[Nonviolenza] Telegrammi. 2479
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- Date: Wed, 21 Sep 2016 20:29:01 +0200 (CEST)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2479 del 22 settembre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Con Alfio Pannega contro la guerra
2. Alcuni testi del mese di gennaio 2016 (parte terza)
3. Commemorate a Viterbo le vittime di venticinque anni di guerre e di stragi
4. Kairos. Una lettera aperta alle ed ai parlamentari della Repubblica
5. Verso il 27 gennaio, Giorno della memoria
6. Per fermare la carneficina
7. Avvicinandosi il Giorno della Memoria. Un'iniziativa a Viterbo
8. Ricordate a Orte le vittime della Shoah
9. La via
10. Ci ascolti il governo, receda da una sciagurata follia
11. Il 27 gennaio, il 14 febbraio
12. L'associazione "Respirare" fa appello ai parlamentari per la revoca di una inammissibile e tragica decisione governativa
13. Alla Ministra della Salute. Una lettera aperta
14. L'urgenza
15. Danzando ubriachi sull'orlo del baratro
16. Questo pensiamo
17. Una commemorazione delle vittime del nazismo a Viterbo
18. L'associazione "Erinna" aderisce al comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul
19. Nella Giornata della memoria
20. Nel Giorno della memoria a Viterbo commemorati Vittorio Emanuele Giuntella e Primo Levi
21. Auguri al professor Osvaldo Ercoli
22. Dovuto a Osvaldo Ercoli
23. Segnalazioni librarie
24. La "Carta" del Movimento Nonviolento
25. Per saperne di piu'
1. MEMORIA. CON ALFIO PANNEGA CONTRO LA GUERRA
Si e' svolto nel primo pomeriggio di mercoledi' 21 settembre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro in memoria di Alfio Pannega, di cui ricorreva l'anniversario della nascita; tema dell'incontro: "Con Alfio Pannega contro la guerra. Riflettendo sul lascito morale e politico di un militante comunista amico della nonviolenza".
*
Nel corso dell'incontro e' stata rievocata la personalita' di Alfio Pannega mettendone particolarmente in rilievo la riflessione e l'agire nell'impegno per la pace e contro tutte le uccisioni; per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri viventi; in difesa dell'umanita' e della biosfera.
Dai partecipanti all'incontro un ringraziamento e un saluto e' stato inviato a Pietro Benedetti, ad Antonello Ricci, all'editore Davide Ghaleb e al gruppo teatrale della "Banda del racconto" per l'impegno a tener viva - nei modi a ciascuno propri e specifici - la memoria di Alfio Pannega; cosi' come e ancor piu' a quanti hanno condiviso con lui l'esperienza del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" da anni trasferitosi nella campagna di Castel d'Asso.
Nel corso dell'incontro sono stati anche letti e commentati i testi dei discorsi tenuti ad Assisi martedi' 20 settembre da papa Bergoglio, di nitida denuncia della guerra e del razzismo, e di appello alla lotta comune dell'intera umanita' contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le violenze; per salvare tutte le vite; per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese nel suo intervento ha messo in rilievo di Alfio Pannega particolarmente due caratteristiche del suo impegno morale e politico: il suo essere un militante comunista che lottava per l'eguaglianza di diritti di ogni essere umano e per la liberazione dell'umanita' intera da ogni oppressione, ed il suo essere un amico della nonviolenza, che quella lotta per l'eguaglianza di diritti e la liberazione dell'umanita' aveva saputo rendere cosi' ancor piu' concreta e coerente; le due cose in lui erano una sola, e lo erano in virtu' della sua chiarezza di analisi e profondita' di riflessione, che si traduceva altresi' nei suoi comportamenti quotidiani e nella sue scelte di vita; riflessione, comportamenti e scelte tutti informati a un limpido e rigoroso impegno di verita' e di solidarieta', di amore per l'umanita' e per il mondo, di generosita' assoluta, di lotta senza illusioni contro ogni menzogna, di lotta senza illusioni contro ogni violenza.
Nel ricordo di Alfio Pannega, alla scuola di Alfio Pannega, continua la nostra lotta contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni, in difesa della dignita' e dei diritti di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
*
Una breve notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755.
2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GENNAIO 2016 (PARTE TERZA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di gennaio 2016.
3. COMMEMORATE A VITERBO LE VITTIME DI VENTICINQUE ANNI DI GUERRE E DI STRAGI
Sabato 16 gennaio 2016, nel XXV anniversario dell'inizio della prima guerra del Golfo, si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di commemorazione delle vittime di tutte le guerre e di tutte le stragi di quest'ultimo quarto di secolo.
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L'orazione commemorativa e' stata tenuta da Peppe Sini, che nel 1991 fu uno degli animatori dell'opposizione alla partecipazione italiana alla guerra e che per la sua azione contro la guerra e per il rispetto dell'art. 11 della Costituzione subi' un processo che si concluse con la sua assoluzione.
"La guerra e' sempre nemica dell'umanita', consistendo dell'uccisione di esseri umani. Ricordare le vittime delle guerre e delle stragi, le vittime delle dittature e del terrorismo, le vittime di tutte le uccisioni, non e' solo un atto di doverosa addolorata memoria, ma e' anche l'assunzione di un impegno: l'impegno ad opporsi sempre alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni. L'impegno ad opporsi a tutte le violenze. L'impegno a lottare per il disarmo e la smilitarizzazione. L'impegno a lottare in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani. L'impegno a lottare in difesa dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera".
"In questa giornata di lutto e di memoria, in questo impegno nel nome e del ricordo di tutte le vittime", ha proseguito il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, "riaffermiamo ancora una volta che il male si puo' contrastare solo con il bene, che la violenza va combattuta con la nonviolenza, che alla morte occorre opporsi salvando le vite".
Concludendo l'incontro e' stato ribadito che "per la pace e i diritti umani oggi in Italia un impegno e' piu' di ogni altro necessario e urgente: l'impegno affinche' il governo receda immediatamente dalla decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, una decisione insensata, immorale, illegale, il cui prevedibilissimo esito sarebbe di far morire innumerevoli innocenti e di effettualmente favoreggiare l'organizzazione criminale stragista e schiavista dell'Isis. Receda il governo da una decisione stoltissima e scelleratissima".
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Nel corso dell'incontro e' stato diffuso il programma d'azione del "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul".
Il comitato si prefigge di:
1. opporsi all'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, e quindi interloquire con il Governo, il Parlamento e il Presidente della Repubblica affinche' la decisione annunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministri sia revocata dallo stesso governo, ovvero respinta dal parlamento, ovvero non ratificata e quindi vietata dal capo dello stato;
2. esprimere questa opposizione con l'unico scopo di salvare vite umane;
3. agire unicamente in forme e con metodi rigorosamente nonviolenti, assolutamente rispettosi della dignita' e dell'incolumita' di tutte le persone;
4. riaffermare l'opposizione a tutte le guerre e a tutte le uccisioni;
5. riaffermare l'impegno a difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Alle persone ed alle associazioni che vogliono impegnarsi in questa iniziativa per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, il comitato propone:
a) di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, ai Parlamentari, al Presidente della Repubblica per chiedere che il governo receda da quella decisione;
b) di invitare altre istituzioni, associazioni, persone, mezzi d'informazione ad impegnarsi al medesimo fine;
c) di promuovere incontri ed iniziative di informazione e coscientizzazione al medesimo fine;
d) di esprimersi e di agire in modi esclusivamente nonviolenti, nel rispetto della verita' e della dignita' umana di tutti gli interlocutori;
e) di essere sempre assolutamente chiari nell'opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violazioni dei diritti umani.
Il comitato non prevede formali adesioni e si configura come mero movimento d'opinione inteso allo scopo di far revocare l'irragionevole, illegittima e pericolosissima decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.
Il comitato auspica che in ogni provincia d'Italia si costituiscano altri comitati nonviolenti per lo stesso fine e con le stesse modalita' di azione.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Il primo dovere e' salvare le vite.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto.
Opporsi a tutte le uccisioni.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
4. KAIROS. UNA LETTERA APERTA ALLE ED AI PARLAMENTARI DELLA REPUBBLICA
Gentili senatori e senatrici, gentili deputate e deputati,
vi scriviamo per chiedervi un impegno urgente e cogente: un atto deliberativo del parlamento per la revoca della decisione annunciata dal governo di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.
*
Sapete gia' che quella decisione governativa e' profondamente errata e inammissibile sotto ogni punto di vista: logico e giuridico, politico e morale, finanche strategico e tattico; sapete gia' che quella decisione governativa espone gratuitamente, assurdamente, scelleratamente a un gravissimo pericolo di morte quei nostri soldati; sapete gia' che con essi essa espone a un gravissimo pericolo di morte anche le maestranze della diga; sapete gia' che con essi essa espone a un gravissimo pericolo di morte anche le popolazioni dei dintorni ed a valle dell'impianto; e sapete gia' che con essi essa espone a un gravissimo pericolo di morte anche la popolazione residente in Italia.
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E valga il vero.
La diga di Mosul si trova nei pressi della citta' di Mosul, una roccaforte dell'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis.
La presenza di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul sara' presentata dalla propaganda dell'Isis come "invasione crociata" e quei soldati diverranno ipso facto un fin troppo facile bersaglio di attentati stragisti.
Non solo: con essi anche il nostro paese diverra' primario bersaglio di attentati stragisti che verranno presentati dalla delirante propaganda dell'organizzazione terrorista come pretesa "reazione" alla nostra presunta "invasione crociata".
Col duplice e doppiamente atroce risultato che molte persone verranno assassinate dai terroristi, e che questi massacri avranno anche come effetto di alimentare il consenso nei confronti dell'Isis da parte dell'uditorio cui la sua propaganda si rivolge, uditorio diffuso su piu' continenti che ci percepisce come un paese occidentale membro del sistema di alleanze militari responsabile delle guerre e delle occupazioni militari, dei massacri e delle rapine, che da decenni stanno insanguinando il Medio e il Vicino Oriente.
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Vi e' anche noto che Mosul e' bersaglio dei massicci bombardamenti di paesi nostri alleati, bombardamenti che non distruggono solo strutture e materiali ma uccidono vite umane, ed uccidono non solo dirigenti e miliziani dell'organizzazione terrorista, ma anche civili innocenti e due volte vittime, vittime della dittatura terrorista e schiavista dell'Isis e vittime dei bombardamenti dei nostri alleati.
I nostri soldati dispiegati alla diga di Mosul corrono un enorme rischio di divenire le probabilissime vittime sacrificali della rappresaglia dei terroristi per i bombardamenti dei nostri alleati sulla citta' di Mosul.
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Inoltre, non puo' sfuggirvi che utilizzare le forze armate del nostro paese in funzione di "polizia privata" di private imprese e' in flagrante contraddizione con la funzione istituzionale di un'articolazione del nostro ordinamento giuridico; e gia' in passato questo uso improprio dei militari italiani come "security" di aziende private ha dato luogo a vicende gravissime, come l'assurda uccisione di due innocenti pescatori indiani (un terribile, immedicabile lutto), con la conseguente privazione della liberta' di due nostri soldati da anni in attesa di processo (che peraltro potrebbero essere innocenti del reato loro ascritto e comunque devono essere presunti tali fino a sentenza definitiva, ma che dati i significati politici e le utilizzazioni propagandistiche di cui si e' caricata la drammatica vicenda nulla garantisce che avranno un processo equo) e la profonda controversia internazionale che ci oppone all'India (controversia che ha gia' dato luogo a ulteriori episodi indegni, del tutto riprovevoli, assai nocivi e gravidi di ulteriori pericoli).
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Infine, sapete benissimo che interventi militari unilaterali stranieri - italiani o di altri paesi - in Iraq o nelle altre zone di brutale, sanguinario conflitto sono peggio che inutili, sono del tutto dannosi.
Sapete benissimo che per contrastare l'Isis occorre un'operazione di polizia internazionale con le caratteristiche definite dall'Onu nel suo piu' recente pronunciamento.
Sapete benissimo che il terrorismo che oggi insanguina non solo il Medio Oriente ma vari paesi dell'Africa, dell'Asia e dell'Europa e' stato generato anche e innanzitutto dalle sciagurate guerre realizzate o promosse da coalizioni militari in cui tragicamente siamo stati e siamo coinvolti.
E sapete anche che la guerra non solo genera terrorismo, ma e' gia' terrorismo essa stessa, consistendo in effetti nell'uccisione massiva di esseri umani.
E ricordate certo che l'Italia in Iraq ha gia' preso parte ai bombardamenti stragisti della prima guerra del Golfo; ed ha gia' preso parte altresi' all'occupazione militare seguita alla conclusione della seconda guerra del Golfo (occupazione militare nel corso della quale da parte di personale di paesi nostri alleati furono commessi gravissimi crimini contro l'umanita').
E ricordate infine che il nostro paese in Iraq ha gia' pagato un tremendo tributo di sangue: nessuno puo' dimenticare la strage di Nassiriya.
*
Da tutto cio' consegue che l'annunciata decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul e' del tutto irrazionale, immorale, illegale; ed espone gratuitamente, assurdamente e sciaguratamente quei giovani, quell'impianto e chi vi lavora, e chi vive nei dintorni ed a valle dello stesso, ed il nostro paese infine, a un enorme rischio di essere fatti bersaglio di attentati stragisti dalle tragiche conseguenze di proporzioni fin inimmaginabili.
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Gentili senatori e senatrici, gentili deputate e deputati,
in ragione di tutto cio' vi scriviamo per chiedervi un impegno urgente e cogente: un atto deliberativo del parlamento per la revoca della decisione annunciata dal governo di inviare centinaia di sodati italiani alla diga di Mosul.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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E' questa un'ora, un "kairos", in cui e' richiesto di agire secondo verita', secondo giustizia, secondo scienza e coscienza, per il bene comune, per salvare le vite innocenti in pericolo.
Sperando in un vostro tempestivo, persuaso, adeguato intervento, vogliate gradire distinti saluti,
il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"
Viterbo, 17 gennaio 2016
5. VERSO IL 27 GENNAIO, GIORNO DELLA MEMORIA
Prepariamo ovunque iniziative per celebrare il Giorno della Memoria; diffondiamo la Legge 20 luglio 2000, n. 211: Istituzione del Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti; proseguiamo la lotta contro il fascismo, contro il razzismo, contro tutte le uccisioni e le oppressioni; proseguiamo la lotta in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
*
Di seguito il testo della legge istitutiva.
Legge 20 luglio 2000, n. 211: Istituzione del Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177, 31 luglio 2000).
Art. 1.
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonche' coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Art. 2.
In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto e' accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinche' simili eventi non possano mai piu' accadere.
6. PER FERMARE LA CARNEFICINA
Per fermare la carneficina in corso occorre iniziare il disarmo e la smilitarizzazione; occorre iniziare una politica di pace con mezzi di pace; occorre iniziare affermando concretamente la consapevolezza che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, e che quindi uno solo e' il nostro comune destino; occorre iniziare ponendo al centro dell'agire collettivo il principio nitido e intransigente del dovere di salvare le vite, della responsabilita' per il mondo; occorre iniziare la politica della nonviolenza, che e' la politica dell'umanita' finalmente autocosciente.
Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Riconoscere il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Riconoscere che il primo dovere di ogni persona decente e di ogni civile istituto e' salvare le vite.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Fermare la guerra e le stragi.
Disarmo e smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona che ha bisogno di aiuto.
*
Qui ed ora, oggi in Italia, un primo passo sia questo: far revocare la tragica e folle decisione annunciata dal governo di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.
A ciascuno di fare qualcosa.
La nonviolenza e' in cammino.
7. AVVICINANDOSI IL GIORNO DELLA MEMORIA. UN'INIZIATIVA A VITERBO
Avvicinandosi il 27 gennaio, Giorno della Memoria della Shoah, il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ha realizzato in preparazione della consueta commemorazione una prima iniziativa di austera meditazione, di commosso ricordo e di mesto omaggio alle vittime.
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Lunedi' 18 gennaio una delegazione della struttura nonviolenta viterbese si e' recata in via della verita', in cui una lapide e tre "pietre d'inciampo" ricordano tre vittime viterbesi della deportazione nei campi di sterminio; li' la delegazione ha sostato in silenzio riflettendo sulla tragedia avvenuta, sul dovere di non dimenticare, sull'impegno affinche' non si ripetano crimini infami.
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Al termine dell'iniziativa il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha riassunto in poche parole il senso e il fine della commemorazione: nel ricordo delle vittime noi affermiamo la nostra solidarieta' con loro; nel ricordo delle vittime noi affermiamo il dovere di difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; nel ricordo delle vittime noi condividiamo l'impegno ad opporci ora e sempre al nazismo ed a tutte le ideologie e le pratiche che operano persecuzioni e stragi, che violano i diritti inalienabili di ogni essere umano.
Nel ricordo delle vittime della Shoah noi oggi qui ribadiamo la necessita' e l'urgenza di opporci a tutte le uccisioni, a tutte le persecuzioni, a tutte le oppressioni, a tutte le devastazioni, a tutte le menzogne ed a tutte le violenze; noi oggi qui ribadiamo la necessita' e l'urgenza dell'impegno antifascista che si traduce hic et nunc nell'azione nonviolenta contro la guerra e contro il terrorismo, contro il razzismo e contro il maschilismo, in difesa degli esseri umani e del mondo vivente.
*
L'incontro e' stato concluso con un appello al governo affinche' receda dalla decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, una decisione insensata, immorale, illegale che puo' provocare una terribile tragedia. Impediamo una nuova Nassiriya. Ogni vittima ha il volto di Abele. Il primo dovere e' salvare le vite.
8. RICORDATE A ORTE LE VITTIME DELLA SHOAH
Si e' svolto mercoledi' 20 gennaio 2016 presso l'istituto d'Istruzione Superiore "Fabio Besta" di Orte (Vt) un incontro di riflessione in preparazione del Giorno della Memoria. L'iniziativa e' stata promossa dall'Anpi e dall'Auser di Orte.
Hanno partecipato all'incontro gli studenti della terza media dell'Istituto Comprensivo "L'isola d'oro" di Orte, e alcune classi quinte dell'istituto d'Istruzione Superiore "Fabio Besta".
All'incontro sono intervenuti l'illustre storica Anna Foa, la scrittrice Carola Susani, la preside Fiorella Crocoli, il presidente dell'Anpi di Orte Massimo Recchioni, la professoressa Anna Santori dell'Auser e il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo Peppe Sini.
E' stato presentato il libro di Anna Foa Portico d'Ottavia 13, edito da Laterza, sia nell'editio princeps che nell'edizione illustrata per ragazzi curata da Carola Susani.
Nel corso dell'incontro e' stato proiettato un film documentario sulla Shoah, "Notti e nebbie" di Alain Resnais, uno dei capolavori assoluti del cinema.
Nell'intervento conclusivo Peppe Sini dopo aver riflettuto sulle dialettiche della memoria e della responsabilita' e su cosa significhi oggi la solidarieta' con le vittime, ha sottolineato come dal ricordo delle vittime della Shoah deve scaturire un rinnovato, nitido e intransigente impegno di resistenza contro l'inumano; un impegno contro la guerra, il terrorismo e tutte le uccisioni; contro il razzismo, le dittature e tutte le persecuzioni; contro il maschilismo - che e' la prima radice di ogni violenza - e tutte le oppressioni; un impegno per la pace e la giustizia, per i diritti di tutti gli esseri umani e in difesa dell'intero mondo vivente; un impegno di solidarieta' per soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto; un impegno per salvare le vite.
Il responsabile delle struttura nonviolenta viterbese ha anche illustrato le fondamentali ragioni dell'iniziativa nonviolenta in corso in queste settimane affinche' il governo receda dalla decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul esponendoli assurdamente ed inammissibilmente a un enorme, tremendo pericolo di divenire bersaglio di attentati terroristici.
Le ultime parole dell'intervento conclusivo dell'incontro sono state dedicate alla citazione e al commento della lapide dettata da Piero Calamandrei per la tomba dei fratelli Rosselli e di una illuminante riflessione di Primo Levi, il grandissimo testimone della dignita' umana.
Sempre presso l'istituto d'Istruzione Superiore "Fabio Besta" a Orte il 27 gennaio si celebrera' la Giornata della Memoria con una nuova iniziativa promossa anch'essa dall'Anpi e dall'Auser in collaborazione con l'istituto scolastico.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Solo facendo il bene si puo' sconfiggere il male.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
9. LA VIA
La via per la pace e' la pace.
Alla violenza occorre opporre la nonviolenza.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Receda il governo italiano dalla sciagurata decisione di inviare centinaia di soldati incontro alla morte alla diga di Mosul.
*
Contro la guerra, contro il terrorismo, contro tutte le uccisioni occorre il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti, la legalita' che salva le vite.
*
La via per la pace e' la pace.
Alla violenza occorre opporre la nonviolenza.
Salvare le vite e' il primo dovere.
10. CI ASCOLTI IL GOVERNO, RECEDA DA UNA SCIAGURATA FOLLIA
Ci ascolti il governo, receda dalla sciagurata, folle decisione di inviare centinaia di soldati italiani incontro alla morte alla diga di Mosul.
Ci ascolti il governo, non commetta un errore scellerato.
Ci ascolti il governo, salvare le vite e' il primo dovere.
11. IL 27 GENNAIO, IL 14 FEBBRAIO
Il 27 gennaio e il 14 febbraio non sono solo due date memorabili (nella prima viene celebrato il Giorno della memoria delle vittime della Shoah, nell'anniversario della liberazione dei superstiti del campo di sterminio di Auschwitz; nella seconda da alcuni anni si svolge in tutto il mondo la manifestazione One Bilion Rising contro la violenza sulle donne, una manifestazione che ha saputo collegare innumerevoli persone di volonta' buona grazie all'azione e all'invito di Eve Ensler), ma costituiscono anche un richiamo, un appello alla primaria responsabilita' di ogni persona di volonta' buona: l'appello ad opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, ad opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, ad opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni; l'appello a lottare in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, e a lottare in difesa dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, della natura di cui l'umanita' stessa e' parte.
Sono cose che su questo foglio ripetiamo frequentemente, sono cose decisive.
Il 27 gennaio e il 14 febbraio (come altre date dal fortissimo valore simbolico, dall'8 marzo al 25 aprile, dal primo maggio al 2 ottobre) ci interrogano, ci convocano; ascoltiamole, valorizziamole queste giornate.
Dalla parte delle vittime, per la liberazione comune, per la solidarieta' che ogni essere umano riconosca, raggiunga, sostenga e conforti; per la giustizia e la liberta' di tutti, per l'uguaglianza di diritti, la condivisione e la responsabilita', per il bene comune.
La Resistenza continua.
La nonviolenza e' in cammino.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
12. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" FA APPELLO AI PARLAMENTARI PER LA REVOCA DI UNA INAMMISSIBILE E TRAGICA DECISIONE GOVERNATIVA
Gia' il mese scorso, come migliaia di persone ed associazioni democratiche, abbiamo chiesto al governo di recedere dalla sciagurata decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul in Iraq esponendoli assurdamente a un enorme pericolo di morte.
Poiche' fin qui il governo non sembra esser rinsavito, ci uniamo alla richiesta al Parlamento affinche' esso respinga quell'intenzione insensata e funesta.
Sottoscriviamo pertanto l'appello che segue e lo inviamo anche noi a tutti i parlamentari italiani.
*
Gentili senatori e senatrici, gentili deputate e deputati,
vi scriviamo per chiedervi un impegno urgente e cogente: un atto deliberativo del parlamento per la revoca della decisione annunciata dal governo di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.
Sapete gia' che quella decisione governativa e' profondamente errata e inammissibile sotto ogni punto di vista: logico e giuridico, politico e morale, finanche strategico e tattico; sapete gia' che quella decisione governativa espone gratuitamente, assurdamente, scelleratamente a un gravissimo pericolo di morte quei nostri soldati; sapete gia' che con essi essa espone a un gravissimo pericolo di morte anche le maestranze della diga; sapete gia' che con essi essa espone a un gravissimo pericolo di morte anche le popolazioni dei dintorni ed a valle dell'impianto; e sapete gia' che con essi essa espone a un gravissimo pericolo di morte anche la popolazione residente in Italia.
E valga il vero.
La diga di Mosul si trova nei pressi della citta' di Mosul, una roccaforte dell'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis.
La presenza di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul sara' presentata dalla propaganda dell'Isis come "invasione crociata" e quei soldati diverranno ipso facto un fin troppo facile bersaglio di attentati stragisti.
Non solo: con essi anche il nostro paese diverra' primario bersaglio di attentati stragisti che verranno presentati dalla delirante propaganda dell'organizzazione terrorista come pretesa "reazione" alla nostra presunta "invasione crociata".
Col duplice e doppiamente atroce risultato che molte persone verranno assassinate dai terroristi, e che questi massacri avranno anche come effetto di alimentare il consenso nei confronti dell'Isis da parte dell'uditorio cui la sua propaganda si rivolge, uditorio diffuso su piu' continenti che ci percepisce come un paese occidentale membro del sistema di alleanze militari responsabile delle guerre e delle occupazioni militari, dei massacri e delle rapine, che da decenni stanno insanguinando il Medio e il Vicino Oriente.
Vi e' anche noto che Mosul e' bersaglio dei massicci bombardamenti di paesi nostri alleati, bombardamenti che non distruggono solo strutture e materiali ma uccidono vite umane, ed uccidono non solo dirigenti e miliziani dell'organizzazione terrorista, ma anche civili innocenti e due volte vittime, vittime della dittatura terrorista e schiavista dell'Isis e vittime dei bombardamenti dei nostri alleati.
I nostri soldati dispiegati alla diga di Mosul corrono un enorme rischio di divenire le probabilissime vittime sacrificali della rappresaglia dei terroristi per i bombardamenti dei nostri alleati sulla citta' di Mosul.
Inoltre, non puo' sfuggirvi che utilizzare le forze armate del nostro paese in funzione di "polizia privata" di private imprese e' in flagrante contraddizione con la funzione istituzionale di un'articolazione del nostro ordinamento giuridico; e gia' in passato questo uso improprio dei militari italiani come "security" di aziende private ha dato luogo a vicende gravissime, come l'assurda uccisione di due innocenti pescatori indiani (un terribile, immedicabile lutto), con la conseguente privazione della liberta' di due nostri soldati da anni in attesa di processo (che peraltro potrebbero essere innocenti del reato loro ascritto e comunque devono essere presunti tali fino a sentenza definitiva, ma che dati i significati politici e le utilizzazioni propagandistiche di cui si e' caricata la drammatica vicenda nulla garantisce che avranno un processo equo) e la profonda controversia internazionale che ci oppone all'India (controversia che ha gia' dato luogo a ulteriori episodi indegni, del tutto riprovevoli, assai nocivi e gravidi di ulteriori pericoli).
Infine, sapete benissimo che interventi militari unilaterali stranieri - italiani o di altri paesi - in Iraq o nelle altre zone di brutale, sanguinario conflitto sono peggio che inutili, sono del tutto dannosi.
Sapete benissimo che per contrastare l'Isis occorre un'operazione di polizia internazionale con le caratteristiche definite dall'Onu nel suo piu' recente pronunciamento.
Sapete benissimo che il terrorismo che oggi insanguina non solo il Medio Oriente ma vari paesi dell'Africa, dell'Asia e dell'Europa e' stato generato anche e innanzitutto dalle sciagurate guerre realizzate o promosse da coalizioni militari in cui tragicamente siamo stati e siamo coinvolti.
E sapete anche che la guerra non solo genera terrorismo, ma e' gia' terrorismo essa stessa, consistendo in effetti nell'uccisione massiva di esseri umani.
E ricordate certo che l'Italia in Iraq ha gia' preso parte ai bombardamenti stragisti della prima guerra del Golfo; ed ha gia' preso parte altresi' all'occupazione militare seguita alla conclusione della seconda guerra del Golfo (occupazione militare nel corso della quale da parte di personale di paesi nostri alleati furono commessi gravissimi crimini contro l'umanita').
E ricordate infine che il nostro paese in Iraq ha gia' pagato un tremendo tributo di sangue: nessuno puo' dimenticare la strage di Nassiriya.
Da tutto cio' consegue che l'annunciata decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul e' del tutto irrazionale, immorale, illegale; ed espone gratuitamente, assurdamente e sciaguratamente quei giovani, quell'impianto e chi vi lavora, e chi vive nei dintorni ed a valle dello stesso, ed il nostro paese infine, a un enorme rischio di essere fatti bersaglio di attentati stragisti dalle tragiche conseguenze di proporzioni fin inimmaginabili.
Gentili senatori e senatrici, gentili deputate e deputati,
in ragione di tutto cio' vi scriviamo per chiedervi un impegno urgente e cogente: un atto deliberativo del parlamento per la revoca della decisione annunciata dal governo di inviare centinaia di sodati italiani alla diga di Mosul.
Salvare le vite e' il primo dovere.
E' questa un'ora, un "kairos", in cui e' richiesto di agire secondo verita', secondo giustizia, secondo scienza e coscienza, per il bene comune, per salvare le vite innocenti in pericolo.
Sperando in un vostro tempestivo, persuaso, adeguato intervento, vogliate gradire distinti saluti.
*
L'associazione "Respirare"
Viterbo, 21 gennaio 2016
13. ALLA MINISTRA DELLA SALUTE. UNA LETTERA APERTA
Gentilissima Ministra della Salute,
le scriviamo per pregarla di volersi adoperare affinche' il Consiglio dei Ministri receda dalla decisione annunciata il mese scorso di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, in Iraq; una decisione errata ed inammissibile che puo' avere tragiche conseguenze.
*
Ci permetta di riassumere in poche parole i termini della questione: quella diga e' a breve distanza da Mosul, citta' occupata dall'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis; sara' quindi agevole per l'Isis organizzare un attentato stragista contro i nostri soldati. Inviarli la' significa esporli assurdamente alla morte. E non solo: poiche' la propaganda dell'Isis presentera' quello sciagurato dispiegamento militare italiano nei termini di una "invasione crociata" gli sara' altrettanto agevole persuadere i suoi sanguinari adepti a fare dell'Italia un bersaglio privilegiato di massacri terroristici.
Quella decisione espone pertanto insensatamente ed irresponsabilmente i nostri soldati ed il nostro paese a divenire bersaglio di sanguinarie azioni criminali.
Il governo non determini le condizioni per un'altra Nassiriya.
Il governo non voglia favorire nuove stragi di innocenti.
Il governo receda quindi da quella decisione palesemente non meditata, palesemente non morale, palesemente non lecita.
Salvare le vite occorre, non esporle stoltissimamente alla morte.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Quella irragionevole decisione inoltre non solo non e' utile al doveroso, necessario ed urgente impegno contro il terrorismo, contro la criminalita' organizzata, contro tutte le guerre e tutte le uccisioni; ma al contrario di fatto favoreggera' l'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis offrendole la possibilita' di commettere agevolmente una nuova strage di innocenti.
Quella decisione quindi non solo e' errata e inammissibile sotto il profilo logico e morale, come sotto quello giuridico e politico, ma anche sotto il profilo tattico e strategico.
Lo ripetiamo: una decisione che assurdamente crea le condizioni per cui sara' facile a degli abominevoli assassini massacrare degli esseri umani innocenti e' del tutto irrazionale, del tutto immorale e del tutto inaccettabile, chiunque se ne avvede.
*
Gentilissima Ministra della Salute,
dal profondo del cuore la preghiamo di volersi adoperare affinche' il Consiglio dei Ministri receda immediatamente dalla decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.
Come Ministra della Salute lei forse piu' di altri ministri e' consapevole che il primo vostro dovere e' preservare la vita della popolazione del paese che governate: questa consapevolezza vi illumini tutti.
Augurandole ogni bene
14. L'URGENZA
Fermare subito la guerra e le stragi.
Iniziare subito il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
15. DANZANDO UBRIACHI SULL'ORLO DEL BARATRO
I nostri governanti sembrano non accorgersene.
E sembrano non accorgersene neppure i parlamentari.
Come sembrano non accorgersene i governanti ed i legislatori tutti dei paesi del nord del mondo.
Ma stanno danzando ubriachi sull'orlo del baratro.
Il baratro della guerra che puo' distruggere la civilta' umana.
La "guerra mondiale a pezzi" gia' in corso, di cui ha parlato con ferme, esatte e purtroppo fin qui inascoltate parole papa Bergoglio.
La guerra che sempre e solo consiste di stragi; la guerra che sempre e solo e' mattanza e terrorismo e dittatura in atto e generatrice di ulteriore mattanza e terrorismo e dittatura; la guerra che sempre e' nemica dell'umanita'.
Fermare la guerra, fermare il terrorismo, fermare le stragi, salvare le vite: e' il primo dovere.
Soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in pericolo: e' il primo dovere.
Contrastare con la forza della legalita', della democrazia, della civilta' tutti i poteri criminali, tutte le forme di barbarie, tutte le macchine assassine: e' il primo dovere.
*
Ci rivolgiamo al governo italiano, ci rivolgiamo al parlamento italiano.
Occorre fermare innanzitutto l'invio di centinaia di soldati italiani incontro alla morte alla diga di Mosul in Iraq.
Occorre fermare le forniture di armamenti dall'Italia a paesi belligeranti e violatori dei diritti umani.
Occorre uscire da alleanze belligene e fondate su patti leonini che non perseguono il fine del bene comune dell'umanita'.
Occorre smettere di sperperare ingentissime risorse pubbliche per spese militari insensate e nocive.
Occorre avviare una politica di pace, di disarmo, di smilitarizzazione dei conflitti.
Occorre avviare una politica rigorosamente fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana, alla Carta delle Nazioni Unite, alla Dichiarazione universale dei diritti umani.
Occorre la politica della nonviolenza.
16. QUESTO PENSIAMO
Questo pensiamo: che sia inammissibile mandare degli esseri umani incontro alla morte.
Questo pensiamo: che nessuno debba essere ucciso.
Questo pensiamo: che salvare le vite e' il primo dovere.
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Receda il governo dalla decisione stoltissima e sciaguratissima di inviare centinaia di soldati italiani incontro alla morte alla diga di Mosul.
17. UNA COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DEL NAZISMO A VITERBO
Lunedi' 25 gennaio 2016 a Viterbo il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha realizzato una iniziativa di commemorazione delle vittime della barbarie nazista.
L'iniziativa e' stata anche parte di un percorso di riflessione e di testimonianza in preparazione del Giorno della Memoria che si svolgera' il 27 gennaio.
*
In piazzale Gramsci, dinanzi alla lapide che ricorda tre viterbesi assassinati dai nazisti, una delegazione della struttura nonviolenta viterbese ha sostato in commosso silenzio rendendo omaggio a quelle ed a tutte le vittime della ferocia nazifascista.
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Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", Peppe Sini, ha concluso l'iniziativa di omaggio alle vittime leggendo due classici testi di Piero Calamandrei e di Primo Levi, ed esprimendo ancora una volta la convinzione che l'unico modo degno per ricordare le vittime della guerra, della dittatura, della barbarie, e' lottare oggi contro la guerra, contro le dittature, contro la barbarie; lottare oggi per salvare tutte le vite; lottare oggi con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, contro tutte le violenze; lottare oggi in difesa dei diritti di tutti gli esseri umani e in difesa della biosfera, l'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
"Nel ricordo delle vittime del nazifascismo opponiamoci alla guerra e a tutte le uccisioni, opponiamoci al razzismo e a tutte le persecuzioni, opponiamoci al maschilismo e a tutte le oppressioni. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Il primo dovere e' salvare le vite".
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Al termine dell'incontro e' stato rinnovato l'appello al governo affinche' receda dalla decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, una decisione insensata, immorale e illegale che puo' provocare una terribile tragedia.
18. L'ASSOCIAZIONE "ERINNA" ADERISCE AL COMITATO NONVIOLENTO PER LA REVOCA DELLA DECISIONE GOVERNATIVA DI INVIARE CENTINAIA DI SOLDATI ITALIANI ALLA DIGA DI MOSUL
L'"Associazione Erinna - Centro antiviolenza" ha aderito al "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul".
"Erinna" e' la fondamentale esperienza viterbese di donne impegnate contro la violenza alle donne, che da decenni con il suo centro antiviolenza garantisce alla citta' e alla provincia di Viterbo un luogo di solidarieta', un punto di riferimento culturale, morale e civile, un servizio sociale di straordinaria importanza.
Per lo straordinario valore di questa esperienza, la decisione dell'assemblea di "Erinna" di aderire al "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul" e' la piu' bella notizia in queste prime settimane di impegno della societa' civile per far recedere il governo da una decisione insensata e inammissibile, e cosi' salvare tante vite innocenti; ci ascolti il governo, ci ascolti il parlamento, ci ascolti il presidente della repubblica: sia immediatamente revocata quella decisione folle e sciagurata.
19. NELLA GIORNATA DELLA MEMORIA
Nella Giornata della memoria noi ricordiamo le vittime della Shoah, e questo doloroso ricordo ci convoca ancora ed ancora a un impegno di umana solidarieta': contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Il nazismo non ha vinto finche' tu resisti.
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Il primo dovere di ogni persona decente e di ogni civile istituto e' salvare le vite.
20. NEL GIORNO DELLA MEMORIA A VITERBO COMMEMORATI VITTORIO EMANUELE GIUNTELLA E PRIMO LEVI
Nel pomeriggio del 27 gennaio 2016, nella ricorrenza del Giorno della memoria, si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di commemorazione di Vittorio Emanuele Giuntella e di Primo Levi.
*
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ricordato con viva commozione i due indimenticabili testimoni della dignita' umana che seppero opporsi alla barbarie nazista e resistere fin nell'inferno del Lager, due indimenticabili maestri di Resistenza a tutte le violenze e a tutte le menzogne, due luminose figure della nonviolenza in cammino.
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni brevi estratti dai testi dei due grandi testimoni, ed e' stata tratteggiata la figura, il pensiero e l'opera di entrambi.
*
Vittorio Emanuele Giuntella (Soriano nel Cimino, 8 luglio 1913 - Roma, 27 novembre 1996) e' uno dei grandi maestri di vita e testimoni della dignita' umana del Novecento. Ufficiale degli alpini, dopo l'8 settembre rifiuto' di porsi al servizio dei nazisti e fu internato in lager. Docente di storia dell'eta' dell'Illuminismo all'Universita' di Roma, ha formato generazioni di studenti all'amore per il sapere e per l'umanita', al rigore intellettuale e morale, all'impegno culturale e civile. Fondatore dell'Opera Nomadi ed impegnato in numerose iniziative di solidarieta', ha sempre difeso i diritti umani di tutti gli esseri umani. Ha scritto saggi e libri di incomparabile profondita', la cui lettura rende migliori. E' stato un uomo coraggioso e generoso, un luminoso esempio di amore per la verita', un autentico maestro di nonviolenza.
*
Primo Levi e' nato a Torino il 31 luglio 1919, e qui e' tragicamente deceduto l'11 aprile 1987. Chimico, partigiano, deportato nel lager di Auschwitz, sopravvissuto, fu per il resto della sua vita uno dei piu' grandi testimoni della dignita' umana ed un costante ammonitore a non dimenticare l'orrore dei campi di sterminio. Le sue opere e la sua lezione costituiscono uno dei punti piu' alti dell'impegno civile in difesa dell'umanita'. Libri come Se questo e' un uomo e I sommersi e i salvati costituiscono non solo strumenti di conoscenza imprescindibili, ma sono anche una preziosa risorsa, un immenso bene per la mente ed il cuore - l'animo, l'anima - di chiunque li legga (ma tutte le opere di Primo Levi andrebbero lette, non vi e' una sola parola superflua, tutto in esse e' verita' e sollecitudine per l'umanita', azione nonviolenta che reca conforto ed aiuto, impegno di pace e di liberazione).
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Concludendo l'incontro e' stato rinnovato ancora una volta l'appello al governo italiano affinche' receda dalla decisione di inviare centinaia di soldati alla diga di Mosul in Iraq, una decisione insensata, immorale e illegale che puo' dar luogo a tragiche conseguenze.
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Nel ricordo della Shoah prosegua l'impegno dell'umanita' contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; prosegua l'impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; prosegua l'impegno in difesa dell'unico mondo vivente casa comune dell'intera famiglia umana.
Vi e' una sola umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
21. AUGURI AL PROFESSOR OSVALDO ERCOLI
Il 30 gennaio ricorre il compleanno del professor Osvaldo Ercoli, maestro di vita e luminoso esempio di rigore intellettuale e morale, di impegno educativo e civile, di generosa sollecitudine per i diritti di tutti ed il bene comune.
L'associazione "Respirare", certa di interpretare il comune sentire dell'intera comunita' viterbese, gli formula i piu' vivi auguri di buon compleanno e gli rinnova i sensi della piu' profonda gratitudine.
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Una breve notizia sul professor Ercoli
Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' stato tra gli animatori del comitato che ha salvato l'area archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione. E' stato scritto di lui: "Il professor Osvaldo Ercoli e' stato per decenni docente di matematica e fisica a Viterbo, citta' in cui e' da sempre un simbolo di rigore morale e civile, di impegno educativo, di sollecitudine per il pubblico bene, di sconfinata generosita'. Gia' pubblico amministratore comunale e provinciale di adamantina virtu', sono innumerevoli le iniziative in difesa dei diritti umani e dell'ambiente di cui e' stato protagonista; tuttora impegnato nel volontariato a sostegno di chi ha piu' bisogno di aiuto, e' altresi' impegnato in prima persona ovunque vi sia necessita' di smascherare e contrastare menzogne, ingiustizie, violenze... Avendo avuto il privilegio immenso di averlo come amico, come maestro di impegno civile, come compagno di tante lotte nonviolente, vorremmo cogliere questa occasione per esprimergli ancora una volta il nostro affetto, la nostra ammirazione, la nostra gratitudine; affetto, ammirazione e gratitudine che sappiamo essere condivise da tutte le persone di Viterbo e dell'Alto Lazio, da tutte le persone che hanno avuto l'onore di conoscerlo e che hanno a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera". Ed e' stato scritto anche: "Ascoltare il professor Ercoli e' sempre straordinariamente educativo, e di grande conforto: poiche' significa mettersi alla scuola di una persona che unisce il rigore del ragionamento logico all'affermazione del dovere morale e all'intransigenza dell'impegno civile, con una sobrieta', una mitezza ed una saggezza che rendono ogni sua parola, ogni sua argomentazione, non solo un dono prezioso per il pensiero e per l'azione, ma anche un autentico gesto di amicizia che nel suo stesso darsi - in squisita cortesia ed insieme in assoluta chiarezza e onesta' - degnifica gli interlocutori tutti invitandoli ad esser parte del bene, del giusto, del vero". Il 2 ottobre 2014, in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza, la Citta' di Viterbo, nella solenne cornice della Sala Regia di Palazzo dei Priori, sede del Comune, gli ha tributato un riconoscimento in segno della gratitudine dell'intera popolazione viterbese per il suo magistero di uomo di pace: dinanzi a un uditorio commosso che aveva gremito la storica sala, il sindaco ha consegnato al professor Ercoli un attestato della riconoscenza della citta' tutta; nella motivazione del riconoscimento di cui e' stata data lettura era scritto: "Al professor Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' pubblico amministratore di adamantino rigore morale e di strenua dedizione al bene comune, impegnato nel volontariato e nella difesa dell'ambiente e dei diritti di tutti gli esseri umani, animatore di molteplici iniziative di pace e di solidarieta', generoso educatore attraverso la parola e l'esempio al ragionamento logico come al dovere morale e all'impegno civile, di saggezza e mitezza maestro, testimone fedele dell'amore per il vero ed il giusto, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto a chiunque ne avesse bisogno come nel contrastare menzogne e violenze, sempre avendo a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera, la citta' di Viterbo grata per il suo impegno di pace".
22. DOVUTO A OSVALDO ERCOLI
In occasione della ricorrenza del compleanno del professor Osvaldo Ercoli il 30 gennaio, il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo gli rinnova la propria gratitudine per l'alto magistero, il limpido impegno, la profonda amicizia.
In Osvaldo Ercoli abbiamo sempre avuto un maestro e un compagno nelle necessarie lotte nonviolente in difesa dei diritti di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
In Osvaldo Ercoli ogni persona di questa citta' di Viterbo riconosce un esempio di bonta' e di coerenza, di amore per la verita', di dedizione al bene comune, di generosita' incondizionata.
Grazie a Osvaldo Ercoli nel nostro territorio molte cose buone sono state fatte, molte cose inique sono state impedite, la vita di tutti e' stata migliore.
Nella fausta ricorrenza del suo genetliaco gli auguriamo di vivere ancora molti anni felici, ed ancora una volta lo ringraziamo per tutto quanto ha fatto e per essere la persona che e'.
23. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Pablo Neruda, Canto generale / Canto general, Sugar, Milano 1988, pp. XVI + 974.
24. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
25. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2479 del 22 settembre 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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