[Nonviolenza] Telegrammi. 2464



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2464 del 7 settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. "Maschere, smascheramenti e crisi nel flusso doloroso della vita". Un incontro di studio a Viterbo

2. Alcuni testi del mese di maggio 2016 (parte terza)

3. Al Sindaco di Viterbo: approssimandosi il primo anniversario della scomparsa, il Comune di Viterbo realizzi una mostra delle opere di Mario Onofri

4. Urgente un appello

5. Rinsavisca la Ministra. Il governo receda dalla folle e criminale decisione di dispiegare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul

6. Impediamo al governo italiano di commettere un tragico errore

7. Un modello di mozione ai consigli comunali, provinciali e regionali

8. Un modello di lettera ai ministri

9. Un modello di lettera ai parlamentari

10. Un modello di lettera alle forze politiche

11. Un modello di lettera ai mezzi d'informazione

12. Il governo non commetta una criminale follia

13. Occorre impedire una strage annunciata

14. Presidente, ci ripensi. Una lettera aperta contro l'invio di centinaia di soldati incontro alla morte alla diga di Mosul

15. Un appello al popolo della pace affinche' si opponga a una scelta dissennata e funesta del governo italiano

16. Fermare la guerra, salvare le vite

17. Una cosa da fare

18. Il dovere morale e politico in assoluto piu' importante di questo momento

19. Vi chiediamo

20. Luigi Mara

21. "Bersagli di attacchi". Una lettera aperta al Consiglio dei Ministri

22. Breve una lettera al Presidente del Senato

23. Segnalazioni librarie

24. La "Carta" del Movimento Nonviolento

25. Per saperne di piu'

 

1. INCONTRI. "MASCHERE, SMASCHERAMENTI E CRISI NEL FLUSSO DOLOROSO DELLA VITA". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di martedi' 6 settembre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Maschere, smascheramenti e crisi nel flusso doloroso della vita. Una ricognizione dell'opera narrativa di Luigi Pirandello".

All'incontro ha preso parte Paolo Arena.

*

Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato tre cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it

 

2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI MAGGIO 2016 (PARTE TERZA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di maggio 2016.

 

3. AL SINDACO DI VITERBO: APPROSSIMANDOSI IL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA, IL COMUNE DI VITERBO REALIZZI UNA MOSTRA DELLE OPERE DI MARIO ONOFRI

 

Al Sindaco del Comune di Viterbo

e per opportuna conoscenza: ai consiglieri comunali di Viterbo, ai mezzi d'informazione

Oggetto: Approssimandosi il primo anniversario della scomparsa, il Comune di Viterbo realizzi una mostra delle opere di Mario Onofri

Egregio Sindaco,

fra un mese circa, il 13 giugno, ricorre il primo anniversario della scomparsa di Mario Onofri, che e' stato un grande fotografo viterbese e una persona mite e generosa di forte impegno culturale, morale, civile.

L'opera fotografica di Mario Onofri costituisce un lascito artistico e documentario di enorme valore, e sarebbe bene che il Comune di Viterbo si adoperasse affinche' fosse messa a disposizione di tutti i viterbesi - oltre che della comunita' degli studiosi - la conoscenza almeno della sezione relativa alla citta', ai suoi paesaggi, alla sua popolazione, ai mutamenti antropologici ed ecologici che Mario Onofri ha registrato con i suoi scatti fin dagli anni Sessanta del secolo scorso.

Credo che i familiari e gli amici dell'artista sarebbero lieti di contribuire - mettendo a disposizione le sue opere - all'allestimento di una mostra retrospettiva dell'opera di Mario Onofri qualora il Comune di Viterbo volesse impegnarsi a realizzarla, ed a tal fine mi permetto di formulare questa proposta.

Un cordiale saluto,

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 8 maggio 2016

*

Una breve notizia su Mario Onofri

Mario Onofri e' deceduto a Viterbo, la sua citta', il 13 giugno 2015, aveva 64 anni. Era un uomo dolce e mite, sapiente e generoso. Fotografo, artista, viandante e ricercatore, studioso e testimone, militante per i diritti umani, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto alle persone sofferenti, alle persone oppresse. E' stato uno dei migliori compagni di lotte di quanti a Viterbo si sono battuti e ogni giorno si battono contro i poteri criminali e contro il regime della corruzione, contro la devastazione della natura e della cultura, contro la guerra e contro la violenza, contro il razzismo e contro il maschilismo, contro lo sfruttamento e l'oppressione; per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; per la liberazione dell'umanita' intera; in difesa di quest'unico mondo vivente. Anche grazie all'azione di Mario Onofri la nonviolenza e' in cammino. All'indomani della sua scomparsa scrissero di lui alcuni degli amici e compagni di lotte che piu' gli furono vicini: "Grande artista, fotografo e visionario, dagli anni '60-'70 Mario ci ha donato luminose visioni di persone e luoghi con i suoi scatti - di grande perizia tecnica - intrisi di bellezza e malinconia, dolcezza e saggezza, espressione di un cuore e di un occhio sapientemente sensibili e sempre alla ricerca di quei caratteri e paesaggi autentici ed evocativi che sapeva cogliere esprimendo la profonda essenza della vita, dell'umanita', della storia e della natura. Grande viaggiatore, profondo conoscitore dell'India, Mario Onofri lascia un grande patrimonio artistico e documentario, storico ed umano, che - dal bianco e nero al colore - ci permettera' di rivedere, senza mai banalita', la metamorfosi socio-culturale e paesaggistica di Viterbo impressa in cinquant'anni di fotografie. Oltre all'altra sua grande passione, quella dell'India, di questo meraviglioso paese di cui era innamorato e del quale ha magistralmente colto e restituito la poesia, i colori e la magia".

 

4. URGENTE UN APPELLO

 

Invitiamo tutte le persone, le associazioni, le istituzioni democratiche a premere nonviolentemente sul governo italiano affinche' receda dalla decisione folle e criminale di inviare centinaia di soldati italiani incontro alla morte alla diga di Mosul.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

5. RINSAVISCA LA MINISTRA. IL GOVERNO RECEDA DALLA FOLLE E CRIMINALE DECISIONE DI DISPIEGARE CENTINAIA DI SOLDATI ITALIANI ALLA DIGA DI MOSUL

 

La Ministra della Difesa ha dichiarato oggi che l'Italia dispieghera' entro poche settimane centinaia di soldati alla diga di Mosul.

E' una decisione folle e criminale.

Mesi addietro, quando il Presidente del Consiglio dei Ministri aveva annunciato per la prima volta una tale insensata e sciagurata decisione, un vasto movimento d'opinione espresse le ragioni per cui occorreva che il governo italiano recedesse da tale intenzione i cui possibili esiti terribilmente funesti sono a tutti evidenti.

Scrivevamo il 29 dicembre 2015 alla stessa Ministra:

"Lei sa che l'Italia in Iraq e' ricordata come uno dei paesi che ha preso parte ai bombardamenti nella prima guerra del Golfo e all'occupazione militare successiva alla seconda; lei sa che i soldati italiani in Iraq sono gia' stati vittime di un attentato stragista a Nassiriya; lei sa che Mosul e' nelle mani dell'Isis e che l'Isis non perdera' l'occasione che gli si offre di poter far strage di soldati italiani ricavandone anche propaganda e consenso tra quanti ci vedono come "invasori crociati" o "occupanti colonialisti ed imperialisti, razzisti e rapinatori, stragisti e torturatori" (naturalmente noi crediamo bene di non esserlo affatto, ma in Iraq purtroppo siamo stati parte di una coalizione bellica e di occupazione che ha commesso atroci ed infami crimini di guerra e crimini contro l'umanita', e quindi inevitabilmente da molte, moltissime persone veniamo percepiti cosi').

Lei sa quindi che la decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul espone gratuitamente ed assurdamente a un enorme rischio i nostri soldati, e con essi i lavoratori della diga e le popolazioni nei dintorni e a valle della diga, e finanche i cittadini italiani nel nostro stesso paese poiche' la presenza di soldati italiani a Mosul rendera' anche il nostro paese bersaglio privilegiato di attentati dei terroristi dell'Isis o che all'Isis si richiamano.

Per tutto cio' e' necessario recedere al piu' presto dalla decisione del dispiegamento di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, che lungi dal garantire adeguata protezione alle maestranze civili, le espone vieppiu' alla furia omicida dei terroristi che in tutti i modi cercheranno di fare strage dei nostri soldati, dei nostri connazionali, di quanti si troveranno nelle nostre vicinanze.

L'Italia puo' e deve contribuire a contrastare il terrorismo, ma inviare truppe italiane in Iraq e' assolutamente irragionevole ed effettualmente controproducente; la nostra presenza militare invece di contrastarli favorira' gli apocalittici disegni, gli scellerate crimini e l'abominevole propaganda degli assassini dell'Isis; e mettera' in pericolo, in estremo pericolo, le vite di tanti innocenti, militari e civili.

Altro e' cio' che possiamo e dobbiamo fare: non atti di guerra o percepiti come tali, non l'insensata esposizione di altre persone al massacro, ma il sostegno a un'azione di polizia internazionale adeguata, un indispensabile aiuto umanitario alle popolazioni vittime dell'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis, un contributo economico e politico alla ricostruzione in Iraq come in Siria come in Libia di infrastrutture e servizi sociali fondamentali nel quadro di ordinamenti giuridici legittimi, democratici, rispettosi dei diritti umani".

Questo scrivevamo alla Ministra della Difesa sul finire dello scorso anno, sperando di essere ascoltati.

Oggi la Ministra della Difesa conferma invece quella decisione stoltissima, rischiosissima e sciaguratissima; oggi la Ministra della Difesa assurdamente, irresponsabilmente, scandalosamente conferma la volonta' irrazionale, immorale ed illecita di correre il rischio di esporre gratuitamente alla morte innumerevoli vite umane innocenti.

Rinnoviamo la nostra opposizione e chiamiamo tutte le persone di volonta' buona, le associazioni e le istituzioni democratiche ad opporsi a questa folle e criminale decisione; chiediamo ancora una volta che il governo receda immediatamente da una decisione pericolosissima, insensata e scellerata.

Il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"

Viterbo, 9 maggio 2016

Per contatti: "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul", presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, centropaceviterbo at outlook.it

*

Una minima notizia sul "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"

Il comitato si prefigge di:

1. opporsi all'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, e quindi interloquire con il Governo, il Parlamento e il Presidente della Repubblica affinche' la decisione annunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministri sia revocata dallo stesso governo, ovvero respinta dal parlamento, ovvero non ratificata e quindi vietata dal capo dello stato;

2. esprimere questa opposizione con l'unico scopo di salvare vite umane;

3. agire unicamente in forme e con metodi rigorosamente nonviolenti, assolutamente rispettosi della dignita' e dell'incolumita' di tutte le persone;

4. riaffermare l'opposizione a tutte le guerre e a tutte le uccisioni;

5. riaffermare l'impegno a difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Alle persone ed alle associazioni che vogliono impegnarsi in questa iniziativa per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, il comitato propone:

a) di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, ai Parlamentari, al Presidente della Repubblica per chiedere che il governo receda da quella decisione;

b) di invitare altre istituzioni, associazioni, persone, mezzi d'informazione ad impegnarsi al medesimo fine;

c) di promuovere incontri ed iniziative di informazione e coscientizzazione al medesimo fine;

d) di esprimersi e di agire in modi esclusivamente nonviolenti, nel rispetto della verita' e della dignita' umana di tutti gli interlocutori;

e) di essere sempre assolutamente chiari nell'opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violazioni dei diritti umani.

 

6. IMPEDIAMO AL GOVERNO ITALIANO DI COMMETTERE UN TRAGICO ERRORE

 

Impediamo al governo italiano di commettere un tragico errore.

Persuadiamo il Consiglio dei Ministri a recedere dalla folle e scellerata decisione di inviare centinaia di soldati italiani incontro alla morte alla diga di Mosul.

Salvare le vite e' il primo dovere.

A chiunque ci legge chiediamo un impegno a tal fine.

Di seguito riproponiamo alcuni modelli di lettere che possono essere inviate a istituzioni e media.

 

7. UN MODELLO DI MOZIONE AI CONSIGLI COMUNALI, PROVINCIALI E REGIONALI

 

Oggetto: richiesta che il Governo receda dall'annunciata intenzione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul in Iraq

Il Consiglio Comunale/Provinciale/Regionale di...

premesso che

la decisione annunciata dal Governo italiano di inviare centinaia di soldati alla diga di Mosul, in Iraq, si configura come un atto non adeguatamente meditato che puo' avere conseguenze tragiche;

*

rilevato particolarmente che

I. la diga di Mosul e' a pochi chilometri dalla citta' che e' sotto il controllo dell'Isis: sara' facilissimo per l'Isis organizzare un attentato stragista;

II. la presenza di soldati italiani alla diga di Mosul verra' percepita come occupazione militare straniera da parte di uno dei paesi che presero parte alla prima guerra del Golfo (nel corso della quale anche l'Italia partecipo' ai bombardamenti), e che gia' occuparono il paese dopo la seconda guerra del Golfo (occupazione nel corso della quale le truppe di altri paesi della coalizione di cui anche l'Italia faceva parte commisero crimini contro l'umanita'); cosicche' presso un vastissimo uditorio trovera' ascolto la propaganda dell'Isis che definira' la presenza dei soldati italiani come "invasione crociata" e fara' di quei soldati e dell'Italia primari bersagli di attentati stragisti;

III. e' quindi evidente che lungi dal proteggere l'impianto e le maestranze, la presenza dei soldati italiani alla diga di Mosul esporra' l'uno e le altre agli attentati stragisti; ed esporra' ad attentati anche la popolazione italiana tutta indifferenziatamente; cosi' come esporra' a conseguenze letali le popolazioni abitanti nei dintorni della diga ed a valle di essa (un folle attentato che sciaguratamente provocasse la distruzione della diga avrebbe come esito un immane massacro, una catastrofe indicibile);

IV. dalla presenza dei soldati italiani e dalla concreta ed agevole possibilita' di colpirli con attentati stragisti l'Isis ricavera' anche un enorme vantaggio propagandistico, e da questo vantaggio deriveranno per l'organizzazione terrorista ulteriore consenso, ulteriore espansione, ulteriori reclutamenti; cosicche' e' del tutto evidente che quella improvvida e insensata presenza militare italiana raggiungera' il solo risultato di favoreggiare l'organizzazione terrorista, e tanto sangue di innocenti sara' sparso assurdamente per questo esito scellerato;

V. tutti sanno che il terrorismo va contrastato con un'operazione di polizia internazionale, che ha come indispensabile prerequisito la cessazione delle guerre in corso e quindi degli interventi militari europei ed americani che l'Isis hanno fatto nascere e crescere fino alle attuali dimensioni. L'invio di soldati italiani a Mosul e' del tutto controproducente: poiche' di fatto contribuira' a far morire altri innocenti e con cio' rafforzera' ed estendera' il potere dell'Isis e prolunghera' la schiavitu' delle persone che vivono nelle zone sottoposte alla sua infame e bestiale dittatura mafiosa e nazista;

VI. occorre inoltre dire che dispiegare soldati come "security" di imprese private e' un uso inammissibile, un uso inammissibile che ha gia' provocato delle vittime, come i pescatori indiani uccisi perche' ritenuti pirati (ed un conseguente gravissimo contenzioso internazionale che tuttora perdura, nel quale sono anche state intrappolate le esistenze di due persone che potrebbero essere del tutto innocenti - e tali vanno comunque considerate fino all'emissione di una sentenza definitiva - e che da anni stanno subendo una condizione di sofferenza assolutamente ingiusta in assenza di un regolare giudizio);

VII. ne' si puo' tacere che mentre vari paesi, dagli Stati Uniti d'America alla Russia, alla Francia, a molti altri, stanno eseguendo in Iraq e in Siria una campagna di bombardamenti aerei che hanno provocato molte vittime civili - vittime due volte: della sanguinaria dittatura dell'Isis e dei bombardamenti -, inviare sul terreno soldati italiani che di alcuni di quei paesi che bombardano si presentano come alleati li espone vieppiu' ad essere vittime non solo degli attentati dell'Isis ma anche della vendetta di disperati sopravvissuti ai bombardamenti dei nostri alleati;

VIII. il disegno dei terroristi e' persuaderci ad assecondare i loro piani sanguinari: a rispondere ai loro attentati con atti di guerra contribuendo cosi' ad una spirale distruttiva e onnicida, ad una escalation apocalittica che e' il perno della loro retorica nichilista e della loro disumanata ideologia. Ogni intervento militare, ogni azione bellica, e' un atto di folle complicita' con la criminale follia dell'Isis. In Italia abbiamo conosciuto tremende stagioni di violenza terroristica - fascista, nichilista, mafiosa - e sappiamo che il terrorismo si puo' e si deve contrastare con la legalita' che salva le vite, con la democrazia che rispetta e promuove i diritti umani, e non con la guerra e la dittatura: la guerra e la dittatura sono gia' terrorismo, sono l'oscena vittoria del terrorismo;

IX. l'Isis e' stato creato dalle nostre guerre; proseguire sulla strada dell'intervento militare euroamericano avra' come risultato di rafforzarlo, e di far morire o ridurre in schiavitu' tanti altri innocenti. Tutti gli studiosi, gli osservatori, gli operatori istituzionali onesti lo sanno e lo dicono da tempo, e chiunque puo' averne piena contezza se solo leggesse gli studi e i documenti degli esperti che sono ampiamente disponibili;

X. gia' anni fa un altro governo mando' al massacro altri soldati italiani in Iraq, le vittime della strage di Nassiriya. Il governo attuale non ripeta quel tragico errore;

*

con la presente mozione

1. chiede che il Governo receda dall'annunciata intenzione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul;

2. da' mandato al Presidente del Consiglio ed al Presidente della Giunta Comunale/Provinciale/Regionale di...

- di trasmettere la presente mozione al Governo nella persona del Presidente del Consiglio dei Ministri, e per opportuna conoscenza al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato, alla Presidente della Camera dei Deputati;

- di renderla pubblica attraverso le consuete forme di comunicazione istituzionale dell'ente (affissione all'albo, pubblicazione nel sito istituzionale, invio ai mezzi d'informazione locali e nazionali, invio ai dirigenti e agli uffici dell'ente per affissione al pubblico, invio agli altri enti pubblici del territorio, etc.);

- di promuovere l'informazione, la sensibilizzazione e l'impegno della popolazione del territorio amministrato per la pace e la difesa dei diritti umani.

 

8. UN MODELLO DI LETTERA AI MINISTRI

 

Egregi ministri,

receda il governo dalla decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul. Receda il governo da una decisione insensata e illegale che puo' avere conseguenze catastrofiche. Receda il governo dal commettere un tragico errore che puo' costare innumerevoli vite umane.

Ascoltate la voce della vostra stessa coscienza. Salvare le vite e' il primo dovere.

Distinti saluti.

 

9. UN MODELLO DI LETTERA AI PARLAMENTARI

 

Gentili senatori e senatrici, gentili deputate e deputati,

vi scriviamo per chiedervi un impegno urgente e cogente: un atto deliberativo del parlamento per la revoca della decisione annunciata dal governo di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

*

Sapete gia' che quella decisione governativa e' profondamente errata e inammissibile sotto ogni punto di vista: logico e giuridico, politico e morale, finanche strategico e tattico; sapete gia' che quella decisione governativa espone gratuitamente, assurdamente, scelleratamente a un gravissimo pericolo di morte quei nostri soldati; sapete gia' che con essi essa espone a un gravissimo pericolo di morte anche le maestranze della diga; sapete gia' che con essi essa espone a un gravissimo pericolo di morte anche le popolazioni dei dintorni ed a valle dell'impianto; e sapete gia' che con essi essa espone a un gravissimo pericolo di morte anche la popolazione residente in Italia.

*

E valga il vero.

La diga di Mosul si trova nei pressi della citta' di Mosul, una roccaforte dell'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis.

La presenza di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul sara' presentata dalla propaganda dell'Isis come "invasione crociata" e quei soldati diverranno ipso facto un fin troppo facile bersaglio di attentati stragisti.

Non solo: con essi anche il nostro paese diverra' primario bersaglio di attentati stragisti che verranno presentati dalla delirante propaganda dell'organizzazione terrorista come pretesa "reazione" alla nostra presunta "invasione crociata".

Col duplice e doppiamente atroce risultato che molte persone verranno assassinate dai terroristi, e che questi massacri avranno anche come effetto di alimentare il consenso nei confronti dell'Isis da parte dell'uditorio cui la sua propaganda si rivolge, uditorio diffuso su piu' continenti che ci percepisce come un paese occidentale membro del sistema di alleanze militari responsabile delle guerre e delle occupazioni militari, dei massacri e delle rapine, che da decenni stanno insanguinando il Medio e il Vicino Oriente.

*

Vi e' anche noto che Mosul e' bersaglio dei massicci bombardamenti di paesi nostri alleati, bombardamenti che non distruggono solo strutture e materiali ma uccidono vite umane, ed uccidono non solo dirigenti e miliziani dell'organizzazione terrorista, ma anche civili innocenti e due volte vittime, vittime della dittatura terrorista e schiavista dell'Isis e vittime dei bombardamenti dei nostri alleati.

I nostri soldati dispiegati alla diga di Mosul corrono un enorme rischio di divenire le probabilissime vittime sacrificali della rappresaglia dei terroristi per i bombardamenti dei nostri alleati sulla citta' di Mosul.

*

Inoltre, non puo' sfuggirvi che utilizzare le forze armate del nostro paese in funzione di "polizia privata" di private imprese e' in flagrante contraddizione con la funzione istituzionale di un'articolazione del nostro ordinamento giuridico; e gia' in passato questo uso improprio dei militari italiani come "security" di aziende private ha dato luogo a vicende gravissime, come l'assurda uccisione di due innocenti pescatori indiani (un terribile, immedicabile lutto), con la conseguente privazione della liberta' di due nostri soldati da anni in attesa di processo (che peraltro potrebbero essere innocenti del reato loro ascritto e comunque devono essere presunti tali fino a sentenza definitiva, ma che dati i significati politici e le utilizzazioni propagandistiche di cui si e' caricata la drammatica vicenda nulla garantisce che avranno un processo equo) e la profonda controversia internazionale che ci oppone all'India (controversia che ha gia' dato luogo a ulteriori episodi indegni, del tutto riprovevoli, assai nocivi e gravidi di ulteriori pericoli).

*

Infine, sapete benissimo che interventi militari unilaterali stranieri - italiani o di altri paesi - in Iraq o nelle altre zone di brutale, sanguinario conflitto sono peggio che inutili, sono del tutto dannosi.

Sapete benissimo che per contrastare l'Isis occorre un'operazione di polizia internazionale con le caratteristiche definite dall'Onu nel suo piu' recente pronunciamento.

Sapete benissimo che il terrorismo che oggi insanguina non solo il Medio Oriente ma vari paesi dell'Africa, dell'Asia e dell'Europa e' stato generato anche e innanzitutto dalle sciagurate guerre realizzate o promosse da coalizioni militari in cui tragicamente siamo stati e siamo coinvolti.

E sapete anche che la guerra non solo genera terrorismo, ma e' gia' terrorismo essa stessa, consistendo in effetti nell'uccisione massiva di esseri umani.

E ricordate certo che l'Italia in Iraq ha gia' preso parte ai bombardamenti stragisti della prima guerra del Golfo; ed ha gia' preso parte altresi' all'occupazione militare seguita alla conclusione della seconda guerra del Golfo (occupazione militare nel corso della quale da parte di personale di paesi nostri alleati furono commessi gravissimi crimini contro l'umanita').

E ricordate infine che il nostro paese in Iraq ha gia' pagato un tremendo tributo di sangue: nessuno puo' dimenticare la strage di Nassiriya.

*

Da tutto cio' consegue che l'annunciata decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul e' del tutto irrazionale, immorale, illegale; ed espone gratuitamente, assurdamente e sciaguratamente quei giovani, quell'impianto e chi vi lavora, e chi vive nei dintorni ed a valle dello stesso, ed il nostro paese infine, a un enorme rischio di essere fatti bersaglio di attentati stragisti dalle tragiche conseguenze di proporzioni fin inimmaginabili.

*

Gentili senatori e senatrici, gentili deputate e deputati,

in ragione di tutto cio' vi scriviamo per chiedervi un impegno urgente e cogente: un atto deliberativo del parlamento per la revoca della decisione annunciata dal governo di inviare centinaia di sodati italiani alla diga di Mosul.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

E' questa un'ora, un "kairos", in cui e' richiesto di agire secondo verita', secondo giustizia, secondo scienza e coscienza, per il bene comune, per salvare le vite innocenti in pericolo.

Sperando in un vostro tempestivo, persuaso, adeguato intervento, vogliate gradire distinti saluti.

 

10. UN MODELLO DI LETTERA ALLE FORZE POLITICHE

 

Egregi signori,

vi rivolgiamo un appello: ad adoperarvi affinche' il governo italiano receda immediatamente dalla decisione di inviare centinaia di soldati alla diga di Mosul in Iraq.

*

Questa decisione, se realizzata, potrebbe avere conseguenze funeste: la diga e' infatti a breve distanza dalla citta' di Mosul che e' nelle mani dell'organizzazione terrorista dell'Isis; inviare li' i nostri soldati significa esporli assurdamente all'elevatissimo rischio di essere vittime di un attentato stragista; e con essi esporre altresi' le maestranze della diga e le popolazioni che vivono nei dintorni ed a valle di essa; e con essi altresi' chi vive in Italia, poiche' nella scellerata, sanguinaria strategia dell'Isis, nella logica della "guerra asimmetrica" e dell'escalation onnidistruttiva che i terroristi (ed i loro ispiratori e finanziatori) con i loro disumani crimini perseguono, al dispiegamento dei nostri soldati li' seguira' prevedibilmente l'organizzazione di attentati terroristici nel nostro paese.

La decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul e' quindi un atto insensato, immorale, illegale, che mette in pericolo inutilmente ed assurdamente centinaia e forse migliaia di vite innocenti.

*

Non solo. Questa decisione non soltanto non sara' utile nella lotta contro il terrorismo, ma sara' vantaggiosa per i criminali dell'Isis, che presenteranno la nostra presenza alla diga di Mosul come "invasione crociata", ovvero - fuori dal loro delirante linguaggio - come occupazione militare dei territorio iracheno da parte di uno dei paesi membri dell'alleanza che gia' porto' la sua guerra in Iraq e che gia' l'Iraq occupo' militarmente; dell'alleanza che commise in quei frangenti in Iraq crimini di guerra e crimini contro l'umanita'; dell'alleanza che ha devastato la Libia provocando il caos e i massacri che la' tuttora continuano; dell'alleanza di cui alcuni paesi da lunghi mesi con i loro bombardamenti in Iraq e in Siria continuano ad uccidere non soltanto miliziani e terroristi ma anche civili innocenti due volte vittime; e poco vale ricordare che prima di quelle guerre e quelle devastazioni in quei paesi vi erano criminali dittature, poiche' la situazione attuale nell'insieme non e' affatto migliore, ed un crimine non ne giustifica mai un altro.

Presentandoci come "invasori crociati" l'Isis otterra' presso un vasto uditorio sensibile alla sua propaganda e memore degli orrori commessi dalla coalizione occidentale nel Vicino e nel Medio Oriente un effettuale consenso al suo criminale agire: l'invio dei nostri soldati a Mosul si risolvera' paradossalmente quindi in un effettuale favoreggiamento dell'Isis. E per avvantaggiare l'Isis il governo vorra' esporre alla morte centinaia e forse migliaia di innocenti? E' un crimine ed una follia.

*

Altro e' cio' che occorre: non invio di soldati, non azioni militari, non atti di guerra; ma un'operazione di polizia internazionale cosi' come indicato dall'Onu.

Un'organizzazione criminale va contrastata con la forza e con le risorse del diritto, dell'azione penale, della civilta' giuridica. Pensare di contrastare il terrorismo con la guerra significa far ottenere ai terroristi il risultato che si prefiggevano: scatenare stragi su sempre piu' vasta scala.

In Iraq l'Italia ha gia' pagato un elevato tributo di sangue alla follia dei signori della guerra: con le vittime della strage di Nassiriya. Occorre far recedere il governo da una decisione stoltissima e sciaguratissima che potrebbe provocare altre ecatombi.

*

Vi rivolgiamo pertanto questo appello: ad adoperarvi affinche' il governo receda immediatamente dalla decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul in Iraq.

Distinti saluti.

 

11. UN MODELLO DI LETTERA AI MEZZI D'INFORMAZIONE

 

Spettabile redazione,

la decisione annunciata dal governo di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul in Iraq e' un tragico errore, ed occorre convincere il governo a recedere da essa al piu' presto.

In primo luogo perche' i nostri soldati dislocati a brevissima distanza da una citta' controllata dall'Isis saranno esposti a un probabilissimo attentato terroristico; in secondo luogo perche' la loro presenza invece di essere di protezione per le maestranze, per l'impianto e per la popolazione dell'area circostante ed a valle, esporra' anch'essi a un gravissimo rischio di attentati; in terzo luogo perche' rendera' anche l'Italia un bersaglio primario di attentati terroristici stante la strategia dell'Isis (c'e' del metodo anche in questa criminale follia) di colpire la popolazione civile dei paesi occidentali impegnati con le proprie forze armate nei conflitti in corso nel Vicino e nel Medio Oriente; in quarto luogo perche' quella nostra presenza non solo non sara' utile alla necessaria lotta contro l'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis, ma al contrario favorira' la propaganda dei terroristi (che al loro uditorio ci presenteranno come "invasori crociati").

Sappiamo tutti che le guerre e le occupazioni militari non contrastano il terrorismo, ma lo fanno nascere e lo alimentano; e del resto le guerre stesse sono gia' terrorismo consistendo di stragi.

In Iraq l'Italia ha gia' subito una strage a Nassiriya; impediamo che quell'orrore accada di nuovo.

Il governo revochi quella decisione. Salvare le vite e' il primo dovere.

Distinti saluti.

 

12. IL GOVERNO NON COMMETTA UNA CRIMINALE FOLLIA

 

Il governo non commetta una criminale follia.

Receda dall'insensata e scellerata decisione di inviare centinaia di soldati italiani incontro alla morte alla diga di Mosul.

*

Ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni associazione democratica, ad ogni istituzione fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana chiediamo di premere nonviolentemente sul Consiglio dei Ministri per persuaderlo a non commettere un tragico errore.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

13. OCCORRE IMPEDIRE UNA STRAGE ANNUNCIATA

 

Il governo italiano si appresta ad inviare centinaia di soldati alla diga di Mosul, a pochi chilometri dalla metropoli irachena da due anni occupata dall'organizzazione terrorista dell'Isis. Mentre si prepara una battaglia cruentissima, e un attentato alla diga puo' avere esiti apocalittici.

Ogni persona ragionevole sa che la presenza dei soldati italiani alla diga di Mosul rendera' sia quel sito che il nostro intero paese un bersaglio privilegiato di attacchi terroristici; ogni persona ragionevole sa che proprio perche' l'Italia prese parte alla prima guerra del Golfo ed all'occupazione militare seguita alla seconda, la nostra presenza militare in Iraq sara' interpretata da innumerevoli persone come la prosecuzione dell'azione bellica massacratrice ed onnidistruttrice iniziata negli anni Novanta che ha provocato la catastrofe di quel paese.

L'Italia non puo' e non deve dispiegare centinaia di soldati alla diga di Mosul, e deve piuttosto ritirare il personale ed i mezzi militari gia' operativi in Iraq.

Il terrorismo stragista non si contrasta con la guerra, che e' essa stessa massimamente terrorista e stragista, e che il terrorismo riproduce e alimenta.

Il governo italiano receda da una decisione insensata, immorale e illegale.

Il ricordo delle vittime di Nassiriya risvegli le coscienze e le intelligenze.

Occorre impedire una strage annunciata.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

La guerra e' nemica dell'umanita'.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

14. PRESIDENTE, CI RIPENSI. UNA LETTERA APERTA CONTRO L'INVIO DI CENTINAIA DI SOLDATI INCONTRO ALLA MORTE ALLA DIGA DI MOSUL

 

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Oggetto: Una esortazione a recedere dalla decisione di inviare centinaia di soldati alla diga di Mosul, decisione che puo' dar luogo ad esiti funesti e fin catastrofici

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

quando nello scorso dicembre lei annuncio' l'intenzione del governo di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul - a breve distanza dalla grande citta' irachena che dal 2014 e' nelle mani dei terroristi dell'Isis - le scrissi una lettera per pregarla di recedere da quella decisione, e come me migliaia di altre persone sottoscrissero appelli in tal senso.

Successivamente fu diffusa la notizia che lo stesso governo iracheno avesse posto delle obiezioni a quella decisione e parve che essa non dovesse aver seguito.

Ma dopo alcuni mesi di sostanziale silenzio in questi giorni la Ministra della Difesa ha avviato una roboante campagna mediatica il cui fulcro e' l'annuncio dell'imminente invio dei nostri soldati che in numero di 450-500 e' previsto restino li' per due anni, esplicitando peraltro che motivazione fondamentale e' la richiesta da parte degli Stati Uniti d'America di una maggiore presenza militare italiana nell'area del conflitto, e che esito principale sara' che l'Italia diverra' dopo gli Usa la potenza straniera con la piu' ampia presenza bellica in Iraq; ed evidenziando infine che nel conflitto iracheno l'Italia e' gia' presente non solo con addestratori di truppe combattenti, ma anche con velivoli impegnati in ricognizioni finalizzate all'individuazione di obiettivi (ovvero funzionali ai bombardamenti stragisti, se le parole hanno un senso).

A questo si aggiungano due recenti notizie: la prima, che lo scorso mese un'improvvisa offensiva dell'Isis nel territorio di Mosul sembrerebbe aver travolto le prime linee irachene e curde e che sia stata respinta a fatica; la seconda, che e' in preparazione e si svolgera' nei prossimi mesi una battaglia per la riconquista di Mosul da parte del governo iracheno, battaglia che si preannuncia cruentissima dato che Mosul e' uno snodo strategico, e nella quale le vittime civili saranno verosimilmente ingentissime giacche' nella citta' vivono un milione e mezzo di esseri umani.

*

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

lei vede bene che quei cinquecento soldati italiani verranno gettati nel centro della fornace, verranno gettati incontro alla morte.

E lei sa perfettamente cio' che gia' mesi fa anch'io volli ricordarle, ovvero che "una presenza militare italiana alla diga di Mosul rendera' sia quel luogo e le persone li' schierate, sia l'Italia intera, un primario bersaglio dell'azione stragista dell'organizzazione terroristica".

Lungi dal proteggere le maestranze della diga, la presenza dei militari italiani rendera' quel sito un obiettivo di attentati, con esiti che potrebbero essere non solo letali per le stesse maestranze ma addirittura apocalittici per le popolazioni a valle della diga. La presenza di militari italiani alla diga di Mosul verrebbe presentata dalla propaganda dell'Isis come una forma di occupazione militare straniera, da parte di un paese - il nostro - che gia' prese parte alla prima guerra del Golfo, all'occupazione militare seguita alla seconda, e quindi corresponsabile dei crimini di guerra e dei crimini contro l'umanita' avvenuti in quei frangenti di cui la popolazione irachena fu ed e' vittima; la presenza di militari italiani esporrebbe cosi' al rischio di un massacro non solo i nostri soldati li' dispiegati, non solo le maestranze civili dell'impresa appaltatrice dei lavori di messa in sicurezza della diga, non solo le popolazioni a valle della diga, ma anche la popolazione residente nel nostro paese poiche' nella efferata logica del terrorismo l'intera popolazione italiana diventerebbe un bersaglio privilegiato di azioni stragiste.

In Iraq l'Italia ha peraltro gia' pagato un tremendo tributo di sangue a Nassiriya: il governo italiano non voglia far morire altri innocenti.

*

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

non vi e' dubbio che abbiamo opinioni diverse su molte cose, ma almeno su questo dovremmo trovarci concordi: che non e' lecito esporre degli innocenti al rischio di essere uccisi.

L'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul implica esattamente questo: esporre degli innocenti al rischio - un elevatissimo rischio - di essere uccisi.

Il governo da lei presieduto non commetta questa sciagurata follia.

*

Dal profondo del cuore la prego: receda il governo italiano da quella insensata, inammissibile decisione.

Augurandole ogni bene

 

15. UN APPELLO AL POPOLO DELLA PACE AFFINCHE' SI OPPONGA A UNA SCELTA DISSENNATA E FUNESTA DEL GOVERNO ITALIANO

 

Il governo italiano si appresta ad inviare cinquecento soldati per due anni alla diga di Mosul, a pochi chilometri dalla grande citta' dal 2014 occupata dall'Isis.

E' una decisione dissennata e funesta, immorale e illegale.

E' una decisione che espone insensatamente quei soldati, le maestranze della diga, le popolazioni a valle di essa e l'intera popolazione italiana ad un elevatissimo rischio di attentati stragisti.

Essa non e' utile alla lotta contro l'organizzazione terrorista, che va contrastata non con azioni facilmente presentabili da parte della propaganda dell'Isis come atti di guerra neocoloniale, ma con un'operazione di polizia internazionale che in primo luogo tagli le fonti di finanziamento e di rifornimento all'organizzazione criminale.

La presenza militare italiana di fatto favoreggia l'Isis: espone assurdamente ad attentati stragisti un fin troppo agevole bersaglio, ed offre abominevole alimento alla scellerata propaganda dell'organizzazione terrorista.

*

Con l'invio di cinquecento soldati a Mosul, che si aggiungono agli ottocento militari italiani gia' presenti a Bagdad e ad Erbil, l'Italia diventa peraltro la seconda presenza militare straniera in Iraq dopo gli Usa - e sono stati proprio gli Usa a richiedere all'Italia un cosi' consistente coinvolgimento bellico in Iraq, quegli Usa che sono i primi responsabili della devastazione e destrutturazione dello stato iracheno e di una seminagione di dolore, di disperazione, di violenza e di odio che dal Medio e Vicino Oriente si sta propagando in tre continenti.

Non possiamo dimenticare che in Iraq l'Italia e' stata partecipe della prima guerra del Golfo e dell'occupazione militare seguita alla seconda, e come parte della coalizione che guerra e occupazione condussero e' quindi corresponsabile dei crimini di guerra e contro l'umanita' commessi allora, cosi' come della devastazione del territorio e delle strutture amministrative del paese, crimini e devastazione di cui la stessa organizzazione terrorista dell'Isis e' uno dei frutti avvelenati. Cosi' come non possiamo dimenticare che in Iraq degli italiani sono gia' stati uccisi a Nassiriya, vittime della violenza terroristica al pari di innumerevoli iracheni.

Ne' possiamo tacere che in Iraq l'Italia e' anche attualmente corresponsabile delle stragi provocate dai bombardamenti della cosiddetta coalizione internazionale a guida statunitense, poiche' per ammissione dello stesso Ministero della Difesa unita' dell'aviazione militare italiana svolgono attivita' di ricognizione finalizzata all'individuazione di obiettivi - che tradotto in lingua corrente significa contribuire ad individuare e indicare i bersagli per i raid aerei stragisti che altri alleati della coalizione poi eseguiranno.

Infine, i mass-media riportano in questi giorni la notizia che si sta preparando la battaglia per la riconquista di Mosul, battaglia che sara' di inaudita violenza poiche' Mosul ha un'importanza strategica decisiva, e che verosimilmente provochera' un'ecatombe di vittime civili - nella citta' sono attualmente presenti un milione e mezzo di abitanti -. In questo contesto e' ancor piu' evidente che la decisione governativa di dispiegare cinquecento soldati italiani alla diga di Mosul e' del tutto insensata, immorale, illecita: pone in un gravissimo pericolo di morte degli esseri umani innocenti; crea le condizioni che favoriscono la realizzazione di attentati stragisti; non solo non garantisce sicurezza ad alcuno, ma tutti espone al piu' estremo pericolo.

*

Per cinici calcoli di piaggeria nei confronti del governo americano il governo italiano e' dunque disposto a far morire tanti innocenti? E' dunque disposto ad effettualmente favoreggiare l'Isis nella commissione dei suoi crimini offrendogli un facile bersaglio? E' dunque disposto a violare il fondamento stesso della legalita' e della democrazia, che consiste nel difendere la vita e i diritti degli esseri umani?

Receda il governo italiano dalla decisione stoltissima e sciaguratissima dell'invio di centinaia di soldati incontro alla morte alla diga di Mosul.

Receda il governo italiano.

Receda.

*

A tutte le persone di volonta' buona, a tutte le associazioni democratiche, a tutte le istituzioni fedeli alla Costituzione della Repubblica italiana chiediamo di adoperarsi per persuadere il governo italiano a recedere da una decisione dissennata e funesta, immorale e illegale; per persuadere il governo italiano a tornare al rispetto della legge e della morale; per persuadere il governo italiano a non mettere in grave pericolo di morte delle vite umane.

Il primo dovere e' salvare le vite.

Il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"

Viterbo, 12 maggio 2016

 

16. FERMARE LA GUERRA, SALVARE LE VITE

 

Receda il governo italiano dall'insensata, immorale ed illecita decisione di inviare centinaia di soldati italiani incontro alla morte alla diga di Mosul in Iraq.

Non esponga - gratuitamente, assurdamente, scelleratamente - tanti esseri umani innocenti alla morte.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

17. UNA COSA DA FARE

 

Fermare l'insensata, sciagurata, scellerata decisione del governo italiano di inviare centinaia di soldati incontro alla morte alla diga di Mosul.

Contrastare la guerra.

Salvare le vite.

 

18. IL DOVERE MORALE E POLITICO IN ASSOLUTO PIU' IMPORTANTE DI QUESTO MOMENTO

 

Mi chiedo perche' in Italia non vi sia una vera e propria sollevazione popolare contro la folle e sciagurata decisione del governo di inviare centinaia di soldati alla diga di Mosul, decisione stoltissima e scelleratissima che espone insensatamente e gratuitamente innumerevoli persone al rischio di essere uccise, la' e qui; decisione che effettualmente favoreggia l'organizzazione terrorista e stragista dell'Isis; decisione illogica ed illecita i cui possibili esiti funesti e fin catastrofici chiunque e' in grado di prevedere.

*

Contrastare quella decisione demente e nefasta e' il dovere morale e politico in assoluto piu' importante di questo momento; ottenere che il governo receda da essa e' il compito immediato che ogni persona nel nostro paese dovrebbe proporsi; salvare le vite e' il primo dovere.

*

Il tempo e' poco, opporsi e' necessario e urgente.

Che milioni di voci si levino a persuadere il governo a tornare alla ragione; che milioni di voci si levino a chiedere al Presidente della Repubblica di opporre il suo veto a una decisione governativa immorale e illegale; che milioni di voci si levino a chiedere al Parlamento di togliere la fiducia e far cadere un governo che con una simile decisione abusa orrendamente dei suoi poteri ed espone alla morte innumerevoli innocenti.

*

Ogni persona pensante, ogni organizzazione democratica, ogni istituzione fedele alla Costituzione della Repubblica si impegni ora affinche' il governo receda da una criminale follia.

 

19. VI CHIEDIAMO

[Appello diffuso il 13 maggio 2016 dal "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"]

 

Vi chiediamo di condividere questa cognizione: che l'invio di cinquecento soldati italiani alla diga di Mosul mette insensatamente ed illecitamente in gravissimo pericolo tante vite umane.

La diga di Mosul e' a pochi chilometri dalla citta' che dal 2014 e' occupata dall'organizzazione terrorista dell'Isis: la presenza alla diga dei soldati italiani, invece di essere utile alla difesa dell'impianto, favorira' l'ideazione e la realizzazione di attentati stragisti, li' e in Italia.

*

Vi chiediamo di condividere questo impegno: persuadere il governo italiano a recedere da una decisione irragionevole ed illegittima che puo' provocare conseguenze funeste e fin catastrofiche.

E' scritto nella Costituzione della Repubblica Italiana (all'articolo 2) che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo": ed il primo diritto e' il diritto a non essere uccisi; vi e' scritto inoltre (all'articolo 11) che "L'Italia ripudia la guerra": la guerra che sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani.

*

Salvare le vite e' il primo dovere: facciamo sentire al governo la voce del popolo italiano che si oppone a tutte le uccisioni.

Il governo italiano non commetta il piu' tragico degli errori.

 

20. LUIGI MARA

 

E' deceduto Luigi Mara.

Il migliore dei maestri e dei compagni.

 

21. "BERSAGLI DI ATTACCHI". UNA LETTERA APERTA AL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

Egregi Ministri della Repubblica Italiana,

riferiscono oggi i mass-media che il governo italiano non prevede l'invio di soldati in Libia, poiche' "troppo alti sono i rischi, troppo forte il pericolo che reparti stranieri diventino bersagli di attacchi".

Ed e' saggia considerazione.

*

Ne discende una ovvia domanda: perche' allora si persevera insensatamente nella decisione dell'invio di cinquecento soldati italiani alla diga di Mosul, dove ancora piu' elevati sono i rischi, di gran lunga piu' forte "il pericolo che diventino bersagli di attacchi"?

Chiunque capisce che la presenza dei soldati italiani alla diga di Mosul (a pochi chilometri dalla citta' occupata dall'Isis), invece di essere utile alla difesa dell'impianto, favorira' l'ideazione e la realizzazione di attentati stragisti, li' e in Italia.

*

Si faccia uso della ragione: receda il governo italiano dalla sciagurata decisione di inviare centinaia di soldati incontro alla morte alla diga di Mosul.

Distinti saluti

 

22. BREVE UNA LETTERA AL PRESIDENTE DEL SENATO

 

Al Presidente del Senato della Repubblica

Oggetto: Affinche' si adoperi a persuadere il governo a recedere dalla insensata e sciagurata decisione di inviare cinquecento soldati italiani alla diga di Mosul

Egregio Presidente del Senato,

rivolgo questo appello a lei, che presiede uno dei due rami dell'organo legislativo ed e' la seconda carica rappresentativa della Repubblica.

Si adoperi affinche' il governo receda dalla insensata e sciagurata decisione di inviare cinquecento soldati italiani alla diga di Mosul facendo di essi il piu' facile dei bersagli per il terrorismo stragista dell'Isis che ha la sua principale roccaforte irachena proprio a Mosul, a pochi chilometri di distanza dalla diga.

La presenza cola' dei nostri soldati indurra' senza dubbio i terroristi onnicidi a progettare ed eseguire attentati contro i nostri connazionali e non solo, li' e non solo: infatti nella delirante propaganda totalitaria dell'organizzazione stragista quella presenza verra' presentata in guisa di "invasione coloniale" o anche di "occupazione crociata", termini assurdi secondo il nostro giudizio ma non secondo quello di gran parte dell'area di consenso e di reclutamento a cui quell'abominevole propaganda si rivolge. Cosicche' ogni attentato contro di noi - in Iraq come in Italia - sara' per l'organizzazione criminale dell'Isis un successo propagandistico, e quanti piu' innocenti sopprimera' tanto piu' sara' da loro ritenuto vantaggioso. Il pericolo e' quindi enorme: per i nostri militari che venissero li' dispiegati, per le maestranze civili impegnate nella ordinaria gestione come nelle opere straordinarie di messa in sicurezza della diga, per le popolazioni a valle della diga - che qualora venisse fatta crollare provocherebbe un'immane ecatombe -, e per la popolazione che vive nel nostro paese che diverrebbe ipso facto privilegiato obiettivo di azioni terroristiche.

L'invio di truppe italiane alla diga di Mosul non solo non e' di nessuna utilita' per contrastare il terrorismo, non solo non garantisce la sicurezza delle maestranze civili, ma al contrario mette vieppiu' in pericolo quel luogo e quanti vi si trovano - e con essi il nostro paese e l'intera nostra popolazione -, e di fatto quindi favoreggia l'Isis nella sua propaganda e nella sua azione stragista.

Si adoperi dunque, egregio Presidente del Senato, affinche' il governo italiano receda da quella insensata ed inammissibile decisione che con tutta evidenza puo' dare luogo alle conseguenze piu' funeste.

Confidando nel suo discernimento ed auspicando un suo autorevole intervento al fine di salvare innumerevoli vite innocenti che il governo sta mettendo gratuitamente, irresponsabilmente ed illecitamente nel piu' grave dei pericoli, la saluto augurandole ogni bene.

 

23. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Paul Valery, Poesies, Gallimard, Paris 1929, 1958, 1990, pp. IV + 216.

- Paul Valery, Poesie. E il dialogo "L'anima e la danza", Feltrinelli, Milano 1962, 1980, pp. 216.

- Oreste Macri', Il Cimitero marino di Paul Valery. Studi, testo critico, versione metrica e commento, Sansoni, Firenze 1947, Le Lettere, Firenze 1989, pp. 384.

*

Riedizioni

- Mauro Covacich, Anomalie, Bompiani, Milano 2015, Il sole 24 ore, Milano 2016, pp. 80, euro 0,50 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").

- Paolo Flores D'Arcais, Il disincanto tradito (1986), in allegato a "Micromega", n. 6, 2016, pp. 112.

 

24. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

25. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2464 del 7 settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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