[Nonviolenza] Telegrammi. 2224



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2224 dell'11 gennaio 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. La via della pace e della legalita' che salva le vite

2. Un modello di mozione da proporre ai consigli comunali, provinciali e regionali

3. Un modello di lettera ai ministri ed alcuni indirizzi utilizzabili

4. Un modello di lettera da inviare ai mezzi d'informazione

5. Due petizioni su Change e su Avaaz

6. Una iniziativa di sostegno a distanza per gli orfani di Kobane

7. Peppe Sini: Dentro le mura di casa e nelle piazze delle citta'

8. Giobbe Santabarbara: Clandestino sara' lei

9. Maria Luigia Casieri presenta "Cuore di tenebra" di Joseph Conrad

10. Segnalazioni librarie

11. La "Carta" del Movimento Nonviolento

12. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. LA VIA DELLA PACE E DELLA LEGALITA' CHE SALVA LE VITE

 

Per contrastare tutte le stragi questa e' la via: la via della pace e della legalita' che salva le vite; la via della nonviolenza.

La guerra e il terrorismo si contrastano con la smilitarizzazione dei conflitti e delle societa', con il disarmo, con l'azione umanitaria per salvare le vite, con la promozione della democrazia, della giustizia sociale e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Chi ancora persevera nella guerra, nel riarmo, nel mantenimento e potenziamento degli eserciti, nelle occupazioni militari, nell'uccidere gli esseri umani, non ha ancora avuto notizia degli orrori del XX secolo.

Dopo Auschwitz e dopo Hiroshima l'intera umanita' sa che siamo uniti da un unico destino di vita o di morte, sa che o aboliremo la guerra o la guerra ci estinguera', sa che non vi e' altra difesa e speranza e cammino che la scelta della nonviolenza, la nonviolenza di cui la Resistenza antifascista e il movimento femminista sono stati nel nostro paese, nel nostro continente, i maggiori inveramenti storici, la corrente calda.

*

In Italia ci troviamo, della politica del nostro paese siamo corresponsabili. Che sia il nostro paese ad abbandonare la via della guerra e della violenza assassina ed a scegliere la via della pace e della legalita' che salva le vite.

Cominciamo ponendo un obiettivo semplice, realistico, concreto: far recedere il governo dalla stolta e sciagurata decisione di inviare centinaia di soldati italiani incontro alla morte alla diga di Mosul.

Cominciamo da questo, con l'obiettivo chiaro e immediato di salvare tante vite umane innocenti.

Persuadiamo il Governo, il Parlamento, il Presidente della Repubblica a non commettere, a non consentire, a non avallare una scelta folle e criminale.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Salvare le vite e' il primo dovere.

A ciascuno di fare qualcosa.

La nonviolenza e' in cammino.

 

2. MATERIALI. UN MODELLO DI MOZIONE DA PROPORRE AI CONSIGLI COMUNALI, PROVINCIALI E REGIONALI

 

Oggetto: richiesta che il Governo receda dall'annunciata intenzione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul in Iraq

Il Consiglio Comunale/Provinciale/Regionale di...

premesso che

la decisione annunciata dal Governo italiano di inviare centinaia di soldati alla diga di Mosul, in Iraq, si configura come un atto non adeguatamente meditato che puo' avere conseguenze tragiche;

*

rilevato particolarmente che

I. la diga di Mosul e' a pochi chilometri dalla citta' che e' sotto il controllo dell'Isis: sara' facilissimo per l'Isis organizzare un attentato stragista;

II. la presenza di soldati italiani alla diga di Mosul verra' percepita come occupazione militare straniera da parte di uno dei paesi che presero parte alla prima guerra del Golfo (nel corso della quale anche l'Italia partecipo' ai bombardamenti), e che gia' occuparono il paese dopo la seconda guerra del Golfo (occupazione nel corso della quale le truppe di altri paesi della coalizione di cui anche l'Italia faceva parte commisero crimini contro l'umanita'); cosicche' presso un vastissimo uditorio trovera' ascolto la propaganda dell'Isis che definira' la presenza dei soldati italiani come "invasione crociata" e fara' di quei soldati e dell'Italia primari bersagli di attentati stragisti;

III. e' quindi evidente che lungi dal proteggere l'impianto e le maestranze, la presenza dei soldati italiani alla diga di Mosul esporra' l'uno e le altre agli attentati stragisti; ed esporra' ad attentati anche la popolazione italiana tutta indifferenziatamente; cosi' come esporra' a conseguenze letali le popolazioni abitanti nei dintorni della diga ed a valle di essa (un folle attentato che sciaguratamente provocasse la distruzione della diga avrebbe come esito un immane massacro, una catastrofe indicibile);

IV. dalla presenza dei soldati italiani e dalla concreta ed agevole possibilita' di colpirli con attentati stragisti l'Isis ricavera' anche un enorme vantaggio propagandistico, e da questo vantaggio deriveranno per l'organizzazione terrorista ulteriore consenso, ulteriore espansione, ulteriori reclutamenti; cosicche' e' del tutto evidente che quella improvvida e insensata presenza militare italiana raggiungera' il solo risultato di favoreggiare l'organizzazione terrorista, e tanto sangue di innocenti sara' sparso assurdamente per questo esito scellerato;

V. tutti sanno che il terrorismo va contrastato con un'operazione di polizia internazionale, che ha come indispensabile prerequisito la cessazione delle guerre in corso e quindi degli interventi militari europei ed americani che l'Isis hanno fatto nascere e crescere fino alle attuali dimensioni. L'invio di soldati italiani a Mosul e' del tutto controproducente: poiche' di fatto contribuira' a far morire altri innocenti e con cio' rafforzera' ed estendera' il potere dell'Isis e prolunghera' la schiavitu' delle persone che vivono nelle zone sottoposte alla sua infame e bestiale dittatura mafiosa e nazista;

VI. occorre inoltre dire che dispiegare soldati come "security" di imprese private e' un uso inammissibile, un uso inammissibile che ha gia' provocato delle vittime, come i pescatori indiani uccisi perche' ritenuti pirati (ed un conseguente gravissimo contenzioso internazionale che tuttora perdura, nel quale sono anche state intrappolate le esistenze di due persone che potrebbero essere del tutto innocenti - e tali vanno comunque considerate fino all'emissione di una sentenza definitiva - e che da anni stanno subendo una condizione di sofferenza assolutamente ingiusta in assenza di un regolare giudizio);

VII. ne' si puo' tacere che mentre vari paesi, dagli Stati Uniti d'America alla Russia, alla Francia, a molti altri, stanno eseguendo in Iraq e in Siria una campagna di bombardamenti aerei che hanno provocato molte vittime civili - vittime due volte: della sanguinaria dittatura dell'Isis e dei bombardamenti -, inviare sul terreno soldati italiani che di alcuni di quei paesi che bombardano si presentano come alleati li espone vieppiu' ad essere vittime non solo degli attentati dell'Isis ma anche della vendetta di disperati sopravvissuti ai bombardamenti dei nostri alleati;

VIII. il disegno dei terroristi e' persuaderci ad assecondare i loro piani sanguinari: a rispondere ai loro attentati con atti di guerra contribuendo cosi' ad una spirale distruttiva e onnicida, ad una escalation apocalittica che e' il perno della loro retorica nichilista e della loro disumanata ideologia. Ogni intervento militare, ogni azione bellica, e' un atto di folle complicita' con la criminale follia dell'Isis. In Italia abbiamo conosciuto tremende stagioni di violenza terroristica - fascista, nichilista, mafiosa - e sappiamo che il terrorismo si puo' e si deve contrastare con la legalita' che salva le vite, con la democrazia che rispetta e promuove i diritti umani, e non con la guerra e la dittatura: la guerra e la dittatura sono gia' terrorismo, sono l'oscena vittoria del terrorismo;

IX. l'Isis e' stato creato dalle nostre guerre; proseguire sulla strada dell'intervento militare euroamericano avra' come risultato di rafforzarlo, e di far morire o ridurre in schiavitu' tanti altri innocenti. Tutti gli studiosi, gli osservatori, gli operatori istituzionali onesti lo sanno e lo dicono da tempo, e chiunque puo' averne piena contezza se solo leggesse gli studi e i documenti degli esperti che sono ampiamente disponibili;

X. gia' anni fa un altro governo mando' al massacro altri soldati italiani in Iraq, le vittime della strage di Nassiriya. Il governo attuale non ripeta quel tragico errore;

*

con la presente mozione

1. chiede che il Governo receda dall'annunciata intenzione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul;

2. da' mandato al Presidente del Consiglio ed al Presidente della Giunta Comunale/Provinciale/Regionale di...

- di trasmettere la presente mozione al Governo nella persona del Presidente del Consiglio dei Ministri, e per opportuna conoscenza al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato, alla Presidente della Camera dei Deputati;

- di renderla pubblica attraverso le consuete forme di comunicazione istituzionale dell'ente (affissione all'albo, pubblicazione nel sito istituzionale, invio ai mezzi d'informazione locali e nazionali, invio ai dirigenti e agli uffici dell'ente per affissione al pubblico, invio agli altri enti pubblici del territorio, etc.);

- di promuovere l'informazione, la sensibilizzazione e l'impegno della popolazione del territorio amministrato per la pace e la difesa dei diritti umani.

 

3. MATERIALI. UN MODELLO DI LETTERA AI MINISTRI ED ALCUNI INDIRIZZI UTILIZZABILI

 

Un modello di lettera ai ministri:

Egregi ministri,

receda il governo dalla decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul. Receda il governo da una decisione insensata e illegale che puo' avere conseguenze catastrofiche. Receda il governo dal commettere un tragico errore che puo' costare innumerevoli vite umane.

Ascoltate la voce della vostra stessa coscienza. Salvare le vite e' il primo dovere.

Distinti saluti.

*

Alcuni indirizzi di posta elettronica cui scrivere:

Presidenza del Consiglio dei Ministri: matteo at governo.it; segreteria.presidente.renzi at governo.it; centromessaggi at governo.it; cerimonialedistato at governo.it; segrcd at governo.it; ufficio_stampa at governo.it; segreteriadelportavoce at governo.it; uscm at palazzochigi.it; ucm at palazzochigi.it; urpdfp at funzionepubblica.it; segreteriacd at protezionecivile.it; ddg at governo.it; info at gioventu.it; urp at serviziocivile.it; info at politicheeuropee.it; riformeistituzionali at palazzochigi.it; segreteria.pariop at governo.it; segreteriacapodipartimento.affariregionali at governo.it; rapportiparlamento at governo.it; diset at palazzochigi.it; dipe.segreteriacd at governo.it; segrgen at governo.it; uci at governo.it;

Ministro per gli affari regionali: segreteria.ministrolanzetta at palazzochigi.it; segreteria.fiorentino at governo.it; legislativo.dar at governo.it; ufficiostampa.affariregionali at governo.it;

Dipartimento per i rapporti con il Parlamento: p.aquilanti at governo.it; a.sabbatella at governo.it; rapportiparlamentodipartimento at governo.it; rapportiparlamentodipartimentoufficio1 at governo.it; rapportiparlamentodipartimentoufficio2 at governo.it; rapportiparlamentodipartimentoufficio3 at governo.it;

Semplificazione e  pubblica amministrazione: gabinetto at governo.it; legislativo at governo.it; s.laudisa at governo.it; segreteriasottosegretariorughetti at governo.it; a.damato at governo.it; g.petrelli at governo.it;

Affari Esteri: gabinetto at esteri.it; SGUDC at esteri.it; uap at esteri.it; unita.crisi at esteri.it; ufficio.statistica at esteri.it;

Interno: gabinetto.ministro at interno.it; caposegreteria.ministro at interno.it; segreteriatecnica.ministro at interno.it; segreteriaufficiostampa at interno.it; ufficiocomunicazione at interno.it; responsabile.pubblicazione at interno.it;

Giustizia: callcenter at giustizia.it; redazione at giustizia.it; webmaster at giustizia.it; matteo.bianchi01 at giustizia.it; centrocifra.gabinetto at giustizia.it; responsabiletrasparenza.gabinetto at giustizia.it;

Difesa: spi at gabmin.difesa.it; udc at gabmin.difesa.it;

Economia e Finanze: segreteria.capogabinetto at tesoro.it; alessandro.tonetti at tesoro.it; edoardo.valente at tesoro.it; fabrizio.pagani at tesoro.it; caposegreteria.ministro at tesoro.it; portavoce at tesoro.it; ufficio.stampa at tesoro.it; segreteria.ucd at tesoro.it; segreteria.aiutantedicampo at tesoro.it; segreteria.direttoregabinetto at tesoro.it; segreteria.sica at tesoro.it; legislativo at tesoro.it; legislativo.finanze at tesoro.it; ufficio.stampa at tesoro.it;

Sviluppo economico: segreteria.ministro at mise.gov.it; segreteria.capogabinetto at mise.gov.it; segrpanzironi.vcgab at mise.gov.it; barbara.luisi at mise.gov.it; direttore.oiv at mise.gov.it; segreteriatecnica.ministro at mise.gov.it; ufficio.legislativo at mise.gov.it; cons.dip at mise.gov.it; gerardo.orsini at mise.gov.it;

Politiche agricole: ministro at mpaaf.gov.it; capogabinetto.segr at mpaaf.gov.it; vicecapodigabinetto1 at mpaaf.gov.it; vicecapogabinetto.lasalvia at mpaaf.gov.it; ministro.caposegreteria at mpaaf.gov.it; ministro.segreteria at mpaaf.gov.it; gabinetto.segreteriatecnica at mpaaf.gov.it; segreteria.ufficiostampa at mpaaf.gov.it; ufficiostampa at mpaaf.gov.it;

Ambiente: segreteria.capogab at minambiente.it; segreteria.vicecapogab at minambiente.it; cruciani.loredana at minamabiente.it; nardi.franca at minambiente.it; durso.roberto at minambiente.it; calabresi.oriana at minambiente.it; sepe.vittorio at minambiente.it; sciomer.carolina at minambiente.it; segreteria.tecnica at minambiente.it; segr.ufficiostampa at minambiente.it; ufficiostampa at minambiente.it;

Infrastrutture e trasporti: segreteria.ministro at mit.gov.it; ivano.russo at mit.gov.it; giada.fazzalari at mit.gov.it; segreteria.decaro at mit.gov.it; cosimo.durante at mit.gov.it; emmanuele.forlani at mit.gov.it; marcello.dicaterina at mit.gov.it; nicola.bonaduce at mit.gov.it; fpaola.anelli at mit.gov.it; mteresa.dimatteo at mit.gov.it; piero.dalessio at mit.gov.it; raffaele.ditrani at mit.gov.it; lucia.falsini at mit.gov.it; ufficio.stampa at mit.gov.it; enrico.seta at mit.gov.it; legislativo.segr at mit.gov.it; antonella.nicotra at mit.gov.it; pietro.gallo at mit.gov.it; oiv at mit.gov.it; cosimo.caliendo at mit.gov.it; alessandro.molinaro at mit.gov.it; giuseppina.zarra at mit.gov.it; aff.internazionali at mit.gov.it;

Lavoro e politiche sociali: segrgabinetto at lavoro.gov.it; Patrocini at lavoro.gov.it; ufficioconvegniministro at lavoro.gov.it; segreteriatecnica at lavoro.gov.it; ufficiolegis at lavoro.gov.it; ufficiostampa at lavoro.gov.it; cons.dipl.lavoro at lavoro.gov.it;

Salute: segr.capogabinetto at sanita.it; a.camera at sanita.it; segreteriaministro at sanita.it; segr.tecnicaministro at sanita.it; segr.legislativo at sanita.it; ra.dragonetti at sanita.it; ufficiostampa at sanita.it; ufficiostampa at sanita.it;

Miur: segreteria.cdg at istruzione.it; segreteria.montesarchio at istruzione.it; segreteria.gargano at istruzione.it; uffstampa at istruzione.it; uffleg.capo at istruzione.it; paolo.sciascia at istruzione.it; e.borelli at istruzione.it; segr.dip.istruzione at istruzione.it; marco.mancini at miur.it; dipprog.segreteria at istruzione.it; segreteria.donghia at istruzione.it; segreteria.reggi at istruzione.it; segreteria.toccafondi at istruzione.it;

Beni culturali: gabinetto at beniculturali.it; ufficiolegislativo at beniculturali.it; ministro.segreteria at beniculturali.it; consiglierediplomatico.segreteria at beniculturali.it; ufficiostampa at beniculturali.it;

E per opportuna conoscenza: pietro.grasso at senato.it; laura.boldrini at camera.it

 

4. MATERIALI. UN MODELLO DI LETTERA DA INVIARE AI MEZZI D'INFORMAZIONE

 

Un modello di lettera ai mezzi d'informazione

Spettabile redazione,

la decisione annunciata alcune settimane fa dal governo di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul in Iraq e' un tragico errore, ed occorre convincere il governo a recedere da essa al piu' presto.

In primo luogo perche' i nostri soldati dislocati a brevissima distanza da una citta' controllata dall'Isis saranno esposti a un probabilissimo attentato terroristico; in secondo luogo perche' la loro presenza invece di essere di protezione per le maestranze, per l'impianto e per la popolazione dell'area circostante ed a valle, esporra' anch'essi a un gravissimo rischio di attentati; in terzo luogo perche' rendera' anche l'Italia un bersaglio primario di attentati terroristici stante la strategia dell'Isis (c'e' del metodo anche in questa criminale follia) di colpire la popolazione civile dei paesi occidentali impegnati con le proprie forze armate nei conflitti in corso nel Vicino e nel Medio Oriente; in quarto luogo perche' quella nostra presenza non solo non sara' utile alla necessaria lotta contro l'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis, ma al contrario favorira' la propaganda dei terroristi (che al loro uditorio ci presenteranno come "invasori crociati").

Sappiamo tutti che le guerre e le occupazioni militari non contrastano il terrorismo, ma lo fanno nascere e lo alimentano; e del resto le guerre stesse sono gia' terrorismo consistendo di stragi.

In Iraq l'Italia ha gia' subito una strage a Nassiriya; impediamo che quell'orrore accada di nuovo.

Il governo revochi quella decisione. Salvare le vite e' il primo dovere.

Distinti saluti,

Nome e cognome

luogo e data

Indirizzo del mittente

 

5. MATERIALI. DUE PETIZIONI SU CHANGE E SU AVAAZ

 

E' possibile sottoscrivere sui siti di Change.org e di Avaaz.org delle petizioni affinche' il governo receda dall'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul; ed ovviamente e' possibile altresi' condividerle e ridiffonderle ulteriormente.

I relativi link sono:

https://www.change.org/p/alla-ministra-della-difesa-roberta-pinotti-gentile-ministra-della-difesa-ripensateci?recruiter=40719206&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_campaign=share_for_starters_page&utm_term=des-lg-no_src-no_msg&fb_ref=Default

https://secure.avaaz.org/it/petition/Al_Presidente_del_Consiglio_dei_Ministri_della_Repubblica_Italiana_Il_governo_receda_dalla_decisione_di_inviare_soldati_/?launch

 

6. REPETITA IUVANT. UNA INIZIATIVA DI SOSTEGNO A DISTANZA PER GLI ORFANI DI KOBANE

 

Tre associazioni curde lanciano un progetto di sostegno a distanza dei 174 bambini rimasti orfani durante l'assedio di Kobane. 30 euro al mese per garantire loro una vita dignitosa e una possibilita' di futuro. Tutte le informazioni su: www.bimbidikobane.com

Kobane non e' solo una citta'. Kobane e' un simbolo di liberta' e determinazione. Kobane e' la speranza concreta che in un Medio Oriente stretto tra Isis e guerra sia possibile costruire un futuro di pace, convivenza e uguaglianza.

Nel luglio 2014 i miliziani del cosiddetto Stato Islamico hanno attaccato Kobane con l'obiettivo di conquistare e sottomettere la citta'. Morte e distruzione hanno invaso le case, i campi e le costruzioni del Rojava, la regione autonoma del Nord della Siria dove da tre anni si sperimenta un progetto di democrazia radicale. Dopo lunghi mesi di assedio, pero', le Unita' di Autodifesa del Popolo femminili (Ypj) e maschili (Ypg) hanno respinto l'attacco jiahdista, mettendo in fuga le truppe dell'Isis. Il 26 gennaio 2015 Kobane e' stata finalmente liberata.

L'assedio di Kobane si e' lasciato dietro una scia di oltre 2.000 morti e di piu' di 400.000 sfollati. Di questi, oltre 250.000 sono gia' rientrati. Il territorio di Kobane, pero', e' ancora devastato.

Oggi, la nuova grande sfida e' la ricostruzione della citta'. Dei suoi edifici, ma anche dei rapporti sociali che la animavano, di condizioni di vita dignitose e delle possibilita' di avere un futuro.

A Kobane, 174 bambini hanno perso i genitori, morti in prima linea combattendo l'Isis. La comunita' locale sta gia' progettando la costruzione di un centro polifunzionale dove accogliere e accudire in forma collettiva questi orfani, garantendo loro un tetto, la possibilita' di studiare e le cure mediche necessarie. Questo progetto, pero', ha costi alti e tempi molto lunghi.

Nel frattempo, questi bambini hanno bisogno dell'aiuto di tutti noi. Il sostegno a distanza e' uno strumento per aiutare concretamente chi ha sofferto la guerra e la perdita dei genitori. Ed e' anche un modo per esprimere una solidarieta' attiva alla resistenza di Kobane e al progetto di autonomia democratica che i suoi cittadini stanno mettendo in pratica.

Il sostegno a distanza ha l'obiettivo di garantire una vita degna ai bimbi di Kobane e di dare loro la speranza di un futuro sereno, entrando nelle case come amici e costruttori di pace, per superare le barriere dell'indifferenza e gettare le basi di una nuova societa' solidale.

L'impegno richiesto e' il versamento di 30 euro mensili per ciascun bambino.

Le associazioni promotrici - dall'Italia: Uiki Onlus (Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia); dal Rojava: Sara: Associazione Contro la Violenza sulle Donne; da Kobane: Associazione dei Familiari dei Martiri - si rendono garanti del progetto, favorendo i contatti diretti tra chi aiuta e chi e' aiutato.

"Bimbi di Kobane" si inserisce nell'ambito dei progetti per la ricostruzione della citta' definiti dal Kobane Reconstruct Board (more info: www.helpkobane.com).

Per maggiori informazioni: www.bimbidikobane.com

 

7. LE ULTIME COSE. PEPPE SINI: DENTRO LE MURA DI CASA E NELLE PIAZZE DELLE CITTA'

 

Dentro le mura di casa e nelle piazze delle citta' la violenza maschilista e' il primo oppressore dell'umanita', la prima radice di ogni altra violenza, il primo facitore di male.

E contrastare la violenza maschilista e' quindi il primo impegno, il primo dovere, la prima vitale necessita' di ogni persona di volonta' buona.

Solo se si contrasta la violenza maschilista si puo' costruire la pace, la giustizia, la solidarieta' che riconosce ed invera l'infinito valore di ogni umana esistenza, la piena dignita' di tutti gli esseri umani.

Due sono le storiche e fondamentali esperienze novecentesche della nonviolenza in Europa: la resistenza antifascista e il movimento femminista; nella preziosa continuita' con esse oggi il primo nostro dovere e' la lotta contro la violenza maschilista e patriarcale, la lotta che fonda e s'intreccia con tutte le resistenze a tutte le menzogne e le oppressioni, con tutte le esperienze di solidarieta' e di liberazione, con tutti i movimenti impegnati per salvare la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.

*

Non sara' possibile contrastare la guerra e tutte le uccisioni se non si sconfigge la violenza maschilista.

Non sara' possibile contrastare il razzismo e tutte le persecuzioni se non si sconfigge la violenza maschilista.

Non sara' possibile contrastare le ingiustizie sociali se non si sconfigge la violenza maschilista.

Non sara' possibile la guarigione dalle piu' profonde e dolorose e spaventose occlusioni e repressioni e mutilazioni psicologiche e culturali se non si sconfigge la violenza maschilista.

Non sara' possibile la liberazione delle oppresse e degli oppressi se non si sconfigge la violenza maschilista.

Non sara' possibile difendere la biosfera nel suo insieme e nell'infinita varieta' delle forme di vita se non si sconfigge la violenza maschilista.

Non sara' possibile un'umanita' di persone libere e solidali, eguali in diritti e dignita', tutte responsabili del bene comune, se non si sconfigge la violenza maschilista.

Sconfiggere nelle culture e nelle societa' la violenza maschilista, sconficcare dal cuore degli uomini e del mondo la violenza maschilista, liberarsene tutti e tutte, e' il primo passo per restituire umanita' all'umanita', per rendere il mondo abitabile ad ogni persona, per poter vivere un'esistenza degna e solidale, limpidamente conscia della natura relazionale ed empatica della nostra esperienza vitale, del nostro stare in un mondo plurale e condiviso.

*

Io che scrivo queste righe sono un uomo. Cui il movimento femminista apri' gli occhi e il cuore e la testa molti anni fa. Al militante politico leopardiano e marxista che ero gia', il femminismo insegno' verita' ineludibili sul piano della ragion pura e della ragion pratica, e una percezione, una facolta' di comprensione e giudizio, un sguardo sul mondo, sulle persone e su me stesso persona nel mondo, nella concreta coscienza del partire da se', che i corpi contano, che il personale e' politico, che l'umanita' e' plurale, che ogni relazione e' dialogica, che la lotta per la liberazione delle oppresse e degli oppressi da tutte le menzogne e da tutte le violenze richiede una concreta coerenza, una rigorizzazione dei ragionamenti e delle condotte, un impegno che comincia dal rispetto, dall'accudimento, dall'amore per chi ti e' piu' vicino e solo cosi' l'umanita' intera idealmente connette e raggiunge.

So che la prima lotta che in quanto uomo devo condurre e' quella contro il fascista che e' in me.

So che la violenza sulle donne e' un problema degli uomini.

So che ogni giorno e' da praticare sia il conflitto contro l'iniquita' che la comunicazione con l'umanita', uscendo dal silenzio e disponendosi all'ascolto, abbattendo il muro delle imposte diseguaglianze e delle materiali e immateriali alienazioni che pietrificano; agendo con la fermezza ma anche con la delicatezza della nonviolenza, con la persuasa tenacia e l'avvolgente tenerezza di chi lotta per salvare le vite, di chi lotta per condividere il mondo e la sobria felicita' che nel mondo e' possibile, e possibile solo se condivisa fra tutte e tutti.

*

Si avvicina il 14 febbraio: e' il giorno in cui le donne di tutto il mondo sfidano la violenza maschilista e patriarcale manifestando in tutte le citta', i paesi, i villaggi nella forma che piu' intensamente afferma il valore, la dignita' dei nostri stessi corpi di esseri fatti di carne che sentono e pensano: danzando.

Si avvicina il 14 febbraio, e poi l'8 marzo. Ma ogni giorno deve essere il 14 febbraio del miliardo di donne che si sollevano, dell'umanita' intera che si solleva con esse dalla barbarie all'umanita'; ogni giorno deve essere l'8 marzo dell'internazionale futura umanita' che Clara Zetkin e Rosa Luxemburg - ed infinite altre - chiamarono alla lotta affinche' la liberazione fosse dell'umanita' intera; ogni giorno e' il giorno in cui devi contrastare la violenza maschilista. Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza che a tutte le violenze e le menzogne si oppone, con l'amore per il mondo. Vivendo un'esistenza che sappiamo finira', vivendo un'esistenza che possiamo e dobbiamo rendere degna, vivendo un'esistenza che ad ogni esistenza riconosca valore, e speranza di liberazione, e condivisa felicita'.

 

8. SCORCIATOIE. GIOBBE SANTABARBARA: CLANDESTINO SARA' LEI

 

L'istituzione del cosiddetto "reato di clandestinita'" e' stata una delle infamie piu' squallide del governo dei razzisti, dei fascisti, dei mafiosi, dei prosseneti e dei corruttori.

Criminale non e' chi e' costretto a lasciare il suo paese, ma chi ve lo costringe, chi specula sul suo dolore, chi rifiuta di aiutare le vittime dell'ingiustizia globale, chi schiavizza e condannare alla fame e alla morte degli esseri umani innocenti.

Le piu' autorevoli figure della magistratura e delle forze dell'ordine, non solo il papa o chi si e' posto alla scuola di Primo Levi e di Nelson Mandela, concordano sulla necessita' di abolire quell'antinorma razzista e disumana.

Non si perda altro tempo: si abolisca quella scellerata infamia, si torni ad essere un paese civile.

E ci si decida finalmente a rispettare la Costituzione della Repubblica Italiana, a rispettare la Dichiarazione universale dei diritti umani; ci si decida a salvare le vite, che e' il primo dovere.

Ci si decida, ripetiamolo ancora una volta, a riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi liberamente sull'unico pianeta casa comune dell'umanita'.

Ci si decida, ripetiamolo ancora una volta, a riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di entrare nel nostro paese in modo legale e sicuro.

 

9. LIBRI. MARIA LUIGIA CASIERI PRESENTA "CUORE DI TENEBRA" DI JOSEPH CONRAD

[Ringraziamo Maria Luigia Casieri per questo intervento.

Maria Luigia Casieri, nata a Portici (Na) nel 1961, dottoressa in scienze pedagogiche, ha lungamente insegnato nella scuola dell'infanzia ed e' attualmente preside di un istituto comprensivo; e' una delle principali animatrici del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo. Ha organizzato a Viterbo insieme ad altri il "Tribunale per i diritti del malato"; assistente sociale, ha svolto un'esperienza in Germania nell'ambito dei servizi di assistenza per gli emigrati italiani; rientrata in Italia si e' impegnata nel settore educativo; per dieci anni ha prestato servizio di volontariato in una casa-famiglia per l'assistenza ai minori; dal 1987 insegnante di ruolo nella scuola per l'infanzia, dal 2014 e' dirigente scolastica; ha preso parte a numerose iniziative di pace, di solidarieta', per i diritti; ha tenuto relazioni a convegni e corsi di aggiornamento, e contribuito a varie pubblicazioni; ha collaborato con la cattedra di Psicologia dell'educazione presso la Terza Universita' di Roma. Opere di Maria Luigia Casieri: Il contributo di Emilia Ferreiro alla comprensione dei processi di apprendimento della lingua scritta, 5 voll., Viterbo 2004.

Joseph Conrad (Berdycin, 1857 - Bishopsbourne, 1924) e' uno scrittore che conosce il cuore dell'uomo e del mondo, la lettura delle cui opere e' un dovere ineludibile e grande un acquisto di conoscenza]

 

Cupa, lugubre e tenebrosa e' l'atmosfera che si respira durante tutta la lettura: dall'inizio alla fine.

Echeggia la percezione di un mondo selvaggio e primitivo in cui nebbia e tenebra si infittiscono man mano che ci si addentra.

Man mano che ci si addentra si disvela come di selvaggio e tenebroso ci sia solo il cuore e la mente del protagonista, occidentale ed evoluto, che di tenebra investe il mondo che lo circonda.

Quel mondo "primitivo" che rimane incomprensibile e tuttavia colto nel suo sgomento, nelle presenze che appaiono e si dissolvono, nel silenzio ovattato, nel suo grido di volta in volta di paura, di lacerante disperazione, di eccitazione o di morte, di flebile rassegnazione all'incomprensibile.

E la tenebra rimane la cifra di cio' che resta incomprensibile nell'incontro tra i due mondi e nell'orrore in quanto radicalmente inaccessibile ad ogni processo di comprensione.

L'orrore viene accennato, evocato, presagito, lasciato immaginare, solo in parte narrato e infine detto.

Ma all'orrore non si indulge compiacendo la partecipazione emotiva del lettore. Il lettore viene accostato all'orrore attraverso la mediazione di un linguaggio astratto, che sa essere forte e tagliente, senza complicita' nella sostanza ma cosi' alto, rarefatto e sublime da mantenere una distanza tra il lettore e l'orrore. La distanza della ragione.

La ragione, incarnata dalla voce narrante e a tratti smarrita dal protagonista, cosi' come la civilta', sono la "soglia", il limite oltre il quale si apre il baratro dell'orrore.

 

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- AA. VV., Africa il nostro futuro, "Limes. Rivista italiana di geopolitica", n. 12, dicembre 2015, Gruppo Editoriale L'Espresso, Roma 2015, pp. 224 (+ 12 tavole fuori testo), euro 14.

*

Riletture

- Marivaux, Theatre complet, Gallimard, Paris 1949, 1984, pp. LXII + 1570.

*

Riedizioni

- Marco Ariani, Petrarca, Rcs, Milano 2015, pp. 416, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

 

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

12. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2224 dell'11 gennaio 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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