Ote'? So' Tajano". Saranno passati vent'anni ma me lo sono ricordato subito. "Come mai da 'ste parti?", dico. "So' uscito, nun sapevo 'ndo 'nna'". "Tu' madre e' morta, l'hai saputo?". "Si', l'ho saputo". "Te serve 'n posto pe' dormi'?". "No, nun credo che me fermo, volevo solo rivede' 'l paese". "Qui nun te vonno bene, Taja'". "Lo so". "Te serveno 'n po' de quatrini?". "Me serveno si''". Gli diedi tutto quello che c'era nella cassa. "Quanno potro' ve li restituisco, sor Ote'". "Lassa perde. Me fa piacere d'aiutatte. Mo' vattene col primo pulma e cerca de nun mettete ne' guai". "Seconno voi 'ndo pozzo anna'?". "Nu' lo so, 'n qualche citta' grossa, al nord, 'ndo' ce so' le fabbriche". "Giusto, me sa che fo propio cosi', grazie de tutto sor Ote'. A che ora passa n'antra corriera?". "Fra 'n'ora. E' mejo se aspetti qui dentro, cerca de nun fatte veda 'n giro". Ma l'avevano gia' visto. "Nun cio' paura, sor Ote'". "Nun e' questione de paura, ma de prudenza. Se po' esse coraggiosi e prudenti, chi va a lo sbarajo nun e' coraggioso, e' solo fregnone". Ma gia' lo  chiamava un voce da fuori: "C'e' qui quel'assassino de Tajano fijo de enne enne?". Lui si irrigidi'. "Lassa perda e resta nel bar", gli dissi. Ma la voce: "Se sente puzza de bastardo fino da qui". E poi un'altra voce: "Bastardo e vijacco, se dev'esse scordato 'l coltello 'n galera". Allora usci' e disse: "Nun me serve 'l coltello". "Allora e' vero che 'n galera te ll'hanno tajate". "Allora e' vvero che ssi cercate rogna l'ete trova". "E vvedemo" disse Cicerone, che era sempre il primo ad attaccar briga e il primo a filarsela. "E vvedemo", disse Tajano. Fu a quel punto che gli arrivo' una sassata su una tempia, poi un'altra sul naso, poi gli furono addosso in tre o quattro e lui a terra che cercava di proteggersi la testa mentre quelli a calci. Finche' arrivo' il maresciallo e lo arresto'. Tutti e quattro testimoniarono che lui li aveva aggrediti. I miei soldi sparirono dalle tasche di Tajano e finirono nelle loro, e se li vennero a bere la sera. Tajano stavolta dalla caserma fini' direttamente in carcere.
*
Passarono altri vent'anni o giu' di li'. Il bar lo ho venduto e sto in pensione. Pero' abito ancora sopra il bar. Sto sulla sedia a rotelle e ho una badante che mi aiuta, e' rumena e e' una brava donna. Visto che non ho mai preso moglie e non ho fratelli ne' sorelle se continua a trattarmi bene penso di fare testamento che quando muoio le lascero' la casa, cosi' se la vende e torna al paese suo con un po' di soldi. Una mattina bussano alla porta. La signora Maria apre e chi si presenta? Tajano. "C'e' il sor Otello?". "Si'". "Posso vederlo?". "Se vuole vendere qualcosa, no. Non ci serve niente". "No, non vendo niente, gli voglio solo restituire una cosa, ditegli che sono Tajano". "Italiano?". "No, Tajano, e' un nome di persona". "Tajano?". "Tajano". Ma io dalla cucina avevo gia' sentito, per farmi sentire strillai: "Entra, entra, sto in cucina". Aveva i capelli bianchi, la faccia scura e grinzosa, ma era ancora alto e forte. Io invece. "Signora Maria, ce lo prepara un caffe'?". "Per il signore si', ma per lei, nonno, no, che le fa male". "Un goccetto, un goccetto solo. Tu mettiti seduto, Taja'. Quanto tempo". "So' venuto a restitui' i soldi che me presto', sor Ote'". "Ma per favore, tielli tu che te serviranno, eppoi nun te li rubbarono quela mattina?". "Me li rubbarono si', ma lei me l'eva prestati e mo' je le restituiscio e tante grazie". "Tielle, Taja', che a me non me serveno e a te 'nvece magare si'". "Ma sso' vvenuto apposta pe' restituille, nu' mme faccia 'st'affronto de rifiutalle". "Allora le pijo e grazzie, se' sempre stato 'n bravo regazzo. Te vo' ferma' a pranzo?". "No, riparto subbito". "Ciai la machina?". "No, sso' venuto co' l'autobusse". "E lo sae quanno c'e' 'l prossimo?". "No, mma lo chiedo al barre". "Mejo de no, 'l barre l'ho vennuto al fio de Magnaca'. Ma po' esse che ll'orario lo sa la signora Maria. Eh, signora Maria, quanno c'e' 'n pulma pe' Rroma o ppe' Orte o ppe' Ssiena?". "Per Roma, Orte o Siena?". "E' uguale". "Per Roma tra dieci minuti". "Allora e' mejo che mme sbrigo, so' contento d'avevve visto, sor Ote'". "Pur'io, Taja'".
Alla fermata lo aspettavano. Mentre lo trascinavano via sanguinante verso la caserma, e ridevano, e ululavano, io pensavo che non sarei vissuto altri vent'anni per poterlo vedere di nuovo mio figlio.

9. GRAZIANO ZONI

E' deceduto Graziano Zoni, un uomo buono.

10. PER FERMARE IL RAZZISMO

Riconoscere l'umanita' di ogni essere umano.
Una persona, un voto.

11. RILEGGENDO "OBBEDIENZA ALL'AUTORITA'" DI STANLEY MILGRAM. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

Si e' svolto lunedi' 16 ottobre 2017 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul libro "Obbedienza all'autorita'" di Stanley Milgram.
*
Stanley Milgram (New York, 1933-1984) e' stato un illustre psicologo sociale autore di varie ricerche e studi di grande importanza, ma soprattutto e' l'ideatore del terribile e disvelatore "esperimento di Milgram" di cui diede poi conto nel suo libro "Obbedienza all'autorita'", un libro che tutti dovrebbero aver letto e meditato.
*
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro. Hanno espresso altresi' il loro sostegno agli appelli affinche' il Senato deliberi in via definitiva la legge sullo "Ius soli". Ugualmente hanno espresso il loro sostegno all'appello affinche' l'Italia ratifichi al piu' presto il trattato di interdizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Le persone partecipanti all'incontro invitano a promuovere ovunque iniziative nonviolente il 4 novembre come proposto dall'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele".

12. ROSARIO VILLARI

E' deceduto Rosario Villari, storico.
Un maestro.

13. AL SEGRETARIO NAZIONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO. UNA LETTERA APERTA

Egregio segretario nazionale del Partito Democratico,
leggo che in questi giorni Lei sta viaggiando per l'Italia nel dichiarato ed apprezzabile intento di ascoltare le opinioni e le proposte della popolazione. Vorrei quindi farLe pervenire anch'io - quidam de populo - un'opinione che e' altresi' una proposta.
*
L'opinione, ovvero la proposta, che poiche' la violenza si contrasta con la democrazia, e perno della democrazia e' il diritto di voto, la prego di considerare se non sia opportuno riconoscere finalmente il diritto di voto a tutte le persone che risiedono stabilmente in Italia, come propone l'appello "Una persona, un voto" sottoscritto da autorevoli personalita' della cultura, della riflessione morale e dell'impegno civile, ed anche da 187 parlamentari, non pochi dei quali del partito di cui Lei e' segretario.
*
Poiche' immagino che sia molto improbabile - per ovvie ragioni, a questo punto giunti - che tale riconoscimento il suo partito possa proporre di inserirlo nella legge elettorale attualmente all'esame del Senato (come invece auspicherei con tutto il cuore), Le sarei grato se considerasse almeno l'opportunita' che il suo partito sostenesse l'approvazione entro la fine di questa legislatura del progetto di legge elaborato anni fa dall'Anci, che in sostanza propone di riconoscere il diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone che risiedono stabilmente in Italia da almeno cinque anni.
*
Credo che anche Lei si renda ben conto, come ogni persona ragionevole, che i milioni di persone non native che vivono in Italia da anni, che hanno arrecato grandi benefici all'economia, al sistema previdenziale e alla tenuta demografica del nostro paese, e che nel loro progetto di vita in questo paese intendono restare e di questo paese si sentono e sono a tutti gli effetti parte, ebbene, hanno ben diritto di poter contribuire alla discussione e all'assunzione delle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
*
Ne' c'e' bisogno di aggiungere che il razzismo che infuria in Europa, il razzismo che e' una delle concrezioni di violenza piu' orribili e infami - poiche' radicalmente nega la dignita' umana di tutti gli esseri umani -, ebbene, il razzismo puo' essere contrastato adeguatamente solo riconoscendo piena dignita' e pieni diritti a tutti gli esseri umani. Ed il primo diritto democratico di chi in un ordinamento giuridico statuale democratico vive e' il diritto di voto: "una persona, un voto", come recita il motto di tutte le grandi lotte democratiche della storia, della civilta' umana.
*
RingraziandoLa per l'attenzione, voglia gradire distinti saluti

14. "NON E' MAI TROPPO TARDI PER FARE LA COSA GIUSTA". UNA LETTERA APERTA AI CAPIGRUPPO DEL SENATO

Egregie ed egregi capigruppo del Senato,
presto il Senato sara' chiamato a pronunciarsi sulla nuova legge elettorale. Prima che i gruppi da voi presieduti assumano decisioni irreversibili vorrei invitarvi a tener conto di due considerazioni che, qualora vi sembrassero persuasive, vi sarei grato se ne faceste oggetto di riflessione con i vostri colleghi senatori.
*
La prima: vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che nella quasi totalita' resteranno in questo paese per il resto della loro vita. Molti di loro sono qui da molti anni, fanno sovente lavori umili e indispensabili che non di rado i nativi rifiutano, i loro figli sono nati qui, e' di questo paese che si sentono parte. Si tratta di quasi un decimo della popolazione italiana, del popolo italiano cosi' come oggi realmente e'. Non vi sembra ragionevole che abbiano il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano? La democrazia si fonda sul principio "una persona, un voto": dove possono esercitare il loro diritto di voto questi nostri conterranei se non qui, nel paese dove vivono, di cui sono parte?
*
La seconda: molti di loro sono venuti in Italia perche' nei luoghi in cui sono nati imperversano dittature, guerre, schiavitu', disastri ambientali e fame. Nessuno piu' di loro sa quanto sia preziosa la democrazia. Nessuno piu' di loro ha ottime ragioni per impegnarsi per la pace, la solidarieta', il bene comune dell'umanita'. Io credo che nella loro stragrande maggioranza eserciterebbero il diritto di voto con esperta saggezza e assoluta fedelta' ai valori per cui lottarono le donne e gli uomini che si opposero al nazismo e al fascismo, le donne e gli uomini che concordi scrissero la Costituzione della Repubblica Italiana. Io credo che sarebbero i piu' strenui difensori delle nostre comuni liberta', del nostro ordinamento giuridico democratico.
*
Egregie ed egregi capigruppo del Senato,
so che questa lettera puo' sembrarvi ingenua, sebbene io sia un vecchio che ha dedicato all'impegno politico l'intera sua vita e quindi tutto posso essere tranne che un ingenuo.
Ma, quale che sia la vostra opinione, vorrei con tutto il cuore invitarvi a cogliere l'occasione che vi si presenta per introdurre finalmente nella nostra legislazione il riconoscimento del diritto di voto per tutte le persone stabilmente residenti nel nostro paese. L'Italia e' una repubblica democratica, ma quando quasi il dieci per cento della popolazione che stabilmente vi vive e' privato del diritto di voto, non stiamo precipitando verso un regime di apartheid? E se anche riteneste impossibile riuscire nei pochi mesi di qui alla fine della legislatura elaborare una legge elettorale adeguata al fine del riconoscimento del diritto di voto per tutti i residenti in relazione alle elezioni politiche, non potreste almeno approvarlo tale riconoscimento in relazione alle elezioni amministrative? L'Associazione nazionale dei Comuni d'Italia (Anci) ha predisposto da anni un progetto di legge a tal fine, recante "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'", progetto di legge presentato da anni in Parlamento, sostenuto non solo dalla generalita' degli enti locali consapevoli della realta' effettuale, ma anche da tante associazioni e da migliaia e migliaia di cittadini che apprezzarono e sottoscrissero a suo tempo le due proposte di legge d'iniziativa popolare della campagna "L'Italia sono anch'io" (l'altra e' quella - ragionevolissima anch'essa per chiunque l'abbia letta - cosiddetta dello "ius soli / ius culturae").
La legislatura sta per concludersi, e' vero. Ma non e' mai troppo tardi per fare la cosa giusta.
*
Vogliate gradire un cordiale saluto

15. ALBERTO L'ABATE

E' deceduto Alberto L'Abate, amico della nonviolenza.
Rese migliore l'umanita'.

16. AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI: "VOGLIA DARE IL SUO CONTRIBUTO ALLA CAUSA DELLA DEMOCRAZIA"

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
ignoro se quando giungera' nell'aula del Senato la proposta della nuova legge elettorale gia' approvata dalla Camera dei Deputati, il governo intendera' porre nuovamente la fiducia, e spero vivamente che questo non accada.
Le scrivo infatti auspicando che il governo non impedisca la discussione in aula ponendo la fiducia, ma anzi voglia consentire al Senato nella sua pienezza una discussione attenta e adeguata.
Se questa discussione attenta e adeguata vi sara', mi permetta di segnalarle ancora una volta l'opportunita' che finalmente si tenga conto di quanto anche 187 parlamentari in carica hanno proposto: ovvero che si rifletta seriamente, finalmente, sulla opportunita', ovvero sulla necessita', del riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone stabilmente residenti in Italia.
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
mi permetta di trascrivere qui le due considerazioni che ho proposto ieri ai capigruppo del Senato: "La prima: vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che nella quasi totalita' resteranno in questo paese per il resto della loro vita. Molti di loro sono qui da molti anni, fanno sovente lavori umili e indispensabili che non di rado i nativi rifiutano, i loro figli sono nati qui, e' di questo paese che si sentono parte. Si tratta di quasi un decimo della popolazione italiana, del popolo italiano cosi' come oggi realmente e'. Non vi sembra ragionevole che abbiano il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano? La democrazia si fonda sul principio "una persona, un voto": dove possono esercitare il loro diritto di voto questi nostri conterranei se non qui, nel paese dove vivono, di cui sono parte?
La seconda: molti di loro sono venuti in Italia perche' nei luoghi in cui sono nati imperversano dittature, guerre, schiavitu', disastri ambientali e fame. Nessuno piu' di loro sa quanto sia preziosa la democrazia. Nessuno piu' di loro ha ottime ragioni per impegnarsi per la pace, la solidarieta', il bene comune dell'umanita'. Io credo che nella loro stragrande maggioranza eserciterebbero il diritto di voto con esperta saggezza e assoluta fedelta' ai valori per cui lottarono le donne e gli uomini che si opposero al nazismo e al fascismo, le donne e gli uomini che concordi scrissero la Costituzione della Repubblica Italiana. Io credo che sarebbero i piu' strenui difensori delle nostre comuni liberta', del nostro ordinamento giuridico democratico".
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
non so se lei ha avuto notizia dell'appello "Una persona, un voto" promosso da padre Alex Zanotelli e dalla partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia; a questo appello hanno gia' aderito migliaia di cittadini, e tra essi anche moltissime illustri personalita' della vita culturale, morale, civile ed istituzionale italiana, da Giancarla Codrignani a Heidi Gaggio Giuliani, da Raniero La Valle a Giorgio Nebbia, da Francuccio Gesualdi a Moni Ovadia, da Chiara Ingrao a Luisa Morgantini, da Riccardo Orioles ad Annamaria Rivera, da Anna Bravo a Savino Pezzotta; e tra le personalita' rappresentative delle istituzioni anche tre ministri emeriti: Maria Chiara Carrozza, Giuseppe Fioroni e Cecile Kyenge, e - lo ricordavo gia' sopra - ben 187 deputati e senatori in carica.
Esso testualmente recita: "Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.
Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
Una persona, un voto. Il momento e' ora".
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
anche se non avesse avuto notizia dell'appello "Una persona, un voto" sicuramente e' al corrente del progetto di legge predisposto anni fa dall'Anci (l'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia) recante "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'", progetto presentato in Parlamento col sostegno delle migliaia e migliaia di firme della campagna "L'Italia sono anch'io" (la campagna che raccolse contestualmente le firme per la proposta di legge d'iniziativa popolare sullo "ius soli", che ha messo capo al testo gia' approvato dalla Camera ed a favore del quale anche lei si e' espresso).
Ebbene, almeno sulla proposta formulata dall'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia di riconoscere il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone che risiedono in Italia da almeno cinque anni chi mai potrebbe non concordare? Solo persone affette da quella patologia denominata razzismo.
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
e' vero che la legislatura volge al termine, ma non ritiene che sarebbe un luminoso titolo di merito di questo Parlamento (e quindi anche del Governo che ne e' oggi espressione), se entro questa legislatura finalmente si riconoscesse, almeno per le elezioni amministrative, almeno per le elezioni amministrative, il diritto di voto a tutte le persone stabilmente residenti in Italia da molti anni? Considerato che vi e' gia' un testo di legge ineccepibile in punto di diritto appositamente predisposto dall'Anci, esso potrebbe essere agevolmente discusso ed approvato in breve tempo col consenso unanime di tutti i parlamentari non razzisti (e piacerebbe sperare con l'unanimita' del Parlamento, come sarebbe bene quando si fanno scelte che indubitabilmente promuovono il bene comune).
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
voglia dare il suo contributo alla causa della democrazia, alla causa della dignita' umana. Si pronunci e si adoperi per il pieno inveramento nel nostro paese del fondamento stesso della democrazia e della civile convivenza: una persona, un voto.
Augurandole ogni bene

==================================
ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
==================================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 281 del 14 novembre 2017

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

Per non riceverlo piu':
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe
In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Gli unici indirizzi di posta elettronica utilizzabili per contattare la redazione sono: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com