[Nonviolenza] Telegrammi. 2810
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- Date: Mon, 28 Aug 2017 20:46:09 +0200 (CEST)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2810 del 29 agosto 2017
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Giobbe Santabarbara: Magari le belve
2. "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile
3. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
4. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
5. Rosella De Leonibus: Ordine non e' uguale a violenza
6. Un appello ai parlamentari per la discussione in Commissione dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine (2016)
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
1. SCORCIATOIE. GIOBBE SANTABARBARA: MAGARI LE BELVE
Magari le belve fossero belve
invece anche le belve sono esseri umani
pensano il male che poi faranno
sono state educate all'orrore
lungo molti anni si preparano e studiano
con ogni diligenza dove colpire
per fare piu' male.
Magari la colpa fosse dell'alcool
o delle altre schifezze che lo stomaco o le vene
ricevono, ed invece
sono le persone che decidono e agiscono
l'immondizia assorbita serve solo
da abito di scena. Magari
ci fosse la persona sobria e virtuosa
e la pozione che invasa e annulla
il ben dell'intelletto e rende automi.
Invece il picchiatore e l'assassino
sa quel che fa, sceglie di farlo, e gode
del male fatto non come in un sogno
ma con chiara nozione e con tutti i sentimenti.
Il pater familias nascosto nell'encefalo
per cui mille anni sono un sol minuto
che riemerge ruggendo e stritola la donna
che non si piega al rauco grido "t'amo"
mentre il bastone le frantuma le ossa.
La squadra fascista che stupra
tutto quello che incontra che respira.
Il giovane emulatore
che con la lama in mano ti comanda
di dire Scibbolet.
L'adoratore della tecnica che avendo costruito
l'arma piu' scintillante enorme fallo
ansima nell'attesa di provarla
e di contare quante vite ha estinto.
E quello che avvelena l'ultimo pozzo
che all'ultima foresta appicca il fuoco
che adora gli dei assetati di sangue
e fa filosofia col manganello.
E quello che dimenticare vuole
quante frustate gli segnano la schiena
quanti scorpioni ha dovuto mangiar vivi
che sempre sara' schiavo e allora uccide.
E quello attratto e insieme rifiutato
dalla societa' degli allevatori di serpenti.
E quello che non sa di non sapere
e vuole che confessi il suo potere.
Questa storia di fiumi di sangue
questa storia di pire infinite
solo la nonviolenza puo' fermarla.
La nonviolenza che solo e' la lotta
la piu' nitida e la piu' intransigente
per la liberazione dell'umanita' intera
per la difesa di quest'unico mondo che vive.
La nonviolenza che ha volto ed ha voce di donna
la nonviolenza che e' la forza delle vittime
la nonviolenza ultima risorsa
del movimento delle oppresse e degli oppressi
per affermare il diritto di tutti
alla vita, alla dignita', all'aiuto
per rovesciare ogni potere
prima che chi comanda il mondo annienti.
Ogni vittima ha il volto di Abele
salvare le vite e' il primo dovere
abolire la guerra gli eserciti le armi
soccorrere accogliere assistere ogni persona bisognosa di aiuto
non permettere che il mondo vivente sia distrutto
sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
2. INIZIATIVE. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN APPELLO ALL'ITALIA CIVILE
Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.
Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.
Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
Una persona, un voto. Il momento e' ora.
*
All'appello "Una persona, un voto" hanno gia' espresso il loro sostegno innumerevoli persone, tra cui tra le prime:
padre Alex Zanotelli
Lidia Menapace, partigiana, femminista e senatrice emerita
Paolo Acunzo, vicepresidente Pd Lazio
Roberta Agostini, deputata
Luisella Albanella, deputata
Isa Alberti
Gianfranco Aldrovandi, del "Collettivo nonviolento uomo-ambiente"
Rocco Altieri, docente e saggista, direttore dei "Quaderni Satyagraha", Centro Gandhi di Pisa
Peppe Amato, pensionato
Dino Angelini
Pino Arancio, traduttore, impegnato nei movimenti per la pace e di solidarieta'
Piero Arcangeli, etnomusicologo e compositore
Laura Arduni, impiegata
Ileana Argentin, deputata
Massimo Artini, deputato
Simonetta Astigiano, biologa e ricercatrice
Lino Balza, ecologista
Vincenzo Balzani, professore emerito, Universita' di Bologna
don Franco Barbero
Daniele Barbieri, blogger
Raffaele Barbiero, operatore sociale
Nuccio Barilla', giornalista, ambientalista
Davide Barillari, consigliere regionale del Lazio
Lorenzo Basso, deputato
Piero Basso, figura storica della riflessione teorica e dell'impegno politico e sociale a Milano e nella solidarieta' internazionale
Eleonora Bechis, deputata
Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di "Noi Siamo Chiesa"
Bruno Antonio Bellerate, docente emerito dell'Universita' Roma Tre
Eleonora Bellini, bibliotecaria e scrittrice
Giuliana Beltrame, sociologa e attivista
Maurizio Benazzi, quacchero, curatore della newsletter "Ecumenici"
Pietro Benedetti, regista, attore, studioso delle tradizioni popolari
Paolo Beni, deputato
don Gianni Bergamaschi
Ascanio Bernardeschi, saggista e militante
Massimiliano Bernini, deputato
Silvia Berruto, da sempre impegnata in iniziative di pace, solidarieta', nonviolenza
Severina Berselli
Grazia Maria Bertini, docente
Norma Bertullacelli, dell'"ora in silenzio per la pace" di Genova
Stella Bianchi, deputata
Giovanni Bianco, giurista e professore universitario
Angelo Bini, vicepresidente Cooperativa castanicoltori dei Monti Cimini
Daniela Bizzarri, consigliera comunale delegata alle Pari Opportunita' del Comune di Viterbo
Tamara Blazina, deputata
Michele Boato, ecologista
Laura Boccardo, impiegata
Fabrizio Bocchino, senatore
Antonio Boccuzzi, deputato
Paola Boldrini, deputata
Francesca Bonomo, deputata
Michele Bordo, deputato
Franco Borghi, attivista per la pace e la legalita'
Dario Borso, filosofo
Giovanni Bosco
Paolo Bosi, docente universitario
Luisa Bossa, deputata
Donatella Botta, impegnata nella solidarieta'
Silvio Bozzi, docente universitario
Anna Bravo, storica
Beatrice Brignone, deputata
Claudio Broglia, senatore
Valentina Bruno, docente, del centro antiviolenza "Erinna" di Viterbo
Vincenza Bruno Bossio, deputata
Enrico Buemi, senatore
Renata Bueno, deputata
Giuseppe Burgio, pedagogista, Universita' di Enna
Alberto Cacopardo, antropologo
Augusto Cacopardo, Comitato per la Democrazia Costituzionale
Salvatore Capone, deputato
Sabrina Capozzolo, deputata
Antonio Caputo, presidente circolo Giustiza e Liberta'
Alessandro Capuzzo, ecopacifista
Renzo Carella, deputato
Anna Maria Carloni, deputata
Gennaro Carotenuto, storico
Giorgio Carpi, "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano (Pisa)
Rodolfo Carpigo
Marco Carra, deputato
Claudio Carrara, presidente del Movimento Internazionale della Riconciliazione - Italia
Maria Chiara Carrozza, deputata, gia' ministra
don Angelo Casati
Floriana Casellato, deputata
Maria Luigia Casieri, dirigente scolastica
Franco Cassano, deputato
Felice Casson, senatore
Francesco Cassotti
Pilar Castel, autrice e attrice No War
Valeria Castelli
Umberto Castra, obiettore di coscienza
Marco Catarci, pedagogista e docente universitario
Marco Causi, deputato
padre Carlo Cautillo cp
Giovanna Cavarocchi, Auser Viterbo
Patrizia Cecconi, scrittrice, presidente "Associazione oltre il mare onlus"
Nello Centomo
Massimo Cervellini, senatore
Maurizio Chierici, giornalista
Raimondo Chiricozzi, presidente del comitato provinciale Aics di Viterbo
Vannino Chiti, senatore
Olindo Cicchetti, figura storica dei movimenti ecopacifisti e per i diritti, narratore di comunita'
Eleonora Cimbro, deputata
Giorgio Cingolani, agricoltore e socio del Centro studi "Sereno Regis" di Torino
Monica Cirinna', senatrice
Michele Citoni, documentarista
Valter Ciurli, architetto
Giuseppe Civati, deputato
Roberto Cociancich, senatore
Giancarla Codrignani, saggista e deputata emerita
Pasquale Colella, direttore de "Il tetto"
Francesco Coletta, docente e coordinatore della Federazione Gilda-Unams di Viterbo
Antonio Corbeletti, presidente della sezione Anpi di Voghera
don Franco Corbo, parroco, presidente del gruppo di volontariato "Solidarieta'"
Corrado Corradini, giornalista
Paolo Corsini, senatore, docente universitario
Paolo Cova, deputato
Paolo Crocchiolo, medico, docente universitario
Lucia Cruschelli, associazione "Mestizaje" di Cecina
Giuseppe Luigi Cucca, senatore
Patrizia Cupelloni, psicoanaista con funzioni di training Societa' Psicoanalitica Italiana
Gianni Cuperlo, deputato
Erica D'Adda, senatrice
Pasquale D'Andretta, formatore
Massimo Dalla Giovanna, impiegato, delegato Rsu
Tiziana Dal Pra, presidente dell'associazione "Trama di terre" di Imola
Alfredo D'Attorre, deputato
Marianita De Ambrogio, Donne in Nero di Padova
Emanuela Dei, giornalista
Tonio Dell'Olio, presidente Pro Civitate Christiana di Assisi, gia' coordinatore nazionale di Pax Christi, gia' responsabile di Libera International
Andrea De Lotto, maestro elementare, Milano
Giorgio Demurtas, docente universitario
Valerio De Nardo, dirigente pubblica amministrazione e scrittore
Loredana De Petris, senatrice, presidente del Gruppo Misto al Senato
Lucia De Sanctis, associazione "Mestizaje" di Cecina
Maria Rosa De Troia, attivista in difesa della Costituzione
Lello Di Gioia, deputato
Mimmo Di Gioia, Ambasciata di Pace di Foggia
Marco Di Lello, deputato
Mario Di Marco, responsabile della formazione dei volontari in servizio civile della Caritas diocesana di Viterbo
Domenico Di Pietro, associazione "Mestizaje" di Cecina
Nerina Dirindin, senatrice
Angela Dogliotti, peace-researcher
Elisabetta Donini, scienziata, punto di riferimento delle Donne in nero di Torino, una delle figure piu' autorevoli dell'impegno per la pace
Luciano Dottarelli, docente e saggista, presidente Club Unesco Viterbo-Tuscia
Umberto D'Ottavio, deputato
Anna Draghetti, pensionata
Donatella Duranti, deputata
Massimo Duranti, giudice di pace emerito
Anna Maria Eramo
Osvaldo Ercoli, figura storica dell'impegno per la pace, i diritti umani, l'ambiente
Carla Ermoli, pensionata
Roberto Escobar, filosofo politico e critico cinematografico
suor Maria Stella Fabbri
Sergio Falcone, poeta
Fulvio Faro, operatore sociosanitario
Claudio Fecchio, gia' obiettore di coscienza al servizio militare e coordinatore della campagna di obiezione alle spese militari
Laura Fasiolo, senatrice
Marco Fedi, deputato
Ciccio Ferrara, deputato
Elena Ferrara, senatrice
Valerio Ferri
Giuseppe Fioroni, deputato, gia' ministro
Vincenzo Folino, deputato
Paolo Fontanelli, deputato
Maria Bernarda Forcella
Federico Fornaro, senatore
Filippo Fossati, deputato
Valentina Franchi, associazione "Mestizaje" di Cecina
Nicola Fratoianni, deputato, segretario nazionale di Sinistra Italiana
Marco Furfaro, Campo Progressista
Gabriele Gabrieli, del Gruppo "In silenzio per la pace" di Mantova
Sancia Gaetani, Wilfp Italia
Haidi Gaggio Giuliani, senatrice emerita
Elena Gajani Monguzzi, docente, poetessa, impegnata per i diritti umani di tutti gli esseri umani
Stefano Galieni, segreteria nazionale Prc, responsabile Pace, movimenti e immigrazione
Carlo Galli, professore universitario e deputato
Daniele Gallo, giornalista, saggista, editore e docente universitario
Paolo Gandolfi, deputato
Maria Grazia Gatti, senatrice
Nino Gernone
Francuccio Gesualdi, animatore del "Centro nuovo modello di sviluppo"
Anna Giacobbe, deputata
Giorgio Giannini, storico e saggista
Agnese Ginocchio, cantautrice per la pace e la nonviolenza
Piero P. Giorgi, ricercatore sulla violenza e la nonviolenza
Andrea Giorgis, deputato
Giampiero Girardi, sociologo e ricercatore per la pace
Gianni Girotto, senatore
Luisa Gnecchi, deputata
Miguel Gotor, senatore
Gero Grassi, deputato
Carmine Grassino, docente, formatore, capo scout e barelliere a Lourdes
Monica Gregori, deputata
Giorgio Grimaldi, assegnista di ricerca Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa
Celeste Grossi, figura storica dell'impegno di pace e solidarieta'
Carlo Gubitosa, saggista e mediattivista
Giuseppe Guerini, deputato
Maria Cecilia Guerra, senatrice
Paolo Guerrieri, senatore
Paolo Henrici De Angelis, architetto
Paolo Hutter, giornalista
Maria Iacono, deputata
Pietro Ichino, senatore (relativamente alle elezioni amministrative)
Chiara Ingrao, scrittrice, animatrice culturale, deputata emerita, figura storica dei movimenti per la pace e i diritti
Vanna Iori, deputata e docente universitaria
Luca Kocci, docente, giornalista, saggista
Francesca Koch, presidente della "Casa Internazionale delle Donne" di Roma
Florian Kronbichler, deputato
Cecile Kyenge, parlamentare europea, gia' ministra
Alberto L'Abate, presidente onorario dell'Ipri
Luigi Lacquaniti, deputato
Silvio Lai, senatore
Eros Lamaida, sindaco di Castelnuovo Cilento
Monica Lanfranco, femminista, giornalista, formatrice
Teresa Lapis, giurista dei diritti umani, docente
Federico La Sala, docente di filosofia e saggista
Camilla Lattanzi, autrice e conduttrice radiofonica
Raniero La Valle, senatore emerito, direttore di "Vasti", presidente del Comitato per la democrazia internazionale
Paolo Limonta, maestro elementare e consigliere comunale
Antonella Litta, dell'Associazione italiana medici per l'ambiente
Anna Lodeserto, internazionalista ed esperta di politiche migratorie, cittadinanza e mobilita'
Sergio Lo Giudice, senatore
Pierpaolo Loi, maestro elementare
Doris Lo Moro, senatrice
Eugenio Longoni, militante antifascista
Franco Lorenzoni, maestro elementare e coordinatore della Casa-laboratorio di Cenci
Paolo Lucchesi, dal lungo curriculum d'impegno sociale
Daniele Lugli, presidente onorario del Movimento Nonviolento
Monica Luisoni, attivista
suor Monica Luparello, missionaria comboniana
Antonio Lupo, medico
Maria Immacolata Macioti, sociologa, docente universitaria
Andrea Maestri, deputato
Patrizia Maestri, deputata
Anna Maghi, del centro antiviolenza "Erinna" di Viterbo
Alessandro Magni
Gianna Malisani, deputata
Agnese Manca, docente universitaria, impegnata in molte iniziative di solidarieta'
Luigi Manconi, senatore, sociologo, presidente della Commissione Diritti Umani del Senato
Giovanni Mandorino, del Centro Gandhi di Pisa
Massimiliano Manfredi, deputato
Claudia Mannino, deputata
Fiorella Manzini, pensionata, gia' insegnante di educazione artistica, pittrice, presidente del Cdmpi
Cristina Maranesi, blogger
Maino Marchi, deputato
Luisa Marchini, operatrice culturale, saggista e narratrice
don Mario Marchiori
Alessandro Marescotti, fondatore e presidente di Peacelink
Raffaella Mariani, deputata
Miriam Marino
Giovanna Martelli, deputata
Gian Marco Martignoni, Cgil Varese
Claudio Martini, senatore
Michela Marzano, deputata, filosofa
Elvira Mastrovincenzo, docente
Rachele Matteucci, insegnante di lingua italiana per stranieri presso l'Associazione San Martino de Porres
Cristina Mattiello, insegnante, giornalista
Alessandro Mazzoli, deputato
Clementina Mazzucco, docente universitaria, saggista
Alessandra Mecozzi, presidente di "Cultura e' liberta'. Una campagna per la Palestina"
Dario Mencagli, cooperante internazionale, docente
Rosa Mendes, bibliotecaria, presidente dell'Associazione donne brasiliane in Italia
Ivo Menna, responsabile ambientalista verdi, responsabile regionale Osservatorio Nazionale Amianto
Michele Meta, deputato
Enrico Mezzetti, presidente dell'Anpi provinciale di Viterbo
Sara Michieletto
Corradino Mineo, senatore
Franco Mirabelli, senatore
Michele Mognato, deputato
Pierangelo Monti, del Mir di Ivrea
Daniele Montroni, deputato
Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo
Mario Morgoni, senatore
Rosangela Mura, attivista
Delia Murer, deputata
Alessandro Murgia, medico impegnato nella solidarieta'
Loretta Mussi, Rete romana di solidarieta' con la Palestina
Martina Nardi, deputata
Paolo Naso, politologo, Sapienza Universita' di Roma
Amalia Navoni, educatrice e attivista per i diritti umani e i beni comuni
Giorgio Nebbia, ecologista
Giovanna Niccoli, attivista
Loris Nobili, Roma
don Gianni Novelli, direttore emerito del Cipax
Luciano Oliveri, pensionato
Luis Alberto Orellana, senatore (relativamente alle elezioni amministrative)
Riccardo Orioles, giornalista, figura storica delle lotte contro la mafia
Alberto Pacelli, coordinatore dell'associazione di ricerca e di iniziativa culturale, civile e ambientale "Idee di futuro" di Novara
Emilia Pacelli, casalinga
Giovanna Pagani, Wilpf Italia
Anselmo Palini, insegnante e saggista
Vittorio Pallotti, fondatore del Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale
Marco Palombo, attivista della Rete No War di Roma
Luca Paolocci, Usb Viterbo
Eleonora Parlanti, ricercatrice
Sergio Paronetto, presidente del Centro studi economico-sociali di Pax Christi
Maria Luisa Paroni, Comitato Oglio Po per la Costituzione
Oreste Pastorelli, deputato
Luca Pastorino, deputato
Edoardo Patriarca, deputato
Maria Paola Patuelli, Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna e Associazione femminile maschile plurale
Marisa Pedroncelli, volontaria nella solidarieta' internazionale
Carlo Pegorer, senatore
Serena Pellegrino, deputata
Vinicio Peluffo, deputato
Giovanni Penzo, pensionato
Donato Perreca, pensionato
Alessia Petraglia, senatrice
Gianpaolo Petrucci, presidente del Gruppo Educhiamoci alla Pace di Bari
Enrico Peyretti, saggista e peace-researcher
Fiora Pezzoli, psicoterapeuta
Savino Pezzotta, gia' segretario generale Cisl
Giorgio Piacentini, presidente emerito del Cipax
Leo Piacentini, pensionato
Hamza Roberto Piccardo, scrittore, traduttore, quadro associativo musulmano
Salvatore Piccolo, deputato
Piero Pinzauti
Rosanna Pirajno, architetta, presidente dell'associazione "Mezzocielo" di Palermo
Alessandro Pizzi, gia' sindaco di Soriano nel Cimino, docente di matematica e fisica, volontario nel carcere di Viterbo
Antonio Placido, deputato
Pier Paolo Poggio, storico, direttore della Fondazione "Luigi Micheletti"
Rocco Pompeo, presidente della "Fondazione Nesi"
Pier Paolo Poncia, geologo
Giuliano Pontara, filosofo
Franco Porcu, operaio
Lorenzo Porta, docente di scienze umane e filosofia, responsabile del "Centro di documentazione sociale per la nonviolenza e i diritti umani" di Firenze
Alessandro Presicce, giurista
Giovanna Procacci, sociologa, Universita' di Milano
Giovanna Providenti, ricercatrice nel campo dei Peace studies e Women's and gender studies, saggista
Andrea Pubusa, giurista
Pasquale Pugliese, segreteria nazionale del Movimento Nonviolento
Anna Puglisi, illustre studiosa, fondatrice ed animatrice del "Centro Impastato" di Palermo
Mauro Pugni, Cdb di Modena
Laura Puppato, senatrice (relativamente alle elezioni amministrative)
Laura Quagliuolo, redattrice e attivista del Coordinamento italiano di sostegno alle donne afghane
Fabio Ragaini, Gruppo Solidarieta'
Margherita Rambaldi
Roberto Rampi, deputato
Mariella Ratti, gia' dirigente scolastica
Michele Ravagnolo, editor, gia' portavoce del "Tavolo contro la guerra" di Bologna
Francesco Ribaudo, deputato
Massimo Ribelli, Universita' di Roma "La Sapienza"
Rodolfo Ricci, coordinatore nazionale Filef, segretario Fiei
Lara Ricciatti, deputata
Annamaria Rivera, antropologa
Maria Grazia Rocchi, deputata
Giuseppe Romanini, deputato
Dario Rossi, avvocato
Gessica Rostellato, deputata
padre Agostino Rota Martir, campo Rom di Coltano
Giorgio Roversi, pensionato
Francesco Ruotolo, docente di discipline giuridiche ed economiche
Ada Sacchi, pensionata, gia' ricercatrice per studi sui tumori presso l'IRE di Roma
Aldo Sachero
Brunetto Salvarani, teologo
Enrica Salvatori, docente universitaria
Vincenzo Sanfilippo, sociologo, della Comunita' dell'Arca di Lanza del Vasto
Cesare Sangalli, Ambasciata di Pace di Foggia
Lavinia Sangiorgi, volontaria di Focus - Casa dei diritti sociali di Roma
Antonia Sani, Wilpf Italia
Giovanna Sanna, deputata
Adriano Sansa, magistrato e poeta
Carlo Sansonetti, figura storica dell'impegno di pace e solidarieta'
Delfino Santaniello, figura storica dell'impegno per la legalita' e la democrazia
Eugenio Santi, presidente del Gavci
Umberto Santino, illustre studioso, fondatore ed animatore del "Centro Impastato" di Palermo
Maria Santo, figura storica dei movimenti di pace e solidarieta'
don Alessandro Santoro, della comunita' delle Piagge
Mauro Sarnari, dell'Unicef di Viterbo
padre Pietro Sartorel, sacerdote, missionario in Brasile
Giovanni Sarubbi, direttore de "Il dialogo"
Renato Sasdelli, docente universitario e saggista
Francesco Scalia, senatore
Gian Piero Scanu, deputato
Gabriele Scaramuzza, pensionato
Eugenio Scardaccione, dirigente scolastico
Manlio Schiavo, docente, referente del Comitato cittadino di Bagheria per la Costituzione
Gea Schiro', deputata
Marco Scipioni, presidente del Centro studi e documentazione "Don Pietro Innocenti"
Rosa Scognamiglio, docente impegnata in difesa dei diritti umani e della Costituzione
Antonio Scopelliti, Ambasciata di Pace di Foggia
Arturo Scotto, deputato
Bruno Segre, organizzatore e ricercatore culturale indipendente
Angelo Senaldi, deputato
Marneo Serenelli, docente e psicologo
Marina Sereni, deputata
Camilla Sgambato, deputata
Giovanni Battista Sgritta, sociologo e docente universitario
Paolo Sighinolfi
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Matteo Soccio, "Casa per la Pace" di Vicenza
Pietro Soldini, Cgil nazionale
Maurizio Somma, Casa della Pace e della Nonviolenza
Zenone Sovilla, giornalista, amico della nonviolenza
Gabriele Spallone
Luca Spegne, docente
Marilena Spriano
Irene Starace, Wilpf Italia
Gianluca Susta, senatore
Bruno Tabacci, deputato
Gianni Tamino, biologo, docente universitario in pensione
Francesco Tanzarella
Roberto Tecchio, formatore alla nonviolenza
Veronica Tentori, deputata
Alessandra Terrosi, deputata
Marietta Tidei, deputata
Walter Tocci, senatore
Ada Tomasello, Usb immigrazione Viterbo
Giovanni Tomei, presidente di "Sovranita' popolare"
Alberto Trevisan, obiettore di coscienza nonviolento negli anni '70 e per questo piu' volte incarcerato
Alessandro Triulzi, storico, docente universitario
Marco Trotta, consigliere di quartiere a Bologna per Coalizione Civica
Michelangelo Tumini, dei "Cantieri di pace" di Osimo, Offagna, Castelfidardo e Loreto
Olivier Turquet, educatore ed editore, coordinatore di "Pressenza"
Laura Tussi, giornalista e scrittrice
Fabio Vaccari
Stefano Vaccari, senatore
Giuseppe Vacciano, senatore
Daniela Valentini, senatrice
Nicola Vallinoto, informatico, dirigente nazionale del Movimento Federalista Europeo
Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento
Leonardo Varvaro, docente universitario
Pasquale Ventrella, Ambasciata di Pace di Foggia
Liliana Ventricelli, deputata
Walter Verini, deputato
Antonio Vermigli, direttore di "In dialogo"
Ranieri Vitagliano, docente, Movimento Piedimonte Bene Comune
Rosario Vitale, Ambasciata di Pace di Foggia
Salvatore Vitale, divulgatore agricolo
Giulio Vittorangeli, presidente dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo
Luciano Zambelli, della Lega per il disarmo unilaterale
Sandra Zampa, deputata
Alessandro Zan, deputato
Lorenzo Zaniboni
Giorgio Zanin, deputato
Rina Zardetto, presidente dell'Associazione Reggiana per la Costituzione
Donato Zoppo, giornalista
Franco Zunino, ingegnere
*
Per adesioni: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it
Per dare notizia delle adesioni ai presidenti del Parlamento:
- on. Laura Boldrini, Presidente della Camera: laura.boldrini at camera.it
- on. Pietro Grasso, Presidente del Senato: pietro.grasso at senato.it
3. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
4. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
5. RIFLESSIONE. ROSELLA DE LEONIBUS: ORDINE NON E' UGUALE A VIOLENZA
[Ringraziamo di cuore Rosella De Leonibus per averci messo a disposizione questo suo articolo apparso su "Rocca" il primo maggio 2015.
Rosella De Leonibus e' psicologa e psicoterapeuta. Dal sito "Psicologi Italia" riprendiamo la seguente breve notizia biobibliografica: "Vive a Perugia. Lavora come psicoterapeuta della Gestalt con adulti, adolescenti, coppie e gruppi. E' practitioner in E.M.D.R., ed ha ricevuto il Certificato Internazionale in Scienze e tecniche del corpo. Si occupa anche di formazione e supervisione di equipes, e collabora con istituzioni pubbliche e private per progetti di prevenzione, di sensibilizzazione ed educazione sociale, con particolare attenzione ai temi della genitorialita', dell'adolescenza, e della relazione di coppia. E' socia fondatrice di Ciformaper, Centro Italiano di Formazione Psico-Eco-Relazionale, di cui e' responsabile per la sede umbra. Da una decina di anni collabora con la Pro Civitate Christiana di Assisi: come docente per percorsi formativi, relatrice in occasione dei convegni sulla coppia, sulla terza eta' e sul mondo giovanile, e come collaboratrice della rivista "Rocca", dove tiene rubriche periodiche. Oltre a numerosi articoli di psicologia applicata, editi in riviste di settore e in altri periodici, ha pubblicato Psicologia del quotidiano (2005) e Cose da grandi: nodi e snodi dall'adolescenza all'eta' adulta (2006) e Pianeta Coppia, cosi' vicini cosi' lontani (2011) editi da Roccalibri, Cittadella Editrice. Suoi contributi sono stati pubblicati in altri volumi di tematiche psicologiche e di formazione permanente. E' responsabile della collana "Alfabeti per le emozioni" nell'ambito delle Psicoguide di Cittadella Editrice, per cui ha pubblicato P come paura (2009), C come Coraggio (2010)"]
"La tortura non ci appartiene culturalmente", ci siamo difesi cosi' in Italia davanti alla sentenza della Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo, che ha condannato l'Italia per le torture commesse dalla polizia alla scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001. Il ddl che e' stato approvato alla Camera e' oggetto ancora di controversie e distinguo, ma intanto e' prevista una aggravante quando a commettere il reato e' un pubblico ufficiale che agisce con abuso di potere o violando i doveri inerenti la sua funzione. Viene anche istituito il reato di istigazione alla tortura da parte di un pubblico ufficiale ad un altro pubblico ufficiale. Questa vicenda, come anche, negli Usa, l'uccisione di un nero disarmato da parte di un poliziotto in Oklahoma, che ricorda i casi analoghi avvenuti in South Carolina, a Dallas, Los Angeles, New York, Cleveland, Ferguson, e altri casi di violenza della polizia nei confronti di afroamericani, riapre il dibattito sulla condotta delle forze dell'ordine, e pone il problema piu' generale della legittimazione all'uso della violenza.
E' necessaria la violenza? E' legittimo uccidere o ferire o torturare un sospetto di reato? Sono sempre colpi sfuggiti per sbaglio? Sono sempre reazioni a situazioni di presunto pericolo? Come mai negli Usa questi "errori" avvengono per lo piu' davanti a cittadini afroamericani? Come mai a casa nostra, nella patria di Cesare Beccaria, si e' arrivati alle atrocita' della Diaz e di Bolzaneto, e a parecchie altre situazioni, come il caso Cucchi, che ancora lanciano ombre pesanti sull'operato della polizia?
Non dimentichiamo certo quanti agenti e funzionari di polizia agiscono ogni giorno sul territorio con grande perizia e abnegazione, e teniamo in mente quanti svolgono coraggiose indagini a rischio talvolta della propria vita contro il crimine organizzato, come onoriamo i tanti rappresentanti delle forze dell'ordine caduti per attentati, o nel corso del loro difficilissimo lavoro. Stiamo parlando non delle persone, ma di qualcosa che le trascende, stiamo parlando dell'uso della forza, e della violenza, come mezzo di repressione o di difesa.
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Naturalmente violenti?
Che la violenza generi solo altra violenza, e che inneschi una spirale dove poi mantenere l'ordine costera' quote ulteriori di violenza, e' sotto gli occhi di tutti. Sembra pero' che siamo schiacciati dalla impossibilita' di pensare ad un'altra via, sembra utopico se non velleitario ogni discorso che solo osi porre questo problema. Legittimare la violenza sembra inevitabile, una specie di "effetto collaterale" della risposta al bisogno di sicurezza. Ancora c'e' una bella quota di pensiero politico, antropologico, sociologico, e anche psicologico che inquadra la violenza tra le pulsioni "naturali" dell'essere umano. Anche dopo che il 16 maggio 1986 a Siviglia esperti di tutte le discipline che si occupano dell'umano, dalla neurofisiologia alla psicobiologia passando per l'etologia, hanno rilasciato la "Dichiarazione sulla violenza", dove hanno messo in discussione le presunte scoperte biologiche in base alle quali e' stato giustificato l'uso della violenza, e con esso il ricorso alla guerra, denunciando come a suo tempo anche la teoria dell'evoluzione della specie sia stata usata per giustificare genocidi, colonialismo, oppressione e sfruttamento su tutto il pianeta.
L'inganno e' nell'equivalenza che e' stata stabilita tra aggressivita' e violenza, dove la prima e' evidentemente una pulsione vitale, che, esattamente come la fame e l'istinto sessuale, e' volta alla conservazione della vita, mediante il movimento di andare verso (ad-gradere) la acquisizione del nutrimento e mediante il movimento di difesa dei propri confini e spazio di vita.
La violenza invece non e' un andare verso, non e' neppure il proteggere la vita propria o altrui, e' andare contro, e' un movimento di distruzione e di annullamento della vita, o della forza o del potere o della dignita' altrui. E' una deriva della pulsione aggressiva, una perversione culturalmente giustificata ed esaltata. Mentre per le altre due pulsioni di base (la fame e il desiderio sessuale) ogni sistema educativo umano ha trovato formule diverse e anche molto articolate per insegnare a contenere e gestire queste due forze vitali, lo stesso non e' avvenuto per l'aggressivita', che si insegna a contenere e ritualizzare solo nello stretto spazio deputato alle competizioni sportive (e molto meno sugli spalti o nei paraggi delle stesse...).
Esistono forme raffinate e culturalmente evolute per cucinare il cibo, servirlo a tavola e farne un rituale sociale, forme di controllo (un po' meno raffinate in occidente, ma raffinatissime in altre culture) per l'espressione della sessualita', con conseguente riprovazione sociale per gli eccessi e l'esibizione fuori dai contesti designati, regole morali e leggi per disciplinare questa pulsione, e troviamo invece poche o nessuna forma di educazione per la pulsione aggressiva, lasciata a se stessa e autorizzata culturalmente a naufragare nelle condotte violente. L'uso della forza e della violenza per ripristinare la ragione e la giustizia non ha alcuna base biologica, non ci sono geni che predispongono gli individui alla violenza, non fa parte della evoluzione della nostra specie, che viceversa e' proliferata su tutto il pianeta per la capacita', questa si' naturale, degli umani di fare gruppo, di stabilire legami affettivi, di identificarsi con l'altro e provare empatia, per la tendenza a cooperare e collaborare.
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La cultura della violenza
Le nostre azioni, proprio per questa innata tendenza sociale, e per la nostra nascita immatura sotto il profilo neurofisiologico, sono il risultato non gia' di pulsioni irresistibili, ma del modellamento costante e del condizionamento operato dalla socializzazione.
Non c'e' nulla nella nostra neurofisiologia che ci obblighi a reagire con la violenza, neppure il testosterone, neppure l'adrenalina. La violenza la si apprende: dai giocattoli dei bambini, alle 18.000 morti violente che ogni ragazzina o ragazzino (meglio se maschio) avra' guardato in tv prima di diventare grande. Bombe, pistole e pugni fanno il vero uomo, quello che non discute ma impone, quello che alza le mani invece di accendere il cervello. Il coraggio non viene collegato alla responsabilita' o all'abnegazione, ma al controllo, alla forza, all'arroganza.
Attenzione, non e' la natura umana che e' violenta. Piuttosto c'e' una regola sociale, che associa il potere alla forza fisica o al possesso di mezzi di deterrenza e di sanzione, che associa il valore della persona al quoziente di paura che puo' incutere, e associa il valore e la dignita' di una persona non alla sua forza morale o all'esempio di vita che trasmette, ma alla sua velocita' e intensita' nel reagire con movimento simmetrico alle provocazioni e alle offese. Le convenzioni sociali premiano i piu' impulsivi e i piu' clamorosi, e riconoscono valore non gia' all'autocontrollo e alla gestione adulta consapevole dei propri impulsi, ma alla esplosivita' e alla prontezza della reazione. A chi agisce con piu' violenza e' riconosciuto il rispetto, il potere di stabilire le regole e il potere di sanzione. Da qui al passaggio verso la violenza illegale e criminale il cammino e' breve: ogni potere che si autolegittima con la violenza, e' legittimato socialmente subito dopo, riconosciuto come potere da rispettare, e magari anche emulare, in base a questo paradigma condiviso.
Quali passi servono al nostro pensiero per superare il pregiudizio della violenza come destino necessario ed inevitabile del genere umano, della natura e della storia? La dichiarazione di Siviglia del 1986, che argomentava la tesi della violenza come prodotto socio-culturale, appreso via neuroni-specchio nelle prime fasi della nostra vita e legittimato da sistemi educativi e sociali che lo consolidano come unica modalita' di soluzione nelle situazioni di tensione, non sembra ancora aver lasciato tracce visibili nei paradigmi educativi, nella formazione dei leader e dei capi politici, e nella formazione delle forze dell'ordine.
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Mediazione nonviolenta
Tra i tanti importantissimi trattati e manuali di teorici e attivisti della nonviolenza, dove troviamo analisi, studi e pratiche sociali che propongono vie diverse dalle armi e dalle uccisioni per risolvere le controversie e gestire i conflitti sociali, prendiamo in mano L'arte della pace, di Alberto L'Abate, un libro che rovescia gia' nel titolo il famosissimo L'arte della guerra di Sun Tzu. L'Abate cita Martin Luther King: dobbiamo usare le nostre menti per pianificare la pace nello stesso modo rigoroso con il quale finora abbiamo pianificato la guerra.
Verificare quanti metodi di mediazione dei conflitti diversi dalla violenza sono praticabili, ci rincuora e nello stesso tempo ci sconcerta: come mai questo patrimonio di preziose idee resta confinato nelle nicchie della conoscenza, e non ha ancora trovato adeguato spazio sui banchi di scuola, nelle universita', nei corsi di formazione professionale, come indispensabile life skill?
Possiamo accennare solo ai principi fondamentali che fanno da cornice alle tecniche nonviolente di gestione dei conflitti, utilizzabili anche e soprattutto dove le situazioni sono piu' tese e drammatiche, in guerra o in caso di gravi conflitti sociali...
Innanzi tutto distinguere le persone dai problemi e dai comportamenti che esse agiscono; ricollocare al centro del discorso non le posizioni, ma gli interessi e i bisogni delle parti; sviluppare diverse opzioni di mutuo beneficio prima di giungere ad una proposta di accordo; costruire l'accordo sulla base di criteri oggettivi e condivisi di equita'. Analizzare il conflitto invece di lasciarsi trascinare dalla tendenza a reagire, osservando e distinguendo gli atteggiamenti, i comportamenti, le contraddizioni, e intervenire gradualmente sostituendo l'empatia alla sfiducia e al rancore, la comunicazione e l'azione nonviolenta ai comportamenti violenti, la soluzione creativa dei problemi allo scontro.
Si puo' rintracciare la radice della reazione violenta nel paradigma relazionale della superiorita'-inferiorita', dove viene negata all'altro essere umano pari dignita', oppure viene posta la propria posizione come superiore, oppure ci si percepisce inferiori e impotenti, con la violenza come unico strumento di riequilibrio dei poteri. Si trattera' allora di ripristinare condizioni di equivalenza, legittimando reciprocamente le istanze profonde sottese alla punta emergente del conflitto, e questo approccio consentira' di eliminare le radici che nutrono la violenza. Si puo' utilizzare l'apporto della Teoria dei giochi, e uscire dalla logica "o/o", contrappositiva e oppositiva, per entrare nella logica "e/e", inclusiva e cooperativa, dove si scartano i "giochi" - cioe' gli schemi che regolano le sequenze di relazione interpersonale - a somma zero (vinco io/perdi tu) e a somma negativa (perdo io purche' tu perda di piu'), per orientarsi verso i giochi a somma positiva (vinco io e vinci tu), dove il reciproco riconoscimento e vantaggio e' l'obiettivo cui tendere.
Si puo' fare mediazione sociale in situazioni drammatiche seguendo la pratica dei Parent's Circle Families Forum, una organizzazione fatta dai parenti delle vittime del conflitto arabo-israeliano, cosi' come si possono utilizzare le pratiche delle donne in nero israeliane e delle donne palestinesi, che cercano un dialogo anche nel conflitto bellico attivo, e si puo' cercare una via di mediazione nella pratica delle cosiddette "Terze parti interne", cioe' quelle componenti dei due schieramenti o dei due interessi contrapposti che non si identificano con la modalita' di gestione del conflitto portata avanti dalla propria parte e cercano accordi con i loro corrispondenti (parte interna terza) dello schieramento avverso.
Si puo' imparare dall'esperienza del Sud Africa dopo la fine dell'apartheid, con le sue pratiche di riconciliazione e di giustizia rigenerativa, che trasformarono in nazione quello che era un corpo sociale fratturato e ferito a morte dal razzismo e dal colonialismo.
Sono scelte, questo e' certo, che richiedono una trasformazione culturale profonda, scelte coraggiose capaci di far ruotare il vertice che orienta alla violenza e de-verterlo, con-vertirlo, nel senso della giustizia e della pace, fuori dalla spirale che vede la violenza e la reazione di contrapposizione come unica forma di risposta all'offesa e all'ingiustizia, come l'unica forma di potere e di interazione sociale che puo' garantire ordine e sicurezza.
6. REPETITA IUVANT. UN APPELLO AI PARLAMENTARI PER LA DISCUSSIONE IN COMMISSIONE DEI VARI DISEGNI DI LEGGE PER LA FORMAZIONE ALLA NONVIOLENZA DELLE FORZE DELL'ORDINE (2016)
Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
come gia' saprete, dal 2014 sono state presentati sia al Senato che alla Camera vari disegni di legge che propongono la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
Al Senato il disegno di legge n. 1515 recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" presentato in data 10 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 258 del 10 giugno 2014; il disegno di legge n. 1526 recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia" presentato in data 16 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 263 del 17 giugno 2014; il disegno di legge n. 1565 recante "Norme per l'inclusione della nonviolenza nei percorsi formativi del personale delle forze di polizia" presentato in data 14 luglio 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 279 del 15 luglio 2014; disegni di legge sottoscritti da numerosi senatori di varie forze politiche: Loredana De Petris, Luigi Manconi, Rita Ghedini, Valeria Fedeli, Paolo Corsini, Silvana Amati, Sergio Lo Giudice, Daniela Valentini, Rosa Maria Di Giorgi, Miguel Gotor, Elena Ferrara, Marco Scibona, Adele Gambaro, Marino Germano Mastrangeli, Daniele Gaetano Borioli, Maria Spilabotte, Erica D'Adda, Monica Cirinna', Manuela Serra, Francesca Puglisi, Pasquale Sollo, Francesco Giacobbe.
Ed alla Camera il disegno di legge recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2698) presentato il 4 novembre 2014; e il disegno di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2706) presentato il 5 novembre 2014; disegni di legge sottoscritti da deputati di varie forze politiche: Arturo Scotto, Celeste Costantino, Donatella Duranti, Giulio Marcon, Michele Piras, Stefano Quaranta, Massimiliano Bernini.
Ricorderete anche che gia' nel 2001 fu presentato al medesimo fine di istituire la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza un disegno di legge sottoscritto da decine di senatori di tutte le forze politiche (ed in particolare i senatori Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Bonfietti, Boco, Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato, De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini, Formisano, Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella, Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta, Zancan), sostenuto anche dall'attenzione e dall'apprezzamento di deputati e parlamentari europei (tra cui i deputati: Bandoli, Bimbi, Bolognesi, Cento, Cima, Deiana, De Simone, Grandi, Grillini, Luca', Lucidi, Panattoni, Pecoraro Scanio, Pinotti, Pisapia, Preda, Realacci, Rognoni, Russo Spena, Ruzzante, Siniscalchi, Tolotti, Valpiana, Violante; tra i parlamentari europei: Imbeni, Di Lello, Fava, Morgantini e Pittella); ma allora quel disegno di legge non giunse ad essere esaminato nelle competenti Commissioni parlamentari.
Vi segnaliamo anche che vari altri senatori e deputati hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa legislativa per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; e che, sempre nel 2014, la stessa Presidente della Camera dei Deputati, on. Laura Boldrini, trasmise alla competente Commissione Parlamentare, "affinche' i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione", la documentazione a tal fine predisposta dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" che dal 2000 ha proposto al Parlamento di legiferare in tal senso.
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Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
non vi e' bisogno di ripetere ancora una volta quanto sia opportuno che nel proprio percorso formativo e conseguentemente nella propria operativita' gli appartenenti alle forze dell'ordine possano disporre anche delle straordinarie risorse che la nonviolenza mette a disposizione di tutti gli attori sociali impegnati in situazione critiche per la sicurezza comune e la difesa dei diritti di tutti.
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Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
con questa lettera vorremmo sollecitare il vostro personale impegno affinche' quei disegni di legge giungano al piu' presto all'esame delle competenti Commissioni parlamentari e possano avere esito in un disegno di legge unificato ampiamente meditato e condiviso che possa divenire nel piu' breve tempo possibile legge dello stato.
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Restando a disposizione per ogni opportuno chiarimento ed approfondimento, e per ogni esigenza di documentazione, vogliate gradire distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"
Viterbo, 28 aprile 2016
7. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Arthur Miller, Il crogiuolo, Einaudi, Torino 1959, 1974, pp. 150.
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Riedizioni
- Javier Cercas, Anatomia di un istante, Guanda, Milano 2010, Gedi, Roma 2017, pp. 512, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica" e al settimanale "L'Espresso").
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
9. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2810 del 29 agosto 2017
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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