[Nonviolenza] Telegrammi. 2547



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2547 del 29 novembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. "Cuba e noi". Un incontro di studio

2. Alcuni testi del mese di settembre 2014 (parte prima)

3. Nulla e' piu' urgente

4. Preannuncio di denuncia penale qualora il governo italiano inviasse armi a milizie belligeranti in aree di conflitto

5. Una riflessione a Viterbo sulla "Pragmatica della comunicazione umana"

6. Formare le forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza. Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri

7. "Abolire la Nato". Un incontro di riflessione a Viterbo

8. Le conclusioni del summit della Nato

9. Un appello ai Presidenti della Camera e del Senato affinche' il Parlamento si opponga a un atto illegale annunciato dal Governo

10. Tre donne uccise

11. La Nato prepara nuovi massacri

12. Sui criteri per l'attribuzione di un riconoscimento per l'impegno per la pace e i diritti umani

13. Tutte le guerre

14. "La pace prima di tutto". Un incontro con il professor Osvaldo Ercoli a Viterbo

15. Si svolge oggi, 10 settembre, la riunione del "Tavolo per la pace" di Viterbo

16. Fermare la guerra, opporsi al razzismo. E l'arcano sotto gli occhi di tutti

17. Resoconto della riunione del 10 settembre 2014 del "Tavolo per la Pace" di Viterbo

18. Segnalazioni librarie

19. La "Carta" del Movimento Nonviolento

20. Per saperne di piu'

 

1. INCONTRI. "CUBA E NOI". UN INCONTRO DI STUDIO

 

Si e' svolto lunedi' 28 novembre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio e di testimonianza sul tema "Cuba e noi".

*

Al termine dell'incontro le persone partecipanti hanno condiviso l'appello a votare No alla riforma golpista degli apprendisti stregoni nel referendum del 4 dicembre; e l'appello per richiedere al parlamento italiano due provvedimenti indispensabili e urgenti per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI SETTEMBRE 2014 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di settembre 2014.

 

3. NULLA E' PIU' URGENTE

 

Nulla e' piu' urgente che operare per la pace.

Ed operare per la pace significa operare per il disarmo e la smilitarizzazione; significa operare per la difesa nitida e intransigente dei diritti di tutti gli esseri umani.

Significa operare per recare soccorso a tutte le vittime di violenza; significa garantire accoglienza ed assistenza per tutti gli esseri umani in fuga da guerre, dittature, fame.

Significa opporsi alla devastazione della biosfera, la casa comune dell'intera umanita', il mondo vivente di cui l'umanita' e' parte e della cui preservazione o distruzione reca una cosi' ingente, cosi' decisiva responsabilita'.

Significa opporsi al maschilismo, che e' la prima radice di tutte le altre violenza che gli esseri umani commettono.

*

Nulla e' piu' urgente che operare per la pace, e l'unico mondo per operare per la pace e' la scelta della nonviolenza.

La scelta nitida e intransigente della nonviolenza.

La scelta della nonviolenza, senza di cui si resta subalterni alla logica dell'oppressione, della menzogna, della violenza; si resta subalterni ai poteri dominanti, il cui dominio e' connotato dalla loro disponibilita' ad opprimere, ad escludere, a sfruttare, a ingannare, a umiliare, ad uccidere; in una parola: dalla loro effettuale o potenziale disumanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

4. PREANNUNCIO DI DENUNCIA PENALE QUALORA IL GOVERNO ITALIANO INVIASSE ARMI A MILIZIE BELLIGERANTI IN AREE DI CONFLITTO

 

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

alle Ministre ed ai Ministri della Repubblica

alle senatrici ed ai senatori

alle deputate ed ai deputati

Oggetto: Preannuncio di denuncia penale qualora il governo italiano inviasse armi a milizie belligeranti in aree di conflitto

*

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

egregie Ministre ed egregi Ministri della Repubblica,

egregie Senatrici ed egregi Senatori,

egregie Deputate ed egregi Deputati,

come vi è noto, la vigente legislazione italiana proibisce di inviare armi a milizie belligeranti in aree di conflitto (proibizione esplicita ed inequivocabile per la lettera ed a fortiori per il combinato disposto di norme contenute nelle fonti di seguito citate: Costituzione della Repubblica Italiana; Codice Penale; Legge 9 luglio 1990, n. 185, e successive modificazioni; Legge 4 ottobre 2013, n. 118).

Pertanto l'intenzione annunciata dal governo e de facto improvvidamente avallata in sede di riunione congiunta delle Commissioni Parlamentari Difesa ed Esteri di Camera e Senato è destituita di legittimità.

Essendo essa intenzione (peraltro reiteratamente annunciata) palesemente contra legem, il governo non può recarla ad effetto; e peraltro il solo averla proposta configura già un atto inammissibile; per non dire che i membri del Consiglio dei Ministri come delle Commissioni Parlamentari che non hanno obiettato alla proposta sollevando in via preliminare la questione pregiudiziale in punto di diritto della flagrante illegittimità della proposta stessa sono stati quantomeno inadeguati all'alto incarico pubblico ad essi affidato.

Sic stantibus rebus, qualora il governo illecitamente procedesse a realizzare quanto annunciato, ovvero ad armare forze belligeranti straniere - e nella fattispecie neppure forze regolari di uno stato di diritto, ma mere milizie, ovvero gruppi armati irregolari - in area di conflitto, commettendo così un palese abuso di potere e una palese violazione delle leggi, procederemmo ipso facto a una denuncia penale in capo a tutti coloro che si fossero resi autori e complici di questo crimine.

E' del tutto evidente che dinanzi a un massacro in corso non si può restare inerti: ma l'azione da condurre è quella costituita dal complesso dell'interposizione da parte di forze dell'Onu; dell'invio di aiuti umanitari adeguati; della creazione di corridoi umanitari; della difesa, accoglienza ed assistenza delle vittime in fuga; dell'azione politica e diplomatica come normata dal diritto internazionale; e finanche dell'azione di polizia internazionale da parte dell'Onu qualora ne ricorrano le specifiche condizioni.

Invece inviare armi a milizie presenti nell'area significa favoreggiare l'ulteriore escalation bellica, ed aggiungere altre morti alle morti; laddove è evidente che occorre piuttosto urgentissimamente operare per il disarmo, la smilitarizzazione, il ritorno alla legalità, alla pace ed alla civile convivenza.

Inviare armi è illegale ed immorale.

*

Egregie signore ed egregi signori del Governo e del Parlamento,

scriviamo queste cose in spirito di fraternità anche con voi stessi.

Al Governo diciamo: recedete dall'esecuzione di un crimine dei cui esiti omicidi dovreste altrimenti recare nelle vostre coscienze il pondo insostenibile per il resto delle vostre vite, oltre a dover rispondere nei Tribunali della Repubblica.

Al Parlamento diciamo: impedite al governo di commettere il più atroce e insensato dei crimini, il crimine che ha come esito diretto la soppressione di vite umane.

Al Governo e al Parlamento chiediamo di tornare al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, già troppe volte violata.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo il disarmo salva le vite.

Solo la nonviolenza può salvare l'umanità.

Distinti saluti, con viva apprensione

 

5. UNA RIFLESSIONE A VITERBO SULLA "PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE UMANA"

 

Si e' svolto nel pomeriggio di sabato 6 settembre 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione "Sulla Pragmatica della comunicazione umana, sulla scuola di Palo Alto e sull'eredita' teorica e pratica di Gregory Bateson".

Nel corso dell'incontro sono state rilette e commentate alcune pagine del libro di Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi (edito in Italia da Astrolabio Ubaldini, Roma 1971), ed e' stata illustrata la riflessione e l'attivita' della scuola psicoterapeutica di Palo Alto; sono state rilette e commentate altresi' alcune pagine dal libro di Gregory Bateson, Verso un'ecologia della mente (edito in Italia da Adelphi, Milano 1976), ed e' stata illustrata la figura del grande intellettuale e la sua preziosa eredita' in molti campi del sapere e dell'agire.

 

6. FORMARE LE FORZE DELL'ORDINE ALLA CONOSCENZA E ALL'USO DELLE RISORSE DELLA NONVIOLENZA. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

recenti tragiche vicende confermano la necessita' e l'urgenza di formare tutti gli operatori delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.

Dal 2000 abbiamo reiteratamente formulato questa proposta al Governo e al Parlamento, e nel 2001 numerosi senatori e senatrici di tutti gli schieramenti politici presentarono un disegno di legge a tal fine, che pero' non giunse mai all'esame delle competenti Commissioni parlamentari.

Quest'anno abbiamo ancora una volta riproposto l'iniziativa ed ancora una volta numerosi senatori e senatrici hanno presentato a tal fine ben tre disegni di legge. E poche settimane fa la Presidente della Camera dei Deputati ci ha informato di aver trasmesso la nostra proposta ai deputati membri della competente Commissione della Camera.

Ancora una volta le scriviamo per chiedere che in via legislativa o regolamentare si pervenga al piu' presto a far si' che tutti gli operatori di tutte le forze dell'ordine (dalle cinque polizie statali fino a tutti i corpi di polizia comunale) siano formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.

Per il bene di tutti.

Ringraziandola fin d'ora per l'attenzione, voglia gradire distinti saluti.

 

7. "ABOLIRE LA NATO". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Si e' svolto nel pomeriggio di domenica 7 settembre 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema "Abolire la Nato, organizzazione stragista che sta portando l'umanita' verso un conflitto mondiale che puo' distruggere la civilta' umana".

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Nel corso dell'incontro e' stata ricostruita la storia della Nato e ci si e' soffermati in particolare sulla sua azione dagli anni '90 ad oggi: dalla guerra contro la Jugoslavia a quella contro la Libia si e' trattato di una catena di illegali aggressioni stragiste e di una politica di dominazione terroristica i cui esiti nefasti chiunque e' in grado di constatare.

Lungi dall'essere un'alleanza difensiva, essa pertanto si configura ormai essenzialmente come un'organizzazione responsabile di:

a) condurre guerre illegali e criminali;

b) esautorare l'Onu ed impedirne l'azione di pace, di interposizione e di polizia internazionale;

c) asservire l'Unione Europea agli interessi economici del capitalismo finanziario ed agli interessi geopolitici dell'imperialismo statunitense;

d) indurre - ovvero costringere - i Paesi che ne fanno parte a spese ed impegni militari ingenti ed inammissibili, immorali ed incompatibili con una politica democratica, di pace, di difesa e promozione dei diritti sociali e del welfare, di autentica sicurezza dei propri stessi popoli;

e) fungere da braccio armato di una politica antidemocratica, neocoloniale ed onnisfruttatrice;

f) minacciare la pace mondiale ed impedire la liberazione dei popoli e la cooperazione pacifica tra gli stati.

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Concludendo l'incontro, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha cosi' sintetizzato la riflessione comune: "Si puo' fare una sola cosa della Nato: abolirla.

Essa e' infatti un pericolo per l'umanita' e un'organizzazione palesemente terroristica secondo i criteri in base ai quali si definiscono terroristi gli altri attori criminali dello scenario internazionale che adottano le sue stesse pratiche di provocazione, di intimidazione, di aggressione armata illegale con esiti stragisti.

L'umanita' si trova oggi a un bivio: perseverare follemente sulla via della guerra, del riarmo, dello sfruttamento schiavista degli esseri umani e dello sfruttamento desertificatore della natura, oppure scegliere saggiamente la via della nonviolenza, del rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.

Nella prima ipotesi si intensificheranno le stragi e le devastazioni, l'imbarbarimento e la miseria, e si fara' sempre piu' vicino il pericolo del crollo della civilta' umana.

Nel secondo caso l'umanita' avra' una possibilita' di salvezza; ma affinche' l'alternativa nonviolenta si realizzi essa deve concretizzarsi nel disarmo, nell'abolizione degli eserciti, in una politica di cooperazione internazionale fondata sul rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani e sulla difesa della biosfera casa comune dell'umanita' intera".

*

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

8. LE CONCLUSIONI DEL SUMMIT DELLA NATO

 

Le conclusioni del summit 2014 della Nato sono terrificanti.

Primo: si impone a tutti i paesi membri di portare le loro spese militari al 2% del Pil (attenzione: non della spesa pubblica, ma del prodotto interno lordo): l'Italia, che gia' brucia 70 milioni di euro al giorno in spese militari - dati dell'autorevolissimo istituto di ricerca di Stoccolma, il Sipri -, si e' impegnata ad arrivare ad oltre 100 milioni di euro al giorno. Scriviamolo di nuovo: l'Italia, che gia' brucia 70 milioni di euro al giorno in spese militari, si e' impegnata ad arrivare ad oltre 100 milioni di euro al giorno.

Secondo: si preparano interventi armati nell'Europa dell'est contro la Russia, e nel Medio Oriente contro tutti i popoli dell'area (ufficialmente contro i pupilli di ieri, cioe' le milizie alimentate dall'imperialismo americano per destrutturare gli stati dell'Iraq e della Siria e destabilizzare ulteriormente l'intera regione, milizie che hanno preso tanto sul serio il compito loro attribuito da eseguirlo con lo zelo sanguinario di cui sono prova gli orrori abominevoli che solo recentemente i mass-media internazionali si sono decisi a far conoscere).

Terzo: si punta ad imporre al mondo la cosiddetta "dottrina Nato", ovvero il potere insindacabile della Nato di intervenire ovunque per conto del capitale finanziario globale e dell'imperialismo statunitense eliminando manu militari ogni possibile opposizione ed ogni pensabile alternativa ai criminali poteri dominanti.

Quarto: si fa a pezzi il diritto internazionale e si riduce l'Onu a palestra oratoria e intendenza al seguito.

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E' l'adorazione della guerra "sola igiene del mondo". E' l'imposizione dell'ordine coloniale e schiavista. E' la negazione della democrazia, del diritto e della liberazione dei popoli, della dignita' umana. E' la disponibilita' a scatenare la distruzione della civilta' umana.

C'e' una definizione per tutto questo: scellerata follia.

Abolire la Nato e' una urgente necessita'.

 

9. UN APPELLO AI PRESIDENTI DELLA CAMERA E DEL SENATO AFFINCHE' IL PARLAMENTO SI OPPONGA A UN ATTO ILLEGALE DEL GOVERNO

 

Egregia Presidente della Camera dei Deputati,

egregio Presidente del Senato della Repubblica,

ed egregio Presidente del Consiglio dei Ministri, egregi ministri, deputati e senatori ed egregio Presidente della Repubblica cui inviamo questa lettera per opportuna conoscenza,

vorremmo sollecitare il tempestivo impegno dei Presidenti delle due Camere in cui si articola l'organo legislativo del nostro ordinamento istituzionale affinché il Parlamento si opponga a un atto illegale annunciato dal Governo, ovvero la fornitura di armi a milizie belligeranti in aree di conflitto.

Questa decisione governativa è palesemente contra legem.

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1. Parte prima. Avverso una decisione illegale

1.1. Leggiamo nella Costituzione della Repubblica Italiana che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" e che "L'Italia ripudia la guerra": armare milizie irregolari in un'area di conflitto dispiegato dove le stragi sono da anni in corso (area che coinvolge ben due stati, ambedue fortemente destrutturati da guerre recenti ed attuali, ed in cui follemente sono state armate milizie irregolari fuori di ogni controllo e di ogni legalita' che oggi praticano terrorismo e violenze di massa) significa cooperare in modo decisivo alla commissione di omicidi e stragi, in flagrante contrasto con l'art. 2 e con l'art. 11 della Costituzione.

1.2. Leggiamo nel Codice Penale che "Chiunque cagioni la morte di un uomo e' punito con la reclusione...": armare milizie irregolari in un'area di conflitto dispiegato dove le stragi sono da anni in corso significa cooperare in modo decisivo alla commissione di omicidi e stragi, in flagrante contrasto con l'art. 575 e l'art. 422 del Codice Penale.

1.3. Leggiamo nella Legge 9 luglio 1990, n. 185, recante "Nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento":

- all'art. 1, comma 1: "L'esportazione, l'importazione e il transito di materiale di armamento nonche' la cessione delle relative licenze di produzione devono essere conformi alla politica estera e di difesa dell'Italia. Tali operazioni vengono regolamentate dallo Stato secondo i principi della Costituzione repubblicana che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". L'evidente contrasto con i principi costituzionali sopra richiamati vieta pertanto di armare milizie irregolari in un'area di conflitto dispiegato dove le stragi sono da anni in corso.

- All'art. 1, comma 5: "L'esportazione ed il transito di materiali di armamento, nonche' la cessione delle relative licenze di produzione, sono vietati quando siano in contrasto con la Costituzione, con gli impegni internazionali dell'Italia e con i fondamentali interessi della sicurezza dello Stato, della lotta contro il terrorismo e del mantenimento di buone relazioni con altri Paesi, nonche' quando manchino adeguate garanzie sulla definitiva destinazione dei materiali". E' del tutto evidente che nel caso di specie si verificano precisamente sia il "contrasto con la Costituzione", sia la mancanza di "adeguate garanzie sulla definitiva destinazione dei materiali", poiche' le armi verrebbero consegnate a milizie irregolari in un'area di conflitto dispiegato dove le stragi sono da anni in corso.

- All'art. 1, comma 6, lettera a: "L'esportazione ed il transito di materiali di armamento sono altresi' vietati verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell'Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere". Anche in questo caso il Governo non puo' aggirare il divieto, poiche' la lettera a del comma 6 dell'art. 1 della legge 185/1990 è in aggiunta (di qui l'espressione "altresi'") e non in sostituzione di quanto gia' definito nei summenzionati commi 1 e 5, e pertanto nella situazione in esame il Consiglio dei Ministri non puo' deliberare contra legem "per la contradizion che nol consente".

- Ne' ci troviamo qui nella casistica prevista al comma 9 del medesimo art. 1 della medesima legge poiche' i destinatari ed utilizzatori delle armi non sono forze armate o di polizia regolari e non costituiscono articolazioni statuali, bensi' sono mere milizie irregolari con le quali a fortiori uno Stato di diritto, uno Stato costituzionale democratico come l'Italia, non puo' intrattenere relazioni bilaterali o negozi giuridici.

Pertanto anche alla luce della legge 185/1990 e' palesemente illegale armare milizie irregolari in un'area di conflitto dispiegato dove le stragi sono da anni in corso.

1.4. Leggiamo infine nel Trattato recepito dall'Italia con la Legge 4 ottobre 2013, n. 118, "Ratifica ed esecuzione del Trattato sul commercio delle armi, adottato a New York dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 2 aprile 2013":

- all'art. 6 : "Nessuno Stato Parte autorizzera' il trasferimento di armi se tale trasferimento è suscettibile di violare obblighi derivanti da misure adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite" (comma 1), o anche "se tale trasferimento e' suscettibile di violare obblighi internazionali ai sensi degli accordi internazionali di cui e' Parte, in particolare per quanto riguarda il trasferimento o il traffico illecito di armi convenzionali" (comma 2); o infine "che le armi possano essere utilizzate per la commissione di (...) attacchi diretti a obiettivi o soggetti civili" (comma 3). Orbene, non vi e' dubbio che armare milizie irregolari in un'area di conflitto dispiegato implica esattamente le fattispecie summenzionate.

- All'art. 7 si aggiunge che: "Se l'esportazione non e' proibita dall'art. 6, ciascuno Stato Parte esportatore (...) dovra' valutare (...) se le armi (...): a) possano contribuire a minacciare la pace e la sicurezza; b) possano essere utilizzate per commettere una grave violazione del diritto umanitario internazionale (...)", ed in tali casi "qualora vi sia un rischio preponderante di una delle conseguenze negative previste (...) lo Stato Parte esportatore non autorizzerà l'esportazione". Se ne evince che anche se la situazione de quo non rientrasse in quanto previsto dall'art. 6 (ed e' invece incontrovertibile che vi rientra), la fornitura di armi sarebbe comunque proibita in quanto e' flagrante la presenza di "un rischio preponderante di una delle conseguenze negative previste" (ed invero non solo di "un rischio", bensi' della certezza).

Pertanto anche alla luce del Trattato recepito con la legge 118/2013 e' palesemente illegale armare milizie irregolari in un'area di conflitto dispiegato dove le stragi sono da anni in corso.

1.5. E' pertanto inequivocabile, stando alla lettera e allo spirito delle singole disposizione normative citate, ed a maggior ragione per il combinato disposto di esse, che la decisione del Governo italiano di inviare armi a milizie irregolari in un'area di conflitto dispiegato (area che - ripetiamolo ancora una volta - coinvolge ben due stati, ambedue fortemente destrutturati da guerre recenti ed attuali, ed in cui follemente sono state armate milizie irregolari fuori di ogni controllo e di ogni legalita' che oggi praticano terrorismo e violenze di massa) e' palesemente contra legem e quindi inammissibile sotto ogni punto di vista.

Vi preghiamo pertanto di adoperarvi affinche' il Parlamento, titolare del potere legislativo, impedisca che il Governo compia un atto illegale dagli esiti omicidi e stragisti.

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2. Parte seconda. Per un intervento costruttivo

2.1. Naturalmente vi preghiamo di adoperarvi altresi' affinche' il Parlamento e il Governo italiano si impegnino al fine di sostenere l'invio in quell'area di una ingente forza d'interposizione dell'Onu, l'invio di aiuti umanitari adeguati, la creazione di corridoi umanitari, la difesa, accoglienza ed assistenza delle vittime in fuga, un'azione politica e diplomatica come normata dal diritto internazionale e finanche un'azione di polizia internazionale da parte dell'Onu qualora ne ricorrano le specifiche condizioni.

2.2. Ed altrettanto ovviamente vi preghiamo di adoperarvi anche affinche' il Parlamento e il Governo italiano si impegnino al fine di sostenere il disarmo, la cessazione dei conflitti armati e delle violenze, il rispetto dei diritti umani e il ripristino della legalita': a tal fine gli interventi militari e le forniture di armi sono del tutto controproducenti, come l'esperienza ha tragicamente dimostrato; occorre invece promuovere nelle aree di conflitto processi de-escalativi della violenza e riconciliativi, sostenendo materialmente le popolazioni, ricostruendo le infrastrutture civili e promuovendo la convivenza e la sicurezza, la legalita' e la democrazia, in modo adeguato e coerente: a tal fine la cosa piu' necessaria ed urgente e' il disarmo, in primo luogo ovviamente delle organizzazioni criminali (che vanno naturalmente perseguite ai sensi di legge con interventi di polizia), ma piu' in generale di tutte le parti belligeranti. La guerra non e' la soluzione, ma il problema; il disarmo e' la via da percorrere; l'aiuto umanitario e' l'unico strumento adeguato per ricostruire cio' che guerra, dittature e terrorismo hanno devastato, e quindi per favorire la legalita' rispettosa dei diritti umani, la pace che salva le vite, la civile convivenza orientata alla giustizia ed alla solidarieta'.

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Per tutto quanto precede vi preghiamo pertanto, in conclusione, di adoperarvi affinche':

- l'Italia invii massicci e adeguati aiuti umanitari alle popolazioni dell'area, la cui distribuzione non sia affidata a parti in conflitto ma ad organismi internazionali umanitari di provata affidabilita';

- l'Italia si impegni affinche' nell'area irachena intervenga una adeguata forza di interposizione dell'Onu, e si rafforzi consistentemente la forza di interposizione dell'Onu nell'area siriana;

- l'Italia si impegni per la cessazione della fornitura di armi alle parti belligeranti e per la cessazione degli interventi armati i cui esiti stragisti sono del tutto manifesti e del tutto inammissibili;

- l'Italia si opponga alla folle e criminale proposta statunitense di promuovere una ulteriore escalation della guerra in Medio Oriente;

- l'Italia si disponga ad una politica internazionale di pace, di disarmo, di smilitarizzazione dei conflitti, di promozione del rispetto dei diritti umani; una politica internazionale coerente con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Carta delle Nazioni Unite, con la Dichiarazione Universale dei Diritti umani, con il diritto delle genti e con il sentire di ogni essere umano.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Solo il disarmo salva le vite.

Confidando nel vostro tempestivo intervento, vogliate gradire distinti saluti

 

10. TRE DONNE UCCISE

 

Le tre donne italiane, missionarie saveriane, uccise in Burundi.

E le infinite altre massacrate dal maschilismo, dalla guerra, dal razzismo, da tutte le oppressioni e le violenze del mondo.

Nel loro nome, nel loro ricordo, occorre costruire la pace e la giustizia; occorre abolire le guerre, gli eserciti e le armi; occorre cancellare per sempre la dominazione maschilista.

Vi e' una sola umanita'.

Solo la nonviolenza puo' salvarci.

 

11. LA NATO PREPARA NUOVI MASSACRI

 

Non e' possibile sottovalutare le folli e criminali intenzioni della Nato dichiarate nel vertice di Cardiff dei giorni scorsi.

La Nato prepara nuovi massacri.

La Nato pretende di dissanguare i bilanci degli stati membri imponendo immani spese militari, per armarsi e per compiere stragi.

La Nato si proclama potere eslege con facolta' di uccidere chiunque ed ovunque.

La Nato minaccia l'umanita' intera.

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E' necessario abolire questa macchina omicida.

E' necessario abolire questa struttura totalitaria.

E' necessario abolire questo potere impazzito nemico dell'umanita'.

E' necessario abolire la Nato, prima che sia troppo tardi.

 

12. SUI CRITERI PER L'ATTRIBUZIONE DI UN RICONOSCIMENTO PER L'IMPEGNO PER LA PACE E I DIRITTI UMANI

 

Si e' svolto nel pomeriggio di lunedi' 8 settembre 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema "Sui criteri per l'attribuzione di un riconoscimento per l'impegno per la pace e i diritti umani".

L'incontro intendeva fornire un contributo di approfondimento in vista della prossima riunione del "Tavolo per la pace" di Viterbo.

Le persone partecipanti hanno cercato di riassumere ancora una volta il senso e i fini dell'impegno per la pace, la dignita' umana e la salvaguardia della biosfera, ribadendo la scelta della nonviolenza come elemento fondamentale dell'azione da condurre per fermare guerre e uccisioni, persecuzioni e devastazioni, oppressioni e violenze occulte e manifeste.

Di seguito la sintesi emersa dall'incontro.

*

1. Pace e' opposizione alla guerra e alle violenze, alle uccisioni e alle persecuzioni, alle devastazioni ed alle deprivazioni, alla riduzione in schiavitu' e all'abbandono nella solitudine, nella miseria e nella disperazione.

2. Pace e' responsabilita' per l'altro: riconoscimento, rispetto e difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; in primo luogo dei piu' fragili, dei piu' sofferenti, dei piu' bisognosi.

3. Pace e' condivisione dei beni e dei diritti, impegno per il bene comune; e quindi opposizione ad ogni potere che sottrae ad altri quel che occorre per vivere una vita degna, sobria, solidale; pace e' convivenza e dono.

4. Pace e' difesa della biosfera, casa comune dell'umanita' e mondo vivente di cui l'umanita' stessa e' parte; e quindi e' custodia dell'ecosistema nel rispetto della pluralita' e della diversita' delle vite, del diritto all'esistenza non solo degli esseri umani ma anche degli altri esseri viventi; e' prendersi cura del mondo.

5. Pace e' opposizione alla menzogna, che nega la dignita' umana in cio' che le e' piu' peculiare: la capacita' di comprendere; e' quindi anche empatia, capacita' di comprensione non solo concettuale ma anche affettiva, riconoscimento e rispetto dell'altro, atteggiamento costantemente dialogico.

6. Pace e' lotta contro l'ingiustizia, poiche' l'ingiustizia nega l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani; pace e' riconoscimento ad un tempo dell'eguaglianza di diritti e della peculiare diversita' di ogni persona, e pertanto essa afferma ad un tempo la giustizia e la liberta' connesse in un sinolo indissolubile; e' la compassione che mai nega ascolto ed aiuto.

7. Pace e' anche educare alla pace: si educa comunicando sapere e saggezza; nutrendo la consapevolezza, l'autonomia e la responsabilita'; dando l'esempio; compiendo l'azione buona.

8. Pace e' comunicazione e cooperazione, ascolto reciproco ed agire comune riconoscendo e valorizzando il contributo di ciascuno: da ciascuno ricevendo secondo le sue capacita', a ciascuno donando secondo i suoi bisogni.

9. Pace e' innanzitutto e fondamentalmente opposizione alla dominazione maschilista, che e' la radice di tutte le altre violenze.

10. Per tutto quanto precede pace e' dunque innocenza che agisce, ricerca e adesione alla verita', operare per salvare le vite, costruzione del bene comune, etica e politica della solidarieta' che ogni essere umano riconosce, raggiunge, sostiene. Racchiudendo tutti questi significati in un solo concetto, in una parola sola, in un unico impegno, diremo dunque che - nella sua concretezza, nella sua irradiazione, nella sua dinamica, nella sua pienezza - pace e' nonviolenza.

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Criteri elaborati nell'incontro di riflessione svoltosi presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo nel pomeriggio dell'8 settembre 2014.

 

13. TUTTE LE GUERRE

 

Ettore trascinato nella polvere.

Gano squartato.

Jean Calas torturato, strangolato e bruciato.

Olympe de Gouges tratta alla ghigliottina.

Auschwitz.

Hiroshima.

Le decapitazioni.

I bombardamenti.

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Tutte le guerre la stessa guerra.

Tutte le uccisioni la stessa uccisione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

14. "LA PACE PRIMA DI TUTTO". UN INCONTRO CON IL PROFESSOR OSVALDO ERCOLI A VITERBO

 

Si e' svolto nel pomeriggio di martedi' 9 settembre 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione con la partecipazione del professor Osvaldo Ercoli, una delle figure piu' autorevoli della cultura e dell'impegno civile viterbese.

Nel corso dell'incontro si e' ragionato sulla necessita' e l'urgenza di un rinnovato e piu' intenso impegno comune per la pace, i diritti umani, il disarmo, la difesa della biosfera.

Come sostenevano Albert Einstein e Bertrand Russell e gli altri scienziati sottoscrittori dell'appello che recava le nitide parole "Ricordatevi della vostra umanita'", e' necessario che l'umanita' cessi di fare le guerre ed invece si unisca e cooperi per la salvezza comune.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la pace salva le vite.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

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Una breve notizia sul professor Osvaldo Ercoli

Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' stato tra gli animatori del comitato che ha salvato l'area archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione.

E' stato scritto di lui: "Il professor Osvaldo Ercoli e' stato per decenni docente di matematica e fisica a Viterbo, citta' in cui e' da sempre un simbolo di rigore morale e civile, di impegno educativo, di sollecitudine per il pubblico bene, di sconfinata generosita'. Gia' pubblico amministratore comunale e provinciale di adamantina virtu', sono innumerevoli le iniziative in difesa dei diritti umani e dell'ambiente di cui e' stato protagonista; tuttora impegnato nel volontariato a sostegno di chi ha piu' bisogno di aiuto, e' altresi' impegnato in prima persona ovunque vi sia necessita' di smascherare e contrastare menzogne, ingiustizie, violenze... Avendo avuto il privilegio immenso di averlo come amico, come maestro di impegno civile, come compagno di tante lotte nonviolente, vorremmo cogliere questa occasione per esprimergli ancora una volta il nostro affetto, la nostra ammirazione, la nostra gratitudine; affetto, ammirazione e gratitudine che sappiamo essere condivise da tutte le persone di Viterbo e dell'Alto Lazio, da tutte le persone che hanno avuto l'onore di conoscerlo e che hanno a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera".

Ed e' stato scritto anche: "Ascoltare il professor Ercoli e' sempre straordinariamente educativo, e di grande conforto: poiche' significa mettersi alla scuola di una persona che unisce il rigore del ragionamento logico all'affermazione del dovere morale e all'intransigenza dell'impegno civile, con una sobrieta', una mitezza ed una saggezza che rendono ogni sua parola, ogni sua argomentazione, non solo un dono prezioso per il pensiero e per l'azione, ma anche un autentico gesto di amicizia che nel suo stesso darsi - in squisita cortesia ed insieme in assoluta chiarezza e onesta' - degnifica gli interlocutori tutti invitandoli ad esser parte del bene, del giusto, del vero".

 

15. SI SVOLGE OGGI, 10 SETTEMBRE, LA RIUNIONE DEL "TAVOLO PER LA PACE" DI VITERBO

 

Si svolge oggi, mercoledi' 10 settembre, con inizio alle ore 17,15, presso il Palazzetto della Creativita' in via Carlo Cattaneo 9 (sito nell'area del complesso scolastico degli istituti comprensivi Canevari e Vanni), la prossima riunione del "Tavolo per la pace" di Viterbo.

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Per ogni comunicazione il punto di riferimento e' Pigi Moncelsi: tel. 0761348590, cell. 3384613540, e-mail: pmoncelsi at comune.viterbo.it

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Allegato a) Proposta di ordine del giorno della riunione

I. iniziativa per la Giornata internazionale della nonviolenza e verso la Marcia Perugia-Assisi (e' previsto che si definiscano i nomi di tutte le persone cui attribuire il riconoscimento pubblico per il loro impegno per la pace - per il momento, come e' noto, e' gia' stato espresso il consenso unanime sui nomi di monsignor Dante Bernini e del professor Osvaldo Ercoli -; e che si approvi la bozza di manifesto che si e' dato mandato a tre partecipanti del Tavolo di predisporre);

II. prosecuzione dell'iniziativa per la delibera "per l'attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' viterbese ha una relazione significativa e quindi impegnativa";

III. sostegno al percorso amministrativo per la tempestiva istituzione della Consulta per l'immigrazione;

IV. sostegno al percorso amministrativo per la realizzazione dello sportello comunale di informazione ed assistenza per le persone immigrate;

V. sostegno alla proposta di promuovere incontri di conoscenza e condivisione, di riconoscimento della comune appartenenza alla citta' e quindi alla comunita' viterbese di tutte le persone e le comunita' culturali variamente aggregate che nel territorio vivono;

VI. sostegno al percorso tecnico ed amministrativo per la revoca degli atti amministrativi pregressi che configurino palesi violazioni dei diritti umani ovvero siano in contrasto con le guarentigie stabilite erga omnes nella Costituzione della Repubblica Italiana;

VII. naturalmente l'incontro sara' anche occasione, come di consueto, per scambiarsi informazioni sulle iniziative realizzate, in corso e in programma da parte dei vari soggetti che partecipano al Tavolo.

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Allegato b) Bozza del testo recante le motivazioni per l'attribuzione del riconoscimento per il loro impegno di pace al vescovo Dante Bernini ed al professor Osvaldo Ercoli

- A monsignor Dante Bernini,

vescovo emerito della diocesi di Albano, gia' presidente della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Italiana e già membro della "Comece'" (Commission des Eveques de la Communaute' Europeenne), una delle figure piu' illustri dell'impegno di pace, solidarieta', nonviolenza, che nell'arco dell'intera sua vita come sacerdote e come docente e' stato costantemente impegnato per la pace e per la giustizia, nella solidarieta' con i sofferenti e gli oppressi, nell'impegno per la salvaguardia del creato, nella promozione della nonviolenza, unendo all'adempimento scrupoloso dei prestigiosi incarichi di grande responsabilita' un costante ascolto di tutti coloro che a lui venivano a rivolgersi per consiglio e per aiuto, a tutti sempre offrendo generosamente il suo conforto e sostegno, la sua parola buona e luminosa e l'abbraccio suo saldo e fraterno,

la citta' di Viterbo grata per il suo impegno di pace.

- Al professor Osvaldo Ercoli

gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' pubblico amministratore di adamantino rigore morale e di strenua dedizione al bene comune, impegnato nel volontariato e nella difesa dell'ambiente e dei diritti di tutti gli esseri umani, animatore di molteplici iniziative di pace e di solidarieta', generoso educatore attraverso la parola e l'esempio al ragionamento logico come al dovere morale e all'impegno civile, di saggezza e mitezza maestro, testimone fedele dell'amore per il vero ed il giusto, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto a chiunque ne avesse bisogno come nel contrastare menzogne e violenze, sempre avendo a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera,

la citta' di Viterbo grata per il suo impegno di pace.

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Allegato c) Dieci criteri per l'attribuzione di un riconoscimento per l'impegno per la pace e i diritti umani (criteri elaborati nell'incontro di riflessione svoltosi presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo l'8 settembre 2014)...

 

16. FERMARE LA GUERRA, OPPORSI AL RAZZISMO. E L'ARCANO SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI

 

Per fermare la guerra occorre il disarmo.

Per fermare la guerra occorre la smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture, delle istituzioni, delle relazioni internazionali.

Per fermare la guerra occorre una politica di pace con mezzi di pace.

Per fermare la guerra occorre la scelta della nonviolenza.

*

Opporsi al razzismo e salvare le vite sono una cosa sola.

Opporsi al razzismo ed opporsi alle dittature sono una cosa sola.

Opporsi al razzismo ed opporsi all'imperialismo sono una cosa sola.

Opporsi al razzismo e' scegliere la nonviolenza.

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L'arcano sotto gli occhi di tutti e' presto detto: e' l'oppressione maschilista la radice di tutte le altre violenze; solo se si sconfigge il maschilismo sara' possibile costruire la pace, la convivenza, la giustizia, la solidarieta', la liberazione comune.

 

17. RESOCONTO DELLA RIUNIONE DEL 10 SETTEMBRE 2014 DEL "TAVOLO PER LA PACE" DI VITERBO

 

Resoconto della riunione del 10 settembre 2014 del "Tavolo per la Pace" di Viterbo.

Il prossimo incontro si terrà mercoledì 17 settembre con inizio alle ore 17,15.

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Premessa

La presente sintesi della riunione non ricostruisce minutamente e pedissequamente lo svolgimento di essa, ma cerca di accorpare tematicamente i principali filoni della discussione che è stata come di consueto vivacissima, polifonica, articolata e talvolta finanche aggrovigliata. Il tema portante della riflessione è stata la ricostruzione delle esperienze e la definizione dei criteri utilizzati per caratterizzare l'impegno per la pace e i diritti umani delle persone indicate come testimoni e punti di riferimento in cui la città si riconosca riconoscendo in esse una qualità di esempio e di guida nel cammino di pace, di solidarietà e di nonviolenza che oggi più che mai è necessario percorrere insieme.

1. Mercoledì 10 settembre 2014 si è tenuta una riunione del "Tavolo per la Pace" promosso dal Comune di Viterbo cui prendono parte le rappresentanti ed i rappresentanti di varie associazioni impegnate per la pace, la solidarietà, i diritti umani e la nonviolenza.

2. L'incontro si è aperto con un giro di presentazione delle persone presenti, delle associazioni da esse rappresentate, delle attività dalle associazioni svolte.

3. E' nuovamente emersa l'esigenza di procedere alla definizione di una più formale strutturazione ed istituzionalizzazione del Tavolo, che naturalmente mantenga le sue peculiari caratteristiche di apertura ed inclusività ma che insieme consolidi ed espliciti i suoi caratteri di soggetto con valenza istituzionale e le sue forme di organizzazione e rappresentanza; a tal fine è stata proposta la stesura (da realizzare prevedibilmente dopo la marcia Perugia-Assisi, essendo fino ad allora il Tavolo impegnato nella valorizzazione locale e nell'organizzazione della partecipazione alla marcia) di un testo che definisca in modo più articolato ed univoco il fondamento e la natura istituzionale del Tavolo, i suoi fini, la sue funzioni, le sue modalità operative, le forme di rappresentanza.

4. E' stato raggiunto il consenso sulla preparazione dell'iniziativa del 2 ottobre presso la Sala Regia del Comune, iniziativa che si propone sia insieme:

- celebrazione della Giornata internazionale della nonviolenza (istituita dall'Onu nella data dell'anniversario della nascita di Gandhi);

- presentazione e sostegno alla marcia della pace Perugia-Assisi che si svolgerà il 19 ottobre;

- presentazione pubblica del "Tavolo per la pace" di Viterbo;

- espressione dell'impegno per la pace del Comune e quindi della città di Viterbo;

- occasione del conferimento da parte del Sindaco di un riconoscimento della città a quattro persone che si sono particolarmente impegnate per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: Umbertina Amadio, don Dante Bernini, Osvaldo Ercoli, Anna Maghi; persone alle quali il "Tavolo per la pace" esprime profonda gratitudine, così come analoga gratitudine ha espresso alle altre persone - viventi e defunte - che sono state evocate come altrettanto luminosi esempi di costruttori e costruttrici di pace.

5. Al termine dell'incontro è stata approntata l'ultima bozza preliminare per la stesura definitiva della proposta di locandina di presentazione dell'iniziativa del 2 ottobre.

6. Nel corso dell'incontro come di consueto si è efficacemente utilizzata, per fondamentale scelta condivisa dei partecipanti al Tavolo, la tecnica deliberativa nonviolenta del metodo del consenso.

7. Nel corso della riflessione sono stati evidenziati, tra molti altri temi:

- la necessità e l'urgenza dell'impegno contro la guerra;

- il nesso inscindibile tra opposizione alla guerra, opposizione al razzismo, opposizione al maschilismo;

- l'importanza delle questioni di metodo;

- la valorizzazione delle diversità presenti nel Tavolo e la sua caratterizzazione di esperienza dialogica, plurale, aperta ed inclusiva (non omologabile e non surrogabile) che costituisce una preziosa risorsa per la crescita comune e una garanzia di autonomia e di non subalternità;

- l'attenzione a una comunicazione adeguata con la cittadinanza;

- la pratica dell'ascolto come fondamento della cooperazione e del rispetto reciproco.

8. Le persone partecipanti hanno espresso ancora una volta la loro solidarietà a tutte le vittime delle guerre e delle dittature, del razzismo e delle persecuzioni, dello sfruttamento schiavista e della devastazione della biosfera, della violenza maschilista (che negando pienezza ed eguaglianza di diritti a metà del genere umano spacca in due l'umanità istituendo una relazione oppressiva e deumanizzante che di tutte le altre forme di violenza è radice); le persone partecipanti hanno pertanto altresì espresso ancora una volta il loro impegno in difesa della vita, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani.

9. Il prossimo incontro del "Tavolo per la Pace" di Viterbo si terrà mercoledì 17 settembre, con inizio alle ore 17,15, sempre presso il Palazzetto della Creatività in via Carlo Cattaneo 9 (sito nell'area del complesso scolastico degli istituti comprensivi Canevari e Vanni).

Verranno esaminati gli argomenti non esauriti dell'ordine del giorno:

I. Gli ulteriori dettagli dell'organizzazione dell'iniziativa del 2 ottobre e del percorso verso la marcia Perugia-Assisi;

II. la prosecuzione dell'iniziativa per la delibera "per l'attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunità viterbese ha una relazione significativa e quindi impegnativa";

III. il sostegno al percorso amministrativo per la tempestiva istituzione della Consulta per l'immigrazione;

IV. il sostegno al percorso amministrativo per la realizzazione dello sportello comunale di informazione ed assistenza per le persone immigrate;

V. il sostegno alla proposta di promuovere incontri di conoscenza e condivisione, di riconoscimento della comune appartenenza alla città e quindi alla comunità viterbese di tutte le persone e le comunità culturali variamente aggregate che nel territorio vivono;

VI. il sostegno al percorso tecnico ed amministrativo per la revoca degli atti amministrativi pregressi che configurino palesi violazioni dei diritti umani ovvero siano in contrasto con le guarentigie stabilite erga omnes nella Costituzione della Repubblica Italiana;

VII. naturalmente l'incontro sarà anche occasione, come di consueto, per scambiarsi informazioni sulle iniziative realizzate, in corso e in programma da parte dei vari soggetti che partecipano al Tavolo.

Ed ovviamente sarà anche possibile trattare gli ulteriori argomenti su cui vi fosse la disponibilità dei partecipanti (e sono naturalmente molti: da un approfondimento del concetto di pace, all'impegno specifico contro la guerra, all'avvio di un percorso di formazione alla nonviolenza, al recupero di altri argomenti accennati in precedenti riunioni ma poi non sviluppati).

10. Per ogni comunicazione il punto di riferimento è come sempre Pigi Moncelsi: tel. 0761348590, cell. 3384613540, e-mail: pmoncelsi at comune.viterbo.it

Come di consueto questo breve resoconto della riunione è stato redatto a memoria da una delle persone partecipanti, e non impegna le altre persone presenti; si confida tuttavia che esso riporti correttamente - per quanto sinteticamente - l'essenziale di ciò che è stato esposto e concordato nel corso della riunione; ovviamente si esprime fin d'ora sincera gratitudine a tutte le persone che volessero correggere o aggiungere qualcosa.

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Allegato: testo definitivo delle bozze per le motivazioni per l'attribuzione del riconoscimento per il loro impegno per la pace e i diritti umani a don Dante Bernini e ad Osvaldo Ercoli (le bozze per le motivazioni per l'attribuzione del riconoscimento per il loro impegno per la pace e i diritti umani a Umbertina Amadio e ad Anna Maghi saranno scritte nei prossimi giorni e verranno diffuse appena pronte).

- A monsignor Dante Bernini,

vescovo emerito della diocesi di Albano, già presidente della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Italiana e già membro della "Comecé" (Commission des Episcopats de la Communauté Européenne), una delle figure più illustri dell'impegno di pace, solidarietà, nonviolenza, che nell'arco dell'intera sua vita come sacerdote e come docente è stato costantemente impegnato per la pace e per la giustizia, nella solidarietà con i sofferenti e gli oppressi, nell'impegno per la salvaguardia del creato, nella promozione della nonviolenza, unendo all'adempimento scrupoloso dei prestigiosi incarichi di grande responsabilità un costante ascolto di tutti coloro che a lui venivano a rivolgersi per consiglio e per aiuto, a tutti sempre offrendo generosamente il suo conforto e sostegno, la sua parola buona e luminosa e l'abbraccio suo saldo e fraterno,

la città di Viterbo grata per il suo impegno di pace.

- Al professor Osvaldo Ercoli,

già professore amatissimo da generazioni di allievi, già pubblico amministratore di adamantino rigore morale e di strenua dedizione al bene comune, impegnato nel volontariato e nella difesa dell'ambiente e dei diritti di tutti gli esseri umani, animatore di molteplici iniziative di pace e di solidarietà, generoso educatore attraverso la parola e l'esempio al ragionamento logico come al dovere morale e all'impegno civile, di saggezza e mitezza maestro, testimone fedele dell'amore per il vero ed il giusto, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto a chiunque ne avesse bisogno come nel contrastare menzogne e violenze, sempre avendo a cuore la dignità umana di tutti e di ognuno, la civiltà come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanità intera,

la città di Viterbo grata per il suo impegno di pace.

 

18. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Francesco Montessoro (a cura di), Guerra del Vietnam, Rcs, Milano 2016, pp. 168, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

*

Riletture

- Ludovico Geymonat, La liberta', Rusconi, Milano 1993, pp. 190.

- Ludovico Geymonat, La ragione, Piemme, Casale Monferrato (Al) 1994, pp. XVIII + 214.

 

19. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

20. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2547 del 29 novembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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