[Nonviolenza] Una persona, un voto. 243



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UNA PERSONA, UN VOTO
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Per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che risiedono in Italia
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Numero 243 del 10 novembre 2017

In questo numero:
1. Il Senato approvi la legge sullo "ius soli / ius culturae"
2. "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile
3. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
4. La Casa Internazionale delle Donne contro ogni ipotesi di sfratto
5. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
6. Verso la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" del 25 novembre
7. Omero Delli Storti: L'artista, il guerriero ed altri casi di studio per l'anatomia del maschilismo

1. APPELLI. IL SENATO APPROVI LA LEGGE SULLO "IUS SOLI / IUS CULTURAE"

Non e' possibile che un bambino ovvero una bambina, un ragazzo ovvero una ragazza, nati in Italia, cresciuti in Italia, che studiano in Italia, che vivono nella comunita', nella lingua e nella cultura italiane, possano essere ritenuti alieni: sono con tutta evidenza cittadine e cittadini italiani ancor prima di aver compiuto i diciotto anni, quando la legge vigente gia' riconosce loro il diritto di decidere di essere cittadini italiani con una semplice dichiarazione personale.
Perche' quindi continuare a umiliare e perseguitare dei bambini?
Perche' quindi continuare a negare la flagrante realta' che chi nasce e vive in Italia e' un cittadino italiano?
Ad eccezione di un'infima minoranza di pervertiti, nessuno in Italia vuole essere un persecutore di bambini.
Ad eccezione di un'infima minoranza di razzisti, nessun senatore potrebbe in scienza e coscienza negare il suo voto a una legge che prende atto della realta' e riconosce a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, un diritto che loro appartiene: il riconoscimento giuridico del fatto inconfutabile che sono parte del popolo italiano, che sono cittadini italiani.

2. INIZIATIVE. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN APPELLO ALL'ITALIA CIVILE

Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.
Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.
Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
Una persona, un voto. Il momento e' ora.

3. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

4. LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE CONTRO OGNI IPOTESI DI SFRATTO
[Attraverso la mailing list delle "Donne in nero" riceviamo e diffondiamo questo comunicato del direttivo della Casa Internazionale delle Donne]

La Casa Internazionale delle Donne contro ogni ipotesi di sfratto
Conferenza stampa venerdi' 10 novembre, ore 12,30
Assemblea cittadina lunedi' 13 novembre, ore 18
Casa Internazionale delle Donne via della Lungara 19
#lacasasiamotutte
La Casa Internazionale delle Donne, patrimonio della citta' di Roma e risorsa per tutte le donne e' oggi a rischio di sfratto da parte del Comune.
Da oltre trent'anni questo luogo, unico in Europa, rappresenta un punto di riferimento delle donne italiane e straniere e del femminismo internazionale. La Casa e' da tutti apprezzata e riconosciuta per la sua capacita' di autogestione e per avere mantenuto in ottimo stato un bene pubblico frequentato annualmente da oltre 30.000 persone, di essere luogo di offerta di servizi sociali e culturali, di svolgere azioni di accrescimento delle capacita' delle donne. Tutto questo e' il frutto del lavoro volontario e dell'impegno quotidiano e gratuito di centinaia di donne e di decine di associazioni.
Per decenni questo luogo e' stato salvato, conservato, restaurato, reso vivo e frequentato, sottratto al degrado cui sono andati incontro tanti beni pubblici della nostra citta'. Anche la Casa corre ora oggi il pericolo di chiusura cui sono andate incontro tante associazioni e realta' sociali di Roma.
Il debito che ci viene attribuito dall'Amministrazione non tiene conto del valore dei servizi che vengono offerti. In tal senso la Casa Internazionale delle Donne, fin dal 2013, ha iniziato un'interlocuzione con il Comune di Roma il quale, dopo avere verificato la qualita' dei servizi, proponeva una valutazione del loro valore economico dell'ordine di 700.000 euro annui.
Con questa Giunta la Casa aveva avviato un confronto per risolvere il problema del debito e la definizione di un affitto realmente sostenibile, salvaguardando e rilanciando il valore della Casa e il suo futuro al servizio della cittadinanza. Per questo la lettera di richiesta di rimborso immediata, in mancanza del quale "si procedera' all'attivazione, senza ulteriore comunicazione, sia della procedura coattiva; in sede civile, per il recupero del credito, sia della procedura di requisizione del bene in regime di autotutela" e' giunta del tutto inattesa.
La Casa Internazionale delle Donne ha risposto alla comunicazione del Comune chiedendo con urgenza alla Sindaca e alle Assessore competenti di riaprire l'interlocuzione e di sospendere il termine perentorio di pagamento.
La Casa Internazionale delle Donne e' molto grata per la solidarieta' ricevuta da tantissime donne e uomini, associazioni e Istituzioni. Queste testimonianze confermano il valore e l'apprezzamento di cui la Casa gode non solo nella citta' di Roma ma in tutto il Paese.
Il direttivo della Casa Internazionale delle Donne

5. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

6. REPETITA IUVANT. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE" DEL 25 NOVEMBRE

Si svolge il 25 novembre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".
Ovunque si realizzino iniziative.
Ovunque si contrasti la violenza maschilista e patriarcale.
Ovunque si sostengano i centri antiviolenza delle donne.
Ovunque si educhi e si lotti per sconfiggere la violenza maschilista e patriarcale, prima radice di tutte le violenze.

7. RACCONTI DELL'ORRORE. OMERO DELLI STORTI: L'ARTISTA, IL GUERRIERO ED ALTRI CASI DI STUDIO PER L'ANATOMIA DEL MASCHILISMO

L'artista e la sua musa
L'appello: musa; intendo: schiava.
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Il riposo del guerriero
Come la guerra e' la prosecuzione della politica con altri mezzi, lo stupro e' la prosecuzione e il premio della guerra. E un uomo che sia un uomo e' sempre in guerra; chi non lo sa?
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In discoteca
Se non volevano, non ci venivano qui in discoteca, no? Che non lo sanno come siamo fatti?
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Autorita' maritale
Dico: il marito sono io. O no? E chi li porta i pantaloni? E poi se sono piu' grosso ci sara' pure un motivo, voi che dite? Tante storie per qualche costola rotta.
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Un onanista
E a cosa volete che pensi? Alla solitudine di questo schifo di vita? Alla sessualita' come segreto e come vergogna? Al mondo come volonta' e come rappresentazione? Penso alla gioia selvaggia di violentare tutte le donne giovani e belle, ecco a che penso.
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Un tifoso
La partita, si', mi piace.
E piu' della partita mi piace pestare quei mammalucchi di quell'altra squadra, di qualunque squadra.
E piu' di tutto mi piace quello che piace a tutti gli uomini che siano veri uomini e abbiano un'automobile.
Sono li', sul ciglio della strada, che aspettano. E non sanno cosa le aspetta questa notte. Gli faccio due favori, a quelle schifose.
Il mio nome di battaglia e' Lupo solitario. Se non avessi paura che hanno qualche malattia certe volte alla fine avrei voglia di strappargli il cuore e berne il sangue.
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Il graduato
La gerarchia e' la gerarchia: il mondo ha bisogno di ordine.
Sopra tutti c'e' Dio. Poi lo Stato, che e' per natura Etico come stabilisce la Legge e spiegano i Filosofi. Poi l'Arma cui mi onoro di appartenere e gli Ordini Superiori. Poi la Legge, "dura lex, sed lex", "si vis pacem, para bellum", "dux, lux", "pater familias", "quod erat demonstrandum": il Latino e' la vera lingua della nostra Stirpe e non mente mai. Poi c'e' la Proprieta' del Cittadino Possidente. Poi le Feste Comandate. Poi l'Ordine Pubblico. Poi il Decoro delle Citta', le Strutture Produttive e le Civili Infrastrutture. Poi il Cittadino Qualunque, finche' riga dritto. Poi il Legittimo Svago, comprensivo di ferie, vacanze marittime e montane, televisione, sport e spettacoli d'arte varia. E poi le Femmine Fattrici, gli animali e le masserizie, legittimamente detenuti dai Legittimi Proprietari. Poi la Criminalita' Organizzata, nemica dello Stato ma pur sempre Organizzata e per questo Rispettabile. Poi gli Stranieri di Paesi Alleati. Poi gli stranieri clandestini, fomentatori di ogni nequizia, spacciatori e comunisti. Poi le donnacce, l'immondizia e le ex-colonie d'oltremare, cioe' le Res Nullius, e sulle donnacce, l'immondizia e le ex-colonie d'oltremare vale per Antica Civile Consuetudine il diritto di stupro e di saccheggio.
Senza ordine e gerarchia la civilta' morirebbe nello spazio di un respiro.
*
Il rivoluzionario
A me 'ste femministe m'hanno propio scassato le recchie: sempre a lamentasse, a strilla', a roppe ll'anima (pe' parla' pulito). E che sara' mai, nun e' mai morta nessuna pe' 'n po' de tricche-tracche, che poi je piace pure a loro, fanno tanto le smorfiose ma je piace, je piace, ve lo dico io p'esperienza perzonale che quel no-no-no e' tutta 'na manfrina; come quanno continuano a piagne pure dopo: tutta manfrina. E poi 'ste femministe sempre ch'abbaiano, abbaiano, abbaiano e nun s'azzitteno mia. C'e' dda fa' la rivoluzzione e queste ce fanno perde tempo co' 'ste lagne piccolo-borghesi.
Chiaro, chiaro che nun e' giusto quanno 'r marito ammazza la moje o 'l cornuto la regazza (che magari ce sarebbe da fa' 'n raggionamento, no? 'n omo ch'e' n'omo cia' pure 'r zenzo dell'onore, no? che nun ce lo sapeveno da prima de provocallo?): ma 'l problema e' 'n antro, e' la struttura de la societa' che va cammiata radicalmente: fatta la rivoluzione sara' risolto pure 'sto problema de le femmine mort'ammazzate, mo' nun me pare propio 'l caso de perdece tempo adesso.
Co' tutta la ggente che mmore pe' ll'incidenti stradali, de cancro ar pormone, assassinata dar capitalismo e dar fascismo, ma cche cce ne po' frega' de quattro sgallettate che quarcuno ha esagerato a mettele a posto? Nun dico che e' giusto, eh, dico solo che cce so' ccose piu' 'mportanti. E poi toccherebbe pure vede' caso per caso, no? Nun dico ch'e' giusto, ma magari se uno ammazza la moje o la regazza qualche raggione ce la potrebbe pure ave', no? Analisi concreta de la situazione concreta, come diceva il compagno Lenin; siamo materialisti dalettici mica fregnoni. E cercamo de nun esse ipocriti, che lo sapemo che le femmine le fanno de tutt'i colori pe' manna' fori de testa 'n omo, e poi se lamenteno e fanno le santarelline vergini e martiri. Vergini e martiri: me vene da ride. Ma 'nnamo, famola finita.
Volemo di' la verita', ch'e' sempre rivoluzzionaria, come diceva il compagno Gramsci? tutte 'ste lagne su la violenza su le donne so' ssolo diversioni piccolo-borghesi pe' distoje la classe dal suo compito storico, indicatole dai compagni Marx ed Engels. Se 'ste femministe se ne stessero a casa a ffa' la calza nun farebbero 'n soldo de danno, e ll'omini ciavrebbero piu' tempo pe' ffa' avanza' la causa der proletariato.
Co' tutto 'r da fa' che ciavemo, ce mancaveno solo 'ste scassarecchie de le femministe. Je l'ho ddetto l'artra sera a Giujetta (che sso' vent'anni che semo sposati e ancora nun ha 'mparato a cucina' ll'abbacchio); je l'ho detto che sse sse mette a ffa' la femminista giuro su ddio che j'apro la panza co' 'na cortellata.
*
Quattro amici al bar
- L'hai vista quella?
- Bbona.
- L'hai vista quella?
- Brecchia.
- L'hai vista quella?
- Brecchia.
- L'hai vista quella?
- Bbona.
...
- Ammazza quanto s'e' ffatto tardi. E' ora d'anna' a dormi'.
- Bonanotte.
- Bonanotte.
- Bonanotte.
*
L'intellettuale ben temperato
Io sono per l'eguaglianza, ci mancherebbe.
E per i diritti civili, per tutti e tutte.
Come no, ci vuole un linguaggio inclusivo, e' giusto.
Il maschilismo e' una lebbra, l'ho sempre detto io.
E chi non l'ha letto Speculum?
L'ho pure registrato lo spettacolo della Ensler. Certo non e' Brecht, pero' niente da dire, colpire colpisce. L'ho pure registrato.
C'ero, c'ero in piazza e ho ballato pure io che non sono proprio Tony Manero. Avevo studiato i passi a casa, guardandoli su Youtube. Bisogna saperle usare le nuove tecnologie, lo dico sempre.
E' un orrore vedere queste ragazzine sul ciglio della strada che attendono i clienti, io sono decisamente per la riapertura dei bordelli. Il diritto alla salute innanzitutto.
*
Un professore
Sono diaboliche, diaboliche. Se non fossero minorenni, se non fosse per la cattedra e lo stipendio, io non lo so che mi trattiene.

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UNA PERSONA, UN VOTO
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Per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che risiedono in Italia
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Numero 243 del 10 novembre 2017
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com