[Nonviolenza] Telegrammi. 2523
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- Date: Fri, 4 Nov 2016 20:49:10 +0100 (CET)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2523 del 5 novembre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Osvaldo Caffianchi: Un altro quattro novembre
2. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
3. Verso la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" del 25 novembre
4. Un appello nonviolento per il 4 dicembre: Un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale. Al referendum votiamo No al golpe
5. Enrico Peyretti presenta "Guerra e rivoluzione" di Lev Tolstoj
6. Alcuni testi del mese di agosto 2016 (parte prima)
7. Per persuadere Parlamento e Comuni ad alcuni utili provvedimenti per salvare le vite e contrastare il razzismo
8. Questa mattina a Viterbo un incontro di presentazione di alcune ragionevoli proposte al Parlamento e agli enti locali
9. Uccisori
10. Dinanzi alle "pietre d'inciampo" a Porta della Verita'
11. Opporsi a tutte le stragi
12. Last, but not least
13. Segnalazioni librarie
14. La "Carta" del Movimento Nonviolento
15. Per saperne di piu'
1. SCORCIATOIE. OSVALDO CAFFIANCHI: UN ALTRO QUATTRO NOVEMBRE
Sfilano sciabole, moschetti, mitra
ed attaccati ad essi
come cani al guinzaglio esseri umani
ridotti a pezzi della macchina che uccide.
Un prominente dice buono e giusto
che tante vite siano state estinte
perche' lui abbia il comodo suo scranno
al desco ove si mesce sangue e oro.
Mai non si estingue la sete di sangue
e di rapina dei potenti e mai la sete
dell'ossequio da parte degli schiavi
al tritacarne destinati a maggior gloria
di chi sta in alto e succhia loro il sangue.
Questa e' la Festa delle Forze Armate
tra inchini solenni e urla sguaiate
tra squilli di tromba e conati di vomito
degli ingozzati della carne dei morti.
Questa e' la Festa del Potere che Uccide
che neppure dinanzi alle tombe delle vittime
ha ritegno ad esibire la sua tronfia
proterva violenza di lenone e di iena
che ride e pasteggia il 4 novembre.
*
Ma un altro e' gia' nato quattro novembre
non festa ma lutto
che sa che ogni vittima
ha il volto di Abele
e che questo orrore
occorre far cessare.
E tu fallo cessare
con la tua azione nonviolenta
e tu entra nella lotta
contro tutte le uccisioni
nel nome delle vittime
all'ascolto delle vittime
dalla parte delle vittime
per salvare tutte le vite
per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto
per abolire le guerre, gli eserciti, le armi
per abolire tutti i poteri assassini
affinche' sotto il cielo stellato finalmente risplenda
la legge morale.
La nonviolenza e' in cammino.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi
unitevi nella lotta per la comune liberazione.
Una sola umanita' di persone libere ed eguali
in un solo mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
2. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
3. REPETITA IUVANT. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE" DEL 25 NOVEMBRE
Si svolge il 25 novembre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".
Ovunque si realizzino iniziative.
Ovunque si contrasti la violenza maschilista e patriarcale.
Ovunque si sostengano i centri antiviolenza delle donne.
Ovunque si educhi e si lotti per sconfiggere la violenza maschilista e patriarcale, prima radice di tutte le altre violenze.
4. REPETITA IUVANT. UN APPELLO NONVIOLENTO PER Il 4 DICEMBRE: UN PARLAMENTO ELETTO DAL POPOLO, UNO STATO DI DIRITTO, UNA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE. AL REFERENDUM VOTIAMO NO AL GOLPE
Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.
No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.
Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
*
Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale.
Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto.
Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto.
*
Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.
No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.
Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
5. LIBRI. ENRICO PEYRETTI PRESENTA "GUERRA E RIVOLUZIONE" DI LEV TOLSTOJ
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo la seguente recensione]
Abbiamo letto in Guerra e rivoluzione (Feltrinelli 2015, pp. 180, euro 8,50), un nuovo volume dell'altro Tolstoj.
Cosi' Pier Cesare Bori chiamava l'opera del gigante russo, impegnato nella riforma religiosa e nella battaglia per la pace, successiva alla sua "conversione" ad un "cristianesimo anarchico", rigorosamente evangelico, fuori dalle chiese ufficiali, antidogmatico. Questo secondo Tolstoj, ispiratore di Gandhi, e' ancora troppo poco conosciuto rispetto al primo, l'autore dei grandissimi romanzi, nonostante la molta produzione etica, religiosa, civile, pacifista, che occupa due terzi dei 90 volumi dell'opera omnia.
Ha scoperto, curato e pubblicato Guerra e rivoluzione Roberto Coaloa, storico, slavista, accurato studioso di Tolstoj. Questo scritto e' del 1904-1905. Tolstoj lo stese durante la guerra russo-giapponese (vinta dal Giappone per cedimento della Russia) e all'inizio della prima rivoluzione russa, ma non pote' pubblicarlo in Russia. Usci' a Parigi con difficolta' nel 1906 e fu presto introvabile. Non esiste ne' in inglese ne' in russo, percio' questa edizione italiana, per merito di Coaloa, e' praticamente la prima di un inedito finora sconosciuto, eppure importante per conoscere la profezia rigorosamente pacifista di Tolstoj: non resistere alla violenza, non imitarla, ma disobbedirle.
Il cristianesimo - dice Tolstoj - ha proclamato la legge del mutuo soccorso, invece della violenza, ma l'umanita' cristiana non l'ha applicata. Il lusso degli uni e la miseria degli altri sono aumentati, specialmente tra i popoli che hanno abbandonato la vita naturale dei campi e si sono sottomessi alle menzogne statali. Ora devono liberarsi dalla superstizione statalista e rifiutare di obbedire alla violenza del governo. Il popolo russo ha sentito prima degli altri popoli le cause del malessere che ha inondato l'umanita'.
Questa e' la grande portata della rivoluzione che ora comincia in Russia. Le cause che l'hanno provocata sono le stesse in tutto il mondo. Le nazioni sono piegate sotto il peso degli armamenti, le masse operaie sono miserabili, i popoli sono spogliati del diritto naturale alla terra. La maggioranza dei russi vede che tutti i suoi mali vengono dalla sottomissione ai poteri pubblici. La partecipazione alla violenza del governo condurra' a mali ancora peggiori. L'unico mezzo per liberarsi sara' l'insubordinazione al governo e quindi l'abolizione degli stati raggruppati con la violenza. Per realizzare la grande rivoluzione basta capire che lo stato e' una finzione violenta, mentre la realta' e' la vita e la vera liberta'. Non si deve sacrificare vita e liberta' al feticcio dello stato, ma negargli criminale obbedienza. Con questo cambiamento finisce un'era e ne comincia una nuova.
Cosi' Tolstoj conclude il suo libro. Egli vuole che si agisca con la nonviolenza, che intende come "non resistenza al male mediante la violenza", e Gandhi volgera' in positivo, come lotta con la forza dell'amore e della verita' (satyagraha). Nella Rivoluzione russa del 1905, Tolstoj implora: "placare l'ostilita', non parteggiare, distogliere dall'odio, perche' tutto questo sa di sangue". "Si uccide da entrambe le parti. La contraddizione, come sempre, sta nel fatto che con la violenza si vuole arrestare la violenza". Il grande russo soffre questa contraddizione tra la profezia e la fede nell'avvento pacifico della pace con l'amore universale, e l'estrema distanza tra tale avvento e la realta' presente.
La sua tensione e' seme di un albero sano che sta crescendo tenace nella selva umana. Merito dell'estremismo ispirato di Tolstoj e' la denuncia forte di quanta violenza si annida, a tutt'oggi anche per noi, nelle istituzioni statali, che credono di potere difendere i diritti (anzi, gli interessi particolari) dei cittadini (anzi, dei privilegiati), con la violenza legalizzata: eserciti, prigioni, competizione, diseguaglianze. Abbiamo realizzato democrazie che in gran parte sono oligarchie. Anche le religioni sono interpellate da Tolstoj.
6. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI AGOSTO 2016 (PARTE PRIMA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di agosto 2016.
7. PER PERSUADERE PARLAMENTO E COMUNI AD ALCUNI UTILI PROVVEDIMENTI PER SALVARE LE VITE E CONTRASTARE IL RAZZISMO
Diffondiamo alcuni modelli di lettere da inviare al Parlamento ed ai Comuni per sollecitare alcuni utili provvedimenti per salvare le vite e contrastare il razzismo.
Chiediamo a tutti i nostri interlocutori di diffonderli ulteriormente.
Ed in particolare chiediamo di inviarli ai parlamentari di propria fiducia ed agli amministratori del proprio Comune, ai mezzi d'informazione, alle persone di volonta' buona ed alle associazioni democratiche.
Ancora una volta vorremmo contribuire a suscitare un'iniziativa dal basso che con la forza della verita', con la forza della legalita', con la forza della democrazia contrasti la strage in corso nel Mediterraneo, si opponga a razzismo e schiavismo, promuova la civile convivenza, inveri l'impegno a soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto, riconosca l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, renda effettiva la democrazia riconoscendo ad ogni persona il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che tutti riguardano.
Vi e' una sola umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
*
I. Un modello di lettera ai parlamentari con la richiesta di due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
Gentili parlamentari,
vi scriviamo per formularvi la richiesta di due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia.
1. Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro;
2. Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
Vogliate gradire distinti saluti,
Firma, luogo e data, recapito del mittente
*
II. Un modello di lettera affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - attribuisca la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' locale ha una relazione significativa e quindi impegnativa (ovvero a) tutte le bambine e tutti i bambini nate e nati nel territorio comunale da genitori non cittadini italiani; b) tutte le bambine e tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono nel territorio comunale; c) tutte le bambine e tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono nel territorio comunale ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli)
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente del Consiglio comunale di ...
e per opportuna conoscenza:
a tutti gli assessori comunali
a tutti i consiglieri comunali
alla segreteria generale del Comune
Oggetto: proposta di delibera per l'attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunità locale ha una relazione significativa e quindi impegnativa
Signor Sindaco,
signor Presidente del Consiglio comunale,
vi inviamo la seguente proposta di delibera.
Il Consiglio Comunale di ...
- premesso che le bambine ed i bambini (intendendo qui tutte le persone minorenni, in eta' da zero a 18 anni) sono l'unica speranza di esistenza futura dell'umanita', e pertanto dell'umanita' intera sono il bene piu' prezioso, ed e' quindi dovere delle persone adulte fare tutto quanto e' in proprio potere per garantire loro una vita degna, sicura e felice;
- considerato che compito delle istituzioni democratiche della Repubblica Italiana cosi' come di ogni consesso civile e' rispettare, difendere e promuovere la vita, la dignita' e i diritti di tutte le persone umane, ed in primo luogo delle persone piu' fragili ed indifese, e tra queste vi sono senz'altro le bambine ed i bambini che per la loro crescita e la loro socializzazione hanno bisogno dell'aiuto, dell'accudimento, del rispetto, dell'amore e della protezione altrui;
- affermato che la citta' di ... vuole essere citta' amica delle bambine e dei bambini;
- riconosciuto che della comunita' di ... fanno parte tutte le persone che a ... nascono, vivono, operano, e che tutte recano alla citta' il dono prezioso dell'infinito valore morale della loro umana presenza;
- evidenziato in particolare che della comunita' cittadina fanno quindi parte anche tutte le persone e le famiglie che a ... si trovano e si troveranno, indipendentemente dal fatto di avere o non avere la cittadinanza italiana, di un altro paese o di nessun paese;
- richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che riconosce che vi e' una sola umanita' e che tutte le persone umane sono portatrici di inalienabili diritti;
- nel rispetto e nell'impegno a realizzare quanto disposto dal dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 dichiara che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita', e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta' politica, economica e sociale" (articolo in cui va notato che non ci si riferisce ai soli cittadini ma a tutte le persone umane usando a tal fine la formula universalistica "uomo" - intesa in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessita' di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo -); che all'art. 10, comma terzo, dichiara che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge" (anche in questo caso usando l'espressione "lo straniero" in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessita' di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo); che agli articoli 13, 14, 15, 19, 21-25 e 27 della Parte Prima, Titolo Primo, "Rapporti civili", agli articoli 29-34 della Parte Prima, Titolo Secondo, "Rapporti etico-sociali", agli articoli 35-37 e 39-47 della Parte Prima, Titolo Terzo, "Rapporti economici", riconosce pari diritti e pari protezione a tutte le persone umane presenti nel territorio italiano indipendentemente dalla loro cittadinanza;
- dando adempimento agli impegni di solidarieta' e quindi di civilta' espressi esplicitamente ovvero implicitamente nel proprio Statuto Comunale;
- accogliendo l'invito dell'Organizzazione delle Nazioni Unite espresso fin dalla sua Carta costitutiva e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e successivamente esposto nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia del 1989, e negli atti conseguenti e complementari;
- ed in particolare accogliendo le considerazioni, le proposte ed i suggerimenti dell'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia;
- sottolineando specificamente che la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia (approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall'Italia con la legge 27 maggio 1991, n. 176) fin dal Preambolo ai commi IV-VI evidenzia che "l'infanzia ha diritto a un aiuto e a un'assistenza particolari", "la famiglia, unita' fondamentale della societa' e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l'assistenza di cui necessita", "il fanciullo ai fini dello sviluppo armonioso della sua personalita' deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicita', di amore e di comprensione" (ed e' opportuno ricordare che l'Unicef-Italia sottolinea che sarebbe preferibile tradurre il termine inglese "child", anziche' con "fanciullo", con "bambino, ragazzo e adolescente" - scilicet, in una formulazione ancor piu' adeguatamente riconoscente ed inclusiva: "bambina e bambino, ragazza e ragazzo, adolescente" -);
- preso atto che purtroppo attualmente la legislazione italiana non riconosce ancora concreta e adeguata garanzia di effettiva parita' e reale pienezza di diritti a tutte le bambine e tutti i bambini presenti in Italia;
- intendendo con il presente atto dare riconoscimento dell'esistenza presente e futura nel territorio italiano delle bambine e dei bambini anche non cittadine e cittadini italiani, ovvero esprimere riconoscenza per la loro esistenza che rinnova il miracolo della vita e garantisce un futuro alla civilta' umana ed alla sua possibilita' di bene;
- intendendo altresi' dare un esempio, sia pure in forma eminentemente simbolica, di tale riconoscimento e riconoscenza, attraverso un atto che rappresenta e compendia altresi' la manifestazione e l'attribuzione - sia pure, stanti i limiti delle proprie competenze di ente locale, solo simbolica - della assoluta parita' e pienezza di diritti di tutte le bambine e di tutti i bambini;
- intendendo infine sollecitare il Governo e il Parlamento Italiani, cosi' come al loro livello e secondo le loro competenze il Parlamento Europeo, il Consiglio dell'Unione Europea e la Commissione Europea, cosi' come il Consiglio d'Europa, ad assumere tutti i provvedimenti atti a garantire ope legis pienezza e protezione di diritti per tutte le bambine e tutti i bambini;
- dichiarando infine e decisivamente la propria persuasione nella seguente evidente verita': che tutte le persone umane nascono libere ed eguali in diritti, e che quindi tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia hanno diritto agli stessi diritti di tutte le altre bambine e tutti gli altri bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia;
- nell'ambito delle proprie prerogative e competenze, nel rispetto e nell'applicazione di quanto previsto dalla vigente legislazione, certo di interpretare il comune sentire della popolazione di ... e la voce ferma e profonda dell'umanita' intera cosi' come espressa dalle piu' alte coscienze, testimonianze e tradizioni di pensiero nel corso della storia:
delibera di
1. attribuire la Cittadinanza Onoraria di ...:
a) a tutte le bambine e a tutti i bambini nate e nati a ... da genitori non cittadini italiani;
b) a tutte le bambine e a tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono a ...;
c) a tutte le bambine e a tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono a ... ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli (ovviamente laddove a cio' non ostino cogenti motivi di necessaria particolare protezione e tutela, da parte delle istituzioni pubbliche, delle persone minori come di altre persone componenti il nucleo familiare).
2. Organizzare una pubblica cerimonia - da ripetersi con cadenza annuale per le nuove bambine ed i nuovi bambini che si aggiungeranno nel corso del tempo - di consegna degli attestati alle bambine ed ai bambini, alle ragazze ed ai ragazzi, ed ai loro genitori, cerimonia che sia occasione di riconoscimento e di riconoscenza, di festa e di incontro, di condivisione del bene comune della vita associata, della legalita' democratica, della civile convivenza. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.
3. Realizzare e diffondere attraverso il sito web del Comune, attraverso locandine da collocarsi negli uffici pubblici e nelle scuole, attraverso un apposito manifesto da affiggere per le vie cittadine, attraverso comunicati ai mezzi d'informazione ed in tutte le altre forme abitualmente usate per le comunicazioni istituzionali, un testo che riproduca (in italiano e nelle lingue delle varie comunita' alloglotte presenti nel territorio comunale, e con gli opportuni accorgimenti grafici per la miglior comprensione e diffusione) la presente deliberazione e la porti a conoscenza dell'intera comunita' cittadina. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.
4. Chiedere al Governo e al Parlamento Italiani nell'ambito delle loro rispettive competenze di procedere all'assunzione di atti legislativi e regolamentari che riconoscano a tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia, gli stessi diritti di tutte le altre bambine e di tutti gli altri bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.
5. Proporre agli altri Comuni della provincia di ... di assumere deliberazioni analoghe. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.
Vogliate gradire distinti saluti,
Firma, luogo e data, recapito del mittente
*
III. Un modello di lettera affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - istituisca la "Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune"
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente del Consiglio comunale di ...
e per opportuna conoscenza:
a tutti gli assessori comunali
a tutti i consiglieri comunali
alla segreteria generale del Comune
Oggetto: Istituzione della Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune
Signor Sindaco,
signor Presidente del Consiglio comunale,
vi inviamo la seguente proposta di delibera.
Il Consiglio Comunale di ...,
premesso che il Comune di ... riconosce l'importanza della partecipazione della popolazione ai processi decisionali attraverso cui l'ente locale assume gli atti di sua competenza relativi all'amministrazione della citta';
considerato che della comunita' cittadina di ... fanno parte a pieno titolo le persone immigrate da altri paesi e regolarmente residenti ovvero domiciliate nel territorio comunale ma che non hanno la cittadinanza italiana;
riaffermato l'impegno a promuovere il dialogo e il confronto democratico fra la popolazione tutta e l'amministrazione comunale valorizzando anche il ruolo delle associazioni quali componenti essenziali del processo di coinvolgimento della popolazione nei procedimenti decisionali;
ritenuto doveroso promuovere interventi adeguati al fine di garantire la partecipazione popolare all'attivita' amministrativa e alla vita pubblica nel suo complesso;
delibera
di istituire la Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune.
Essa sara' regolamentata secondo le modalita' previste ai sensi e per gli effetti del regolamento per l'istituzione delle Consulte Comunali tenuto conto delle ovvie specificita'.
Vogliate gradire distinti saluti,
Firma, luogo e data, recapito del mittente
*
IV. Un modello di lettera affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - istituisca la presenza in Consiglio Comunale dei "consiglieri comunali stranieri aggiunti"
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente del Consiglio comunale di ...
e per opportuna conoscenza:
a tutti gli assessori comunali
a tutti i consiglieri comunali
alla segreteria generale del Comune
Oggetto: proposta di istituzione dei consiglieri comunali stranieri aggiunti
Signor Sindaco,
signor Presidente del Consiglio comunale,
nel territorio del Comune di ... vivono e lavorano persone straniere che contribuiscono con la loro presenza, il loro lavoro ed i loro tributi al bene comune della citta'; ma queste persone non avendo la cittadinanza italiana non vedono riconosciuto il loro diritto a prendere parte alle decisioni pubbliche che tutte le persone riguardano;
mentre prosegue la pluridecennale iniziativa affinche' il Parlamento italiano finalmente renda effettivo il fondamentale diritto democratico "una persona, un voto" con una legge ordinaria che riconosca l'elettorato attivo e passivo agli oltre cinque milioni di immigrati regolarmente residenti in Italia perlomeno per quanto riguarda le elezioni amministrative comunali e regionali (per le elezioni politiche occorrerebbe verosimilmente una modifica costituzionale), in vari Comuni d'Italia gia' da alcuni decenni e' stata istituita la figura del "consigliere comunale straniero aggiunto", proprio per consentire a rappresentanti dei residenti stranieri - eletti dagli stessi stranieri residenti nel territorio comunale - di partecipare ai lavori dei consigli comunali e delle commissioni consiliari con pieno diritto di parola, quand'anche senza diritto di voto deliberativo.
Si propone pertanto che il Comune di ... istituisca la figura del "consigliere comunale straniero aggiunto", prendendo a modello una o piu' delle deliberazioni a tal fine assunte gia' da molti anni da vari Comuni d'Italia.
Vogliate gradire distinti saluti,
Firma, luogo e data, recapito del mittente
8. QUESTA MATTINA A VITERBO UN INCONTRO DI PRESENTAZIONE DI ALCUNE RAGIONEVOLI PROPOSTE AL PARLAMENTO E AGLI ENTI LOCALI
La mattina di lunedi' primo agosto 2016 presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo si e' svolto un incontro di presentazione di alcune proposte al Parlamento ed ai Comuni per rendere effettivi alcuni fondamentali diritti propri di ogni persona: il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; il diritto alla partecipazione alle decisioni che riguardano tutti (sulla base del principio basilare della democrazia: "una persona, un voto").
*
La proposta al Parlamento richiede due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: ovvero riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; e riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
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Le tre proposte ai Comuni concernono rispettivamente:
I. la richiesta che il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - attribuisca la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' locale ha una relazione significativa e quindi impegnativa (ovvero a) tutte le bambine e tutti i bambini nate e nati nel territorio comunale da genitori non cittadini italiani; b) tutte le bambine e tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono nel territorio comunale; c) tutte le bambine e tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono nel territorio comunale ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli);
II. la richiesta che il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - istituisca la "Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune";
III. la richiesta che il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - istituisca la presenza in Consiglio Comunale dei "consiglieri comunali stranieri aggiunti".
*
Al termine dell'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha letto e commentato alcuni brevi testi di Hannah Arendt, di Primo Levi e di Nelson Mandela, ed ha riassunto il senso dell'iniziativa.
E' principio ed esito del sentire morale e del pensiero logico di ogni persona ragionevole riconoscere l'umanita' di ogni essere umano; e quindi riconoscere l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani; poiche' vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, e questa unicita' del genere umano si concretizza nella pluralita' delle umane esistenze cosicche' tutti gli esseri umani l'umanita' compongono, e l'offesa ad una persona recata e' recata alle persone tutte; ne discende il dovere dell'universale solidarieta', della responsabilita' e della condivisione; ne consegue il dovere della benevolenza, della compassione, della giustizia che salva le vite e soccorre, accoglie ed assiste ogni persona in pericolo, ogni persona bisognosa di aiuto, ogni persona sofferente.
Il razzismo, cosi' come ogni forma di persecuzione, come ogni guerra ed ogni uccisione, come il maschilismo ed ogni oppressione, come ogni violenza sugli esseri umani, sugli altri esseri viventi e senzienti, sulla biosfera, e' un crimine contro l'umanita'.
Contrastare il razzismo e' quindi non solo un dovere morale, giuridico e politico, ma anche un diritto sostanziale, collettivo e personale, ed infine un bisogno esistenziale di ogni essere umano che sente, che pensa, che sa e che vuole che le relazioni tra gli esseri umani umane siano, ovvero rispettose, accudenti, sollecite, fondate sulla verita' e sul mutuo aiuto.
Nel mondo sortito dagli orrori assoluti di Auschwitz e di Hiroshima, dei gulag e dei lager, nell'eta' atomica in cui una catastrofe onnicida e' resa possibile dal mero sviluppo tecnico degli armamenti, l'umanita' sa che il compito comune e' la comune salvezza. Chi ancora si attarda in brutali e stoltissime divisioni tra fedeli e infedeli, tra nativi e stranieri, tra bianchi e neri, tra uomini e donne, tra belli e brutti, tra civili e selvaggi, e cosi' via, con la sua stessa ideologia del pregiudizio e della persecuzione gia' follemente coopera all'annichilimento dell'umanita'. Il primo diritto di ogni essere umano e' avere l'aiuto degli altri esseri umani; il primo dovere di ogni essere umano e' recare il suo aiuto agli altri esseri umani.
Pace, giustizia e solidarieta' sono le azioni che fondano la civile convivenza. La nonviolenza e' la politica necessaria per la salvezza dell'umanita'.
*
L'incontro si e' collocato all'interno della "settimana d'azione contro il razzismo" promossa dalla struttura nonviolenta viterbese.
9. UCCISORI
Tutti gli uccisori sono uccisori.
Tutti gli uccisori sono nemici dell'umanita'.
*
Taluni ministri italiani esprimono il loro apprezzamento per le stragi commesse dagli americani.
E non si accorgono che tutte le stragi sono la stessa strage.
E non si accorgono che plaudendo alle stragi si fanno complici di tutti gli stragisti.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo salvando le vite ci si oppone alle stragi.
Chi aggiunge strage a strage uccide degli esseri umani, dichiara lecito l'uccidere, nuove stragi prepara.
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Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
10. DINANZI ALLE "PIETRE D'INCIAMPO" A PORTA DELLA VERITA'
Martedi' 2 agosto 2016 una delegazione del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo si e' recata e soffermata in silenziosa meditazione dinanzi alle "pietre d'inciampo" e alla lapide che a Porta della Verita' ricordano le vittime viterbesi dei lager nazisti.
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In questi giorni la struttura nonviolenta viterbese e' impegnata in un'iniziativa di coscientizzazione e testimonianza contro il razzismo e le persecuzioni, iniziativa che ha come elemento centrale la proposta al Parlamento ed ai Comuni di deliberare provvedimenti legislativi ed amministrativi che rendano effettivo quanto gia' stabilito dalla Costituzione della Repubblica Italiana ed attraverso un piano costruttivo di intervento istituzionale inverino fondamentali diritti umani.
In particolare al Parlamento si richiede di legiferare per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: riconoscendo a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, e riconoscendo il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
Ed in attesa degli adeguati ed effettualmente improcrastinabili interventi legislativi in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni persona, fin d'ora ai Comuni che gia' non lo abbiano fatto si richiede: 1. che attribuiscano la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' locale ha una relazione significativa e quindi impegnativa (ovvero a) tutte le bambine e tutti i bambini nate e nati nel territorio comunale da genitori non cittadini italiani; b) tutte le bambine e tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono nel territorio comunale; c) tutte le bambine e tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono nel territorio comunale ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli); 2. che istituiscano la "Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune"; 3. che istituiscano la presenza in Consiglio Comunale dei "consiglieri comunali stranieri aggiunti".
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Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, nel ricordare l'orrore assoluto della Shoah e delle innumerevoli vittime innocenti della violenza nazista ha rievocato con commozione le figure, l'insegnamento ed alcune luminose parole di Primo Levi e di Vittorio Emanuele Giuntella.
Il ricordo delle vittime della Shoah ci interpella, ci convoca all'impegno morale e civile, culturale e politico, personale e collettivo, educativo ed esistenziale, per impedire che altre persone vengano perseguitate ed uccise; ci interpella, ci convoca a contrastare tutti i poteri violenti, tutte le ideologie, le strutture e le prassi della disumanizzazione; ci interpella, ci convoca alla solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge, conforta e sostiene, aiuta e difende.
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Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha poi ricordato che ricorrera' tra pochi giorni anche l'anniversario della bomba atomica sulla popolazione inerme di Hiroshima.
La memoria di Auschwitz e la memoria di Hiroshima ci confermino nella persuasione del nostro comune primo dovere: non uccidere, non consentire uccisioni, adoperarsi invece per salvare le vite, tutte le vite: la civilta' umana, il senso e il fine dell'esistenza umana, in questo imperativo categorico ha il primo suo fondamento: non uccidere, salvare le vite.
Il nostro recente passato e' quello del secolo dei lager e dei gulag, dei genocidi e del totalitarismo, delle due guerre mondiali cui ora succede questa che e' stata precisamente definita "terza guerra mondiale" la cui esatta tragica percezione sfugge sovente poiche' i criminali suoi promotori la conducono "a pezzi" cercando di occultarne nessi e dimensioni, scaturigini e responsabilita', fenomenologia reale e conseguenze apocalittiche.
Se il primo dovere di ogni essere umano e', come crediamo, il dovere di non uccidere, esso deve dunque svolgersi nell'impegno ad opporsi alla guerra - a tutte le guerre - e a tutte le uccisioni, nell'impegno ad opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, nell'impegno ad opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni, nell'impegno a soccorrere, accogliere, assistere ogni essere umano bisognoso di aiuto.
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Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha poi ricordato come oggi ricorra l'anniversario della strage della stazione di Bologna, e come tutte le vittime di tutte le stragi sono come una medesima vittima di una stessa strage: ed ha ribadito quindi una volta di piu' che l'unico modo per preservare e onorare la memoria di tutte le vittime e' opporsi a tutte le stragi: e che poiche' le stragi si compiono con le armi da parte di persone armate, la cosa piu' urgente e' disarmare tutti e bandire le armi vietandone la produzione, il commercio, la detenzione e l'uso.
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Concludendo la sua riflessione il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha riaffermato alcune flagranti evidenze, affinche' anche quanti nei giorni scorsi a Viterbo hanno detto parole non meditate di gretto e stolto cinismo, di vile e greve indifferenza dinanzi al dolore degli altri, possano meditarle ed aprire le loro menti ed i loro cuori ad una finalmente adeguata percezione, intellezione e comprensione della situazione reale e dei compiti dell'ora di ogni persona di retto sentire e di volonta' buona.
La prima evidenza: che nessun essere umano e' autosufficiente; e cosi' prima di negare la solidarieta' ad altri ciascuno si interroghi se il giorno in cui di solidarieta' avra' bisogno preferirebbe che le altre persone gli rechino aiuto o glielo neghino.
La seconda evidenza: che tutti gli esseri umani sono eguali in diritti; e lo sono perche' sono tutti diversi l'uno dall'altro e l'umanita' e' costitutivamente plurale (sono temi su cui ha scritto pagine luminose Hannah Arendt, la piu' grande pensatrice politica del Novecento).
La terza evidenza: che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera. Non c'e' bisogno di aver letto Rousseau o Kant per capire che a furia di erigere muri si finisce tutti imprigionati da essi. E non c'e' bisogno di aver letto i Vangeli o la Costituzione della Repubblica Italiana per capire che il primo comune dovere e' salvare le vite, e che ogni persona la cui vita e' in pericolo ha diritto di cercar di salvarla, e che chi e' costretto dalla violenza della fame o delle guerre, delle dittature ovvero di un iniquo ordine internazionale (il "disordine costituito" di cui parlava Mounier), ad abbandonare la sua casa, la sua famiglia, il suo paese, ha diritto ad essere soccorso, accolto e assistito. Lo sapeva gia' Omero. Vi e' una sola famiglia umana, e ogni vittima ha il volto di Abele.
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L'iniziativa e' stata parte della "settimana d'azione contro il razzismo" promossa dalla struttura nonviolenta viterbese.
11. OPPORSI A TUTTE LE STRAGI
Occorre opporsi a tutte le stragi, ovunque e da chiunque commesse.
Ogni essere umano ha diritto alla vita.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo il bene puo' sconfiggere il male.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
12. LAST, BUT NOT LEAST
Coloro che odiano il bene - e che per questo vivono soffrendo di un'intima scissura: poiche' amare il male e' una contraddizione in termini - per denigrare il bene lo chiamano "buonismo".
La lingua tradisce il pensiero: ogni volta che sento qualcuno pronunciare sprezzante la parola "buonismo" so che e' - rassegnato o esaltato, inconsapevole o meno - uno stolto adoratore del male, o uno sventurato al male prostituito, ovvero misera una vittima di una ideologia e di una retorica che disumanizzano chi da esse si lascia sedurre ed abbrutire.
Ne provo scandalo e pena: anche loro sono esseri umani, anche a loro occorre recare aiuto, affinche' si liberino dalla menzogna ovvero dalla violenza di cui sono prigionieri.
La barbarie fascista si sconfigge consentendo a tutti gli esseri umani di accedere alla comprensione, al riconoscimento dell'umanita' di tutti gli esseri umani, alla riconoscenza che ogni persona prova per i molti autentici doni che l'intero tragitto della civilta' umana a tutti elargisce.
La barbarie fascista si sconfigge non con i bombardamenti, ma costruendo case, scuole ed ospedali.
La barbarie fascista si sconfigge riconoscendo a tutti gli esseri umani il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
La guerra e' sempre un male.
Solo la pace salva le vite.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
13. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Leonardo Gariboldi (a cura di), Einstein. Dalla relativita' alle onde gravitazionali, Rcs, Milano 2016, pp. 168, euro 1 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Riletture
- AA. VV., Discutere lo stato. Posizioni a confronto su una tesi di Louis Althusser, De Donato, Bari 1978, pp. 340.
14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
15. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2523 del 5 novembre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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