[Nonviolenza] Telegrammi. 2467



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2467 del 10 settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Tra un mese la marcia Perugia-Assisi. Si e' svolto a Viterbo un incontro in preparazione

2. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

3. Un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale. Al referendum votiamo No al golpe

4. Alcuni testi del mese di aprile 2016 (parte seconda)

5. Per salvare le vite umane

6. Il fidanzato di Cesare

7. Un ragionevole suggerimento per disarmare gli assassini (tutti gli assassini)

8. In memoria di Martin Luther King nell'anniversario della scomparsa

9. Imre Kertesz

10. La solita minestra (e noi ingrati)

11. Tra due settimane

12. Errare humanum est, perseverare diabolicum

13. Si chiamano deportazioni

14. A Viterbo un incontro con pendolari e studenti per il si' al referendum del 17 aprile

15. E' deceduto Giuseppe Tacconi

16. Un film gia' visto

17. Nel quartiere di Pianoscarano

18. Questa mattina al Pilastro

19. Occorre abolire le armi, per salvare le vite umane

20. Se il naufrago fossi tu

21. Un vademecum di noi sarchiaponi

22. Come

23. Tra dieci giorni

24. Per il si' al referendum del 17 aprile un'iniziativa oggi nel quartiere viterbese della Pila

25. Un ragazzo torturato e ucciso

26. Sotto i nostri occhi, a un braccio dalle nostre braccia, la persecuzione e il massacro dei migranti

27. Occorre il disarmo subito

28. Da Bagnaia per il si' al referendum del 17 aprile

29. Due cose che so

30. Segnalazioni librarie

31. La "Carta" del Movimento Nonviolento

32. Per saperne di piu'

 

1. INIZIATIVE. TRA UN MESE LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SI E' SVOLTO A VITERBO UN INCONTRO IN PREPARAZIONE

 

Si svolgera' tra un mese, domenica 9 ottobre, la nuova edizione della marcia Perugia-Assisi.

Ideata da Aldo Capitini, l'apostolo della nonviolenza nel nostro paese, la marcia Perugia-Assisi e' in Italia la piu' importante iniziativa del movimento per la pace.

In preparazione della partecipazione all'iniziativa si e' svolto venerdi' 9 settembre 2016 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", un incontro di studio e di riflessione.

*

Nel corso dell'incontro sono state lette e commentate alcune pagine capitiniane ed alcune testimonianza della prima marcia Perugia-Assisi del 1961, organizzata dal filosofo perugino.

Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha concluso l'incontro con una serrata descrizione ed interpretazione della drammatica situazione internazionale attuale e sottolineando quindi la necessita' e l'urgenza di opporsi a tutte le guerre e a tutte le uccisioni; di adoperarsi per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto; di agire con la massima tempestivita' per il disarmo e la smilitarizzazione. Ogni vittima ha il volto di Abele. Salvare le vite e' il primo dovere. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

*

Le persone partecipanti all'incontro hanno rinnovato l'invito a tutte le persone, le associazioni, le istituzioni del viterbese a partecipare alla marcia il 9 ottobre, e ad organizzare in questo mese che precede la marcia incontri di riflessione, di testimonianza e di impegno per la pace ovunque possibile, ed in primo luogo nelle scuole.

Analoga richiesta di impegno e' stata formulata in relazione alla Giornata internazionale della nonviolenza che si svolgera' come ogni anno su iniziativa dell'Onu il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi.

Informazioni utili per organizzare la partecipazione alla marcia Perugia-Assisi sono reperibili nel sito web dedicato: www.perugiassisi.org

 

2. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

 

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

3. REPETITA IUVANT. UN PARLAMENTO ELETTO DAL POPOLO, UNO STATO DI DIRITTO, UNA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE. AL REFERENDUM VOTIAMO NO AL GOLPE

 

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

*

Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale.

Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto.

Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto.

*

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

4. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI APRILE 2016 (PARTE SECONDA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di aprile 2016.

 

5. PER SALVARE LE VITE UMANE

 

Occorre abolire le armi, per salvare le vite umane.

 

6. IL FIDANZATO DI CESARE

 

In quel remoto paese di Bengodi il governo non si faceva scrupolo di confermare il suo totale sostegno alla lobby dei petrolieri proprio mentre i magistrati indagavano sull'ipotesi di reato di disastro ambientale a carico di prominenti personaggi di essa ad esso legati per vincoli financo sentimentali.

Ed in quel remoto paese di Bengodi il governo dei giovini zuzzurelloni rimetteva in auge l'argomento principe di tutti gli speculatori, di tutti i devastatori, di tutti gli inquinatori e finanche di tutti gli schiavisti: "cosi' costi' creiamo dei posti di lavoro; e piu' noi ci arricchiamo, piu' briciole i poveri lazzari potranno raccattare dalle nostre mense cadute, se sanno starsene come devono al loro posto in ginocchio; quanto alla natura, che ce ne frega a noi? siamo persone di cultura, mica selvaggi".

Al tempo in cui ero un esploratore, insieme al signor Stanlio e al dottor Suppongo visitai anch'io il paese di Bengodi, e il confinante paese dei Balocchi (che vi e' chi afferma essere altro nome del medesimo luogo) ove potei dimolte osservare persone dalle lunghe svettanti orecchie, altre dalle non meno lunghe ed agili mani, e talune dall'ancor piu' lungo e ligneo naso: e ad esse per antico privilegio - o forse sortilegio - delegavasi il governo della cosa pubblica.

 

7. UN RAGIONEVOLE SUGGERIMENTO PER DISARMARE GLI ASSASSINI (TUTTI GLI ASSASSINI)

 

Consiste nel vietare la produzione, il commercio, la detenzione e l'uso di armi.

 

8. IN MEMORIA DI MARTIN LUTHER KING NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

 

Ricorre il 4 aprile l'anniversario della morte, per mano di sicari a Memphis nel 1968, di Martin Luther King.

Animatore della lotta nonviolenta contro il razzismo, per la pace, per la democrazia, per la liberazione delle oppresse e degli oppressi, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, il ricordo di Martin Luther King oggi piu' che mai illumina la coscienza e indica il dovere di ogni persona di volonta' buona.

*

E nello stesso giorno in cui si ricorda l'uccisione del grande attivista nonviolento per la pace e l'emancipazione dell'umanita', ricorre anche la Giornata internazionale contro le mine antiuomo.

E basta riflettere sulla parola stessa "antiuomo" per capire che le armi sono nemiche dell'umanita', poiche' il loro fine e' di uccidere gli esseri umani, e che quindi tutti noi in quanto esseri umani dobbiamo opporci alle armi, le armi che sempre e solo servono a ucciderci.

Il nostro primo dovere in quanto esseri umani e' di salvare le vite: poiche' questo e' il contratto sociale che fonda la civile convivenza: l'impegno comune a rispettare la vita di tutti. Vi e' un antico motto, presente in tutte le grandi tradizioni culturali, noto anche come la "regola d'oro" dell'umanita': esso ti chiede di trattare le altre persone come vorresti che esse trattassero te.

Questo e' il perno della civilta': il riconoscimento dell'umanita' di ogni essere umano e quindi l'impegno a rispettare e difendere la vita, la dignita' e i diritti di ogni persona.

Abolire le guerre, abolire le armi, abolire le organizzazioni armate sia dunque l'impegno comune dell'umanita' nell'epoca aperta dagli orrori assoluti di Auschwitz e di Hiroshima, nell'epoca del rischio reale della distruzione dell'umanita' e della biosfera.

Soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani bisognosi di aiuto: questo e' il dovere di ogni persona, e di ogni istituzione degna di essere chiamata umana.

Vi e' una sola umanita', e tutti gli esseri umani ne fanno parte.

Vi e' una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Vi e' una sola umanita': ed e' compito di ogni persona in ogni persona riconoscerla, rispettarla, difenderla, confortarla, sostenerla.

*

Ricordando in questa giornata Martin Luther King, ricordiamo anche Fulvio Cesare Manara, amico della nonviolenza e docente universitario, che di King e' stato studioso acuto e profondo, e che e' deceduto pochi giorni fa; e ricordiamo anche Nanni Salio, anch'egli amico della nonviolenza e docente universitario, uno dei piu' illustri studiosi e attivisti nonviolenti, deceduto due mesi fa.

E nel ricordo di Martin Luther King, di Fulvio Cesare Manara, di Nanni Salio, e di tutte le vittime delle mine antiuomo come delle altre armi, rinnoviamo il nostro impegno ad opporci alla guerra e a tutte le uccisioni, ad opporci al razzismo e a tutte le persecuzioni, ad opporci al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Questo occorre: abolire le guerre, gli eserciti, le armi.

Questo occorre: salvare le vite.

Questo occorre: operare in modo concreto e coerente per la pace, per difendere i diritti di tutti gli esseri umani, per difendere la natura di cui siamo parte.

La nonviolenza e' in cammino.

 

9. IMRE KERTESZ

 

E' deceduto Imre Kertesz, l'autore di Essere senza destino, testimone della Shoah, premio Nobel per la letteratura.

Essere senza destino, il suo capolavoro, e' un libro che occorre aver letto.

 

10. LA SOLITA MINESTRA (E NOI INGRATI)

 

Non lo sanno i troppo giovani odierni governanti, ma noi gente d'eta' lo abbiamo gia' sentito, e tante e tante volte, l'argomento lor favorito: "Cosi' creiamo posti di lavoro". E giu' scorpioni e frustate, e giu' saccheggi e deserto. O stagioni, o castelli.

"Cosi' creiamo posti di lavoro". Ce lo dicevano anche i nonni e i genitori loro, padroni delle ferriere, prima di Germinale.

"Cosi' creiamo posti di lavoro". Ce lo dicevano - me lo ricordo bene poiche' in anni lontani io ero uno di quei refrattari (e pubblico amministratore per giunta) su cui si esercitavano alla carica dei ragazzuoli in divisa armati di moschetto dinanzi alla costruenda centrale di Montalto - ai tempi in cui i gran signori del bel mondo, i consiglieri segreti del principe e gli usignoli dell'imperatore volevano imporci le centrali nucleari come suprema panacea, e il motto di lorsignori era "Senza nucleare si torna alla candela, alle caverne, alla preistoria", ed anche "Il nucleare e' sicuro, piu' che sicuro, sicurissimo", come poi si e' ben visto.

"Cosi' creiamo posti di lavoro". Ce lo hanno sempre detto e ce lo dicono sempre i faraoni quando dobbiamo trascinare pietre squadrate a loro maggior gloria al canto dello staffile, ce lo dicono sempre i capitani coraggiosi mentre i tamburi ci danno il ritmo a noi forzati ai remi delle galee, ce lo dicono sempre tutti i conquistadores, tutti i tenenti di prima nomina al comando dei plotoni d'esecuzione, e tutti gli altri solerti funzionari del fardello dell'uomo bianco, dell'accumulazione del capitale, della massimizzazione del profitto, delle magnifiche sorti e progressive.

E noi, ingrati, preferiamo il fiore vivo alle catene.

 

11. TRA DUE SETTIMANE

 

Tra due settimane, domenica 17 aprile, si svolgera' il referendum per difendere l'ambiente marino e le coste italiane dalle devastazioni e dagli avvelenamenti provocati dalle trivellazioni.

Tra due settimane, domenica 17 aprile, si svolgera' il referendum per difendere la democrazia, il diritto alla salute, il diritto ad un ambiente vivibile, dall'assalto della lobby del petrolio, dall'assalto del regime della corruzione, dall'assalto dei rapinatori che tutto devastano e distruggono pur di arricchirsi.

Tra due settimane, domenica 17 aprile, si svolgera' il referendum per difendere la natura e l'umanita' da poteri folli e criminali.

Tra due settimane, domenica 17 aprile, con la forza della verita'.

Tra due settimane, domenica 17 aprile, con la forza della democrazia.

Tra due settimane, domenica 17 aprile, con la forza della ragione.

Tra due settimane, domenica 17 aprile, votiamo si' al referendum.

Votiamo si' al referendum.

Votiamo si'.

 

12. ERRARE HUMANUM EST, PERSEVERARE DIABOLICUM

 

Quando si dice che la toppa e' peggiore del buco.

*

Una ministra del governo che da' un aiutino ad imprese e personaggi che per guadagnarsi la pagnotta (e un ricco companatico che basterebbe a sfamare i popoli dell'impero austroungarico) si avvalgono di metodi appresi leggendo Spillane ed Ellroy, non trova di meglio che dichiarare alla stampa che "i poteri forti" cospirano contro il governo, il quale signor governo (e nessuno di noi tapini se ne era fin qui accorto) difende all'arma bianca i deboli e gli indifesi mentre le orde cosacche, o gli zuavi con i loro chassepots, o Fasolt e Fafner, le provano tutte per conquistare l'ultimo ridotto della nostrale civilta' e di essa far strame. Applausi. Sipario.

E fin qui sarebbe solo cabaret. Dire che e' tutta colpa dei poteri forti, o del grande vecchio, o della congiura soviettista, o delle mene dei gesuiti, o del megacomplotto megagalattico, ebbene, e' un esercizio di parole in liberta' che non si nega a nessuno. Naturalmente a condizione che degli eventuali reati concretamente commessi lorsignori rispondano poi nelle aule di giustizia, e li' si astengano dalle fanfaluche e rendano conto nel merito: e il merito e' quello che le indagini della magistratura hanno gia' accertato e documentato, e non e' un bel vedere.

*

Ma quando il presidente del consiglio dei ministri rivendica a se' la responsabilita' del pubblico aiuto ai privati devastatori, ovvero ai manigoldi sulle cui gesta la magistratura indaga per fattispecie di reato assai gravi, e per sovrammercato rinnova l'invito a non andare a votare - per non disturbare gli affari dei medesimi e dei loro affini, in buona sostanza -, ebbene, dal pittoresco si passa al sublime.

L'Italia e' una repubblica democratica fondata sul lavoro, attesta il primo articolo della nostra Costituzione: e' qundi alquanto bizzarro che chi la repubblica si trova a governare esibisca un tale disprezzo per il diritto di voto, continuamente irrida le rappresentanze della classe lavoratrice, faccia mostra di preferire la sveltezza autoritaria col suo cadenzato passo di marcia al paziente confronto parlamentare con il lento ed attento suo ascolto delle altrui ragioni, sostituisca il pubblico dibattito sulle scelte che tutti riguardano coi proclami televisivi, gli insulti superstiziosi, o l'imperioso e infastidito invito ad andare a smanettare e sondaggiare su internet. Ed e' vieppiu' disdicevole che non perda occasione per tesser le lodi o favorire gli interessi di consorterie di gentiluomini di ventura che non sarebbero affatto dispiaciuti a Long John Silver e alla sua ciurma.

*

Il 17 aprile votiamo si' al referendum anche per contrastare la lobby del petrolio, il regime della corruzione, il saccheggio e la distruzione dei beni comuni e la stolta ed irresponsabile (o callida e cinica - l'esito non muta) complicita' di un governo di effettuali manutengoli.

Il 17 aprile votiamo si' al referendum anche per riaffermare la legalita', la democrazia, la nostra dignita' di cittadini e di esseri pensanti, il bene comune.

 

13. SI CHIAMANO DEPORTAZIONI

 

I respingimenti di migranti dall'Europa alla Turchia abbandonandoli li' nelle mani di un regime che della violazione dei diritti umani fa professione costituiscono un crimine, un crimine contro l'umanita'.

Di queste deportazioni, di questa consegna di innocenti nelle mani di carnefici, i governi dell'Unione Europea che hanno sottoscritto l'accordo col dittatore di Ankara recano la delittuosa responsabilita'.

Quell'accordo sia revocato.

Cessino subito le deportazioni.

Siano accolte tutte le persone in fuga dalla fame e dalla guerra, dalle dittature e dalle devastazioni.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Nostra patria e' il mondo intero.

 

14. A VITERBO UN INCONTRO CON PENDOLARI E STUDENTI PER IL SI' AL REFERENDUM DEL 17 APRILE

 

Lunedi' 4 aprile a Viterbo, nei principali luoghi di arrivo dei mezzi pubblici che portano in citta' lavoratori e studenti pendolari, il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha realizzato una diffusione di materiali informativi sul referendum che si svolgera' domenica 17 aprile, tra due settimane, per fermare le trivellazioni che devastano l'ambiente marino in prossimita' delle coste italiane.

Sono stati diffusi l'appello sottoscritto da alcune personalita' viterbesi dell'impegno ambientalista e antimafia, un documento che elenca in undici punti le principali ragioni del si' al referendum, una riflessione su quanto emerge da una recente indagine della magistratura sugli affari sporchi della lobby del petrolio e sul regime della corruzione.

*

Per difendere le coste italiane dalle devastazioni, dal degrado e dai pericoli provocati dalle trivellazioni. Per difendere dall'inquinamento l'ambiente marino e tutte le sue forme di vita; per difendere il diritto di tutte le persone alla salute e a un ambiente salubre; per difendere il diritto delle generazioni future a un mondo vivibile; per difendere la bellezza della natura, un bene comune prezioso e insostituibile; per sostenere l'approvvigionamento energetico da fonti pulite e rinnovabili; per far cessare lo sfruttamento dissennato e distruttivo delle risorse naturali; per far prevalere la ragione, la responsabilita', il diritto, la solidarieta'; per contrastare l'economia illegale, i poteri criminali e il regime della corruzione; con la forza della verita', con la forza della democrazia, per il bene comune, votiamo si' al referendum del 17 aprile.

 

15. E' DECEDUTO GIUSEPPE TACCONI

 

E' deceduto Giuseppe Tacconi, antifascista, architetto, docente universitario, presidente della sezione di Nepi dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia, persona sapiente e saggia, un uomo buono e giusto, autentico costruttore di pace.

Lo ricordiamo come uno straordinario compagno di lotte in difesa della Costituzione, della pace, dei diritti umani e dei popoli, dell'ambiente e della civilta'.

Insieme abbiamo condotto alcune delle iniziative fondamentali per difendere i diritti di tutti nell'Alto Lazio, insieme ci siamo battuti contro la devastazione della natura, contro il regime della corruzione, contro la violenza fascista che torna, contro lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo; nella solidarieta' che a tutti gli esseri umani riconosce il diritto alla vita e alla dignita', che sa che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune di tutti, e si esprime quindi nell'impegno nitido e intransigente a difendere il bene comune, a soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto, a contrastare ogni violenza ed ogni menzogna.

Intellettuale finissimo, amico magnanimo, coraggioso combattente nonviolento, generoso e misericorde, Giuseppe Tacconi ha donato all'umanita' una testimonianza limpida e luminosa, e lascia a chi resta e gli e' stato sodale una severa e impegnativa eredita' morale: continuare la lotta contro ogni menzogna e contro ogni oppressione, continuare l'impegno per la liberazione dell'umanita', continuare in cio' che e' vero, che e' buono, che e' giusto.

Nell'ora dolorosa della morte lo salutiamo e lo ringraziamo ancora.

 

16. UN FILM GIA' VISTO

 

In questo antico e nobile paese di Cuccagna accadono cose sempre sorprendenti, e sempre uguali.

Che un presidente del consiglio dei ministri non trovi di meglio che insultare i magistrati che indagano su gravi ipotesi di reato, e' un film gia' visto.

Che un presidente del consiglio dei ministri non trovi di meglio che invitare i cittadini a rinunciare al diritto di voto, e' un film gia' visto.

Che un presidente del consiglio dei ministri non trovi di meglio che usare la formula "se queste e' reato, allora io lo ho commesso", formula che ricalca quella "allora io ne sono il capo", e' un film gia' visto.

Che un presidente del consiglio dei ministri non trovi di meglio che favoreggiare i devastatori e gli speculatori a danno dell'intera popolazione, e menarne vanto, e' un film gia' visto.

In questo antico e nobile paese di Cuccagna accadono cose sempre sorprendenti, e sempre uguali.

La chiamano arte di governo; e' un'altra cosa.

 

17. NEL QUARTIERE DI PIANOSCARANO

 

Martedi' 5 aprile nel quartiere di Pianoscarano a Viterbo il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha diffuso materiali informativi sul referendum del 17 aprile, invitando la cittadinanza a votare si' in difesa di ambiente e salute, legalita' e diritti.

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Interloquendo con le persone incontrate, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha evidenziato che i poteri criminali e i loro complici corrotti nulla temono di piu' che la partecipazione democratica dei cittadini: con il voto del 17 aprile, con il si' al quesito referendario, il popolo italiano puo' contrastare efficacemente la corruttrice, inquinatrice e devastatrice lobby del petrolio, i personaggi di spicco di essa gia' condannati in tribunale, gli affaristi avventurieri e speculatori, i politicanti loro manutengoli.

"In questa giornata di informazione, coscientizzazione e mobilitazione per difendere il bene comune - ha aggiunto Peppe Sini - vogliamo anche ricordare un amico, un maestro e un compagno di lotte che poche ore fa e' deceduto: l'architetto e docente universitario Giuseppe Tacconi, presidente dell'Anpi di Nepi, esemplare figura di intellettuale antifascista e ambientalista, persona di forte impegno morale e civile, cui noi viterbesi dobbiamo particolare gratitudine per il suo generoso e infine vittorioso impegno in difesa dell'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame quando politicanti sciagurati e scellerati affaristi mestavano per devastarla irreversibilmente. Fedeli alla lezione scientifica ed etica, umana e politica di Giuseppe Tacconi, proseguiamo nell'impegno in difesa dell'ambiente e dei diritti umani. Anche nel suo ricordo il 17 aprile votiamo si' al referendum per fermare la devastazione dell'ambiente marino e delle coste italiane".

*

In vista dell'ormai prossimo referendum la struttura pacifista viterbese sta conducendo nel capoluogo altolaziale una capillare campagna di informazione quartiere per quartiere; nei giorni scorsi ha gia' realizzato iniziative a Santa Barbara, all'Ellera, nel centro storico, alle principali fermate dei mezzi pubblici, e proseguira' nei prossimi giorni cercando di raggiungere tutte le zone della citta' e quindi il maggior numero possibile di cittadini.

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Ancora una volta invitiamo a votare si' al referendum del 17 aprile: per difendere le coste italiane dalle devastazioni, dal degrado e dai pericoli provocati dalle trivellazioni; per difendere dall'inquinamento l'ambiente marino e tutte le sue forme di vita; per difendere il diritto di tutte le persone alla salute e a un ambiente salubre; per difendere il diritto delle generazioni future a un mondo vivibile; per difendere la bellezza della natura, un bene comune prezioso e insostituibile; per sostenere l'approvvigionamento energetico da fonti pulite e rinnovabili; per far cessare lo sfruttamento dissennato e distruttivo delle risorse naturali; per far prevalere la ragione, la responsabilita', il diritto, la solidarieta'; per contrastare l'economia illegale, i poteri criminali e il regime della corruzione.

Con la forza della verita', con la forza della democrazia, per il bene comune: il 17 aprile votiamo si' al referendum.

 

18. QUESTA MATTINA AL PILASTRO

 

La mattina di mercoledi' 6 aprile 2016 a Viterbo, nel quartiere del Pilastro, e' stata effettuata una diffusione di materiale informativo per il si' al referendum del 17 aprile per difendere l'ambiente marino e le coste italiane dalle conseguenze nefaste delle trivellazioni; per difendere la salute dei cittadini e il diritto delle future generazioni a un pianeta vivibile; per difendere la legalita' e la democrazia; per opporsi alla lobby avida e avvelenatrice dei petrolieri e dai loro corrotti manutengoli.

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L'iniziativa informativa e' stata realizzata dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", che ha diffuso l'appello sottoscritto da alcune personalita' viterbesi dell'impegno ambientalista e antimafia; un documento che elenca in undici punti le principali ragioni del si' al referendum; un testo di riflessione su quanto emerge dalla recente indagine della magistratura sugli affari sporchi della lobby del petrolio e sul regime della corruzione.

*

Il 17 aprile votiamo si'.

 

19. OCCORRE ABOLIRE LE ARMI, PER SALVARE LE VITE UMANE

 

Occorre abolire le armi, per salvare le vite umane.

E poiche' le armi non crescono sugli alberi, e coloro che le usano non le trovano inciampandovi per strada, occorre far cessare la fabbricazione delle armi (e convertire le imprese che le armi attualmente producono a innocue produzioni civili, e se questo e' impossibile chiuderle e basta), occorre far cessare il commercio delle armi (e perseguire penalmente chi fornisce ai sicari gli strumenti assassini), occorre sequestrare e distruggere le armi in circolazione.

Occorre abolire le armi, per salvare le vite umane.

 

20. SE IL NAUFRAGO FOSSI TU

 

Se il naufrago fossi tu.

Se tu fossi l'esule.

Se a te, proprio a te, la guerra avesse tolto ogni bene.

Se nel tuo, nel tuo paese, una dittatura ti perseguitasse.

Se della fame e delle devastazioni tu fossi vittima.

Allora ti sembrerebbe ovvio che occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni essere umano che ha perso tutto cio' che aveva, che e' esposto ad ogni offesa e alla morte, cui nulla resta se non la sua umanita'. Che e' anche la tua.

E tu salvagli la vita, e tu soccorrilo, accoglilo, assistilo.

Cosi' ci diceva nella sua classe di retorica il nostro vecchio buon professore Giovanni Mairena.

 

21. UN VADEMECUM DI NOI SARCHIAPONI

 

Mare morto o mare vivo?

Mare vivo, grazie.

*

Quaranta ladroni o democrazia?

Democrazia, grazie.

*

Veleno o salute?

Salute, grazie.

*

Zitti e mosca o referendum?

Referendum, grazie.

*

Il 17 aprile noi votiamo si'.

 

22. COME

 

Come impedire le morti?

Salvando le vite.

*

Come contrastare la guerra?

Abolendo le armi.

*

Come fermare la violenza?

Con la nonviolenza.

 

23. TRA DIECI GIORNI

 

Tra dieci giorni si svolgera' il referendum per salvare l'ambiente marino e le coste italiane dalle devastanti trivellazioni.

Tra dieci giorni si svolgera' il referendum per opporsi ai disastri provocati dalla lobby del petrolio e dal regime della corruzione.

Tra dieci giorni si svolgera' il referendum per riaffermare la legalita', la democrazia, la civilta', i diritti umani delle presenti e delle future generazioni.

Tra dieci giorni si svolgera' il referendum per sostenere la scelta delle fonti energetiche pulite e rinnovabili come unica via per fermare il collasso ambientale globale.

*

Tra dieci giorni, domenica 17 aprile, votiamo si' al referendum.

 

24. PER IL SI' AL REFERENDUM DEL 17 APRILE UN'INIZIATIVA OGGI NEL QUARTIERE VITERBESE DELLA PILA

 

Si e' svolta venerdi' 8 aprile 2016 a Viterbo, per le vie del quartiere della Pila, una diffusione di materiale di informazione e di approfondimento per il si' al referendum del 17 aprile.

A dieci giorni dalla consultazione popolare sembra crescere la documentazione e la consapevolezza dei cittadini: da parte di tutti gli interlocutori oggi raggiunti e' stato espresso un convinto impegno a partecipare al referendum e votare si' per difendere il bene comune.

Con il si' al referendum si esprime in modo inequivocabile il corale sentire e la comune volonta' di difendere l'ambiente marino e le coste italiane dalle conseguenze nefaste delle trivellazioni; di difendere la salute dei cittadini e il diritto delle future generazioni a un pianeta vivibile; di difendere la legalita' e la democrazia.

Le rilevanti inchieste della magistratura che in questi giorni hanno sia portato alla condanna i colpevoli di gravi reati, sia sottoposto a nuove indagini personalita' di spicco della avvelenatrice e devastatrice lobby dei petrolieri ed alcuni dei loro corrotti manutengoli, hanno smascherato e reso evidente la gravita' dei crimini commessi ai danni dell'ambiente come della salute e dei diritti di tutti i cittadini.

I cittadini ora sanno: e sanno che occorre contrastare i crimini dei potenti con la forza della verita', con la forza della legalita', con la forza della democrazia; e quindi hic et nunc anche e innanzitutto con il voto al referendum del 17 aprile.

*

Nel corso dell'iniziativa il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha nuovamente diffuso l'appello sottoscritto da alcune personalita' viterbesi dell'impegno ambientalista e antimafia, un documento che elenca in undici punti le principali ragioni del si' al referendum, un testo di riflessione su quanto emerso dalle indagini della magistratura.

 

25. UN RAGAZZO TORTURATO E UCCISO

 

Non sono ancora riuscito a dire il dolore che suscita in me la vicenda dello strazio e dell'uccisione del giovane Giulio Regeni.

Ogni volta che penso a quell'orrore (di cui i mezzi d'informazione danno notizia con toni che mi sembrano falsi, algidi ed empi), mi sento schiacciare dal peso di tanto male, di tanta violenza che quell'innocente ha schiantato.

Nessuno mai dovrebbe essere ucciso.

E nessuno mai dovrebbe essere torturato, che e' una delle forme dell'uccidere.

E chi tortura e uccide non solo sopprime l'innocente sua vittima, ma sopprime anche la propria umanita'.

E chi ne ha notizia da quel male e' morso e ferito.

L'intera umanita' sanguina.

Chiunque sia stato il carnefice, chiunque sia stato l'assassino, non solo lui reca la responsabilita' del male che ha scagliato nel mondo. E' una responsabilita' che riguarda anche chi non ha voluto o saputo fermare quel crimine, e di chi lo ha tollerato, e di chi accetta che queste cose accadano, ed anche di chi pur lottando affinche' cessino non e' ancora riuscito a persuadere l'umanita' ad essere finalmente umana.

Ogni morte tutti ci riguarda, tutti ci convoca, tutti ci accusa.

Non so se gli assassini fossero pubblici ufficiali, ma so che in Egitto pubblici ufficiali hanno torturato e assassinato molte persone. Che questo orrore cessi.

Nessuna ragion di stato puo' giustificare azioni che distruggono ogni legame sociale, che distruggono la trama della civile convivenza, che radicalmente denegano ed annichiliscono il senso e il fine degli umani istituti: alla preservazione ed al miglioramento della vita degli esseri umani ordinati.

Cosi' come nessuna pretesa di essere portatori di un messaggio di verita' e di salvezza puo' mai autorizzare l'uccidere: poiche' non vi e' verita' ne' salvezza ove si uccidono gli esseri umani, ove si nega il primo comune diritto: il diritto alla vita, senza del quale nessun altro diritto esiste piu'.

Ma mi accorgo che anche queste riflessioni tentano di essere apotropaiche, di allontanare il peso insostenibile della visione mentale dell'innocente massacrato, di stornare quell'orrore che artiglia e dilacera anche la mia anima. Ed invece questo insostenibile peso anch'io, come ogni persona che in timore e tremore pur voglia essere di saldo discernimento e di volonta' buona, devo sostenerlo. Della memoria di Giulio Regeni, la cui vita non riuscimmo a salvare, anch'io devo essere portatore. E del dolore che questo comporta.

E ricordare Giulio Regeni, ora che e' stato ucciso, significa lottare per impedire che altre persone vengano aggredite, torturate, uccise; vuol dire lottare con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per salvare tutte le vite, per opporsi a tutte le violenze.

Il ricordo di quel ragazzo torturato a morte, che la memoria avvicina alle innumerevoli altre vittime di tutte le violenze, di tutte le guerre, di tutte le mafie, di tutte le dittature, di tutti i seguaci e i regimi del terrore, ci convoca a continuare nell'impegno che era anche il suo: per la verita', per la comprensione, per la dignita' e la liberazione dell'umanita'.

Questo impegno sia concreto e coerente, ad esso si adempia qui ed ora: opponendosi a tutte le guerre e a tutte le uccisioni; opponendosi al razzismo e a tutte le persecuzioni; opponendosi al maschilismo e a tutte le oppressioni; adoperandosi per soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone che si trovino nel bisogno, nel dolore, in pericolo; adoperandosi affinche' ad ogni persona sia riconosciuto il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; adoperandosi per impedire la devastazione dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

Occorre abolire gli eserciti e le armi.

Occorre negare il consenso ad ogni potere violento.

Occorre recare aiuto ad ogni persona sofferente, oppressa, minacciata.

Che l'umanita' esca da questa preistoria. E' in nostro potere, e' nostro dovere, porre fine all'orrore.

La nonviolenza e' in cammino, e' il cammino dell'umanita' sofferente verso la comune liberazione, nella responsabilita', nella solidarieta' che tutti ci vincola. In questo cammino il volto luminoso di Giulio Regeni continua a vivere nel ricordo di chi lo ha conosciuto in vita o anche solo ne ha avuto notizia dopo la terribile morte.

Questo avrei voluto dire da giorni e giorni. Ed una parola di vicinanza e conforto ai suoi straziati genitori. Ma il pensiero di quel ragazzo torturato e ucciso - come delle infinite sue e mie sorelle e degli infiniti suoi e miei fratelli che ogni giorno subiscono la piu' cruda e disumana delle sorti - mi toglie ancora il respiro.

 

26. SOTTO I NOSTRI OCCHI, A UN BRACCIO DALLE NOSTRE BRACCIA, LA PERSECUZIONE E IL MASSACRO DEI MIGRANTI

 

C'e' questo primo orrore: che milioni di esseri umani siano costretti ad abbandonare le loro case, i loro paesi, i loro affetti e tutti i loro beni; che siano costretti a fuggire spinti dalla fame e dalle guerre, dalle dittature e dalle mafie, dagli schiavisti e dai terroristi, dagli assassini e dai devastatori. Questo primo orrore.

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C'e' questo secondo orrore: che questi innocenti fuggiaschi invece di trovare soccorso ove soccorso potrebbero avere vengano invece abbandonati alla disperazione e alla morte, vengano brutalmente respinti, vengano gettati tra gli artigli dei trafficanti mafiosi, degli schiavisti, dei razzisti, tra nuovi tormenti e terrori, nel nulla che annienta. Questo secondo orrore.

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E c'e' questo terzo orrore: che quando tra mille stenti e perigli indicibili giungano ove trovare salvezza, allora nuove e fin estreme violenze subiscano. Questo terzo orrore.

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Questo momento tragico dell'umanita'.

Chi non lotta per soccorrere, accogliere, assistere i migranti e' complice degli assassini.

Chi non salva le vite le sopprime.

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Una sola umanita'.

Una sola casa comune.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

 

27. OCCORRE IL DISARMO SUBITO

 

Per fare cessare le guerre occorre abolire le armi.

Per fare cessare le stragi occorre abolire le armi.

Per fare cessare le uccisioni occorre abolire le armi.

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Per mettere i terroristi in condizione di non nuocere occorre abolire le armi.

Per mettere i mafiosi in condizione di non nuocere occorre abolire le armi.

Per mettere i fascisti in condizione di non nuocere occorre abolire le armi.

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Abolire le armi.

Abolire le organizzazioni armate.

Salvare le vite.

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Salvare le vite: e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

28. DA BAGNAIA PER IL SI' AL REFERENDUM DEL 17 APRILE

 

La mattina di sabato 9 aprile nella storica e popolosa frazione viterbese di Bagnaia si e' svolta una iniziativa itinerante per il si' al referendum del 17 aprile in difesa dell'ambiente e della salute, della democrazia e dei diritti, della bellezza della natura e della vita del mondo.

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Nel corso dell'iniziativa realizzata dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" sono stati diffusi l'appello sottoscritto da alcune personalita' viterbesi dell'impegno ambientalista e antimafia, un documento che elenca in undici punti le principali ragioni del si' al referendum e un testo di riflessione su quanto emerge dalle indagini della magistratura che hanno smascherato le squallide immoralita' ed i flagranti illeciti commessi da prominenti tangheri della lobby del petrolio e dai loro manutengoli del regime della corruzione.

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Il responsabile della struttura nonviolenta, Peppe Sini, uno dei promotori dell'appello viterbese per il si' al referendum del 17 aprile (insieme a Osvaldo Ercoli, Antonella Litta, Emanuele Petriglia, Alessandro Pizzi), ha confermato una volta di piu' le inconfutabili ragioni del voto referendario: "Difendere il bene comune con gli strumenti della legalita' e della democrazia; difendere insieme la natura e la civilta'; far rispettare i diritti di tutti esercitando tutti il dovere all'aiuto reciproco; lasciare un mondo vivibile alle generazioni future. Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera".

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Il 17 aprile votiamo si'.

 

29. DUE COSE CHE SO

 

Questo so: che le armi uccidono, uccidono gli esseri umani.

So quindi anche quale sia il nostro dovere in quanto esseri umani: abolire le armi, salvare le vite. Salvare le vite e' il primo dovere.

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Questo so: che sta continuando la strage dei migranti.

So quindi anche quale sia il nostro dovere in quanto esseri umani: soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone costrette dalla fame, dalle guerre, dalle dittature e dal terrore a fuggire dal loro paese per salvare la vita; ed insieme impegnarci per far cessare la fame e le guerre e le dittature e il terrore, innanzitutto con il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti, l'aiuto umanitario, la lotta contro la schiavitu', contro il razzismo, contro il maschilismo. Salvare le vite e' il primo dovere.

 

30. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Hannah Arendt, Antologia. Pensiero, azione e critica nell'epoca dei totalitarismi, Feltrinelli, Milano 2006, pp. XXXVIII + 246.

- Hannah Arendt, Il pensiero secondo. Pagine scelte, Bur - Rcs Libri, Milano 1999, p. II + 238.

 

31. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

32. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2467 del 10 settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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