[Nonviolenza] Una persona, un voto. 242



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UNA PERSONA, UN VOTO
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Per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che risiedono in Italia
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Numero 242 del 9 novembre 2017

In questo numero:
1. Il Senato approvi la legge sullo "ius soli / ius culturae"
2. "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile
3. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
4. Verso la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" del 25 novembre
5. Omero Delli Storti: Gli storici
6. Omero Delli Storti: Il produttore
7. Omero Delli Storti: 'Na zzuccata

1. APPELLI. IL SENATO APPROVI LA LEGGE SULLO "IUS SOLI / IUS CULTURAE"

Non e' possibile che un bambino ovvero una bambina, un ragazzo ovvero una ragazza, nati in Italia, cresciuti in Italia, che studiano in Italia, che vivono nella comunita', nella lingua e nella cultura italiane, possano essere ritenuti alieni: sono con tutta evidenza cittadine e cittadini italiani ancor prima di aver compiuto i diciotto anni, quando la legge vigente gia' riconosce loro il diritto di decidere di essere cittadini italiani con una semplice dichiarazione personale.
Perche' quindi continuare a umiliare e perseguitare dei bambini?
Perche' quindi continuare a negare la flagrante realta' che chi nasce e vive in Italia e' un cittadino italiano?
Ad eccezione di un'infima minoranza di pervertiti, nessuno in Italia vuole essere un persecutore di bambini.
Ad eccezione di un'infima minoranza di razzisti, nessun senatore potrebbe in scienza e coscienza negare il suo voto a una legge che prende atto della realta' e riconosce a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, un diritto che loro appartiene: il riconoscimento giuridico del fatto inconfutabile che sono parte del popolo italiano, che sono cittadini italiani.

2. INIZIATIVE. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN APPELLO ALL'ITALIA CIVILE

Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.
Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.
Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
Una persona, un voto. Il momento e' ora.

3. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

4. REPETITA IUVANT. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE" DEL 25 NOVEMBRE

Si svolge il 25 novembre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".
Ovunque si realizzino iniziative.
Ovunque si contrasti la violenza maschilista e patriarcale.
Ovunque si sostengano i centri antiviolenza delle donne.
Ovunque si educhi e si lotti per sconfiggere la violenza maschilista e patriarcale, prima radice di tutte le altre violenze.

5. RACCONTI DESOLATI DEL TARDO AUTUNNO. OMERO DELLI STORTI: GLI STORICI

Adesso non e' che pretendo di capire tutto, non sono un presuntuoso, ma il cervello ce l'ho pure io, no? E siccome non sono l'ultimo dei fessi, eh no, e' da un bel pezzo che me ne sono accorto che i signori che comandano ci raccontano un sacco di frescacce. Ma proprio un sacco, dico io.
Per esempio quelli che scrivono la storia, no? Loro dicono che e' successo queste e quello, ma che ne sanno? C'erano? No che non c'erano, e allora zitti e mosca. Dovrebbero almeno ammetterlo che sono cose che sanno per sentito dire. Per esempio la storia dei tempi antichi, quando non c'era la televisione. La televisione fa la ripresa e poi la puoi rivedere pure al rallentatore, no? Era gol o non era gol? C'era il rigore o non c'era? Questa e' scienza. Invece ai tempi della storia antica la televisione non c'era, non c'era la moviola, non c'era niente, erano i tempi antichi. E allora, dico io, che ne sai se le storie che raccontano sono vere o no? Dice: il colosseo. Lo potrebbero pure aver costruito cent'anni fa, che ne sai? C'era la televisione cent'anni fa? No. E allora che ne sai? Dice: pero' sta scritto sui libri. E qui casca l'asino, dico io. Perche' allora se io prendo un libro e ci scrivo sopra "Cencio e' cornuto", allora vuole dire che Cencio e' cornuto? Non vuole dire niente, Cencio puo' essere cornuto e puo' non essere cornuto, non dipende dal fatto che lo scrivo io sul libro, o sul muro del cesso della stazione. Dice: che c'entrano i libri col muro del cesso della stazione? C'entra, perche' sono posti che ci si scrive sopra, o no? E allora c'entra, dico io.
E adesso fo un esempio: allora, c'e' 'sto libro de 'sto Tacito che a Terni gli hanno dedicato una strada, o una piazza, no? E a chi le dedichi le strade e le piazze? Alla gente importante, no? E perche' e' importante 'sto Tacito? perche' faceva lo storico, no? E qui casca l'asino, dico io. Sentite qua: 'sto Tacito era un antico romano, no? E scrive un libro sui tedeschi del tempo degli antichi romani. E i tedeschi di qua, e i tedeschi di la', e i tedeschi fanno cosi', e i tedeschi fanno cosa', tutto un libro. E a Terni allora tutti quanti: ma quanto e' bravo 'sto Tacito che ha fatto 'sto libro sui tedeschi, e chi li conosceva i tedeschi, e mo' li conoscemo grazie a 'sto Tacito e ce tocca dedicaje 'na strada. E vabbe'. Vabbe', dite voi? Vabbe' un corno, dico io. E mi spiego. Ce lo sanno tutti che i tedeschi mangiano le patate, infatti i tedeschi tutti li chiamano mangiapatate. E perche' li chiamano mangiapatate? perche' mangiano le patate, no? E questo e' un fatto, mica chiacchiere. Allora, adesso ve ne dico una che di sicuro non ve l'aspettate: le patate in Europa nei tempi antichi non c'erano. Ah, adesso restate a bocca aperta, eh? eh? A bocca aperta. Le patate, se lo volete sapere, stavano in America. E solo dopo la scoperta dell'America le hanno portate in Europa. Ma ai tempi degli antichi romani l'America neanche sapevano che esisteva. Nisba, nix, zero carbonella. E allora come facevano ad esserci i tedeschi che sono tutti mangiapatate se non c'erano le patate? Sarebbero morti di fame. Ecco qua spiegato tutto il mistero: a quel tempo la Germania era vuota, non ci abitava nessuno. E i romani quando l'hanno conquistata non c'era nessuno. Pero' ai romani gli piaceva - eccome se gli piaceva - di far credere che chissa' che guerre avevano fatto, e allora dicevano che c'erano tutti quei tedeschi che invece non c'era nessuno. E allora 'sto Tacito, diciamo le cose come stanno, eh? 'Sto Tacito era proprio un gran buciardo, come si dice da noi, sissignore, proprio un gran buciardone, e tutti gli abbocconi a crederci alle panzane sue. Pure la strada gli hanno dedicato.
Gli storici, te li raccomando.

6. RACCONTI CRUDELI DEL GELIDO INVERNO. OMERO DELLI STORTI: IL PRODUTTORE

Questa e' bella, io ci metto i soldi e il regista se la porta a letto. Io pago e lui consuma. Nossignore: io compro, io consumo.
Non facciamo i chierichetti, eh? non facciamo i santarellini, forza; che siamo tutti adulti e vaccinati: con tutti i soldi che ci butto neanche uno sfizio mi ci cavo? E se poi il film va male, eh? Ho buttato un quintale di soldi nel cesso e neppure una soddisfazioncella? Chi mi risarcisce, la Caritas? La Banca Centrale Europea? Nossignori, non mi risarcisce nessuno. Ne-ssu-no. E allora mi sono preso un anticipetto. Sono soldi miei, ci faccio quel che mi pare. E' il libero mercato, no?
E poi che faccio? Quello che fa ogni datore di lavoro, ogni capufficio, ogni collega che passa davanti alla fotocopiatrice, ogni vicino che offre un passaggio in automobile alla giovinotta del piano di sopra. Voi no? Non ci credo neanche se vi vedo. So leggere nel pensiero della gente io, faccio i film. Lo so che vi passa per la crapa quando vedete certi mammiferi di lusso. Certo, l'ho letto anch'io qualche libro, che vi credevate?
Li conosco i moralisti, blaterano, blaterano, poi dopo cena escono, zompano in macchina mezzi bevuti e vanno sulla Flaminia a comprarsi una botta di vita con la ragazzina slava o la nigeriana. Perche', quelle stanno li' per divertimento? E che non gli piacerebbe fare le attrici? E adesso ditemi se le tratto meglio io o voi, ipocriti che non siete altro.
Ve li meritate i film porno, impotenti che non siete altro.
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Si lamentano, si lamentano, e di che si lamentano? Se finivano a lavare le scale stavano meglio? Di ragazze belline ce n'e' a fiumi, non mi ci vuole niente a dire questa si' e questa no. Decido io la sbarbina che avra' la piscina e quella che pulisce i cessi alla stazione. Si chiama principio di realta'. Non vi piace questo mondo? Fatevene un altro se siete capaci, queli che ci hanno provato avete visto che fine hanno fatto: quando gli e' andata bene sono diventati come noi, solo parecchio piu' pezzenti. Benvenuti nel mondo reale, bellezze al bagno. O devo dire: anime belle, eh? L'ho letto o no pure io qualche libro, eh?
Dice: pensa solo ai soldi. E io zitto. Dice: pensa solo al sesso: e io zitto. Che poi e' una contraddizione, no? Se penso solo ai soldi non penso solo al sesso, e viceversa. E poi voialtri a che pensate, eh? Non pensate pure voi solo ai soldi e al sesso? Che poi non sono la stessa cosa? Hai i soldi, fai sesso; non hai i soldi? e allora non mi fate parlare che e' meglio. Eh?
Comunque io faccio pure i film, e che sarebbe la vitaccia vostra senza i film che ve li do' io? Ve lo dico io che sarebbe: sarebbe solo quell'immondizia della vitaccia vostra, invece io coi film vi faccio passare quel par d'ore senza pensarci a che schifo di vita fate. Mi dovreste solo che ringraziare. Se mi prendo qualche sollazzo ci avro' pure diritto, no?
E poi, facciamola finita, la verita' e' che ci stanno, ci stanno tutte. Tu-tte. E tutti, eh, perche' non e' che i maschietti si tirerebbero indietro, e' che a me mi piacciono solo le belle figliole. Che ci stanno tutte. Come se non lo sapessero che c'e' la tassa da pagare. Si', il biglietto d'ingresso. Voi lo pagate, no? E loro pure. C'e' sempre un biglietto d'ingresso da pagare. Io lo so, voi lo sapete, loro lo sanno. E pagano, eccome se pagano. E non si lamentano mica quando pagano.
Ma quali diritti umani, ma quale dignita' umana. Sono solo femmine. Lo dice la parola stessa: diritto umano e' diritto dell'uomo; se era anche della donna si diceva diritto umano e donnano, ma la parola donnano neppure esiste. Significhera' pure qualche cosa.
*
Tutto si compra e si vende a questo mondo. E a me mi sta bene cosi'. Faccio il produttore. Io lo capisco che i pezzenti vogliono fare i comunisti. Ma apposta paghiamo la polizia, no? E lo capisco che alle donne gli scoccia di essere le schiave degli uomini. Facessero le comuniste pure loro, tanto noi abbiamo sempre la polizia. Le leggi? E chi li paga quelli che fanno le leggi? Le pagate voi che non ci avete una lira per piangere? Non provate a venire a spiegarmi come va il mondo, che sono il campione del mondo a spiegare come va il mondo: il pesce grosso mangia il pesce piccolo, eccetera eccetera.
E adesso mi denunciano, a me. Dovrei essere io a denunciare a loro, che ce ne fosse stata una che sapesse fingere un orgasmo come si deve, e ci fanno pure le attrici, dico.

7. RACCONTI GROTTESCHI DEL GELIDO INVERNO. OMERO DELLI STORTI: 'NA ZUCCATA

Tutte 'ste pippe pe' 'na zzuccata.
Che, primo, nun je ll'ho mmanco data.
Seconno, si je l'ho ddata manco m'aricordo.
Terzo, e' che sso' 'nciampicato e p'appoggiamme e nun casca' je so' ito addosso, e cio' li testimoni.
*
Che semmai dovrei esse io a denuncia' a essi, no essi a mme.
E tte lo spiego.
Primo: de chi e' la Rai? De chi paga 'r canone. E guarda 'n po': io lo pago 'r canone. Me lo fanno paga' ppe' fforza co' la bbolletta de la luce 'sti bojaccia. E allora spiegheme 'n po': te pare possibbile che tu paghi uno e quello te vene a roppe li zzebbedei? Me doverebbe da risarci' 'r danno, me doverebbe.
Seconno: io stavo a ffamme li fattacci mia, no? E esso me vene addosso co' 'sto microfono e 'sta cinepresa. E me s'appiccica peggio de 'na cimice. A casa mia 'sto modo de fa' se chiama stalking, se chiama. J'ho detto: levete, e esso gnente; levete, e gnente; levete ch'abbuschi, e gnente. Finche' ha bbuscato. Se l'ho castigato era 'r minimo che sse potesse fa', tocchera' pure da educalla la ggente a le bbone maniere.
Terzo: a me la pubblicita' nu' mme serve, cio' gia' 'r lavoro mio, la clientela mia, e m'abbasta. Che ade' obbrigatorio da fini' 'n televisione? Nun cio' diritto io a la mi' privacy? La legge su la privacy vale solo quanno lo dicono l'artri?
Si mme ggira pijo e li denuncio a que' du' lumaconi e a la Rai. Je vojo chieda 'n risarcimento che vojo falli piagne. Je la 'nzegno io ll'educazzione a 'sti birbaccioni.

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Numero 242 del 9 novembre 2017
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com