[Nonviolenza] "Fame di giustizia, fame di democrazia". Al sesto giorno di digiuno una lettera ad alcuni amici apprensivi, e a tutti gli altri
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- Date: Sat, 13 May 2017 14:03:29 +0200 (CEST)
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"FAME DI GIUSTIZIA, FAME DI DEMOCRAZIA". AL SESTO GIORNO DI DIGIUNO UNA LETTERA AD ALCUNI AMICI APPRENSIVI, E A TUTTI GLI ALTRI
"Ho a parlare di tante malinconie..."
(Domenico Settembrini, incipit delle Ricordanze)
Alcuni ottimi amici, alquanto apprensivi, avendo saputo che in questi giorni sto digiunando a sostegno della proposta di riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che in Italia vivono (e ve ne sono oltre cinque milioni cui tale diritto e' assurdamente negato), mi hanno detto di lasciar perdere, che non ne vale la pena, che tanto non c'e' nulla da fare, che e' meglio tacere e far finta di niente. Che tanto il ceto politico e' asservito a vertici sordi e ciechi a loro volta asserviti a - o integrati in - potentati economici ipso facto antidemocratici, che le principali rappresentanze parlamentari sono prive di ogni autonomia e il loro voto e' deciso da quattro sole persone nessuna delle quali siede in parlamento (e una e' anche interdetta dai pubblici uffici) e che tutte hanno dimostrato coi fatti di esser consenzienti con la persecuzione razzista degli immigrati. E quindi che questa iniziativa dell'appello "Una persona, un voto" e' sicuramente buona e giusta, ma e' destinata a soccombere alla gelida indifferenza dei legislatori. E che a maggior ragione questo digiuno - di quell'appello a sostegno - e' solo un atto di autolesionismo di un povero vecchio (anzi: di un vecchio povero) che ancora non ha capito come va il mondo.
Parlano cosi' perche' mi vogliono bene, lo so, e il loro affetto mi commuove e mi e' grato. Ma cosi' dicono. E il loro dire sembra buonsenso. E non e'.
Non e', e dico perche'.
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Primo: milioni di persone in Italia attendono ancora il riconoscimento del diritto di voto, senza del quale continueranno a vivere in un regime di assoluta soggezione, di esposizione all'altrui arbitrio, che si concretizza in infinite vessazioni e in costante paura (e innanzitutto paura di rivolgersi alle pubbliche istituzioni poiche' esse si presentano loro come incombenti e incomprensibili poteri alieni e non come espressione di una comunita' di cui loro stessi sono parte con piena dignita' e pieni diritti).
Queste persone - milioni di persone - hanno gia' sofferto fin troppo: hanno diritto di essere riconosciute come esseri umani dotati di tutti i diritti ad ogni essere umano inerenti. Ed in un paese democratico il primo diritto nella sfera pubblica con specifico riferimento ai processi decisionali che si svolgono negli organi amministrativi elettivi le cui deliberazioni poi valgono erga omnes e' il diritto di voto. "Una persona, un voto" e' il motto e la bandiera della democrazia, e' il fondamento stesso della democrazia.
Almeno noi, ottimi amici, non possiamo essere ciechi dinanzi alla realta' che ci circonda: e la realta' e' quella di milioni di persone private del primo diritto democratico nell'unico luogo in cui realmente vivono la loro unica vita in questo mondo, persone talora sottoposte a selvaggio sfruttamento e infami umiliazioni per il solo fatto di non esser nate qui in Italia, in un paese in cui incredibilmente a tanti anni dalla vittoria della democrazia e la liberazione del paese dalla barbarie nazifascista sono stati scelleratamente ripristinati i campi di concentramento, le deportazioni, incredibili riduzioni e compressioni delle guarentigie giuridiche nei confronti dei non nativi, fino a configurare - come e' stato opportunamente rilevato - elementi di un regime di apartheid.
Questo noi lo vediamo, come vediamo la strage infinita nel Mediterraneo che si potrebbe far cessare con un semplice provvedimento legislativo che finalmente riconoscesse il diritto di ogni essere umano a entrare nel nostro paese in modo legale e sicuro, cosi' d'un colpo annientando la mafia dei trafficanti mafiosi e schiavisti che gestisce il mercato illegale creato dalle politiche insensate e disumane dei paesi dell'Unione Europea.
Ed almeno noi, piu' che ottimi amici, non possiamo accettare che milioni di persone siano trattate nel migliore dei casi come oggetti di beneficenza e mai come titolari di diritti, come esseri umani in quanto tali portatori della medesima dignita' di tutte le altre persone; e piu' frequentemente siano vittime di asservimento e offese, fino alla riduzione in schiavitu' nei campi dell'agricoltura intensiva o sui cigli delle strade come carne da stupro.
Almeno noi dovremmo agire per far cessare le stragi, per far cessare la schiavitu'. Almeno noi che crediamo che ogni essere umano e' un essere umano con gli stessi diritti di tutti gli altri esseri umani, che ogni persona ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
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Secondo: quanto al non valerne la pena e preferir tacere, e' l'esortazione e il comando che da sempre i poteri oppressivi ed i loro scagnozzi ci rivolgono con toni imperiosi o suadenti e sempre piu' o meno velatamente minacciando.
Invece ne vale sempre la pena di ribellarsi all'ingiustizia, di resistere alla violenza, di lottare per i diritti di tutti.
E non si deve mai tacere dinanzi all'iniquita', dinanzi al dolore, dinanzi al sopruso.
Dovremmo gridarlo dai tetti: ogni essere umano e' uguale a tutti gli altri in dignita' e diritti; il primo principio della democrazia e' che ogni persona ha diritto di esprimere la sua opinione e di partecipare alle decisioni che tutti riguardano.
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Terzo: che l'appello "Una persona, un voto" possa non essere accolto dal Parlamento e' naturalmente nel novero delle possibilita', ne' stento a credere che le forze politiche razziste osteggerebbero in tutti i modi il riconoscimento del diritto di voto per tutti i residenti; ma se neppure ci battiamo perche' questa proposta sia almeno presente e discussa nel dibattito parlamentare, se noi stessi rinunciamo a sostenerla proprio adesso che il dibattito sulla nuova legge elettorale a Montecitorio si e' aperto (e come e' noto l'intento dichiarato dei gruppi parlamentari e' di concluderlo entro questo stesso mese), ebbene, allora nessuna possibilita' vi sara', per nostra defezione prima ancora che per altrui sordita'.
E quand'anche questa proposta di civilta' non trovasse ascolto in quel consesso, ebbene, che lo trovi almeno nella societa' civile; e se addirittura non lo trovasse neppure nell'opinione pubblica - largamente narcotizzata dalla propaganda sciovinista e razzista -, ebbene, resterebbe giusto comunque almeno enunciarla: dire la verita', denunciare un'oppressione in atto, avanzare una giusta proposta, tentare di fare del bene, e' gia' un bene in se'.
Peraltro alcuni deputati e senatori di varie forze politiche hanno gia' espresso la loro condivisione dell'appello: certo, per il momento sono pochi, ma ci sono; ed io credo che molti altri la pensino come loro e come noi anche se ancora non si sono espressi; e il loro numero puo' crescere se noi sapremo in questi giorni di maggio prima che sia troppo tardi continuare ad interloquire con chi siede in Parlamento e chiamarlo alla riflessione e all'impegno. Magari non riusciremo a persuaderne molti, ma sicuramente avremo fatto la cosa giusta e consentito ad altre persone di fare anch'esse la cosa giusta. Per poco che sia e' comunque qualcosa, e se non oggi servira' domani.
Last, but not least: facciamo sentire alle nostre sorelle ed ai nostri fratelli immigrati oggi esclusi dal diritto di voto la nostra solidarieta'. Facciamo sapere loro che almeno noi li consideriamo veramente nostri fratelli e nostre sorelle, con uguale dignita', con uguali diritti.
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Quarto: quanto a questi miei pochi giorni di digiuno mi dispiacerebbe essere frainteso: esso non mira ad ottenere che altri faccia qualcosa ma a richiamare me stesso alle mie responsabilita'; quanto accade nel nostro paese e' anche mia responsabilita', il digiuno questo testimonia. Un digiuno, nella tradizione nonviolenta di Mohandas Gandhi e di Danilo Dolci, non e' uno strumento di ricatto psicologico, ma il suo contrario: richiamo a se stessi, illimpidimento e rigorizzazione del pensiero e dell'azione, accostamento empatico e accudente al dolore di chi soffre condividendone almeno una particola, persuasione che ogni soffio di bene alimenta l'umanita', certezza che nessuno strumento di lotta e' piu' forte dell'esempio, ed e' digiunando che si dichiara nel modo piu' nitido e intransigente la propria opposizione alla violenza dei poteri oppressivi e sfruttatori, la propria solidarieta' con tutte le vittime, e si tempra il cuore alla prosecuzione della lotta per la liberazione comune.
L'invito che rivolgo ad altri affinche' si impegnino per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia e' indipendente dal fatto che io stia digiunando; ed ogni persona che vorra' aggiungersi alle molte gia' impegnate per questo trovera' i modi adeguati: sottoscrivendo l'appello all'Italia civile "Una persona, un voto" di cui sono primi firmatari la partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace e il missionario padre Alessandro Zanotelli; scrivendo ai parlamentari per convincerli a legiferare in tal senso; organizzando ogni sorta di iniziative nonviolente per questo inveramento della democrazia: la nonviolenza ha mille risorse.
Certo, io spero che questa testimonianza aiuti anche la riflessione e l'azione di altre persone, e peraltro da Torino a Foggia altri amici mi hanno informato delle iniziative che hanno intrapreso o stanno per intraprendere, ed a Viterbo - che e' la citta' in cui vivo - un'ampia solidarieta' viene ogni giorno espressa da tanti amici: iniziative e solidarieta' il cui fine e' appunto lo stesso del mio digiuno: denunciare una sesquipedale iniquita', chiedere subito il diritto di voto per tutti: "una persona, un voto", come voleva Nelson Mandela.
*
Quinto ed ultimo: e' vero, e' certo penoso lo spettacolo del dibattito tra i vertici delle forze politiche in merito alla nuova legge elettorale. Tutto autoreferenziale, tutto mirato a promuovere i propri interessi di partito o di fazione, tutto involgarito dalle reciproco ingiurie e da un argomentare specioso e incoerente.
Dalle dichiarazioni che appaiono sui mass-media sembra che persi nel labirinto del palazzo non abbiano nessuna consapevolezza della realta' che noi segnaliamo; che siano preda di una assoluta cecita' dinanzi al dramma di milioni di persone che evidentemente per lorsignori non sono esseri umani, ma un "problema di ordine pubblico", o nel migliore dei casi una plebe, "un volgo disperso che nome non ha", destinataria di un'arida, avara e pelosa beneficenza (in grandissima parte del resto rapinata da nativi che speculano sulla sofferenza dei piu' sofferenti) e del piu' profondo e ostentato disprezzo.
Ma arrendersi a questo non e' ammissibile. E delegare la gestione della cosa pubblica ai piu' egoisti e fin solipsisti, e pensare che non vi possa essere altra politica che quella dei vampiri, e' una sciocchezza e un delitto.
La politica noi la pensiamo come diritto e dovere di ogni persona; e la vita stessa la concepiamo come militanza per la buona causa, per il bene comune. E quindi non deleghiamo a nessuno i doveri che sono di tutti e ci assumiamo la nostra parte di responsabilita', con cio' stesso chiamando ciascuno a fare altrettanto. Cosicche' vogliamo esercitare fino in fondo questo nostro dovere di persone che in quanto senzienti, pensanti ed agenti, vivendo in una trama di relazioni sociali, sempre fanno politica e la prima politica e' il personale esempio di gratitudine e di solidarieta' verso l'umanita' intera che si da' con la propria condotta.
Rileggo in questi giorni le opere di don Milani (in questa recentissima, preziosa e tanto lungamente attesa edizione integrale e filologicamente curata) e mi commuove ancora una volta quella testimonianza e quella proposta di personale impegno, di azione diretta nonviolenta, di scelta senza riserve di condivisione della vita e della lotta delle oppresse e degli oppressi. Se il dolore e il diritto dell'altro ci tocca e ci sta a cuore, inerti non possiamo restare.
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Cosi' riproponiamo l'appello di Lidia Menapace e di padre Alex Zanotelli e di tante e tanti altri: "una persona, un voto".
E con le parole li' contenute ancora una volta ricordiamo che "vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".
E poiche' il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto", "l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui".
Ed insistiamo dunque a chiedere a chi siede in Parlamento di far propria questa proposta, questa esigenza, e di tradurla in legge dello stato: adesso.
*
Ed ancora una volta sia detto che ovviamente oltre alla proposta dell'appello "Una persona, un voto" occorre sostenere anche le due proposte di legge presentate a suo tempo dall'Associazione Nazionale Comuni d'Italia (Anci) e dalla rete di associazioni della campagna "L'Italia sono anch'io": ovvero la proposta di legge che reca "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'", predisposta dall'Anci con specifico riferimento alle elezioni amministrative e che puo' essere immediatamente approvata con legge ordinaria con la sola minima correzione (all'art. 2, comma primo, ed all'art. 3, comma primo) di portare a sei mesi il lasso di tempo di regolare soggiorno in Italia richiesto; e la proposta di legge che reca "Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, Nuove norme sulla Cittadinanza", gia' approvata (sia pure con modifiche peggiorative) alla Camera, e che dovrebbe finalmente essere esaminata dal Senato nelle prossime settimane, proposta talmente di buon senso che su di essa non dovrebbe essere difficile raggiungere finalmente il consenso unanime di tutti i parlamentari non razzisti.
*
E cosi', giunti al fin della licenza, anche se a taluno sembrasse l'azione ridicola di uno spirito bizzarro, il mio digiuno anche oggi continua, e poiche' ho l'immane privilegio di avere una casa ed in essa una dispensa colma di ogni bendidio la fame di alimenti che sento in questi giorni e' per me in realta' poca cosa (a differenza di chi provandola non sa se potra' soddisfarla, ed allora e' il piu' grande degli orrori, ed e' lo scandalo degli scandali che l'umanita' non l'abbia ancora vinta per sempre); mentre assai piu' grande sento e vieppiu' mi tormenta la fame di democrazia, la fame di giustizia, la fame di verita' e umanita'.
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Allego in calce ancora una volta l'appello all'Italia civile "Una persona, un voto".
Ed ancora una volta tutte e tutti per l'attenzione ringrazio, ed a tutte e tutti rinnovo l'invito a perseverare, ciascuna e ciascuno nei modi che riterra' adeguati, nel sostenere l'appello all'Italia civile affinche' sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che in Italia vivono. Facciamo sentire ai legislatori la nostra voce, e la voce del volto muto delle vittime dell'ingiustizia.
Ogni vittima ha il volto di Abele. Siamo una sola umanita'. Salvare le vite e' il primo dovere. Contare le teste invece di romperle. Una persona, un voto.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, al sesto giorno di digiuno affinche' anche in Italia valga il principio "Una persona, un voto"
Viterbo, 13 maggio 2017
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
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Allegato. L'appello all'Italia civile "Una persona, un voto"
Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.
Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.
Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
Una persona, un voto. Il momento e' ora.
*
All'appello "Una persona, un voto" hanno gia' espresso il loro sostegno innumerevoli persone, tra cui tra le prime:
padre Alex Zanotelli
Lidia Menapace, partigiana, femminista e senatrice emerita
Isa Alberti
Gianfranco Aldrovandi, del "Collettivo nonviolento uomo-ambiente"
Rocco Altieri, docente e saggista, direttore dei "Quaderni Satyagraha", Centro Gandhi di Pisa
Dino Angelini
Piero Arcangeli, etnomusicologo e compositore
Laura Arduni, impiegata
Simonetta Astigiano, biologa e ricercatrice
Lino Balza, ecologista
don Franco Barbero
Daniele Barbieri, blogger
Davide Barillari, consigliere regionale del Lazio
Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di "Noi Siamo Chiesa"
Eleonora Bellini, bibliotecaria e scrittrice
Giuliana Beltrame, sociologa e attivista
Maurizio Benazzi, quacchero, curatore della newsletter "Ecumenici"
don Gianni Bergamaschi
Ascanio Bernardeschi, saggista e militante
Massimiliano Bernini, deputato
Norma Bertullacelli, dell'"ora in silenzio per la pace" di Genova
Michele Boato, ecologista
Franco Borghi, attivista per la pace e la legalita'
Dario Borso, filosofo
Giovanni Bosco
Paolo Bosi, docente universitario
Donatella Botta, impegnata nella solidarieta'
Silvio Bozzi, docente universitario
Anna Bravo, storica
Valentina Bruno, docente, del centro antiviolenza "Erinna" di Viterbo
Giuseppe Burgio, pedagogista, Universita' di Enna
Alberto Cacopardo, antropologo
Alessandro Capuzzo, ecopacifista
Gennaro Carotenuto, storico
Giorgio Carpi, "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano (Pisa)
Claudio Carrara, presidente del Movimento Internazionale della Riconciliazione - Italia
Maria Luigia Casieri, dirigente scolastica
Francesco Cassotti
Pilar Castel, autrice e attrice No War
Valeria Castelli
Marco Catarci, pedagogista e docente universitario
Nello Centomo
Olindo Cicchetti, figura storica dei movimenti ecopacifisti e per i diritti, narratore di comunita'
Michele Citoni, documentarista
Giancarla Codrignani, saggista e deputata emerita
Francesco Coletta, docente e coordinatore della Federazione Gilda-Unams di Viterbo
Antonio Corbeletti, presidente della sezione Anpi di Voghera
don Franco Corbo, parroco, presidente del gruppo di volontariato "Solidarieta'"
Paolo Crocchiolo, medico, docente universitario
Lucia Cruschelli, associazione "Mestizaje" di Cecina
Pasquale D'Andretta, formatore
Massimo Dalla Giovanna, impiegato, delegato Rsu
Tiziana Dal Pra, presidente dell'associazione "Trama di terre" di Imola
Marianita De Ambrogio, Donne in Nero di Padova
Emanuela Dei, giornalista
Tonio Dell'Olio, presidente Pro Civitate Christiana di Assisi, gia' coordinatore nazionale di Pax Christi, gia' responsabile di Libera International
Giorgio Demurtas, docente universitario
Valerio De Nardo, dirigente pubblica amministrazione e scrittore
Lucia De Sanctis, associazione "Mestizaje" di Cecina
Maria Rosa De Troia, attivista in difesa della Costituzione
Mario Di Marco, responsabile della formazione dei volontari in servizio civile della Caritas diocesana di Viterbo
Domenico Di Pietro, associazione "Mestizaje" di Cecina
Angela Dogliotti, peace-researcher
Luciano Dottarelli, docente e saggista, presidente Club Unesco Viterbo-Tuscia
Anna Draghetti, pensionata
Massimo Duranti, giudice di pace emerito
Anna Maria Eramo
Osvaldo Ercoli, figura storica dell'impegno per la pace, i diritti umani, l'ambiente
Carla Ermoli, pensionata
Roberto Escobar, filosofo politico e critico cinematografico
suor Maria Stella Fabbri
Sergio Falcone, poeta
Maria Bernarda Forcella
Valentina Franchi, associazione "Mestizaje" di Cecina
Gabriele Gabrieli, del Gruppo "In silenzio per la pace" di Mantova
Sancia Gaetani, Wilfp Italia
Haidi Gaggio Giuliani, senatrice emerita
Elena Gajani Monguzzi, docente, poetessa, impegnata per i diritti umani di tutti gli esseri umani
Daniele Gallo, giornalista, saggista, editore e docente universitario
Francuccio Gesualdi, animatore del "Centro nuovo modello di sviluppo"
Giorgio Giannini, storico e saggista
Agnese Ginocchio, cantautrice per la pace e la nonviolenza
Miguel Gotor, senatore
Carmine Grassimo, docente, formatore, capo scout e barelliere a Lourdes
Celeste Grossi, figura storica dell'impegno di pace e solidarieta'
Carlo Gubitosa, saggista e mediattivista
Paolo Henrici De Angelis, architetto
Paolo Hutter, giornalista
Luca Kocci, docente, giornalista, saggista
Francesca Koch, presidente della "Casa Internazionale delle Donne" di Roma
Alberto L'Abate, presidente onorario dell'Ipri
Eros Lamaida, sindaco di Castelnuovo Cilento
Teresa Lapis, giurista dei diritti umani, docente
Federico La Sala, docente di filosofia e saggista
Raniero La Valle, senatore emerito, direttore di "Vasti", presidente del Comitato per la democrazia internazionale
Paolo Limonta, maestro elementare e consigliere comunale
Antonella Litta, dell'Associazione italiana medici per l'ambiente
Anna Lodeserto, internazionalista ed esperta di politiche migratorie, cittadinanza e mobilita'
Pierpaolo Loi, maestro elementare
Eugenio Longoni, militante antifascista
Franco Lorenzoni, maestro elementare e coordinatore della Casa-laboratorio di Cenci
Paolo Lucchesi, dal lungo curriculum d'impegno sociale
Daniele Lugli, presidente onorario del Movimento Nonviolento
Monica Luisoni, attivista
suor Monica Luparello, missionaria comboniana
Antonio Lupo, medico
Maria Immacolata Macioti, sociologa, docente universitaria
Agnese Manca, docente universitaria, impegnata in molte iniziative di solidarieta'
Giovanni Mandorino, del Centro Gandhi di Pisa
Fiorella Manzini, pensionata, gia' insegnante di educazione artistica, pittrice, presidente del Cdmpi
Cristina Maranesi, blogger
Luisa Marchini, operatrice culturale, saggista e narratrice
don Mario Marchiori
Alessandro Marescotti, fondatore e presidente di Peacelink
Gian Marco Martignoni, Cgil Varese
Rachele Matteucci, insegnante di lingua italiana per stranieri presso l'Associazione San Martino de Porres
Cristina Mattiello, insegnante, giornalista
Clementina Mazzucco, docente universitaria, saggista
Alessandra Mecozzi, presidente di "Cultura e' liberta'. Una campagna per la Palestina"
Rosa Mendes, bibliotecaria, presidente dell'Associazione donne brasiliane in Italia
Enrico Mezzetti, presidente dell'Anpi provinciale di Viterbo
Pierangelo Monti, del Mir di Ivrea
Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo
Rosangela Mura, attivista
Alessandro Murgia, medico impegnato nella solidarieta'
Loretta Mussi, Rete romana di solidarieta' con la Palestina
Amalia Navoni, educatrice e attivista per i diritti umani e i beni comuni
Giorgio Nebbia, ecologista
Giovanna Niccoli, attivista
don Gianni Novelli, direttore emerito del Cipax
Emilia Pacelli, casalinga
Giovanna Pagani, Wilpf Italia
Anselmo Palini, insegnante e saggista
Vittorio Pallotti, fondatore del Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale
Marco Palombo, figura storica dei movimenti per la pace
Eleonora Parlanti, ricercatrice
Maria Paola Patuelli, Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna e Associazione femminile maschile plurale
Marisa Pedroncelli, volontaria nella solidarieta' internazionale
Giovanni Penzo, pensionato
Donato Perreca, pensionato
Gianpaolo Petrucci, presidente del Gruppo Educhiamoci alla Pace di Bari
Enrico Peyretti, saggista e peace-researcher
Fiora Pezzoli, psicoterapeuta
Giorgio Piacentini, presidente emerito del Cipax
Leo Piacentini, pensionato
Piero Pinzauti
Rosanna Pirajno, architetta, presidente dell'associazione "Mezzocielo" di Palermo
Alessandro Pizzi, gia' sindaco di Soriano nel Cimino, docente di matematica e fisica, volontario nel carcere di Viterbo
Pier Paolo Poggio, storico, direttore della Fondazione "Luigi Micheletti"
Rocco Pompeo, presidente della "Fondazione Nesi"
Pier Paolo Poncia, geologo
Giuliano Pontara, filosofo
Franco Porcu, operaio
Alessandro Presicce, giurista
Andrea Pubusa, giurista
Pasquale Pugliese, segreteria nazionale del Movimento Nonviolento
Mauro Pugni, Cdb di Modena
Laura Quagliuolo, redattrice e attivista del Coordinamento italiano di sostegno alle donne afghane
Fabio Ragaini, Gruppo Solidarieta'
Margherita Rambaldi
Roberto Rampi, deputato
Massimo Ribelli, Universita' di Roma "La Sapienza"
Annamaria Rivera, antropologa
padre Agostino Rota Martir, campo Rom di Coltano
Giorgio Roversi, pensionato
Enrica Salvatori, docente universitaria
Vincenzo Sanfilippo, sociologo, della Comunita' dell'Arca di Lanza del Vasto
Lavinia Sangiorgi, volontaria di Focus - Casa dei diritti sociali di Roma
Antonia Sani, Wilpf Italia
Adriano Sansa, magistrato e poeta
Carlo Sansonetti, figura storica dell'impegno di pace e solidarieta'
Delfino Santaniello, figura storica dell'impegno per la legalita' e la democrazia
Eugenio Santi, presidente del Gavci
don Alessandro Santoro, della comunita' delle Piagge
Mauro Sarnari, dell'Unicef di Viterbo
padre Pietro Sartorel, sacerdote, missionario in Brasile
Giovanni Sarubbi, direttore de "Il dialogo"
Renato Sasdelli, docente universitario e saggista
Eugenio Scardaccione, dirigente scolastico
Manlio Schiavo, docente, referente del Comitato cittadino di Bagheria per la Costituzione
Marco Scipioni, presidente del Centro studi e documentazione "Don Pietro Innocenti"
Rosa Scognamiglio, docente impegnata in difesa dei diritti umani e della Costituzione
Arturo Scotto, capogruppo di Sinistra Italiana alla Camera dei Deputati
Bruno Segre, organizzatore e ricercatore culturale indipendente
Giovanni Battista Sgritta, sociologo e docente universitario
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Matteo Soccio, "Casa per la Pace" di Vicenza
Pietro Soldini, responsabile immigrazione della Cgil
Gabriele Spallone
Marilena Spriano
Irene Starace, Wilpf Italia
Ada Tomasello, Usb immigrazione Viterbo
Marco Trotta, consigliere di quartiere a Bologna per Coalizione Civica
Michelangelo Tumini, dei "Cantieri di pace" di Osimo, Offagna, Castelfidardo e Loreto
Olivier Turquet, educatore ed editore, coordinatore di "Pressenza"
Laura Tussi, giornalista e scrittrice
Fabio Vaccari
Nicola Vallinoto, informatico, dirigente nazionale del Movimento Federalista Europeo
Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento
Leonardo Varvaro, docente universitario
Antonio Vermigli, direttore di "In dialogo"
Salvatore Vitale, divulgatore agricolo
Giulio Vittorangeli, presidente dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo
Luciano Zambelli, della Lega per il disarmo unilaterale
Lorenzo Zaniboni
Giorgio Zanin, deputato
Rina Zardetto, presidente dell'Associazione Reggiana per la Costituzione
Franco Zunino, ingegnere
*
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