[Nonviolenza] Telegrammi. 2460



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2460 del 3 settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Tra un mese la Giornata internazionale della nonviolenza

2. Nicola Colaianni: Democrazia e Costituzione

3. Un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale. Al referendum votiamo No al golpe

4. Alcuni testi del mese di giugno 2016 (parte prima)

5. Nove ruminazioni per la festa della repubblica. Quasi un comizio, o una cicalata

6. La soluzione

7. Quel che vorremmo leggere nei programmi amministrativi delle liste di sinistra alle elezioni comunali

8. Due giugno

9. Accogliere tutti

10. Diritto di voto per tutti

11. Alcune cose che non abbiamo dimenticato

12. Fernando Triscoffi: Dalle opinioni di un perdigiorno

13. Tutti

14. Empia un'esibizione

15. Li potremmo salvare tutti

16. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

17. Per chi votiamo

18. Bisognerebbe

19. Vedo

20. E' in corso una strage

21. Nel referendum di ottobre votiamo no al golpe bianco

22. Una campagna antinazista

23. Per inverare la Costituzione

24. Dal punto di vista dell'umanita'

25. Da dove cominciare

26. Pina Maisano Grassi

27. Ancora

28. Il Parlamento si appresta...

29. Per Mario Onofri, approssimandosi il primo anniversario della scomparsa

30. Le armi

31. Poiche' le armi uccidono gli esseri umani

32. Mario

33. Disarmare subito

34. "Contro tutte le uccisioni". Un incontro di testimonianza a Viterbo

35. Prima anticipazione dal rapporto preliminare di una commissione d'inchiesta indipendente sul recente fatto di sangue avvenuto a ***

36. Aut aut

37. "Resistenza all'inumano. Una riflessione a partire dall'opera di Beppe Fenoglio". Un incontro a Viterbo

38. Segnalazioni librarie

39. La "Carta" del Movimento Nonviolento

40. Per saperne di piu'

 

1. INIZIATIVE. TRA UN MESE LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA

 

Ricorre esattamente tra un mese, il 2 ottobre, la Giornata internazionale della nonviolenza, promossa dall'Onu nel giorno anniversario della nascita di Gandhi.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo invita tutte le persone di volonta' buona, le associazioni impegnate per la dignita' umana, le istituzioni democratiche e particolarmente quelle educative, a promuovere ovunque iniziative di riflessione e di azione concreta per la pace, la solidarieta', i diritti umani, la difesa della biosfera.

Che domenica 2 ottobre sia una giornata di impegno comune per il bene comune, e che sia altresi' preparazione alla partecipazione alla marcia Perugia-Assisi che si svolgera' esattamente una settimana dopo, domenica 9 ottobre 2016.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

2. RIFLESSIONE. NICOLA COLAIANNI: DEMOCRAZIA E COSTITUZIONE

[Da Raniero La Valle riceviamo e diffondiamo il seguente intervento di Nicola Colaianni apparso su "Rocca".

Nicola Colaianni, magistrato della Corte di Cassazione, gia' deputato, e' docente all'Universita' di Bari]

 

Come cambia la democrazia e' come cambia la Costituzione, perche', nella magistrale definizione della Dichiarazione dei diritti dell'uomo del 1789, "la societa' nella quale la garanzia dei diritti non e' assicurata, ne' la separazione dei poteri determinata, non ha Costituzione".

L'argomento maggiormente speso per rassicurare sulla riforma costituzionale in atto e' che essa neppur minimamente tocca la prima parte, quella dei diritti, che motiva la retorica da palcoscenico della "Costituzione piu' bella del mondo". In realta', la parte dei diritti non c'e' bisogno, ne' possibilita', di toccarla perche' da tempo non e' piu' nelle nostre mani, nella disponibilita' legislativa del nostro Parlamento - come di ogni Parlamento nazionale. Sta nelle mani di forze globali, transnazionali, nel potere economico-finanziario che si esprime nel Fmi, nel G8, nella Bce, nella Commissione europea e, a livello non istituzionale, nelle societa' multinazionali. Nel campo dei diritti fondamentali la lex superior non e' piu' la Costituzione, e' la lex mercatoria, formata dai mercati finanziari. Ad essa e' ormai sottordinato il titolo III della Costituzione sui rapporti economici: l'art. 36 sulla retribuzione tale "in ogni caso da assicurare al lavoratore e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa" e' di fatto modificato dal precariato, partite iva, voucher...; l'art. 41 sul non contrasto dell'iniziativa economica con l'utilita' sociale e con la sicurezza e la dignita' umana e' ormai in crisi e tanto piu' lo sara', per esempio, con trattati come il Ttip, che mette a repentaglio il controllo governativo dei mercati, limitando la sovranita' legislativa dei paesi europei in caso di "perdita di profitto" delle imprese.  Ma sotto tiro e' anche il titolo I della Costituzione sui rapporti civili: la giusta preoccupazione per il ripetersi dei sanguinosi attacchi terroristici motiva, come di recente, direttive europee sull'adozione di misure di controllo della liberta' di espressione per evitarne effetti giustificatori o glorificatori, rimuovendo o bloccando l'accesso alle pagine web; una recente sentenza della Corte di giustizia (sul caso Taricco) bypassa il principio costituzionale di legalita' in materia penale (art. 25: benche' sia stata percio' sollevata una questione di costituzionalita').

Insomma la modifica della prima parte della Costituzione, come avvertono sulla loro pelle soprattutto i soggetti deboli della societa', sta avvenendo da tempo sia pure in forma strisciante. Il problema diventa allora quello di modificare la seconda parte per adattare l'ordinamento della Repubblica a questo ribaltamento del rapporto tra politica ed economia. Evidente, infatti, e' come questo processo non sia agevolato, ma anzi venga resistito da quel sistema di separazione e di policentrismo dei poteri, di pesi e contrappesi, di regole e di controlli, che caratterizza il costituzionalismo contemporaneo. Occorre uscirne, superare almeno il bicameralismo paritario e il conflitto permanente Stato-Regioni originato dalla riforma del titolo V della Costituzione. Maggiore concentrazione delle competenze legislative nello Stato, quindi, ma, contemporaneamente, riduzione degli organi parlamentari e verticalizzazione del potere in senso governativo: effetto, quest'ultimo, agevolato in maniera determinante anche dal nuovo sistema elettorale a forte carattere maggioritario, che dara' al capo del governo il controllo pieno del 55 per cento della Camera, unico organo deputato a dare la fiducia a chi in realta' e' il suo dominus.

Che il sistema attuale non sia abbastanza "decidente" e' in buona misura propagandistico: se la maggioranza e' coesa i tempi sono rapidi, tanto che l'attuale governo si vanta giustamente (a parte la discutibilita' del merito) di aver approvato in due anni leggi che non si approvavano da venti: dal mercato del lavoro alla pubblica amministrazione, dalla Rai al sistema elettorale, alla stessa riforma costituzionale, perfino alle unioni civili. Ma, ammesso che non basti e che criticita' permangano, la questione e' come uscirne: come cambia la democrazia, appunto. Male, e non perche' si sia conservatori dell'attuale "bicameralismo perfetto": anzi molti critici auspicano il monocameralismo, effettivamente preferibile se accompagnato da forti contrappesi, come ad esempio una legge elettorale proporzionale con sbarramento. Male, invece, perche', nel merito, di gran lunga prevalenti sono gli aspetti critici.

Il nuovo riparto di competenze tra Stato e Regioni e' sbilanciato sproporzionatamente a favore dello Stato, che ha competenza esclusiva su equivoche "disposizioni generali e comuni" in una serie di materie (governo del territorio, istruzione, salute, politiche sociali, sicurezza alimentare, attivita' culturali e turismo) e puo' inoltre intervenire anche in tutte le altre quando ravvisi esigenze di tutela non solo dell'unita' giuridica o economica della Repubblica ma anche di un asserito "interesse nazionale". In tutti questi casi, arbitrati dal Governo e dalla Camera, le Regioni si ridurranno a poco piu' che organi amministrativi, senza che su tale "demansionamento" possano intervenire i loro rappresentanti nel nuovo Senato.

Questo, invero, sara' bensi' composto da sindaci (trasformati con un tratto di penna da semplici amministratori in legislatori part time) e consiglieri regionali, ma scelti in base ad appartenenze partitiche - per cui voteranno senza vincolo di mandato espressivo delle istituzioni regionali. Questa sorta di dopolavoro sara' privo di poteri effettivi nelle materie rilevanti per la realizzazione di un regionalismo solidale ma in compenso, pur senza investitura popolare come una Citta' Metropolitana qualunque, avra' potere perfino sulle riforme costituzionali ed eleggera' in proprio due giudici della Corte. E godra', inoltre, di un potere interdittivo, al limite ostruzionistico, nei confronti della Camera nell'ambito della pluralita' di procedimenti legislativi (se ne contano otto), che con un'eterogenesi dei fini ha trasformato la conclamata semplificazione in una inedita e pasticciata complicazione.

A dare la fiducia sara' solo la Camera: e questo va bene. Ma la maggioranza, grazie al cosiddetto Italicum a forte effetto maggioritario a favore di una sola lista, quella del presidente del consiglio, sara' sotto il controllo pieno del governo. La cui influenza sull'esercizio dell'attivita' legislativa sara' ulteriormente accentuata: infatti, alla gia' esistente possibilita' di utilizzare i decreti-legge e i voti di fiducia anche su materie non rientranti nel suo programma (come di recente sulle unioni civili), alle gia' attuate forzature parlamentari come il contingentamento dei tempi di discussione e i maxiemendamenti o emendamenti-canguro (che vanificano l'obbligo costituzionale di approvare le leggi articolo per articolo), si aggiungera' ora il voto con priorita' e a data certa sui disegni di legge dichiarati dal governo come essenziali per l'attuazione del suo programma. La Camera diventera', in sostanza, un organo di ratifica dell'operato del governo.

Per riepilogare: a) la funzione legislativa si sposta in una serie di materie nominate, e anche nelle altre tutte le volte che il Governo ravvisi un interesse nazionale, dalle periferie al centro; b) qui, nella stragrande maggioranza dei casi, la competenza esclusiva a legiferare e' della sola Camera, a maggioranza - grazie al sistema elettorale fortemente maggioritario - della lista governativa; c) percio' a condurre gli equilibri, a cominciare dall'ordine del giorno, e' il Governo e, in particolare, il suo capo, leader della lista di maggioranza. Questa vertiginosa concentrazione di potere sara' favorita poi dall'indebolimento dei tradizionali contrappesi conseguente alla diminuzione del numero dei parlamentari: il quale determinera', infatti, un forte abbassamento dei quorum previsti per l'elezione del Presidente della Repubblica e dei componenti del Csm (da 570 voti a 438, destinati ad abbassarsi se calcolati sui soli votanti) e dei giudici costituzionali (da 570 ad appena 60 per quelli eletti dal Senato e a 378 per quelli della Camera, praticamente alla portata dei 340 voti della lista di maggioranza).

Altri punti critici sono stati condivisibilmente evidenziati da chi si oppone alla riforma e non e' il caso, quindi, di ripeterli. Interessa piuttosto evidenziare che questo cambiamento in senso centralistico e verticistico della democrazia viene motivato come funzionale al miglior controllo delle politiche di spesa e alla diminuzione cosi' del debito pubblico. Che e' cio' che volevasi dimostrare: il ribaltamento del rapporto tra politica ed economia. E in ragione di questo obiettivo a' la page si dovrebbe passar sopra alle illogicita', incongruenze o, eufemisticamente, "imprecisioni" della riforma: che percio' non e' da "sacralizzare" ma anzi da sottoporre a "successive modifiche migliorative" (cosi', per citare un fautore non politico, il gesuita Occhetta sulla "Civilta' cattolica"). Ma questo calumet della pace, offerto per sdrammatizzare, non funziona. Invero, proprio la previsione di modifiche, nel momento stesso di approvarla,  riduce la Costituzione ad una legge tra le altre, transitoria e priva di rigidita', miope e non presbite, nella disponibilita' delle maggioranze del momento.

Che le revisioni della Costituzione non debbano essere espressione di un contingente indirizzo di governo, e che quindi il referendum non debba trasformarsi in un prebiscito a suo favore o contro, e' concetto confinato ormai tra le cianfrusaglie dal nuovo costituzionalismo a' la carte, che si fa strada all'insegna dell'"abbiamo i numeri".  E' la "monarchia del Numero", contro la quale metteva in guardia Tocqueville, che sostituisce "la superiorita' della determinazione in sede di Costituzione di fronte alle effimere maggioranze parlamentari" (citazione sorvegliata: non e' di uno dei "professoroni", ma di uno dei "professorini" alla Costituente, Aldo Moro).

 

3. REPETITA IUVANT. UN PARLAMENTO ELETTO DAL POPOLO, UNO STATO DI DIRITTO, UNA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE. AL REFERENDUM VOTIAMO NO AL GOLPE

 

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

*

Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale.

Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto.

Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto.

*

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

4. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GIUGNO 2016 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di giugno 2016.

 

5. NOVE RUMINAZIONI PER LA FESTA DELLA REPUBBLICA. QUASI UN COMIZIO, O UNA CICALATA

 

1. La repubblica e', letteralmente, "la cosa di tutti", ovvero il bene comune.

Ed e' quindi il contrario della monarchia e dell'oligarchia, ovvero del potere di un solo o di pochi.

*

2. Leggo nella Costituzione della Repubblica Italiana che "L'Italia ripudia la guerra". Prendo sul serio questo impegno scritto nella legge fondamentale del paese in cui vivo.

La guerra infatti sempre e solo consiste nell'uccisione di esseri umani: un essere umano sono, non voglio essere ucciso; e questo diritto alla vita che rivendico per me lo rivendico anche per tutti gli altri esseri umani: sarebbe infatti folle che io pretendessi di non essere ucciso in quanto essere umano, e poi consentissi che altri esseri umani potessero essere uccisi. Ogni essere umano ha diritto a non essere ucciso; ogni essere umano ha diritto alla vita, a una vita degna di un essere umano, ed ha quindi diritto alla solidarieta' degli altri esseri umani, poiche' senza quella solidarieta' vi puo' essere vita biologica ma non vi e' vita umana.

E quindi fa bene la Costituzione della Repubblica Italiana a ripudiare la guerra, che e' male assoluto in quanto - ripetiamolo, e non dimentichiamolo mai - consiste dell'uccisione degli esseri umani.

Ma per opporsi alla guerra occorre opporsi agli strumenti che la guerra rendono possibile: le armi e gli eserciti.

Questo ci chiede dunque la repubblica: di abolire la guerra, le armi e gli eserciti. Sarebbe ora di farlo.

*

3. Ma la Costituzione della Repubblica non solo ci chiede di opporci alla guerra; ci chiede anche e ancor prima di difendere i diritti di tutti gli esseri umani, "diritti inviolabili" che la repubblica italiana "riconosce e garantisce". E ci chiede quindi di salvare le vite di chi si trova in pericolo. Di salvare le vite di tutti gli esseri umani in pericolo: ed infatti a tal riguardo non fa riferimento ai soli cittadini italiani, ma all'umanita' intera: ed esplicitamente afferma che tutti gli stranieri che nel proprio paese non possono vivere liberamente, per cio' stesso hanno diritto d'asilo nel nostro.

Questa e' la repubblica, il bene comune, il bene comune dell'umanita'.

Ed allora si faccia quello che e' giusto: siano soccorse, accolte e assistite tutte le persone bisognose di aiuto. Della strage nel Mediterraneo sono colpevoli in primo luogo i governi europei - e tra essi il nostro - che impediscono a chi e' in fuga dalla fame e dalla guerra, dalle dittature e dalla miseria, di giungere da noi in modo legale e sicuro.

Esegua finalmente lo stato italiano cio' che la sua legge fondamentale afferma: riconosca ad ogni essere umano il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; organizzi subito un servizio di trasporto pubblico e gratuito che porti in salvo nel nostro paese tutti gli esseri umani in pericolo di morte; e si batta affinche' l'intera Unione Europea rispetti finalmente la Dichiarazione universale dei diritti umani, la sua stessa Carta dei diritti fondamentali, e quella legge che e' in tutti i codici penali del mondo che prevede e punisce come reato non solo l'omicidio ma anche l'omissione di soccorso.

*

4. Vi e' questa tragica realta': la violenza maschilista. Che nega uguaglianza di diritti a meta' del genere umano. Che rende meta' del genere umano vittima di un continuo terrore, vittima di violenze raccapriccianti; e che pretende rendere l'altra meta' del genere umano complice di questo orrore. La violenza maschilista, l'ordine patriarcale del mondo, e' la prima radice e il primo modello di tutte le violenze, di ogni disumanita'.

Non vi e' alcuna speranza di realizzare il programma della Costituzione italiana, di edificare ed essere la repubblica sognata e pensata e seminata dalla Resistenza contro il fascismo, se non si contrasta la violenza maschilista e patriarcale.

Cosa occorre fare? In primo luogo sostenere ed estendere la rete dei Centri antiviolenza creati dal movimento delle donne. In primo luogo sostenere il movimento globale delle donne contro la violenza di genere e contro tutte le violenze. In primo luogo rompere ogni complicita' con la dominazione maschile sull'umanita' e sulla biosfera. E' giunta l'ora che spontaneamente i maschi riumanizzati rinuncino ad ogni potere non condiviso, e postisi all'ascolto e alla scuola del movimento delle donne si impegnino finalmente contro tutte le ideologie, le pratiche, le strutture e i poteri maschilisti e patriarcali.

*

5. La repubblica italiana e' fondata sul lavoro, non sullo sfruttamento del lavoro altrui.

Nella repubblica italiana la sovranita' appartiene al popolo, a tutto il popolo, e non a padroni e gerarchi.

L'oppressione di classe e' quindi il contrario della repubblica.

Lo sfruttamento che asservisce ed aliena e' quindi il contrario della repubblica.

La rapina che sottrae a tutti i beni di cui si appropria e' quindi il contrario della repubblica.

In quanto riconosce ad ogni essere umano i diritti fondamentali, in quanto si impegna a "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale" che negano la liberta' e l'eguaglianza ed "impediscono il pieno sviluppo della persona umana" e l'effettiva partecipazione di tutti all'organizzazione e alla gestione della vita comune, al bene comune, la repubblica italiana chiama a un concreto e coerente impegno di solidarieta' che nessun essere umano abbandoni, chiama a un concreto e coerente impegno di liberazione di tutte le oppresse e tutti gli oppressi, chiama all'impegno per realizzare la societa' libera e giusta, dell'universale fraternita' e sororita', del bene comune.

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6. Ed infine, se repubblica e' bene comune, questo bene comprende ed e' comune all'intero mondo vivente, con l'intero mondo vivente va condiviso. La violenza umana sugli altri viventi non umani e sulla biosfera nel suo insieme, non solo e' sovente un crimine anche contro il resto dell'umanita' e massime contro le generazioni future, ma e' in flagrante contrasto con la coscienza e quindi il dovere di essere custodi della vita e del mondo.

Ogni essere umano sa che puo' e deve scegliere tra il bene e il male, tra operare per la vita o per la morte, tra la responsabilita' e il crimine. Questa percezione, questa intelligenza, questa responsabilita' si esercita non solo all'interno della piu' ristretta comunita' dei prossimi, e neppure solo nei confronti degli altri esseri umani, ma rispetto ad ogni vivente, al mondo vivente tutto.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, quindi ogni essere umano ha il dovere di rispettare l'altrui vita.

Ogni essere umano ha diritto ad essere nel mondo, quindi ogni essere umano ha il dovere di proteggere il mondo dalla devastazione, dalla distruzione.

Ogni essere umano sa che esistono ed e' in relazione con altre forme di vita non umane, e premessa la difesa della propria vita, premessi il rispetto e la difesa della vita degli altri esseri umani, deve adoperarsi altresi' per la vita degli altri esseri viventi e della biosfera.

Quanto grave sia la situazione, tutti sappiamo.

Quanto urgente questo impegno, nessuno ignora.

*

7. Il 2 giugno, anniversario del voto con cui il popolo italiano rifiuto' la monarchia e scelse l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, questa repubblica noi festeggiamo.

La repubblica che sa che ogni vittima ha il volto di Abele.

La repubblica che sa che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

La repubblica che sa che il primo dovere di ogni essere umano - e quindi ed a maggior ragione di tutti gli umani istituti - e' salvare le vite; e' soccorrere, accogliere, assistere ogni essere umano che di aiuto ha bisogno.

La repubblica che sa che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente che e' casa comune dell'umanita', un unico mondo vivente di cui l'umanita' e' parte e custode.

La repubblica sorta dalla Resistenza antifascista.

La repubblica che ogni persona accoglie, rispetta, sostiene, conforta.

La repubblica che e' ancora ai primi passi.

*

8. La repubblica non ha il potere di abolire le sofferenze umane. Ma puo' enormemente ridurle.

Non solo destino biologico di sofferenza e morte e' un essere umano, ma anche possibilita' di una vita degna.

Una repubblica molto puo' fare per diminuire le sofferenze delle persone dalla natura o dal caso causate.

E moltissimo puo' fare per ridurre - ed infine abolire - le sofferenze delle persone causate dall'umana violenza.

Repubblica e' democrazia (letteralmente: "il potere del popolo"), o non e' nulla.

E il potere del popolo e' potere e dovere di recare aiuto ad ogni persona, o non e' nulla.

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9. Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria, la politica della repubblica umana.

La politica che si oppone a tutte le violenze.

La politica che si oppone a tutte le menzogne.

La politica dell'umanita' che salva le vite e si prende cura dell'intero mondo vivente.

Chiamiamo nonviolenza la lotta che tutte le oppresse e gli oppressi libera, che a tutte le sofferenti ed i sofferenti reca soccorso, che del mondo vivente tutto si prende cura.

Chiamiamo nonviolenza la civilta' umana in cammino.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

6. LA SOLUZIONE

 

La soluzione per far cessare immediatamente la strage nel Mediterraneo e' semplice e chiara: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di ingresso in Italia.

Garantendo l'ingresso legale e sicuro per tutte le persone nessuno morirebbe piu' nel viaggio, e le mafie dei trafficanti sarebbero annientate.

 

7. QUEL CHE VORREMMO LEGGERE NEI PROGRAMMI AMMINISTRATIVI DELLE LISTE DI SINISTRA ALLE ELEZIONI COMUNALI

 

L'impegno ad accogliere ed assistere adeguatamente nel proprio territorio gli immigrati in fuga dalla fame e dalle guerre.

*

L'impegno ad istituire, ove gia' non vi siano, i consiglieri comunali stranieri aggiunti, ed a premere su governo e parlamento affinche' al piu' presto si riconosca il pieno diritto di voto per tutte le persone che vivono in Italia.

*

L'impegno ad iniziative concrete e coerenti contro la guerra, contro il razzismo, contro il maschilismo. E sono ambiti in cui molto, moltissimo possono fare i Comuni.

 

8. DUE GIUGNO

 

Abolire gli eserciti e le armi.

Cessare di uccidere.

Salvare le vite.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

9. ACCOGLIERE TUTTI

 

E' esattamente quello che occorre fare.

 

10. DIRITTO DI VOTO PER TUTTI

 

E' esattamente quello che occorre fare.

 

11. ALCUNE COSE CHE NON ABBIAMO DIMENTICATO

 

L'eguaglianza di diritti di ogni essere umano.

Il dovere di salvare le vite.

*

Che la guerra e' un crimine contro l'umanita'.

Che tutte le armi e tutti gli eserciti sono assassini.

 

12. FERNANDO TRISCOFFI: DALLE OPINIONI DI UN PERDIGIORNO

 

Credo nell'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani.

Credo che la civilta' cominci col proteggere l'indifeso, accogliere lo straniero, salvare le vite.

Credo che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Credo che ogni essere umano ha il dovere di prendersi cura della vita del mondo.

E dunque credo che occorre abolire la guerra, gli eserciti, le armi.

E dunque credo che occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani bisognosi di aiuto.

E dunque credo che occorre opporsi ad ogni oppressione, ad ogni menzogna, ad ogni violenza.

Tu devi resistere al fascismo.

*

Abolire la guerra e tutte le uccisioni.

Abolire il razzismo e tutte le persecuzioni.

Abolire il maschilismo e tutte le oppressioni.

Difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Difendere quest'unico mondo vivente di cui siamo parte e custodi.

Condividere ogni bene.

*

Alla scuola di Rosa Luxemburg, di Simone Weil, di Hannah Arendt.

Alla scuola di Luce Fabbri, di Franca Ongaro Basaglia, di Wangari Maathai.

Alla scuola di Laura Conti, di Germaine Tillion, di Bianca Guidetti Serra.

*

Chiamo tutto cio': le antiche virtu' repubblicane.

Chiamo tutto cio': nonviolenza in cammino.

Chiamo tutto cio': comunismo libertario.

 

13. TUTTI

 

Soccorrere tutti.

Accogliere tutti.

Assistere tutti.

*

Salvare le vite.

 

14. EMPIA UN'ESIBIZIONE

 

Non occorrono molte parole.

Nessuno ignora che la guerra e' nemica dell'umanita'.

Chiunque sa che uccidere e' un crimine.

Una repubblica di esseri umani ripudia la guerra.

Una repubblica di esseri umani abolisce gli eserciti e le armi.

 

15. LI POTREMMO SALVARE TUTTI

 

Li potremmo salvare tutti, i migranti che in fuga da fame e guerre, dalle nostre rapine e dalle nostre armi, cercano di giungere in Europa.

Ma chi ci governa preferisce farli morire in mare, preferisce gettarli nelle fauci delle mafie dei trafficanti.

Salvarli tutti e' la cosa piu' facile del mondo: basterebbe riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto (che tutti gli europei hanno gia') di muoversi liberamente su quest'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera, e quindi consentire a tutti di giungere qui in modo legale e sicuro, usando gli ordinari mezzi di trasporto legali e sicuri.

Nessuno morirebbe piu' nel Mediterraneo. Nessuno finirebbe piu' nelle grinfie delle mafie schiaviste e assassine. Nessuno piu' subirebbe violenze inenarrabili.

*

Tutta la retorica del mondo non puo' occultare questo semplice fatto: che potremmo salvare innumerevoli esseri umani semplicemente riconoscendo loro il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Quei governanti che menano vanto di salvarne alcuni, sono gli stessi governanti che ne fanno morire innumerevoli altri negando loro il diritto a giungere qui, e che tutti costringono a subire terribili sofferenze.

Una volta di piu', una volta per tutte, si dimostra che l'unica politica decente e' quella che riconosce a tutti gli esseri umani gli stessi diritti fondamentali. Nella Costituzione del nostro paese e' scritto a chiare lettere: ma ne' il governo, ne' il parlamento, ne' il capo dello stato sono fedeli a questa politica; preferiscono un'altra politica: che provoca la morte di innumerevoli esseri umani innocenti.

*

Riconoscere a tutti il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Salvare tutte le vite.

Il primo dovere.

 

16. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

 

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

17. PER CHI VOTIAMO

 

Per Rosa Luxemburg.

Per Virginia Woolf.

Per Hannah Arendt.

Per Luce Fabbri.

 

18. BISOGNEREBBE

 

Bisognerebbe ogni giorno aver fatto qualcosa contro la guerra e tutte le uccisioni.

Bisognerebbe ogni giorno aver fatto qualcosa contro il razzismo e tutte le persecuzioni.

Bisognerebbe ogni giorno aver fatto qualcosa contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

O almeno averlo detto, che il primo dovere e' salvare le vite.

 

19. VEDO

 

Vedo che l'Italia produce armi che le dittature e gli stragisti usano.

Produrre armi e' gia' essere complici di stragi e dittatori.

Produrre armi e' gia' uccidere gli esseri umani.

*

Vedo che l'Italia contribuisce a far morire innumerevoli esseri umani negando loro il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Ogni persona che muore nel Mediterraneo e' lo stato italiano che l'ha uccisa.

Di questo massacro siamo noi i responsabili.

*

Vedo che l'Italia mantiene in vigore infami misure razziste che riducono innumerevoli esseri umani alla merce' degli schiavisti.

Il razzismo e la schiavitu': crimini contro l'umanita'.

Il razzismo e la schiavitu': e questo paese che diventa nazista.

*

Vedo queste cose e mi dico ogni giorno: le stai contrastando?

Le stai contrastando?

Le stai contrastando?

 

20. E' IN CORSO UNA STRAGE

 

E' in corso una strage nel Mediterraneo.

Potremmo farla cessare immediatamente con una semplice legge di tredici parole: "Ogni persona ha diritto di entrare in Italia in modo legale e sicuro".

 

21. NEL REFERENDUM DI OTTOBRE VOTIAMO NO AL GOLPE BIANCO

 

Nel referendum di ottobre votiamo no al golpe bianco, votiamo no allo stravolgimento della Costituzione, votiamo no alla deriva autoritaria; difendiamo la democrazia, difendiamo l'ordinamento repubblicano nato dalla resistenza antifascista.

 

22. UNA CAMPAGNA ANTINAZISTA

 

Due cose innanzitutto occorre fare per contrastare il nazismo oggi qui.

1. Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

2. Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

23. PER INVERARE LA COSTITUZIONE

 

Due cose innanzitutto occorre fare per inverare la Costituzione della Repubblica italiana.

1. Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

2. Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

24. DAL PUNTO DI VISTA DELL'UMANITA'

 

Due cose innanzitutto occorre fare oggi qui dal punto di vista dell'umanita'.

1. Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

2. Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

25. DA DOVE COMINCIARE

 

Da dove cominciare per fermare la deriva antidemocratica in corso nel nostro paese?

Da due provvedimenti indispensabili.

1. Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

2. Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

26. PINA MAISANO GRASSI

 

E' deceduta Pina Maisano Grassi. Resistente, libertaria.

Con gratitudine la ricordiamo. La lotta continua.

 

27. ANCORA

 

Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni.

Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni.

Opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Difendere la vita, la dignita' e i diritti di ogni persona.

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Difendere il mondo vivente.

Non lasciarsi pietrificare dall'orrore.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

28. IL PARLAMENTO SI APPRESTA...

 

Il Parlamento italiano si appresta a votare il finanziamento della prosecuzione di tutte le cosiddette "missioni di pace", ovvero degli interventi militari in corso nei vari scenari di guerra.

Fiumi di pubblico denaro alla macchina bellica e all'industria armiera.

Montagne di soldi di tutti destinate ad alimentare la fabbrica della morte.

"L'Italia ripudia la guerra", e' scritto nella Costituzione della Repubblica: quante persone di quelle che nel Parlamento siedono se ne ricorderanno?

"L'Italia ripudia la guerra", e' scritto nella Costituzione della Repubblica: chiunque capisce che per abolire la guerra occorre abolire gli eserciti e le armi.

"L'Italia ripudia la guerra", e' scritto nella Costituzione della Repubblica: salvare le vite e' il primo dovere; solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

29. PER MARIO ONOFRI, APPROSSIMANDOSI IL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

 

Il 13 giugno 2015 cessava di vivere Mario Onofri, artista e ricercatore, militante nonviolento per la pace, i diritti umani, la difesa dell'ambiente e della civilta'.

Era un uomo buono, mite, gentile, di garbo levissimo e finissima ironia, di profondi elevati pensieri, di immensa generosita'.

Intellettuale dai molti interessi e di molte esperienze, infaticabile viaggiatore e natura contemplativa, acutamente consapevole della fragilita' di ogni persona e della volatilita' di ogni esistenza - e per questo vieppiu' soccorrevole e accudente -, attivista costantemente impegnato per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano, per la liberazione delle oppresse e degli oppressi, per l'amoroso rispetto del mondo vivente tutto.

Ne ricordiamo le qualita' di artista visivo, di antropologo del presente, di testimone del tempo e dei luoghi, delle relazioni e dei mutamenti, dei movimenti collettivi e delle esperienze culturali che con intensa partecipazione visse e documento'; lo ricordiamo fedele alle amicizie fino all'abnegazione, tenero e luminoso confortatore nelle distrette, saggio gioioso e meditabondo nel convivio; lo ricordiamo compagno di lotte e di ragionamenti necessari, strenuo ricercatore della verita', la verita' che libera, la verita' che ama, la verita' che e' prendersi cura delle altre persone e del mondo vivente, compassione operosa e universale fraternita'.

A chi ha avuto il privilegio grande di essergli stato amico lascia un tesoro di ricordi iridescenti, e un'esortazione a perseverare nell'impegno per la liberazione di ogni essere umano, affinche' tutti possano godere di una condivisa felicita', in una solidarieta' che ripudia e contrasta e sconfigge ogni violenza, e l'intero mondo vivente abbraccia in un rivolgimento amoroso che e' insieme comprensione di se' e del tutto.

Lascia anche un'opera vasta e preziosa, in massima misura tuttora dispersa e inedita, un regesto di immagini salvate dalla fuga del tempo il cui pregio artistico e documentario - ed ermeneutico, e morale quindi - e' cospicuo, e che occorre dunque finalmente raccogliere, pubblicare e valorizzare a beneficio dei presenti e dei venturi, dono estremo di un uomo giusto all'umanita'.

*

Una breve notizia su Mario Onofri

Mario Onofri e' deceduto a Viterbo, la sua citta', il 13 giugno 2015, aveva 64 anni. Era un uomo dolce e mite, sapiente e generoso. Fotografo, artista, viandante e ricercatore, studioso e testimone, militante per i diritti umani, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto alle persone sofferenti, alle persone oppresse. E' stato uno dei migliori compagni di lotte di quanti a Viterbo si sono battuti e ogni giorno si battono contro i poteri criminali e contro il regime della corruzione, contro la devastazione della natura e della cultura, contro la guerra e contro la violenza, contro il razzismo e contro il maschilismo, contro lo sfruttamento e l'oppressione; per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; per la liberazione dell'umanita' intera; in difesa di quest'unico mondo vivente. Anche grazie all'azione di Mario Onofri la nonviolenza e' in cammino. All'indomani della sua scomparsa scrissero di lui alcuni degli amici e compagni di lotte che piu' gli furono vicini: "Grande artista, fotografo e visionario, dagli anni '60-'70 Mario ci ha donato luminose visioni di persone e luoghi con i suoi scatti - di grande perizia tecnica - intrisi di bellezza e malinconia, dolcezza e saggezza, espressione di un cuore e di un occhio sapientemente sensibili e sempre alla ricerca di quei caratteri e paesaggi autentici ed evocativi che sapeva cogliere esprimendo la profonda essenza della vita, dell'umanita', della storia e della natura. Grande viaggiatore, profondo conoscitore dell'India, Mario Onofri lascia un grande patrimonio artistico e documentario, storico ed umano, che - dal bianco e nero al colore - ci permettera' di rivedere, senza mai banalita', la metamorfosi socio-culturale e paesaggistica di Viterbo impressa in cinquant'anni di fotografie. Oltre all'altra sua grande passione, quella dell'India, di questo meraviglioso paese di cui era innamorato e del quale ha magistralmente colto e restituito la poesia, i colori e la magia".

 

30. LE ARMI

 

Le armi: che uccidono le persone.

Le armi: occorre cessare di produrle, di commerciarle, di possederle, di usarle; vietarle occorre, e distruggere quelle che gia' sono nel mondo.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

31. POICHE' LE ARMI UCCIDONO GLI ESSERI UMANI

 

Poiche' le armi uccidono gli esseri umani, sarebbe ora che gli esseri umani abolissero le armi: che se ne proibisse finalmente la produzione, il commercio, la detenzione, l'uso.

Cominciando ove possibile, senza piu' aspettare. E sia l'Italia a dare il buon esempio.

Questo non risolvera' tutti i problemi del mondo, ma almeno salverebbe innumerevoli vite.

 

32. MARIO

 

Un anno fa ci lasciava Mario Onofri, persona buona, amico della nonviolenza, testimone della bellezza del mondo e della dignita' umana.

Con gratitudine che non si estingue lo ricordiamo, dolce maestro di saggezza ed ironia, generoso compagno nelle lotte necessarie.

 

33. DISARMARE SUBITO

 

Le armi servono a uccidere gli esseri umani.

Le armi sono nemiche dell'umanita'

Disarmare subito occorre.

Meno armi, piu' vite salvate.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Cessare di uccidere.

Salvare le vite.

Il primo dovere.

*

Abolire le guerre, gli eserciti, le armi.

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita dalla catastrofe.

 

34. "CONTRO TUTTE LE UCCISIONI". UN INCONTRO DI TESTIMONIANZA A VITERBO

 

Si e' svolto lunedi' 13 giugno 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di testimonianza "Contro tutte le uccisioni: per il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'".

*

L'incontro si e' aperto con un ricordo di Mario Onofri, l'artista visivo ed attivista nonviolento per i diritti umani di cui ricorreva il primo anniversario della scomparsa.

*

Nel corso dell'incontro e' stata ancora una volta espressa l'opposizione alla guerra e a tutte le uccisioni; l'opposizione al razzismo e a tutte le persecuzioni; l'opposizione al maschilismo e a tutte le oppressioni; ed e' stata ancora una volta confermata la necessita' e l'urgenza dell'impegno nonviolento in difesa dei diritti di tutti gli esseri umani e della biosfera casa comune dell'umanita'.

In particolare e' stato ricordato una volta di piu' che le armi servono a uccidere le persone, e che quindi e' diritto e dovere dell'umanita' proibire la produzione, il commercio, la detenzione e l'uso delle armi.

Nel ricordo di tutte le vittime della violenza, di tutte le vittime del maschilismo, delle mafie, del terrorismo, delle guerre, delle dittature e del razzismo, di tutte le vittime di ogni uccisione e sopraffazione come di ogni omissione di soccorso, e' stata riaffermata la necessita' della scelta della nonviolenza, la piu' nitida e la piu' intransigente forma di lotta contro ogni iniquita', l'unica forma di adeguata ed efficace opposizione ad ogni oppressione, ad ogni violenza, ad ogni cedimento al male.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

*

Nel corso dell'incontro sono stati anche proposti e commentati alcuni testi di Giacomo Leopardi, di Rosa Luxemburg, di Virginia Woolf, di Mohandas Gandhi, di Hannah Arendt, di Primo Levi, di Luce Fabbri, delle madri di Plaza de Mayo, di Eve Ensler, di Vandana Shiva.

*

Al termine dell'incontro sono stati rinnovati alcuni appelli su cui da tempo la struttura nonviolenta viterbese e' impegnata:

- l'appello affinche' il parlamento italiano legiferi il divieto di produrre, commerciare, detenere ed usare armi e l'avvio di una iniziativa di requisizione e distruzione delle armi in circolazione;

- l'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro;

- l'appello affinche' sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese;

- l'appello a sostenere i centri antiviolenza creati dal movimento delle donne, ed in particolare a Viterbo il centro antiviolenza "Erinna";

- l'appello affinche' il governo italiano receda dalla insensata e sciagurata decisione di inviare centinaia di soldati alla diga di Mosul;

- l'appello affinche' il parlamento italiano legiferi che tutti gli operatori delle forze dell'ordine siano formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.

 

35. PRIMA ANTICIPAZIONE DAL RAPPORTO PRELIMINARE DI UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA INDIPENDENTE SUL RECENTE FATTO DI SANGUE AVVENUTO A ***

 

Ci e' stato chiesto d'individuare

i complici e i mandanti dei colpevoli

le cause prossime e quelle remote

e d'indicare strategie possibili

di prevenzione di consimili atti.

 

Ci siamo posti in primis la domanda

del limite da dare alla catena

spettrale delle cause e degli effetti

che reca a regressioni all'infinito.

Ed in secundis posto l'avvertenza

del caso, dell'arbitrio, dell'errore:

tutto e' groviglio, ed assoluto nulla.

In terzo luogo e finalmente abbiamo

posto il principio che ogni convivenza

fonda e giustifica: dell'altrui vita

il riconoscimento ed il rispetto,

l'accettazione dell'altrui presenza,

l'obbligazione a darsi vicendevole

sostegno nel dolore che e' comune.

 

Abbiamo constatato le evidenze

seguenti: la presenza delle armi;

la convinzione che la vita altrui

valesse meno della propria; infine

l'ordine dato da fonte autorevole

a uccidere, a uccidere, a uccidere.

 

Questi i consigli che possiamo dare:

l'abolizione delle armi e' il primo;

il secondo consiglio e' di educare

ogni persona alla piena coscienza

che ogni vita vale e va protetta;

il terzo e' che qualunque tradizione,

qualunque ordinamento, ogni potere

che ordina di uccidere, per questo

semplice fatto che ordina di uccidere

non merita ne' ascolto ne' rispetto,

e occorre contrastarlo ed abolirlo.

 

36. AUT AUT

 

O il disarmo, o la catastrofe.

O la nonviolenza, o la catastrofe.

O il riconoscimento dell'umanita' di tutti gli esseri umani, o la catastrofe.

*

Salvare le vite e' il primo dovere.

Cessare di uccidere.

Abolire le armi.

 

37. "RESISTENZA ALL'INUMANO. UNA RIFLESSIONE A PARTIRE DALL'OPERA DI BEPPE FENOGLIO". UN INCONTRO A VITERBO

 

Si e' svolto nel pomeriggio di venerdi' 17 giugno 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su "Resistenza all'inumano. Una riflessione a partire dall'opera di Beppe Fenoglio, partigiano e scrittore".

Nel corso dell'incontro sono state analizzate le opere principali del grande scrittore, leggendo e commentando alcuni brani da racconti e romanzi. Nel corso dell'incontro l'opera di Fenoglio e' stata anche messa in relazione con quella di altri scrittori che presero parte alla Resistenza e ne testimoniarono nei loro libri.

L'incontro si e' concluso riaffermando la necessita' oggi di contrastare la barbarie totalitaria e il sistema di dominazione schiavista ed ecocida; la necessita' di opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, di opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, di opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni; la necessita' di difendere il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita' e alla solidarieta', di difendere dalla devastazione e dalla distruzione quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'; la necessita' di contrastare la violenza con la lotta nonviolenta, la nonviolenza essendo l'antifascismo concreto e coerente autocosciente e adeguato alla drammatica situazione presente dell'umanita'.

Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso un appello al Parlamento italiano affinche' siano legiferati due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: "1) Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro. 2) Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese".

 

38. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Davide Maffi (a cura di), Guerra dei Sette anni, Rcs, Milano 2016, pp. 168, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

*

Riletture

- Raymond Boudon, Strutturalismo e scienze umane, Einaudi, Torino 1970, 1979, pp. 232.

*

Riedizioni

- David Herbert Lawrence, Tre racconti, Passigli, Bagno a Ripoli (Fi) 2003, Il sole 24 ore, Milano 2016, pp. 80, euro 0,50 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").

 

39. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

40. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2460 del 3 settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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