[Nonviolenza] Telegrammi. 2795



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2795 del 14 agosto 2017

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVIII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

0. Comunicazione di servizio

1. "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile

2. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

3. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

4. Omero Delli Storti: Il delitto della principessa di Ebla. Frammenti da un fogliettone postmoderno e rasciomonico (parte prima)

5. Segnalazioni librarie

6. La "Carta" del Movimento Nonviolento

7. Per saperne di piu'

 

0. COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

 

Problemi tecnici non dipendenti dalla nostra volonta' ci hanno costretto ad interrompere le pubblicazioni per alcuni giorni. Speriamo che adesso tutto sia risolto.

Ci scusiamo con chi ci legge.

 

1. INIZIATIVE. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN APPELLO ALL'ITALIA CIVILE

 

Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

Una persona, un voto. Il momento e' ora.

*

All'appello "Una persona, un voto" hanno gia' espresso il loro sostegno innumerevoli persone, tra cui tra le prime:

padre Alex Zanotelli

Lidia Menapace, partigiana, femminista e senatrice emerita

Paolo Acunzo, vicepresidente Pd Lazio

Roberta Agostini, deputata

Luisella Albanella, deputata

Isa Alberti

Gianfranco Aldrovandi, del "Collettivo nonviolento uomo-ambiente"

Rocco Altieri, docente e saggista, direttore dei "Quaderni Satyagraha", Centro Gandhi di Pisa

Peppe Amato, pensionato

Dino Angelini

Pino Arancio, traduttore, impegnato nei movimenti per la pace e di solidarieta'

Piero Arcangeli, etnomusicologo e compositore

Laura Arduni, impiegata

Ileana Argentin, deputata

Massimo Artini, deputato

Simonetta Astigiano, biologa e ricercatrice

Lino Balza, ecologista

Vincenzo Balzani, professore emerito, Universita' di Bologna

don Franco Barbero

Daniele Barbieri, blogger

Raffaele Barbiero, operatore sociale

Nuccio Barilla', giornalista, ambientalista

Davide Barillari, consigliere regionale del Lazio

Lorenzo Basso, deputato

Piero Basso, figura storica della riflessione teorica e dell'impegno politico e sociale a Milano e nella solidarieta' internazionale

Eleonora Bechis, deputata

Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di "Noi Siamo Chiesa"

Bruno Antonio Bellerate, docente emerito dell'Universita' Roma Tre

Eleonora Bellini, bibliotecaria e scrittrice

Giuliana Beltrame, sociologa e attivista

Maurizio Benazzi, quacchero, curatore della newsletter "Ecumenici"

Pietro Benedetti, regista, attore, studioso delle tradizioni popolari

Paolo Beni, deputato

don Gianni Bergamaschi

Ascanio Bernardeschi, saggista e militante

Massimiliano Bernini, deputato

Silvia Berruto, da sempre impegnata in iniziative di pace, solidarieta', nonviolenza

Severina Berselli

Norma Bertullacelli, dell'"ora in silenzio per la pace" di Genova

Stella Bianchi, deputata

Giovanni Bianco, giurista e professore universitario

Angelo Bini, vicepresidente Cooperativa castanicoltori dei Monti Cimini

Daniela Bizzarri, consigliera comunale delegata alle Pari Opportunita' del Comune di Viterbo

Tamara Blazina, deputata

Michele Boato, ecologista

Laura Boccardo, impiegata

Fabrizio Bocchino, senatore

Antonio Boccuzzi, deputato

Paola Boldrini, deputata

Francesca Bonomo, deputata

Michele Bordo, deputato

Franco Borghi, attivista per la pace e la legalita'

Dario Borso, filosofo

Giovanni Bosco

Paolo Bosi, docente universitario

Luisa Bossa, deputata

Donatella Botta, impegnata nella solidarieta'

Silvio Bozzi, docente universitario

Anna Bravo, storica

Beatrice Brignone, deputata

Claudio Broglia, senatore

Valentina Bruno, docente, del centro antiviolenza "Erinna" di Viterbo

Vincenza Bruno Bossio, deputata

Enrico Buemi, senatore

Renata Bueno, deputata

Giuseppe Burgio, pedagogista, Universita' di Enna

Alberto Cacopardo, antropologo

Augusto Cacopardo, Comitato per la Democrazia Costituzionale

Salvatore Capone, deputato

Sabrina Capozzolo, deputata

Antonio Caputo, presidente circolo Giustiza e Liberta'

Alessandro Capuzzo, ecopacifista

Renzo Carella, deputato

Anna Maria Carloni, deputata

Gennaro Carotenuto, storico

Giorgio Carpi, "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano (Pisa)

Rodolfo Carpigo

Marco Carra, deputato

Claudio Carrara, presidente del Movimento Internazionale della Riconciliazione - Italia

Maria Chiara Carrozza, deputata, gia' ministra

Floriana Casellato, deputata

Maria Luigia Casieri, dirigente scolastica

Franco Cassano, deputato

Felice Casson, senatore

Francesco Cassotti

Pilar Castel, autrice e attrice No War

Valeria Castelli

Umberto Castra, obiettore di coscienza

Marco Catarci, pedagogista e docente universitario

Marco Causi, deputato

padre Carlo Cautillo cp

Giovanna Cavarocchi, Auser Viterbo

Patrizia Cecconi, scrittrice, presidente "Associazione oltre il mare onlus"

Nello Centomo

Massimo Cervellini, senatore

Maurizio Chierici, giornalista

Raimondo Chiricozzi, presidente del comitato provinciale Aics di Viterbo

Vannino Chiti, senatore

Olindo Cicchetti, figura storica dei movimenti ecopacifisti e per i diritti, narratore di comunita'

Eleonora Cimbro, deputata

Giorgio Cingolani, agricoltore e socio del Centro studi "Sereno Regis" di Torino

Monica Cirinna', senatrice

Michele Citoni, documentarista

Valter Ciurli, architetto

Giuseppe Civati, deputato

Roberto Cociancich, senatore

Giancarla Codrignani, saggista e deputata emerita

Pasquale Colella, direttore de "Il tetto"

Francesco Coletta, docente e coordinatore della Federazione Gilda-Unams di Viterbo

Antonio Corbeletti, presidente della sezione Anpi di Voghera

don Franco Corbo, parroco, presidente del gruppo di volontariato "Solidarieta'"

Corrado Corradini, giornalista

Paolo Corsini, senatore, docente universitario

Paolo Cova, deputato

Paolo Crocchiolo, medico, docente universitario

Lucia Cruschelli, associazione "Mestizaje" di Cecina

Giuseppe Luigi Cucca, senatore

Patrizia Cupelloni, psicoanaista con funzioni di training Societa' Psicoanalitica Italiana

Gianni Cuperlo, deputato

Erica D'Adda, senatrice

Pasquale D'Andretta, formatore

Massimo Dalla Giovanna, impiegato, delegato Rsu

Tiziana Dal Pra, presidente dell'associazione "Trama di terre" di Imola

Alfredo D'Attorre, deputato

Marianita De Ambrogio, Donne in Nero di Padova

Emanuela Dei, giornalista

Tonio Dell'Olio, presidente Pro Civitate Christiana di Assisi, gia' coordinatore nazionale di Pax Christi, gia' responsabile di Libera International

Andrea De Lotto, maestro elementare, Milano

Giorgio Demurtas, docente universitario

Valerio De Nardo, dirigente pubblica amministrazione e scrittore

Loredana De Petris, senatrice, presidente del Gruppo Misto al Senato

Lucia De Sanctis, associazione "Mestizaje" di Cecina

Maria Rosa De Troia, attivista in difesa della Costituzione

Lello Di Gioia, deputato

Mimmo Di Gioia, Ambasciata di Pace di Foggia

Marco Di Lello, deputato

Mario Di Marco, responsabile della formazione dei volontari in servizio civile della Caritas diocesana di Viterbo

Domenico Di Pietro, associazione "Mestizaje" di Cecina

Nerina Dirindin, senatrice

Angela Dogliotti, peace-researcher

Luciano Dottarelli, docente e saggista, presidente Club Unesco Viterbo-Tuscia

Umberto D'Ottavio, deputato

Anna Draghetti, pensionata

Donatella Duranti, deputata

Massimo Duranti, giudice di pace emerito

Anna Maria Eramo

Osvaldo Ercoli, figura storica dell'impegno per la pace, i diritti umani, l'ambiente

Carla Ermoli, pensionata

Roberto Escobar, filosofo politico e critico cinematografico

suor Maria Stella Fabbri

Sergio Falcone, poeta

Fulvio Faro, operatore sociosanitario

Claudio Fecchio, gia' obiettore di coscienza al servizio militare e coordinatore della campagna di obiezione alle spese militari

Laura Fasiolo, senatrice

Marco Fedi, deputato

Ciccio Ferrara, deputato

Elena Ferrara, senatrice

Valerio Ferri

Giuseppe Fioroni, deputato, gia' ministro

Vincenzo Folino, deputato

Paolo Fontanelli, deputato

Maria Bernarda Forcella

Federico Fornaro, senatore

Filippo Fossati, deputato

Valentina Franchi, associazione "Mestizaje" di Cecina

Nicola Fratoianni, deputato, segretario nazionale di Sinistra Italiana

Marco Furfaro, Campo Progressista

Gabriele Gabrieli, del Gruppo "In silenzio per la pace" di Mantova

Sancia Gaetani, Wilfp Italia

Haidi Gaggio Giuliani, senatrice emerita

Elena Gajani Monguzzi, docente, poetessa, impegnata per i diritti umani di tutti gli esseri umani

Carlo Galli, professore universitario e deputato

Daniele Gallo, giornalista, saggista, editore e docente universitario

Paolo Gandolfi, deputato

Maria Grazia Gatti, senatrice

Nino Gernone

Francuccio Gesualdi, animatore del "Centro nuovo modello di sviluppo"

Anna Giacobbe, deputata

Giorgio Giannini, storico e saggista

Agnese Ginocchio, cantautrice per la pace e la nonviolenza

Piero P. Giorgi, ricercatore sulla violenza e la nonviolenza

Andrea Giorgis, deputato

Giampiero Girardi, sociologo e ricercatore per la pace

Gianni Girotto, senatore

Luisa Gnecchi, deputata

Miguel Gotor, senatore

Gero Grassi, deputato

Carmine Grassino, docente, formatore, capo scout e barelliere a Lourdes

Monica Gregori, deputata

Giorgio Grimaldi, assegnista di ricerca Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa

Celeste Grossi, figura storica dell'impegno di pace e solidarieta'

Carlo Gubitosa, saggista e mediattivista

Giuseppe Guerini, deputato

Maria Cecilia Guerra, senatrice

Paolo Guerrieri, senatore

Paolo Henrici De Angelis, architetto

Paolo Hutter, giornalista

Maria Iacono, deputata

Pietro Ichino, senatore (relativamente alle elezioni amministrative)

Chiara Ingrao, scrittrice, animatrice culturale, deputata emerita, figura storica dei movimenti per la pace e i diritti

Vanna Iori, deputata e docente universitaria

Luca Kocci, docente, giornalista, saggista

Francesca Koch, presidente della "Casa Internazionale delle Donne" di Roma

Florian Kronbichler, deputato

Cecile Kyenge, parlamentare europea, gia' ministra

Alberto L'Abate, presidente onorario dell'Ipri

Luigi Lacquaniti, deputato

Silvio Lai, senatore

Eros Lamaida, sindaco di Castelnuovo Cilento

Teresa Lapis, giurista dei diritti umani, docente

Federico La Sala, docente di filosofia e saggista

Camilla Lattanzi, autrice e conduttrice radiofonica

Raniero La Valle, senatore emerito, direttore di "Vasti", presidente del Comitato per la democrazia internazionale

Paolo Limonta, maestro elementare e consigliere comunale

Antonella Litta, dell'Associazione italiana medici per l'ambiente

Anna Lodeserto, internazionalista ed esperta di politiche migratorie, cittadinanza e mobilita'

Sergio Lo Giudice, senatore

Pierpaolo Loi, maestro elementare

Doris Lo Moro, senatrice

Eugenio Longoni, militante antifascista

Franco Lorenzoni, maestro elementare e coordinatore della Casa-laboratorio di Cenci

Paolo Lucchesi, dal lungo curriculum d'impegno sociale

Daniele Lugli, presidente onorario del Movimento Nonviolento

Monica Luisoni, attivista

suor Monica Luparello, missionaria comboniana

Antonio Lupo, medico

Maria Immacolata Macioti, sociologa, docente universitaria

Andrea Maestri, deputato

Patrizia Maestri, deputata

Anna Maghi, del centro antiviolenza "Erinna" di Viterbo

Alessandro Magni

Gianna Malisani, deputata

Agnese Manca, docente universitaria, impegnata in molte iniziative di solidarieta'

Luigi Manconi, senatore, sociologo, presidente della Commissione Diritti Umani del Senato

Giovanni Mandorino, del Centro Gandhi di Pisa

Massimiliano Manfredi, deputato

Claudia Mannino, deputata

Fiorella Manzini, pensionata, gia' insegnante di educazione artistica, pittrice, presidente del Cdmpi

Cristina Maranesi, blogger

Maino Marchi, deputato

Luisa Marchini, operatrice culturale, saggista e narratrice

don Mario Marchiori

Alessandro Marescotti, fondatore e presidente di Peacelink

Raffaella Mariani, deputata

Miriam Marino

Giovanna Martelli, deputata

Gian Marco Martignoni, Cgil Varese

Claudio Martini, senatore

Michela Marzano, deputata, filosofa

Elvira Mastrovincenzo, docente

Rachele Matteucci, insegnante di lingua italiana per stranieri presso l'Associazione San Martino de Porres

Cristina Mattiello, insegnante, giornalista

Alessandro Mazzoli, deputato

Clementina Mazzucco, docente universitaria, saggista

Alessandra Mecozzi, presidente di "Cultura e' liberta'. Una campagna per la Palestina"

Dario Mencagli, cooperante internazionale, docente

Rosa Mendes, bibliotecaria, presidente dell'Associazione donne brasiliane in Italia

Ivo Menna, responsabile ambientalista verdi, responsabile regionale Osservatorio Nazionale Amianto

Michele Meta, deputato

Enrico Mezzetti, presidente dell'Anpi provinciale di Viterbo

Sara Michieletto

Corradino Mineo, senatore

Franco Mirabelli, senatore

Michele Mognato, deputato

Pierangelo Monti, del Mir di Ivrea

Daniele Montroni, deputato

Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo

Mario Morgoni, senatore

Rosangela Mura, attivista

Delia Murer, deputata

Alessandro Murgia, medico impegnato nella solidarieta'

Loretta Mussi, Rete romana di solidarieta' con la Palestina

Martina Nardi, deputata

Paolo Naso, politologo, Sapienza Universita' di Roma

Amalia Navoni, educatrice e attivista per i diritti umani e i beni comuni

Giorgio Nebbia, ecologista

Giovanna Niccoli, attivista

Loris Nobili, Roma

don Gianni Novelli, direttore emerito del Cipax

Luciano Oliveri, pensionato

Luis Alberto Orellana, senatore (relativamente alle elezioni amministrative)

Riccardo Orioles, giornalista, figura storica delle lotte contro la mafia

Alberto Pacelli, coordinatore dell'associazione di ricerca e di iniziativa culturale, civile e ambientale "Idee di futuro" di Novara

Emilia Pacelli, casalinga

Giovanna Pagani, Wilpf Italia

Anselmo Palini, insegnante e saggista

Vittorio Pallotti, fondatore del Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale

Marco Palombo, attivista della Rete No War di Roma

Luca Paolocci, Usb Viterbo

Eleonora Parlanti, ricercatrice

Maria Luisa Paroni, Comitato Oglio Po per la Costituzione

Oreste Pastorelli, deputato

Luca Pastorino, deputato

Edoardo Patriarca, deputato

Maria Paola Patuelli, Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna e Associazione femminile maschile plurale

Marisa Pedroncelli, volontaria nella solidarieta' internazionale

Carlo Pegorer, senatore

Serena Pellegrino, deputata

Vinicio Peluffo, deputato

Giovanni Penzo, pensionato

Donato Perreca, pensionato

Alessia Petraglia, senatrice

Gianpaolo Petrucci, presidente del Gruppo Educhiamoci alla Pace di Bari

Enrico Peyretti, saggista e peace-researcher

Fiora Pezzoli, psicoterapeuta

Savino Pezzotta, gia' segretario generale Cisl

Giorgio Piacentini, presidente emerito del Cipax

Leo Piacentini, pensionato

Hamza Roberto Piccardo, scrittore, traduttore, quadro associativo musulmano

Salvatore Piccolo, deputato

Piero Pinzauti

Rosanna Pirajno, architetta, presidente dell'associazione "Mezzocielo" di Palermo

Alessandro Pizzi, gia' sindaco di Soriano nel Cimino, docente di matematica e fisica, volontario nel carcere di Viterbo

Antonio Placido, deputato

Pier Paolo Poggio, storico, direttore della Fondazione "Luigi Micheletti"

Rocco Pompeo, presidente della "Fondazione Nesi"

Pier Paolo Poncia, geologo

Giuliano Pontara, filosofo

Franco Porcu, operaio

Alessandro Presicce, giurista

Giovanna Procacci, sociologa, Universita' di Milano

Andrea Pubusa, giurista

Pasquale Pugliese, segreteria nazionale del Movimento Nonviolento

Anna Puglisi, illustre studiosa, fondatrice ed animatrice del "Centro Impastato" di Palermo

Mauro Pugni, Cdb di Modena

Laura Puppato, senatrice (relativamente alle elezioni amministrative)

Laura Quagliuolo, redattrice e attivista del Coordinamento italiano di sostegno alle donne afghane

Fabio Ragaini, Gruppo Solidarieta'

Margherita Rambaldi

Roberto Rampi, deputato

Mariella Ratti, gia' dirigente scolastica

Michele Ravagnolo, editor, gia' portavoce del "Tavolo contro la guerra" di Bologna

Francesco Ribaudo, deputato

Massimo Ribelli, Universita' di Roma "La Sapienza"

Rodolfo Ricci, coordinatore nazionale Filef, segretario Fiei

Lara Ricciatti, deputata

Annamaria Rivera, antropologa

Maria Grazia Rocchi, deputata

Giuseppe Romanini, deputato

Dario Rossi, avvocato

Gessica Rostellato, deputata

padre Agostino Rota Martir, campo Rom di Coltano

Giorgio Roversi, pensionato

Francesco Ruotolo, docente di discipline giuridiche ed economiche

Ada Sacchi, pensionata, gia' ricercatrice per studi sui tumori presso l'IRE di Roma

Enrica Salvatori, docente universitaria

Vincenzo Sanfilippo, sociologo, della Comunita' dell'Arca di Lanza del Vasto

Cesare Sangalli, Ambasciata di Pace di Foggia

Lavinia Sangiorgi, volontaria di Focus - Casa dei diritti sociali di Roma

Antonia Sani, Wilpf Italia

Giovanna Sanna, deputata

Adriano Sansa, magistrato e poeta

Carlo Sansonetti, figura storica dell'impegno di pace e solidarieta'

Delfino Santaniello, figura storica dell'impegno per la legalita' e la democrazia

Eugenio Santi, presidente del Gavci

Umberto Santino, illustre studioso, fondatore ed animatore del "Centro Impastato" di Palermo

Maria Santo, figura storica dei movimenti di pace e solidarieta'

don Alessandro Santoro, della comunita' delle Piagge

Mauro Sarnari, dell'Unicef di Viterbo

padre Pietro Sartorel, sacerdote, missionario in Brasile

Giovanni Sarubbi, direttore de "Il dialogo"

Renato Sasdelli, docente universitario e saggista

Francesco Scalia, senatore

Gian Piero Scanu, deputato

Gabriele Scaramuzza, pensionato

Eugenio Scardaccione, dirigente scolastico

Manlio Schiavo, docente, referente del Comitato cittadino di Bagheria per la Costituzione

Gea Schiro', deputata

Marco Scipioni, presidente del Centro studi e documentazione "Don Pietro Innocenti"

Rosa Scognamiglio, docente impegnata in difesa dei diritti umani e della Costituzione

Antonio Scopelliti, Ambasciata di Pace di Foggia

Arturo Scotto, deputato

Bruno Segre, organizzatore e ricercatore culturale indipendente

Angelo Senaldi, deputato

Marneo Serenelli, docente e psicologo

Marina Sereni, deputata

Camilla Sgambato, deputata

Giovanni Battista Sgritta, sociologo e docente universitario

Paolo Sighinolfi

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Matteo Soccio, "Casa per la Pace" di Vicenza

Pietro Soldini, Cgil nazionale

Maurizio Somma, Casa della Pace e della Nonviolenza

Zenone Sovilla, giornalista, amico della nonviolenza

Gabriele Spallone

Luca Spegne, docente

Marilena Spriano

Irene Starace, Wilpf Italia

Gianluca Susta, senatore

Bruno Tabacci, deputato

Gianni Tamino, biologo, docente universitario in pensione

Francesco Tanzarella

Veronica Tentori, deputata

Alessandra Terrosi, deputata

Marietta Tidei, deputata

Walter Tocci, senatore

Ada Tomasello, Usb immigrazione Viterbo

Giovanni Tomei, presidente di "Sovranita' popolare"

Alberto Trevisan, obiettore di coscienza nonviolento negli anni '70 e per questo piu' volte incarcerato

Alessandro Triulzi, storico, docente universitario

Marco Trotta, consigliere di quartiere a Bologna per Coalizione Civica

Michelangelo Tumini, dei "Cantieri di pace" di Osimo, Offagna, Castelfidardo e Loreto

Olivier Turquet, educatore ed editore, coordinatore di "Pressenza"

Laura Tussi, giornalista e scrittrice

Fabio Vaccari

Stefano Vaccari, senatore

Giuseppe Vacciano, senatore

Daniela Valentini, senatrice

Nicola Vallinoto, informatico, dirigente nazionale del Movimento Federalista Europeo

Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento

Leonardo Varvaro, docente universitario

Pasquale Ventrella, Ambasciata di Pace di Foggia

Liliana Ventricelli, deputata

Walter Verini, deputato

Antonio Vermigli, direttore di "In dialogo"

Ranieri Vitagliano, docente, Movimento Piedimonte Bene Comune

Rosario Vitale, Ambasciata di Pace di Foggia

Salvatore Vitale, divulgatore agricolo

Giulio Vittorangeli, presidente dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo

Luciano Zambelli, della Lega per il disarmo unilaterale

Sandra Zampa, deputata

Alessandro Zan, deputato

Lorenzo Zaniboni

Giorgio Zanin, deputato

Rina Zardetto, presidente dell'Associazione Reggiana per la Costituzione

Franco Zunino, ingegnere

*

Per adesioni: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it

Per dare notizia delle adesioni ai presidenti del Parlamento:

- on. Laura Boldrini, Presidente della Camera: laura.boldrini at camera.it

- on. Pietro Grasso, Presidente del Senato: pietro.grasso at senato.it

 

2. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

 

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

3. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

4. RACCONTI ESTIVI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLI STORTI: IL DELITTO DELLA PRINCIPESSA DI EBLA. FRAMMENTI DA UN FOGLIETTONE POSTMODERNO E RASCIOMONICO (PARTE PRIMA)

 

1. Fattaccio alla festa per le nozze del re di Ebla

Il racconto di T.

Allora, eravamo io e il mio amico Barucco che ci eravamo intrufolati tra gli invitati alla festa per il matrimonio del re di Ebla, che poi era un ragazzetto e decideva tutto il primo ministro.

Non vi dico il bendidio.

Il piano era di mangiare a crepapelle e di riempirci le saccocce con tutto quello che si poteva portar via senza destar sospetti. Barucco voleva addirittura farsi incartare gli avanzi, ma gli spiegai che se facevamo vedere che pezzenti eravamo di sicuro ci smascheravano e ci buttavano fuori, meglio agire d'astuzia.

Il fatto e' che agire d'astuzia con Barucco e' peggio che andar di notte: mi ero raccomandato in tute le salse che non si facesse notare, che chiacchierasse il meno possibile e pensasse a mangiare a piu' non posso che queste occasioni capitano ben di rado nella vita, insomma di tenere un profilo basso. E invece quello neppure aveva messo piede nella sala del banchetto che comincia a pontificare di etica geometricamente dimostrata, della differenza tra i modi e gli attributi e di tutte quelle altre scempiaggini che finche' le dice al bar tra amici per ridere nessuno ci fa caso, ma se ti sente uno sbirro come minimo ti becchi un processo per ateismo, e dio solo lo sa che vuol dire un processo per ateismo qui: come niente ti ritrovi sul rogo, mannaggia alla malamorte.

Io comincio a dargli di gomito, a trascinarlo via dai capannelli, ad accennare che e' ubriaco e volessero lorsignori compatire, ma cosi' attiro ancora di piu' l'attenzione, che sembriamo il gatto e la volpe nel campo dei miracoli. Riesco a portarlo al gabinetto per fargli una bella lavata di capo, ma figurarsi: e' pieno di gente che sta li' a fumarsi una sigaretta (nella sala del banchetto non si puo' fumare; e io mi chiedo dove ci porteranno queste smanie salutiste, certo a fare tutti una brutta fine), e allora gli faccio un discorsetto in codice del tipo: mi stupisco di lei signor conte che pure ha scritto quel bellissimo commento al galateo; vorrei pregarla egregio amico di dar prova anche quest'oggi dell'esimia sua qualita' di persona di qualita' nonche' grande di Spagna; e roba simile, voi mi capite.

Poi rientriamo nella sala del banchetto e io lo tengo per un polso e lo porto al buffet per dare il via alla demolizione mandibolare della montagna di cosciotti d'agnello e zuppa inglese, ma lui con tutta la bocca piena continua a cianciare, e prima vorrebbe vendere un paio d'occhiali all'inserviente - che era una bella figliuola, e forse cercava soltanto di sedurla -; poi si offre di dare lezioni di latino e di ebraico a un vigilante: che quello ha pensato che gli proponesse qualche porcheria; poi si mette a raccontare della sfida tra Alekhine e Capablanca che non gliene fregava niente a nessuno ma lui s'infervorava e diceva che era uno schifo che non la trasmettessero in televisione e invece facessero la diretta della guerra con Mari; insomma un disastro. Io intanto riempivo le saccocce del pastrano di quel che capitava a portata di mano, e quando mi parve che fosse abbastanza lo presi per il colletto e cominciai a tirarlo verso l'uscita mentre l'imbecille si era messo a cantare La societa' dei magnaccioni, poi il Dies irae, poi addirittura Una lacrima sul viso, e insomma le guardie all'ingresso principale ci guardavano storto cosi' pensai che occorreva un piano b. Mi e' sempre piaciuto di poter dire "piano b", da' un'idea di professionalita', e siccome di lavoro io faccio il parcheggiatore non autorizzato ho bisogno di qualcosa che rafforzi l'autostima. Il piano b era di trovare un'altra uscita. Il fatto e' che questi palazzi sono cosi' grossi che uno che non ci e' abituato gli pare un labirinto, e ti aspetti sempre che apri una porta e ti salta addosso uno con la testa di toro.

Alle corte, imbuco un corridoio tirandomi dietro Barucco, poi un altro corridoio, poi un altro e finiamo in una stanzetta. E in quella stanzetta, scalogna delle scalogne, chi ti ci troviamo, eh? Ti ci troviamo la principessa stesa sul letto, e piantato nel cuore della principessa un paletto di legno. Io dico sempre che quando ci scappa il morto e' ora di darsela a gambe, cosi' ce la diamo a gambe levate e finalmente Barucco la smette di concionare. E di corridoio in corridoio dove finiamo? Finiamo nella cucina, naturalmente, che e' piena di gente piu' che la sala del banchetto e allora rallento il passo, sorrido, faccio l'indifferente e adocchio l'uscita che da' sul vicolo dove si butta l'immondizia. Passo dopo passo sto per guadagnare la salvezza sempre trascinandomi dietro quel sarchiapone di Barucco, quando una servetta di Tracia gli chiede l'ora, e l'imbecille invece di dirgli che ha scordato il cipollone a casa che fa? Tira fuori un rolex arraffato non so dove (ma certo doveva aver allungato le mani nella sala del banchetto mentre chiacchierava a perdifiato e faceva i giochi con le carte) e comincia a metterlo in mostra tra tutti quei morti di fame, e vero o finto che fosse luccicava davvero, e accese su di noi anche tutti gli occhi dei cambusieri. Altro che passare inosservati. Io poi ero appesantito da tutta la roba che avevo intascato nel cappotto che avevo un girovita spropositato e si vedeva lontano un miglio che avevo uncinato a destra e a manca. E se c'e' una cosa che ho imparato in tanti anni di mestiere e' che la gente e' cattiva. Insomma per arrivare al vicolo ormai non c'era altro modo che farsi largo alla brava, del resto erano solo pochi metri, cosi' tiro fuori il pezzo e dico la parola magica: "Fermi tutti o qui finisce a mezzogiorno di fuoco" (che invece era mezzanotte passata da un pezzo) e quel branco puzzolente per un attimo si ferma e in quattro passi sono nel vicolo sempre trascinando quel disgraziato che un giorno di questi gli cavo la pelle gli cavo.

Ci credereste? nel vicolo oltre i bidoni della spazzatura, io e Barucco ci saranno state come minimo duecento guardie, roba da guinnes dei primati. Anche cominciando a sparacchiare a piu' non posso era sigillato ermeticamente. Bisogno' arrendersi, che potevamo fare?

*

Siccome le sventure non vengono mai da sole, fummo accusati di averla ammazzata noi la principessa. Adesso, per le altre imputazioni - il furto con destrezza, le bestemmie (che poi bestemmie non erano, insisteva Barucco, ma vaglielo a spiegare che secondo lui era tutta filosofia), la violenza privata (e solo per aver tirato fuori la baiaffa e averla sventolata un po' per aria), l'ingresso senza invito alla festa e le presunte proposte oscene - erano reati minori per i quali ce la potevamo cavare col taglio di una mano e della lingua, un po' di piombo fuso nelle orecchie o nelle narici, l'ergastolo e qualche altra quisquilia, ma la morte della principessa era un reato grave e qui ad Ebla con i reati gravi non si scherza, saltano subito le teste.

Riuscii a far telefonare a mio cugino Oreste che e' avvocato. Quando ci venne a trovare in prigione ci spiego' che con qualche robusta bustarella - Barucco aveva un negozio di ottica ben avviato, mio cugino aveva gia' trovato un possibile acquirente, che di sicuro era un suo prestanome - si poteva ottenere la seminfermita' mentale per tutti i reati minori e sfangarla come quell'altra volta che rapinammo la Standa e ci beccarono per via dei selfie con le cassiere; ma per l'assassinio della principessa non c'era scampo. Ma non siamo stati noi, gli dissi. E lui: Certo, certo. E io: Guarda che veramente non siamo stati noi. E lui: Guarda che sono il tuo avvocato. E io: Oreste, dico sul serio. E lui: Figurati io. Gia' da quando eravamo ragazzini ci fosse stata una volta che Oreste mi credesse; vero e' che le ho sempre sparate grosse. Cosi' conclusi: Insomma, che bisogna fare per sfangarla? E lui: Trovare un capro espiatorio. E io: Cioe' il vero assassino. E lui: Se vuoi dirla cosi'. E io: Ma stando qui in galera come faccio a trovare l'assassino? E lui: Infatti. E io: Allora? E lui: Allora niente. E io: Come niente? E lui: Siete morti. E io: E allora? E lui: E allora e allora, non sai dire altro? E io: E che devo dire? E lui: E svegliati, no? E io: Guarda che non ho capito. E lui: Devo sempre spiegarti tutto, eh? e guardo' in alto. So cosa significa quel cenno, e guardai in alto anch'io, lui annui' ed io annuii. Poi mi fece firmare la procura a vendere i mei beni, e lo stesso fece con Barucco. Non ci restava che aspettare.

*

A dire il vero io non e' che di Oreste mi fido troppo. Quindi pensai che la cosa piu' probabile era che adesso che si era impadronito dei nostri averi se ne stesse buonino buonino ad aspettare che ci impiccassero. C'era anche la possibilita' che una parte del bottino la usasse per organizzare la nostra evasione, ma io la penso come quel proverbio che dice aiutati che il ciel ti aiuta. Il sistema carcerario qui a Ebla e' come in tutto il mondo: poroso. Si tratta solo di saperci fare e di darsi da fare. Con Barucco stavamo nella stessa cella, e questo semplificava le cose.

Le storie che girano su mio cugino le so meglio di voi, e' mio cugino. Certe sono chiacchiere e certe sono fatti veri. Non lo so quali sono peggio. Ma sono faccende di famiglia. E non mi va di starle a raccontare. Certo, la storia di suo padre e dello zio la sanno tutti, che mossero mezzo mondo per andare a fare quella guerra che non finiva piu' che alla fine nessuno si ricordava piu' per che diavolo si combatteva e decisero d'inventare che era per la bellezza di una donna. Dico, ve lo immaginate? Una guerra che dura dieci anni per gli occhi belli di una squinzia, ma andiamo. Io non lo so chi l'ha inventata questa storia, ma secondo me vedeva troppe scemenze alla televisione. Pero' quando torno' a casa il fattaccio c'e' stato veramente, e vorrei vedere. Il resto e' stato una catena, ci sono i parenti che pretendono, l'opinione pubblica che se lo aspetta, la pressione dei mass-media, e poi anche i soldi, e' chiaro che contano pure quelli, a nessuno piace vedere che ti soffiano l'eredita' da sotto il naso e tu a fare il giramondo senza il becco di un quattrino. L'avete visto l'Amleto? Insomma fece quello che doveva fare. Che pero' poi gli era dispiaciuto, e dove che andava gli rompevano le scatole. Cosi' decise di studiare legge, poi da cosa nasce cosa, una ciliegia tira l'altra, ed e' finito a fare l'avvocato, un signor avvocato, secondo me. Questa lagna che fa l'avvocato della mafia l'hanno messa in giro gli avvocati che lo invidiano, se erano bravi come lui lo facevano pure loro l'avvocato della mafia, che sui soldi non ci sputa nessuno, dico io; ma siccome lui e' bravo e loro no, allora "l'avvocato della mafia, l'avvocato della mafia", ma vedo che quando c'e' un processo grosso chiamano sempre a lui, a lui chiamano, e sta in televisione una sera si' e quell'altra pure. Se c'e' uno che ci tira fuori e' lui. Il punto e' sapere se ci vuole tirare fuori. E mi sa che avergli firmato tutte quelle carte prima, insomma, non e' stata una grande idea.

Nel dubbio, serve un altro piano b, dico io.

*

Il racconto di B.

Non fatemi dire niente che e' meglio. Con Tristano - che tutti lo chiamano Tristaccio -  ci conosciamo da una vita, da ragazzi facevamo coppia a biliardino. E' un poco di buono ma ha pure un cuore d'oro. Gli esseri umani sono tutti doppi. E poi la fame e' la fame, vorrei vedere voi. Ando' cosi', che il re si sposava e naturalmente era festa grande. Tristano mi vede al bar e mi dice, ti posso invitare a cena? E io, dipende da quel che c'e' in tavola. E lui, le delizie delle delizie. E io, mi pare poco probabile. E lui, e invece no perche' e' il banchetto per le nozze del re. E io, come no. E lui, invece si' perche' conosco uno che mi fa entrare, entriamo, ci strafoghiamo, ci riempiamo le tasche di quel che riusciamo ad arraffare e via. Pareva una buona idea, io non avevo niente da fare quella sera, e a una bella sbafata solo un fesso direbbe di no. Cosi' gli ho detto che ci stavo, e siamo andati.

Lui si era messo un cappottone che faceva ridere solo a guardarlo, e strada facendo mi diceva che non dovevamo dare nell'occhio ma con quel pastrano sembrava un reduce della prima guerra mondiale. Gli invitati erano tutti in ghingheri e lui sembrava uno spaventapasseri. E chi volevi che si avvicinasse? Allora pensai di mollarlo al buffet (e non vi dico che figura) e di darmi da fare con un po' di stile, che - modestia a parte - non posso dire che mi manchi. Mi ero portato il mazzo delle carte per fare qualche trucchetto, ma si sa che il trucco vero e' nella parlantina, e' con le chiacchiere che stordisci il cliente. Avevo appena cominciato a lavorare che quel buzzurro mi si mette tra i piedi, mi tira per la manica, insomma mi guasta tutto il lavoro. E aveva tutta la faccia impiastrata di sugo, di unto, di salse, e si era riempito le tasche di pezzi di carne, di frutta secca, di focacce, di bigne' alla crema, una cosa disgustosa. E c'e' di peggio: aveva cominciato a tirarmi di qua e di la' e intanto cicalava alternando le frasi rivolte solo a me ai pubblici proclami, ma urlando tanto le une quanto gli altri, per fortuna che il dj faceva un tale chiasso che non si sentiva niente (una volta le feste palaziali erano un'altra cosa, si sentiva buona musica e si conversava civilmente, adesso pare un rave di punkabbestia che se qualcuno chiamasse i carabinieri si dovrebbero portare via dignitari e consorti per disturbo della quiete pubblica). A un certo punto si rese conto pure lui che a forza di schiamazzare la security stava per intervenire e allora con la grazia di un elefante si mette a correre tirandomi per il colletto della camicia che mi toccava seguirlo per forza per non farmelo strappare, era l'unico farsetto che avevo e al negozio la prima cosa che i clienti guardano (saranno pure miopi ma non sono fessi) e' se il commesso e' ben vestito, e nel mio negozio io faccio tutto: il padrone, il tecnico, il commesso, il cassiere, quello che scopa per terra e quello che - ahime' - deva andare poi a fare la riscossione crediti esibendo lo stocco.

Quel bufalo impazzito mi trascina per un corridoio, poi per un altro, poi per un altro ancora, finche' ci ritroviamo al punto di partenza, ma lo sapete com'e' fatto Tristano, non c'e' verso di farsi ascoltare finche' un adeguato shock non ferma la routine ossessivo-compulsiva. E lo shock arrivo': apre la porta di una camera e dentro c'e' un letto, e nel letto una principessa, e nella principessa un paletto di legno conficcato nel cuore. Fine della corsa, evviva San Firmino. Porca miseria, dice lui. Adesso hai detto bene, dico io. Sara' morta?, dice lui. Con quel paletto nel cuore e tutto quel sangue direi proprio di si', dico io. E se provassimo a rianimarla?, dice lui. Per lasciare le nostre impronte sul cadavere?, dico io. E allora via, dice lui. E allora via, dico io, ma stavolta guido io. Non so se lo conoscete il palazzo reale di Ebla, me e' come tutti gli alberghi: tutti i corridoi alla fine portano alle cucine. E li' arrivammo. E tutte le cucine hanno una porticina che da' sul vicoletto dei cassonetti. E li' dovevamo arrivare, ed arrivati li' uccel di bosco. Ma occorreva attraversare tutta la cucina, che pullulava di gente, tra cuochi ed inservienti sembrava un quadro di Jeronimus Bosch. M'inoltro cercando di nascondere Tristano dietro le mie spalle, e mentre passo dopo passo m'approssimo alla salvezza distribuisco sorrisi e inchini a destra e a manca. Ma far spostare quella muraglia umana per aprirsi un varco era come separare le acque del Mar Rosso, una fatica della malora, e insomma qualche spintone era inevitabile darlo. E una serva brutta come la morte a un certo punto fa: Quello m'ha toccata. Lei si sbaglia gentile signorina, dico io. M'ha toccata, ripete l'arpia. E io: Ma no davvero, e comunque voglia accettare le mie scuse, siamo ospiti della festa, siamo venuti a visitare le cucine di cui ci han detto meraviglie. Ma quella: M'ha toccata, m'ha toccata il porcone, e guardate quell'altro dietro a lui. Ed io: Ma siamo ospiti del re, siamo in visita ufficiale... E intanto a spallate e gomitate gli ultimi metri. Ma uno aveva afferrato Tristone e aveva cominciato a strillare: Ne ho preso uno, ne ho preso uno, sotto, sotto, bloccate pure quell'altro che parla come 'no scemo. Mancavano tre metri all'uscita sul vicolo, e ce la potevo pure fare, ma non potevo certo mollare il campione del mondo degli imbecilli nelle mani della plebaglia, come minimo finiva nel pentolone. Usai un vecchio trucco che funziona sempre: per avventura durante il banchetto un orologio da polso marca rolex in oro massiccio s'era staccato dal braccio altrui ed era finito per mero effetto della legge di gravita' nella tasca dei pantaloni miei, occorreva sacrificarlo. Lo estrassi e lo sventolai ben in alto affinche' lo vedessero tutti. Guardate qua che roba, dissi. E lo tirai oltre la testa di Tristano. Fu un movimento corale e tellurico, prima tutti gli occhi e poi tutti i corpi animati ne furono attratti irresistibilmente, come risucchiati, e tra essi anche il bellimbusto che aveva afferrato le braccia del tristo mio amico. Quello lascio' il mio amico, e Tristaccio non so come riusci' a pescare in una tasca tra pezzi di pollo fritto, melanzane, viluppi di spaghetti e chissa' che altro, riusci' a pescare, dico, la pistola che si era portato dietro, l'incosciente, che se me lo avesse detto col cavolo che sarei entrato nel palazzo insieme a lui, e per fortuna che il metal detector non aveva funzionato, altrimenti gia' eravamo nutrimento per i passeri. Alza la mano col ferro e ruggisce: Guardate qui e fate largo, popolaccio poltrone e paltroniere. Mi chiedo sempre come gli vengono. Allungo il braccio verso di lui, lo afferro per il bavero del pastrano, lo tiro a me e intanto con tutto il peso del mio e del suo corpo sfondo la barriera degli ultimi imbecilli che si frapponevano tra noi e il vicolo, e finalmente all'aria aperta, che poi puzzava come un lazzaretto perche' i cassonetti erano stracolmi e il vicolo era stracolmo di cassonetti. Pero' era stracolmo pure di sbirri. Non si poteva muovere un mezzo passo, pareva di stare sulla metropolitana. Cosi' ci tocco' arrenderci. Quando arrivammo alla centrale ci dissero che eravamo accusati dell'omicidio della principessa. Nella stanza del cadavere avevano trovato un po' di avanzi di cibarie caduti dalle tasche del cappottaccio di Tristano. Qui saltano le teste, disse il questurino, se avete un buon avvocato chiamatelo di corsa. Oreste, pensammo all'unisono io e Tristaccio.

*

La mattina dopo Oreste venne, ci avevano gia' trasferto in carcere. Innanzitutto ci consiglio' di confessere tutto e subito. Confessare che? dissi io. Qualunque cosa vi chiedano di confessare, disse lui. Chi non confessa lo trasferiscono subito alla stanza della tortura. Non ci tenete all'integrita' psicofisica? Certo che ci tenevamo. Ma qui ci accusano di avere ammazzato la principessa, dissi io. E lui: Lo so. E saltano le teste, dissi io. E lui: Lo so. E io: Salta la mia, mica la tua. E lui: Lo so, io mica m'intrufolo nelle feste altrui, e comunque se anche lo facessi non mi metto a fare l'ammazzavampiri, e soprattutto non pianto il paletto nel petto alla principessa che oltretutto non e' neppure un vampiro. E io: Tutti i padroni sono vampiri. E lui: Ecco perche' nessuna persona perbene ti frequenta, perche' sei comunista. E io: Ma quando mai? E lui: Sei ateo, quindi sei comunista. E io: E questo secondo te sarebbe un sillogismo? E lui: Ma possibile che con te non si possa mai parlare da persone civili, neppure quando e' in gioco la pellaccia tua? E io: E allora fa' l'avvocato. E lui: E allora fa' il cliente. E io: Sicuro. E lui: Sicuro. E io: Che speranze ci stanno? E lui: Spendendo... E io: E che vuoi che spendo, ci ho solo il negozio. E lui: Ho giustappunto qui con me la procura a vendere, basta una firmetta. E io: Cosa? E lui: Come cosa? E io: Cosa? E Tristano: E metti 'sta firma e falla finita, qui rischiamo di non arrivare a domani. Firmai.

Prima d'andarsene Oreste disse: Io vedo di fare quel che posso, e non sara' facile. Se vi viene qualche idea... Tristano: Che idea? Oreste: Qualche idea. Io: Se ci viene? Oreste: Seguite l'ispirazione, no? Aiutati che il ciel t'aiuta. E per ora distintamente vi saluto, fate i bravi.

Quando Oreste fu uscito chiesi a Tristaccione: E' tuo cugino, lo conosci meglio di me, che intendeva dire? E Tristano: Quello che ha detto, aiutati che il ciel t'aiuta. Io: E sarebbe? Lui: Che cerchi quando ti sei proprio annoiato? Io: Non lo so, che cerco? Lui: Un po' di... Io: Un po' di che? E lui: Ma sei proprio un tontolone, un po' di che? Io: Di che? Lui: Evasione. Io: Ah. Lui: Eh.

(segue)

 

5. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Gabriel Garcia Marquez, Opere narrative, 2 voll., Mondadori, Milano 1987 e 2004, 2005, pp. XXXVIII + 1026 (vol. I) e XCII + 1516 (vol. II).

*

Riedizioni

- Clara Sanchez, La voce invisibile del vento, Garzanti, Milano 2012, 2013, Rcs, Milano 2017, pp. 368, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

*

Gialli

- Helen Reilly, Il segreto del milionario, Mondadori, Milano 1941, 2016, pp. 224, euro 5,90.

- Ruth Rendell, Il bosco maledetto, Mondadori, Milano 2017, pp. 266, euro 5,90.

- Fred Vargas, Tempi glaciali, Einaudi, Torino 2015, 2016, Gedi, Roma 2017, pp. 464, euro 7,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica" e al settimanale "L'Espresso").

 

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

7. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2795 del 14 agosto 2017

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVIII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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