[Nonviolenza] Le due Rose. 21



 

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LE DUE ROSE

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La Rosa rossa contro la guerra

La Rosa bianca contro il nazismo

Per la pace e i diritti umani

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 21 dell'11 gennaio 2016

 

In questo numero:

Una lettera aperta alle forze politiche democratiche

 

APPELLI. UNA LETTERA APERTA ALLE FORZE POLITICHE DEMOCRATICHE

 

Vi rivolgiamo un appello: ad adoperarvi affinche' il governo italiano receda immediatamente dalla decisione di inviare centinaia di soldati alla diga di Mosul in Iraq.

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Questa decisione, se realizzata, potrebbe avere conseguenze funeste: la diga e' infatti a breve distanza dalla citta' di Mosul che e' nelle mani dell'organizzazione terrorista dell'Isis; inviare li' i nostri soldati significa esporli assurdamente all'elevatissimo rischio di essere vittime di un attentato stragista; e con essi esporre altresi' le maestranze della diga e le popolazioni che vivono nei dintorni ed a valle di essa; e con essi altresi' chi vive in Italia, poiche' nella scellerata, sanguinaria strategia dell'Isis, nella logica della "guerra asimmetrica" e dell'escalation onnidistruttiva che i terroristi (ed i loro ispiratori e finanziatori) con i loro disumani crimini perseguono, al dispiegamento dei nostri soldati li' seguira' prevedibilmente l'organizzazione di attentati terroristici nel nostro paese.

La decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul e' quindi un atto insensato, immorale, illegale, che mette in pericolo inutilmente ed assurdamente centinaia e forse migliaia di vite innocenti.

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Non solo. Questa decisione non soltanto non sara' utile nella lotta contro il terrorismo, ma sara' vantaggiosa per i criminali dell'Isis, che presenteranno la nostra presenza alla diga di Mosul come "invasione crociata", ovvero - fuori dal loro delirante linguaggio - come occupazione militare dei territorio iracheno da parte di uno dei paesi membri dell'alleanza che gia' porto' la sua guerra in Iraq e che gia' l'Iraq occupo' militarmente; dell'alleanza che commise in quei frangenti in Iraq crimini di guerra e crimini contro l'umanita'; dell'alleanza che ha devastato la Libia provocando il caos e i massacri che la' tuttora continuano; dell'alleanza di cui alcuni paesi da lunghi mesi con i loro bombardamenti in Iraq e in Siria continuano ad uccidere non soltanto miliziani e terroristi ma anche civili innocenti due volte vittime; e poco vale ricordare che prima di quelle guerre e quelle devastazioni in quei paesi vi erano criminali dittature, poiche' la situazione attuale nell'insieme non e' affatto migliore, ed un crimine non ne giustifica mai un altro.

Presentandoci come "invasori crociati" l'Isis otterra' presso un vasto uditorio sensibile alla sua propaganda e memore degli orrori commessi dalla coalizione occidentale nel Vicino e nel Medio Oriente un effettuale consenso al suo criminale agire: l'invio dei nostri soldati a Mosul si risolvera' paradossalmente quindi in un effettuale favoreggiamento dell'Isis. E per avvantaggiare l'Isis il governo vorra' esporre alla morte centinaia e forse migliaia di innocenti? E' un crimine ed una follia.

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Altro e' cio' che occorre: non invio di soldati, non azioni militari, non atti di guerra; ma un'operazione di polizia internazionale cosi' come indicato dall'Onu.

Un'organizzazione criminale va contrastata con la forza e con le risorse del diritto, dell'azione penale, della civilta' giuridica. Pensare di contrastare il terrorismo con la guerra significa far ottenere ai terroristi il risultato che si prefiggevano: scatenare stragi su sempre piu' vasta scala.

In Iraq l'Italia ha gia' pagato un elevato tributo di sangue alla follia dei signori della guerra: con le vittime della strage di Nassiriya. Occorre far recedere il governo da una decisione stoltissima e sciaguratissima che potrebbe provocare altre ecatombi.

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Vi rivolgiamo pertanto questo appello: ad adoperarvi affinche' il governo receda immediatamente dalla decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul in Iraq.

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Il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"

Viterbo, 11 gennaio 2016

Per ulteriori informazioni: "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul", presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: comitatononviolento at gmail.com; comitatononviolento at outlook.it; comitato_nonviolento at libero.it

 

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