[Nonviolenza] Telegrammi. 2483



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2483 del 26 settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. L'altra, la vera, la nostra politica

2. Alcuni testi del mese di luglio 2015 (parte terza)

3. A che punto e' la notte

4. Opporsi alla guerra, al razzismo, al maschilismo

5. Modelli di quattro lettere al Parlamento

6. Sic et simpliciter

7. Ogni giorno

8. Cosi' totalitaria

9. Per contrastare i pogrom con la forza della democrazia

10. Opporsi

11. I sommersi, chi li uccide

12. Et in Arcadia ego

13. Ismaele, ovvero il massacro dei profughi nel Mediterraneo

14. Fermare la guerra

15. "Una persona, un voto". Un incontro a Viterbo ed una documentazione essenziale

16. Altri tredici cadaveri

17. Segnalazioni librarie

18. La "Carta" del Movimento Nonviolento

19. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. L'ALTRA, LA VERA, LA NOSTRA POLITICA

 

Trovo miserabile una politica che non dedichi tutte le sue energie ad opporsi alla guerra, ad opporsi al razzismo, ad opporsi al maschilismo, ad opporsi alla schiavitu' e all'ecocidio.

E trovo quindi ignobili tutte le organizzazioni politiche che invece di adoperarsi per la pace, i diritti umani di tutti gli esseri umani (ed in primo luogo di tutte le donne del mondo), per un'economia di giustizia e di rispetto della natura, contro un'organizzazione fascista della societa' e un'oppressione di classe giunta ormai in gran parte del mondo a livelli di puro orrore, continuino nello squallido teatrino della societa' dello spettacolo.

Se non vi fosse stata per decenni e decenni un'opera diseducativa e di narcotizzazione di massa non sarebbe possibile che nel nostro paese, ad esempio, oggi tutte le principali organizzazioni politiche siano fondate sulla leadership di capi carismatici la cui barbarie e' a tutti evidente, e perseguano fini piu' che autoritari totalitari tout court.

Ma questo, hic et nunc, e' lo stato del mondo.

*

Ma si illuderebbe chi credesse che a un ceto politico corrotto corrispondesse una societa' civile non infetta. In verita' paese legale e paese reale - per usare di questa vecchia formulazione - si rispecchiano e fanno corpo.

Il che significa, dal nostro modesto, modestissimo punto di vista, che ad alcun compiti necessari ed urgenti dobbiamo attendere, ed attendervi noi senza attendere che altri lo faccia: come amava dire Gandhi, sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo.

Partecipando qualche giorno fa a un corteo per il No al referendum ci dicevamo con un vecchio amico e compagno di mille battaglie che l'eta' media dei manifestanti era oltre i cinquant'anni. Non era ne' una battuta, ne' uno sfogo tra noi vecchierelli; con una sia pur evidente forzatura era una mera constatazione. Ed anche di questo dovremmo ragionare.

Questi compiti io vedo i piu' urgenti, e li elenco costi' per semplicita' di comunicazione:

1. opporsi alla guerra, e quindi alle armi e agli eserciti, a tutte le armi, a tutti gli armigeri, a tutte le uccisioni;

2. opporsi al razzismo, e quindi innanzitutto soccorrere, accogliere, assistere ogni persona che in fuga da guerra e fame, da dittature e disastri, qui cerca di giungere per salvare la vita;

3. opporsi al maschilismo che e' la prima radice e il primo paradigma di ogni violenza;

4. opporsi ad ogni ulteriore aggressione alla biosfera ed anzi intraprendere politiche di risanamento ambientale e di contenimento e riduzione dell'inquinamento prodotto;

5. riorganizzare il movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita' e ricostruirne una rappresentanza politica che porti anche nelle istituzioni democratiche la sua lotta, il suo programma di comune emancipazione e di condivisione e difesa dei comuni diritti e dei beni comuni;

6. scegliere la nonviolenza come unica teoria-prassi adeguata alla lotta che dobbiamo condurre per la salvezza dell'umanita' e della biosfera;

7. difendere lo stato di diritto, costituzionale e democratico, come assetto che garantisca diritti civili, politici, sociali ed umani, finche' l'umanita' unificata, autocosciente ed autoriconoscente non sappia trovare forme piu' adeguate di organizzazione sociale che garantiscano i medesimi diritti;

8. sperimentare fin d'ora forme di produzione e riproduzione sociale, di civile convivenza e piena condivisione dei saperi e dei beni, di mutuo soccorso e rispetto reciproco, di democrazia consiliare fondata sul metodo decisionale nonviolento del consenso;

9. estendere quanto piu' possibile le forme e le pratiche nonviolente di gestione e risoluzione dei conflitti;

10. non indulgere giammai al mentire: quel che non sappiamo, ammettere di non saperlo; quel che sappiamo, socializzarlo; quel che e' discutibile, discuterlo insieme; insieme camminare o ristare ascoltandoci - ascoltando la voce dei presenti, riascoltando la voce dei passati (conservandone quindi le tracce, meditandone quindi le lezioni), immaginando la voce dei venturi.

*

E nell'immediato, ad esempio:

I. quanto all'opposizione alla guerra: drastica riduzione delle spese militari; avvio del piu' rigoroso disarmo; cessazione della partecipazione italiana alle guerre in corso; cessazione di ogni complicita' del nostro paese con regimi violatori dei diritti umani e recessione da ogni alleanza militare; promozione dei corpi civili di pace e della difesa popolare nonviolenta;

II. quanto all'opposizione al razzismo: riconoscere a tutte le persone il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che nel nostro paese vivono;

III. quanto all'opposizione al maschilismo: sostenere i centri antiviolenza del movimento delle donne; applicare integralmente la Convenzione di Istanbul;

IV. quanto alla difesa della biosfera: opporsi all'ulteriore consumo di territorio; fermare le attivita' produttive e correggere gli stili di vita incompatibili con la difesa della biosfera casa comune dell'umanita'; risanare per quanto possibile quanto avvelenato e devastato;

V. quanto ai rapporti di produzione e di proprieta': inverare l'impegno al primato del diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta';

VI. quanto alla difesa della democrazia e dello stato di diritto: innanzitutto vincere il referendum con cui impedire il golpe, votando No alla riforma costituzionale voluta dal governo degli apprendisti stregoni.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI LUGLIO 2015 (PARTE TERZA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di luglio 2015.

 

3. A CHE PUNTO E' LA NOTTE

 

La guerra, la guerra asimmetrica e globalizzata, e' ormai esperienza quotidiana che i mass-media amplificano e banalizzano, narcotizzando la generalita' di coloro che pur potrebbero e dovrebbero agire affinche' essa cessasse.

E perche' la guerra cessi occorre il disarmo e la smilitarizzazione. Questo sarebbe un reale obiettivo per ogni persona ragionevole e per tutte le forze democratiche nel nostro paese: una campagna nonviolenta affinche' l'Italia cessi di partecipare alle guerre guerreggiate globali, affinche' l'Italia riduca subito drasticamente le folli spese militari (72 milioni di euro al giorno), affinche' l'Italia si impegni per il disarmo.

La miriade di movimenti, di associazioni e di istituzioni che si proclamano per la pace e per i diritti umani, questo dovrebbero innanzitutto fare: battersi coerentemente e concretamente per la smilitarizzazione e il disarmo. Non mi sembra che questo accada.

*

Il trionfo del razzismo, anche in Italia, e' sotto gli occhi di tutti. Battersi contro la persecuzione razzista e schiavista e' il primo dovere di ogni persona decente, il primo dovere di ogni istituto democratico.

Quale e' infatti il quadro reale della situazione in Italia? Migranti gettati negli artigli dei poteri criminali e nelle fauci della morte dalla scelta governativa di proibire loro di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; campi di concentramento e deportazioni; una miriade di misure razziste flagrantemente incostituzionali; favoreggiamento della riduzione in schiavitu'; cinque milioni di residenti cui e' negato l'elementare diritto di prendere parte alle decisioni che riguardano le loro stesse esistenze. In breve: un regime di apartheid; pratiche segregative e schiaviste; palese complicita' tra regime della corruzione, mafie e neofascismo nella vessazione e persecuzione dei migranti; sostanziale impunita' per chi propaganda e organizza la persecuzione razzista (che anzi ottiene udienza e ossequio dalla generalita' dei mass-media, conseguente consenso elettorale ed accesso al governo della cosa pubblica).

Se non ci battiamo per difendere i piu' elementari diritti umani delle persone piu' inermi e indifese, se non ci battiamo contro il razzismo e lo schiavismo, cosa siamo diventati? Un branco di lupi, una congrega di vampiri.

 

4. OPPORSI ALLA GUERRA, AL RAZZISMO, AL MASCHILISMO

 

Basta guardarsi attorno per rendersi conto della necessita' e dell'urgenza di opporsi alla guerra, al razzismo, al maschilismo.

La guerra che sta sommergendo la civilta' umana.

Il razzismo che sta disumanizzando anche il nostro paese.

Il maschilismo che e' la prima radice di tutte le altre violenze e che ogni giorno miete vittime e vittime e vittime e rende invivibile questo unico mondo vivente.

*

E basterebbe prendere sul serio la Carta delle Nazioni Unite e la Dichiarazione universale dei diritti umani, per sapere quale sia il nostro comune dovere.

Basterebbe inverare il programma d'azione inscritto nella Costituzione della Repubblica italiana.

Basterebbe realizzare i provvedimenti stabiliti nella Convenzione di Istanbul, che e' anche legge dello stato italiano.

*

Dal parlamento italiano dobbiamo ottenere:

- la cessazione della partecipazione italiana alle guerre in corso;

- l'immediata drastica riduzione delle spese militari (per le quali il bilancio dello Stato oggi esborsa 72 milioni di euro al giorno: crimine dei crimini, follia della follia);

- il disarmo, subito;

- la promozione ed organizzazione adeguata della difesa popolare nonviolenta e dei corpi civili di pace.

*

Dal parlamento italiano dobbiamo ottenere:

- il riconoscimento del diritto di tutti gli esseri umani di giungere in Italia in modo legale e sicuro;

- il rispetto del dovere giuridico e morale di soccorrere, accogliere ed assistere tutte le persone in stato di grave bisogno e pericolo;

- l'abolizione dei campi di concentramento e delle altre infami e scellerate misure razziste e schiaviste che governi criminali e cirminogeni hanno imposto e mantenuto nel nostro paese;

- il riconoscimento immediato del diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti.

*

Dal parlamento italiano dobbiamo ottenere:

- il sostegno adeguato ai centri antiviolenza delle donne;

- l'applicazione integrale della Convenzione di Istanbul;

- la parita' di rappresentanza di genere in tutti i luoghi delle pubbliche decisioni;

- la promozione di una adeguata iniziativa educativa contro la violenza, contro l'oppressione di genere, contro il sistema di dominio maschilista e patriarcale.

 

5. MODELLI DI QUATTRO LETTERE AL PARLAMENTO

 

Vi proponiamo i modelli (che naturalmente potrete adattare come meglio riterrete) di quattro lettere che potreste inviare ai parlamentari per proporre alcuni atti legislativi utili per contrastare il razzismo e per promuovere la democrazia, la solidarieta' e il rispetto dei diritti umani.

E precisamente:

1. un modello di lettera affinche' il Parlamento legiferi il diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti in Italia;

2. un modello di lettera affinche' il Parlamento legiferi l'abolizione dei Cie e di tutte le forme di detenzione di persone che non hanno commesso reati;

3. un modello di lettera affinche' il Parlamento abolisca tutte le misure palesemente razziste ed incostituzionali presenti nell'ordinamento;

4. un modello di lettera affinche' il Parlamento legiferi il riconoscimento del diritto di tutti gli esseri umani di giungere in modo legale e sicuro in Italia.

Suggeriamo di inviare le lettere ai parlamentari ed anche per conoscenza ai ministri (gli indirizzi di posta elettronica sono segnalati nei siti istituzionali della Camera, del Senato e del Governo), ma anche ai mezzi d'informazione locali e nazionali ed agli altri interlocutori che riterrete interessati a recepire e sostenere l'iniziativa.

*

1. Modello di lettera affinche' il Parlamento legiferi il diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti in Italia

Alle ed ai parlamentari della Repubblica

Oggetto: richiesta che il Parlamento italiano legiferi il diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti in Italia

Egregie ed egregi parlamentari,

vi scriviamo affinche' il Parlamento italiano legiferi il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti in Italia.

Risiedono regolarmente in Italia oltre cinque milioni di persone straniere che con la loro presenza, la loro cultura, il loro lavoro, i loro tributi, la loro umanita', i loro figli che in Italia crescono e studiano, arricchiscono il nostro paese sotto tutti i punti di vista.

Ma a queste persone e' assurdamente negato il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che riguardano anche le loro vite; e' negato il diritto di voto finanche nelle elezioni amministrative. E con questo si nega il cardine stesso della democrazia, espresso nel classico motto "Una persona, un voto".

Ebbene, mentre per il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni politiche, essendo legato alla cittadinanza, occorrerebbe forse una modifica costituzionale, per quanto riguarda l'esercizio dell'elettorato attivo e passivo nelle elezioni comunali e regionali nulla osta all'approvazione di una legge ordinaria che lo riconosca sulla base del mero requisito della residenza.

Con questa lettera siamo quindi a pregarvi di volervi impegnare in tal senso, presentando una proposta di legge ad hoc e promuovendo l'impegno delle altre e degli altri parlamentari solleciti a un tempo del pubblico bene, della democrazia, della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, vogliate gradire distinti saluti

*

2. Modello di lettera affinche' il Parlamento legiferi l'abolizione dei Cie e di tutte le forme di detenzione di persone che non hanno commesso reati

Alle deputate ed ai deputati

alle senatrici ed ai senatori

Oggetto: proposta che il Parlamento legiferi l'abolizione dei Cie e di tutte le forme di detenzione di persone che non hanno commesso reati

Gentili deputate e deputati, gentili senatrici e senatori,

sono ancora presenti in Italia campi di concentramento in cui sono detenute persone che non hanno commesso alcun delitto: i Centri di identificazione ed espulsione (in sigla: Cie).

E' sufficiente averne notizia per rendersi conto che essi sono incompatibili con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

Voi ne avete notizia. Voi siete le legislatrici ed i legislatori del nostro paese.

Fate cessare questa barbarie. Ne avete il potere, ne avete il dovere.

Grazie fin d'ora per il vostro impegno: che sia concreto, che sia efficace.

Distinti saluti

*

3. Modello di lettera affinche' il Parlamento abolisca tutte le misure palesemente razziste ed incostituzionali presenti nell'ordinamento.

Alle ed ai parlamentari

e per conoscenza alle ministre ed ai ministri

Oggetto: invito al Parlamento affinche' legiferi l'abolizione di tutte le misure palesemente razziste ed incostituzionali purtroppo tuttora presenti nell'ordinamento italiano

Gentili parlamentari,

gentili ministre e ministri,

da anni sono vigenti in Italia misure scandalosamente razziste e palesemente incostituzionali, misure che violano i diritti umani di persone perseguitate solo perche' straniere e povere.

Misure scandalosamente razziste e palesemente incostituzionali che favoreggiano i poteri criminali, la riduzione in schiavitu', violenze inaudite a vittime innocenti.

Queste misure criminali e criminogene vanno abolite.

Chiediamo al Parlamento di tornare al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, al rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani, alla civilta', all'umanita'.

Vogliate gradire distinti saluti

*

4. Modello di lettera affinche' il Parlamento legiferi il riconoscimento del diritto di tutti gli esseri umani di giungere in modo legale e sicuro in Italia

Alle ed ai parlamentari della Repubblica italiana

Oggetto: richiesta che il Parlamento legiferi il riconoscimento del diritto di tutti gli esseri umani di giungere in modo legale e sicuro in Italia

Gentilissime deputate e gentilissimi deputati,

gentilissime senatrici e gentilissimi senatori,

vi scriviamo per chiedervi una decisione impegnativa, una scelta di civilta'.

Voi sapete che i migranti che muoiono nel tentativo di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in fuga dalla fame, dalle guerre, dai disastri e dagli orrori, hanno pieno diritto di cercar di salvare le loro vite, ed hanno pieno diritto d'asilo nel nostro paese ai sensi della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 10 inequivocabilmente afferma che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica".

Voi sapete che nessuna di queste persone morirebbe lungo il viaggio se fosse loro consentito di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Voi sapete che il primo dovere di ogni essere umano e' salvare le vite, ed a maggior ragione questo e' il primo dovere di ogni istituzione, di ogni stato di diritto, di ogni sistema democratico, di ogni paese civile.

Nel nostro paese voi siete i detentori del potere di fare le leggi, ed attraverso una semplice legge voi potere salvare le vite di tanti esseri umani innocenti.

Una semplice legge che riconosca il diritto di tutti gli esseri umani di giungere in modo legale e sicuro in Italia.

Una semplice legge della quale potrete essere orgogliosi per il resto dei vostri giorni.

Omettere questo atto di umanita' comporterebbe il perdurare di un iniquo, crudele, disumano stato di cose che condanna alla sofferenza e alla morte tante persone innocenti.

Siate saggi, siate umani. Sappiate essere legislatori. Fedeli alla Costituzione, fedeli all'umanita'.

Ringraziandovi per l'attenzione, confidando sul vostre retto intendimento e sulla vostra volonta' buona, vogliate gradire distinti saluti

 

6. SIC ET SIMPLICITER

 

Per opporsi alla guerra occorre fare la pace.

Per fare la pace e' necessario il disarmo e la smilitarizzazione.

*

Per rispettare i diritti umani occorre la giustizia sociale.

Per realizzare la giustizia sociale occorre l'eguaglianza di diritti e la condivisione dei beni comuni.

*

Il primo passo per salvare le vite e' cessare di uccidere.

Il primo passo per salvare le vite e' opporsi a tutte le uccisioni.

*

Vi e' una sola umanita', tutti gli esseri umani ne fanno parte.

Vi e' un solo mondo vivente, casa comune dell'umanita' intera.

*

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Solo la nonviolenza puo' salvare la biosfera.

 

7. OGNI GIORNO

 

Ogni giorno assistiamo a violenze inenarrabili: che occorre contrastare con l'azione nonviolenta.

La ripetiamo ogni giorno questa persuasione, questa esortazione: la necessita' e l'urgenza di proseguire nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

La ripetiamo ogni giorno questa evidenza, e l'appello all'azione che ne discende: che ogni vittima ha il volto di Abele; che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni giorno ripetiamo queste parole. Che non siano solo parole.

 

8. COSI' TOTALITARIA

 

La violenza maschilista: cosi' diffusa, cosi' feroce, cosi' totalitaria.

Ed anche persone che pure si sentono impegnate per la pace e i diritti umani non colgono piu' quello che e' assolutamente evidente (se solo le scaglie cadessero dagli occhi): che l'oppressione di genere e' la prima radice di tutte le altre oppressioni, che e' la prima violenza; e se non si abbatte questa oppressione, se non si abolisce questa violenza, e' illusorio sperare di poterci liberare, e' illusorio sperare di poter contrastare la guerra e le ingiustizie, e' illusorio sperare di poter costruire pace e convivenza, giustizia e liberta', dignita' e solidarieta' per ogni essere umano, per l'umanita' intera, per il mondo vivente.

 

9. PER CONTRASTARE I POGROM CON LA FORZA DELLA DEMOCRAZIA

 

Per contrastare in Italia i pogrom e il razzismo con la forza della democrazia la via e' semplice: riconoscere subito il diritto di voto per le elezioni amministrative a tutti i residenti.

Naturalmente occorre anche l'applicazione rigorosa e senza eccezioni della legge che prevede il diritto d'asilo, l'applicazione rigorosa e senza eccezioni della legge che punisce il reato dell'omissione di soccorso, l'applicazione rigorosa e senza eccezioni delle leggi che salvano le vite e che proibiscono l'omicidio e le lesioni, che proibiscono le violenze e le persecuzioni, che proibiscono la riduzione in schiavitu'.

Ed altrettanto naturalmente occorre l'educazione: l'educazione che rende evidente a chiunque che tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; l'educazione che rende evidente a chiunque che vi e' una sola umanita' e che tutti gli esseri umani ne fanno parte; l'educazione che rende evidente a chiunque che il primo comune dovere e' salvare le vite, rispettare le persone, aiutare chi e' nel bisogno; l'educazione che ogni essere umano nutre e degnifica - nella consapevolezza di essere parte dell'umanita', nella gratitudine per quanto l'umanita' anche a lui stesso ha donato.

Ma oltre l'educazione, oltre l'applicazione delle leggi che tutelano i diritti umani di tutti gli esseri umani, qui ed ora occorre innanzitutto questo: il riconoscimento immediato del diritto di voto per le elezioni amministrative a tutte le persone residenti. Vi sono infatti in Italia oltre cinque milioni di persone cui attualmente questo diritto e' negato, e questa negazione significa che oltre cinque milioni di persone sono private del diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che riguardano anche le loro stesse vite. Chiunque vede l'iniquita', l'ingiustizia, la brutalita', lo scandalo, l'inammissibilita' di questa situazione.

Chiunque sa che il principio democratico si compendia nella massima: "Una persona, un voto". Sia resa quindi effettiva la democrazia nel nostro paese: "Una persona, un voto".

Non vi sono ostacoli giuridici al riconoscimento immediato del diritto di voto per le elezioni amministrative: e' sufficiente una legge ordinaria, rapidamente approvabile dall'organo legislativo (per le elezioni del Parlamento, invece, e' verosimile che occorra una modifica costituzionale, che richiedera' una procedura piu' complessa e quindi tempi piu' lunghi).

*

Il riconoscimento dell'elettorato attivo e passivo per le elezioni comunali e regionali a tutte le persone residenti ha evidenti effetti benefici per la societa' nel suo insieme: pone fine a una condizione di esclusione e segregazione; estende la democrazia; contrasta le pratiche del caporalato e degli abusi, del clientelismo e dell'inferiorizzazione; favorisce la partecipazione e la conoscenza; da' finalmente riconoscimento istituzionale, amministrativo e politico a una realta' sociologica, economica, demografica e culturale che solo gli imbecilli razzisti, i criminali razzisti, possono ostinarsi a negare: la realta' di un paese inserito nel mondo contemporaneo e nei suoi macroscopici processi di mutamento, tra cui quello dell'incontro tra i popoli e le culture e' uno dei piu' evidenti; la realta' di un paese in cui l'otto per cento della popolazione e' immigrata di prima o seconda generazione; la realta' di un paese che un secolo fa ha conosciuto un fenomeno migratorio in uscita dell'ordine di milioni e milioni di persone e che ora conosce anche un fenomeno migratorio in entrata del medesimo ordine di grandezza, in un mondo in cui le tremende strutturali iniquita' e violenze favoriscono e favoriranno sempre di piu' enormi spostamenti di popolazioni finche' a quelle ingiustizie non si porra' rimedio con un'autentica, adeguata cooperazione internazionale che ponga fine alle guerre, alle dittature, allo sfruttamento coloniale e imperiale di interi continenti, con un'autentica, adeguata cooperazione internazionale che ovunque inveri diritti umani, giustizia sociale, difesa della biosfera.

*

Oggi in Italia e' un'urgente necessita' contrastare i pogrom e il razzismo, la segregazione e la schiavitu', l'ideologia e le prassi neonaziste.

Il riconoscimento del diritto di voto per le elezioni amministrative a tutte le persone residenti e' un atto normativo doveroso e indispensabile.

Inverare la democrazia, difendere i diritti umani, opporsi alla violenza razzista e mafiosa.

Rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Una persona, un voto.

 

10. OPPORSI

 

Ripetiamolo una volta ancora, cio' che occorre innanzitutto fare.

Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni.

Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni.

Opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

 

11. I SOMMERSI, CHI LI UCCIDE

 

Dinanzi alla strage, la strage che prosegue ogni giorno, il primo impulso e' restare in silenzio, pietrificati dal dolore e dalla vergogna. Ma questo silenzio sarebbe complicita' con i poteri di quella strage primi responsabili. E i poteri che favoreggiano i trafficanti e i loro crimini, i poteri che fanno annegare i profughi cui non giunge soccorso, sono i governi europei, ed anche il governo italiano tra essi. Tu non tacere, almeno tu non consentire al delitto ed alla menzogna. Almeno tu dillo che salvare solo alcuni quando si potrebbe salvare tutti non e' un bene; che il bene e' far cessare il massacro; che il bene e' non esporre nessuno all'orrore e alle morte. Almeno tu dillo che sarebbe possibile, ed agevole, salvare tutte le persone che oggi si lascia che muoiano annegate. Parla, dunque. Non tacere.

*

Muoiono e muoiono nel Mediterraneo innumerevoli innocenti in fuga dalla fame e dalla guerra, dalle dittature e dagli orrori, dalla schiavitu' e dalla morte. E nel Mediterraneo la morte li raggiunge e li estingue.

Sarebbe agevole salvarle tutte, queste persone innocenti. Ma i governi europei preferiscono che muoiano.

Poiche' sono i governi europei che hanno voluto che il Mediterraneo divenisse una botola e un labirinto per perdervi le persone, una immensa stanza di tortura, enorme una fossa comune.

I governi europei hanno voluto che innumerevoli esseri umani divenissero mercanzia da cannibali, articoli del traffico di carne umana, schiavi da governare a scorpioni e frustate, bestiame da sfruttare, torturare ed uccidere nell'indifferenza totale come fossero mosche, sabbia, fumo, ombra, niente.

Il massacro dei profughi nel Mediterraneo e' infatti provocato dai governi europei, che impedendo alle vittime fuggiasche l'ingresso legale e sicuro nel nostro continente gettano innumerevoli innocenti nelle grinfie dei trafficanti che li sfruttano e seviziano ed espongono ad altre violenze inaudite e finanche alla morte nel corso del viaggio intrapreso nella speranza di salvare la vita.

E quindi per farlo cessare, il massacro dei profughi nel Mediterraneo, e per annichilire le mafie schiaviste e razziste di qui e di la', basterebbe che il governo italiano, che i governi europei, riconoscessero il semplice diritto di ogni essere umano a salvare la propria vita, riconoscessero a tutti gli esseri umani il diritto a giungere qui in modo legale e sicuro e trovarvi soccorso, riconoscimento, accoglienza, umana solidarieta'.

*

Questo e' il nocciolo della questione: riconoscere che ogni essere umano ha diritto alla vita; riconoscere che il primo dovere di ogni legittima istituzione umana e' salvare le vite.

Questa e' l'azione necessaria e urgente: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere qui in modo legale e sicuro.

Questo chiediamo ancora una volta al Parlamento italiano: legiferi il riconoscimento del diritto di tutti gli esseri umani di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Salvare le vite, il primo dovere.

Una sola umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

12. ET IN ARCADIA EGO

 

La morte di Mohamed Abdullah, bracciante sudanese, mentre lavorava nelle campagne di Nardo' con una temperatura di oltre 40 gradi per una paga da fame: ucciso dal caldo, ucciso dallo sfruttamento, ucciso dal razzismo.

Gli innumerevoli profughi morti nel Mediterraneo: uccisi dai governi europei che impediscono loro di giungere nel nostro continente in modo legale e sicuro.

L'orrore razzista e schiavista, l'eruzione hitleriana nella societa' e nella politica italiana, il regime dell'apartheid nel nostro paese.

A tutto cio' occorre opporsi. Qui ed ora. Con tutte le nostre forze.

Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.

In difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

*

A chi legge queste righe ancora una volta chiediamo di agire contro il razzismo, contro lo schiavismo.

E come primo, semplice atto chiediamo di inviare quattro lettere ai parlamentari, affinche' si torni alla legalita' costituzionale, alla democrazia, alla civilta' che salva le vite, all'umanita'.

Qui di seguito ancora una volta i relativi testi...

 

13. ISMAELE, OVVERO IL MASSACRO DEI PROFUGHI NEL MEDITERRANEO

 

Prima del massacro dei profughi nel Mediterraneo c'e' l'attraversamento del deserto, il passaggio come clienti-prigionieri nelle mani, negli artigli dall'una all'altra banda mafiosa, dall'una all'altra avida corrotta sanguinaria polizia e milizia, fino al lager libico; prima del massacro nel Mediterraneo le rapine e le torture, gli stupri e le morti, le settimane e i mesi dell'orrore, le ferite indicibili che non si rimarginano.

E prima dell'odissea nell'orrore le ragioni di ferro e di fuoco per cui donne, uomini e bambini abbandonano le loro case, la loro terra, le loro comunita' per arrischiarsi a un'impresa di esito incerto tra pericoli immani: e quelle ragioni sono fortissime, insostenibile coercizione: la fame e la guerra, le infinite dittature e i disastri ambientali, gli effetti concreti e schiaccianti di un ordine mondiale coloniale, imperialista, mafioso, fascista.

Poi quell'ultimo balzo, quell'ultimo folle volo, sperando di trovare sull'alto mare aperto braccia soccorritrici, mani amiche, mentre il barcone stipato va alla deriva, mentre il gommone si sgonfia ed affonda.

Quante persone saranno gia' morte? Quante ancora dovranno morire?

*

Appresi nella mia gioventu' questa idea, che non ho piu' abbandonato: che sono un essere umano, e non puo' quindi essermi estranea l'umanita'. So che tutto il mio povero sapere di me medesimo e del mondo e' dono che l'umanita' intera mi ha recato: poche sono le cose che ho sperimentato direttamente, quasi tutto cio' che so lo ho appreso perche' altri lo hanno pensato, provato, tramandato. Una e' l'umanita'; io, tu, tutti apparteniamo ad essa, abbiamo con essa un debito: il debito della vita consegnataci da chi ci ha generato, il debito della civilta' realizzata da tutte le generazioni passate, il debito nei confronti di quanti nel tempo nostro hanno beneficato e beneficano il mondo dei loro buoni talenti, della loro azione buona. E il debito verso coloro che verranno, che continueranno l'umana vicenda.

Di quest'opera comune anch'io, come ognuno, so di essere operaio. In quest'opera comune anch'io, come chiunque, so quale sia il mio primo dovere: restituire il bene ricevuto, salvare le vite, recare aiuto.

"Tu non uccidere", e' la regola che fonda la civile convivenza.

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Il massacro dei profughi nel Mediterraneo m'interpella. Poiche' so che quegli innocenti sono i nostri governi ad ucciderli. E so che dei crimini del governo del mio paese anch'io sono complice se ad essi non mi oppongo, se la mia opposizione resta inefficace.

Poiche' so perfettamente che nessun essere umano in fuga dall'orrore si affiderebbe alle mafie dei trafficanti se potesse andare verso la salvezza in modo legale e sicuro; e poiche' so perfettamente che cosi' come si pretende che un italiano, un europeo, possa girare il mondo a piacimento, lo stesso diritto di movimento deve averlo ogni altro essere umano, ed a maggior ragione chi non per piacere si sposta da un paese all'altro, ma lo fa costretto dalla violenza, dalla persecuzione.

Questo so con certezza: che la legge fondamentale dello stato italiano, la Costituzione repubblicana, riconosce il diritto d'asilo nel nostro paese ad ogni essere umano che nel suo paese d'origine non goda degli stessi diritti che il nostro ordinamento giuridico riconosce e protegge ed invera. Questa buona legge va resa operante; perche' cosi' sia occorre garantire ad ogni persona la concreta possibilita' di giungere nel nostro paese. Giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, e nel caso di chi e' vittima di violenze, di chi e' in pericolo di vita, attraverso mezzi di trasporto pubblici e gratuiti. Il diritto d'asilo non puo' dipendere dall'azzardo, dal caso, dal colpo di fortuna di sopravvivere sulla zattera della Medusa sotto gli occhi dell'Occidente. Aver scritto nella legge fondamentale il riconoscimento del diritto d'asilo implica approntare le risorse, i mezzi attraverso cui questo diritto e' concretamente garantito.

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Non esistono "clandestini": esistono solo esseri umani, tutti diversi l'uno dall'altro e tutti eguali in diritti; vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; chi pretende tagliare con l'accetta tra "profughi politici" e "migranti economici" nulla ha capito dell'ordine del mondo cosi' come si e' realizzato dalla Conquista dell'America ad oggi: il mondo e' unificato nel segno dello sfruttamento, della violenza ad un tempo politica, economica, tecnologica, militare (e culturale, ideologica, mediatica). Chi e' condannato alla morte per fame ha diritto a salvare la propria vita, chi e' schiavo ha diritto a spezzare le sue catene, chi subisce oppressione ha diritto alla rivolta e alla fuga, e poco conta che nel luogo in cui soffre gli aguzzini indossino una divisa o un completo gessato, poco cambia se ad attoscargli e rubargli la vita sia la giunta militare, la compagnia mineraria, la milizia del proprietario terriero, la Monsanto, la Coca cola, il dittatore o il mafioso di turno. Gli antifascisti che scrissero la Costituzione proverebbero orrore di certi infami distinguo oggi correnti nel dibattito pubblico italiano, e li denuncerebero senza esitazione come complicita' col male, come fascismo che torna. Certi criminali razzisti oggi in carriera, stipendiati dal pubblico erario e coccolati dai piu' diffusi mass-media (eredi tutti del "Voelkischer Beobachter"), non oserebbero provare a vomitare i loro scellerati deliri se si trovassero a fronteggiarli Lelio Basso o Sandro Pertini. Ma Lelio Basso e Sandro Pertini sono morti, e noi non abbiamo saputo portarne avanti in modo adeguato la lotta, la lotta per la liberazione dell'umanita' che e' una.

*

Ma quella lotta e' ancora da condurre, e va condotta oggi e qui, con tutte le nostre forze.

Perche' in Italia si sta imponendo un mostruoso regime di apartheid; perche' in Italia sono in funzione i campi di concentramento; perche' in Italia gli immigrati subiscono condizioni schiaviste, di sfruttamento fino alla morte; perche' in Italia governi criminali e parlamenti complici hanno imposto scellerate ed infami misure razziste in palese conflitto con la Costituzione; perche' in Italia avvengono sempre piu' frequentemente veri e propri pogrom nazisti (ed i promotori e responsabili di essi non vengono neppure perseguiti per i loro flagranti delitti); perche' della mattanza nel Mediterraneo il primo responsabile e' lo stato italiano, che potrebbe farla cessare in un batter d'occhio ed invece la fa proseguire.

Se non ci si oppone al razzismo e alla schiavismo, se non ci si oppone alle torture e ai massacri, che cosa resta della nostra umanita'?

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La capacita' di carico, ci si obietta: in una cabina telefonica durante un acquazzone possono trovare ricetto e riparo tre persone, non trecento. Ed e' vero dire. Ma vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera. Quell'intero mondo vivente e' la cabina telefonica, e le classi privilegiate e sfruttatrici pretendono per se' spazi sconfinati e non solo: la stanno distruggendo con la propria avidita', la propria violenza. L'Italia che e' l'Italia, se vi si realizzasse una politica di giustizia sociale, di condivisione e di responsabilita', che abolisca gli sperperi e i saccheggi e finalmente realizzi la societa' che la Costituzione repubblicana configura, potrebbe accogliere e garantire una vita degna e felice - degna e felice - non ad altri sessanta, ma ad altri duecentoquaranta milioni di esseri umani.

L'aiuola che ci fa tanto feroci ha i suoi limiti, questi limiti vanno riconosciuti, e riconoscendoli occorre fare le scelte conseguenti: scelte di giustizia, scelte di solidarieta', scelte di condivisione, scelte orientate al bene comune, alla civile convivenza, al rispetto e alla promozione della vita e della dignita' di tutti e di ciascuno.

Ci si rendera' conto che non si puo' continuare a produrre armi ed a fomentare e realizzare guerre, a sostenere regimi assassini e poteri criminali, a rapinare e devastare interi continenti, senza che cio' abbia effetti che raggiungeranno anche noi.

Non sto facendo l'astratto elogio della giustizia ideale: e' al duro realismo che invito. Chi semina vento, raccoglie tempesta. Fermare le guerre e' una urgente necessita', e per fermare le guerre occorre il disarmo e la smilitarizzazione. Fermare la distruzione della biosfera e' una urgente necessita', e per fermare la distruzione della biosfera bisogna uscire da un modo di produzione e riproduzione sociale insostenibile. E' l'interesse comune dell'umanita' intera, presente e ventura, che richiede un'alternativa di giustizia e solidarieta', di sobrieta' e responsabilita', di condivisione. L'alternativa nonviolenta.

Di questa alternativa nonviolenta possiamo e dobbiamo cominciare a fare i primi passi: il primo e' salvare le vite. Salvare le vite dei profughi oggi massacrati nel Mediterraneo. Soccorrere, accogliere ed assistere ogni persona in pericolo, ogni persona nel bisogno. Ed opporci alla guerra ed a tutte le uccisioni, opporci al razzismo ed a tutte le persecuzioni, opporci al maschilismo ed a tutte le oppressioni.

La nonviolenza e' in cammino.

La nonviolenza e' il cammino.

*

"Il secondo giorno, una vela s'avvicino', e finalmente mi raccolse. Era la bordeggiante Rachele che, nella sua ricerca dei figli perduti, trovo' soltanto un altro orfano" (Melville, Moby Dick, explicit).

 

14. FERMARE LA GUERRA

 

Fermare la guerra occorre.

Prima che divori l'umanita'.

E per fermare la guerra occorre il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti.

Occorre una politica internazionale che riconosca l'umanita' intera come primo soggetto di diritto, come primo soggetto politico, la cui esistenza, la cui dignita', il cui benessere siano il fine sovraordinato ad ogni altro interesse.

Occorre la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

15. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN INCONTRO A VITERBO ED UNA DOCUMENTAZIONE ESSENZIALE

 

Si e' svolto lunedi' 27 luglio 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione a sostegno della proposta per il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni ammnistrative a tutte le persone residenti.

La proposta, sulla quale negli anni Novanta del secolo scorso vi era il convinto sostegno di alcune delle piu' autorevoli personalita' istituzionali come di un vasto movimento d'opinione democratico e quindi antirazzista, e' stata recentemente riproposta con alcune lettere indirizzate al Presidente del Consiglio dei Ministri, alla Presidente della Camera dei Deputati, al Presidente del Senato della Repubblica, ed a tutti i parlamentari; lettere che di seguito si riproducono.

*

Una lettera del 6 giugno 2015 al Presidente del Consiglio dei Ministri

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

vivono regolarmente in Italia oltre cinque milioni di persone che non avendo la cittadinanza italiana sono escluse dal diritto di voto e quindi dalla partecipazione alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

Ma queste persone contribuiscono al bene del nostro paese con la loro umana presenza, con il loro lavoro, con le tasse che pagano, con l'educazione dei figli che saranno l'Italia di domani.

Non vi e' nessun impedimento logico a riconoscere loro almeno il diritto di voto nelle elezioni amministrative. Vi e' anzi il dovere morale di riconoscere subito a tutti loro l'elettorato attivo e passivo nelle elezioni amministrative: poiche' e' indubitabile che delle comunita' locali queste persone facciano parte a pieno titolo.

Continuare a negare il diritto di voto nelle elezioni amministrative ad una parte cosi' rilevante della popolazione che in questo paese vive configura una flagrante violazione di un fondamentale diritto umano: il diritto a partecipare alle decisioni che riguardano tutti.

Continuare a negare questo essenziale diritto ha effetti nefasti per chi ne e' privato ma anche per l'intera collettivita' che avrebbe tutto da guadagnare dal pieno dispiegarsi della democrazia.

Tutte le persone di retto sentire e di volonta' buona ne sono persuase da decenni.

Mi permetto pertanto di segnalarle non solo l'opportunita', ma la necessita' e l'urgenza, di un impegno legislativo in tal senso.

"Una persona, un voto".

*

Una lettera del 19 giugno 2015 alla Presidente della Camera dei Deputati

Alla Presidente della Camera dei Deputati

Oggetto: "Una persona, un voto". Per il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti

Gentilissima Presidente della Camera dei Deputati,

lei sa che risiedono regolarmente in Italia oltre cinque milioni di persone straniere, che qui vivono, lavorano, pagano le tasse, educano i loro figli, sono di reale e cospicuo beneficio per il nostro paese; persone a cui dovrebbe andare la sincera gratitudine di tutto il popolo italiano.

Ma queste persone, in quanto non hanno la formale cittadinanza italiana, sono private del fondamentale diritto di partecipare alle decisioni politiche ed amministrative che riguardano le vite di tutti coloro che in Italia vivono, quindi anche le loro stesse vite.

Fondamentale principio della democrazia e' "Una persona, un voto".

Nulla, in termini di logica giuridica e coerenza ordinamentale, si oppone al riconoscimento immediato del diritto di voto (elettorato attivo e passivo) di tutte le persone residenti nelle elezioni amministrative degli enti locali e delle Regioni.

Cosicche' mentre per il riconoscimento dell'esercizio del diritto di voto in occasione delle elezioni politiche sarebbe verosimilmente necessaria una specifica modifica costituzionale, per il riconoscimento dell'esercizio del diritto di voto nelle elezioni amministrative si puo' senz'altro provvedere con legge ordinaria: e lei ricordera' che questa era gia' vent'anni fa l'autorevole opinione dell'on. Nilde Jotti, anch'ella Presidente della Camera dei Deputati.

Gentilissima Presidente della Camera dei Deputati,

mi permetto di scriverle per sollecitare una volta ancora che il parlamento italiano legiferi al piu' presto il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti.

E' una questione di giustizia.

E sarebbe un grande bene per il nostro Paese.

*

Una lettera del 24 giugno 2015 al Presidente del Senato della Repubblica

 Al Presidente del Senato della Repubblica

Oggetto: "Una persona, un voto". Per il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti

Egregio Presidente del Senato della Repubblica,

oltre cinque milioni di stranieri risiedono regolarmente in Italia, producono ricchezza per il nostro paese, rispettano le leggi del nostro paese, contribuiscono sotto tutti i punti di vista al bene comune.

Ma ad essi viene negato il diritto di voto.

Orbene, mentre per il riconoscimento del diritto di voto per l'elezione del Parlamento occorre verosimilmente procedere a una modifica della Costituzione, nulla osta a che si riconosca celermente con legge ordinaria l'elettorato attivo e passivo per quanto riguarda i Comuni e le Regioni.

L'essenziale, lapidaria formulazione del principio democratico e' "una persona, un voto".

Si adempia finalmente la democrazia nelle elezioni amministrative nel nostro paese.

Legiferi il Parlamento la fine di un odioso e insensato regime di esclusione.

Si riconosca il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

Egregio Presidente del Senato della Repubblica,

voglia adoperarsi a tal fine, per la democrazia, per la giustizia, per il bene comune; inviti autorevolmente il Parlamento a riconoscere ed inverare un fondamentale diritto umano.

*

Una lettera del 6 luglio 2015 a tutti i parlamentari

Alle ed ai parlamentari della Repubblica

Oggetto: richiesta che il Parlamento italiano legiferi il diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti in Italia

Egregie ed egregi parlamentari,

vi scriviamo ancora una volta affinche' il Parlamento italiano legiferi il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti in Italia.

Risiedono regolarmente in Italia oltre cinque milioni di persone straniere che con la loro presenza, la loro cultura, il loro lavoro, i loro tributi, la loro umanita', i loro figli che in Italia crescono e studiano, arricchiscono il nostro paese sotto tutti i punti di vista.

Ma a queste persone e' assurdamente negato il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che riguardano anche le loro vite; e' negato il diritto di voto finanche nelle elezioni amministrative. E con questo si nega il cardine stesso della democrazia, espresso nel classico motto "Una persona, un voto".

Ebbene, mentre per il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni politiche, essendo legato alla cittadinanza, occorrerebbe forse una modifica costituzionale, per quanto riguarda l'esercizio dell'elettorato attivo e passivo nelle elezioni comunali e regionali nulla osta all'approvazione di una legge ordinaria che lo riconosca sulla base del mero requisito della residenza.

Con questa lettera siamo quindi a pregarvi di volervi impegnare in tal senso, presentando una proposta di legge ad hoc e promuovendo l'impegno delle altre e degli altri parlamentari solleciti a un tempo del pubblico bene, della democrazia, della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

*

Il diritto di voto e' il cuore della democrazia.

Oggi in Italia ad oltre cinque milioni di persone regolarmente residenti e' negato questo diritto fondamentale che fa si' che un ordinamento giuridico sia democratico.

Una persona, un voto. Inveriamo la democrazia.

*

Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.

Riconosciamo, difendiamo, promuoviamo la dignita' umana.

Riconosciamo, difendiamo, promuoviamo i diritti umani.

Una persona, un voto. Giustizia, liberta', solidarieta'.

 

16. ALTRI TREDICI CADAVERI

 

Altri tredici cadaveri nel Mediterraneo.

Uccisi dalla scellerata politica dei governi europei che impediscono alle vittime della fame e della guerra di giungere nel nostro paese, nel nostro continente, in modo legale e sicuro.

*

Che cessi questo orrore: almeno l'Italia riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi in modo legale e sicuro sull'unico mondi vivente casa comune dell'umanita' intera.

Che cessi questo orrore: almeno l'Italia riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di salvare la propria vita giungendo con mezzi di trasporto legali e sicuri nel nostro paese.

Che cessi questo orrore: almeno l'Italia renda effettivo il diritto d'asilo scritto nella Costituzione della Repubblica salvando tutte le persone in fuga dalla violenza e dai disastri.

*

Far cessare il massacro nel Mediterraneo e' possibile: e' sufficiente che il Parlamento italiano legiferi il riconoscimento del diritto di ogni essere umano a giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Annientare le mafie dei trafficanti e' facile: e' sufficiente che il Parlamento italiano legiferi il riconoscimento del diritto di ogni essere umano a giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Salvare le vite di tutti i profughi che oggi muoiono nel Mediterraneo e' semplice: e' sufficiente che il Parlamento italiano legiferi il riconoscimento del diritto di ogni essere umano a giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

*

Altri tredici cadaveri nel Mediterraneo.

Uccisi dalla scellerata politica dei governi europei che impediscono alle vittime della fame e della guerra di giungere nel nostro paese, nel nostro continente, in modo legale e sicuro.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita'.

Il primo diritto e' non essere uccisi.

Il primo dovere e' salvare le vite.

 

17. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Miguel Hernandez, Poesie, Feltrinelli, Milano 1962, 1979, pp. XLVIII + 224.

- Gabriele Morelli, Hernandez, La Nuova Italia, Firenze 1970, pp. 112.

*

Riedizioni

- Hyeonseo Lee (con David John), La ragazza dai sette nomi. La mia fuga dalla Corea del Nord, Mondadori, Milano 2015, Il giornale, Milano 2016, pp. 352, euro 9.

 

18. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

19. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2483 del 26 settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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