[Nonviolenza] Telegrammi. 2230



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2230 del 17 gennaio 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Commemorate a Viterbo le vittime di venticinque anni di guerre e di stragi

2. Alcuni articoli della seconda settimana di gennaio

3. Prima di una tragedia irreparabile

4. Basta guardarsi intorno

5. "La nonviolenza contro la guerra, il razzismo, il maschilismo". Un incontro di riflessione a Viterbo

6. Fermiamo il disastro. Cominciamo con la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul

7. Un quarto di secolo, i compiti dell'ora

8. Alle persone impegnate per la pace e i diritti umani una proposta di lettera da inviare ai mezzi d'informazione

9. La via della pace e della legalita' che salva le vite

10. Una lettera aperta alle forze politiche democratiche

11. Fermare la deriva, invertire la rotta

12. Un crimine e una follia

13. Ancora in tempo

14. Mentre gli americani bombardano Mosul

15. Receda

16. Segnalazioni librarie

17. La "Carta" del Movimento Nonviolento

18. Per saperne di piu'

 

1. INIZIATIVE. COMMEMORATE A VITERBO LE VITTIME DI VENTICINQUE ANNI DI GUERRE E DI STRAGI

 

Sabato 16 gennaio 2016, nel XXV anniversario dell'inizio della prima guerra del Golfo, si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di commemorazione delle vittime di tutte le guerre e di tutte le stragi di quest'ultimo quarto di secolo.

*

L'orazione commemorativa e' stata tenuta da Peppe Sini, che nel 1991 fu uno degli animatori dell'opposizione alla partecipazione italiana alla guerra e che per la sua azione contro la guerra e per il rispetto dell'art. 11 della Costituzione subi' un processo che si concluse con la sua assoluzione.

"La guerra e' sempre nemica dell'umanita', consistendo dell'uccisione di esseri umani. Ricordare le vittime delle guerre e delle stragi, le vittime delle dittature e del terrorismo, le vittime di tutte le uccisioni, non e' solo un atto di doverosa addolorata memoria, ma e' anche l'assunzione di un impegno: l'impegno ad opporsi sempre alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni. L'impegno ad opporsi a tutte le violenze. L'impegno a lottare per il disarmo e la smilitarizzazione. L'impegno a lottare in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani. L'impegno a lottare in difesa dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera".

"In questa giornata di lutto e di memoria, in questo impegno nel nome e del ricordo di tutte le vittime", ha proseguito il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, "riaffermiamo ancora una volta che il male si puo' contrastare solo con il bene, che la violenza va combattuta con la nonviolenza, che alla morte occorre opporsi salvando le vite".

Concludendo l'incontro e' stato ribadito che "per la pace e i diritti umani oggi in Italia un impegno e' piu' di ogni altro necessario e urgente: l'impegno affinche' il governo receda immediatamente dalla decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, una decisione insensata, immorale, illegale, il cui prevedibilissimo esito sarebbe di far morire innumerevoli innocenti e di effettualmente favoreggiare l'organizzazione criminale stragista e schiavista dell'Isis. Receda il governo da una decisione stoltissima e scelleratissima".

*

Nel corso dell'incontro e' stato diffuso il programma d'azione del "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul".

Il comitato si prefigge di:

1. opporsi all'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, e quindi interloquire con il Governo, il Parlamento e il Presidente della Repubblica affinche' la decisione annunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministri sia revocata dallo stesso governo, ovvero respinta dal parlamento, ovvero non ratificata e quindi vietata dal capo dello stato;

2. esprimere questa opposizione con l'unico scopo di salvare vite umane;

3. agire unicamente in forme e con metodi rigorosamente nonviolenti, assolutamente rispettosi della dignita' e dell'incolumita' di tutte le persone;

4. riaffermare l'opposizione a tutte le guerre e a tutte le uccisioni;

5. riaffermare l'impegno a difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Alle persone ed alle associazioni che vogliono impegnarsi in questa iniziativa per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, il comitato propone:

a) di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, ai Parlamentari, al Presidente della Repubblica per chiedere che il governo receda da quella decisione;

b) di invitare altre istituzioni, associazioni, persone, mezzi d'informazione ad impegnarsi al medesimo fine;

c) di promuovere incontri ed iniziative di informazione e coscientizzazione al medesimo fine;

d) di esprimersi e di agire in modi esclusivamente nonviolenti, nel rispetto della verita' e della dignita' umana di tutti gli interlocutori;

e) di essere sempre assolutamente chiari nell'opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violazioni dei diritti umani.

Il comitato non prevede formali adesioni e si configura come mero movimento d'opinione inteso allo scopo di far revocare l'irragionevole, illegittima e pericolosissima decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

Il comitato auspica che in ogni provincia d'Italia si costituiscano altri comitati nonviolenti per lo stesso fine e con le stesse modalita' di azione.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere e' salvare le vite.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto.

Opporsi a tutte le uccisioni.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

2. MATERIALI. ALCUNI ARTICOLI DELLA SECONDA SETTIMANA DI GENNAIO

 

Riproponiamo di seguito alcuni degli articoli dei giorni scorsi dedicati alla richiesta che il governo receda dalla decisione insensata, illegale e funesta di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

 

3. REPETITA IUVANT. PRIMA DI UNA TRAGEDIA IRREPARABILE

 

Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Questo occorre fare.

Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.

Difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; difendere l'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Questo occorre fare.

Costruire la pace con il disarmo e la smilitarizzazione.

Costruire la pace con la giustizia, la solidarieta', la condivisione.

Costruire la pace attraverso la lotta di liberazione delle oppresse e degli oppressi.

Questo occorre fare.

*

E in questo impegno poniamoci subito un obiettivo concreto e verificabile, realistico e necessario: la revoca della sciagurata decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

Prima che il governo dia esecuzione a una scelta irrazionale, immorale e illegale che puo' produrre esiti funesti e terribili, persuadiamo il governo a recedere.

Prima che accada una tragedia irreparabile, persuadiamo il governo a recedere.

A tutte le persone che ci leggono chiediamo di agire, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per far recedere il governo da quella decisione illecita e insensata.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

4. REPETITA IUVANT. BASTA GUARDARSI INTORNO

 

Basta guardarsi intorno per rendersi conto di quanto urgente sia opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Basta guardarsi intorno per rendersi conto di quanto urgente sia lottare in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, in difesa del mondo vivente casa comune dell'umanita', mondo vivente di cui l'umanita' stessa e' parte.

Basta guardarsi intorno per rendersi conto di quanto urgente sia lottare per la liberazione di tutte le oppresse e di tutti gli oppressi.

Basta guardarsi intorno per rendersi conto di quanto urgente sia riprendere il programma della Rosa rossa e riprendere il programma della Rosa Bianca: che e' lo stesso programma, la stessa lotta: contro la guerra e contro il nazismo, contro Auschwitz e contro Hiroshima.

*

In questa necessaria lotta, in questo necessario orizzonte globale, occorre darci obiettivi concreti e verificabili, ottenere risultati concreti e schiudenti, costruire un percorso coerente e progressivo.

In questo momento in Italia ci sembra che un banco di prova cruciale sia far recedere il governo dalla folle e scellerata decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

E' possibile ed e' necessario far recedere il governo da quella decisione insensata e illegale, le cui conseguenze funeste sono a tutti evidenti.

Se suscitiamo un'adeguata mobilitazione delle intelligenze e delle coscienze, se suscitiamo una vasta espressione del popolo italiano contro quella decisione irrazionale, immorale e illegale, ebbene, possiamo realmente riuscire a far recedere il governo da essa, possiamo realmente impedire l'invio di centinaia di soldati italiani incontro alla morte alla diga di Mosul.

E possiamo cosi' ottenere un esito di enorme valore intrinseco: la salvezza di innumerevoli vite; un esito che inoltre puo' contribuire a fermare l'attuale deriva verso una guerra onnicida e un'apocalittica barbarie; un esito che puo' fortemente contribuire ad avviare una politica di pace.

*

Opporsi alla guerra e alle stragi, salvare le vite.

E' il primo dovere.

Facciamo recedere il governo dalla folle e scellerata decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

 

5. REPETITA IUVANT. "LA NONVIOLENZA CONTRO LA GUERRA, IL RAZZISMO, IL MASCHILISMO". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Si e' svolto venerdi' 8 gennaio 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema "La nonviolenza contro la guerra, il razzismo, il maschilismo".

*

Le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso un invito a tutte le persone di volonta' buona, a tutte le associazioni democratiche, a tutte le istituzioni fedeli alla Costituzione della Repubblica Italiana ad impegnarsi affinche' il governo receda dalla insensata e illegale decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

Salvare le vite e' il primo dovere.

In allegato alcuni materiali utili:

a) Un modello di lettera ai ministri ed alcuni indirizzi utilizzabili;

b) Un modello di mozione da proporre ai consigli comunali, provinciali e regionali;

c) Due petizioni su Change e su Avaaz.

(...)

 

6. REPETITA IUVANT. FERMIAMO IL DISASTRO. COMINCIAMO CON LA REVOCA DELLA DECISIONE GOVERNATIVA DI INVIARE CENTINAIA DI SOLDATI ITALIANI ALLA DIGA DI MOSUL

 

A tutte le persone di volonta' buona, a tutte le associazioni democratiche, a tutte le istituzioni fedeli alla Costituzione della Repubblica, a tutti i movimenti di difesa dei diritti umani e della biosfera, chiediamo un impegno immediato per fermare la deriva verso la catastrofe onnicida e per avviare un percorso di pace, di legalita' che salva le vite, di civile convivenza, di liberazione delle oppresse e degli oppressi, di riconoscimento e difesa del diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Chiediamo un impegno affinche' il governo italiano revochi l'insensata, immorale e illegale decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

7. REPETITA IUVANT. UN QUARTO DI SECOLO, I COMPITI DELL'ORA

 

Ricorre tra pochi giorni il venticinquesimo anniversario dell'inizio della prima guerra del Golfo.

In questo quarto di secolo gli orrori si sono succeduti agli orrori: in una escalation che ricorda quella che dall'orrore della Grande Guerra di un secolo fa porto' ai totalitarismi ed ai genocidi fino all'immane ecatombe della seconda guerra mondiale; in una escalation che oggi dispone di ordigni tali, ed in quantita' tale, da poter distruggere la civilta' umana e contaminare irreversibilmente la biosfera.

Occorre avviare al piu' presto il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, occorre costruire al piu' presto la pace con mezzi di pace, prima che guerra e terrore estinguano la civilta' umana.

Ed occorre assumere la piena consapevolezza che occorre ad un tempo opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni (mai dimenticando che l'oppressione maschilista e' la prima radice e il primo modello di tutte le altre oppressioni e violenze); la piena consapevolezza che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; la piena consapevolezza che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; la piena consapevolezza che il primo dovere e' salvare le vite.

*

In questo momento nulla e' piu' urgente che fermare l'escalation bellica e terroristica.

E per fermarla occorre agire a diversi livelli:

- soccorrere, accogliere ed assistere tutte le vittime della fame e delle guerre, delle dittature e della schiavitu';

- far cessare le guerre in corso, e a tal fine occorre in primo luogo il disarmo a tutti i livelli, cominciando col proibire ovunque e a chiunque la produzione, il commercio e il possesso di armi; in secondo luogo la smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle istituzioni, delle culture, delle societa'; in terzo luogo la realizzazione di processi di dialogo e di riconciliazione, di democratizzazione delle relazioni, di promozione del rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;

- contrastare il terrorismo e tutti i poteri criminali con la forza della legalita' che salva le vite, della democrazia che estingue la violenza; della solidarieta' che abolisce la disperazione, della civilta' che tutti gli esseri umani unisce in una comune condivisione, corresponsabilita' e convivenza, dell'umanita' che nessun essere umano abbandona al dolore e alla morte;

- difendere la biosfera dalla catastrofe provocata da scelte di sviluppo dissennate e insostenibili che occorre immediatamente correggere, fermare o invertire;

- promuovere buone pratiche sociali e culturali che in una prassi concreta e coerente formino alla coscienza dei comuni diritti e doveri, all'impegno comune per il bene comune;

- uscire dalla politica della violenza ed avviare la politica della nonviolenza.

*

In questa situazione, in questo orizzonte, proponiamo a tutte le persone di volonta' buona una iniziativa nonviolenta con un obiettivo immediato: persuadere il governo italiano a recedere dall'insensata, immorale e illegale decisione di inviare centinaia di soldati alla diga di Mosul.

Quella scelta governativa e' infatti del tutto irrazionale e del tutto inammissibile e puo' avere esiti tragici.

*

A tutte le persone di volonta' buona chiediamo in particolare:

a) di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, ai Parlamentari, al Presidente della Repubblica per chiedere che il governo receda da quella decisione;

b) di invitare altre istituzioni, associazioni, persone, mezzi d'informazione ad impegnarsi al medesimo fine;

c) di promuovere incontri ed iniziative di informazione e coscientizzazione al medesimo fine;

d) di esprimersi e di agire in modi esclusivamente nonviolenti, nel rispetto della verita' e della dignita' umana di tutti gli interlocutori;

e) di essere sempre assolutamente chiari nell'opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violazioni dei diritti umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Salvare le vite e' il primo dovere.

La nonviolenza e' in cammino.

 

8. REPETITA IUVANT. ALLE PERSONE IMPEGNATE PER LA PACE E I DIRITTI UMANI UNA PROPOSTA DI LETTERA DA INVIARE AI MEZZI D'INFORMAZIONE

 

Carissime e carissimi,

vi proponiamo di inviare ai mezzi d'informazione locali e nazionali che riterrete possa essere utile raggiungere, una lettera con cui esprimere la richiesta che il governo receda dall'insensata, immorale e illegale decisione di inviare centinaia di soldati alla diga di Mosul.

Di seguito una traccia che potete ovviamente adattare come meglio credete.

E' opportuno utilizzare tutte le forme adeguate per far crescere l'informazione e la sensibilizzazione della popolazione e la pressione nonviolenta nei confronti del governo affinche' quella stoltissima e sciaguratissima decisione sia revocata.

Grazie fin d'ora per quanto vorrete e potrete fare.

*

Un modello di lettera ai mezzi d'informazione

Spettabile redazione,

la decisione annunciata alcune settimane fa dal governo di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul in Iraq e' un tragico errore, ed occorre convincere il governo a recedere da essa al piu' presto.

In primo luogo perche' i nostri soldati dislocati a brevissima distanza da una citta' controllata dall'Isis saranno esposti a un probabilissimo attentato terroristico; in secondo luogo perche' la loro presenza invece di essere di protezione per le maestranze, per l'impianto e per la popolazione dell'area circostante ed a valle, esporra' anch'essi a un gravissimo rischio di attentati; in terzo luogo perche' rendera' anche l'Italia un bersaglio primario di attentati terroristici stante la strategia dell'Isis (c'e' del metodo anche in questa criminale follia) di colpire la popolazione civile dei paesi occidentali impegnati con le proprie forze armate nei conflitti in corso nel Vicino e nel Medio Oriente; in quarto luogo perche' quella nostra presenza non solo non sara' utile alla necessaria lotta contro l'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis, ma al contrario favorira' la propaganda dei terroristi (che al loro uditorio ci presenteranno come "invasori crociati").

Sappiamo tutti che le guerre e le occupazioni militari non contrastano il terrorismo, ma lo fanno nascere e lo alimentano; e del resto le guerre stesse sono gia' terrorismo consistendo di stragi.

In Iraq l'Italia ha gia' subito una strage a Nassiriya; impediamo che quell'orrore accada di nuovo.

Il governo revochi quella decisione. Salvare le vite e' il primo dovere.

Distinti saluti,

Nome e cognome

luogo e data

Indirizzo del mittente

 

9. REPETITA IUVANT. LA VIA DELLA PACE E DELLA LEGALITA' CHE SALVA LE VITE

 

Per contrastare tutte le stragi questa e' la via: la via della pace e della legalita' che salva le vite; la via della nonviolenza.

La guerra e il terrorismo si contrastano con la smilitarizzazione dei conflitti e delle societa', con il disarmo, con l'azione umanitaria per salvare le vite, con la promozione della democrazia, della giustizia sociale e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Chi ancora persevera nella guerra, nel riarmo, nel mantenimento e potenziamento degli eserciti, nelle occupazioni militari, nell'uccidere gli esseri umani, non ha ancora avuto notizia degli orrori del XX secolo.

Dopo Auschwitz e dopo Hiroshima l'intera umanita' sa che siamo uniti da un unico destino di vita o di morte, sa che o aboliremo la guerra o la guerra ci estinguera', sa che non vi e' altra difesa e speranza e cammino che la scelta della nonviolenza, la nonviolenza di cui la Resistenza antifascista e il movimento femminista sono stati nel nostro paese, nel nostro continente, i maggiori inveramenti storici, la corrente calda.

*

In Italia ci troviamo, della politica del nostro paese siamo corresponsabili. Che sia il nostro paese ad abbandonare la via della guerra e della violenza assassina ed a scegliere la via della pace e della legalita' che salva le vite.

Cominciamo ponendo un obiettivo semplice, realistico, concreto: far recedere il governo dalla stolta e sciagurata decisione di inviare centinaia di soldati italiani incontro alla morte alla diga di Mosul.

Cominciamo da questo, con l'obiettivo chiaro e immediato di salvare tante vite umane innocenti.

Persuadiamo il Governo, il Parlamento, il Presidente della Repubblica a non commettere, a non consentire, a non avallare una scelta folle e criminale.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Salvare le vite e' il primo dovere.

A ciascuno di fare qualcosa.

La nonviolenza e' in cammino.

 

10. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA APERTA ALLE FORZE POLITICHE DEMOCRATICHE

 

Vi rivolgiamo un appello: ad adoperarvi affinche' il governo italiano receda immediatamente dalla decisione di inviare centinaia di soldati alla diga di Mosul in Iraq.

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Questa decisione, se realizzata, potrebbe avere conseguenze funeste: la diga e' infatti a breve distanza dalla citta' di Mosul che e' nelle mani dell'organizzazione terrorista dell'Isis; inviare li' i nostri soldati significa esporli assurdamente all'elevatissimo rischio di essere vittime di un attentato stragista; e con essi esporre altresi' le maestranze della diga e le popolazioni che vivono nei dintorni ed a valle di essa; e con essi altresi' chi vive in Italia, poiche' nella scellerata, sanguinaria strategia dell'Isis, nella logica della "guerra asimmetrica" e dell'escalation onnidistruttiva che i terroristi (ed i loro ispiratori e finanziatori) con i loro disumani crimini perseguono, al dispiegamento dei nostri soldati li' seguira' prevedibilmente l'organizzazione di attentati terroristici nel nostro paese.

La decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul e' quindi un atto insensato, immorale, illegale, che mette in pericolo inutilmente ed assurdamente centinaia e forse migliaia di vite innocenti.

*

Non solo. Questa decisione non soltanto non sara' utile nella lotta contro il terrorismo, ma sara' vantaggiosa per i criminali dell'Isis, che presenteranno la nostra presenza alla diga di Mosul come "invasione crociata", ovvero - fuori dal loro delirante linguaggio - come occupazione militare dei territorio iracheno da parte di uno dei paesi membri dell'alleanza che gia' porto' la sua guerra in Iraq e che gia' l'Iraq occupo' militarmente; dell'alleanza che commise in quei frangenti in Iraq crimini di guerra e crimini contro l'umanita'; dell'alleanza che ha devastato la Libia provocando il caos e i massacri che la' tuttora continuano; dell'alleanza di cui alcuni paesi da lunghi mesi con i loro bombardamenti in Iraq e in Siria continuano ad uccidere non soltanto miliziani e terroristi ma anche civili innocenti due volte vittime; e poco vale ricordare che prima di quelle guerre e quelle devastazioni in quei paesi vi erano criminali dittature, poiche' la situazione attuale nell'insieme non e' affatto migliore, ed un crimine non ne giustifica mai un altro.

Presentandoci come "invasori crociati" l'Isis otterra' presso un vasto uditorio sensibile alla sua propaganda e memore degli orrori commessi dalla coalizione occidentale nel Vicino e nel Medio Oriente un effettuale consenso al suo criminale agire: l'invio dei nostri soldati a Mosul si risolvera' paradossalmente quindi in un effettuale favoreggiamento dell'Isis. E per avvantaggiare l'Isis il governo vorra' esporre alla morte centinaia e forse migliaia di innocenti? E' un crimine ed una follia.

*

Altro e' cio' che occorre: non invio di soldati, non azioni militari, non atti di guerra; ma un'operazione di polizia internazionale cosi' come indicato dall'Onu.

Un'organizzazione criminale va contrastata con la forza e con le risorse del diritto, dell'azione penale, della civilta' giuridica. Pensare di contrastare il terrorismo con la guerra significa far ottenere ai terroristi il risultato che si prefiggevano: scatenare stragi su sempre piu' vasta scala.

In Iraq l'Italia ha gia' pagato un elevato tributo di sangue alla follia dei signori della guerra: con le vittime della strage di Nassiriya. Occorre far recedere il governo da una decisione stoltissima e sciaguratissima che potrebbe provocare altre ecatombi.

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Vi rivolgiamo pertanto questo appello: ad adoperarvi affinche' il governo receda immediatamente dalla decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul in Iraq.

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Il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"

Viterbo, 11 gennaio 2016

Per ulteriori informazioni: "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul", presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: comitatononviolento at gmail.com; comitatononviolento at outlook.it; comitato_nonviolento at libero.it

 

11. REPETITA IUVANT. FERMARE LA DERIVA, INVERTIRE LA ROTTA

 

Fermare occorre la deriva verso la guerra totale.

Invertire la rotta occorre, e muovere verso la pace e la giustizia, la liberazione delle oppresse e degli oppressi, la solidarieta' che salva le vite.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Cominciamo da un obiettivo concreto che possiamo raggiungere: far recedere il governo dalla decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Per ottenere questo risultato occorre far pressione sul governo, sul parlamento, sul presidente della repubblica.

Occorre una vasta mobilitazione per salvare le vite e fermare la guerra e le stragi.

Occorre una campagna nonviolenta che ponga questo obiettivo immediato.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

A chi ci legge chiediamo di aiutarci.

Nei molti modi in cui sostener questo impegno e' possibile; alcuni li indichiamo di seguito, altri ancora chiunque potra' idearli.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Non permettiamo che il governo italiano compia un passo stoltissimo e scelleratissimo; non permettiamo che tanti innocenti siano mandati incontro alla morte; non permettiamo che un catastrofico errore del governo italiano consenta all'Isis di commetere altri massacri e di rafforzarsi ancor piu'.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Receda il governo dalla decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul; receda il governo da una decisione insensata, immorale, illegale; receda il governo da un errore strategico, tattico, logico, etico, politico; receda il governo da un atto i cui esiti funesti sono a tutti evidenti.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

12. REPETITA IUVANT. UN CRIMINE E UNA FOLLIA

 

Chi espone delle vite umane alla morte commette un crimine.

Si puo' certo in situazioni estreme decidere di esporre la propria vita alla morte, male assoluto, per un bene ritenuto superiore; ma non si puo' mai decidere di esporre alla morte le vite altrui.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La decisione del governo italiano di esporre alla morte le vite di centinaia di soldati italiani, e con esse le vite di innumerevoli altri innocenti, quei soldati italiani inviando gratuitamente, assurdamente, peggio che inutilmente, insensatamente, immoralmente, illegalmente alla diga di Mosul, e' una decisione inammissibile sotto ogni profilo logico e giuridico, etico e politico, e finanche strategico e tattico.

Quella inammissibile, delirante e mortifera decisione va revocata.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Receda il Governo dal commettere un crimine ed una follia.

Esprima il Parlamento la sua insuperabile opposizione a un crimine e una follia.

Esprima il Presidente della Repubblica il suo veto definitivo a un crimine e una follia.

Insorga nonviolentemente il popolo italiano in difesa della vita di innumerevoli innocenti e persuada il governo a recedere dalla decisione stoltissima e scelleratissima dell'invio di centinaia di soldati italiani incontro alla morte alla diga di Mosul.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

13. REPETITA IUVANT. ANCORA IN TEMPO

 

E' ancora in tempo il governo italiano a recedere dalla decisione di mandare centinaia di soldati incontro alla morte a Mosul.

Siamo ancora in tempo a persuaderlo a recedere da quell'insensata, tragica decisione.

*

Ma abbiamo poche settimane per riuscirci, dopo potrebbe essere troppo tardi.

Ma abbiamo fortissime ragioni per riuscirci, che occorre diventino sapere e sentire comune.

Che quella decisione avra' come esito effettuale di far morire degli innocenti.

Che quella decisione avra' come esito effettuale di favoreggiare l'organizzazione mafiosa e nazista dell'Isis.

Che quella decisione e' pertanto insensata, immorale, illegale; che sotto ogni profilo strategico e tattico, logico e giuridico, etico e politico e' un errore, un gravissimo errore, un tragico errore.

*

Chiediamo al governo di recedere subito da quella funesta decisione.

Chiediamo al parlamento di respingere quella funesta decisione.

Chiediamo al presidente della repubblica di opporre il suo veto a quella funesta decisione.

Chiediamo a tutte le istituzioni democratiche di esprimersi contro quella funesta decisione.

Chiediamo a tutte le associazioni, le organizzazioni e i movimenti democratici di esprimersi contro quella funesta decisione.

Chiediamo a tutte le agenzie educative e a tutti i mezzi d'informazione di esprimersi contro quella funesta decisione.

Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona di esprimersi contro quella funesta decisione.

*

Receda il governo dalla decisione di mandare centinaia di soldati italiani incontro alla morte a Mosul.

Receda il governo dalla decisione di fare dell'Italia un primario bersaglio di attentati stragisti.

Receda il governo dalla decisione di esporre gratuitamente, assurdamente, insensatamente alla morte tante persone innocenti in Iraq e in Italia.

Compia subito il governo un atto di saggezza.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

14. REPETITA IUVANT. MENTRE GLI AMERICANI BOMBARDANO MOSUL

 

Mentre gli americani bombardano Mosul, il governo italiano manda i nostri soldati a far da bersaglio per gli attentati stragisti dell'Isis alla diga di Mosul.

 

15. REPETITA IUVANT. RECEDA

 

Receda il governo italiano dall'invio di centinaia di soldati alla diga di Mosul.

Receda dal preparare le condizioni per un massacro annunciato.

Receda da un atto irreparabile.

*

Esporre delle persone alla morte e' criminale follia.

Favorire la realizzazione di una strage e' criminale follia.

Consentire all'Isis di commettere agevolmente un'ennesima ecatombe e' criminale follia.

*

Scelga invece il governo di sostenere le posizioni espresse dall'Onu.

Scelga il governo di sostenere un'operazione di polizia internazionale, un'azione umanitaria, un impegno di pace, legalita' e democrazia.

Scelga il governo di opporsi alla guerra e al terrorismo, al riarmo e alla militarizzazione dei conflitti, a tutte le uccisioni e le oppressioni.

Scelga il governo di soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani bisognosi di aiuto.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

16. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Augusto Cavadi, Mosaici di saggezze. Filosofia come nuova antichissima spiritualita', Diogene Multimedia, Bologna 2015, pp. 358, euro 25.

 

17. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

18. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2230 del 17 gennaio 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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