[Nonviolenza] Senza odio, senza violenza, senza paura. 37



 

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SENZA ODIO, SENZA VIOLENZA, SENZA PAURA

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Al referendum votiamo No alla riforma costituzionale golpista

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 37 del 12 novembre 2016

 

In questo numero:

1. Un appello nonviolento per il 4 dicembre: Un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale. Al referendum votiamo No al golpe

2. Peppe Sini: Dieci coltellate. Minima una guida al referendum

3. Verso la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" del 25 novembre

4. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

5. Leonard Cohen

6. Umberto Veronesi

7. Alcuni testi del mese di gennaio 2015 (parte sesta)

8. Per la "Casa per la Pace" di Vicenza. Una proposta articolata in cinque azioni

9. In memoria e all'ascolto di Antonio Gramsci

10. Per il giorno della memoria

11. A Viterbo un pellegrinaggio silenzioso nel giorno della memoria

12. Si e' svolta a Montefiascone una commemorazione delle vittime della Shoah

13. In memoria di Carlo Cassola

14. Il 30 gennaio a Orte contro il maschilismo

15. Per il compleanno del professor Osvaldo Ercoli

16. Il presidente del Movimento Nonviolento scrive al Sindaco di Vicenza

 

1. REPETITA IUVANT. UN APPELLO NONVIOLENTO PER Il 4 DICEMBRE: UN PARLAMENTO ELETTO DAL POPOLO, UNO STATO DI DIRITTO, UNA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE. AL REFERENDUM VOTIAMO NO AL GOLPE

 

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

*

Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale.

Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto.

Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto.

*

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

2. REPETITA IUVANT. PEPPE SINI: DIECI COLTELLATE. MINIMA UNA GUIDA AL REFERENDUM

 

Intitolare questi brevi ragionamenti "dieci coltellate" e' un espediente retorico: a indicare la necessita' e l'urgenza di squarciare la cortina delle menzogne ed uscire dalla subalternita' al discorso dominante che e' il discorso falso e fraudolento della classe dominante che tutte e tutti ci opprime.

Indicheremo qui di seguito tre trappole in cui non cadere (la trappola delle velocita', la trappola del risparmio, la trappola della governabilita'), formuleremo tre elogi (del perfetto bicameralismo, della rappresentanza proporzionale, del costituzionalismo nemico dell'assolutismo), dichiareremo tre beni irrinunciabili (la repubblica parlamentare; lo stato di diritto, ovvero la separazione e il controllo dei poteri; la democrazia, ovvero la sovranita' popolare) e giungeremo a una conclusione che ci sembra coerente e doverosa: il 4 dicembre votare No al golpe degli apprendisti stregoni; difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana.

E valga il vero.

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1. La trappola della velocita'

Quando si prendono decisioni importanti non si discute mai abbastanza. Quando si fanno le leggi, piu' ci si pensa e meglio e'. La democrazia e' un processo decisionale lento e paziente; come scrisse Guido Calogero si contano tutte le teste invece di romperle. Solo le dittature sono veloci, velocissime, e il frutto di quella velocita' e' sempre e solo la schiavitu' e la morte di innumerevoli esseri umani.

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2. La trappola del risparmio

Da quando in qua per risparmiare quattro baiocchi occorre massacrare la Costituzione, che e' la legge a fondamento di tutte le nostre leggi, la base del nostro ordinamento giuridico e quindi della nostra civile convivenza? Da quando in qua per risparmiare quattro baiocchi occorre distruggere la forma istituzionale repubblicana del nostro paese e sostituirla con la dittatura del governo, ovvero con la dittatura del capitale finanziario transnazionale di cui il governo in carica e' servo sciocco? Per ridurre i costi dell'attivita' parlamentare basterebbe una legge ordinaria che riduca gli emolumenti a tutti i parlamentari portandoli a retribuzioni ragionevoli.

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3. La trappola della governabilita'

Cio' che si nasconde dietro la parola magica - ovvero la cortina fumogena - della "governabilita'" altro non e' che il potere dei potenti di imporre la loro volonta' e i loro abusi senza opposizioni e senza controlli. La governabilita' non e' ne' un valore ne' un bisogno in nome del quale devastare la democrazia, lo stato di diritto, i diritti civili, politici e sociali che ad ogni persona appartengono.

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4. Elogio del perfetto bicameralismo

In un parlamento due camere sono meglio di una: se nell'una si commette un errore l'altra puo' correggerlo; se nell'una prevale un'alleanza di malfattori, l'altra puo' contrastarla. Due camere si controllano reciprocamente. Cosi' si sbaglia di meno. Benedetto sia il bicameralismo perfetto.

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5. Elogio della rappresentanza proporzionale

In una democrazia il potere e' del popolo che lo esercita attraverso i suoi rappresentanti. Il parlamento che fa le leggi in nome del popolo deve essere rappresentativo di esso in modo rigorosamente proporzionale. Se invece una minoranza si appropria della maggioranza dei seggi quel parlamento non e' piu' democratico, diventa solo la foglia di fico di un regime oligarchico. E se il governo si sostituisce al parlamento nella sua funzione legislativa non solo quel parlamento diventa una foglia di fico a tentar di occultare l'oscenita' del potere reale, ma quel potere non e' piu' ne' democratico ne' repubblicano, e' diventato un'autocrazia. Benedetta sia la rappresentanza proporzionale.

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6. Elogio del costituzionalismo, nemico dell'assolutismo

Il fine e il senso di ogni Costituzione e' impedire o almeno limitare gli abusi dei potenti. Nelle societa' divise in classi di sfruttatori e sfruttati, di proprietari ed espropriati, di governanti e governati, chi esercita funzioni di governo e' costantemente esposto alla forza corruttiva del potere. Nessun potere deve essere assoluto, ogni potere deve avere limiti e controlli. Benedetto sia il costituzionalismo, nemico dell'assolutismo.

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7. Una repubblica parlamentare, non una dittatura

Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro "combinato disposto" (ovvero l'effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) mutila ed esautora il parlamento e si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che gia' detiene, viene meno la repubblica parlamentare. Ma per noi la repubblica parlamentare e' un bene irrinunciabile.

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8. Uno stato di diritto, ovvero la separazione e il controllo dei poteri

Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro "combinato disposto" (ovvero l'effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che gia' detiene, annienta la separazione e il controllo dei poteri, che sono il fondamento dello stato di diritto. Ma per noi lo stato di diritto, ovvero la separazione e il controllo dei poteri, e' un bene irrinunciabile.

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9. Una democrazia, ovvero la sovranita' popolare

Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro "combinato disposto" (ovvero l'effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) riduce il parlamento a un giocattolo nelle sue mani, si fa un senato non piu' eletto dal popolo, si fa una camera dei deputati in cui una minoranza rapina la maggioranza assoluta dei seggi, si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che gia' detiene, la sovranita' popolare e' annichilita e con essa la democrazia. Ma per noi la democrazia, ovvero la sovranita' popolare, e' un bene irrinunciabile.

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10. No al golpe, difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana

Nel referendum del 4 dicembre si vota per dire si' o no al golpe. Chi vota si', come vuole il governo degli apprendisti stregoni, accetta il golpe che distrugge il parlamento eletto dal popolo, lo stato di diritto, la democrazia costituzionale. Chi vota no, contro la volonta' del governo degli apprendisti stregoni, difende il parlamento eletto dal popolo, lo stato di diritto, la democrazia costituzionale, e quindi si oppone al golpe. No al golpe. No al fascismo. No alla barbarie. Al referendum votiamo No. Senza odio, senza violenza, senza paura. Difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana.

 

3. APPELLI. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE" DEL 25 NOVEMBRE

 

Si svolge il 25 novembre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".

Ovunque si realizzino iniziative.

Ovunque si contrasti la violenza maschilista e patriarcale.

Ovunque si sostengano i centri antiviolenza delle donne.

Ovunque si educhi e si lotti per sconfiggere la violenza maschilista e patriarcale, prima radice di tutte le altre violenze.

 

4. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

 

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

5. LUTTI. LEONARD COHEN

 

E' deceduto Leonard Cohen, poeta e musicista, canto' la tristezza e l'amore, lotto' per l'umanita'.

 

6. LUTTI. UMBERTO VERONESI

 

E' deceduto Umberto Veronesi, medico, uomo di scienza e d'impegno civile.

 

7. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GENNAIO 2015 (PARTE SESTA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di gennaio 2015.

 

8. PER LA "CASA PER LA PACE" DI VICENZA. UNA PROPOSTA ARTICOLATA IN CINQUE AZIONI

 

Carissime e carissimi,

scusandoci ancora una volta con le persone che avessero gia' espresso la loro solidarieta' (ma invitando anch'esse a leggere quali ulteriori iniziative in questa lettera proponiamo, e ad aderirvi), vi scriviamo per formularvi una proposta ancora, articolata in cinque azioni possibili.

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La proposta

La proposta e' di voler esprimere il vostro sostegno alla "Casa per la Pace" di Vicenza associandovi alla richiesta rivolta al sindaco di quella citta' che sia al piu' presto restituita un'adeguata sede alla "Casa per la Pace", che da alcune settimane ne e' stata privata a seguito della vendita dell'immobile che ospitava gli uffici dell'Assessorato comunale presso cui la "Casa per la Pace" era ospitata.

Come sapete, la "Casa per la Pace" di Vicenza e' un prezioso punto di riferimento, non solo a livello cittadino ma a livello nazionale ed internazionale, per tutte le persone impegnate per la pace, i diritti umani, la solidarieta' concreta, la difesa dell'ambiente, la democrazia autenticamente partecipata, la nonviolenza.

Molte illustri personalita' della cultura e dell'impegno morale e civile hanno gia' espresso al Comune di Vicenza la loro persuasa condivisione della richiesta che alla "Casa per la Pace", che e' una "istituzione pubblica" (a seguito di specifica deliberazione del Consiglio Comunale di Vicenza del 1993, in adempimento dell'art. 2 dello Statuto Comunale), sia tempestivamente restituita una sede in cui poter continuare ad operare.

Tra le prime di queste illustri personalita' segnaliamo il professor Alberto L'Abate gia' collaboratore di Aldo Capitini e di Danilo Dolci e figura storica della nonviolenza in Italia; il professor Sergio Paronetto vicepresidente di Pax Christi; l'on. Michele Boato presidente dell'Ecoistituto del Veneto; il sen. Gigi Malabarba figura storica del movimento operaio e della solidarieta' internazionale; la dottoressa Antonella Litta dell'Associazione italiana medici per l'ambiente.

Ricordiamo anche che tra le persone che animano la "Casa per la Pace" di Vicenza vi e' il professor Matteo Soccio, una delle personalita' piu' autorevoli della nonviolenza in Italia - tanto sul piano del contributo teorico ed educativo quanto su quello dell'azione concreta come della luminosa testimonianza personale.

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Cinque azioni possibili

Vi proponiamo di esprimere la vostra solidarieta' con la "Casa per la Pace" di Vicenza nei seguenti modi:

1. inviando una lettera al sindaco di Vicenza (ma anche all'amministrazione comunale nel suo complesso) chiedendo un tempestivo e adeguato intervento:

1.1. un modello di lettera puo' essere il seguente:

Al Sindaco del Comune di Vicenza

Oggetto: richiesta che sia al piu' presto restituita un'adeguata sede alla "Casa per la Pace" di Vicenza, prezioso bene comune della citta' e di ogni persona di volonta' buona

Egregio Sindaco,

apprendiamo che la "Casa per la Pace" di Vicenza, una delle esperienze piu' rilevanti di concreto e fecondo impegno per la pace nel nostro paese, tra i cui animatori vi e' il professor Matteo Soccio, che come e' noto e' una delle figure piu' autorevoli della nonviolenza in Italia, si troverebbe da alcuni giorni priva della sua sede a causa della vendita dell'immobile che ospitava gli uffici dell'Assessorato comunale presso cui la "Casa per la Pace" era ospitata.

Auspichiamo che il Comune di Vicenza riesca al piu' presto a garantire una nuova e adeguata sede alla "Casa per la Pace", che costituisce un importante servizio, un punto di riferimento e un bene comune non solo per la vostra citta' ma per tutte le persone di volonta' buona e per tutte le persone operatrici di pace.

Siamo certi che avra' gia' preso a cuore la questione e che si stara' gia' alacremente adoperando per recarla a buon fine nel migliore dei modi e con la massima tempestivita'.

Ringraziandola fin d'ora per l'attenzione, certi del suo impegno, e restando in attesa di notizie attestanti positivi e risolutivi sviluppi, voglia gradire un cordiale saluto di pace,

firma, luogo e data, recapiti postale, telefonico ed e-mail del mittente

1.2. gli indirizzi di posta elettronica del sindaco e dell'amministrazione comunale di Vicenza sono i seguenti: sindaco at comune.vicenza.it; vicesindaco at comune.vicenza.it; assessore.crescita at comune.vicenza.it; assessore.curaurbana at comune.vicenza.it; assessore.risorse at comune.vicenza.it; assessore.partecipazione at comune.vicenza.it; assessore.progettazione at comune.vicenza.it; assessore.formazione at comune.vicenza.it; assessore.sicurezza at comune.vicenza.it; assessore.comunita at comune.vicenza.it; assessore.semplificazione at comune.vicenza.it; presidenteconsiglio at comune.vicenza.it; direttoregenerale at comune.vicenza.it; segreteriadirezionepersonale at comune.vicenza.it; segreteriagen at comune.vicenza.it; uffstampa at comune.vicenza.it; urp at comune.vicenza.it; vi preghiamo di scrivere a tutti.

1.3. e' anche possibile (ed opportuno) scrivere a tutti i singoli consiglieri comunali di Vicenza attraverso le loro pagine nel sito del Comune www.comune.vicenza.it

2. inviando per conoscenza la vostra lettera (o una lettera in cui riferite di essa o comunque del vostro sostegno alla "Casa per la Pace") anche ai mass-media vicentini; gli indirizzi di posta elettronica dei principali sono i seguenti: redazioneweb at ilgiornaledivicenza.it; info at vicenzareport.it; vicenzatoday at citynews.it; redazione at vicenzapiu.com; direttore at vicenzapiu.com; vicenza at gazzettino.it; corriereveneto at corriereveneto.it; regione at mattinopadova.it; direttore at lavocedeiberici.it; info at editriceveneta.it; info at televeneto.it; info at bluradioveneto.it; redazione at bluradioveneto.it; redazione at birikina.it; info at radioreb.org; redazione at stellafm.it; diretta at stellafm.it; radioplanet at radioplanet.it; info at radio24.it; amministrazione at mediaveneto.com; redazione at radiovicenza.fm; ladomenica at tvavicenza.it; info at lineanews.it; radio at lineanews.it; regioni at adnkronos.com; ansa.venezia at ansa.it

3. inviando per conoscenza la vostra lettera anche agli ulteriori mass-media locali e nazionali che riterrete utile ovvero opportuno informare.

4. inviando la vostra lettera e/o questo appello agli altri vostri interlocutori invitando anch'essi ad aderire all'iniziativa.

5. inviando ovviamente la vostra lettera anche direttamente agli amici della "Casa per la Pace" di Vicenza: casaperlapace at gmail.com

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La ragione di un'insistenza

Ci permettiamo di insistere e di disturbarvi una volta ancora perche' la questione e' di particolare importanza, ed ha una valenza non meramente locale ma generale: la "Casa per la Pace" di Vicenza e' un'esperienza storica della nonviolenza in Italia, non possiamo permettere che questo prezioso bene comune sia cancellato. Per poter estendere l'impegno di pace, e ve ne e' immenso urgente bisogno, occorre sapere innanzitutto almeno difendere le esperienze di pace gia' esistenti, come la "Casa per la Pace" vicentina.

Invitiamo quindi tutte  le persone di volonta' buona ad impegnarsi in questa iniziativa, nella ferma persuasione che e' possibile ed e' necessario che alla "Casa per la Pace" di Vicenza sia restituita al piu' presto una sede.

Grazie dell'attenzione e della solidarieta'.

 

9. IN MEMORIA E ALL'ASCOLTO DI ANTONIO GRAMSCI

 

Cogliendo l'occasione della ricorrenza alcuni giorni fa della nascita di Antonio Gramsci (1891-1937), il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo la mattina di domenica 25 gennaio 2015 ha ricordato il grande martire antifascista, pensatore e militante del movimento per la liberazione dell'umanita' da tutte le oppressioni.

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Antonio Gramsci nacque ad Ales, presso Cagliari, nel 1891. Muore a Roma il 27 aprile 1937. La sua figura e la sua riflessione, dal buio del carcere fascista, ancora illuminano la via per chi lotta per la dignita' umana, per un'umanita' di liberi ed eguali. Opere di Antonio Gramsci: l'edizione critica completa delle Opere di Antonio Gramsci e' ancora in corso di pubblicazione presso Einaudi. E' indispensabile la lettura delle Lettere dal carcere e dei Quaderni del carcere. Opere su Antonio Gramsci: nell'immensa bibliografia gramsciana per un avvio si vedano almeno le monografie di Festa, Fiori, Lajolo, Lepre, Paladini Musitelli, Santucci, Spriano. Un utile strumento di lavoro e' l'edizione ipertestuale dei Quaderni del carcere in cd-rom a cura di Dario Ragazzini, Einaudi, Torino 2007, ed anche in supplemento a "L'unita'", Nuova iniziativa editoriale, Roma 2007. Alcuni siti utili: www.fondazionegramsci.org e www.gramscitalia.it

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Nel ricordo di Antonio Gramsci proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

 

10. PER  IL GIORNO DELLA MEMORIA

 

Il dolore per le vittime dei campi di sterminio nazisti deve accompagnarci come un ammonimento perenne ai nostri doveri di esseri umani, ed il primo dovere di ogni essere umano e' quello di opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le persecuzioni, a tutte le oppressioni; il primo dovere di ogni essere umano e' difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

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Il ricordo delle vittime dei campi di sterminio nazisti deve ispirarci ad agire per impedire nuovi orrori. Ci convoca ad opporci a tutte le guerre, a  tutte le stragi, a tutti i terrorismi e i poteri corrotti e criminali, a tutte le concrezioni di potere assassine, schiaviste, distruttrici, disumanizzanti. Ci convoca ad opporci alle dittature e alle mafie, agli armigeri e alle armi, al razzismo e al maschilismo.

Ogni essere umano ha diritto alla liberta', all'eguaglianza, alla fraternita'; perche' questo diritto possa valere occorre che ogni essere umano senta il dovere della responsabilita', dell'empatia, della condivisione, della solidarieta'. Vi e' una sola umanita' e tutte e tutti ne facciamo parte. Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.

E poiche' ogni essere umano ha il medesimo diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta', la violenza maschilista che nega eguaglianza di valore e di diritti a meta' del genere umano e' la prima radice di ogni altra violenza. Per opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, cosi' come per opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, cosi' come per opporsi a tutte le oppressioni, e' necessario, e' indispensabile, e' fondamentale opporsi al maschilismo.

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La fedelta' alle vittime dei campi di sterminio nazisti deve tradursi in comportamenti coerenti, nella scelta del bene, nella decisione di opporsi a tutte le violenze, in amore operoso per l'umanita' e per l'intero mondo vivente che dell'intera umanita' e' la casa comune. Deve tradursi in autentica resistenza all'inumano. Deve tradursi nell'azione nonviolenta.

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Alle vittime dei campi di sterminio nazisti, a tutte le vittime di tutti gli orrori, il nostro ricordo, il nostro pianto e la nostra promessa di fare tutto quanto e' in nostro potere per far cessare le stragi, per recare aiuto a chi e' nella paura, nel dolore, nel bisogno.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

11. A VITERBO UN PELLEGRINAGGIO SILENZIOSO NEL GIORNO DELLA MEMORIA

 

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha celebrato il Giorno della memoria della Shoah con un pellegrinaggio silenzioso in alcuni luoghi della citta' di Viterbo ove sono poste alcune delle lapidi incise che ricordano le vittime della violenza nazifascista.

Dapprima si e' sostato dinanzi alla lapide che nell'attuale piazza Gramsci ricorda tre persone li' assassinate dai nazisti.

Poi si e' sostato dinanzi alla lapide che in piazza del Sacrario ricorda i partigiani viterbesi morti nel corso della Resistenza.

Successivamente si e' sostato dinanzi alla lapide posta all'ingresso del liceo che ricorda Mariano Buratti, resistente torturato ed assassinato dai nazifascisti.

Infine si e' sostato in va della Verita' dinanzi alla casa della famiglia di ebrei viterbesi deportati e uccisi nei campi di sterminio, casa su cui e' collocata una lapide e dinanzi a cui sono collocate tre "pietre d'inciampo" con i nomi delle vittime.

Dinanzi ad ognuna di quelle lapidi si e' meditato in silenzio, e si e' rinnovata la promessa di non dimenticare il tenebroso orrore del nazifascismo e la luminosa testimonianza della Resistenza; la promessa di continuare la lotta in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

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Al termine del silenzioso periplo, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha letto alcuni testi di Primo Levi.

E conclusa la lettura ha aggiunto, quale espressione di un comune sentire e di un impegno comune, alcune parole, qui di seguito riassunte.

La memoria delle vittime della Shoah non e' soltanto un mesto atto di umanita', un pio gesto di fraternita', l'adempimento di un dovere di solidarieta' rivolto al passato: e' anche un impegno esistenziale, morale e civile per il presente e per il futuro.

E' l'assunzione del dovere di resistere dinanzi all'inumano; e' la rivendicazione della dignita' umana dinanzi all'orrore; e' la manifestazione della volonta' di proseguire la lotta di quanti alla violenza nazifascista si opposero anche col solo consistere della propria identita' di esseri umani; e' la proclamazione della morale certezza che il male radicale del nazismo, e la banalita' del male del nazismo, la furia cieca e la minuziosa burocratica ferocia assassina del nazismo non prevarranno finche' vi sara' un'umanita' cosciente dei suoi doveri, della sua responsabilita'.

E' l'affermazione della consapevolezza che la Resistenza oggi si chiama nonviolenza: impegno concreto e coerente in difesa dell'umanita' intera e di ognuna delle persone che la compongono; impegno cosciente che uccidere e' sempre un male, e che quindi a tutte le uccisioni occorre opporsi; impegno cosciente che tra i mezzi e i fini vi e' lo stesso rapporto che vi e' tra il seme e la pianta, e che quindi il male puo' essere contrastato solo col bene; impegno cosciente che la regola aurea di tutte le relazioni umane e' quella che dice "tratta le altre persone come vorresti essere trattato tu; riconosci le altre persone come vorresti essere riconosciuto tu; agisci come vorresti che agissero le altre persone verso di te".

La memoria delle vittime della Shoah ci convoca al retto sentire e all'agire buono, si presenta in forma di illuminazione ed esortazione dialogica, di comandamento morale, di imperativo categorico: tu non uccidere; tu salva le vite; tu soccorri ogni altro essere umano che sia nella paura, nella sofferenza, nel bisogno.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Nel ricordo delle vittime della Shoah riaffermiamo una volta ancora il nostro impegno ad opporci alla guerra ed a tutte le uccisioni, ad opporci al razzismo ed a tutte le persecuzioni, ad opporci al maschilismo ed a tutte le oppressioni.

Vi e' una sola umanita'.

Chi salva una vita, salva il mondo.

 

12. SI E' SVOLTA A MONTEFIASCONE UNA COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DELLA SHOAH

 

La mattina di mercoledi' 28 gennaio 2015 presso l'Istituto d'Istruzione Superiore Statale "Carlo Alberto dalla Chiesa" di Montefiascone (Vt) si e' svolta una assemblea degli studenti di commemorazione delle vittime della Shoah, nella ricorrenza del Giorno della Memoria.

Un vivo ringraziamento va espresso alla professoressa Alberta Tortolini che ha dato il suo consueto, generoso ed indispensabile contributo alla promozione dell'iniziativa.

All'iniziativa hanno partecipato anche alcuni rappresentati dell'associazione culturale "Est Film Festival" di Montefiascone, e il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo.

Gli studenti hanno ricordato nei loro interventi tutte le vittime della Shoah e degli altri genocidi della storia, cosi' come delle stragi fin recentissime, leggendo anche con profonda empatia alcuni testi di vittime morte nei Lager e di sopravvissuti che per il resto della loro vita hanno portato testimonianza di quell'orrore e si sono impegnati affinche' una simile mostruosita' non potesse ripetersi mai piu'.

Particolarmente toccante la testimonianza di una studentessa che ha condiviso le sue meditazioni dopo aver partecipato a un "viaggio della memoria" ad Auschwitz.

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Nel suo intervento il responsabile della "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ha sottolineato come la memoria delle vittime ci convoca ad impegnarci oggi contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Nel corso dell'incontro e' stata anche data notizia dell'iniziativa della "Giornata nazionale contro il terrorismo e la guerra" del prossimo 7 febbraio e dell'iniziativa "One Billion Rising" contro la violenza sulle donne che si svolge il 14 febbraio ed e' la piu' importante iniziativa nonviolenta oggi nel mondo.

A conclusione dell'incontro sono stati letti e commentati due brevi testi di Primo Levi.

Il primo, estratto da Primo Levi, La ricerca delle radici, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, p. 1519, recita: "Non ci sono demoni, gli assassini di milioni di innocenti sono gente come noi, hanno il nostro viso, ci rassomigliano. Non hanno sangue diverso dal nostro, ma hanno infilato, consapevolmente o no, una strada rischiosa, la strada dell'ossequio e del consenso, che e' senza ritorno".

Il secondo, estratto da Primo Levi, I sommersi e i salvati, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, pp. 1149-1150, recita: "L'esperienza di cui siamo portatori noi superstiti dei Lager nazisti e' estranea alle nuove generazioni dell'Occidente, e sempre piu' estranea si va facendo a mano a mano che passano gli anni (...). Per noi, parlare con i giovani e' sempre piu' difficile. Lo percepiamo come un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di apparire anacronistici, di non essere ascoltati. Dobbiamo essere ascoltati: al di sopra delle nostre esperienze individuali, siamo stati collettivamente testimoni di un evento fondamentale ed inaspettato, fondamentale appunto perche' inaspettato, non previsto da nessuno. E' avvenuto contro ogni previsione; e' avvenuto in Europa; incredibilmente, e' avvenuto che un intero popolo civile, appena uscito dalla fervida fioritura culturale di Weimar, seguisse un istrione la cui figura oggi muove al riso; eppure Adolf Hitler e' stato obbedito ed osannato fino alla catastrofe. E' avvenuto, quindi puo' accadere di nuovo: questo e' il nocciolo di quanto abbiamo da dire".

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Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Tu non uccidere, tu salva le vite.

 

13. IN MEMORIA DI CARLO CASSOLA

 

Ricorre il 29 gennaio l'anniversario della scomparsa di Carlo Cassola, resistente antifascista, militante disarmista, scrittore limpido e profondo, maestro di umanita'.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ricorda come un maestro e un compagno, indimenticabile combattente nonviolento per la dignita' umana, per la pace, per la giustizia che salva le vite, per la liberazione dell'umanita'.

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Una breve notizia su Carlo Cassola

Commemorando nel 2014 sia lui che Gandhi (di cui l'anniversario della scomparsa ricorre il 30 gennaio) dicevamo: "Tutti sanno che Gandhi e' stato il principale promotore della nonviolenza nel XX secolo; forse non tutti ricordano che Cassola, oltre ad essere stato impegnato nella Resistenza contro il nazifascismo, particolarmente nell'ultima fase della sua vita si impegno' tenacemente per il disarmo. Ricordarli insieme significa evidenziare ancora una volta il fondamentale legame tra Resistenza e nonviolenza; tra lotta contro il totalitarismo e lotta per la pace; tra impegno per la pace e necessita' del disarmo; tra la lotta per la democrazia, la giustizia sociale, i diritti umani e la scelta della nonviolenza".

E gia' dicevamo di lui commemorandolo nel 2013: "Carlo Cassola e' stato non solo il romanziere che cosi' acutamente ha indagato ed espresso i piu' profondi e delicati sentimenti umani e descritto con finissima sensibilita' esistenze dolorose e carsiche, ed illuminato con la sua arte e la sua moralita' esperienze interiori e collettive, condizioni sociali e vicende storiche, luoghi fisici e metafisici altrimenti destinati ad essere logorati ed infine annientati dall'offuscamento che tutto travolge; ma e' stato anche un nitido antifascista che nell'ora della prova seppe fare la scelta della Resistenza, un intellettuale impegnato altresi' nella ricerca sociale e nella lotta degli oppressi, e uno straordinario fautore del disarmo, ovvero della lotta piu' decisiva, piu' necessaria, piu' urgente: e proprio alla lotta per il disarmo dedico' tanta parte delle sue energie negli ultimi anni di vita, facendo di questo impegno il suo piu' memorabile lascito all'umanita'".

Ed ancor prima, commemorandolo nel 2012: "Il 29 gennaio 1987 moriva Carlo Cassola. Era nato nel 1917. Aveva partecipato alla Resistenza. Scrisse romanzi e racconti che hanno dato a tante persone un sorso di appassionata felicita', di amore per la vita, anche quando narrava, lievemente e sobriamente, con un pudore che ancora mi commuove, storie meste, opache, sovente di vite scialbe e spente, di sconfitte e disillusioni. Dedico' gli ultimi anni della sua vita alla lotta che gli parve allora (e che ci sembra ancora oggi, ancor piu' oggi) necessaria, fondamentale, imprescindibile: la lotta contro la guerra, contro gli eserciti, contro le armi. La lotta per il disarmo. La lotta perche' l'umanita' non sia annientata dalle armi di distruzione di massa e dalla criminale follia di coloro che nulla hanno appreso dall'orrore di Auschwitz, dall'orrore di Hiroshima. Crediamo che anche di questo suo strenuo, magnanimo, profetico impegno civile tutti dovremmo essergli grati. Serbarne memoria ed assumerlo come un'eredita' impegnativa ed ineludibile. L'impegno contro la guerra, l'impegno contro le uccisioni, l'impegno per il disarmo e' il primo dovere di ogni persona decente. La guerra e' nemica dell'umanita'. Solo la pace salva le vite".

Riproponiamo ancora infine la seguente scheda di diversi anni fa: "Carlo Cassola e' nato a Roma nel 1917 dove visse fino al '40. Dal '50 visse a Grosseto. E' scomparso nel 1987. Laureato in legge, prese parte alla Resistenza, fu poi giornalista, insegnante di liceo e scrittore. Narratore fecondo, tra i piu' visibili e letti della letteratura italiana del Novecento. Dalla meta' degli anni Settanta si impegna in una intensa campagna per il disarmo unilaterale. Dall'utilissimo sito di "Nonluoghi" (www.nonluoghi.org) riprendiamo il seguente ricordo di Cassola risalente ad alcuni anni fa: "Quindici anni fa moriva Carlo Cassola (Roma, 17 marzo 1917 - Lucca, 29 gennaio 1987). Scrittore di primo piano, ricordato tra l'altro per il romanzo La ragazza di Bube, premio Strega 1960 (e film girato da Comencini), Cassola fu anche un intellettuale di forte impegno sociale, antimilitarista ed ecologista. Gia' partigiano contro nazisti e fascisti, dedico' in particolare l'ultima stagione della sua vita alle iniziative contro il militarismo e per la pace. Numerosi i suoi scritti contro gli eserciti e gli armamenti, di grande rilevanza per il mondo del pacifismo italiano il suo contributo sfociato nella nascita, nel 1977, della Lega per il disarmo dell'Italia che due anni piu' tardi sarebbe diventata - con la prima manifestazione contro gli euromissili e l'unione con la Lega socialista per il disarmo unilaterale dell'Italia - la Lega per il disarmo unilaterale. Quest'ultima sara' uno dei principali movimenti promotori della campagna di obiezione fiscale alle spese militari... Carlo Cassola riteneva che il rischio totale per l'umanita' fosse direttamente connesso alla sua organizzazione militarista e per questo metteva in cima alla scala delle priorita' la battaglia per la demilitarizzazione sociale. "Noi disarmisti - scriveva -  siamo accusati di essere sognatori fuori della realta'. Invece siamo i soli realisti. Gli altri, i sedicenti realisti, sono solo struzzi che hanno nascosto la testa sotto la sabbia per non vedere le conseguenze scellerate della loro politica: l'imminente fine del mondo e l'attuale miseria del mondo". La sua non era una utopica proposta diretta di societa' nuova, era piuttosto il grido disperato dell'uomo che vede la comunita' sull'orlo del baratro. Era un grido per invertire la rotta, evitare il disastro e da li' creare le condizioni per ragionare sull'utopia ecopacifista. Insomma, uno strappo, il disarmo unilaterale, per creare le condizioni del cammino. Scrive Cassola nel suo saggio La rivoluzione disarmista (Rizzoli): "L'utopia puo' diventare realta' solo mediante la rivoluzione. Un'evoluzione graduale e pacifica e' impensabile: come puo' il male evolvere verso il bene?". E ancora: "Sono queste vecchie, stupide e malvagie istituzioni che ci portano alla rovina. Dobbiamo distruggerle prima che sia troppo tardi. Non bisogna distruggerle gradualmente (non ne avremmo il tempo) ma tutte d'un colpo. Occorre un taglio netto col passato. Questo taglio netto e' appunto cio' che chiamiamo rivoluzione". In altre parole, la prima utopia e' la pace e da qui si potra' costruire il resto del percorso utopico. Vengono in mente - per contrasto - i discorsi moralisti che su vari temi (poverta', razzismo, pace, memoria) politici e pseudointellettuali ci propinano sorvolando sulla questione di fondo: mettere in discussione le istituzioni che nel loro grembo serbano l'embrione del mostro. Non basta, per esempio, denunciare l'Olocausto e ripetere "mai piu'"; bisogna piuttosto sforzarsi di vivisezionare il magma istituzionale (i meccanismi di delega politica; di manipolazione sociale; di deresponsabilizzazione a catena, individuale e di gruppo; di annullamento burocratico dei sentimenti umani eccetera) che ha reso possibile questo orrore e che puo' ancora partorire altre vergogne, altra sofferenza, altra oscurita'". Opere di Carlo Cassola: per quanto piu' specificamente qui ci interessa si vedano i racconti di ambientazione resistenziale, ma soprattutto gli opuscoli dedicati all'impegno per il disarmo unilaterale: Ultima frontiera, Rizzoli, Milano 1976; Il gigante cieco, Rizzoli, Milano 1976; La lezione della storia, Rizzoli, Milano 1978 (poi ristampati con in copertina solo il titolo del primo saggio, con una introduzione di Ernesto Balducci, a un anno dalla morte di Cassola, sempre presso Rizzoli, Milano 1988); La rivoluzione disarmista, Rizzoli, Milano 1983. Cfr. anche il libro-intervista a cura di Domenico Tarizzo, Carlo Cassola: letteratura e disarmo, Mondadori, Milano 1978. Opere su Carlo Cassola: un utile libro specifico: Carlo Alberto Madrignani, L'ultimo Cassola. Letteratura e pacifismo, Editori Riuniti, Roma 1991; tra le monografie generali: Giuliano Manacorda, Invito alla lettura di Cassola, Mursia, Milano 1973, 1991; Rodolfo Macchino Jodi, Cassola, La Nuova Italia, Firenze 1977; sull'opera letteraria di Cassola fondamentali anche Gian Carlo Ferretti, Letteratura e ideologia, Editori Riuniti, Roma 1964, 1976; Alberto Asor Rosa, Scrittori e popolo, Samona' e Savelli, Roma 1965, Einaudi, Torino 1988".

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Nel ricordo di Carlo Cassola proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

14. IL 30 GENNAIO A ORTE CONTRO IL MASCHILISMO

 

Venerdi' 30 gennaio 2015 a Orte (Vt), per iniziativa dell'Auser, presso la biblioteca della scuola media, in via del campo sportivo, dalle ore 15,30 alle ore 17,30 si svolgera' un incontro per l'impegno nonviolento contro il maschilismo, prima radice di ogni violenza.

L'incontro si svolge nell'ambito del corso su "Pace, diritti umani, nonviolenza, volontariato" promosso dall'Auser.

Partecipa all'incontro il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo.

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Nel corso dell'incontro si fara' anche memoria delle vittime del femminicidio, e si fara' riferimento alla Convenzione di Istanbul (ovvero la "Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica", approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa il 7 aprile 2011 e ratificata all'unanimita' dal Parlamento italiano nel giugno 2013 - e quindi legge dello Stato italiano dal 19 giugno 2013), ed alla necessita' di sostenere i centri antiviolenza realizzati dal movimento delle donne (nella provincia di Viterbo vi e' la luminosa esperienza del centro antiviolenza "Erinna").

L'iniziativa e' anche in preparazione dell'iniziativa internazionale del 14 febbraio "One Billion Rising" (la piu' importante e partecipata manifestazione nonviolenta oggi nel mondo, giunta alla terza edizione - Per informazioni e contatti: sito ufficiale: www.onebillionrising.org, sito italiano: http://obritalia.livejournal.com, facebook: https://www.facebook.com/obritalia; a Viterbo: "Associazione onlus Erinna - donne contro la violenza alle donne", tel. 0761342056, e-mail: onebillionrisingviterbo at gmail.com, e.rinna at yahoo.it, sito: http://erinna.it).

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L'incontro del 30 gennaio concludera' anche il primo ciclo di incontri di accostamento alla nonviolenza promosso dall'Auser col patrocinio del Comune e la generosa ospitalita' dell'Istituto comprensivo di Orte.

Segnaliamo che vari materiali del corso (sommari degli incontri, alcuni testi di riferimento, schede sintetiche, bibliografie) sono a disposizione delle persone interessate in formato elettronico e possono essere richiesti all'Auser (info at auserviterbo.it) e ricevuti gratuitamente per e-mail.

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Per informazioni: info at auserviterbo.it

 

15. PER IL COMPLEANNO DEL PROFESSOR OSVALDO ERCOLI

 

Ricorre il 30 gennaio il compleanno del professor Osvaldo Ercoli.

L'intera citta' di Viterbo gli ha reso omaggio, or non e' guari, con l'attestato di riconoscenza consegnatogli dal sindaco nella Sala Regia di Palazzo dei Priori il 2 ottobre scorso, in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza (attestato che alleghiamo in calce a queste righe).

Noi vorremmo rivolgere al professor Ercoli i nostro fervidi auguri in modo forse meno solenne, piu' sommesso, ma non meno sincero, non meno sentito: poiche' a Osvaldo Ercoli ci lega un'amicizia profonda e una gratitudine inestinguibile, avendolo da molti anni per maestro di vita e di impegno intellettuale, morale e civile contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione; in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; in difesa dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Dal profondo del cuore lo ringraziamo per l'alto suo magistero, per la sorgiva sua bonta'.

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Allegato: L'attestato di riconoscenza della citta' consegnato al professor Ercoli in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza il 2 ottobre 2014 nella Sala Regia di Palazzo dei Priori

Al professor Osvaldo Ercoli,

gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' pubblico amministratore di adamantino rigore morale e di strenua dedizione al bene comune, impegnato nel volontariato e nella difesa dell'ambiente e dei diritti di tutti gli esseri umani, animatore di molteplici iniziative di pace e di solidarieta', generoso educatore attraverso la parola e l'esempio al ragionamento logico come al dovere morale e all'impegno civile, di saggezza e mitezza maestro, testimone fedele dell'amore per il vero ed il giusto, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto a chiunque ne avesse bisogno come nel contrastare menzogne e violenze, sempre avendo a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera,

la citta' di Viterbo grata per il suo impegno di pace.

 

16. IL PRESIDENTE DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO SCRIVE AL SINDACO DI VICENZA

 

Mao Valpiana, il presidente del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini nel 1961 all'indomani della marcia Perugia-Assisi, ha scritto una lettera al Sindaco del Comune di Vicenza a sostegno dell'impegno affinche' alla Casa per la Pace di Vicenza sia restituita al piu' presto una sede adeguata, dopo che l'immobile in cui era sito l'Assessorato ai servizi sociali presso cui essa era ospitata e' stato venduto. Di seguito il testo della lettera.

"Al Sindaco di Vicenza

All'Amministrazione Comunale di Vicenza

Al Presidente del Consiglio Comunale di Vicenza

Oggetto: Casa per la Pace

Abbiamo appreso che la "Casa per la Pace" di Vicenza e' ora senza una sede fisica, e che le persone che generosamente prestano la loro opera per animarla sono senza un luogo dove poter lavorare per le finalita' istituzionali della Casa stessa.

La Casa per la Pace di Vicenza e' stata ed e' un punto di riferimento per l'intero movimento pacifista italiano. Come Movimento Nonviolento (fondato da Aldo Capitini nel 1961) abbiamo sempre sostenuto e collaborato attivamente con la Casa per la Pace di Vicenza, che ha svolto un prezioso lavoro di sviluppo culturale e documentale, onorando l'intera citta' di Vicenza.

Ci sta molto a cuore il futuro della Casa per la Pace di Vicenza, e le assicuriamo tutta la nostra attenzione per una positiva soluzione.

Auspichiamo che al piu' presto l'Amministrazione Comunale di Vicenza riesca a trovare una degna sistemazione per la Casa per la Pace; sarebbe davvero un grave danno, e una sconfitta per l'intera citta', se la Casa non ritrovasse la sua piena operativita'.

Ci auguriamo che in tempi brevissimi giunga la notizia della nuova riapertura della Casa per la Pace di Vicenza. Siamo molti, in tutta Italia, ad attenderla.

Cordialmente,

Massimo Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento"

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La sollecitazione della prestigiosa personalita' si aggiunge a quelle di tante altre illustri figure della cultura e dell'impegno civile, del volontariato e delle istituzioni, che avuta notizia dell'incresciosa situazione determinatasi con l'alienazione dell'immobile presso cui si trovava l'Assessorato ai servizi sociali e con esso la Casa per la Pace (che e' essa stessa "Istituzione pubblica") in queste settimane stanno esprimendo sia la propria preoccupazione e la propria sollecitudine per le sorti dell'importante istituzione vicentina apprezzata a livello nazionale ed internazionale come uno dei piu' rilevanti centri di studio, di ricerca e di iniziativa per la pace e la solidarieta', sia il proprio sostegno alla citta' ed all'amministrazione comunale di Vicenza affinche' al piu' presto la Casa per la Pace, questo autentico bene comune, questa preziosa risorsa morale e civile della citta', si veda restituita una adeguata sede in cui poter proseguire nelle benemerite sue attivita' a beneficio della citta' e dell'umanita' intera.

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Nel diffondere la notizia dell'autorevole intervento del presidente del Movimento Nonviolento rinnoviamo altresi' l'invito a tutte le persone di volonta' buona ed a tutte le istituzioni ed associazioni democratiche ad esprimere coralmente al Sindaco di Vicenza sollecitudine e sostegno per una tempestiva positiva soluzione.

Proponiamo pertanto alle persone interessate che non lo avessero ancora fatto di inviare al Sindaco di Vicenza lettere di sostegno all'incirca del seguente tenore:

"Egregio Sindaco,

apprendiamo che la "Casa per la Pace" di Vicenza, una delle esperienze piu' rilevanti di concreto e fecondo impegno per la pace nel nostro paese, tra i cui animatori vi e' il professor Matteo Soccio, che come e' noto e' una delle figure piu' autorevoli della nonviolenza in Italia, si troverebbe da alcuni giorni priva della sua sede a causa della vendita dell'immobile che ospitava gli uffici dell'Assessorato comunale presso cui la "Casa per la Pace" era ospitata.

Auspichiamo che il Comune di Vicenza riesca al piu' presto a garantire una nuova e adeguata sede alla "Casa per la Pace", che costituisce un importante servizio, un punto di riferimento e un bene comune non solo per la vostra citta' ma per tutte le persone di volonta' buona e per tutte le persone operatrici di pace.

Siamo certi che avra' gia' preso a cuore la questione e che si stara' gia' alacremente adoperando per recarla a buon fine nel migliore dei modi e con la massima tempestivita'.

Ringraziandola fin d'ora per l'attenzione, certi del suo impegno, e restando in attesa di notizie attestanti positivi e risolutivi sviluppi, voglia gradire un cordiale saluto di pace,

firma, luogo e data, recapiti postale, telefonico ed e-mail del mittente".

Tali lettere e' opportuno inviarle:

- sia ai seguenti indirizzi istituzionali...

- sia ai seguenti indirizzi dei principali mezzi d'informazione locali per far sentire tramite essi all'intera comunita' vicentina la vicinanza e l'apprezzamento...

- sia infine (ovvero in primis) naturalmente agli animatori della Casa per la Pace stessa: casaperlapace at gmail.com

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Non dubitiamo che il Sindaco di Vicenza, l'intera Giunta e l'intero Consiglio Comunale siano gia' alla ricerca di una adeguata soluzione per restituire una sede alla prestigiosa istituzione cittadina. Siano certi il sindaco, gli assessori, i consiglieri comunali e l'intera popolazione vicentina che da tutta Italia il mondo della cultura e del volontariato, della cittadinanza attiva e delle rappresentanze democratiche, e' pienamente solidale con la citta' di Vicenza e con l'impegno che si sta dispiegando in questi giorni affinche' questo suo bene comune, la Casa per la Pace, risorsa preziosa non solo per la citta' ma per l'Italia intera e per la civilta' umana, abbia al piu' presto di nuovo una sede in cui poter operare.

 

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SENZA ODIO, SENZA VIOLENZA, SENZA PAURA

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Al referendum votiamo No alla riforma costituzionale golpista

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 37 del 12 novembre 2016