[Nonviolenza] Nonviolenza. Femminile plurale. 625
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- Date: Sat, 19 Nov 2016 11:51:04 +0100 (CET)
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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)
Numero 625 del 19 novembre 2016
In questo numero:
1. L'appello "Non una di meno"
2. "Non una di meno": verso il 26 e 27 novembre
3. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
4. Alcuni testi del mese di giugno 2015 (parte terza)
5. Se non altro
6. In memoria di Bianca Guidetti Serra, nel primo anniversario della scomparsa
7. Al Presidente del Senato della Repubblica. Una lettera aperta
8. Ricordando Otto Ruehle
9. In memoria di Ingeborg Bachmann
10. Silvana
11. Dal profondo del cuore. Una lettera aperta
12. Un incontro di studio a Viterbo su Michel Foucault
13. In ricordo di Ernesto Buonaiuti e di Giacomo Debenedetti
14. Preferiremmo non pensarci
15. In memoria di Aime' Cesaire
16. Poche parole contro l'orrore
17. Un incontro a Viterbo nella Giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura
18. Ricordando don Milani
19. La sproporzione
20. Alcune parole dette tra amici per ricordare Silvana
21. In memoria di Lucille Clifton
22. Lo stesso dolore
23. Ricordando Ken Coates nel quinto anniversario della scomparsa
1. HIC ET NUNC. L'APPELLO "NON UNA DI MENO"
[Dal sito nonunadimeno.wordpress.com riprendiamo il seguente appello]
Non una di meno!
Tutte insieme contro la violenza maschile sulle donne
Verso una grande manifestazione: il 26 novembre tutte a Roma
*
Il 25 novembre e' la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne. Vogliamo che sabato 26 novembre Roma sia attraversata da un corteo che porti tutte noi a gridare la nostra rabbia e rivendicare la nostra voglia di autodeterminazione.
Non accettiamo piu' che la violenza condannata a parole venga piu' che tollerata nei fatti. Non c'e' nessuno stato d'eccezione o di emergenza: il femminicidio e' solo l'estrema conseguenza della cultura che lo alimenta e lo giustifica. E' una fenomenologia strutturale che come tale va affrontata.
La liberta' delle donne e' sempre piu' sotto attacco, qualsiasi scelta e' continuamente giudicata e ostacolata. All'aumento delle morti non corrisponde una presa di coscienza delle istituzioni e della societa' che anzi continua a colpevolizzarci.
I media continuano a veicolare un immaginario femminile stereotipato: vittimismo e spettacolo, neanche una narrazione coerente con le vite reali delle donne. La politica ci strumentalizza senza che ci sia una concreta volonta' di contrastare il problema: si riduce tutto a dibattiti spettacolari e trovate pubblicitarie. Non c'e' nessun piano programmatico adeguato. La formazione nelle scuole e nelle universita' sulle tematiche di genere e' ignorata o fortemente ostacolata, solo qualche brandello accidentale di formazione e' previsto per il personale socio-sanitario, le forze dell'ordine e la magistratura. Dai commissariati alle aule dei tribunali subiamo l'umiliazione di essere continuamente messe in discussione e di non essere credute, burocrazia e tempi d'attesa ci fanno pentire di aver denunciato, spesso ci uccidono.
Dal lavoro alle scelte procreative si impone ancora la retorica della moglie e madre che sacrifica la sua intera vita per la famiglia.
Di fronte a questo scenario tutte siamo consapevoli che gli strumenti a disposizione del piano straordinario contro la violenza del governo, da subito criticato dalle femministe e dalle attiviste dei centri antiviolenza, si sono rivelati alla prova dei fatti troppo spesso disattesi e inefficaci se non proprio nocivi. In piu' parti del paese e da diversi gruppi di donne emerge da tempo la necessita' di dar vita ad un cambiamento sostanziale di cui essere protagoniste e che si misuri sui diversi aspetti della violenza di genere per prevenirla e trovare vie d'uscita concrete.
E' giunto il momento di essere unite ed ambiziose e di mettere insieme tutte le nostre intelligenze e competenze.
A Roma da alcuni mesi abbiamo iniziato a confrontarci individuando alcune macro aree - il piano legislativo, i Cav e i percorsi di autonomia, l'educazione alle differenze, la liberta' di scelta e l'Ivg - sappiamo che molte altre come noi hanno avviato percorsi di discussione che stanno concretizzandosi in mobilitazioni e dibattiti pubblici.
Riteniamo necessario che tutta questa ricchezza trovi un momento di confronto nazionale che possa contribuire a darci i contenuti e le parole d'ordine per costruire una grande manifestazione nazionale il 26 novembre prossimo.
Proponiamo a tutte la data di sabato 8 ottobre per incontrarci in una assemblea nazionale a Roma, e quella del 26 novembre per la manifestazione.
Proponiamo anche che la giornata del 27 novembre sia dedicata all'approfondimento e alla definizione di un percorso comune che porti alla rapida revisione del Piano Straordinario Nazionale Anti Violenza.
Queste date quindi non sono l'obiettivo ma l'inizio di un percorso da fare tutte assieme.
Realta' promotrici: Rete IoDecido, D.i.Re - Donne in Rete Contro la violenza, UDI - Unione Donne in Italia
2. HIC ET NUNC. "NON UNA DI MENO": VERSO IL 26 E 27 NOVEMBRE
[Dal sito nonunadimeno.wordpress.com riprendiamo il seguente appello]
Verso la manifestazione nazionale del 26 novembre contro la violenza maschile sulle donne.
Per la costruzione dell'assemblea nazionale con tavoli tematici del 27 novembre.
*
Un terzo delle donne italiane, straniere e migranti, subisce violenza fisica, psicologica, sessuale, spesso fra le mura domestiche e davanti ai suoi figli. Dall'inizio dell'anno decine e decine di donne sono state uccise in Italia per mano maschile. La violenza maschile sulle donne non e' un fatto privato ne' un'emergenza ma un fenomeno strutturale e trasversale della nostra societa', un dato politico di prima grandezza che affonda le sue radici nella disparita' di potere fra i sessi. Le politiche di austerity e riforme come quelle del lavoro e della scuola, in continuita' con quanto accaduto negli ultimi dieci anni, non fanno altro che minare i percorsi di autonomia delle donne e approfondire le discriminazioni sociali, culturali e sessuali.
La violenza attraversa ogni aspetto dell'esistenza, controlla e addomestica i corpi e le vite delle donne: in famiglia, sui luoghi di lavoro, a scuola, all'universita', per strada, di notte, di giorno, negli ospedali, sui media, sul web.
La violenza maschile sulle donne puo' essere affrontata solo con un cambiamento culturale radicale, come ci hanno insegnato l'esperienza e la pratica del movimento delle donne e dei Centri Antiviolenza, che da trent'anni resistono a ogni tentativo delle istituzioni di trasformarli in servizi di accoglienza neutri, negando la loro natura politica e di cambiamento.
Adesso basta! e' il grido che si alza da piu' parti nel mondo.
In Polonia, in Argentina, in Spagna gli scioperi e le proteste delle donne che si ribellano alla violenza e al femminicidio e lottano per l'autodeterminazione femminile hanno paralizzato interi paesi. I corpi delle donne invadono le strade, costruiscono ponti e narrazioni comuni da una parte all'altra del mondo. La mobilitazione dilaga ben al di la' dei confini nazionali e porta alla ribalta la potenza politica delle donne.
Anche a Roma lo scorso 8 ottobre, dopo mesi di mobilitazione, un'assemblea affollata da centinaia di donne ha deciso di scendere in piazza, di riprendere parola di fronte alla strage di donne e alle tante forme di quotidiana violenza.
Questa lotta appartiene a tutte, cancella i confini e non conosce geografie. Va in tal senso rispedita al mittente qualsiasi strumentalizzazione razzista che tenti di ridurre la violenza a un problema di ordine pubblico. Con la stessa forza va denunciata ogni forma di violenza contro lesbiche e transessuali, tesa a imporre un modello eteronormato di societa' non rispondente ne' alla realta' ne' ai desideri delle persone. Se toccano una toccano tutte!
Per queste ragioni il prossimo 26 novembre, in corrispondenza con la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, scenderemo in piazza a Roma da tutta Italia dietro lo striscione comune con lo slogan Non Una di Meno!, per una grande manifestazione delle donne aperta a tutt* coloro che riconoscono nella fine della violenza maschile una priorita' nel processo di trasformazione dell'esistente.
Il corteo partira' da piazza della Repubblica alle 14, attraversera' le vie del centro di Roma toccando alcuni luoghi simbolici, e terminera' in Piazza San Giovanni. Non saranno accettati all'interno del corteo bandiere, slogan, striscioni istituzionali di organizzazioni di partito e sindacali. L'obiettivo sara' al contrario di articolare, diffondere e comunicare, nel modo piu' efficace possibile, i contenuti e le parole d'ordine emersi nella costruzione condivisa a livello nazionale e territoriale della mobilitazione. A questo scopo, il blog https://nonunadimeno.wordpress.com/ si mette a disposizione come spazio di confronto e di condivisione di materiali comunicativi e contributi di approfondimento in vista del 26 novembre.
Consideriamo il 26 la prima tappa di un percorso capace di proporre un Piano Femminista contro la violenza maschile e una grande mobilitazione che affermi e allarghi l'autodeterminazione femminile.
E' quindi convocata per il 27 novembre dalle 10, nella scuola elementare Federico Di Donato (via Nino Bixio 83), una nuova assemblea nazionale, articolata per tavoli tematici, definiti nel corso dell'assemblea dell'8 ottobre, e che si concludera' con una plenaria in cui discutere di come dare continuita' e respiro al percorso di elaborazione, di confronto e proposta.
#NonUnaDiMeno!
3. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
4. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GIUGNO 2015 (PARTE TERZA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di giugno 2015.
5. SE NON ALTRO
Se non altro, almeno su questo dovremmo essere tutti d'accordo: che ogni essere umano ha diritto di vivere.
Il resto ne consegue.
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Perche' se ogni essere umano ha diritto di vivere e' dovere degli altri esseri umani non attentare alla sua vita, ed anzi soccorrerlo nell'ora del bisogno e del pericolo.
Chi e' costretto ad abbandonare la sua casa e la sua terra, i suoi parenti ed i suoi amici, per sfuggire alla fame e alla guerra, alle persecuzioni e alle devastazioni, ha diritto ad essere soccorso, accolto, assistito.
Riconosca lo stato italiano questa evidente verita': che vi e' una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.
Riconosca quindi lo stato italiano il diritto di ogni essere umano a muoversi liberamente nell'unica patria comune dell'umanita'.
Riconosca dunque lo stato italiano a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese, nel nostro continente, per salvare e migliorare la propria vita.
E riconoscendo questo, riconosca altresi' lo stato italiano l'estrema urgenza di abolire le guerre e di riconoscere i diritti umani di tutti gli esseri umani, ed a tal fine adegui la sua condotta: siano abrogate le scellerate misure razziste che favoreggiano i poteri criminali e lo sfruttamento schiavista; siano proibiti la produzione e il commercio delle armi assassine; cessi l'infame sperpero di 72 milioni di euro al giorno del pubblico erario per le spese militari; sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese.
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Se non altro, almeno su questo dovremmo essere tutti d'accordo: che ogni essere umano ha diritto di vivere.
Il resto ne consegue.
6. IN MEMORIA DI BIANCA GUIDETTI SERRA, NEL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA
Ricorre oggi, 24 giugno, l'anniversario della scomparsa di Bianca Guidetti Serra.
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Bianca Guidetti Serra, impegnata nella Resistenza, avvocato, parlamentare. E' stata una delle figure piu' autorevoli della vita democratica italiana. Nata a Torino il 19 agosto 1919, e' deceduta a Torino il 24 giugno 2014. Dal sito della casa editrice Einaudi riprendiamo il seguente breve profilo: "Bianca Guidetti Serra ha svolto l'attivita' di avvocato penalista dal 1947 al 2001 (oltre all'impegno, a fianco del sindacato, in molteplici cause di lavoro, come nel campo del diritto di famiglia e della tutela dei piu' deboli, minori e carcerati). E' stata parlamentare nella decima legislatura (1987-91) e per vari anni consigliere comunale a Torino". Opere di Bianca Guidetti Serra: Felicita' nell'adozione, Ferro, Milano 1968; (con Francesco Santanera), Il paese dei Celestini, Einaudi, Torino 1973; Compagne, Einaudi, Torino 1977; Le schedature Fiat, Rosenberg & Sellier, Torino 1984; Storie di giustizia, ingiustizia e galera, Linea d'ombra, Milano 1994; Bianca la rossa, Einaudi, Torino 2009.
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Nel ricordo di Bianca Guidetti Serra proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione da tutte le oppressioni.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
7. AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA. UNA LETTERA APERTA
Al Presidente del Senato della Repubblica
Oggetto: "Una persona, un voto". Per il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti
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Egregio Presidente del Senato della Repubblica,
oltre cinque milioni di stranieri risiedono regolarmente in Italia, producono ricchezza per il nostro paese, rispettano le leggi del nostro paese, contribuiscono sotto tutti i punti di vista al bene comune.
Ma ad essi viene negato il diritto di voto.
Orbene, mentre per il riconoscimento del diritto di voto per l'elezione del Parlamento occorre verosimilmente procedere a una modifica della Costituzione, nulla osta a che si riconosca celermente con legge ordinaria l'elettorato attivo e passivo per quanto riguarda i Comuni e le Regioni.
L'essenziale, lapidaria formulazione del principio democratico è "una persona, un voto".
Si adempia finalmente la democrazia nelle elezioni amministrative nel nostro paese.
Legiferi il Parlamento la fine di un odioso e insensato regime di esclusione.
Si riconosca il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.
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Egregio Presidente del Senato della Repubblica,
voglia adoperarsi a tal fine, per la democrazia, per la giustizia, per il bene comune; inviti autorevolmente il Parlamento a riconoscere ed inverare un fondamentale diritto umano.
Voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro
8. RICORDANDO OTTO RUEHLE
Ricorreva ieri, 24 giugno, l'anniversario della morte di Otto Ruehle (Grossschirma, 23 ottobre 1874 - Citta' del Messico, 24 giugno 1943), pedagogista e psicologo tedesco, militante politico e pubblicista, deputato socialdemocratico, oppositore della guerra, comunista consiliare, oppositore del totalitarismo e dell'autoritarismo, esule antifascista.
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Anche nel ricordo di Otto Ruehle proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione da tutte le oppressioni.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
9. IN MEMORIA DI INGEBORG BACHMANN
Ricorre oggi, 25 giugno, l'anniversario della nascita di Ingeborg Bachmann.
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Ingeborg Bachmann, scrittrice e poetessa austriaca (Klagenfurt, 25 giugno 1926 - Roma, 17 ottobre 1973) di straordinaria bellezza e profondita', maestra di pace e di verita'. Tra le opere di Ingeborg Bachmann: versi: Il tempo dilazionato; Invocazione all'Orsa Maggiore; Poesie. Racconti: Il trentesimo anno; Tre sentieri per il lago. Romanzi: Malina. Saggi: L'elaborazione critica della filosofia esistenzialista in Martin Heidegger; Ludwig Wittgenstein; Cio' che ho visto e udito a Roma; I passeggeri ciechi; Bizzarria della musica; Musica e poesia; La verita' e' accessibile all'uomo; Il luogo delle donne. Radiodrammi: Un affare di sogni; Le cicale; Il buon Dio di Manhattan. Saggi radiofonici: L'uomo senza qualita'; Il dicibile e l'indicibile. La filosofia di Ludwig Wittgenstein; La sventura e l'amore di Dio. Il cammino di Simone Weil; Il mondo di Marcel Proust. Sguardi in un pandemonio. Libretti: L'idiota; Il principe di Homburg; Il giovane Lord. Discorsi: Luogo eventuale; Letteratura come utopia. Prose liriche: Lettere a Felician. Opere complete: Werke, 4 voll., Piper, Muenchen-Zuerich. Interviste e colloqui: Interview und Gespraeche, Piper, Muenchen-Zuerich. In edizione italiana cfr. almeno: Poesie, Guanda, 1987, Tea, Milano 1996; Invocazione all'Orsa Maggiore, SE, Milano 1994, Mondadori, Milano 1999; Il dicibile e l'indicibile. Saggi radiofonici, Adelphi, Milano 1998; Il buon Dio di Manhattan, Adelphi, Milano 1991; Il trentesimo anno, Adelphi, Milano 1985, Feltrinelli, Milano 1999; Tre sentieri per il lago, Adelphi, Milano 1980, Bompiani, Milano 1989; Malina, Adelphi, Milano 1973; Il caso Franza, Adelphi, Milano 1988; La ricezione critica della filosofia di Martin Heidegger, Guida, Napoli 1992; In cerca di frasi vere, Laterza, Roma-Bari 1989; Letteratura come utopia. Lezioni di Francoforte, Adelphi, Milano 1993. Su Ingeborg Bachmann un'ampia bibliografia di base e' nell'apparato critico dell'edizione italiana di Invocazione all'Orsa Maggiore, cit.
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Anche nel ricordo di Ingeborg Bachmann proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione da tutte le oppressioni.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
10. SILVANA
E' deceduta Clara Silvana Pagano, insegnante impegnata, cittadina attiva e solidale, militante del movimento delle oppresse e degli oppressi, persona generosa e coraggiosa, amica e partecipe dell'impegno del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo.
Da anni era gravemente malata e da mesi era in ospedale. E' morta il 24 giugno, i funerali si svolgeranno questa mattina alle ore 10 nella chiesa di Sant'Angelo in Spatha a Viterbo.
Al figlio Luca ed alle altre persone che le vollero bene e le sono state vicine anche in questi ultimi dolorosi anni le nostre condoglianze.
L'ho vista per l'ultima volta venerdi' scorso, prostrata dalla sofferenza, una persona minuta, fragile e gentile, luminosa; abbiamo parlato ancora una volta - per l'ultima volta - delle lotte da condurre per i diritti di tutti gli esseri umani, della difesa del mondo vivente, della civilta', del bene comune. Era stanchissima, ma lucida, nitida, ironica come sempre; lei che per tutta la vita e' stata cosi' combattiva, cosi' impetuosa, mi e' parsa infine quasi rasserenata, ma di quella serenita' che non e' rinuncia a nulla di cio' che e' vero, che e' giusto, che e' bello e che e' buono; cosi' Socrate parlava agli amici negli ultimi giorni; cosi' Eleonora de Fonseca Pimentel.
Anche nel ricordo di Silvana, nella fedelta' a Silvana, nell'amicizia per Silvana, continueremo a portare avanti la lotta per la dignita' e i diritti di ogni essere umano, per la difesa della biosfera, per la liberazione dell'umanita'.
Anche nel ricordo di Silvana, nella fedelta' a Silvana, nell'amiciza per Silvana, la nonviolenza e' in cammino.
11. DAL PROFONDO DEL CUORE. UNA LETTERA APERTA
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
mentre le scrivo questa lettera aperta so gia' che l'attenzione di tutti i mass-media (e quindi dell'opinione pubblica da essi plasmata) sara' prevalentemente rivolta alla vicenda della riforma della scuola, ma oggi lei ha detto - riferiscono unanimi le principali agenzie di stampa - parole assai gravi su un altro, decisivo argomento, e queste parole, che possono avere conseguenze disastrose, occorre che lei le corregga al piu' presto.
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Lei avrebbe detto: "i richiedenti asilo si accolgono, i migranti economici vengano rimpatriati".
Temo che non si sia reso conto che i cosiddetti "migranti economici" hanno altrettanto diritto dei perseguitati politici ad essere accolti, poiche' la poverta' - e sovente l'estrema poverta', la desertificazione, la fame - imposta nei loro luoghi d'origine da un ordine internazionale iniquo (coadiuvato sovente da ordinamenti locali dispotici) e da una lunga storia di rapine e violenze che tuttora continuano, e' essa stessa una forma di oppressione politica, una violazione dei diritti umani, una denegazione di democrazia, talche' a tutti gli effetti i cosiddetti "migranti economici" rientrano tra le persone per le quali l'articolo 10 della Costituzione della Repubblica Italiana prevede il diritto di asilo.
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Corregga pertanto le sue parole e dica invece: "Tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita; tutte le persone bisognose di aiuto devono essere soccorse; tutti gli esseri umani costretti ad abbandonare le loro case, le loro famiglie, i loro paesi, hanno diritto ad essere accolti e assistiti; l'Italia e' una repubblica democratica che riconosce i diritti umani e tra essi il primo e fondamentale diritto e' certamente quello alla vita, alla dignita', alla solidarieta' - diritto che si puo' inverare solo se gli altri esseri umani e le istituzioni che garantiscono e promuovono la civile convivenza si impegnano per questo".
Ed aggiunga quindi: "Pertanto l'Italia ripudia il razzismo e la guerra, e riconosce, rispetta e sostiene il diritto di ogni essere umano a muoversi liberamente sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera per salvare la propria vita e migliorare le condizioni dell'esistenza propria e delle persone amate; l'Italia non respinge nessuno, l'Italia non riconsegna le vittime nelle mani dei carnefici, non abbandona l'affamato alla morte; il popolo italiano fa parte dell'umanita'".
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Vi e' una sola umanita'. In un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Dal profondo del cuore la esorto a dire parole di pace e di giustizia, di fraternita' e di verita'.
Dal profondo del cuore la esorto a contrastare ed abolire subito tutte le scellerate pratiche e misure razziste e violente purtroppo ancora presenti anche nel nostro paese, e ad avviare una politica umana, una politica di pace, una politica nonviolenta.
Molte altre cose ancora vorrei aggiungere ed argomentare, ma non in questa lettera che vorrei lei leggesse al piu' presto, che vorrei la persuadesse a correggere immediatamente quella sua improvvida e non meditata dichiarazione ed a modificare profondamente la politica del suo governo in direzione di necessarie ed urgenti scelte nonviolente; mi permetta di concludere con una sola osservazione ancora, che sono certo lei condividera' (e che del resto e' sapienza condivisa dall'umanita' intera fin dai piu' remoti tempi): solo facendo il bene ci si oppone al male.
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Un saluto di pace
12. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO SU MICHEL FOUCAULT
Si e' svolto giovedi' 25 giugno 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sulla figura e l'opera di Michel Foucault, l'illustre filosofo ed attivista per i diritti umani di cui ricorre l'anniversario della scomparsa (avvenuta il 25 giugno 1984 a Parigi; era nato a Poitiers il 15 ottobre 1926).
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Michel Foucault, filosofo francese (Poitiers 1926 - Parigi 1984), critico delle istituzioni e delle ideologie della violenza e della repressione. Opere di Michel Foucault: Storia della follia nell'eta' classica, Rizzoli; Raymond Roussel, Cappelli; Nascita della clinica, Einaudi; Le parole e le cose, Rizzoli; L'archeologia del sapere, Rizzoli; L'ordine del discorso, Einaudi; Io, Pierre Riviere..., Einaudi; Sorvegliare e punire, Einaudi; La volonta' di sapere, Feltrinelli; L'uso dei piaceri, Feltrinelli; La cura di se', Feltrinelli. Cfr. anche i tre volumi di Archivio Foucault. Interventi, colloqui, interviste, Feltrinelli, e la recente Antologia, Feltrinelli. In italiano sono stati pubblicati in volume anche molti altri testi e raccolte di interventi di Foucault, come Malattia mentale e psicologia, Cortina; Questa non e' una pipa, Serra e Riva, Scritti letterari, Feltrinelli; Dalle torture alle celle, Lerici; Taccuino persiano, Guerini e associati; e varie altre raccolte di materiali, trascrizioni di conferenze, seminari (alcuni di straordinaria importanza, e tra essi: Il potere psichiatrico, Gli anormali, "Bisogna difendere la societa'", Sicurezza, territorio, popolazione, Nascita della biopolitica, L'ermeneutica del soggetto, tutti presso Feltrinelli). Opere su Michel Foucault: tra le molte disponibili segnaliamo Stefano Catucci, Introduzione a Foucault, Laterza; Vittorio Cotesta, Linguaggio, potere, individuo, Dedalo; Hubert L. Dreyfus, Paul Rabinow, La ricerca di Michel Foucault, Ponte alle Grazie; Didier Eribon, Michel Foucault, Flammarion; Francois Ewald, Anatomia e corpi politici. Su Foucault, Feltrinelli; Jose' G. Merquior, Foucault, Laterza; Judith Revel, Foucault, le parole e i poteri, Manifestolibri; Paolo Veronesi, Foucault: il potere e la parola, Zanichelli; cfr. anche il volume di "Aut aut", n. 232, settembre-ottobre 2004, monografico su "Michel Foucault e il potere psichiatrico".
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Nel corso dell'incontro sono state ripercorse tutte le opere fondamentali dell'autore, di cui sono stati letti e commentati alcuni brani.
13. IN RICORDO DI ERNESTO BUONAIUTI E DI GIACOMO DEBENEDETTI
Ricorreva ieri, 25 giugno, l'anniversario della nascita di Ernesto Buonaiuti (Roma, 25 giugno 1885 - 20 aprile 1946), e di Giacomo Debenedetti (Biella, 25 giugno 1901 - Roma, 20 gennaio 1967). Due delle grandi figure morali e intellettuali del Novecento italiano, maestri di antifascismo, nitidamente impegnati per l'umanita', contro ogni violenza, contro ogni menzogna. Della dignita' e della civilta', del retto sentire e condursi, dell'azione che educa al bello e al buono, alla giustizia e alla misericordia, due dei testimoni maggiori. Viventi esempi della nonviolenza in cammino.
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Anche nel ricordo di Ernesto Buonaiuti e di Giacomo Debenedetti proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
14. PREFERIREMMO NON PENSARCI
Preferiremmo non pensarci.
Al regime di apartheid nel nostro paese, in cui oltre cinque milioni di persone straniere regolarmente residenti, che producono ricchezza per il nostro paese, che pagano le tasse nel nostro paese, che rispettano le leggi del nostro paese, sono private di fondamentali diritti, come il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che le loro stesse vite riguardano.
Preferiremmo non pensarci, ma non pensarci e' impossibile.
*
Preferiremmo non pensarci.
Al regime schiavista nei rapporti di lavoro, con forme di sfruttamento proterve, brutali, infami, fino alle piu' atroci disumanita' di cui innumerevoli donne ed uomini immigrati sono vittima nel nostro paese.
Preferiremmo non pensarci, ma non pensarci e' impossibile.
*
Preferiremmo non pensarci.
A vessazioni cosi' perfide che sembrano incredibili, come quelle che negano ai bambini di poter vivere con i loro genitori solo perche' essi non sono ricchi.
Preferiremmo non pensarci, ma non pensarci e' impossibile.
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Preferiremmo non pensarci.
All'esistenza dei campi di concentramento in cui sono recluse per mesi e mesi e mesi persone di tutto innocenti. I campi di concentramento.
Preferiremmo non pensarci, ma non pensarci e' impossibile.
*
Preferiremmo non pensarci.
Alla scellerata barbarie di riconsegnare le vittime innocenti negli artigli dei criminali persecutori cui erano sfuggite con la fuga nel nostro paese.
Preferiremmo non pensarci, ma non pensarci e' impossibile.
*
Preferiremmo non pensarci.
All'omissione di soccorso nei confronti di persone innocenti in pericolo di morte. All'abbandono di persone innocenti nelle grinfie dei poteri criminali. Alle iniziative tese ad impedire a persone innocenti di salvare le proprie vite.
Preferiremmo non pensarci, ma non pensarci e' impossibile.
*
Preferiremmo non pensarci.
Alle persecuzioni razziste propugnate ed eseguite da criminali neonazisti che dovrebbero essere arrestati per la continua istigazione a delinquere e gli altri reati che ostentatamente commettono e propagandano, e che invece siedono nelle istituzioni e sono blanditi e riveriti da mezzi d'informazione non meno criminali di loro.
Preferiremmo non pensarci, ma non pensarci e' impossibile.
*
Deve essere il nostro primo pensiero ogni giorno: abolire il regime razzista nel nostro paese; far valere per tutte le persone che giungono, che transitano, che vivono in Italia tutti i diritti sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana, tutti i diritti sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani; far tornare l'Italia un paese civile che salva le vite e non le aggredisce e sopprime; far riconoscere il diritto di ogni essere umano ad entrare in modo legale e sicuro nel nostro paese e cosi' far cessare le stragi nel Mediterraneo; far valere il principio democratico "Una persona, un voto".
Dobbiamo pensarci.
Dobbiamo agire.
*
Dobbiamo agire. Perche' ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Dobbiamo agire. Per la legalita' che salva le vite.
Dobbiamo agire. Per la democrazia che ogni essere umano riconosce e rispetta e protegge e sostiene.
Dobbiamo agire. Perche' il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Dobbiamo agire. Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
Aprire gli occhi, salvare le vite.
15. IN MEMORIA DI AIME' CESAIRE
Ricorre oggi, 26 giugno, l'anniversario della nascita di Aime' Cesaire, grande poeta, intellettuale, militante politico impegnato per la giustizia sociale, contro ogni potere oppressivo, per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Aime' Cesaire, poeta e combattente contro il razzismo e il colonialismo, nato a Basse-Pointe, in Martinica, il 26 giugno 1913, deceduto a Fort-de-France, sempre in Martinica, il 17 aprile 2008, studio' in Francia dove con Senghor e Damas fondo' la rivista "L'etudiant noir" e il movimento culturale della negritude. Insegnante in Martinica, avra' tra i suoi allievi Frantz Fanon. Poeta, drammaturgo, uomo politico, parlamentare e pubblico amministratore, e' una delle grandi figure della cultura del Novecento. Opere di Aime' Cesaire: in italiano un'utile antologia e' Poesie e negritude, Accademia, Milano 1969 (a cura e con un ampio saggio critico di Lylian Kesteloot); cfr. inoltre: Le armi miracolose, Guanda, Parma 1962; La tragedia del re Christophe, Einaudi, Torino 1968; Io, Laminaria, Bulzoni, Roma 1995; Una stagione nel Congo, Argo, Lecce 2003; Diario del ritorno al paese natale, Jaca Book, Milano 2004; Negro sono e negro restero'. Conversazioni con Françoise Verges, Citta' Aperta, Troina (Enna) 2006. Opere su Aime' Cesaire: per un avvio: Graziano Benelli, Aime' Cesaire, La nuova Italia, Firenze 1975: Graziano Benelli, La negritudine in Italia. A. Cesaire, L. G. Damas, L. S. Senghor (1950-1994), Bulzoni, Roma 1995.
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Ricordiamo ancora una volta "il nesso inscindibile che nell'opera di Aime' Cesaire lega la lotta nitida e intransigente contro il razzismo, contro il colonialismo, contro il fascismo, alla comprensione acutissima dei conflitti e delle loro dinamiche, delle contraddizioni reali e delle complesse dialettiche sociali ed esistenziali, politiche e culturali, interpersonali ed infrapsichiche, ed alla capacita' di tradurre tutto cio' in visioni poetiche, in soluzioni linguistiche e ritmiche e musicali, in movimenti drammatici e coreutici, in figurazioni di pensiero e narrazione ad un tempo mitica e rituale, ed epica e didattica, di indicibile bellezza e di stupefacente forza di verita': in un sinolo di verita' estetica e verita' morale e politica che fa della lettura della sua opera una autentica esperienza di colloquio corale, di demistificazione e coscientizzazione, di apocalissi e parenesi". Come e' stato detto due anni fa in occasione della celebrazione del centesimo anniversario, "Leggere Aime' Cesaire e' sentire una voce che esorta e convoca alla lotta contro tutte le violenze e le menzogne; e' un'esperienza di apertura, ed ascolto e scoperta e riconoscimento dell'altro e di quell'altro dell'altro che sei tu stesso; e' vedere e sentire il mondo e la storia - nel gorgo di caligini e frastuoni - con occhio limpido, respiro profondo ed orecchio musicale assoluto, cogliendo la verita' che impegna e che libera". A centodue anni dalla nascita, a sette anni dalla morte, con commozione e gratitudine lo ricordiamo ancora una volta "grande un testimone della dignita' umana, generoso un maestro della nonviolenza in cammino".
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Nel ricordo e alla scuola di Aime' Cesaire proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione da tutte le oppressioni.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
16. POCHE PAROLE CONTRO L'ORRORE
Gia' soffrono cosi' tanto gli esseri umani.
Gia' sono tutti destinati a morire gli esseri umani.
Non vi e' crimine piu' folle ed ignobile che uccidere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
*
Gli attentati terroristici, le guerre, le stragi, hanno ovviamente lo scopo di terrorizzarci e di imbarbarirci, di renderci schiavi del male, di imporci il dominio della violenza.
Ma noi sappiamo che l'unico modo per opporsi al terrore e' l'umanita', l'unico modo per opporsi alla barbarie e' la civilta', l'unico modo per opporsi alle uccisioni e' salvare le vite, l'unico modo per opporsi al male e' fare il bene, l'unico modo per opporsi alla violenza e' la nonviolenza.
Il disarmo occorre.
La giustizia occorre.
La benevolenza occorre.
La nonviolenza.
*
Tutte le vittime di tutte le stragi sono sempre e solo esseri umani.
Tutte le vittime di tutte le stragi sono sempre e solo fratelli e sorelle, fratelli e sorelle degli stessi assassini.
Vi e' una sola umanita'.
Cessate di uccidere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
17. UN INCONTRO A VITERBO NELLA GIORNATA INTERNAZIONALE A SOSTEGNO DELLE VITTIME DI TORTURA
Nel pomeriggio di venerdi' 26 giugno, nella ricorrenza della Giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura, si e' svolto a Viterbo un incontro di riflessione e di testimonianza.
*
L'incontro e' stato aperto dalla lettura di un testo gia' precedentemente diffuso dalla struttura nonviolenta viterbese:
"Nella Giornata internazionale contro la tortura la prima cosa che dobbiamo dire e' che in Italia ci sono ancora i campi di concentramento, osceni, orribili, disumani luoghi di sofferenza in cui vengono recluse le persone migranti, persone che non hanno commesso nulla di male, e che sono giunte in questo paese a costo di rischi enormi per sfuggire alle guerre, alle dittature, alla fame, ovvero ai sanguinari conflitti, ai criminali regimi ed alle terrificanti crisi che sono parte e conseguenza di un ordine mondiale iniquo fino all'abominio, che consente al venti per cento dell'umanita' - le classi sociali rapinatrici - di rubare e divorare l'ottanta per cento delle risorse mondiali, condannando l'ottanta per conto dell'umanita' - le classi sociali ed i popoli interi rapinati - a una vita di sofferenze e paura, ad una costante minaccia di morte; un ordine mondiale iniquo fino all'abominio che non soddisfatto di rapinare ed uccidere popoli interi sta alacremente distruggendo la stessa biosfera, ovvero sta provocando la distruzione dell'intera civilta' umana, della vita stessa sul pianeta.
"Nella Giornata internazionale contro la tortura la prima cosa che dobbiamo fare e' abolire i campi di concentramento, accogliere ed assistere tutti i profughi, far cessare tutte le guerre, abolire gli eserciti e le armi, difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani e la biosfera casa comune dell'umanita'.
Opporsi alla guerra, al razzismo, all'imperialismo, allo schiavismo, al maschilismo; condividere i beni fra tutti gli esseri umani, prenderci cura di quest'unico mondo vivibile e vivente.
"Nella Giornata internazionale contro la tortura ricordiamoci di cio' che siamo: esseri umani, tutti diversi l'uno dall'altro e tutti eguali in dignita' e diritti. Ricordiamoci che il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto di non essere ucciso, violato, umiliato. Ricordiamoci che il primo dovere di ogni essere umano e' recare soccorso agli altri esseri umani. Ricordiamoci che questa e' la regola aurea della civile convivenza: tratta le altre persone come vorresti essere trattato tu; che ciascuno doni secondo le sue capacita', che ciascuno riceva secondo i suoi bisogni.
Nella Giornata internazionale contro la tortura questa e' la nostra convinzione: solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'".
*
La riflessione e' poi proseguita tematizzando ulteriormente alcune questioni cruciali.
Il primo sostegno alle vittime di tortura e' far cessare la tortura, e soccorrere, accogliere, assistere, confortare tutte le vittime ancora in vita.
Il primo sostegno alle vittime di tortura e' cessare di uccidere, di torturare, di sfruttare, di umiliare, di abbandonare al dolore e alla morte.
Il primo sostegno alle vittime di tortura e' la lotta nonviolenta contro tutte le violenze.
Si introduca finalmente in Italia il reato di tortura.
Si abolisca la guerra, che della tortura e' la forma estrema. E si abolisca quindi la produzione, il commercio e l'uso delle armi. E si abolisca l'infamia dei 72 milioni di euro del bilancio dello stato italiano mostruosamente dissipati ogni giorno (ripetiamolo: ogni giorno, 72 milioni di euro al giorno) per le spese militari, belliche, armiere.
Si abolisca ogni misura razzista e persecutoria ancora scandalosamente presente nel nostro ordinamento. E siano rispettati finalmente la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano, consentendo a tutti gli esseri umani in fuga dalla miseria e dall'orrore di entrare nel nostro paese in modo legale e sicuro e di trovarvi scampo e protezione da ogni abuso.
Si contrasti con tutte le forze la violenza maschilista, prima radice delle violenze tutte.
*
L'incontro si e' concluso con un minuto di silenzio in memoria dei migranti morti nel Mediterraneo, innumerevoli vite che potevano essere salvate se solo gli stati europei o almeno l'Italia avessero adottato il provvedimento necessario ed urgente che nuovamente sollecitiamo: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di salvare le proprie vite, riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di entrare in modo legale e sicuro in Italia e in Europa.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Vi e' una sola umanita'.
Chi fa del male a una persona, fa del male all'umanita' intera.
Chi abbandona al dolore e alla morte una persona, abbandona al dolore e alla morte l'umanita' intera.
La tortura e' un crimine contro l'umanita'. Ricordiamocene tutti i giorni, e lottiamo per abolirla.
18. RICORDANDO DON MILANI
Ricorreva ieri, 26 giugno, l'anniversario della morte di don Lorenzo Milani, uno dei maestri piu' grandi della nonviolenza in cammino.
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Lorenzo Milani nacque a Firenze il 27 maggio 1923, in una famiglia della borghesia intellettuale, ordinato prete nel 1947. Opera dapprima a S. Donato a Calenzano, ove realizza una scuola serale aperta a tutti i giovani di estrazione popolare e proletaria, senza discriminazioni politiche. Viene poi trasferito punitivamente a Barbiana nel 1954. Qui realizza l'esperienza della sua scuola. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, di cui la gerarchia ecclesiastica ordinera' il ritiro dal commercio. Nel 1965 scrive la lettera ai cappellani militari da cui derivera' il processo i cui atti sono pubblicati ne L'obbedienza non e' piu' una virtu'. Muore dopo una lunga malattia il 26 giugno 1967; era appena uscita la Lettera a una professoressa della scuola di Barbiana. L'educazione come pratica di liberazione, la scelta di classe dalla parte degli oppressi, l'opposizione alla guerra, la denuncia della scuola classista che discrimina i poveri: sono alcuni dei temi su cui la lezione di don Milani resta di grande valore. Opere di Lorenzo Milani e della scuola di Barbiana: Esperienze pastorali, L'obbedienza non e' piu' una virtu', Lettera a una professoressa, pubblicate tutte presso la Libreria Editrice Fiorentina (Lef). Postume sono state pubblicate le raccolte di Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori; le Lettere alla mamma, Mondadori; e sempre delle lettere alla madre l'edizione critica, integrale e annotata, Alla mamma. Lettere 1943-1967, Marietti. Altri testi sono apparsi sparsamente in volumi di diversi autori. La casa editrice Stampa Alternativa ha meritoriamente effettuato la ripubblicazione di vari testi milaniani in edizioni ultraeconomiche e criticamente curate. La Emi ha recentemente pubblicato, a cura di Giorgio Pecorini, lettere, appunti e carte varie inedite di don Lorenzo Milani nel volume I care ancora. Altri testi e documenti ha pubblicato ancora la Lef (Il catechismo di don Lorenzo; Una lezione alla scuola di Barbiana; La parola fa eguali). Opere su Lorenzo Milani: sono ormai numerose; fondamentali sono: Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo, Rizzoli, Milano 1993; Giorgio Pecorini, Don Milani! Chi era costui?, Baldini & Castoldi, Milano 1996; Mario Lancisi (a cura di), Don Lorenzo Milani: dibattito aperto, Borla, Roma 1979; Ernesto Balducci, L'insegnamento di don Lorenzo Milani, Laterza, Roma-Bari 1995; Gianfranco Riccioni, La stampa e don Milani, Lef, Firenze 1974; Antonio Schina (a cura di), Don Milani, Centro di documentazione di Pistoia, 1993. Segnaliamo anche l'interessante fascicolo monografico di "Azione nonviolenta" del giugno 1997. Segnaliamo anche il fascicolo Don Lorenzo Milani, maestro di liberta', supplemento a "Conquiste del lavoro", n. 50 del 1987. E ancora: Gerlando Lentini, Don Lorenzo Milani servo di Dio e di nessun altro, Gribaudi, Torino 1973; Giampiero Bruni, Lorenzo Milani profeta cristiano, Lef, Firenze 1974; Renato Francesconi, L'esperienza didattica e socio-culturale di don Lorenzo Milani, Cpe, Modena 1976; Piero Lazzarin, Don Milani, Edizioni Messaggero Padova, Padova 1984; Francesco Milanese, Don Milani. Quel priore seppellito a Barbiana, Lef, Firenze 1987; Giuseppe Guzzo, Don Lorenzo Milani. Un itinerario pedagogico, Rubbettino, Soveria Mannelli 1988; Giovanni Catti (a cura di), Don Milani e la pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1988, 1990; Francuccio Gesualdi, Jose' Luis Corzo Toral, Don Milani nella scrittura collettiva, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1992.Tra i testi apparsi di recente: Domenico Simeone, Verso la scuola di Barbiana, Il segno dei Gabrielli, Negarine 1996; Michele Ranchetti, Gli ultimi preti, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1997; David Maria Turoldo, Il mio amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte (Bg) 1997; Liana Fiorani, Don Milani tra storia e attualita', Lef, Firenze 1997, poi Centro don Milani, Firenze 1999; AA. VV., Rileggiamo don Lorenzo Milani a trenta anni dalla sua morte, Comune di Rubano 1998; Centro documentazione don Lorenzo Milani e scuola di Barbiana, Progetto Lorenzo Milani: il maestro, Firenze 1998; Liana Fiorani, Dediche a don Milani, Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2001; Edoardo Martinelli, Pedagogia dell'aderenza, Polaris, Vicchio di Mugello (Fi) 2002; Marco Moraccini (a cura di), Scritti su Lorenzo Milani. Una antologia critica, Il Grandevetro - Jaca Book, Santa Croce sull'Arno (Pi) - Milano 2002; Mario Lancisi, Alex Zanotelli, Fa' strada ai poveri senza farti strada, Emi, Bologna 2003; Mario Lancisi, No alla guerra!, Piemme, Casale Monferrato 2005; Sergio Tanzarella, Gli anni difficili, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2007, 2008; Jose' Luis Corzo Toral, Lorenzo Milani. Analisi spirituale e interpretazione pedagogica, Servitium, Sotto il Monte (Bergamo) 2008; Frediano Sessi, Il segreto di Barbiana, Marsilio, Venezia 2008; Sandra Gesualdi e Pamela Giorgi (a cura di), Barbiana e la sua scuola. Immagini dall'archivio della Fondazione Don Lorenzo Milani, Inprogress-Aska - Fondazione Don Lorenzo Milani, Firenze 2014.
*
Nel ricordo di don Milani proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione da tutte le oppressioni.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
19. LA SPROPORZIONE
Non ti spaventi la sproporzione tra la tua capacita' di bene e l'immensa mole di male che vedi gravare sul mondo. Tu comincia la buona intrapresa: scoprirai lungo il cammino che innumerevoli altri esseri umani gia' questa scelta hanno fatto, la scelta della nonviolenza, la scelta di salvare le vite.
E la civilta' umana e' solo questo impegno, e se c'e' ancora un mondo vivibile e' grazie a questi esseri umani che scelgono il bene. Coloro che sfruttano, opprimono e uccidono, tradiscono la loro stessa umanita'; ed e' l'intera umanita' che sfruttano, opprimono e uccidono. Non volere esser parte anche tu della trista schiera assassina. Tu lotta per salvare le vite.
*
Opponiti tu alla guerra e a tutte le uccisioni.
Opponiti tu al razzismo e a tutte le persecuzioni.
Opponiti tu al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Tu lotta in difesa dell'intero mondo vivente, tu lotta per salvare le vite.
Ogni vittima ha il volto di Abele. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera. Questo e' il tuo primo dovere, il primo dovere di tutti: salvare le vite.
*
La nonviolenza e' in cammino.
La nonviolenza e' il cammino.
20. ALCUNE PAROLE DETTE TRA AMICI PER RICORDARE SILVANA
[Clara Silvana Pagano e' deceduta a Viterbo il 24 giugno 2015, i funerali si sono svolti il 26 giugno. Ricostruite a memoria queste sono alcune delle parole dette tra alcuni amici per ricordarla]
Per tutta la vita Silvana e' stata una impetuosa combattente ed un'amorevole educatrice, ferita dal dolore del mondo e sollecita nel porvi riparo. Amante della vita e quindi del bene di tutti, generosa dei suoi talenti.
*
Nell'ultimo colloquio mi parve di cogliere in lei, pur fiaccata nel corpo dalla sofferenza - ormai uno scricciolo adagiato sul letto d'ospedale, voce stanca e sguardo profondo -, la consueta lucidita' di pensiero, la parola essenziale ed ironica, il giudizio franco ed acuto di sempre, ed una fermezza morale giammai frantumabile e vieppiu' luminosa; abbiamo parlato ancora una volta delle ingiustizie da denunciare e delle lotte da condurre; era ancora indignata dei mali del mondo - piu' che del suo stesso morire.
*
Noi che veniamo dalla scuola di Lucrezio e di Leopardi, di Qohelet e di Giobbe, sappiamo di quale materia e' la stoffa di cui consistiamo. Sunt lacrimae rerum. E sappiamo che composita solvantur. Sappiamo che vi e' un limite a tutto ed in primo luogo alle nostre esistenze, e questo limite non toglie ma conferma il valore, il significato delle nostre vite, delle nostre persone. Infinito valore, significato inesauribile, preziosa pienezza di verita'. Ne discende il dovere dell'universale solidarieta', della responsabilita' personale, dell'impegno comune per il bene comune.
*
Un lascito, un compito resta a chi resta e che di lei voglia serbare fedele memoria. Prendersi cura delle persone che lei amava, e dell'universo mondo; promuovere la pace, la giustizia, la riconciliazione; continuare la lotta per la liberazione dell'umanita', per la difesa dei diritti di tutti gli esseri umani, per preservare questo unico mondo vivente; quella lotta che adempie l'unita'-amore del genere umano la cui sola modalita' concreta di esistenza e' nell'incarnarsi nelle singole persone, e quindi nella trama delle loro relazioni di aiuto e memoria.
*
Valgono per lei, come per ogni essere umano, le parole del discorso della montagna. Nell'ora dell'estremo saluto, qui le attestiamo una volta ancora la nostra amicizia, la nostra gratitudine.
21. IN MEMORIA DI LUCILLE CLIFTON
Ricorre oggi, 27 giugno, l'anniversario della nascita della grande poetessa Lucille Clifton (Depew, 27 giugno 1936 - Baltimora, 13 febbraio 2010).
*
Nel ricordo di Lucille Clifton proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
22. LO STESSO DOLORE
Provo lo stesso dolore per i ricchi turisti europei assassinati in Tunisia dai folli disperati terroristi seguaci dell'Isis e per i poveri fuggiaschi africani assassinati nel Mediterraneo dai lucidi e pomposi terroristi che siedono nei governi europei.
Provo lo stesso dolore per le vittime dei tagliagole e dei bombardieri.
Provo lo stesso dolore per ogni essere umano che viene ucciso.
Vi e' una sola umanita', ogni morte colpisce anche me, ogni morte ci colpisce tutti.
*
E provo la stessa indignazione per gli eccidi commessi dalle organizzazioni mafiose e terroristiche come per gli eccidi commessi dagli Stati.
Provo la stessa indignazione per tutti i massacri, quali che siano i pretesti che i massacratori adducono.
Provo la stessa indignazione per ogni uccisione.
Vi e' una sola umanita', ogni morte colpisce anche me, ogni morte ci colpisce tutti.
*
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Solo con il bene si puo' sconfiggere il male.
Solo salvando le vite si interrompe la catena dei lutti e delle violenze.
Come ci si puo' illudere di fermare i massacri se si pretende di continuare i massacri?
Chi fabbrica e vende armi, come puo' pensare che quelle armi non verranno usate per uccidere delle persone?
Chi crea, addestra, finanzia organizzazioni armate, come puo' pensare che quelle organizzazioni armate non eseguiranno il compito per cui sono state create, il compito di uccidere le persone?
Chi nega soccorso ed ospitalita' a chi e' in pericolo di morte, cosa vede quando si guarda in uno specchio?
*
Sono un cittadino italiano, e' delle mie responsabilita' che parlo.
Lo stato italiano spende 72 milioni di euro al giorno per le spese militari: e' l'agire di un mostro.
Lo stato italiano impedisce a innumerevoli innocenti in fuga dall'orrore di giungere in Italia in modo legale e sicuro per salvare le proprie vite. E' l'agire di un mostro.
Lo stato italiano mantiene in vigore scellerate ed infami, criminali e criminogene misure razziste e schiaviste che favoreggiano i poteri criminali e denegano i piu' fondamentali diritti umani; vi sono in Italia campi di concentramento; l'Italia coopera con regimi stragisti violatori dei diritti umani e piu' volte ha consegnato nelle mani degli aguzzini le vittime ad essi sfuggite. E' l'agire di un mostro.
Lo stato italiano nega il diritto di voto anche solo nelle elezioni amministrative ad oltre cinque milioni di stranieri regolarmente residenti in Italia, attuando una politica di apartheid che nega la democrazia nel suo stesso fondamento: "una persona, un voto". E' l'agire di un mostro.
Sono un cittadino italiano, e' delle mie responsabilita' che parlo.
Ho il dovere di battermi - con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza - affinche' questi orrori finiscano. Affinche' lo stato italiano torni al rispetto della sua stessa Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza al fascismo. Affinche' a cominciare dal paese in cui vivo, dal nostro ordinamento giuridico, si operi in difesa dell'umanita' intera, di ogni essere umano, per salvare tutte le vite.
Sono un essere umano, e' delle mie responsabilita' che parlo.
*
Per fermare le stragi occorre il disarmo e la smilitarizzazione.
Per fermare le stragi occorre la pace e la giustizia.
Per fermare le stragi occorre responsabilita' e misericordia.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
23. RICORDANDO KEN COATES NEL QUINTO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA
Ricorreva ieri il quinto anniversario della scomparsa di Ken Coates (Kenneth Sidney Coates, 16 settembre 1930 - 27 giugno 2010), storico e saggista, intellettuale marxista, militante del movimento operaio, parlamentare europeo laburista, direttore della "Bertrand Russell Peace Foundation", strenuamente impegnato per la pace e il disarmo, la democrazia e i diritti umani, l'ambiente e la giustizia sociale. Una delle figure maggiori del movimento pacifista, delle campagne antimilitariste ed antinucleari, delle lotte contro ogni oppressione, della vita civile europea.
*
Nel ricordo e alla scuola di Ken Coates proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 625 del 19 novembre 2016
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