[Nonviolenza] Archivi. 264



 

==================================

ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

==================================

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Numero 264 del 2 settembre 2017

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di agosto 2017 (parte seconda)

2. Una decisione necessaria per sconfiggere razzisti e schiavisti. Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri

3. Ogni spada

4. In vacanza

5. Vladimiro Oglianovi: Rieducare gli educatori (parte prima)

6. Un anniversario

7. La sinistra rinasce se

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI AGOSTO 2017 (PARTE SECONDA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di agosto 2017.

 

2. UNA DECISIONE NECESSARIA PER SCONFIGGERE RAZZISTI E SCHIAVISTI. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Oggetto: per cessare di commettere errori marchiani nella politica mediterranea, per uscire dalla subalternita' ai criminali sofismi del discorso razzista e agli scellerati interessi delle mafie schiaviste, occorre innanzitutto riconoscere al piu' presto il diritto di voto ad oltre cinque milioni di effettuali italiani che per il mero accidente di non essere nativi del paese sono tuttora privati del primo diritto democratico, il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche nel luogo in cui vivono, il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che le loro stesse vite direttamente riguardano. S'inveri finalmente in Italia il principio fondamentale della democrazia: una persona, un voto.

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

la turpe competizione tra Italia e Francia, che sembra appartenere a un tremendo  passato colonialista nei cui confronti nessuna persona decente puo' provar nostalgia, sta provocando nuovi catastrofici errori nel rapporto tra i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, errori che prolungano l'insensata bellicosa politica che ha destrutturato la Libia e non solo.

Cosi' come la scandalosa subalternita' all'infame retorica razzista e' insieme anche subalternita' agli schiavisti d'Europa e d'Africa, e' subalternita' all'ideologia e agli interessi che accomunano il razzista e il mafioso nella considerazione degli esseri umani alla stregua di merci e di rifiuti, di "vite di scarto" nei cui confronti qualunque violenza e' lecita, e lo sfruttamento puo' giungere fino all'inflizione della morte.

In verita' tutti sappiamo che l'unica iniziativa che potrebbe smantellare il business dei trafficanti schiavisti e' una legge che riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese - e quindi nel nostro continente - in modo legale e sicuro.

E tutti sappiamo che la retorica similmussoliniana del "fermare i migranti sul bagnasciuga" e' una mera idiozia, oltre ad essere un crimine contro l'umanita'. Chi pensa di fare della Libia un enorme lager per migranti provenienti dall'Africa subsahariana o dal Medio Oriente o e' un pazzo o e' un nazista.

E tutti sappiamo altresi' che la politica delle cannoniere non puo' che fallire come tutte le politiche armate; e come tutte le politiche armate non puo' che provocare un immane spargimento di sangue umano, di sangue innocente. Ogni vittima ha il volto di Abele.

E tutti sappiamo, infine, che e' una menzogna la distinzione pseudo-ontologica tra migranti politici e migranti economici: la guerra e le dittature, la schiavitu' e la fame, i disastri ambientali e la rapina delle multinazionali, sono tutti aspetti di un unico sistema di gestione - onnidistruttiva - di quest'unico mondo che abbiamo, e chi e' in fuga dalla morte e' in fuga dalla morte, ed ha diritto ad essere soccorso.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. E salvare le vite e' il primo dovere di ogni persona, ed a maggior ragione di ogni umano istituto. Sono cose ovvie, ma e' bene ricordarle.

Le migrazioni cesseranno quando ovunque vi sara' giustizia e liberta', ma finche' in tanta parte del mondo continuera' uno sfruttamento bestiale e la guerra e la fame, nessuno puo' ne' deve impedire che le vittime di quelle condizioni emigrino altrove per salvare e migliorare la propria vita.

L'unica politica lecita, l'unica politica necessaria, l'unica politica efficace in materia di migrazioni e' abolire la guerra, abolire la fame, abolire le dittature e la schiavitu'. L'Italia e l'Europa purtroppo non stanno facendo questa politica lecita, necessaria, efficace.

Ma restiamo all'Italia: finche' il ceto politico sara' subalterno alla demente propaganda razzista nulla di buono potra' essere fatto in pro dell'umanita', dell'umanita' intera come popolazione mondiale, e dell'umanita' nostra come singole persone senzienti e pensanti.

C'e' un modo per uscire da questa subalternita' al razzismo, allo schiavismo, alle mafie e al fascismo che torna: occorre far cessare l'apartheid elettorale in Italia; farlo cessare "oggi in Italia, domani in Europa", se posso parafrasare un indimenticabile motto di Carlo Rosselli.

*

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

credo che lei conosca gia' l'appello "Una persona, un voto" che ha come primi firmatari padre Alessandro Zanotelli, la partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace, e innumerevoli personalita' della cultura, dell'impegno morale e civile e delle istituzioni, da Cecile Kyenge a Raniero La Valle, da Anna Bravo a Giorgio Nebbia. Quell'appello evidenzia che "il fondamento della democrazia e' il principio Una persona, un voto; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui. Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano. Una persona, un voto. Il momento e' ora". Sono parole che e' impossibile eludere.

E credo che lei sappia anche che a quell'appello hanno gia' espresso il loro sostegno anche centoquaranta parlamentari di varie forze politiche: una parte non piccola del Parlamento. E non vi e' dubbio che centinaia di altri parlamentari si aggiungerebbero se il governo rompesse gli indugi e dichiarasse fin d'ora un esplicito impegno affinche' nella prossima legge elettorale finalmente s'inverasse il criterio "Una persona, un voto", finalmente s'inverasse la democrazia nella sua pienezza.

Cosi' come lei non ignora che da anni l'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia (l'Anci, che rappresenta tutti i Comuni italiani) ha predisposto e presentato un progetto di legge recante "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'" almeno per quanto concerne le elezioni amministrative. I non piu' giovani tra noi ricordano che era un impegno del Parlamento gia' nel secolo scorso, un impegno finora purtroppo disatteso.

*

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

cosa si aspetta ancora a difendere la democrazia e l'umanita' dall'assalto dei razzisti e degli schiavisti?

Cosa si aspetta ancora a far cessare un regime elettorale oscenamente segregativo?

Cosa si aspetta ancora ad adempiere la promessa e l'impegno di liberazione che e' il programma e lo spirito della Costituzione repubblicana?

Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.

La democrazia e' questo: una persona, un voto.

*

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

le cose scritte qui sopra valgono - se hanno un valore, e io credo fermamente di si' - indipendentemente dalla firma che recano in calce. Ma forse potra' non esserle sgradito sapere chi le scrive queste righe. Poiche' non siamo propriamente due completi estranei, giacche' sia pur fugacemente - e dubito che lei possa ricordarsene - molti, molti anni fa ci incontrammo e scambiammo qualche parola: all'epoca lei era un militante - e dirigente - del Movimento lavoratori per il socialismo (Mls), ed io un militante - e segretario della federazione di Viterbo - del Partito di unita' proletaria per il comunismo (Pdup). Quelle forze politiche, che si sono ormai estinte da tempo, stavano allora unificandosi, e le cose che ci dicevamo allora a me sembrano ancora vere e necessarie. Tra quelle cose vi era questa persuasione: dell'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, e del dovere di estendere la democrazia fino a che l'umanita' intera fosse libera e solidale, abbattendo ogni schiavitu', spezzando ogni catena, costruendo una societa' in cui da ciascuna persona fosse donato secondo le sue capacita', ed a ciascuna persona fosse dato secondo i suoi bisogni. Dopo cosi' tanti anni mi piacerebbe che si proseguisse ancora in quella persuasione e in quell'impegno, ciascuno con le risorse di cui dispone: le mie sono misera cosa, le sue sono quelle di chi governa questo paese.

Augurandole ogni bene

 

3. OGNI SPADA

 

Ogni spada trova la sua bevanda.

Solo il disarmo salva le vite.

 

4. IN VACANZA

 

Non vanno in vacanza gli uomini che uccidono le donne.

Non vanno in vacanza i soldati e i miliziani di tutte le guerre, le dittature, i terrorismi.

Non vanno in vacanza gli schiavisti, i razzisti, i fascisti.

Sarebbe ora che finisse la vacanza di chi vuole salvare le vite.

 

5. RACCONTI CRUDELI DELL'ESTATE. VLADIMIRO OGLIANOVI: RIEDUCARE GLI EDUCATORI (PARTE PRIMA)

 

Siamo un gruppo di amici uniti da una fede comune: Patti Smith, la grande sacerdotessa del rock.

Io sono Villi il rosso, che poi non sono rosso ma moro e naturalmente non mi chiamo Villi. Sono uno che la sa lunga perche' ne ho viste tante, non voglio aggiungere altro ma penso che questo bastera': vi dice niente la parola Legione Straniera? Non aggiungo altro, ci siamo capiti.

Poi c'e' Giobbo il gobbo, che non e' proprio gobbo ma siccome e' parecchio alto tende sempre a piegarsi in avanti e noi che siamo i suoi amici e gli vogliamo bene glielo diciamo sempre che prima o poi gli si spezza il filo della schiena e allora bisognera' impalarlo per tenerlo su. Lui non ci ride, e noi ci ridiamo di piu' proprio perche' lui non ci ride. Se non c'e' un po' di umorismo questo schifo di vita che altro sarebbe se non questo schifo di vita? Dicono che Giobbo da giovane voleva farsi prete, io non gliel'ho mai chiesto, pero' certe volte quando parla quasi quasi mi pare che ha studiato veramente dai preti: una volta si e' messo a fare tutta una solfa sull'intelletto possibile e sull'intelletto agente che noi lo guardavamo e pensavamo che il cervello gli fosse andato in pappa a forza di coca o di qualche altra schifezza. Magari era solo teologia, che comunque e' una schifezza pure quella, sempre di paradisi artificiali si tratta.

C'e' pure Ginetto che i soprannomi non gli piacciono ma siccome il lavoro che facciamo richiede qualche precauzione allora lo chiamiamo Ninetto e qualche volta Diavoletto. Siamo gente scherzosa. Ginetto e' alto due metro e la barba gli arriva agli occhi e noi diciamo che potrebbe usare la faccia come carta vetrata e certe volte per sfotterlo gli ci strisciamo sopra i cerini per accenderli, che pero' non si accendono perche' non e' vera carta vetrata, e' solo la faccia di Ginettaccio nostro.

L'ultimo e' Mascarpone, che il soprannome deriva da una poesia che ho improvvisato io durante una spedizione, quando a uno gli ho detto "Lo vedi quello? quello e' Mascarpone che mo' te spezza li denti co' lo scarpone". Che poi l'ha fatto davvero. Pero' e' un tipo tranquillo anche se magari sembra un bruto, che poi in verita' siamo tutti tipi tranquilli, con il lavoro che facciamo devi per forza essere uno tranquillo, coi nervi a posto e la comprensione umana. Io glielo dico sempre ai ragazzi: il segreto di tutto e' la comprensione umana.

*

Siamo specializzati in tre specializzazioni.

La prima: i vecchi album di Patti Smith, la grande sacerdotessa del rock. Li sappiamo a memoria (la musica dico, le parole no, mica e' obbligatorio sapere l'americano, no?) e quando andiamo a fare una spedizione durante il viaggio e' la nostra colonna sonora. Soprattutto Horses. Una volta abbiamo discusso se il nostro gruppo doveva avere un nome e quasi tutti erano d'accordo che ci dovevamo chiamare "Gli Horses", ma poi li ho convinti a lasciar perdere per precauzione. Io sono il capo per questo: perche' sono quello previdente.

Dicevo delle nostre specializzazioni: la seconda e' il biliardo, tutti i giochi che si fanno sul biliardo, e non v'immaginate quanti sono, e poi in ogni bar hanno regole differenti, cosi' c'e' sempre l'occasione per una bella rissa, e noi ci andiamo apposta per quello, perche' non e' che il biliardo ci piace in se', e' per quello che c'e' dopo, e' come quando fai il buon vecchio su e giu', che il bello arriva alla fine e tu ti ci diverti perche' gia' lo sai che poi arriva la fine: col biliardo e' lo stesso, le bastonate alle bocce sono solo per riscaldarsi e preparare il gran finale, li' e' il gusto. Siccome lavoriamo di notte dormiamo la mattina e il pomeriggio ci vediamo al bar di Pilade che ha quattro, dico quattro signori biliardi, e ce n'e' sempre uno libero per noi. Pero' con Pilade abbiamo l'accordo che li' da lui niente risse, e c'e' tra noi uno scherzo che ci facciamo sempre: quando noi entriamo al bar andiamo al bancone e diciamo "Sor Pilade, omaggi", e lui allora risponde "Famo li bravi, regazzi'" e a due mani tira su da sotto il banco il cannemozze, non e' che lo solleva tanto, quanto basta perche' lo veda chi sta dall'altro lato del bancone, e aggiunge: "Questo strumento ammazza i fascisti", che per lui sono fascisti mica solo i fascisti ma tutti quelli che fanno casini nel bar, e una volta che ha deciso che sei un fascista e' meglio che non t'avvicini piu', perche' lui i fascisti ci gode a strozzarli con le proprie mani. Capirai, e' di Sant'Anna di Stazzema, che e' un paese dove i fascisti l'hanno fatta proprio grossa, e lui quel giorno stava a guardare le pecore e quando e' arrivato gli avevano arrostito tutte tutte tutte le persone che conosceva: parenti, amici, paesani, tutti. Se fai certe cose e' meglio che smetti de respira', perche' se ti trova il sor Pilade non e' che t'ammazza subito, t'ammazza dopo, e prima che t'ammazza e' meglio che non vi dico niente che v'impressionate. Io lo dico sempre: se fate un salto al bar del sor Pilade la piantate di fare i fascisti finche' campate.

La terza specializzazione e' il nostro sport preferito e la nostra missione sociale, ma anche il nostro lavoro perche' per vivere bisogna pur guadagnare qualche spicciolo, no? E si tratta di questo: rompere le teste ai maestri e ai professori.

E siccome la voce si e' sparsa subito dopo le prime esecuzioni (noi le chiamiamo esecuzioni, e qualche volta cover, perche' noi quando lavoriamo e' come se fossimo musicisti, che poi lo potremmo essere veramente perche' una volta eravamo indecisi se fare quello che facciamo o se fare un gruppo musicale specializzato in cover delle canzoni di Patti Smith, la grande sacerdotessa del rock; volevamo fare pure un fan club, ma quando devi lavorare ti devi concentrare e poi e' un lavoro che richiede un certo riserbo, cosi' siamo in effetti anche un fan club, pero' non lo diciamo in giro). Che stavo dicendo? Ah si', che dopo le prime esecuzioni la voce si e' sparsa e adesso siamo pieni di richieste: genitori, ragazzini, bidelli, non v'immaginate quanta gente non sopporta maestri e professori.

All'inizio offrivamo prestazioni differenziate ciascuna con la sua tariffa: bomba carta davanti casa: cento euro; umiliazione: duecento euro; umiliazione con pubblico: duecentocinquanta euro piu' venti cadauno per ogni spettatore; pestaggio lieve: cinquecento euro; pestaggio ganzo: mille euro; pestaggio con devastazione di beni mobili e immobili (ad esempio incendio autoveicolo): duemila euro; eradicazione del problema: cinquemila euro. Pero' poi abbiamo dovuto semplificare perche' c'erano sempre i clienti che volevano contrattare, tiravano sul prezzo, ti chiedevano combinazioni impossibili, insomma era una fatica della malora e poi non erano mai soddisfatti del lavoro e siccome pagavano anticipato poi erano pure rancorosi, gli imbecilli; allora l'abbiamo fatta semplice: eradicazione e basta, e l'abbiamo messa a duemila, e il risultato e' stato che chi prima faceva la lagna per cento euro in piu' o in meno, dopo, rendendosi conto del risparmio, accettava subito l'offerta senza ciance; e per noi c'e' anche un bonus, che e' questo: le operazioni (noi le chiamiamo anche operazioni e tra noi ci chiamiamo pure operatori: e' forte, no?), dicevo che le operazioni che poi sarebbero le esecuzioni, cioe' l'evasione degli ordinativi, noi le potremmo fare anche per strada, ma il modo piu' comodo di farlo e' a casa loro, dei bersagli, a notte inoltrata, cosi' visto che ci siamo prima di dare il colpo di grazia ci facciamo dire dov'e' la roba di valore, dove stanno i soldi, il bancomat, la carta di credito, il pin eccetera. E ci si diverte pure: non ve lo immaginate che numeri che la gente e' disposta a fare quando pensa che se per esempio mangia il suo letame gli risparmiate la vita che invece non e' vero niente perche' noi quando entriamo e' per portare a termine il lavoro e il lavoro e' lavoro, pero' divertirsi e' la parte migliore del lavoro, meglio pure dei soldi secondo me.

*

Pero' non e' solo lavoro e divertimento, eh, e' anche un servizio sociale, e se vogliamo condirla con un po' di retorica che non guasta mai e' anche una missione: ci avete presente quante sevizie infliggono ai ragazzini indifesi quei bulli frustrati di maestri e professori? Non mi dite che ve lo siete scordati di quello che avete subito quando avete fatto le scuole voi, che tanto non ci credo: ci siamo passati tutti; e' stata una tortura, e quelli ci godevano, eccome se ci godevano. Cosi' adesso si buscano quello che si meritano. Chi semina vento raccoglie tempesta. Non dico che siamo come il Telefono Azzurro, no, pero' una mezza specie. Raddrizziamo i torti, ecco. Come la cavalleria errante. Apposta Horses e' la nostra colonna sonora, uno degli innumerevoli capolavori di Patti Smith, la grande sacerdotessa del rock.

I clienti magari pensano alla vendetta, ma noi non eseguiamo una vendetta, amministriamo privatamente la giustizia, poniamo in atto la legge del contrappasso: io glielo dico sempre, prima di concludere, al mandrino gia' insalamato quando capisce che ormai e' fatta e arriva la grande livellatrice: "Sor mae', la conoscete la legge del contrappasso?". Quello scemo di Mascarpone la prima volta che la senti' gli parve di capire che io dicevo "la legge del contrabbasso" e poi in macchina mi fa "Ma che e' 'sta legge del contrabbasso?", quando uno non ha studiato si vede. Quando gliel'ho spiegato ci si e' divertito cosi' tanto che qualche volta quando arriva il punto della battuta culminante invece di dirla io la faccio dire a lui e lui naturalmente dice contrabbasso invece di contrappasso e tutti sghignazziamo e il nostro amico per una sola sera chissa' che pensa. Io preferisco contrappasso, che si capisce subito e ci ha il valore di una sentenza comprensiva di dispositivo e motivazione, pero' qualche volta devo fare contento pure Mascarpone, che tanto per fare lo scemo quando dice la battuta del contrabbasso fa pure finta di suonarlo e fa il riff di Jack White, avete capito quale, no? Ne abbiamo pure discusso, a me mi pareva una buffonata, ma gli altri si divertivano e in fondo un divertimento innocente non si puo' negare a nessuno, anche perche' di solito il colpo di grancassa che manda il sor maestro all'altro mondo e' proprio Mascarpone che glielo da' - con lo scarpone, mi pare di averlo gia' detto - e allora ci avra' pure diritto a dire una battuta, no?

*

A me piace leggere i giornali, specialmente quando parlano di noi, che ci chiamano "La Nuova Arancia Meccanica". Ninettaccio una volta faceva il meccanico, e' vero, ma loro che ne sanno? E le arance che c'entrano? Prima ci beccassero, poi parliamo di arance. Pero' intignano, l'avro' letta cento volte questa della nuova arancia meccanica, che una volta mi chiedevo se ci avevano scambiati per qualcun altro che invece non c'entrava nente, e quasi quasi scrivevo una lettera al giornale per dirglielo di farla finita. Poi ho lasciato perdere, per due motivi. Il primo e' che bisognava mettersi i guanti, prendere le forbici, ritagliare un sacco di lettere dai titoli del giornale e poi incollarle su un foglio fino a formare una frase di senso compiuto del tipo "Sori babbei, la vostra banda dell'aranciata non c'entra niente con le esecuzioni dei professori, lasciate in pace chi non c'entra", che ci vuole una vita e poi con la colla viene sempre un pastrocchio che magari tu ci perdi una serata a fare un lavoretto come si deve e poi quando la lettera arriva la colla ha finito per appiccicare tutto e neanche si apre piu' la busta ed e' stato tutto tempo sprecato e tu neanche ce lo sai. Il secondo motivo e' che io sono uno prudente: niente tracce, niente esibizionismi, niente errori, attenersi al codice: e il codice dice: sobrieta'. Io lo chiamo pure: il rasoio di Occam. Eh? Niente male, no?

Comunque a leggere i giornali s'imparano un mucchio di cose, per esempio che i giornalisti non capiscono un colpo e allora inventano a manetta. Mi piacciono soprattutto i commenti filosofici, che secondo me e' la specialita' dei giornalisti che piu' sono crastiche e piu' si mettono a predicare.

Sentite questa che e' forte: "Nemici della cultura". E che c'entra la cultura? Perche', Patti Smith, la grande sacerdotessa del rock, non e' cultura?

E quest'altra: "Ennesimo efferato delitto dei nuovi barbari". Dico: se uno e' efferato come minimo deve averci il diploma del Ragioneria, che io infatti ce l'ho, e allora perche' sarebbe un barbaro? Non pretendo che ci chiamino "i nuovi intellettuali" perche' in effetti farebbe ridere chiamare intellettuale uno come Mascarpa (che comunque se proprio vogliamo essere pignoli ci ha un cognome famoso, e magari, chi lo sa?, saranno pure parenti alla lontana con un musicista che se vi dico il nome ci saltate sulla sedia perche' anche se non siete mai stati all'opera lirica l'avete letto cento volte sulla Settimana enigmistica, l'avete letto), e figuriamoci il Diavolettaccio, che oltre i titoli del Corriere dello sport non ci e' mai arrivato. E poi "I nuovi intellettuali" pare quasi il nome di un gruppo beat degli anni Sessanta. Ma barbari, barbari no. Io a scuola mi sono fatto onore, e il Giobbaccio e' vero che non parla mai ma certe volte dice certe cose che chi lo sente dice "che lo possino ammaillo, ma 'ndo l'ha imparate certe robe?". Lo so io 'ndo l'ha imparate, ma non ve lo dico. Io conosco l'arte della discrezione.

Ma dicevo dei giornali: la piu' gagliarda e' questa: "Cui prodest lo sterminio degli educatori?". Mi e' sempre piaciuto il latino, infatti anch'io ho un repertorio di frasi a effetto che qualche volta le uso e fanno sempre figura: "Quod erat demonstrandum", "Navigare necesse est", "Michelle ma belle".

Ma dico, questo branco di quaquaraqua' non sa spremere niente di meglio dalla penna? Che ne so, un barlume di consapevolezza sul concreto manifestarsi della riprovazione sociale per le sevizie inferte ai ragazzini; un'interpretazione che accenni a una critica pratica alla cultura del potere e al potere della cultura; insomma qualche sbroccolata un po' meno banale del solito "mamma li turchi". Ma l'intelligenza e' come il coraggio di quello la', il prete, quello dei Promessi sposi, l'avete visto quando lo fecero in televisione? Qui al paese c'era tutto il paese al bar a guardarlo che a quei tempi la televisione ce l'aveva solo il bar. Si portavano le sedie da casa. Quello si' che era uno sceneggiato, a quei tempi la televisione era una cosa seria, non la fogna di adesso.

*

A proposito di preti, avevamo pensato di farci pure i preti, ma dai professori ci sono piu' soldi, e poi coi preti s'introduceva un elemento di confusione per via della pedofilia, e magari ci confondevano pure con questi terroristi di oggi, delle guerre di religione, come ai tempi di Lepanto; e via, facciamo le persone serie, le persone civili. Siamo gente moderna, abbiamo le scarpe, la televisione, i garage che si aprono col telecomando, dobbiamo ancora fare i selvaggi? Io sono contro tutte le superstizioni. Sono un uomo d'affari.

Pero' ne abbiamo discusso se fare sia gli uni che gli altri, ma e' piu' forte farlo con una categoria sola, si chiama specializzazione e divisione sociale del lavoro, e poi introduce un elemento di razionalita' in un mondo caotico, e a me piace la razionalita', fatti non fummo a viver come bruti, signore e signori.

Una volta al bar ho sentito certi imbecilli che discutevano di noi e dicevano che eravamo fessi col botto perche' facevamo i professori mentre invece i soldi stanno nelle case degli usurai. E bravi. Ma gli usurai e' gente sveglia, prendono le loro precauzioni, mica come i professori che gli pare di essere furbi perche' hanno messo la porta blindata che poi te la aprono proprio loro perche' noi li aspettiamo quando rincasano e li preleviamo quando scendono dalla macchina, gli ficchiamo il ferro sotto la dentiera e poi si entra insieme come vecchi compari, non e' che diamo l'assalto al fortino. Prova ad aspettare un cravattaro sotto casa, e vedi che ti succede. Mezzogiorno di fuoco.

*

Adesso voglio dire una cosa: stanno sempre a piangere miseria 'sti maestri e 'sti professori, e invece ci hanno tutti i soldi a pacchi. E' che non sanno spendere e sono tutti avidi e taccagni. Le case sono piene all'inverosimile di immondizia, immondizia allo stato puro, che neppure il piu' squallido rigattiere te la compra e gia' solo per portarsela via bisognerebbe arrivare col camion dei traslochi; pero' la robetta di valore c'e' sempre, eh, non manca mai. L'argenteria, la penna stilografica d'oro (che cavolo ci faranno tutti co' 'ste penne stilografiche d'oro, non sarebbe meglio che si comprassero il rolex?), il quadro firmato con dietro appiccicata la certificazione con la firma di Sgarbi che non sai se e' falso il quadro o la firma e di sicuro tutti e due, e poi tutti, ma dico tutti, ci hanno la collezione o di francobolli, o di monete antiche, o di bambole di porcellana, o i romanzi illustrati porno dell'Ottocento rilegati in cuoio con certe borchie d'oro zecchino grosse cosi', o altra roba cinese o etrusca, o qualche altra scemenza che pero' sono soldi pure quelli. E ci hanno tutti la cassaforte: io non ci volevo credere, ma e' proprio cosi': ci hanno tutti la cassaforte dentro casa. Meglio, perche' se la roba di valore la mettevano in una cassetta di sicurezza in banca allora ciccia, invece cosi' e' facile il prelievo. E poi lo stereo, il microonde di ultimo modello, il pc ultraccessoriato che il tavolino pare una cabina d'astronave, la televisione ultrapiatta lunga e larga come un campo di pallone, insomma un sacco di roba buona ma ingombrante. Quello che non portiamo via lo sfondiamo, cosi', tanto per far girare l'economia.

*

La roba la portiamo a Uanformi'-uanforiu' che compra tutto. Rubi il Colosseo? lui lo compra. Pero' paga una micragna, e se provi a protestare comincia subito a bestemmiare tutto il calendario e a urlare che dovessimo d'anna' a Porta Portese se semo tanto bravi nel commercio. Ma a noi di occuparci pure della distribuzione della merce non ci va proprio, noi preferiamo avere il tempo libero per sentirci con lo stereo a palla gli album immortali di Patti Smith, la grande sacerdotessa del rock. Cosi' lasciamo sempre tutto a Uanfo, e nun e' che non ce lo sapessimo che ce frega a anna' e vveni' ma chissene frega.

Dopo un po' successe che ci propose di farci pure da manager per una piccola percentuale (che poi era il 20% che je piji 'n colpo 'ndo so' io che dole dippiu'; gia' se frega il 50% solo per la distribuzione - se poi dice il vero, che secondo me se la fa 'na bella cresta pure li' -, poi del 50 che resta a noi si pappa un altro quinto come se ci fosse stato pure lui alle spedizioni che invece stava a casa sua a guardare gli spogliarelli in televisione mentre noi si lavorava a lacrime e sangue - del sor maestro, ma sempre lacrime e sangue sono e non e' una cosa bella da vedere anche se tu fai solo il tuo lavoro e quindi non ti riguarda).

Ando' cosi': una notte che gli portammo il solito carico ci disse che ci serviva un manager, che pure i Beatles senza manager stavano ancora a strimpellare nei pub di Liverpool a prendersi sputacci e boccali di birra in faccia e sui vestiti (e poi che vestiti? mica quelli di poi, quelli di prima, che glieli passava la Caritas, glieli passava), che era ora di farla finita con i metodi artigianali che aumentavano il coefficente di rischio nel business quando invece c'era lui che aveva tutti i contatti e le tecnologie, che l'epoca del dilettantismo era finita da un pezzo e bisognava diventare professionisti, pure Miles Davis e Frank Zappa che vi credete che improvvisavano a casaccio? eccetera eccetera.

Insomma tanto sproloquio' che ci convinse. E a dire il vero il lavoro ce lo rimediava eccome. Pure troppo. Perche' qui c'e' un paradosso: tu lavori per averci il soldarello per divertirti e mettere da parte qualche cosa per i tempi difficili - che poi i tempi sono sempre difficili -, insomma lavori perche' cosi' poi ti riposi; invece la logica del capitale senza che neppure te ne accorgi ti contagia e ti divora, e allora lavori sempre di piu'. Tu vorresti avere una catasta di soldi per liberarti un po' di tempo, no? Invece piu' accatasti e meno tempo libero ciai. Per esempio: delegando a Uanformi' la gestione del portafoglio clienti noi dovevamo avere piu' tempo da passare al bar, no? Invece era lo stesso, anzi peggio: che se prima lavoravamo una notte a settimana adesso erano diventate tre, quattro. E poi c'e' il secondo paradosso: che piu' entrate ciai e meno durano; incassi di piu' ma spendi di piu', e' la legge economica dell'equilibrio che si combina con la legge delle economie di scala e con quella dello sviluppo diseguale e combinato. Non dico che me ne intendo, pero' al bar non sfoglio mica solo il Corriere dello sport, sono stato io quello che ha convinto il sor Pilade a comprare pure il Corsera e Repubblica, e la domenica di tasca mia compro pure il Sole e lo porto al bar, e adesso e' un rito e un trionfo; la cosa piu' divertente sono quelli che cercano le partite sul Sole e cominciano a strillare che qualcuno si e' fregato la pagina dello sport e protestano col sor Pilade che allora tira su appena appena il cannemozze da dietro il bancone, che neppure si vede, ma tutti vedono il movimento delle due braccia che si sono abbassate parallele come per sollevare un manubrio del sollevamento pesi e si fa un silenzio di tomba in tutto il bar e poi scroscia omerica - omerica, dico - la risata, e qualche anima pia spiega al povero di spirito che il Sole la pagina sportiva non ce l'ha perche' i padroni non comprano i giornali sportivi, comprano direttamente le squadre.

All'inizio a me non mi sconfinferava per niente 'sta storia del manager, io sono uno spirito libero, non mi piace la macchina burocratica, la gabbia di ferro, la ragione strumentale, il mondo del disincanto (e' forte Max Weber, eh?, l'ho letto su Wikipedia), ma alla fine ero contento pure io, perche' non solo mi risparmiavo il contatto diretto coi clienti che e' sempre una rogna, ma potevo concentrarmi sulla logistica, la tattica, le questioni teoriche, e oltretutto Uanformi' bisogna dirlo che i contatti ce li aveva e il management ce l'ha nel sangue. Non ho mai capito come fa pubblicita' ma secondo me fa pure la pubblicita' da qualche parte solo che io non me ne sono mai accorto, sara' perche' non guardo la televisione e su internet vedo solo i video di Patti Smith, la grande sacerdotessa del rock. Pero' mi piacerebbe vederli gli spot, se li fa: io conoscendolo dico che trova il modo di schiaffarci qualche bella figliola in abiti succinti, non so se mi spiego, e magari fa pure il regista dei video, ce lo vedo, e' un altro come Michelangelo e Walt Disney, che sa tutto lui e vuole fare tutto lui. Pero' io pure sono fatto cosi', e allora non ci ho niente da obiettare.

*

E' logico che non guardo la televisione: tutta 'sta violenza in televisione io non la sopporto, e' chiaro che i bambini ci crescono malati. E le parolacce. Quando ero ragazzetto io certe parole neppure sapevo che volevano dire (apposta le dicevamo), invece adesso stai a guardare il film sul primo canale all'ora di cena e senti e vedi certe cose che se fossi sposato diventerei rosso come un peperone.

E poi tutti questi immigrati, tutta questa delinquenza, io non voto perche mi fanno schifo tutti ma se votassi voterei per quello li' che li impiccherebbe tutti per i pendagli, non so se mi spiego, quell'imbecille che gli manderebbe le navi da guerra, imbecille per imbecille almeno ci sarebbe qualcosa da vedere in televisione. Le esecuzioni capitali dovrebbero essere pubbliche. Se in ogni citta' italiana c'e' una piazza della morte ci sara' un motivo, no? E le citta' italiane non mi venite a dire che non erano civili perche' allora si vede che siete ignoranti come capre, ci ha ragione Sgarbi una volta tanto. Le citta' italiane sono la prova vivente della civilta', almeno finche' e' durato il Rinascimento; dopo sono diventate la prova dell'involuzione della specie, dell'entropia, dell'inabissarsi del mondo e non con uno schianto ma con un piagnisteo, come dice il poeta.

Navi da guerra ed esecuzioni capitali, questo ci vorrebbe per tornare ad essere padroni in casa nostra e nel mare nostrum che se si chiama mare nostrum un motivo ci sara', senno' si chiamava vostrum, lorum, o come cavolo gli pareva e s'impiccassero tutti, non era nostrum, no? Invece e' nostrum.

A noi italiani ci piace l'ordine e la disciplina, e' un'eredita' dell'impero romano, la storia non e' acqua. Io non sono razzista, pero' se dovessi rinascere e dovessi scegliere, sceglierei sempre d'essere italiano perche' e' l'unico paese civile del mondo, e l'unica lingua che quanno uno parla se capisce quello che dice, ciavete fatto caso? Si nun ce fossero tutti 'st'immigrati che portano le malattie, che inquinano, che rubano, che pretendono 'l pizzo, che corrompono i funzionari pubblici e concutono i costruttori, si nun ce fossero tutti 'st'africani e 'st'indiani e 'sti cinesi e 'sti filippini che ce portano la mafia, la droga, la corruzione e il degrado, io dico che l'Italia sarebbe un paradiso, un paradiso terrestre. A me i fascisti me fanno schifo pero' col duce i treni arrivavano in orario, questa e' storia mica chiacchiere, e non c'erano ne' pezzenti ne' sovversivi in giro: tutti al gabbio o sull'isola deserta; da' retta a me, que' e' civilta'. Quanno sei un popolo de santi, d'eroi e de navigatori vorra' pure di' quarche cosa, no?

La legge ci vuole, altro che fandonie. Secondo me in Stato e rivoluzione Lenin le ha proprio sparate grosse, e infatti poi quando ha preso il potere si e' visto che altro che distruzione della macchina dello stato: a pieno regime, a tutta callara. Io non sono comunista, sia chiaro, ma certe cose solo i comunisti le sapevano fare bene: certo, erano avvantaggiati, quando ci hai la Siberia a disposizione...

*

Ma tutte le cose belle durano poco. Adesso devo dirvi della morte della Ghisolabella, e poi di quella di Mascarpone e quel che ne segui'.

(Segue)

 

6. UN ANNIVERSARIO

 

Nell'anniversario della bomba di Hiroshima questa verita' nessuno puo' piu' ignorare: solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. Non c'e' tempo da perdere.

 

7. LA SINISTRA RINASCE SE

 

La sinistra rinasce se - e solo se - torna ad essere il movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita' e la difesa della biosfera.

La sinistra rinasce se - e solo se - fa la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.

La sinistra rinasce se - e solo se - torna ad essere il movimento organizzato di chi non ha nulla da perdere se non le proprie catene.

La sinistra rinasce se - e solo se - e' il partito dei superstiti dei lager, dei naufragi, delle guerre; il partito degli schiavi fuggitivi; il partito dei disertori dall'esercito imperiale e da ogni altro esercito; il partito dei morti di fame, il partito dei fucilati.

Socialista e libertaria, responsabile e misericordiosa, ecopacifista ed equosolidale, antimilitarista, antirazzista, antimaschilista, la sinistra rinasce se - e solo se - torna ad essere il movimento reale che crede nell'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani e persegue l'utopia concreta della liberazione comune, della messa in comune di tutti i beni, della difesa dell'unico mondo vivente.

Da ciascuna persona secondo le sue capacita', a ciascuna persona secondo i suoi bisogni.

 

==================================

ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

==================================

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 264 del 2 settembre 2017

 

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

 

Per non riceverlo piu':

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web

http://web.peacelink.it/mailing_admin.html

quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

 

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:

http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

 

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Gli unici indirizzi di posta elettronica utilizzabili per contattare la redazione sono: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com