[Nonviolenza] Telegrammi. 2361



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2361 del 27 maggio 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Questo

2. Severino Vardacampi: La solita opinione sulle elezioni amministrative

3. "Il reportage tra giornalismo e letteratura". Un incontro di studio a Viterbo

4. Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre

5. Hic et nunc, quid agendum

6. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

7. Nel referendum di ottobre votiamo no al golpe bianco

8. Francesco Ciafaloni: Per Renato Solmi

9. Segnalazioni librarie

10. La "Carta" del Movimento Nonviolento

11. Per saperne di piu'

 

1. LE ULTIME COSE. QUESTO

 

Questo tengo per fermo.

Che vi e' una sola umanita'.

Che tutti gli esseri umani sono eguali in diritti.

Che ogni essere umano ha diritto a fare quanto in suo potere per salvare la propria vita.

Che ogni essere umano ha il dovere di fare quanto in suo potere per salvare le vite altrui.

*

Soccorrere, accogliere, assistere tutti.

Cessare di uccidere.

Salvare le vite.

 

2. EDITORIALE. SEVERINO VARDACAMPI: LA SOLITA OPINIONE SULLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE

 

Alle elezioni amministrative di giugno occorre come sempre votare a sinistra, ovunque vi siano liste di sinistra decenti.

*

Non sono di sinistra, e non sono decenti, le liste e le organizzazioni create intorno e al seguito di un capo.

Non sono di sinistra, e non sono decenti, le liste e le organizzazioni del "tanto peggio, tanto meglio".

Non sono di sinistra, e non sono decenti, le liste e le organizzazioni che non si battono contro lo sfruttamento.

Non sono di sinistra, e non sono decenti, le liste e le organizzazioni che non si battono contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Non sono di sinistra, e non sono decenti, le liste e le organizzazioni che non si battono per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani e per la difesa della biosfera.

*

Dove vi siano liste di sinistra decenti ad esse va il nostro voto.

*

Non manchera' neanche questa volta chi ci chiedera' cosa sia la sinistra: e' la teoria e la prassi politica che ha come suo fondamento la convinzione che ogni essere umano sia uguale in diritti ad ogni altro essere umano; e' il movimento storico delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita' da tutte le menzogne e le oppressioni.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

 

3. INCONTRI. "IL REPORTAGE TRA GIORNALISMO E LETTERATURA". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di giovedi' 26 maggio 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema "Il reportage tra giornalismo e letteratura. Un caso di studio".

All'incontro ha preso parte Paolo Arena.

*

Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato tre cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it

 

4. REPETITA IUVANT. CONTRO TUTTI I TERRORISMI, CONTRO TUTTE LE GUERRE

 

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni uccisione e' un crimine.

Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage.

Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.

A tutti i terrorismi occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La guerra e' il terrorismo portato all'estremo.

Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.

La guerra e' un crimine contro l'umanita'.

Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.

Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.

A tutte le guerre occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.

La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.

Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.

Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli.

Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La violenza assassina si contrasta salvando le vite.

La pace si costruisce abolendo la guerra.

La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.

La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Cominci l'Italia.

Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.

Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.

Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.

Cominci l'Italia cessando di produrre  armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.

Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.

Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.

Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i 72 milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.

Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni vittima ha il voto di Abele.

Alla barbarie occorre opporre la civilta'.

Alla violenza occorre opporre il diritto.

Alla distruzione occorre opporre la convivenza.

Al male occorre opporre il bene.

Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

5. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM

 

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

6. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

7. IN BREVE. NEL REFERENDUM DI OTTOBRE VOTIAMO NO AL GOLPE BIANCO

 

Nel referendum di ottobre votiamo no al golpe bianco, votiamo no allo stravolgimento della Costituzione, votiamo no alla deriva autoritaria; difendiamo la democrazia, difendiamo l'ordinamento repubblicano nato dalla resistenza antifascista.

 

8. MAESTRI. FRANCESCO CIAFALONI: PER RENATO SOLMI

[Dal sito www.ospiteingrato.unisi.it riprendiamo il seguente intervento, cosi' presentato in una breve premessa: "Sabato 2 aprile 2016 al Centro Studi Sereno Regis di Torino ha avuto luogo una serata per ricordare Renato Solmi. Sono intervenuti Tommaso Munari, Simone Scala con ampie e approfondite relazioni sul pensiero e il lavoro editoriale di Solmi, a cui hanno fatto seguito testimonianze di Francesco Ciafaloni, Giovanni Ramella, Cesare Pianciola, Enrico Peyretti. Hanno introdotto Enzo Ferrara e Massimo Cappitti, organizzatori della serata; Luca Baranelli ha dato inizio ai lavori con un breve e intenso saluto. Ringraziamo Francesco Ciafaloni, collaboratore del Centro Fortini, per aver fornito all'Ospite ingrato il testo del suo intervento, che ha messo lucidamente a fuoco l'eredita' dello straordinario lavoro intellettuale di Renato Solmi".

Francesco Ciafaloni, nato nel 1937 in Abruzzo, ha lavorato per l'Eni come ingegnere fino al 1966, poi presso Boringhieri. Dal 1970 alla crisi del 1983 e' stato redattore della Einaudi. Si e' poi occupato di lavoro e di immigrati. E' stato presidente del Comitato "Oltre il razzismo". Ha collaborato negli anni con riviste come "Quaderni piacentini", "Linea d'ombra", "Lo straniero", "Una citta'". Tra le opere di Francesco Ciafaloni: I diritti degli altri, Minimum Fax, 1998; Il destino della classe operaia, Edizioni dell'Asino, 2012; con Luca Baranelli, Una stanza all'Einaudi, Quodlibet, Macerata 2013.

Renato Solmi e' stato tra i pilastri della casa editrice Einaudi, ha introdotto in Italia opere fondamentali della scuola di Francoforte e del pensiero critico contemporaneo, e' uno dei maestri autentici e profondi di generazioni di persone impegnate per la democrazia e la dignita' umana, che attraverso i suoi scritti e le sue traduzioni hanno costruito tanta parte della propria strumentazione intellettuale; impegnato nel Movimento Nonviolento del Piemonte e della Valle d'Aosta, e' deceduto il 25 marzo 2015. Dal risvolto di copertina del recente volume in cui sono raccolti taluni dei frutti mggiori del suo magistero riprendiamo la seguente scheda: "Renato Solmi (Aosta 1927) ha studiato a Milano, dove si e' laureato in storia greca con una tesi su Platone in Sicilia. Dopo aver trascorso un anno a Napoli presso l'Istituto italiano per gli studi storici di Benedetto Croce, ha lavorato dal 1951 al 1963 nella redazione della casa editrice Einaudi. A meta' degli anni '50 ha passato un periodo di studio a Francoforte per seguire i corsi e l'insegnamento di Theodor W. Adorno, da lui per primo introdotto e tradotto in Italia. Dopo l'allontanamento dall'Einaudi, ha insegnato per circa trent'anni storia e filosofia nei licei di Torino e di Aosta. E' impegnato da tempo, sul piano teorico, e da un decennio anche su quello della militanza attiva, nei movimenti nonviolenti e pacifisti torinesi e nazionali. Ha collaborato a numerosi periodici culturali e politici ("Il pensiero critico", "Paideia", "Lo Spettatore italiano", "Il Mulino", "Notiziario Einaudi", "Nuovi Argomenti", "Passato e presente", "Quaderni rossi", "Quaderni piacentini", "Il manifesto", "L'Indice dei libri del mese" e altri). Fra le sue traduzioni - oltre a quelle di Adorno, Benjamin, Brecht (L'abici' della guerra, Einaudi, Torino 1975) e Marcuse (Il "romanzo dell'artista" nella letteratura tedesca, ivi, 1985), che sono in realta' edizioni di riferimento - si segnalano: Gyorgy Lukacs, Il significato attuale del realismo critico (ivi, 1957) e Il giovane Hegel e i problemi della societa' capitalistica (ivi, 1960); Guenther Anders, Essere o non essere (ivi, 1961) e La coscienza al bando (ivi, 1962); Max Horkheimer e Th. W. Adorno, Dialettica dell'illuminismo (ivi, 1966 e 1980); Seymour Melman, Capitalismo militare (ivi, 1972); Paul A. Baran, Saggi marxisti (ivi, 1976); Leo Spitzer, Lettere di prigionieri di guerra italiani 1915-1918 (Boringhieri, Torino 1976)". Opere di Renato Solmi: segnaliamo particolarmente la sua recente straordinaria Autobiografia documentaria. Scritti 1950-2004, Quodlibet, Macerata 2007]

 

Cerchero' di seguire l'esempio di Luca Baranelli: non commemorare ma proporre ricerche e attivita' di informazione e comunicazione.

Non parlero' delle opere del "giovane filosofo" che, in parte, ho scoperto solo leggendo i suoi interventi su "Discussioni" ripubblicati nella Autobiografia documentaria. Di quelle opere si sono occupate molto bene le due relazioni. Renato e' morto l'anno scorso, non 60 anni fa. Dopo l'autore assertivo, sicuro di se', il traduttore e prefatore, e' venuto il redattore, il consulente gratuito, il professore di scuola secondaria. E' venuto il Renato del dovere e del dolore, quello che abbiamo conosciuto noi. Anche del Renato giovane si puo' conoscere meglio l'ambiente.

Si tratta di capire meglio chi siano stati Renato Solmi e i suoi amici e collaboratori a Milano e Torino: il gruppo di giovani milanesi di cui Renato ha fatto parte (Michele Ranchetti, Delfino Insolera, Lorenzo Milani, Luciano Amodio); il gruppo di torinesi e circonvicini, redattori ed autori Einaudi; redattori ed autori dei "Quaderni piacentini"; redattori ed autori dei "Quaderni rossi"; traduttori; riviste ed autori inglesi, francesi, americani; di cui Renato ha fatto parte. Dei milanesi so quello che raccontava Michele Ranchetti (autore di un bell'intervento sul giovane Solmi reperibile in rete) di cui sono stato amico da quando l'ho conosciuto nel 1966, come consulente di Boringhieri, fino alla morte, che nel suo caso e per sua fortuna e' stata rapida ed improvvisa. (Usava dire che cio' che fa paura non e' la morte ma il morente. Suo fratello era stato morente a lungo e con dolore). Certo non erano persone in cerca di carriera, ne' aziendale ne' personale, anche se Insolera ha avuto una carriera editoriale importante e fertile di idee e risultati. Per loro, come e' necessario che sia, contavano i fini, non i passi avanti nella scala sociale. Si puo' dire che erano in condizione di permetterselo; che venivano da famiglie colte; che Ranchetti aveva casa in uno dei posti piu' belli del mondo (ancora adesso l'indirizzo di Verbarium, la serie di cui fa parte l'Autobiografia documentaria, e' in via di Giramonte, dietro piazzale Michelangelo); che Milano nel primo dopoguerra era piena di entusiasmi e speranze. Certo loro si sono spesi molto, molto fuori dei binari prefissati.

Ho conosciuto meglio il gruppo e l'ambiente di Torino, che mi ha accolto con generosita' e amicizia nel '66. Anche qui non contavano le aziende. I confini erano molto permeabili. Le idee, i fini, condivisi, contavano piu' dei risultati personali, ed anche dei risultati nel senso di realizzazioni.

Era difficile distinguere cio' che si faceva per la Einaudi, cio' che si faceva per i "Quaderni rossi", cio' che si faceva per i "Quaderni piacentini". Dei confini non ci importava gran che. Fa parte dei meriti, che c'erano, di Giulio Einaudi, che non importava gran che neppure a lui. C'erano figure ponte; collaboratori della Einaudi e di Renato, che non si possono dimenticare.

L'ambiente era intrecciato, con partecipazioni operaie, collaborazioni stabili con i valdesi, con gli insegnanti, con gli studenti, come si scopre anche dagli scritti di Renato. Va ricordato perche' piu' importante degli altri Sandro Sarti, traduttore, studioso, religioso, che collaboro' intensamente con Renato nella cura di testi americani e nella informazione sulla Nuova sinistra, il pacifismo, la resistenza dei soldati americani soprattutto durante la guerra del Vietnam. Fare ricerche sull'ambiente di Renato non dovrebbe rispondere al bisogno di guardarsi l'ombelico ma alla domanda sulle motivazioni e le risorse che tengono insieme gruppi sostanzialmente volontari dotati di capacita', anche insolite (non si incontrano tutti i giorni un filosofo di vaglia come Renato o un traduttore, militante politico, viaggiatore come Sandro) ma con poche risorse e fini molto alti.

Un ponte tra i temi di possibili ricerche e l'esempio da seguire, una traccia su quello che potremmo o dovremmo fare oggi, sono gli scritti di Renato (e le traduzioni di Sandro) sulla Nuova sinistra americana che sono il nucleo maggiore di scritti della maturita' e che certo hanno svolto un ruolo nell'informazione di noi tutti, anche della mia, che all'epoca facevo l'ingegnere negli Stati Uniti e poi a Milano e non leggevo i "Quaderni piacentini". Si tratta di lavori accurati, rigorosi, ben scritti, senza fronzoli ne' retorica; lavori compilativi, in sostanza rassegne, traduzioni di articoli, capitoli di libri, recensioni, che pero' danno un quadro generale comprensibile, comunicante con le convinzioni di chi andava e tornava dagli Stati Uniti, con i nomi e le date che sono entrate a far parte dei classici letterari e cinematografici e della storia di quegli anni.

Non possiamo dire di star facendo un lavoro analogo per le aree di crisi che ci circondano. Molto si fa. Ma bisognerebbe fare di piu'. Gli ambienti intrecciati che si sono formati negli anni scorsi mi sembrano in difficolta' per la crisi economica e l'esaurirsi di molte associazioni.

Le speranze sono poche, ma, come diceva Guglielmo d'Orange, "Non c'e' bisogno di sperare per intraprendere ne' di successo per perseverare".

Francesca Spano, militante valdese, "ebrea, cristiana, comunista", che salutava dicendo "Shalom!", in memoria di Sandro Sarti ha scritto: "Parlare di Sandro ha per noi il senso di attribuire valore alle 'cose che non sono', a quelle cose, come la sua vita, le sue scelte, il suo impegno che, per il fatto di non aver vinto o di 'non avere avuto successo', appaiono non essere".

Al di la' dei costumi, del modo di vestire, dell'origine sociale, del rapporto con le bevande (Renato non beveva caffe', perche' e' un eccitante; Sandro aveva inventato e trasmesso a Vittorio Rieser il "caffe' corretto alla fonte", col rum messo nell'acqua e un velo di zucchero sul caffe'), al di la' dei costumi, dicevo, la stessa cosa si puo' dire di Renato: l'importanza delle "cose che non sono", dei fini, giusti, non raggiunti, lasciati a noi da raggiungere, e che sono la sua eredita' piu' preziosa.

 

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Jinan (con Thierry Oberle'), Schiava dell'Isis, Garzanti-Rcs, Milano 2016, pp. 180, euro 12,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

*

Riletture

- La Bruyere, I caratteri, Utet, Torino 1984, Tea - Editori Associati, Milano 1988, pp. XX + 444.

- La Bruyere, Les caracteres, Garnier Flammarion, Paris 1965, 1989, pp. 446.

 

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

11. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2361 del 27 maggio 2016

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