[Nonviolenza] Telegrammi. 2257
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 2257
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- Date: Fri, 12 Feb 2016 21:32:51 +0100 (CET)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2257 del 13 febbraio 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Il colpo di grazia
2. Le donne insorgono e danzano a Viterbo in piazza San Lorenzo il 14 febbraio alle ore 15
3. Centro antiviolenza "Erinna": "Agisci, balla, ribellati", One Billion Rising 2016 il 14 febbraio a Viterbo
4. Verso il 14 febbraio: One Billion Rising Revolution 2016
5. Verso il 14 febbraio: come aderire alla campagna One Billion Rising 2016
6. Verso il 14 febbraio: come documentare la vostra rivoluzione
7. Verso il 14 febbraio: abbiamo bisogno del vostro aiuto
8. Verso il 14 febbraio: riferimenti utili
9. Franco Restaino presenta le "Tre ghinee" di Virginia Woolf
10. Il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"
11. Segnalazioni librarie
12. La "Carta" del Movimento Nonviolento
13. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. PEPPE SINI: IL COLPO DI GRAZIA
L'organizzazione terrorista e stragista della Nato (dei cui massacri, dalla Jugoslavia alla Libia, innumerevoli sono le vittime) annuncia che interverra' con navi da guerra ed altri strumenti bellici nel mare Egeo, formalmente contro i trafficanti, ed in realta' per contribuire a respingere i migranti che cercano di giungere in Europa per salvare la propria vita dalle guerre e dai regimi mafiosi, terroristi e schiavisti creati e sostenuti dai governi razzisti, rapinatori e stragisti di cui la Nato e' braccio armato.
Il segretario generale della Nato ha usato un linguaggio contorto ed ipocrita, palesemente menzognero, ma il segretario alla Difesa americano (e gli Usa sono i sovrani assoluti della Nato) ha detto chiaro e tondo che "i migranti salvati saranno riportati sulle coste della Turchia".
*
La Nato, che con la fine dell'Unione Sovietica e del Patto di Varsavia ha perduto la sua originaria dichiarata funzione ed e' divenuta sempre piu' lo strumento militare della politica di dominazione globale dell'impero statunitense e dei suoi famuli, prosegue cosi' la sua guerra contro i popoli oppressi.
A chi e' riuscito a stento a sfuggire alle guerre e al terrore gli scellerati poteri che pretendono presiedere ai destini del mondo intendono dare il colpo di grazia impedendogli di giungere in un luogo sicuro in cui vivere liberamente in pace.
Tutto cio' e' abominevole.
Diciamo allora ancora una volta tre elementari verita'.
*
La prima, che tutti gli esseri umani hanno diritto a fuggire dalla guerra e dalla fame, dal terrore e dalla schiavitu', e che tutti i popoli e i paesi civili hanno il dovere di soccorrerli, accoglierli, assisterli; non esisterebbe la mafia dei trafficanti se i paesi europei riconoscessero il fondamentale diritto umano a salvare la propria vita e consentissero a chi e' in fuga dalla morte di giungere in modo legale e sicuro dove la sua vita non sarebbe piu' in pericolo. E per essere chiari: la distanza tra Turchia e Grecia consiste di un braccio di mare di pochi chilometri; per salvare gli innocenti che oggi muoiono nei naufragi basterebbe che l'Unione Europea fornisse un servizio di traghetto (o un banale ponte di barche percorribile a piedi in un'ora o due) e nessuno piu' morirebbe.
*
La seconda, che le migrazioni cesseranno quando cessera' la rapina e la devastazione di interi continenti da parte dei poteri dominanti, quando cesseranno le guerre e le dittature, quando in ogni luogo del mondo ad ogni essere umano sara' riconosciuto il diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta'. Finche' in tanta parte del mondo gli scellerati imperatori globali e locali imporranno esistenze infere e tragiche morti a innumerevoli innocenti, e' diritto e dovere di ogni essere umano salvare la propria vita spostandosi liberamente in cerca di pace e benessere ovunque su quest'unico pianeta che e' casa comune dell'umanita' intera.
*
la terza, che la Nato e' un'organizzazione criminale che occorre sciogliere al piu' presto ed i cui vertici occorre portare dinanzi a un tribunale affinche' rispondano degli abominevoli crimini commessi.
*
Salvare le vite e' il primo dovere.
La guerra e' sempre e solo un crimine contro l'umanita'.
Abolire la Nato - e tutte le organizzazioni militari, terroriste e stragiste - renderebbe il mondo meno scellerato e meno invivibile.
La pace si costruisce con il disarmo e la smilitarizzazione.
Le mafie e il terrorismo si sconfiggono con la democrazia e la legalita' che riconoscono i diritti e salvano le vite.
Solo la nonviolenza si oppone alla violenza.
Solo il bene puo' sconfiggere il male.
2. INIZIATIVE. LE DONNE INSORGONO E DANZANO A VITERBO IN PIAZZA SAN LORENZO IL 14 FEBBRAIO ALLE ORE 15
[Dal centro antiviolenza "Erinna" (per contatti: tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998) riceviamo e diffondiamo la seguente locandina]
Agisci, danza, ribellati
14 febbraio 2016
One Billion Rising
Le donne insorgono e danzano a Viterbo in piazza San Lorenzo (piazza del Duomo), davanti al Palazzo dei Papi.
Raggiungeteci alle ore 15.
3. INIZIATIVE. CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA": "AGISCI, BALLA, RIBELLATI", ONE BILLION RISING 2016 IL 14 FEBBRAIO A VITERBO
[Dal centro antiviolenza "Erinna" (per contatti: tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998) riceviamo e diffondiamo]
Ciao a tutte,
One Billion Rising 2016 sta arrivando.
Ci vediamo a Viterbo in piazza del Duomo, davanti al Palazzo dei Papi, domenica 14 febbraio ale ore 15.
Dress code, come tutti gli anni, rosso e nero, e in piu' portate una sciarpa rossa.
Non piovera', ma portate ombrelli rossi e/o neri.
Coraggiose, piene di grazia, numerose...
vi aspettiamo
Associazione Erinna
http://www.onebillionrising.org/events/one-billion-rising-viterbo
Per favore, diffondete a tutte e tutti i vostri contatti e a mezzo social network...
4. INIZIATIVE. VERSO IL 14 FEBBRAIO: ONE BILLION RISING REVOLUTION 2016
[Da Nicoletta Billi e Nicoletta Corradini del Coordinamento One Bilion Rising Italia (per contatti: nico at onebillionrising.org, nicolettabilli at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
Insieme a 200 nazioni nel mondo, in piu' di 90 citta' e paesi in Italia il 14 febbraio 2016 si ballera' di nuovo per dire basta alla violenza contro le donne e le bambine.
Torna per il quarto anno consecutivo "One Billion Rising", la campagna ideata da Eve Ensler che spinge oltre un miliardo di persone a danzare e manifestare la volonta' di cambiamento, scegliendo l'arte, la musica e la poesia come segno di sfida e di celebrazione.
One Billion Rising Revolution e' un movimento globale, una rivoluzione che comincia dal corpo; e' spontaneita' e rumore, energia, ritmo di tamburi, per trasformare il dolore in potere, per affermare che ogni donna ha il diritto di vivere e decidere del proprio corpo e del proprio destino.
Iniziata nel 2013 e diventata da subito la piu' grande manifestazione di massa della storia dell'umanita', One Billion Rising rinnova alle donne e agli uomini di tutto il mondo l'appuntamento per il 14 febbraio 2016, il giorno di San Valentino: non fiori e cioccolatini, quindi, ma ancora una volta la testimonianza dell'impegno e della volonta' profonda di fermare con ogni mezzo culturale, legale e civile la violenza sulle donne e sulle bambine.
One Billion Rising nasce da un'idea della scrittrice statunitense Eve Ensler, fondatrice del movimento V-Day e autrice de I monologhi della vagina, partendo dalla sconvolgente statistica delle Nazioni Unite che stimano che una donna su tre sul pianeta sara' picchiata o stuprata nel corso della vita.
Questo significa un miliardo di donne e bambine.
Dopo l'exploit del 2013, nel 2014 e nel 2015 One Billion Rising ha continuato la sua battaglia con un'adesione crescente a livello globale, aprendo un nuovo dibattito sui diritti, il razzismo, le disuguaglianze economiche e le guerre dichiarate sui corpi delle donne in tutto il mondo.
Il 14 febbraio 2016 sara' il giorno del quarto appuntamento con One Billion Rising e il tema della Rivoluzione, gia' protagonista nel 2015, continua anche quest'anno. In Italia l'attenzione si concentrera' sulle donne che vivono una condizione di paura ed emarginazione come le donne migranti, che costrette ad abbandonare il loro paese per sfuggire a guerre e condizioni di vita inaccettabili, subiscono violenza fisica e psicologica durante i loro lunghi e dolorosi spostamenti.
Ricco e ampio e' l'elenco degli eventi che animeranno questa giornata di festa e di impegno in tutto il territorio nazionale. Cortei, concerti, flash mob, danze, spettacoli, proiezioni e canti si susseguiranno in tutte le regioni italiane, da Trieste a Palermo, da Trento a Sassari da Galatina a Rimini, idealmente unite in un corpo unico, in un'unica voce potente ma gentile, che il 14 febbraio prendera' vita tra le strade del mondo intero.
"One Billion Rising Italia" vede l'adesione e la partecipazione di Differenza Donna, D.I.Re, Emergency, Cgil, Terre des hommes, ArciLesbica e molte altre associazioni e scuole.
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Video One Billion Rising 14 febbraio 2016:
https://youtu.be/HjA80QcwpxQ
Per scaricarlo:
https://www.dropbox.com/s/ncvx95k7e6k5jrg/OBR%20spot%20italiano%202016_B.mp4.zip?dl=0
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Per maggiori informazioni e per aderire alla campagna:
http://www.onebillionrising.org/
https://www.facebook.com/obritalia
http://onebillionrisingitalia.tumblr.com/
https://twitter.com/OBRItalia
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Nicoletta Billi, Nicoletta Corradini, Coordinamento One Billion Rising Italia
Per contatti:
nico at onebillionrising.org, nicolettabilli at gmail.com
#1billionrising #rise4revolution
tel.: 3475320420
skype ni_nico
5. INIZIATIVE. VERSO IL 14 FEBBRAIO: COME ADERIRE ALLA CAMPAGNA ONE BILLION RISING 2016
[Da Nicoletta Billi e Nicoletta Corradini del Coordinamento One Bilion Rising Italia (per contatti: nico at onebillionrising.org, nicolettabilli at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
La danza di One Billion Rising Italia e' cominciata!
In attesa dell'evento del 14 febbraio 2016 in cui tutti insieme nel mondo diremo il nostro no alla violenza, si mette in moto l'organizzazione vera e propria degli eventi che porteranno alla chiamata globale del 14.
Per questo chiediamo alle associazioni e a tutti coloro che vogliono organizzare un evento di seguire alcune semplici indicazioni, per uniformarci tutti e far si' che l'iniziativa One Billion Rising del 14 febbraio sia veramente un "evento comune":
- Iscriviti al sito (link sotto) per organizzare un evento
http://www.onebillionrising.org/sign-up/thank-you-for-signing-up-with-1-billion-rising/
e inoltra queste informazioni ad associazioni in tema con il nostro, singoli cittadini, amministrazioni, ecc, piu' siamo, meglio e'!
- Diffondi i nostri riferimenti, seguici sui social, condividi i contenuti che troverai e invita i tuoi contatti a fare lo stesso, cosi' da diffondere anche li' il nostro messaggio:
Sito ufficiale: http://www.onebillionrising.org/
Facebook: https://www.facebook.com/obritalia
Tumblr: http://onebillionrisingitalia.tumblr.com/
Twitter: @OBRItalia e usa sempre gli hashtag #Rise4Revolution #1billionrising
- Cambia la tua immagine del profilo e la foto di copertina su Facebook, Twitter, Youtube e utilizza i loghi ufficiali che puoi scaricare cliccando sul link qui sotto
https://www.dropbox.com/s/ghjy8uqaaausctq/OBR_ITA.zip?dl=0
- Crea una pagina o un gruppo facebook One Billion Rising della tua citta' per aggiornare, condividere informazioni e notizie con altri gruppi One Billion Rising e con tutte le persone interessate.
- Organizza un flash mob "Break the Chain" durante l'evento del 14 febbraio, seguendo il tutorial ufficiale http://youtu.be/_U5CZfPydVA o creando una nuova coreografia e ricorda che l'evento One Billion Rising puo' essere caratterizzato da performance artistiche o momenti di lettura. Qualsiasi atto e' rivoluzione!
Per le letture, qui di seguito troverai alcuni suggerimenti:
Alcuni testi della fondatrice di One Billion Rising, Eve Ensler:
"L'Ufficio della schiavitu' sessuale"
https://www.facebook.com/notes/726985350769036/
"L'insurrezione"
https://www.facebook.com/notes/420568794744028/
"La mia rivoluzione"
https://www.facebook.com/notes/614106738723565/
"Preghiera di un uomo"
https://www.facebook.com/notes/one-billion-rising-italia/preghiera-di-un-uomo/420567628077478
"Fino a quando"
https://www.facebook.com/notes/one-billion-rising-italia/un-miliardo-di-persone-si-solleveranno-contro-lingiustizia-_-eve-ensler/420562104744697
"E poi saltavamo"
https://www.facebook.com/notes/one-billion-rising-italia/e-poi-saltavamo/420564564744451
Traduzione di "Break the chain" credits Tena Clar- Musiche Tena Clark/Tim Heintz, di M. G. Di Rienzo
https://www.facebook.com/notes/420570218077219/
Se vuoi qui puoi trovare altre idee:
http://www.onebillionrising.org/resources/toolkit/
Attenzione: Essendo il 14 febbraio una domenica, l'evento si puo' organizzare anche nei giorni precedenti 12-13 febbraio, per esempio il sabato nelle scuole e la domenica nelle piazze cittadine.
Per dichiarare l'adesione o ricevere maggiori informazioni puoi inviare un messaggio al seguente indirizzo: nico at onebillionrising.org
Saremo molto contenti di fornirti tutte le indicazioni necessarie.
Grazie!
Ascolta! Agisci! Partecipa! 14 febbraio 2016
Coordinamento Italia One Billion Rising
Nicoletta Billi, Nicoletta Corradini
#1billionrising #rise4revolution
6. INIZIATIVE. VERSO IL 14 FEBBRAIO: COME DOCUMENTARE LA VOSTRA RIVOLUZIONE
[Da Nicoletta Billi e Nicoletta Corradini del Coordinamento One Bilion Rising Italia (per contatti: nico at onebillionrising.org, nicolettabilli at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
Ogni giorno nuovi gruppi e citta' entrano a far parte della grande famiglia One Billion Rising! Grazie a tutti per l'energia e l'entusiasmo.
Anche quest'anno ci saranno iniziative in ogni paese del mondo, e vorremmo che tutti potessero assistere a questa azione globale straordinaria.
Documentate i vostri eventi e condividete foto e video sui social, qui sotto trovate tutte le indicazioni! #rise4revolution #1billionrising
http://onebillionrisingitalia.tumblr.com/post/138979765321/fate-conoscere-la-vostra-rivoluzione-condividete
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Fate conoscere la vostra rivoluzione
Condividete, documentate, riprendete e trasmettete in streaming i vostri eventi!
Negli ultimi anni sono tante le iniziative che hanno avuto luogo, in centinaia di citta', praticamente in ogni paese del mondo. Abbiamo fatto la storia. Anche quest'anno metteremo in atto la nostra rivoluzione e vogliamo che il mondo possa assistere a questa azione globale straordinaria.
Qui vi diciamo come fare!
Vi preghiamo di documentare il piu' possibile il vostro evento. Siamo soprattutto interessati alle foto e ai video che, il giorno della manifestazione, vi chiediamo di condividere con il pubblico di tutto il mondo!
Prima e durante gli eventi vi chiediamo di postare sui social network che utilizzate (Twitter, Instagram, YouTube, Vine, Facebook, o Soundcloud) utilizzando gli hashtag ufficiali (#rise4revolution #1billionrising) cosi' che potremo individuare i vostri contenuti e mostrarli sulla piattaforma onebillionrising.org, permettendo a tutti di vederli.
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Per quanto riguarda i video, assicuratevi di girarli in versione completa e con una buona risoluzione perche' il nostro obiettivo e' quello di raccoglierli tutti dopo l'evento.
Importante: avrete bisogno di affiggere un avviso pubblico di ripresa video nei luoghi in cui viene organizzata la manifestazione e, se volete intervistare le persone presenti, vi suggeriamo di chiedere loro di firmare una liberatoria cosi' da poter usare le interviste video sui siti web, social e per eventuali montaggi Potete scaricarli al seguente link:
https://www.dropbox.com/s/y66my6e9ueir50b/OBR_autorizzazioni_evento14febbraio.zip?dl=0&preview=OBR_autorizzazioni_evento14febbraio.zip
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Condividete le foto, i video e i file audio con tutto il mondo!
Hashtags & Social Media
L'hashtag ufficiale di quest'anno e' #rise4revolution e come sempre potrete usare anche #1billionrising. Ricordatevi inoltre di taggare tutte le foto, i video, gli aggiornamenti, cosi' possiamo condividerli sugli account social ufficiali. Piu' condividerete, piu' riusciremo a diffondere il nostro messaggio, a diventare trend sui social e a raggiungere ancora piu' persone. Qui trovate gli account ufficiali:
Facebook: /vday
Twitter: @vday
Instagram: @vdayorg
Soundcloud: /vday
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Non dimenticate di utilizzare le grafiche social dell'evento che potete scaricare a questo link: https://www.dropbox.com/s/ghjy8uqaaausctq/OBR_ITA.zip?dl=0
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Trasmetti il tuo evento live
Negli ultimi anni la tecnologia streaming e' diventata piu' accessibile. Utilizzando le applicazioni e le piattaforme sotto indicate potrete trasmettere live l'evento dal telefono, dal tablet, dal pc. Riprendete il flashmob, gli attivisti mentre spiegano la loro volonta' di manifestare o l'intero evento dal telefono.
Cosi' se volete riprendere la rivoluzione in tempo reale, qui trovate alcune opzioni:
Periscope (iPhone & Android), Ustream (iOS & Android, computer), Livestream (iOS & Android, computer), Google Hangouts On Air (Android (sort of), computer), or YouTube Live (computer).
La vostra scelta dipende dal vostro livello di conoscenza della tecnologia e dalle caratteristiche dell'evento. Dovete porvi alcune domande prima di prendere una decisione:
1. La Location e' interna o esterna?
2. C'e' necessita' di muoversi con la telecamera o si puo' rimanere fermi?
3. C'e' una connessione internet?
4. C'e' un budget per questa attivita'?
Ovviamente la cosa piu' importante rimane sempre la vostra energia e non la qualita' del video, quell'energia che ci spingera' a voler condividere quegli eventi con tutto il mondo!
1billionrising rise4revolution
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tel. +39 3475320420
skype ni_nico
7. INIZIATIVE. VERSO IL 14 FEBBRAIO: ABBIAMO BISOGNO DEL VOSTRO AIUTO
[Da Nicoletta Billi e Nicoletta Corradini del Coordinamento One Bilion Rising Italia (per contatti: nico at onebillionrising.org, nicolettabilli at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
Carissime e carissimi,
ormai manca poco, in tutte le citta' fervono i preparativi per la giornata One Billion Rising.
Per documentare l'energia, la creativita', l'impegno abbiamo bisogno del vostro aiuto.
Sappiamo che sarete trascinate/i dalla bella atmosfera dell'iniziativa ma, a conclusione della giornata, vi chiediamo di inviarci a nico at onebillionrising.org:
- tre foto significative (il vostro gruppo, la folla in piazza, il ballo) in cui sia evidente che si tratta di un evento One Billion Rising;
- un video dell'evento e/o eventuali interviste con liberatoria per poterle utilizzare;
- una descrizione sintetica dell'evento con l'indicazione di attivita' particolari.
Grazie a tutte/i per quanto state facendo!
V-Day / One Billin Rising Revolution
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8. MATERIALI. VERSO IL 14 FEBBRAIO: RIFERIMENTI UTILI
Per informazioni e contatti a livello internazionale:
Sito ufficiale: http://www.onebillionrising.org/
*
Per informazioni e contatti a livello nazionale:
Telefono: 3475320420
Skype: ni_nico
E-mail: nico at onebillionrising.org, nicolettabilli at gmail.com
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Hashtag: #Rise4Revolution #1billionrising
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*
Per informazioni e contatti a livello locale:
Recapito: "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo
Telefono: 0761342056
E-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com
Sito: http://erinna.it
Facebook: associazioneerinna1998
9. LIBRI. FRANCO RESTAINO PRESENTA LE "TRE GHINEE" DI VIRGINIA WOOLF
[Riproponamo il testo seguente estratto dal paragrafo 1185, "Virginia Woolf: oltre le conquiste liberal-democratiche", del capitolo XXX, "Il pensiero delle donne sulle donne", dell'ultimo volume della grande Storia della filosofia fondata da Nicola Abbagnano. Riportiamo le pp. 57-62 del volume X dell'edizione economica Tea, Milano 1996]
Questo libro del 1938, ormai un classico del pensiero sulla donna, formalmente e' la risposta alla richiesta di un avvocato pacifista in merito a possibili iniziative contro la guerra imminente. L'avvocato proponeva alla Woolf tre possibilita': scrivere sui giornali in favore dell'associazione pacifista, iscriversi a questa, offrire ad essa un contributo in denaro. Virginia Woolf, avendo a disposizione tre ghinee, si domanda, rispetto a queste richieste, come debba utilizzarle. Il libro - un capitolo per ogni ghinea - e' scritto in maniera molto suggestiva, non segue un filo conduttore palese, ma sotterraneamente il discorso risulta avere un profondo filo conduttore: la messa in discussione, attraverso efficaci squarci filosofici, storiografici, statistici, della logica maschile che sta alla base della richiesta avanzata dall'avvocato pacifista, e la contrapposizione di un'altra logica, quella delle donne, che consente una scelta soddisfacente per la destinazione delle tre ghinee.
In questo libro, inoltre, Virginia Woolf va al di la' della tradizionale lotta emancipazionista del movimento femminista inglese, e scrive addirittura che si deve eliminare il termine "femminista" per poter avviare un discorso, e una pratica, di tipo nuovo: un discorso e una pratica che non tendano piu' all'uguaglianza - di diritti, di condizioni e opportunita' materiali - tra uomini e donne, ma alla differenza, profondamente motivata con argomentazioni molto persuasive. Questi spunti costituiscono un motivo di grande valore teorico dello scritto, in quanto staranno alla base dei piu' avanzati filoni di pensiero delle donne degli ultimi decenni.
Virginia Woolf muove, nel suo saggio, dalla consapevolezza che "le figlie degli uomini colti", cioe' le donne di classe media, operano in condizioni diverse da quelle precedenti le conquiste del movimento femminista. Hanno oggi un'autonomia economica, un'autonomia di pensiero, una liberta' intellettuale che spiega il fatto che ci si rivolga a loro, da parte dei maschi, per un intervento a favore del movimento contro la guerra. Ma le guerre sono il frutto del tradizionale predominio maschile, e in particolare di un tipo di istruzione e di cultura che poco o nulla hanno a che fare con i sentimenti e le esigenze delle donne. Insieme alla richiesta dell'avvocato e' giunta all'autrice una richiesta di contributo per la ricostruzione e il rinnovamento di un college per ragazze.
La sua prima ghinea andra' a quest'ultima richiesta, ma ad alcune condizioni. Non si tratta infatti, per Virginia Woolf, di costruire un college che stia alla pari di quelli maschili, ben piu' ricchi, numerosi e attrezzati e che quindi trasmetta lo stesso tipo di cultura da cui provengono le guerre; si tratta invece di costruire un college di tipo nuovo capace di "produrre il tipo di societa', il tipo di persone che possano contribuire a prevenire la guerra" (Le tre ghinee, Feltrinelli, Milano 1980, p. 57). La Woolf si domanda: "E poi, cosa si dovra' insegnare nel college nuovo, nel college povero? Certo non l'arte di dominare sugli altri; non l'arte di governare, di uccidere, di accumulare terra e capitale. [...] Nel college povero si dovranno insegnare solo le arti che si possono insegnare con poca spesa e che possono essere esercitate da gente povera: la medicina, la matematica, la musica, la pittura, la letteratura. E l'arte dei rapporti umani; l'arte di comprendere la vita e la mente degli altri, insieme alle arti minori che le completano: l'arte di conversare, di vestire, di cucinare. Lo scopo del nuovo college, del college povero, dovrebbe essere non di segregare e di specializzare, ma di integrare" (Ib., pp. 57-58). Sono passi importanti, che documentano in maniera discreta, non dottrinaria, la contrapposizione radicale tra i valori della tradizione del predominio maschile (nella societa', nell'economia, nella cultura) che portano alla competitivita' e alla guerra, e i valori nuovi proposti dalle donne, che portano ad una societa' non competitiva, di collaborazione, e di arricchimento culturale.
Solo con questo capovolgimento di valori si potra' evitare che le donne, come e' capitato per la prima guerra mondiale, vadano con entusiasmo e spirito di sacrificio ad aiutare gli uomini nelle loro scelte militaristiche. Solo con una istruzione diversa da quella di tradizione maschile le figlie degli uomini colti saranno in grado di rifiutare i valori - o meglio i disvalori - che portano alle guerre. "Nell'attuale stato di cose, la maniera piu' efficace per prevenire la guerra, attraverso l'istruzione, e' di contribuire il piu' generosamente possibile ai colleges per le figlie degli uomini colti. Perche', ripetiamo, se queste donne non riceveranno un'istruzione universitaria, non potranno guadagnarsi da vivere; se non saranno in grado di guadagnarsi da vivere, torneranno a essere educate entro i confini angusti della casa paterna e finiranno quindi, ancora una volta, per esercitare tutta la loro influenza, consciamente o inconsciamente, in favore della guerra" (Ib., p. 61).
Quanto alla utilizzazione della seconda ghinea, Virginia Woolf muove dalla consapevolezza della condizione nuova aperta alle donne dalla legge del 1919 che consente loro l'accesso alla maggior parte delle libere professioni, cosa che ha dato loro "la nostra unica arma, l'arma dell'indipendenza di pensiero frutto dell'indipendenza economica" (Ib. p. 65).
Anche in questo caso, accanto alla richiesta dell'avvocato, la Woolf ha una richiesta di una donna che chiede un contributo di denaro per un'associazione che aiuta le giovani a entrare nelle libere professioni. Il fatto che un'associazione del genere esista per le donne e non per gli uomini costituisce un motivo di profonda riflessione per l'autrice, che utilizza statistiche ufficiali per dimostrare che gli uomini occupano in genere tutti i posti e le cariche senza alcun bisogno di associazioni che li aiutino. Impressionante e' la messe di dati che mostrano l'esclusione delle donne dalle occupazioni piu' redditizie ma anche l'esclusione delle donne dalla remunerazione di alcuni loro impegni di lavoro (in particolare di quello casalingo). Anche in questo caso, pero', la Woolf non accetta la tesi che le donne debbano associarsi al "corteo" degli uomini, cioe' debbano ricercare e conquistare le professioni, i posti, le occupazioni, cosi' come gli uomini li hanno modellati. La Woolf rifiuta la tesi puramente emancipazionista, che porterebbe le donne a fare le stesse cose degli uomini, quelle cose, sottolinea l'autrice, che portano alle guerre. E' vero, certo, "che noi, le figlie degli uomini colti, ci troviamo tra Scilla e Cariddi. Dietro di noi sta il sistema patriarcale; le pareti domestiche, con il loro nulla, la loro immoralita', la loro ipocrisia, il loro servilismo. Dinnanzi a noi si apre il mondo della vita pubblica, con la sua possessivita', la sua invidia, la sua aggressivita', la sua avidita'. L'uno ci tiene prigioniere come schiave dell'harem; l'altro ci obbliga, come bruchi l'uno in fila all'altro, a fare il girotondo attorno all'albero della proprieta' privata" (Ib., p. 106).
Ma e' proprio una scelta obbligata, o c'e' forse un'altra strada che ci eviti Scilla e Cariddi? "Come potremo intraprendere quelle professioni e tuttavia rimanere esseri umani civili; esseri umani, cioe', che vogliono evitare le guerre?" (Ib., p. 107). Virginia Woolf ritiene che sia possibile intraprendere questa nuova strada - come lo riteneva per i colleges poveri per ragazze - e decide quindi di destinare la sua seconda ghinea a questo fine, che sara' meglio precisato nel capitolo sulla terza ghinea.
L'avvocato aveva chiesto, tra le varie iniziative, di scrivere sui giornali per difendere la cultura e la liberta' di pensiero. Ma quale cultura e quale liberta', si domanda la Woolf? Quella di impronta maschile, naturalmente, sui cui connotati l'autrice si e' soffermata a lungo. Non e', questa, una richiesta accettabile: "L'unico modo in cui possiamo aiutarvi a difendere la cultura e la liberta' di pensiero e' difendendo la nostra cultura e la nostra liberta' di pensiero [nostra vuol dire, ovviamente, delle donne]. Vale a dire che, quando da un college femminile ci scrivono chiedendoci quattrini, possiamo far presente la possibilita' che qualcosa cambi in quell'istituzione satellite quando essa cessi di essere satellite; oppure, se da un'associazione che aiuta le donne a trovare impiego ci scrivono chiedendoci quattrini, possiamo far presente che nell'interesse della cultura e della liberta' di pensiero sarebbe auspicabile qualche cambiamento nel modo di esercitare le libere professioni" (Ib., p. 124).
L'autrice si avvia ora a caratterizzare meglio la proposta di non subalternita' della cultura e delle professioni delle donne rispetto a quelle ereditate e praticate dagli uomini. Le donne (almeno quelle designate correntemente dalla Woolf con l'espressione "le figlie degli uomini colti") possiedono oggi una loro autonomia e liberta', che consente loro di aiutare gli uomini nelle condizioni di discriminazione ed emarginazione in cui alcuni di loro si trovano (come per secoli si sono trovate pressoche' tutte le donne) per motivi politici o razziali (il riferimento e' ai regimi nazista e fascista). Rivolgendosi a questi uomini, la Woolf scrive con efficacia: "Ora voi provate sulla vostra persona quello che hanno provato le vostre madri quando furono escluse, quando furono imprigionate perche' erano donne. Ora voi siete esclusi, ora voi siete imprigionati, perche' siete ebrei, perche' siete democratici, per ragioni razziali, per ragioni religiose. Non e' una fotografia quella che vi sta davanti; siete voi stessi, che arrancate in fila. Allora tutto cambia. Ora vi appare evidente in tutto il suo orrore l'iniquita' della dittatura, non importa dove, se a Oxford o a Cambridge, a Whitehall o a Downing Street, in Inghilterra o in Germania, in Italia o in Spagna; non importa contro chi, se contro gli ebrei o contro le donne. Ma oggi lottiamo fianco a fianco. Le figlie e i figli degli uomini colti oggi lottano uniti" (Ib., p. 140).
Si tratta di un fatto esaltante, che pero' non deve far dimenticare altri fatti essenziali, che impediscono alle donne, pur nella loro offerta di solidarieta', di iscriversi alle associazioni degli uomini. Tra questi fatti essenziali, il principale e' quello della differenza, giacche' "diversi lo siamo, come hanno dimostrato i fatti, e per sesso e per educazione. E' da questa differenza, ancora una volta, che puo' venirvi l'aiuto, se aiutarvi possiamo, per difendere la liberta', per prevenire la guerra" (Ib., p. 141).
Virginia Woolf si sofferma con forza, nelle pagine successive, sul tema della necessita' di rivendicare e salvaguardare la differenza tra i valori e i comportamenti delle donne rispetto a quelli degli uomini. E' possibile, e' auspicabile, lottare insieme per fini comuni (la pace, al giustizia, la liberta'), ma non nascondendo o cancellando le differenze. Da qui la tesi, anch'essa molto importante, e d'altronde in armonia con la tradizione femminista inglese, della necessita' di una autonomia di organizzazione delle donne rispetto agli uomini. Un tipo di associazione di carattere diverso rispetto a quelle tradizionali degli uomini, che richiedono soldi, spazi, gerarchie. Questa nuova organizzazione, scrive la Woolf, "non avra' alcun tesoriere onorario, perche' non avra' bisogno di fondi. Non avra' alcuna sede, alcun comitato, alcuna segreteria; non convochera' riunioni, non organizzera' convegni. Se un nome dovra' avere, la si potra' chiamare la Societa' delle Estranee" (Ib., p. 144).
Su questi temi Virginia Woolf anticipa alcuni dei caratteri del movimento delle donne degli ultimi decenni, quando ad esempio scrive: "La Societa' delle Estranee persegue i vostri stessi fini: la liberta', l'uguaglianza, la pace; ma cerca di raggiungerli con i mezzi che un sesso diverso, una tradizione diversa, un'educazione diversa e i diversi valori che derivano da tutte queste diversita' hanno messo a nostra disposizione. In generale possiamo dire che la principale differenza tra noi che siamo fuori dalla societa' e voi che siete dentro la societa' consiste in questo: che voi utilizzerete i mezzi che la vostra posizione vi offre: leghe, convegni, campagne, grossi nomi e tutte le misure pubbliche che la ricchezza e il potere politico vi mettono a disposizione, mentre noi, restandocene fuori, faremo degli esperimenti non con strumenti pubblici in pubblico, ma con strumenti privati in privato. E i nostri esperimenti non saranno soltanto critici, ma creativi" (Ib., pp. 152-153).
Solidarieta' nelle cause di comune interesse con gli uomini, quindi, ma differenza nelle organizzazioni e nei comportamenti. Una differenza che la Woolf sottolinea esistente, in senso negativo, nelle chiese (mentre originariamente le religioni vedevano le donne come protagoniste, ora le vedono escluse, ed economicamente emarginate: una diaconessa riceve 150 sterline all'anno, l'arcivescovo di Canterbury 15.000, ricorda l'autrice), nelle discipline specialistiche, nelle scienze ("La scienza, a quanto pare, non e' asessuata; e' un uomo", scrive a p. 183). Solidarieta' che consente alla Woolf di destinare la terza ghinea all'associazione maschile contraria alla guerra, precisando pero' che "il modo migliore per aiutarvi a prevenire la guerra non e' di ripetere le vostre parole e seguire i vostri metodi, ma di trovare nuove parole e inventare nuovi metodi. Non e' di entrare nella vostra organizzazione, ma di rimanere fuori pur condividendone il fine" (Ib., p. 188).
Trovare nuove parole, inventare nuovi metodi, organizzarsi in maniera autonoma, riaffermare la differenza, rivendicandone il carattere positivo. Questo appare il piu' innovativo e originale messaggio lasciato da Virginia Woolf nella ricerca di una nuova strada al di la' delle conquiste del femminismo liberaldemocratico di fine Ottocento e primo Novecento. Una eredita' che non sarebbe rimasta inascoltata e inutilizzata, ma avrebbe dato frutti di grande rilevanza e originalita' teoriche negli ultimi decenni, soprattutto nei paesi di lingua inglese e di tradizione liberal-democratica e protestante. Sono infatti questi paesi che vedranno, negli anni Sessanta, la ripresa di un movimento specifico delle donne, sull'onda del piu' generale movimento di rinnovamento radicale dei modi di sentire, di pensare e di agire di grandi masse di studenti e di giovani in generale.
10. RIFERIMENTI. IL "COMITATO NONVIOLENTO PER LA REVOCA DELLA DECISIONE GOVERNATIVA DI INVIARE CENTINAIA DI SOLDATI ITALIANI ALLA DIGA DI MOSUL"
Si e' costituito il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul".
*
Il comitato si prefigge di:
1. opporsi all'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, e quindi interloquire con il Governo, il Parlamento e il Presidente della Repubblica affinche' la decisione annunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministri sia revocata dallo stesso governo, ovvero respinta dal parlamento, ovvero non ratificata e quindi vietata dal capo dello stato;
2. esprimere questa opposizione con l'unico scopo di salvare vite umane;
3. agire unicamente in forme e con metodi rigorosamente nonviolenti, assolutamente rispettosi della dignita' e dell'incolumita' di tutte le persone;
4. riaffermare l'opposizione a tutte le guerre e a tutte le uccisioni;
5. riaffermare l'impegno a difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
*
Alle persone ed alle associazioni che vogliono impegnarsi in questa iniziativa per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, il comitato propone:
a) di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, ai Parlamentari, al Presidente della Repubblica per chiedere che il governo receda da quella decisione;
b) di invitare altre istituzioni, associazioni, persone, mezzi d'informazione ad impegnarsi al medesimo fine;
c) di promuovere incontri ed iniziative di informazione e coscientizzazione al medesimo fine;
d) di esprimersi e di agire in modi esclusivamente nonviolenti, nel rispetto della verita' e della dignita' umana di tutti gli interlocutori;
e) di essere sempre assolutamente chiari nell'opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violazioni dei diritti umani.
*
Il comitato non prevede formali adesioni e si configura come mero movimento d'opinione inteso allo scopo di far revocare l'irragionevole, illegittima e pericolosissima decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.
Il comitato auspica che in ogni provincia d'Italia si costituiscano altri comitati nonviolenti per lo stesso fine e con le stesse modalita' di azione.
*
Per contatti: il Comitato ha sede presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: comitatononviolento at gmail.com; comitatononviolento at outlook.it; comitato_nonviolento at libero.it
11. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Francesco Guicciardini, Ricordi, Rizzoli, Milano 1951, 1977, pp. 288.
- Francesco Guicciardini, Storie fiorentine, Rcs, Milano 1998, 2010, pp. 580.
- Emanuella Scarano Lugnani, Guicciardini e la crisi del Rinascimento, Laterza, Roma-Bari 1973, pp. 168.
*
Riedizioni
- Emanuele Cutinelli-Rendina, Guicciardini, Salerno, Roma 2009, Rcs, Milano 2016, pp. 336, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
13. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2257 del 13 febbraio 2016
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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