[Nonviolenza] Ogni vittima ha il volto di Abele. 166



 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 166 del 10 settembre 2016

 

In questo numero:

1. Non si fermera' la guerra...

2. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

3. Preparare la Giornata internazionale della nonviolenza e la marcia Perugia-Assisi

4. Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

5. Un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale. Al referendum votiamo No al golpe

6. Una bozza di lettera da inviare ai parlamentari

7. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

8. Lucio Emilio Piegapini: Un odiatore di se stesso

9. Lucio Emilio Piegapini: Giovannino Circadiano

10. Lucio Emilio Piegapini: Gente strana

 

1. LE ULTIME COSE. NON SI FERMERA' LA GUERRA...

 

Non si fermera' la guerra senza il disarmo e la smilitarizzazione.

Gli eserciti servono a uccidere.

Le armi servono a uccidere.

A uccidere gli esseri umani.

Non si fermera' la guerra senza il disarmo e la smilitarizzazione.

*

Non essere uccisi e' il primo diritto.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni.

Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni.

Opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Una sola umanita'.

*

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Difendere la biosfera, casa comune dell'umanita'.

Opporsi al male facendo il bene.

*

Non si fermera' la guerra senza il disarmo e la smilitarizzazione.

Gli eserciti servono a uccidere.

Le armi servono a uccidere.

A uccidere gli esseri umani.

Non si fermera' la guerra senza il disarmo e la smilitarizzazione.

 

2. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

 

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

3. REPETITA IUVANT. PREPARARE LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA E LA MARCIA PERUGIA-ASSISI

 

Come ogni anno ricorre il 2 ottobre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi.

E quest'anno il 9 ottobre si svolgera' la marcia della pace Perugia-Assisi, la piu' importante iniziativa di pace nel nostro paese ideata da Aldo Capitini, l'apostolo della nonviolenza in Italia.

Occorre che le istituzioni, le associazioni, i movimenti, le persone che vogliono contribuire a fermare l'orrore della "terza guerra mondiale a pezzi" in corso, che vogliono salvare le vite, che vogliono costruire la pace, si adoperino fin d'ora a preparare la partecipazione piu' ampia e piu' consapevole possibile a queste due iniziative.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo rinnova l'invito a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni fedeli alla Costituzione repubblicana che ripudia la guerra, ad un impegno immediato e comune contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Facciamo del 2 e del 9 ottobre occasioni corali e persuase d'impegno comune per la salvezza dell'umanita'.

E fin d'ora adoperiamoci ovunque, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione; per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo.

 

4. REPETITA IUVANT. UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

5. REPETITA IUVANT. UN PARLAMENTO ELETTO DAL POPOLO, UNO STATO DI DIRITTO, UNA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE. AL REFERENDUM VOTIAMO NO AL GOLPE

 

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

*

Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale.

Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto.

Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto.

*

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

6. REPETITA IUVANT. UNA BOZZA DI LETTERA DA INVIARE AI PARLAMENTARI

 

Al/alla parlamentare ...

Oggetto: proposta di un impegno suo personale affinche' al piu' presto si addivenga alla discussione nelle competenti Commissioni parlamentari dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine

Gentile parlamentare ...,

le scriviamo per formularle la richiesta di un suo personale impegno affinche' al piu' presto si addivenga alla discussione nelle competenti Commissioni parlamentari dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine.

Come gia' sapra', dal 2014 sono state presentati sia al Senato che alla Camera vari disegni di legge che propongono la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza. Al Senato il disegno di legge n. 1515 recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" presentato in data 10 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 258 del 10 giugno 2014; il disegno di legge n. 1526 recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia" presentato in data 16 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 263 del 17 giugno 2014; il disegno di legge n. 1565 recante "Norme per l'inclusione della nonviolenza nei percorsi formativi del personale delle forze di polizia" presentato in data 14 luglio 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 279 del 15 luglio 2014; disegni di legge sottoscritti da numerosi senatori di varie forze politiche: Loredana De Petris, Luigi Manconi, Rita Ghedini, Valeria Fedeli, Paolo Corsini, Silvana Amati, Sergio Lo Giudice, Daniela Valentini, Rosa Maria Di Giorgi, Miguel Gotor, Elena Ferrara, Marco Scibona, Adele Gambaro, Marino Germano Mastrangeli, Daniele Gaetano Borioli, Maria Spilabotte, Erica D'Adda, Monica Cirinna', Manuela Serra, Francesca Puglisi, Pasquale Sollo, Francesco Giacobbe. Ed alla Camera il disegno di legge recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2698) presentato il 4 novembre 2014; e il disegno di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2706) presentato il 5 novembre 2014; disegni di legge sottoscritti da deputati di varie forze politiche: Arturo Scotto, Celeste Costantino, Donatella Duranti, Giulio Marcon, Michele Piras, Stefano Quaranta, Massimiliano Bernini.

Ricordera' anche che gia' nel 2001 fu presentato al medesimo fine di istituire la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza un disegno di legge sottoscritto da decine di senatori di tutte le forze politiche (ed in particolare i senatori Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Bonfietti, Boco, Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato, De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini, Formisano, Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella, Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta, Zancan), sostenuto anche dall'attenzione e dall'apprezzamento di deputati e parlamentari europei (tra cui i deputati: Bandoli, Bimbi, Bolognesi, Cento, Cima, Deiana, De Simone, Grandi, Grillini, Luca', Lucidi, Panattoni, Pecoraro Scanio, Pinotti, Pisapia, Preda, Realacci, Rognoni, Russo Spena, Ruzzante, Siniscalchi, Tolotti, Valpiana, Violante; tra i parlamentari europei: Imbeni, Di Lello, Fava, Morgantini e Pittella); ma allora quel disegno di legge non giunse ad essere esaminato nelle competenti Commissioni parlamentari.

Le segnaliamo anche che vari altri senatori e deputati hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa legislativa per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; e che, sempre nel 2014, la stessa Presidente della Camera dei Deputati, on. Laura Boldrini, trasmise alla competente Commissione Parlamentare, "affinche' i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione", la documentazione a tal fine predisposta dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" che dal 2000 ha proposto al Parlamento di legiferare in tal senso.

Non vi e' bisogno di ripetere ancora una volta quanto sia opportuno che nel proprio percorso formativo e conseguentemente nella propria operativita' gli appartenenti alle forze dell'ordine possano disporre anche delle straordinarie risorse che la nonviolenza mette a disposizione di tutti gli attori sociali impegnati in situazione critiche per la sicurezza comune e la difesa dei diritti di tutti.

Con questa lettera vorremmo sollecitare il suo personale impegno affinche' quei disegni di legge giungano al piu' presto all'esame delle competenti Commissioni parlamentari e possano avere esito in un disegno di legge unificato ampiamente meditato e condiviso che possa divenire nel piu' breve tempo possibile legge dello stato.

Distinti saluti,

Firma, luogo e data, recapito del mittente

 

7. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

8. RACCONTI AUTUNNALI DELL'ORRORE. LUCIO EMILIO PIEGAPINI: UN ODIATORE DI SE STESSO

 

Perche' odio me stesso? E sono domande da farsi?

Vorreste dire che a voi non capita mai? Ma non ci credo neanche se mi pagate. Prima o poi tutti odiamo noi stessi, andiamo. Se non siamo ipocriti, almeno.

Come? No che non sto dicendo che lei e' un ipocrita, egregio signore, sto dicendo che non sono un ipocrita io. C'e' una bella differenza, se permette. E poi, de gustibus...

E' un'espressione latina, da ragazzo si studiava il latino. Lo so, lo so, ma io parlo di quando ero ragazzo io, si figuri che ancora mi ricordo che... no, no, non intendevo divagare, mi dispiace, e' anche interesse mio, anzi: e' soprattutto interesse mio non divagare, e' ovvio.

No che non la odiavo, proprio per questo dicevo prima che se odiavo qualcuno, odiavo me stesso. E poi, e' la madre dei miei figli, no? Era, certo, certo, era. Non solo non la odiavo, ma l'amavo, l'amo ancora, l'amero' sempre. Io ci credo all'indissolubilita' del matrimonio. No, non e' che sono molto religioso, no, anzi, per me io penso che dopo morti non c'e' niente, si muore e finisce li'. Pero' all'indissolubilita' del matrimonio io ci credo. No, no, proprio per niente, non dico affatto che l'ho fatto per questo, e poi ho gia' spiegato che non avevo la benche' minima intenzione... e' stato un incidente. Mi ammazzerei per quello che e' successo, mi ammazzerei. La mia vita e' distrutta, ormai e' distrutta comunque, e allora tanto vale...

Di nuovo? Ma l'ho gia' raccontato prima. Va bene, va bene, lo racconto un'altra volta, e che mi costa?

*

Era da un po' di tempo che avevamo delle discussioni in famiglia, si'. Ieri sera sono rincasato stanco, stanco morto, e appena ho messo piede in casa lei ha cominciato a dirmi non mi ricordo neppure che, io avevo mal di testa,  e le ho detto che ero stanco e che avevo mal di testa, allora lei che fa? Alza la voce ancora di piu', e adesso non mi ricordo piu' tanto bene, ma puo' darsi che ho alzato la voce anch'io, se i vicini dicono cosi', sara' cosi', io non mi ricordo granche', ero stanco. Ma sono sicuro che e' stata lei a venirmi addosso, certo che sono sicuro, succedeva sempre cosi', figurarsi se io avevo voglia di attaccar lite stanco com'ero, ma lei insomma mi viene addosso, si', si vedono ancora i graffi, si vedono. Sulla faccia, lo vedete, sulla faccia. Per staccarmi le ho dato lo spintone. Uno solo, solo per allontanarla e poter ragionare, per poter parlare da persone civili. Lei e' inciampata, e' cascata, ha battuto la testa, e' morta.

Vi ho chiamato io. Questo non dimostra la mia buona fede? vi ho chiamati io, e vi ho aspettati li'. E' naturale che ho cercato di soccorrerla, guardate come mi sono tutto sporcato di sangue, per soccorrerla, e' chiaro. Pure il 118 ho chiamato, ma quando sono arrivati che potevano fare? Aveva la testa spaccata, se l'era spaccata sugli scalini mentre rotolava giu' per le scale. Certo che era caduta da sola, io le avevo dato uno spintone, ma neppure uno spintone, una spintarella, ecco, solo per allontanarla un attimo, poi lei e' inciampata da sola ed e' caduta per le scale, tutta una rampa si e' fatta ruzzolando, povera donna. Mentre ruzzolava s'e' fatta tutte quelle escoriazioni - si dice cosi', no? -, avete visto, povera Irmetta mia, che pareva una maschera di sangue pareva, e alla fine s'e' spaccata la testa, si'.

No, questo non mi sembra giusto. No, no, questo non e' vero, no. Sono cose che si dicono quando ci si bisticcia in famiglia, puo' anche darsi. Ma neanche per sogno, ma ci mancherebbe. E che sono, Marilyn Manson?

La signora Gibilterri? Ma andiamo. La signora Gibilterri puo' dire quello che le pare, ma quello che dice non sta ne' in cielo ne' in terra. Intanto e' sorda, e poi - si puo' dire? - non e' che ci sta proprio con la testa. Nel condominio lo sanno tutti. Io non lo so perche' non mi puo' vedere, anche se me lo immagino. No, non voglio dire niente, ho detto che me lo immagino ma non posso dirlo con sicurezza. Se proprio lo volete sapere e' per via dei gatti. Si', dava da mangiare ai gatti proprio di fianco al portone del palazzo, ed era uno schifo che non vi dico. Io ci tengo al decoro urbano e ho chiesto all'amministratore di farla smettere, tutto qui. Se l'e' legata al dito e da allora ne ha inventate di tutti i colori per calunniarmi; io non l'ho voluta mai denunciare, poveretta, e' vedova e non ci sta con la testa. Pero' lo so io che propaganda mi ha fatto. E' lei che ha cominciato a dire che picchiavo mia moglie. La dovevo querelare, la dovevo, ma sono troppo buono, e adesso ecco come vengo ripagato per la mia bonta' da quella strega e da chi le da' retta. Niente, niente, non aggiungo altro.

Il maestro Roberti? Intanto abita al piano di sotto, e questo e' un edificio vecchio, i muri sono spessi, e secondo me dal piano di sotto non si sente un bel niente. Le cose che dice gliele ha dette quella pazza della Gibilterri, datemi retta, conosco i miei polli. E' vedovo pure lui e alla sua eta' fa sempre il galante, il gaga', e mica solo con la Gibilterri. E' in pensione, ha un sacco di tempo e non sa che farsene, e allora che fa? Inventa maldicenze. Chiedetelo, nel condominio lo dicono tutti. Io non ci credo proprio che stava rientrando e ha visto me che buttavo Irma per le scale, anche perche' se lui vedeva me io vedevo lui, no? E io non l'ho visto. Ve la dico io la verita': stava a casa sua e quando ha sentito il trambusto con l'arrivo del 118 prima e del 113 poi allora si e' fatto sull'uscio e per darsi importanza ha detto quello che ha detto. Tutte fandonie. Perche'? Per darsi importanza, e' uno fatto cosi', frustrato, viscido, anni fa si trovo' invischiato in una brutta storia... No, io non dico niente, l'ho solo sentito dire. La polizia siete voi, io che ne so? Io dico solo che quando la povera Irma e' inciampata ed e' ruzzolata giu' per le scale il maestro Roberti non c'era, altrimenti lo avrei visto, no? Io sono accorso subito a soccorrere mia moglie, e la porta del suo appartamento era chiusa. Sigillata. Anzi: col cavolo che e' uscito fuori a darmi una mano,  almeno a esprimere solidarieta', che ne so? Niente, se ne stava tappato in casa sua, secondo me era dietro la porta, ma per aprire ha aspettato che arrivaste voi, e allora si e' fatto avanti a fare il prim'attore, quel pagliaccio. No che non lo stimo, e come si potrebbe stimare un individuo come quello? Lo sapevo si' che lo sapevo che l'anno scorso mi aveva calunniato, lo sapevo io e lo sapeva tutto il palazzo, ma nessuno lo prendeva sul serio, era uno fatto cosi', che per darsi importanza doveva parlar male degli altri. E infatti. A dirsela tutta era pure comunista, adesso fa finta di niente il furbacchione, ma era comunista e lo sanno tutti. Ma ancora con questa storia? Era una diffamazione bella e buona, e' stato tutto chiarito, nero su bianco, carta canta, altro che le infamita' di quel comunista che mi chiedo con che cuore le famiglie gli affidavano i bambini; ma certo! E di sicuro se guardate in archivio lo trovate, ci dovetti venire in questura con mia moglie, ed e' stata proprio mia moglie che testimonio' che non era vero, che aveva sbattuto cadendo per terra; la lite, le grida, gli schiaffi, si era inventato tutto quel mentecatto, io neppure c'ero a casa quella sera. Se cercate la trovate la dichiarazione - spontanea dichiarazione, eh - di mia moglie. Me lo ricordo bene si'. Ah, pure? Ma pensa un po'. E questa e' la ciliegina sulla torta, eh? Eh? E quando mai lo avrei minacciato per fargli tenere il becco chiuso? E anche fosse, si vede come l'ha tenuto chiuso... Io un tipo violento? Ma volete scherzare. No, quello non c'entra niente, fu legittima difesa, e sono passati quanti? Tre anni? E ogni volta riciccia fuori 'sta storia? Ma per favore.

Ma quale amica del cuore, quella e' la donnaccia che l'ha portata sulla cattiva strada! Ve lo dico io adesso chi e' quella: e' separata e divorziata, capito? Chiedetelo a suo marito perche' l'ha dovuta cacciare di casa. Si' che l'ha cacciata di casa. Lasciate perdere quello che dicono le carte, ma quali carte, io so la storia vera, quella il marito l'ha cacciata di casa e ha fatto bene perche' e' una donnaccia. La signora Giulietta, come no, te la raccomando. E sempre pappa e ciccia con Irma, e cicici' e cicici', ma io non ci sto a passare per scemo, eh no. Se lo volete sapere e' stata proprio la signora Giulietta a mettere in testa a mia moglie certe idee. Che io cento volte gliel'ho detto a Irma che non volevo che frequentasse quella li', quella dovreste indagare, ne scoprireste delle belle. Lo sapete che fa la vita? E e' pure lesbica, ve lo dico io. E adesso la signora Giulietta mi accusa? questa e' tutta da ridere. E che ne sa lei? Secondo me inventa tutto. Uguale uguale come ha fatto con suo marito. Tutte invenzioni. Addirittura. Addirittura! E bum! A chi le spara piu' grosse. Magari vi avra' pure detto che iersera c'era pure lei su per le scale, ma via, e che era la curva Sud? Ma una come quella e' capace di tutto, figurarsi se non e' capace di inventarsi... Ah, ha detto questo? Ma pensa un po'. Ma pensa un po'. Cosi' mia moglie si confidava con lei, ma pensa un po'. Ma quella ci vive nelle menzogne, e' la menzogna fatta persona, e' una bugia ambulante che al posto delle ruote ci ha quelle due cianche storte, ci ha. Ma non ci credo neanche se le vedo che mia moglie gli confidava i fatti nostri privati, che poi non c'era proprio niente da confidare, siamo una famiglia normale noi. E' proprio per questo che non volevo che la frequentasse, proprio per questo, perche' quella li', la cara signora Giulietta, riempiva la testa di mia moglie di fesserie, e cercava, lo so io che cercava... Che cercava? Con rispetto parlando, cercava di portarsela a letto, ecco che cercava. Ah ma ci doveva solo provare che gliela levavo io la voglia di fare le porcherie, gliela levavo io la voglia a tutte e due. Io i delitti contro la morale, i delitti contro la stirpe, proprio non li posso sopportare. Non sono uno all'antica, sono una persona moderna: l'avete visto il telefonino che m'avete levato? gli fanno la pubblicita' in televisione questi giorni, vi sembro uno - come si dice - retrogrado? No, io mi tengo aggiornato, sono di mentalita' aperta, non ho nulla contro i negri, gli ebrei, i terroni, gli handicappati - basta che stanno a casa loro invece di dre fastidio in giro. Io sono per la democrazia. Ma scherza coi fanti e lascia stare i santi, come si dice. I diritti delle donne? Sicuro, e che sono maomettano? io li rispetto i diritti delle donne, pero' ci sono pure i diritti degli uomini, eh? No, dico, ci saranno pure i diritti degli uomini, no? Senno' e' razzismo, e' razzismo alla rovescia ma sempre razzismo e'. Alla fine, il marito ero io. O no? O c'e' solo l'anarchia e il libero amore? Perche' se il matrimonio non vale piu' e c'e' solo il libero amore, basta dirlo, eh, basta solo dirlo e a me mi sta bene. Ma finche' siamo in Italia valgono le leggi italiane, no? E io sono il marito, e a casa mia i pantaloni li porto io.

No, i miei figli li dovete lasciare stare. Ma e' fin troppo giusto che siano sconvolti. E quando una persona e' sconvolta va rispettato il suo dolore. Io sono il padre, no? Allora decido io se vi autorizzo o no a parlare con i miei figli, e io dico di no. Poi, piu' avanti, magari si', quando avranno superato il trauma, ma adesso no. La guardo pur'io la televisione, lo so che e' un trauma, e che quando una persona e' sotto shock non e' responsabile di quello che dice. Se mio figlio ha detto questo, se veramente ha detto questo, allora state ben attenti, perche' io lo denuncio a quello che ha sottoposto un minore a un interrogatorio senza l'autorizzazione dei genitori, cioe' del genitore vivente, che sono io. E non sento ragioni, eh, niente storie, io querelo e ci vediamo in tribunale, vi levo il vizio a torturare i ragazzini. Ah, pure mia figlia. Meglio. Reiterazione del reato. Ci pensera' il mio avvocato a cavare la pelle al porco che s'e' permesso. Calmo? Io sono calmissimo, foste voi calmi come me. No, no, non voglio neppure sentire che fanfaluche avete messo in testa ai miei figli che sono minorenni e di cui ho la patria potesta' - si dice cosi', no? Come? Come? Ma questa e' roba dell'altro mondo. Bene. Benissimo. Con loro faro' i conti quando torno a casa. Mi pugnalano al cuore, mi pugnalano. Con tutto quello che ho fatto per loro, adesso mi devono far piangere lacrime di sangue. E proprio adesso che ho appena perso mia moglie. Ma giuro sulla testa dei miei figli, giuro, che non e' vero niente, sono tutte infamita' che vi siete inventati voi e che li avete costretti a dirle sotto minaccia, sotto tortura. Vi siete fatti un uovo al tegamino, vi siete fatti. Fatemici parlare e vedrete come ritrattano. Vi siete fatti un uovo al tegamino.

L'assistente sociale? Pure quella. Ma l'avete vista? Ma quella ha un problema solo, che non se l'e' presa nessuno. Lo so che e' venuta a casa mia, c'ero pur'io quella volta. E allora? Ah si'? E che ne sa lei? Vorreste dire che quella scema di mia moglie andava a raccontare i fattacci nostri a quella li'? I figli? E che c'entrano? Ma senti tu quante tocca sentirne. Lo dice lei che mia moglie le diceva che la menavo a lei e ai ragazzini. Troppo facile, adesso mia moglie e' morta e non puo' piu' smentire e ogni imbecille puo' dire che mia moglie diceva questo e diceva quello, che aveva vinto le olimpiadi, che era la presidente della repubblica, come no, Figaro qua, Figaro la'. Ma fatemi il piacere. Quello che diceva mia moglie meglio di tutti chi lo puo' sapere? Il marito, e chi senno'? E il marito chi e'? Bravi. E allora io vi dico che mia moglie certe falsita' contro suo marito non le ha mai dette. E infatti, e infatti, quella volta che siamo dovuti venire qui in questura che ha dichiarato? Che era cascata e si era fatta male da sola. A verbale, letto, approvato e sottoscritto. Con la sua firma. Altro che chiacchiere.

Pure mia suocera! E figurati se poteva mancare. Resiste piu' sott'acqua che a starsene zitta. La siete andata a cercare voi o si e' presentata lei? Ci scommetto che s'e' presentata lei di prima mattina, eh? E che panzane ha tirato fuori stavolta? Era pure lei su per le scale? eh? col comunista, la lesbica e la matta, tutti sull'ultimo scalino a fare il tifo? Ma che vi siete fumati? Ma se e' tutto cosi' chiaro, cosi' semplice, cosi'... cosi' banale: non mi ha mai potuto vedere quell'arpia, e' stata un tormento infinito, lo so io lo so quello che ho dovuto sopportare per amore di Irma. E adesso che s'e' inventata? E ancora! Pure lei! E' lo sport nazionale, quasi quasi lo dico pur'io che menavo Irma visto che lo dicono tutti: e invece no, non l'ho mai toccata nemmeno con un dito, primo perche' io le volevo bene a mia moglie e sempre gliene vorro'; secondo perche' io sono un gentiluomo e le donne le rispetto io; terzo perche' prima di accusare qualcuno ci vogliono le prove, signori belli, le prove, oppure e' calunnia, anzi diffamazione, reato previsto e punito dal codice, dico bene? Saro' vecchietto ma ancora arzillo, non me li lascio mettere i piedi sulla testa io. Occhio per occhio, dente per dente. Leggeteli i libri, fa bene alla salute.

*

Adesso perche' mi fate questa domanda? No, vorrei capire perche' me lo chiedete. No, e' che non mi piace quando si cerca di fregarmi. No, proprio per niente. Vi pare di essere furbi, eh? No, no, vi ho capito, vi ho capito bene. E invece no. No. Non avevo nessunissimo motivo di risentimento nei confronti di mia moglie. Ah, ci siete restati male, eh? Speravate che vi dicevo chissa' che... E invece no, io le ho sempre voluto bene e lei ha sempre voluto bene a me. Se ci siamo sposati ci sara' stato un motivo, no? Un matrimonio felice, sissignore. Non bene, strabene, superstrabenissimo. E' stato un incidente, ve l'ho detto, e adesso non mi va piu' di parlare, anzi: voglio vedere un avvocato, perche' mica lo so se e' legale che mi avete trattenuto qui tutte queste ore e senza mangiare, senza bere, senza poter andare al bagno, senza poter telefonare, e pure tutte queste domande, per non dire quello che avete fatto agli angioletti miei e senza la mia autorizzazione, anzi, senza che io che sono il padre ne sapessi niente. Gia', io sono un padre di famiglia, un cittadino che lavora e che paga le tasse, una persona normale, e lo stato dovrebbe tutelare i miei diritti, se non sbaglio. No che non sono uno sprovveduto, sono una persona che ragiona, avete qualcosa in contrario? Mi sembrava. Adesso voglio un avvocato, e che siamo in Russia, in Cina?

 

9. RACCONTI AUTUNNALI DELL'ORRORE. LUCIO EMILIO PIEGAPINI: GIOVANNINO CIRCADIANO

 

E' colpa mia se ho questo cognome? Tutti scoppiano a ridere quando lo sentono, mi viene da ridere pure a me, che invece mi ci dovrei incavolare di brutto. Ma se fa ridere fa ridere, c'e' poco da fare.

Le parole e le cose, mi fanno ridere, mi fanno. Le parole sono le cose. Prova a chiamarti Spennacchietti e a fare qualche atto di valore, puoi anche salvare a nuoto tutti quei babbei del Titanic, orchestra e strumenti compresi, ma te lo immagini sui giornali il titolo "Eroico gesto di Aristide Spennacchietti"? No, eh? Certo che no, e infatti nessun giornale lo pubblicherebbe. Se sei Spennacchietti puoi solo far ridere. Il salame: sara' buono il salame? a chi non piace? Prova a scrivere la parola salame, e vedi il risultato.

Come li chiamavano quelli, i nominalisti? Ecco, questa e' la verita': il mondo e' un insieme di nomi, non di fatti. E cio' che non si puo' nominare non esiste, e fine della canzone.

*

A me mi massacra due volte chiamarmi Circadiano. Con gli ignorantoni, che ti sghignazzano sul muso prima ancora che apri bocca, basta che qualcuno dice "quello li' si chiama Circadiano" e giu' risate che ti verrebbe voglia di rompergli il grugno e fargli ingoiare tutti i denti a cominciare dagli incisivi fino all'ultimo molare. E con quegli ignorantoni che hanno studiato e sono ancora piu' imbecilli degli imbecilli di prima e che subito cominciano a dirti "Che nome interessante, lei certamente sapra' che circadiano...". E certo che lo so, mi ci chiamo, mi sara' capitato di sentirlo, no? Ci campo con questo nome, io. Possibile che a questo imbecille non gli viene in mente che so tutto su circadiano fin da quando ho imparato a sfogliare un vocabolario? Niente, tutti, ma proprio tutti, mi devono fare la loro lezioncina, ed io li lascio parlare, e mentre loro vomitano le loro scempiaggini io li guardo fissi, attento, intento, e penso a come li potrei torturare, violentare e infine uccidere e poi rosolare e poi mangiarmeli solo per il gusto di poterli poi vomitare o defecare, quegli imbecilli.

Ti inasprisce, si' che ti inasprisce avere un nome sbagliato.

Che ne so, per esempio Leopardi e' un bel nome, e non dico per via di Giacomo Leopardi, dico per via del leopardo, che ha la sua eleganza e a nessuno gli viene in mente di ghignarti in faccia. Certo, fa anche piacere che ti chiedano se sei parente, e tu gli dici di si', e' naturale, che poi in un certo senso e' pure vero: e che non siamo tutti prosapie di Adamo ed Eva? Non siamo tutti homo sapiens? E' chiaro che lo dico con ironia, lo capirebbe anche un bisonte, anche una como' lo capirebbe che e' un'ironia. Sapiens, ma sapere di che, ma quale sapore, sciocchi, invece. Pure Kant e' un bel cognome; e trovi quello che ti chiede se sei parente del sor precisino di Koenigsberg, e quell'altro che ti chiede se sei parente di Diabolik: andiamo, questa e' divertente.

*

Come sono finito qui? Questa e' bella. Intanto ditemelo un po' voi, a che vi riferite quando dite "qui"?Diegetico? Extradiegetico? Chi suona l'ouverture del Guglielmo Tell mentre il Lone Ranger galoppa? E perche' l'amico indiano si chiama Tonto? E Venerdi'? Andiamo, chiami uno Venerdi'. E non e' gia' il fascismo?

Come Kraus? Si', come Kraus. E' vero, dove mi giro vedo fascisti. E non e' forse vero? Ma voi eludete, voi sfuggite, cari interlocutori, rispondete piuttosto a una semplice domanda del vostro Giovannino Circadiano: cosa intendevate dire quando avete detto "qui"?

L'anno scorso a Marienbad, a Tlon, Uqbar, Orbis tertius? Le mosche in cui si moltiplica la sfinge? Perche', pensavi che bastava ammazzarla? Dovevi pensarci che se la domanda era uno specchio, quando si precipitava giu' dalla rupe s'infrangeva in mille pezzi, in una miriade di specchi. Ed hai voglia a cavarti gli occhi. Dove siamo "qui"? Avanti, avanti. Una risposta.

Ma no, certo che scherzo. Si fa per chiacchierare. Con questo freddo cane, con questo freddo boia.

*

Secondo me e' un lavoro come tutti. Certo che sono parte in causa. Perche', voi non siete parte in causa? Non ci provate con me, non ci provate. Non dico che sia un bel lavoro. Se trovavo di meglio. Certo che se trovavo da fare un lavoro bello pulito e che si guadagnava parecchio, e che lo lasciavo li'? Ma a voi risulta che ci siano lavori puliti e che si guadagna parecchio? A me non e' mai capitato. Se si guadagna parecchio vorra' dire qualche cosa, no? Come? Ditemelo voi. Ditemelo voi, andiamo, se doveste scegliere tra il lavoro pulito e pidocchioso, da morti di fame, e quello che si guadagna parecchio. Eh? No, no, ditelo voi. Ah, non ci sentite da quest'orecchio, eh? Lo so io, lo so. Viva la sincerita', eh? Lasciamo perdere che e' meglio. Lasciamo perdere, ho detto, che e' meglio. Non per dire, ma come ci sto io ci state pure voi qui. No, nonnonnonno, no. Vi pare di essere meglio di me? No, no, ditelo, parliamo liberamente. Se vi pare di essere meglio, si'. Avanti. Ah, state zitti. State zitti, eh? Si', state zitti, state zitti che fate meglio. E' questa che v'imbarazza? La rimetto in tasca, la rimetto. Ecco. A proposito: non suona strana la parola "rimetto"? "Metto" e' una parola forte, va bene, ma "rimetto" no. Perche'? Solo perche' rimettere significa pure vomitare? O perche' rimetterci significa che si perde qualcosa? La gente distratta perde qualcosa, gli altri - quelli che stanno attenti, che gli pare di essere furbi - perdono tutto. Non e' male questa, eh? Il mister qui presente si credeva di essere furbo, eh? E voi? Siete di quelli furbi, siete di quelli che ci rimettono? E qual'e' la remissione vostra? La remissione dei peccati, eh? Niente male pure questa, eh? Le parole, il giocoliere con le parole, quello e' un bel mestiere, eh? Se ti va bene ti danno pure il Nobel, come se fossi uno scienziato, e invece sei solo un egoista e un fallito, uno saturnino e lunatico che e' stato chiuso tappato dentro una stanza a scrivere, che ne so, L'uomo senza qualita', o Alla ricerca del tempo perduto o La morte di Virgilio. Roba dell'altro mondo. Oppure "rimetto" suona male perche' tutte le cose fatte due volte sono fasulle? Rinasco, riconosco, rinnego. E poi quel "ri" che significa davvero? Fare una cosa due volte o disfare la cosa gia' fatta? E Penelope che fa? Sta li' come il ragno che tesse la trappola, e quei babbei non ci pensavano che prima o poi Nessuno arriva? Anzi: ritorna. Gia' tornare e' una forza, ma ritornare e' tornare due volte, si capisce lontano un chilometro che finisce con una strage. La sapete quella di Dizzy Gillespie che incontra Bonifacio VIII? Vedete? Basta dire Dizzy Gillespie e la gente si rilassa, si diverte. Se dicevo John Coltrane, o Miles Davis, invece...

*

Ancora! E sempre con questi lager. E mo' basta. Lager di qua, lager di la'. Uno non puo' fare un'attivita' che subito e' un lager. Due mattoni, e ' un lager. Dai lavoro a uno che dovrebbe essere ributtato a mare e tornarsene in Africa a nuoto, e invece di ringraziarti che gli dai da campare e pure la baracca per dormire che fa? dice che e' un lager. Sistemi queste ragazzette in un appartamento invece di lasciarle a prendersi l'aids per strada, gli paghi pure i preservativi, e e' un lager pure quello. Tutto lager. Ma aprite gli occhi. Ma dove vi credevate di vivere? Morti di fame che non siete altro. In Siberia bisognava mandarvi, cosi' imparavate qualche cosa. Pero' siete contenti che al supermercato trovate i pomodori con lo sconto, eh? E chi li raccoglie, Mastro Titta? Pero' la sera vi piace di andare a sbombolare, eh? E che vi credete che non c'e' un'organizzazione? E quelle porcherie che vi sparate, ve le sparate, ve le sparata, lasciatevi servire, ve le sparate eccome, che pensate che nascano sugli alberi belle e confezionate con la siringa inclusa? che non ci serve il lavoro umano? il lavoro umano, sissignore. Perche' questo e' lavoro. La fate girare voi l'economia, con quei quattro soldi da pezzenti che non siete altro? Andiamo, fate i bravi. E lasciateci lavorare. E quando vi serve il pezzo di ricambio per lo zio Guglielmo - il fegato, un rene -, e chi pensate che glielo porta fresco fresco a quella bella clinica in Svizzera tutta linda e pinta, Babbo Natale? Vi piace vivere comodi, no? Vi piace risparmiare, no? E poi donate due euro cogli sms. Che fogna. A che vi credete che servano i bambini soldato? al servizio di chi lavorano gli schiavisti? da dove vengono fuori i guadagni in borsa, dal cilindro di Mandrake? o dalle mutande del Mago Zurli'? E' meglio che vi state zitti. Leggetevi i Grundrisse prima di aprir bocca. Tutto questo schifo, e non vi accorgete di niente? Non vi viene in mente niente? Beati voi.

*

E adesso tutte queste storie per quello? E che pensavate che facevo, che chiamavo la polizia? No, e' il libero mercato, ragazzi, c'e' un problema lo risolvi, e lo spettacolo deve continuare, come si dice in americano: the show must go on, eh? Via, tornate dentro, tornate a ballare, ci pensa Giovannino a portare via la spazzatura, voi non avete visto niente, e' chiaro?

 

10. RACCONTI AUTUNNALI DELL'ORRORE. LUCIO EMILIO PIEGAPINI: GENTE STRANA

 

Ne ho conosciuta di gente strana, e strana forte, strana a ddi' de si'.

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Per esempio Biscottino, che lo chiamavano cosi' perche' suo padre lo chiamavano Biscottone ma perche' lo chiamassero cosi' al padre non lo so. Che poi Biscottino era grosso due quintali, e camminava a bilanciere. Prima faceva il muratore, non era ancora grosso cosi', poi ha dovuto cambiare lavoro e e' diventato orefice, o si dice orafo? Insomma, lavorava l'oro. Che mi chiedo come fa con quelle dita che sembrano salsicce. E certo, e' chiaro, lo comprava pure. Pure Biscottone faceva il cravattaro, ma non era grasso come il figlio. Biscottino aveva cominciato a ingrassare dopo che s'era lasciato con la moglie, e piu' precisamente dopo che la moglie era sparita. Me lo ricordo com'era in quel periodo: piagneva sempre, tu gli chiedevi perche' e lui diceva "Gnente, gnente", ma certo volte dagli occhi gli usciva come un lampo. Giuro: un lampo, che tu pensavi che se quello sguardo ti coglieva ci pigliavi la scossa ci pigliavi. La moglie dicevano che andava a letto con Palazzino, che spari' pure lui. Al bar dicevano che erano andati a vivere insieme a Parigi, Mimmetta e Palazzino, dicevano cosi', e quando lo dicevano ridevano, e io pensavo che non era bello perche' offendevano Biscottino, ma poi un giorno vidi che c'era pure Biscottino e che rideva piu' di tutti. La gente e' strana, no?

*

Oppure Paolo il bello. Che poi non era bello per niente. Almeno secondo me. Pero' rimediava, eccome se rimediava. Ma finiva sempre che poi le ragazze le metteva a lavora'. Avete capito, no? Erano sempre straniere, austroungariche, cecoslovacche, unionesovietiche, di quei paesi li' coi nomi stranieri. Io non l'ho mai capita 'sta storia. Una volta dopo una sveltina con Irina gliel'ho chiesto. Ma lei neppure m'ha risposto. Co' 'ste mignotte chi ce capisce e' bravo. Pero' ce l'ho pur'io un aneddoto che pare un racconto del mistero ma e' una cosa vera che e' successa a me. Una sera per strada mi ferma Irisse, che io non la caricavo mai, perche' per me era troppo magra e poi mentre lavorava piagneva sempre, e a me non mi piace che insomma io pago p'avecce gusto e quella piagne senza che la meno. Se vojo che piagne allora la meno, no? Tanto so' io che pago. Io cercavo Irina o Tania, ma me ferma Irisse, e non e' che posso fa' finta che non la conosco. Sale in macchina e comincia a piagne. Le chiedo che succede, e lei mi dice che Paolo 'l bello le ha detto che prima la sfregia sulla faccia e poi la fa magna' dai maiali. Io le dico che non dicesse scemenze, alla fine Paolo e' un amico, perche' deve di' 'ste brutte cose, proprio lei che se non mi ricordo male siete stati pure fidanzati... E lei che fa? Si tira su la maglietta e mi fa vedere che proprio sopra l'ombelico cia' scritto tutto maiuscolo "troia propieta' privata de P.", ma non un tatuaggio, erano cicatrici. Io non ci avevo mai fatto caso, se vede che quanno lavorava trovava qualche scusa pe' tenesse la majetta, Boh. "Me l'ha fatto col coltello". Io non ci posso credere, con Paolo ci conosciamo da ragazzini. Le dico che ci parlo io. E lei piagne piu' forte, la cretina. Insomma mi stufa, cosi' la faccio scendere. Le ho pure regalato dieci euro senza fa' niente. Poi per fortuna due piazzole dopo ho trovato Irina, che e' sempre la mi' preferita.

La sera dopo al bar vedo Paolo, e gli dico: "Ah Paole', ma lo sai che iersera ho visto Irisse?". E lui: "Ah si'? E je l'hae data 'na botta?". E io: "No, no, eppoi a me me piace Irina. E' che Irisse m'ha raccontato 'na storia strana, dice che tu la volevi sfregia' e falla magna' dai maiali". E lui: "E che so', Annibbale 'l cannibbale?". E io: "Eh, je l'ho detto, ma lei piagneva, lo sai come fa". E lui: "Quella matta piagne sempre". E io: "Propio. Pero', insomma, se t'ha fatto qualche storta, non e' un motivo pe' rovinalla e falla magna' dai maiali, no?". E lui: "E chi la tocca? E poi a me d'essa nun me frega piu' gnente, se ne po' pure anna' 'ndo je pare. M'ha spezzato 'l core quella troia, 'l core m'ha spezzato, tu ce lo sai". Io non sapevo niente, ma per cortesia feci segno di si' con la testa. E lui: "Mo' me n'ho da anna' che cio' da fa', se vedemo". E io: "Se vedemo". M'ero scordato di dirgli della scritta che quella ciaveva sulla panza incisa col coltello, tanto glielo potevo dire quando lo rivedevo. Lo rivedo la sera dopo ma prima che gli dico io della cicatrice lui mi fa: "A proposito, te volevo di' d'Irisse. E' tornata in Ucraina". E io. "Eh?". E lui: "E' tornata in Ucraina, te l'avevo detto che se ne voleva anna', no?" E io: "Si', me pare de si'". E lui: "Lo voi sape'? So' contento che se n'e' annata, m'aveva spezzato 'l core, te ricordi?". E io: "Eh si'". E lui: "Te l'aveva detto pure a te che se ne voleva anna', no?". E io: "Me sa de si', mica l'evo capito bene". E lui: "Si' che l'evi capito, me l'hae detto tu l'altra sera, te ricordi". E io: "Me sa de si'" (pero' a dire il vero mi pareva che non me l'avesse detto, ma con Paoletto tutti gli danno sempre ragione, senno' comincia a da' de matto). E lui: "Vabbe', mo' t'ho da lassa' che cio' da fa'. Ciao, eh?". E io: "Ciao, ciao, se vedemo". E lui, gia' sulla porta del bar: "Se vedemo, se vedemo". Ormai mi sembrava che non servisse piu' che gli dicessi di quella cicatrice, visto che Irisse ne n'era tornata al paese suo. Pero' non e' una storia strana quello che m'aveva detto quella sera in macchina? 'Ste femmine, chi le capisce e' bravo.

*

E Micciacorta? Ve lo ricordate Micciacorta? Mo' e' parecchio che nun se vede piu' in giro. E ce credo, sta in galera. Ma secondo me e' stata un'ingiustizia. E' stata tutta colpa dell'avvocato che non ha saputo di' quello ch'annava detto. Che poi era facile. Intanto Micciacorta lo chiamavano cosi' perche' diventava subito 'na furia, se 'ncazzava subito de tutto. Poi dopo je dispiaceva e se pentiva. Era fatto cosi', lo sapevano tutti. Magari li' per li' te dava 'no sganassone, magari pure 'na coltellata, ma poi subito dopo se pentiva e era 'l primo a 'iutatte. Apposta lo chiamavano Micciacorta, perche' scoppiava subito. Io me ricordo quanno je misero quel soprannome. Ereme regazzotti. Usci' quel film che c'era quello che diceva a quell'altro "Micciacorta" e voleva di' che scoppiava tutto. Quel film li', si', "Giu' la testa cojone". Che adesso me pare strano che se potesse scrive "cojone" sul cartellone. Boh. Comunque apposta lo chiamavemo cosi', perche' pijavo foco subbito. La su moje ce ll'eva da sape' ce ll'eva. Tant'e' nu lo conosceva, se ll'era pure sposato. E 'nvece che fa? Lo provoca. E stavano ancora in luna de miele, a Venezia, oltretutto, che e' davero peccato. A me me l'ha raccontato propio Micciacorta com'era successo. Al ristorante, davanti a tutti, lei se mette a fa' la civetta col cameriere che faceva lo spiritosetto. Li' per li' Micciacorta nun ha fatto niente. Ma se sbrigo' a fini' de cena' e riporto' la su' moje all'albergo e la lasso' legata chiusa in cammera. Poi usci' e aspetto' che 'l ristorante chudeva e che 'l cammerieretto usciva. Quello esce e lui lo chiama e gli dice se gli sa dire la strada e si fa accompagnare verso un cantone buio, e non c'e' nessuno, e basta un attimo. J'apre 'l collo che la testa era guasi del tutto staccata e tu ci potevi infilare dentro la mano e tutto il braccio e tiraje fori 'l ciarvello dala capoccia o 'l core dal petto. "Pe' magnasselo, no?" me dice Micciacorta, ma subito aggiunge: "Ma mica l'ha fatto, me fa schifo pure a me de magnasse la ciccia de li cristiani, co' tutto che se magnamo la ciccia de porco, eh, 'zi Forco'" ('l zi' Forcone sarei io, m'hanno messo 'sto soprannome perche' una volta per scherzo da giovane ho ficcato un forcone dentro la panza de uno, ma mica l'ho ammazzato). Poi lo butta dentro a un canale che a Venezia e' tutto pieno de canali. Poi va all'albergo e prima dice a la moje che j'ha fatto al cammerieretto spiritoso, e poi stenne per terra 'n'incerata (e quanno me lo racconto' io lo interruppi e gli chiesi: "E come ciavevi 'st'incerata appresso?", e lui: "Me l'ero portata da casa, n'se sa mai, po' sempre servi'", e gli era servita davvero), poi je tappa la bocca co 'n asciugamano, e poi  fa quello che doveva fa'. Insomma l'ha fatta a pezzi e com'e' come non e' e' riuscito a ficcalla dentro 'na valigia, e la mattina il viaggio di nozze era finito e gia' se ne tornava a casa. A Mestre noleggia 'na machina, se fa 'n giretto 'n campagna e trova 'l posto bono, e scarica la ciccia prima che puzza e partita finita. Adesso io non voglio dire niente, ma vi sembra giusto che dieci anni dopo, dico dieci anni dopo, si concludono le indagini e lo arrestano? In dieci anni uno ha fatto in tempo a  diventa' 'n antro omo. Pure fisicamente, no? Tutta la robba che uno se magna e sse beve e sse pippa in diecianni, e che nun cia' effetto sul metabolismo? Ma nun c'e' 'na goccia de sangue ch'e' una ch'e' la stessa de diecianni prima, no? Quante volte in diecianni uno s'e' tajato la barba, i capelli, le ugne? La pelle, la ciccia, che so' ancora le stesse? Ma faceteme 'l piacere. E' n'antro omo. E 'nvece j'hanno dato trent'anni. Se nun e' 'n ingiustizzia que'...

 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 166 del 10 settembre 2016