[Nonviolenza] Telegrammi. 2805
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- Date: Wed, 23 Aug 2017 19:46:58 +0200 (CEST)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2805 del 24 agosto 2017
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Enrico Peyretti: Novant'anni di Sacco e Vanzetti
2. "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile
3. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
4. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
5. Claudio Clodi: Rileggendo Solzenicyn
6. Omero Delli Storti: Favola del principe e della principessa
7. Omero Delli Storti: Tutti i libri del mondo
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. MEMORIA. ENRICO PEYRETTI: NOVANT'ANNI DI SACCO E VANZETTI
[Ringraziamo Enrico Peyretti per questo intervento.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica "Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente", che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68.
Nicola Sacco (Torremaggiore, 22 aprile 1891 - Charlestown, 23 agosto 1927) e Bartolomeo Vanzetti (Villafalletto, 11 giugno 1888 - Charlestown, 23 agosto 1927), proletari, emigrati, militanti del movimento operaio, portatori dell'ideale della pace, della giustizia e della fraternita' fra tutti gli esseri umani, limpidi e generosi avversari di ogni potere sfruttatore e oppressivo, vittime innocenti della violenza del potere. Essi testimoniano ancora e per sempre della dignita' umana, della lotta contro ogni menzogna e ingiustizia, dell'ideale anarchico di una societa' di persone libere, eguali in diritti, solidali]
Oggi, 23 agosto 2017, sono novant'anni dall'uccisione giudiziaria - anzi, pregiudiziaria - di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, emigrati negli Stati Uniti, anarchici, italiani. E' uscita la terza edizione del libro di Vanzetti, Gridatelo dai tetti, curato da Alberto Gedda: sono le lettere e l'autobiografia scritte dal carcere. L'innocenza dei due e' stata riconosciuta e dichiarata dal governatore del Massachusetts mezzo secolo dopo.
Alcuni testi di Vanzetti sono stati letti da Lino Spadaro in uno spettacolo di Assemblea Teatro, la sera di ieri 22. Luca Zanetti, fisarmonicista, ha accompagnato con musiche originali, dolci e drammatiche, finissime, richiamando in sottofondo Nick and Bart, di Joan Baez, molto toccante.
Nell'ultima dichiarazione spontanea in tribunale, il 9 aprile 1927, Vanzetti dice tra l'altro: "Non soltanto sono innocente di tutte le accuse che mi sono state mosse (...) ma ho combattuto tutta la vita per eliminare i delitti, anche il delitto che la morale ufficiale e la legge ufficiale ammettono e santificano, lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo". "La giuria ci aveva odiati fin dal primo momento perche' eravamo contro la guerra", perche' e' ingiusta, perche' siamo cosmopoliti. "Voglio dire all'umanita': tutto cio' che vi hanno promesso con la guerra era menzogna, illusione, inganno, frode, era un delitto". "Sto soffrendo perche' sono un radicale, perche' sono un italiano. Sono tanto convinto di essere nel giusto che se voi aveste il potere di ammazzarmi due volte e per due volte io potessi rinascere, vivrei di nuovo per fare esattamente cio' che ho fatto finora".
Scrivono le ultime lettere, prima di morire. Nicola Sacco scrive al figlio: "Nel gioco della felicita' non prendere tutto per te, ma scendi d'un passo e aiuta i deboli che chiamano al soccorso, aiuta i perseguitati e le vittime, perche' sono i tuoi migliori amici, sono loro che combattono e cadono come tuo padre e Bartolo".
Cosi' chiude Bartolomeo Vanzetti: "Presto i fratelli non si batteranno con i loro fratelli; i bimbi non saranno piu' privati del sole e allontanati dai campi verdeggianti; non e' piu' lontano il giorno nel quale vi sara' un pane per ogni bocca, un letto per ogni testa, della felicita' per ogni cuore. E questo sara' il trionfo della vostra azione e della mia, o miei compagni e amici".
Socrate dice che il morente e' veggente. Bartolomeo parla come i profeti, che hanno occhi per vedere i tempi avvicinati e compiuti, perche' li leggono nel piu' profondo della realta'.
2. INIZIATIVE. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN APPELLO ALL'ITALIA CIVILE
Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.
Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.
Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
Una persona, un voto. Il momento e' ora.
*
All'appello "Una persona, un voto" hanno gia' espresso il loro sostegno innumerevoli persone, tra cui tra le prime:
padre Alex Zanotelli
Lidia Menapace, partigiana, femminista e senatrice emerita
Paolo Acunzo, vicepresidente Pd Lazio
Roberta Agostini, deputata
Luisella Albanella, deputata
Isa Alberti
Gianfranco Aldrovandi, del "Collettivo nonviolento uomo-ambiente"
Rocco Altieri, docente e saggista, direttore dei "Quaderni Satyagraha", Centro Gandhi di Pisa
Peppe Amato, pensionato
Dino Angelini
Pino Arancio, traduttore, impegnato nei movimenti per la pace e di solidarieta'
Piero Arcangeli, etnomusicologo e compositore
Laura Arduni, impiegata
Ileana Argentin, deputata
Massimo Artini, deputato
Simonetta Astigiano, biologa e ricercatrice
Lino Balza, ecologista
Vincenzo Balzani, professore emerito, Universita' di Bologna
don Franco Barbero
Daniele Barbieri, blogger
Raffaele Barbiero, operatore sociale
Nuccio Barilla', giornalista, ambientalista
Davide Barillari, consigliere regionale del Lazio
Lorenzo Basso, deputato
Piero Basso, figura storica della riflessione teorica e dell'impegno politico e sociale a Milano e nella solidarieta' internazionale
Eleonora Bechis, deputata
Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di "Noi Siamo Chiesa"
Bruno Antonio Bellerate, docente emerito dell'Universita' Roma Tre
Eleonora Bellini, bibliotecaria e scrittrice
Giuliana Beltrame, sociologa e attivista
Maurizio Benazzi, quacchero, curatore della newsletter "Ecumenici"
Pietro Benedetti, regista, attore, studioso delle tradizioni popolari
Paolo Beni, deputato
don Gianni Bergamaschi
Ascanio Bernardeschi, saggista e militante
Massimiliano Bernini, deputato
Silvia Berruto, da sempre impegnata in iniziative di pace, solidarieta', nonviolenza
Severina Berselli
Norma Bertullacelli, dell'"ora in silenzio per la pace" di Genova
Stella Bianchi, deputata
Giovanni Bianco, giurista e professore universitario
Angelo Bini, vicepresidente Cooperativa castanicoltori dei Monti Cimini
Daniela Bizzarri, consigliera comunale delegata alle Pari Opportunita' del Comune di Viterbo
Tamara Blazina, deputata
Michele Boato, ecologista
Laura Boccardo, impiegata
Fabrizio Bocchino, senatore
Antonio Boccuzzi, deputato
Paola Boldrini, deputata
Francesca Bonomo, deputata
Michele Bordo, deputato
Franco Borghi, attivista per la pace e la legalita'
Dario Borso, filosofo
Giovanni Bosco
Paolo Bosi, docente universitario
Luisa Bossa, deputata
Donatella Botta, impegnata nella solidarieta'
Silvio Bozzi, docente universitario
Anna Bravo, storica
Beatrice Brignone, deputata
Claudio Broglia, senatore
Valentina Bruno, docente, del centro antiviolenza "Erinna" di Viterbo
Vincenza Bruno Bossio, deputata
Enrico Buemi, senatore
Renata Bueno, deputata
Giuseppe Burgio, pedagogista, Universita' di Enna
Alberto Cacopardo, antropologo
Augusto Cacopardo, Comitato per la Democrazia Costituzionale
Salvatore Capone, deputato
Sabrina Capozzolo, deputata
Antonio Caputo, presidente circolo Giustiza e Liberta'
Alessandro Capuzzo, ecopacifista
Renzo Carella, deputato
Anna Maria Carloni, deputata
Gennaro Carotenuto, storico
Giorgio Carpi, "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano (Pisa)
Rodolfo Carpigo
Marco Carra, deputato
Claudio Carrara, presidente del Movimento Internazionale della Riconciliazione - Italia
Maria Chiara Carrozza, deputata, gia' ministra
Floriana Casellato, deputata
Maria Luigia Casieri, dirigente scolastica
Franco Cassano, deputato
Felice Casson, senatore
Francesco Cassotti
Pilar Castel, autrice e attrice No War
Valeria Castelli
Umberto Castra, obiettore di coscienza
Marco Catarci, pedagogista e docente universitario
Marco Causi, deputato
padre Carlo Cautillo cp
Giovanna Cavarocchi, Auser Viterbo
Patrizia Cecconi, scrittrice, presidente "Associazione oltre il mare onlus"
Nello Centomo
Massimo Cervellini, senatore
Maurizio Chierici, giornalista
Raimondo Chiricozzi, presidente del comitato provinciale Aics di Viterbo
Vannino Chiti, senatore
Olindo Cicchetti, figura storica dei movimenti ecopacifisti e per i diritti, narratore di comunita'
Eleonora Cimbro, deputata
Giorgio Cingolani, agricoltore e socio del Centro studi "Sereno Regis" di Torino
Monica Cirinna', senatrice
Michele Citoni, documentarista
Valter Ciurli, architetto
Giuseppe Civati, deputato
Roberto Cociancich, senatore
Giancarla Codrignani, saggista e deputata emerita
Pasquale Colella, direttore de "Il tetto"
Francesco Coletta, docente e coordinatore della Federazione Gilda-Unams di Viterbo
Antonio Corbeletti, presidente della sezione Anpi di Voghera
don Franco Corbo, parroco, presidente del gruppo di volontariato "Solidarieta'"
Corrado Corradini, giornalista
Paolo Corsini, senatore, docente universitario
Paolo Cova, deputato
Paolo Crocchiolo, medico, docente universitario
Lucia Cruschelli, associazione "Mestizaje" di Cecina
Giuseppe Luigi Cucca, senatore
Patrizia Cupelloni, psicoanaista con funzioni di training Societa' Psicoanalitica Italiana
Gianni Cuperlo, deputato
Erica D'Adda, senatrice
Pasquale D'Andretta, formatore
Massimo Dalla Giovanna, impiegato, delegato Rsu
Tiziana Dal Pra, presidente dell'associazione "Trama di terre" di Imola
Alfredo D'Attorre, deputato
Marianita De Ambrogio, Donne in Nero di Padova
Emanuela Dei, giornalista
Tonio Dell'Olio, presidente Pro Civitate Christiana di Assisi, gia' coordinatore nazionale di Pax Christi, gia' responsabile di Libera International
Andrea De Lotto, maestro elementare, Milano
Giorgio Demurtas, docente universitario
Valerio De Nardo, dirigente pubblica amministrazione e scrittore
Loredana De Petris, senatrice, presidente del Gruppo Misto al Senato
Lucia De Sanctis, associazione "Mestizaje" di Cecina
Maria Rosa De Troia, attivista in difesa della Costituzione
Lello Di Gioia, deputato
Mimmo Di Gioia, Ambasciata di Pace di Foggia
Marco Di Lello, deputato
Mario Di Marco, responsabile della formazione dei volontari in servizio civile della Caritas diocesana di Viterbo
Domenico Di Pietro, associazione "Mestizaje" di Cecina
Nerina Dirindin, senatrice
Angela Dogliotti, peace-researcher
Luciano Dottarelli, docente e saggista, presidente Club Unesco Viterbo-Tuscia
Umberto D'Ottavio, deputato
Anna Draghetti, pensionata
Donatella Duranti, deputata
Massimo Duranti, giudice di pace emerito
Anna Maria Eramo
Osvaldo Ercoli, figura storica dell'impegno per la pace, i diritti umani, l'ambiente
Carla Ermoli, pensionata
Roberto Escobar, filosofo politico e critico cinematografico
suor Maria Stella Fabbri
Sergio Falcone, poeta
Fulvio Faro, operatore sociosanitario
Claudio Fecchio, gia' obiettore di coscienza al servizio militare e coordinatore della campagna di obiezione alle spese militari
Laura Fasiolo, senatrice
Marco Fedi, deputato
Ciccio Ferrara, deputato
Elena Ferrara, senatrice
Valerio Ferri
Giuseppe Fioroni, deputato, gia' ministro
Vincenzo Folino, deputato
Paolo Fontanelli, deputato
Maria Bernarda Forcella
Federico Fornaro, senatore
Filippo Fossati, deputato
Valentina Franchi, associazione "Mestizaje" di Cecina
Nicola Fratoianni, deputato, segretario nazionale di Sinistra Italiana
Marco Furfaro, Campo Progressista
Gabriele Gabrieli, del Gruppo "In silenzio per la pace" di Mantova
Sancia Gaetani, Wilfp Italia
Haidi Gaggio Giuliani, senatrice emerita
Elena Gajani Monguzzi, docente, poetessa, impegnata per i diritti umani di tutti gli esseri umani
Carlo Galli, professore universitario e deputato
Daniele Gallo, giornalista, saggista, editore e docente universitario
Paolo Gandolfi, deputato
Maria Grazia Gatti, senatrice
Nino Gernone
Francuccio Gesualdi, animatore del "Centro nuovo modello di sviluppo"
Anna Giacobbe, deputata
Giorgio Giannini, storico e saggista
Agnese Ginocchio, cantautrice per la pace e la nonviolenza
Piero P. Giorgi, ricercatore sulla violenza e la nonviolenza
Andrea Giorgis, deputato
Giampiero Girardi, sociologo e ricercatore per la pace
Gianni Girotto, senatore
Luisa Gnecchi, deputata
Miguel Gotor, senatore
Gero Grassi, deputato
Carmine Grassino, docente, formatore, capo scout e barelliere a Lourdes
Monica Gregori, deputata
Giorgio Grimaldi, assegnista di ricerca Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa
Celeste Grossi, figura storica dell'impegno di pace e solidarieta'
Carlo Gubitosa, saggista e mediattivista
Giuseppe Guerini, deputato
Maria Cecilia Guerra, senatrice
Paolo Guerrieri, senatore
Paolo Henrici De Angelis, architetto
Paolo Hutter, giornalista
Maria Iacono, deputata
Pietro Ichino, senatore (relativamente alle elezioni amministrative)
Chiara Ingrao, scrittrice, animatrice culturale, deputata emerita, figura storica dei movimenti per la pace e i diritti
Vanna Iori, deputata e docente universitaria
Luca Kocci, docente, giornalista, saggista
Francesca Koch, presidente della "Casa Internazionale delle Donne" di Roma
Florian Kronbichler, deputato
Cecile Kyenge, parlamentare europea, gia' ministra
Alberto L'Abate, presidente onorario dell'Ipri
Luigi Lacquaniti, deputato
Silvio Lai, senatore
Eros Lamaida, sindaco di Castelnuovo Cilento
Teresa Lapis, giurista dei diritti umani, docente
Federico La Sala, docente di filosofia e saggista
Camilla Lattanzi, autrice e conduttrice radiofonica
Raniero La Valle, senatore emerito, direttore di "Vasti", presidente del Comitato per la democrazia internazionale
Paolo Limonta, maestro elementare e consigliere comunale
Antonella Litta, dell'Associazione italiana medici per l'ambiente
Anna Lodeserto, internazionalista ed esperta di politiche migratorie, cittadinanza e mobilita'
Sergio Lo Giudice, senatore
Pierpaolo Loi, maestro elementare
Doris Lo Moro, senatrice
Eugenio Longoni, militante antifascista
Franco Lorenzoni, maestro elementare e coordinatore della Casa-laboratorio di Cenci
Paolo Lucchesi, dal lungo curriculum d'impegno sociale
Daniele Lugli, presidente onorario del Movimento Nonviolento
Monica Luisoni, attivista
suor Monica Luparello, missionaria comboniana
Antonio Lupo, medico
Maria Immacolata Macioti, sociologa, docente universitaria
Andrea Maestri, deputato
Patrizia Maestri, deputata
Anna Maghi, del centro antiviolenza "Erinna" di Viterbo
Alessandro Magni
Gianna Malisani, deputata
Agnese Manca, docente universitaria, impegnata in molte iniziative di solidarieta'
Luigi Manconi, senatore, sociologo, presidente della Commissione Diritti Umani del Senato
Giovanni Mandorino, del Centro Gandhi di Pisa
Massimiliano Manfredi, deputato
Claudia Mannino, deputata
Fiorella Manzini, pensionata, gia' insegnante di educazione artistica, pittrice, presidente del Cdmpi
Cristina Maranesi, blogger
Maino Marchi, deputato
Luisa Marchini, operatrice culturale, saggista e narratrice
don Mario Marchiori
Alessandro Marescotti, fondatore e presidente di Peacelink
Raffaella Mariani, deputata
Miriam Marino
Giovanna Martelli, deputata
Gian Marco Martignoni, Cgil Varese
Claudio Martini, senatore
Michela Marzano, deputata, filosofa
Elvira Mastrovincenzo, docente
Rachele Matteucci, insegnante di lingua italiana per stranieri presso l'Associazione San Martino de Porres
Cristina Mattiello, insegnante, giornalista
Alessandro Mazzoli, deputato
Clementina Mazzucco, docente universitaria, saggista
Alessandra Mecozzi, presidente di "Cultura e' liberta'. Una campagna per la Palestina"
Dario Mencagli, cooperante internazionale, docente
Rosa Mendes, bibliotecaria, presidente dell'Associazione donne brasiliane in Italia
Ivo Menna, responsabile ambientalista verdi, responsabile regionale Osservatorio Nazionale Amianto
Michele Meta, deputato
Enrico Mezzetti, presidente dell'Anpi provinciale di Viterbo
Sara Michieletto
Corradino Mineo, senatore
Franco Mirabelli, senatore
Michele Mognato, deputato
Pierangelo Monti, del Mir di Ivrea
Daniele Montroni, deputato
Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo
Mario Morgoni, senatore
Rosangela Mura, attivista
Delia Murer, deputata
Alessandro Murgia, medico impegnato nella solidarieta'
Loretta Mussi, Rete romana di solidarieta' con la Palestina
Martina Nardi, deputata
Paolo Naso, politologo, Sapienza Universita' di Roma
Amalia Navoni, educatrice e attivista per i diritti umani e i beni comuni
Giorgio Nebbia, ecologista
Giovanna Niccoli, attivista
Loris Nobili, Roma
don Gianni Novelli, direttore emerito del Cipax
Luciano Oliveri, pensionato
Luis Alberto Orellana, senatore (relativamente alle elezioni amministrative)
Riccardo Orioles, giornalista, figura storica delle lotte contro la mafia
Alberto Pacelli, coordinatore dell'associazione di ricerca e di iniziativa culturale, civile e ambientale "Idee di futuro" di Novara
Emilia Pacelli, casalinga
Giovanna Pagani, Wilpf Italia
Anselmo Palini, insegnante e saggista
Vittorio Pallotti, fondatore del Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale
Marco Palombo, attivista della Rete No War di Roma
Luca Paolocci, Usb Viterbo
Eleonora Parlanti, ricercatrice
Maria Luisa Paroni, Comitato Oglio Po per la Costituzione
Oreste Pastorelli, deputato
Luca Pastorino, deputato
Edoardo Patriarca, deputato
Maria Paola Patuelli, Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna e Associazione femminile maschile plurale
Marisa Pedroncelli, volontaria nella solidarieta' internazionale
Carlo Pegorer, senatore
Serena Pellegrino, deputata
Vinicio Peluffo, deputato
Giovanni Penzo, pensionato
Donato Perreca, pensionato
Alessia Petraglia, senatrice
Gianpaolo Petrucci, presidente del Gruppo Educhiamoci alla Pace di Bari
Enrico Peyretti, saggista e peace-researcher
Fiora Pezzoli, psicoterapeuta
Savino Pezzotta, gia' segretario generale Cisl
Giorgio Piacentini, presidente emerito del Cipax
Leo Piacentini, pensionato
Hamza Roberto Piccardo, scrittore, traduttore, quadro associativo musulmano
Salvatore Piccolo, deputato
Piero Pinzauti
Rosanna Pirajno, architetta, presidente dell'associazione "Mezzocielo" di Palermo
Alessandro Pizzi, gia' sindaco di Soriano nel Cimino, docente di matematica e fisica, volontario nel carcere di Viterbo
Antonio Placido, deputato
Pier Paolo Poggio, storico, direttore della Fondazione "Luigi Micheletti"
Rocco Pompeo, presidente della "Fondazione Nesi"
Pier Paolo Poncia, geologo
Giuliano Pontara, filosofo
Franco Porcu, operaio
Alessandro Presicce, giurista
Giovanna Procacci, sociologa, Universita' di Milano
Andrea Pubusa, giurista
Pasquale Pugliese, segreteria nazionale del Movimento Nonviolento
Anna Puglisi, illustre studiosa, fondatrice ed animatrice del "Centro Impastato" di Palermo
Mauro Pugni, Cdb di Modena
Laura Puppato, senatrice (relativamente alle elezioni amministrative)
Laura Quagliuolo, redattrice e attivista del Coordinamento italiano di sostegno alle donne afghane
Fabio Ragaini, Gruppo Solidarieta'
Margherita Rambaldi
Roberto Rampi, deputato
Mariella Ratti, gia' dirigente scolastica
Michele Ravagnolo, editor, gia' portavoce del "Tavolo contro la guerra" di Bologna
Francesco Ribaudo, deputato
Massimo Ribelli, Universita' di Roma "La Sapienza"
Rodolfo Ricci, coordinatore nazionale Filef, segretario Fiei
Lara Ricciatti, deputata
Annamaria Rivera, antropologa
Maria Grazia Rocchi, deputata
Giuseppe Romanini, deputato
Dario Rossi, avvocato
Gessica Rostellato, deputata
padre Agostino Rota Martir, campo Rom di Coltano
Giorgio Roversi, pensionato
Francesco Ruotolo, docente di discipline giuridiche ed economiche
Ada Sacchi, pensionata, gia' ricercatrice per studi sui tumori presso l'IRE di Roma
Enrica Salvatori, docente universitaria
Vincenzo Sanfilippo, sociologo, della Comunita' dell'Arca di Lanza del Vasto
Cesare Sangalli, Ambasciata di Pace di Foggia
Lavinia Sangiorgi, volontaria di Focus - Casa dei diritti sociali di Roma
Antonia Sani, Wilpf Italia
Giovanna Sanna, deputata
Adriano Sansa, magistrato e poeta
Carlo Sansonetti, figura storica dell'impegno di pace e solidarieta'
Delfino Santaniello, figura storica dell'impegno per la legalita' e la democrazia
Eugenio Santi, presidente del Gavci
Umberto Santino, illustre studioso, fondatore ed animatore del "Centro Impastato" di Palermo
Maria Santo, figura storica dei movimenti di pace e solidarieta'
don Alessandro Santoro, della comunita' delle Piagge
Mauro Sarnari, dell'Unicef di Viterbo
padre Pietro Sartorel, sacerdote, missionario in Brasile
Giovanni Sarubbi, direttore de "Il dialogo"
Renato Sasdelli, docente universitario e saggista
Francesco Scalia, senatore
Gian Piero Scanu, deputato
Gabriele Scaramuzza, pensionato
Eugenio Scardaccione, dirigente scolastico
Manlio Schiavo, docente, referente del Comitato cittadino di Bagheria per la Costituzione
Gea Schiro', deputata
Marco Scipioni, presidente del Centro studi e documentazione "Don Pietro Innocenti"
Rosa Scognamiglio, docente impegnata in difesa dei diritti umani e della Costituzione
Antonio Scopelliti, Ambasciata di Pace di Foggia
Arturo Scotto, deputato
Bruno Segre, organizzatore e ricercatore culturale indipendente
Angelo Senaldi, deputato
Marneo Serenelli, docente e psicologo
Marina Sereni, deputata
Camilla Sgambato, deputata
Giovanni Battista Sgritta, sociologo e docente universitario
Paolo Sighinolfi
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Matteo Soccio, "Casa per la Pace" di Vicenza
Pietro Soldini, Cgil nazionale
Maurizio Somma, Casa della Pace e della Nonviolenza
Zenone Sovilla, giornalista, amico della nonviolenza
Gabriele Spallone
Luca Spegne, docente
Marilena Spriano
Irene Starace, Wilpf Italia
Gianluca Susta, senatore
Bruno Tabacci, deputato
Gianni Tamino, biologo, docente universitario in pensione
Francesco Tanzarella
Veronica Tentori, deputata
Alessandra Terrosi, deputata
Marietta Tidei, deputata
Walter Tocci, senatore
Ada Tomasello, Usb immigrazione Viterbo
Giovanni Tomei, presidente di "Sovranita' popolare"
Alberto Trevisan, obiettore di coscienza nonviolento negli anni '70 e per questo piu' volte incarcerato
Alessandro Triulzi, storico, docente universitario
Marco Trotta, consigliere di quartiere a Bologna per Coalizione Civica
Michelangelo Tumini, dei "Cantieri di pace" di Osimo, Offagna, Castelfidardo e Loreto
Olivier Turquet, educatore ed editore, coordinatore di "Pressenza"
Laura Tussi, giornalista e scrittrice
Fabio Vaccari
Stefano Vaccari, senatore
Giuseppe Vacciano, senatore
Daniela Valentini, senatrice
Nicola Vallinoto, informatico, dirigente nazionale del Movimento Federalista Europeo
Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento
Leonardo Varvaro, docente universitario
Pasquale Ventrella, Ambasciata di Pace di Foggia
Liliana Ventricelli, deputata
Walter Verini, deputato
Antonio Vermigli, direttore di "In dialogo"
Ranieri Vitagliano, docente, Movimento Piedimonte Bene Comune
Rosario Vitale, Ambasciata di Pace di Foggia
Salvatore Vitale, divulgatore agricolo
Giulio Vittorangeli, presidente dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo
Luciano Zambelli, della Lega per il disarmo unilaterale
Sandra Zampa, deputata
Alessandro Zan, deputato
Lorenzo Zaniboni
Giorgio Zanin, deputato
Rina Zardetto, presidente dell'Associazione Reggiana per la Costituzione
Franco Zunino, ingegnere
*
Per adesioni: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it
Per dare notizia delle adesioni ai presidenti del Parlamento:
- on. Laura Boldrini, Presidente della Camera: laura.boldrini at camera.it
- on. Pietro Grasso, Presidente del Senato: pietro.grasso at senato.it
3. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
4. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
5. SAUTO'. CLAUDIO CLODI: RILEGGENDO SOLZENICYN
Rileggo ancora una volta Solgenitsin
col medesimo strazio ancora una volta.
E ancora una volta penso
che questa lotta per la verita'
questa lotta per tutte le vittime
questa lotta per salvare le vite
tu la devi proseguire.
6. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLI STORTI: FAVOLA DEL PRINCIPE E DELLA PRINCIPESSA
Devo arrampicarmi lungo questa torre altissima di cui non vedo la cima che e' al di sopra delle nuvole, e per arrampicarmi posso aggrapparmi solo a questi lunghissimi capelli d'oro uniti in treccia, ma quanto potra' essere lunga l'ascesa? e quanto reggeranno i capelli? Se penso al fatto che la treccia e' soltanto un insieme di capelli che singolarmente presi non reggerebbero il peso di un grillo, questa mia impresa mi sembra una follia.
E poi non ho idea di cio' che trovero' nella cella in cima alla torre. Ci sara' la principessa? Sara' quella principessa che sogno ogni notte? O magari sara' una strega, un demone, un arciere beffardo, un tribunale del re? O forse non c'e' nessuna cella, forse la torre non ha fine, forse anche questa treccia e' solo un'illusione ed io aggrappato all'illusione penso di sollevarmi da questa terra al cielo.
Tremo a pensare questi pensieri. L'unica cosa che devo fare e' salire e non pensare ad altro che alla principessa dei miei sogni. Potrebbe anche essere una salita infinita: e questo sarebbe il mio inferno, o il mio paradiso.
*
Quanto ancora i miei capelli potranno sostenere il peso? gia' sento che qualche capello si strappa e la mia testa appoggiata al davanzale quasi si spacca per la tensione e credo che se solo mi alzassi in piedi mi rovescerei fuori e finirei in questo abisso il cui fondo non vedo, e con me il mio amato che alla mia treccia si afferra.
E se non resistessi al dolore, alla trazione che sento rompermi il cranio, e con queste mie forbici recidessi la treccia quando il dolore si facesse insostenibile, o la paura, ebbene, quale sorte attenderebbe il principe coraggioso che sogno ogni notte e che sta adesso scalando la mia altissima prigione? Si schianterebbe al suolo, avrei ucciso chi amo, nessuno piu' verrebbe a liberarmi.
E poi, sono sicura che sia un principe che sale, e non un orco? O un soldato che il re manda a tagliarmi la treccia o la gola? O che appeso ai miei capelli non vi sia alcun principe ma solo un sacco di terra e di pietre, una gabbia di ferro, una roccia a strapiombo sul mare, ed io sto sostenendo un peso inerte e fino a quando, fino a quando potro' resistere, e non vi e' altro oltre questa attesa, questo sforzo, questo dolore infinito: e questo sarebbe il mio paradiso, o il mio inferno.
7. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLI STORTI: TUTTI I LIBRI DEL MONDO
Il mio obiettivo originario era leggere tutti i libri del mondo. Ambizioso, non dico di no.
Ma per farlo mi serviva un bel po' di tempo libero, e per avere il tempo libero come si fa? Lo sanno tutti come si fa: bisogna avere un sacco di soldi. Ma tanti. E io non ce li avevo.
Per questo ho deciso che il primo passo per poter leggere tutti i libri del mondo era fare i soldi.
Ci sono diversi modi per fare i soldi: ereditare, lavorare sodo, giocare al gioco del lotto o al gratta e vinci, oppure prenderli dove gia' stanno. Di tutti questi ce n'e' uno solo che e' sicuro. Avete indovinato. Indovinai pure io.
Pero' quello che non sapevo e' che difficilmente con un colpo solo raggiungi la quota necessaria. Perche' hai pure un sacco di spese, e l'incasso certe volte e' miserevole.
*
Ricordo ancora il primo colpo. Non avevo nessuna esperienza se non i film visti in televisione. Comprai una pistola giocattolo che a me sembrava una pistola vera. Quando la tirai fuori il cassiere scoppio' a ridere, e rideva e rideva e io ripetevo "Mani in alto o sparo" ma quella maledetta risata era cosi' fragorosa, e penetrante, e contagiosa che tutti, tutti, impiegati e clienti, si misero a ridere e io non capivo neppure perche', finche' quello aciugandosi le lacrime che a forza di ridere gli erano usciti i lucciconi e pareva che quasi si soffocasse, disse singhiozzando: "Mi scusi, mi scusi, ma e' una pistola giocattolo, l'ho regalata una uguale a mio figlio per il compleanno, ha sei anni e e' un amore", s'inteneri' al pensiero della prole e sorrise malinconico, poi di nuovo a ridere a crepapelle e io uscivo di corsa con tutti che si piegavano in due dalle risate. Quello fu il primo colpo e uno meno tenace, meno motivato di me, avrebbe smesso per sempre: certe cocenti umiliazioni stroncherebbero un toro. Ma io no, non mollai, perche' ero motivato: volevo leggere tutti i libri, e mi servivano i soldi, e mi servivano subito perche' i libri da leggere sono tanti e si sa che a una certa eta' la vista si abbassa.
*
Il secondo colpo lo feci a un distributore di benzina: c'era meno gente, e se dovevo fare un'altra figuraccia almeno non ci sarebbe stato un grosso pubblico. Non avevo idea di dove procurarmi una pistola vera, di riprovare con una finta non me la sentivo, un uomo ha il suo amor proprio; cosi' usai un coltello, un coltello da cucina bello grosso. Arrivai al distributore e l'inserviente prima che io facessi una mossa mi disse: "Scusi un attimo, devo prendere una cosa", e prima che io potessi rispondere alcunche' entro' nel baracchino e usci' fuori con un fucile a pompa. Me lo punto' addosso e disse: "Fila via se ci tieni alla pelle". Io ancora non avevo detto niente, e il coltello era infilato sotto la cintura e non si vedeva niente perche' avevo il cappotto. Restai interdetto, da che si capiva che ero un rapinatore? Dissi soltanto: "Ma cosa fa?". E quello: "Ti sparo, imbecille. Fila via finche' sei in tempo". E io: "Ma perche'?". E quello: "Perche' sei il piu' cretino dei rapinatori". E io: "Ma lei si sbaglia". E lui: "No, no, fidati, sei il piu' cretino". E io: "Ma perche'?". E lui: "Solo un rapinatore cretino viene a un distributore di benzina a piedi, no?". Non mi resto' che chiedere scusa e andarmene. Il fatto e' che la macchina non ce l'ho, e non ho neppure la patente. Pensai per un attimo di comprare una bicicletta, ma subito realizzai che anche con la bicicletta non funzionava.
Pero' se non altro adesso non ero piu' un novellino; avevo fatto i miei primi due colpi, ed anche se non erano andati a buon fine, erano tuttavia esperienza. Il prossimo colpo sarebbe stato gia' il terzo. Ero ormai un veterano.
*
Il terzo colpo lo ritentai col coltello, ma non in un distributore di benzina, in una trattoria. Arrivai che gli ultimi avventori stavano finendo di mangiare, e tutto era desolazione. Mi sedetti a un tavolo e chiesi se c'era qualcosa di pronto. Un donnone alto tre metri mi rispose che non c'era piu' niente e stavano per chiudere. Allora chiesi se c'era un po' d'affettato, di formaggio, un po' di pane, dissi che ero un commesso viaggiatore, non avevo mangiato niente tutto il giorno, e avevo il treno a mezzanotte. La signora Golia disse che alla stazione c'era il bar. "Ma io vorrei mangiare qualcosa". E Giunone: "Abbiamo finito tutto, qui si mangia solo roba fresca di giornata. E adesso se non le dispiace stiamo per chiudere". Oltre a me c'era solo un altro avventore che si stava alzando per uscire. Ebbi un colpo di genio: "Mi porti mezzo litro e una gazzosa, tanto per non essere venuto per niente". Bofonchio' qualche cosa che non capii, ando' al bancone e mi porto' la bevanda. "Grazie", dissi, e cominciai a centellinare. L'altro avventore era uscito. Dalla cucina non venivano rumori. M'avvicinai alla cassa e dissi alla virago: "Il conto, per favore". Mentre lei batteva sui tasti tirai fuori la lama, gliela avvicinai al collo e dissi con voce stentorea: "Dammi tutti i soldi che ci sono in cassa, vecchia strega". Lei alzo' la testa, mi guardo' sprezzante e disse: "Adesso vengo dall'altra parte del bancone e vedi tu dove te lo ficco il coltellino, brutto lazzarone screanzato", e comincio' la manovra. Ebbi il sangue freddo sufficiente a fare un balzo indietro, in cinque passi da leone guadagnai la porta e via di corsa nella notte. Avevo imparato un'altra cosa: occorre tenere sempre conto delle reazioni altrui. Ero ormai un rapinatore che le sapeva tutte.
*
Naturalmente mentre proseguivo il mio apprendistato nel mondo del crimine continuavo la mattina ad andare al lavoro. Faccio l'usciere al catasto. Non e' come vi credete voi, che uno ci ha un sacco di tempo libero. Perche' c'e' sempre qualcuno che ti scoccia, dov'e' l'ufficio ics, dov'e' l'ufficio ipsilon, mi scusi non so se mi puo' aiutare, eccetera eccetera. Ti scocciano in continuazione al punto che non riesci neppure a finire le parole crociate in pace. E' un lavoro incompatibile col piano di leggere tutti i libri del mondo. Lo so che ci sono colleghi che se non altro ci tirano su un bel mucchietto di soldarelli promettendo agevolazioni e incamerando tangentine. Ma e' una fatica pure quella, perche' devi parlare con un esercito di imbecilli, fargli credere chissa' che, contrattare la tariffa, e poi c'e' sempre il rischio che ti registrano, escono e ti denunciano. Non fa per me. A me piace stare tranquillo. E' per questo che di solito timbro il cartellino, sto li' cinque minuti, dico a Rodolfo - che fa la guardia giurata e sta nel gabbiotto dieci metri piu' giu' - che devo fare il solito giro per gli uffici, e me la svigno nella stanzetta vuota che ho scoperto nel piano interrato, e fu un colpo di fortuna magistrale, perche' c'era la chiave nella toppa quel giorno che esplorai il seminterrato, dentro era vuota, cosi' acquisii la chiave. Dopo un po' di giorni feci un cartellino con scritto "Riservato", ma piccolo e poco appariscente, e lo attaccai sulla porta con l'attaccatutto. E qualche giorno dopo quello era il mio piccolo regno. Col tempo ci ho portato una sedia presa da un ufficio, e una sdraia che mi sono portato da casa mimetizzata dentro un sacco dell'immondizia. E adesso ci passo tutti i giorni un paio d'ore prima della pausa caffe' delle dieci, poi torno alla mia postazione di usciere una mezz'ora, e secondo come mi gira torno giu' fino all'una. Dall'una alle due torno a fare l'usciere, mi piace guadagnarmi lo stipendio. Certe volte faccio pure gli straordinari fino alle cinque. E quando capita faccio un favore ai colleghi: piccole commissioni, andare a fare la spesa, cose cosi', che mi vogliono tutti bene e se non sono al mio posto pensano che sto facendo un piacere a qualcuno.
Nella stanzetta mia pero' non leggo, dormo e basta oppure penso, di solito penso alle cose che ho sognato. O do' uno sguardo al giornale. Con tutto cio' il pomeriggio e la sera sono sempre stanco. E' che e' una vita stressante. Per questo non mi piace questo lavoro, e ho deciso di dedicarmi alla lettura integrale della biblioteca mondiale. Pero' se prima non faccio i soldi il lavoro al catasto non lo posso lasciare. Sto in affitto, ci sono le bollette dell'acqua, del gas e della luce, e qualche cosa devo pure mangiare per tenermi in vita, no?
*
La quarta rapina fu un successo. Era una cartoleria e la gestiva una vecchietta tutta rinsecchita che con un soffio la stendevi, la sora Amalia. Ci passavo davanti tutti i giorni. Organizzai il colpo meticolosamente. Al'ora di chiusura era gia' buio per le strade. Il negozio era vuoto (era sempre vuoto) e la sora Amalia aveva gia' messo gli scuri di legno sulle vetrine, entro' per prendere l'ultima tavola per la parte superiore della porta (la parte bassa era gia' di legno) ed io che ero nascosto in attesa proprio dietro la cantonata entro alle sue spalle svelto come un lampo. Lei neppure capisce che succede, le metto una busta del pane sulla testa e le dico: "E' una rapina, non dica una parola o e' un uomo morto". E lei: "Veramente sono una signorina". E io: "Non dica una parola o e' una signorina morta". E la spingo verso la cassa, attento a non inciampare. Apro la cassa e c'erano seimila lire di carta e un po' di spiccioli. M'avvicino alla busta del pane dove doveva essere un orecchio e sottovoce ruggisco: "Dove stanno i soldi?". E quella: "Come?". "Come come? I soldi, dove stanno i soldi?". E lei: "Nella cassa". E io: "Ma nella cassa non ci stanno neanche diecimila lire". E lei: "Come?". Le tolgo il sacchetto di carta che con tutto che prima di usarlo lo avevo spolverato un po' di farina e di briciole di pane c'erano rimaste e adesso erano sui capelli e sulla faccia della sora Amalia, e ripeto: "Dove sono i soldi?". E quella: "Nella cassa, gliel'ho detto". Io ero veramente esasperato, uno spera in un po' di collaborazione, di umana comprensione, una rapina e' un lavoro duro. "Nella cassa non ci sono neanche diecimila lire". E quella: "Forse si', se conta le monete da cento, da cinquanta e da venti lire". Mi venne un'idea: "Dov'e' il borsellino?". "Come dov'e', nella borsa spero". L'avrei morsa e poi sputata: "Dov'e' la borsa, porcaccia della miseria". E lei, pensa un po': "Ah no, eh? La parolacce nel mio negozio no, eh?". "Mi scusi". "Le parolacce no". "Ho chiesto scusa, mi pare". "Io capisco, sa, che una persona spinta dalla fame puo' anche fare uno sproposito come venire a derubare una persona onesta, ma le parolacce no". Tirai fuori il coltello (ne avevo comprato uno di quelli che si chiudono e si aprono a scatto, e' piu' professionale), lo feci scattare e la lama venne fuori: "Dov'e' la borsa, non me lo faccia ripetere". "Ma e' li', sulla sedia". "Quale sedia?". "Ma se ce n'e' una sola, dietro il banco, dove volete che sia?". Certo, ci sarei dovuto arrivare da solo. E a tracolla dello schienale della sedia c'era la borsa, logora, nera, rattrappita. Spinsi la sora Amalia dietro il banco: "Non una mossa, ne va della vita". "Eh?". "O la borsa o la vita, dannazione". "Ah no, non ricominciamo con le parolacce". "Non e' una parolaccia". "Si' che lo e'". "Non e'". "E', e'". "Ho detto di no e poi lei deve stare zitta, non lo vede che ho il coltello?". "E allora?". "E allora se lei non tace le taglio la gola e chi s'e' visto s'e' visto". "Lei e' proprio un cafone, lo sa?". Mentre con la mano destra sventolavo il coltello per aria (e dove senno'?) con la sinistra frugavo nella borsetta sperando di non trovarci un serpente a sonagli o una tagliola. Trovai il borsellino. Lo estrassi, era minuscolo, nero, liso, floscio. Lo aprii, c'era qualche gettone del telefono, un biglietto del lotto e due o tre monete. "E i soldi?", dissi. "Quali soldi?". "Come quali soldi? L'incasso della giornata". "Nella cassa, dove vuole che sia?". "Quelle seimila lire?". "Con le monete saranno dieci". "E in tutta la giornata ha incassato solo diecimila lire?". "No, lascio sempre un fondo cassa di tremila lire, l'incasso sara' di settemila, ma ancora non ho potuto contare le monete peche' lei ha fatto questa irruzione...". "Non e' un'irruzione, e' una rapina". "Per il momento e' solo un'irruzione, non ha mica preso nulla". "Non avro' ancora preso nulla pero' l'ho sequestrata". "Nel mio negozio? Andiamo, giovanotto". "E l'ho anche minacciata di morte, a mano armata". "Ah si'?"."Si'". "Sara'". "No sara', e'". "Sara'". Era proprio esasperante, e non so come ma ormai mi aveva invaso una stanchezza, una stanchezza infinita. Dissi: "Insomma lei ha incassato meno di diecimila lire in tutta la giornata". "L'ha capita, finalmente". "E di profitto netto quanto sara'?". "Non lo so, sara' cinquecento, settecento lire". "Che non ci copre neppure il costo della corrente". "Eh, c'e' la crisi, speriamo che adesso che si passa all'euro migliora". Non dissi piu' una parola, non presi niente, uscii, non mi misi neppure a correre, mi allontanai lemme lemme. Sentii, ma ovattata, come in lontananza, la voce della sora Amalia che diceva: "Gliel'avevo detto che non era una rapina". Ero triste e stanco. Pero' ero pure felice: era la prima rapina perfettamente riuscita; dal punto di vista tecnico, intendo.
*
Fu quella sera mentre camminavo verso casa, al buio, nel vento, che pensai che leggere tutti i libri del mondo era un'impresa impossibile. E che anche fare le rapine era una cosa triste e noiosa, non era quell'avventura che si vede in televisione. E alla fine il lavoro al catasto non era proprio una fatica d'Ercole, tutto sommato volendo potevo avere tutti i pomeriggi liberi, anche se e' vero che avere i pomeriggi liberi significa solo che per mezza giornata non sai che fare, e allora e' meglio fare gli straordinari. Dovevo trovarmi una distrazione. Fu cosi' che decisi di diventare un omicida seriale.
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Friedrich Engels, Karl Marx, La sacra famiglia, Editori Riuniti, Roma 1967, 1979, pp. LXXII + 376.
- Karl Marx, Friedrich Engels, L'ideologia tedesca, Editori Riuniti, Roma 1958, 1979, pp. XCII + 552.
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2805 del 24 agosto 2017
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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