[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 71
- Subject: [Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 71
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- Date: Thu, 7 Jan 2016 12:42:45 +0100 (CET)
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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)
Numero 71 del 7 gennaio 2016
In questo numero:
1. Al Ministro della Giustizia per la revoca di una ingiusta e pericolosissima decisione annunciata dal governo
2. Un modello di mozione da proporre ai consigli comunali, provinciali e regionali
3. Un modello di lettera ai ministri ed alcuni indirizzi utilizzabili
4. Due petizioni su Change e su Avaaz
5. Il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"
6. Una iniziativa di sostegno a distanza per gli orfani di Kobane
7. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
8. Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre
9. Hic et nunc, quid agendum
1. LETTERE. AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA PER LA REVOCA DI UNA INGIUSTA E PERICOLOSISSIMA DECISIONE ANNUNCIATA DAL GOVERNO
Egregio Ministro della Giustizia,
alcune settimane fa il presidente del Consiglio dei Ministri ha sorprendentemente annunciato in un programma televisivo l'incredibile decisione del governo di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, in Iraq, in funzione di "security" di un'impresa italiana vincitrice di un appalto cola'.
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Credo che a lei non possa sfuggire l'enormita' della cosa: Mosul e' una roccaforte dell'Isis e la diga e' a breve distanza: inviare li' dei soldati italiani significa esporli ad un elevatissimo rischio di essere fatti bersaglio di un attentato terrorista, significa quasi invitare l'Isis a commettere un'agevole strage.
In Iraq l'Italia ha gia' pagato un elevato tributo di sangue alla politica degli interventi bellici e delle occupazioni militari: nessuno puo' dimenticare la strage di Nassiriya.
E nessuno puo' dimenticare neppure che l'Italia assurdamente prese parte ai bombardamenti della prima guerra del Golfo, e che prese parte all'occupazione militare seguita alla seconda guerra del Golfo (occupazione durante la quale da parte di soldati di altri paesi occupanti nostri alleati furono commessi gravissimi crimini contro l'umanita').
Il pericolo per i nostri soldati alla diga di Mosul e' immenso; esporveli e' insensato e inammissibile.
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Peraltro la presenza dei nostri soldati li' mette in pericolo non solo le loro stesse vite (e sarebbe gia' del tutto inaccettabile), ma anche quelle delle maestranze che in teoria essi dovrebbero proteggere; cosi' come delle popolazioni residenti nei dintorni ed a valle della diga, poiche' se l'Isis volesse commettere un attentato stragista contro i nostri soldati - come e' purtroppo e sciaguratamente prevedibilissimo - verosimilmente provocherebbe la morte anche dei lavoratori civili li' presenti, e se l'attentato fosse di considerevoli dimensioni potrebbe danneggiare la diga con esiti apocalittici per le popolazioni a valle dell'impianto.
Il pericolo di un immane massacro conseguente all'annunciata decisione e' enorme; esporre tante persone a un cosi' grave pericolo di morte e' insensato e inammissibile.
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E c'e' dell'altro ancora da considerare: poiche' la propaganda dell'Isis rappresenterebbe la nostra presenza militare li' nei termini (tipici del suo stereotipato e dereistico linguaggio) di una "invasione crociata", ne conseguirebbe che - nella logica aberrante che muove quell'organizzazione criminale - l'Italia intera diverrebbe primario obiettivo di attentati terroristici, poiche' in quella scellerata logica assassinare persone in Italia sarebbe una efficace forma di "propaganda del fatto".
Il pericolo di attentati in Italia, oggi invero astratto e remoto, a seguito dell'invio di centinaia di nostri soldati a Mosul diventerebbe prossimo e concreto; ed esporre - peraltro del tutto gratuitamente, senza alcuna necessita' ne' utilita' - il nostro paese a un simile gravissimo pericolo e' ancora una volta insensato e inammissibile.
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Infine: il dispiegamento dei nostri soldati a Mosul non solo non sara' utile alla necessaria e doverosa lotta dell'intero mondo civile, dell'umanita' intera, contro la scellerata follia dell'Isis, ma si risolvera' addirittura in un vantaggio per l'Isis: poiche' la sua capacita' di colpirci ne verra' agevolata, e poiche' la sua propaganda ne verra' enormemente rafforzata. Mentre alcuni nostri tradizionali alleati continuano nei loro bombardamenti aerei (mietendo anche numerose vittime civili e rendendo ancor piu' disperata la vita delle popolazioni che gia' subiscono la dittatura schiavista dell'organizzazione mafiosa e nazista dell'Isis), i nostri soldati dislocati sul terreno diverranno vittime sacrificali della furia dell'Isis e la loro uccisione sara' percepita dall'immenso uditorio cui l'organizzazione terrorista si rivolge come l'uccisione di appartenenti alla coalizione che distrusse l'Iraq con due guerre, un decennale embargo e una feroce occupazione militare, alla coalizione che occupa l'Afghanistan in fiamme da decenni, alla coalizione che ha gettato la Libia nel disastro (e a quell'uditorio i crimini di Saddam Hussein o di Gheddafi o di altri sanguinari dittatori regionali sembreranno comunque poca cosa rispetto alla brutalita' del dominio imperialista, coloniale e razzista che le potenze occidentali hanno lungamente esercitato in Africa e in Asia, e rispetto all'orrore delle guerre infinite degli ultimi decenni).
La decisione del governo rende possibili e fin agevoli gli attentati dell'Isis contro i nostri soldati e i nostri connazionali, e con cio' stesso favoreggera' la propaganda dell'Isis e quindi il suo rafforzamento, la sua espansione, il suo reclutamento; rendere facilmente possibile all'Isis di far morire degli innocenti e di ottenere anche un osceno ed infame vantaggio propagandistico da questo sterminio e' un orrore abominevole; la decisione governativa che apre la via a questo orrore e' pertanto anche per questo una decisione insensata e inammissibile, immorale e illegale.
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E se posso introdurre un argomento apparentemente marginale, ma che marginale non e', questo improprio ed improvvido utilizzo dei soldati italiani come "security" di imprese private e' anch'esso del tutto inammissibile ed espone a rischi sproporzionati, insostenibili, disastrosi; vi e' peraltro del metodo in questa follia: risorse pubbliche vengono asservite a interessi privati, le forze armate dello stato diventano una sorta di milizia privata al servizio di interessi economici non generali ma particolari, al servizio del profitto di alcuni esponendo a un grave rischio tutti i cittadini.
Abbiamo gia' una tragica esperienza al riguardo: la tristissima vicenda dei pescatori indiani uccisi dai soldati imbarcati su una petroliera: due vittime innocenti sono morte assassinate non solo per un tremendo, funesto abbaglio di quei soldati, ma per una scelta sconsiderata e malefica di chi li aveva imbarcati in un servizio che in nessun caso doveva competere ad essi; e questa vicenda ha dato inoltre luogo non solo a un contenzioso internazionale che molto ha danneggiato il nostro paese, ma anche alla vicenda certo meno tragica della morte dei due innocenti pescatori, ma anch'essa assurda e dolorosa, dei due giovani militari che da anni subiscono una condizione di grande sofferenza, due giovani che secondo il diritto vanno ritenuti innocenti fino all'accertamento della eventuale colpevolezza (se loro colpevolezza vi fu, non essendo ancora stato dimostrato in una corte di giustizia che siano stati loro a uccidere le vittime) con sentenza definitiva in un regolare processo. E' una penosa vicenda che dovrebbe pur insegnare qualcosa.
Anche alla luce di questa esperienza la decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul si conferma insensata e inammissibile.
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Ne' si puo' sottovalutare un ultimo inquietante argomento: l'escalation ulteriore che potrebbe seguire a un attacco letale - alla diga o in Italia - da parte dell'Isis.
Cosa fara' il governo italiano al verificarsi di quel tragico scenario? Sara' capace di fermarsi e non commettere altri catastrofici errori, o sara' cosi' grottescamente subalterno alla volonta' dei terroristi da contribuire all'escalation di guerra e di stragi che i terroristi desiderano provocare con i crimini, gli orrori e i massacri che commettono?
Ha detto bene il pontefice cattolico che stiamo assistendo alla "terza guerra mondiale a pezzi"; l'Italia dovrebbe - glielo prescrivono la nostra Costituzione repubblicana, la Carta delle Nazioni Unite, il comune sentire dell'umanita' - impegnarsi per la pace, ed invece qui si rischia di precipitare in una spirale di violenze crescenti, in un gorgo di orrori e follie.
Anche alla luce di questa considerazione la decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul si conferma insensata e inammissibile.
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Egregio Ministro della Giustizia,
credo sia inconfutabilmente dimostrato che la decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul e' un errore logico, etico, giuridico, politico, strategico e tattico. Per dirla in una parola: una decisione palesemente non meditata, del tutto insostenibile sotto ogni profilo, e quindi da revocare al piu' presto.
Quello che invece occorre fare e' cio' che propone l'Onu, ed e' coerente con la nostra Costituzione:
- sul piano della repressione del crimine occorre un'operazione di polizia, per la cui realizzazione indispensabile prerequisito e' la cessazione di atti di guerra e di occupazione militare straniera e l'avvio del disarmo e della smilitarizzazione dei conflitti regionali;
- sul piano politico e diplomatico occorre fermare la dissoluzione degli ordinamenti giuridici legittimi ed avviare una loro adeguata ricostituzione e sovranita' territoriale, un ripristino della legalita' attraverso processi di pace e di dialogo tra le componenti delle popolazioni e delle societa', con l'obiettivo di promuovere ovunque un'organizzazione sociale e istituzionale finalmente adeguatamente democratica e rispettosa dei diritti umani;
- sul piano economico occorre un forte, generoso aiuto umanitario internazionale a sostegno della ricostruzione delle infrastrutture civili, delle funzioni amministrative, dei servizi sociali, della risposta ai bisogni primari della popolazione;
- sul piano umanitario oltre quanto gia' detto occorre hic et nunc altresi' soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra; occorre far cessare l'afflusso di armi ed armati nelle aree di crisi; occorre fare dell'obiettivo di salvare le vite lo scopo primo e assoluto; ed a tal fine sembra essere giunta l'ora di sperimentare con adeguato impegno da parte degli stati le forme di difesa civile non armata e nonviolenta gia' introdotte de jure nel nostro corpus legislativo ma de facto ancora tutte da realizzare.
Per contrastare il terrorismo in modo adeguato occorre inoltre ed infine far tesoro delle esperienze del passato: come le dolorose esperienze che in Italia abbiamo vissuto in decenni non lontani, esperienze dalle quali il nostro paese e' uscito non con atti di guerra e imposizioni autoritarie, ma grazie alla forza della legalita' che salva le vite, grazie alla democrazia che riconosce la dignita' di ogni persona e tutte soccorre nell'ora del bisogno, grazie al vivo riconoscimento e alla persuasa promozione dei diritti di tutti gli esseri umani, grazie alla partecipazione politica del popolo italiano nel comune impegno di condivisione, di responsabilita', di solidarieta'.
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Egregio Ministro della Giustizia,
ci rivolgiamo a lei affinche' si faccia promotore in seno al Consiglio dei Ministri di una riconsiderazione di quella errata, inammissibile, gravissima e pericolosissima decisione, una riconsiderazione che metta capo ad una revoca di essa.
Lo ripetiamo ancora una volta: quella decisione con tutta probabilita' provocherebbe un corso di eventi che porterebbe alla morte di numerosi e forse innumerevoli esseri umani innocenti, quella decisione recherebbe effettuale vantaggio ad una efferata e sanguinaria organizzazione terrorista e schiavista, quella decisione va rigettata senza esitazione.
Per il bene comune. Per salvare le vite.
Non si lasci offuscare e traviare il Consiglio dei Ministri da uno stolto incaponimento nell'errore; riconoscere gli errori e porvi rimedio e' qualita' eminente dell'intelletto umano, dell'umana dignita'. Resosi conto del rischio cui stava esponendo il nostro paese, la nostra gente, tanti innocenti, il Governo sarebbe saggio a recedere da un passo palesemente non meditato. Salvare le vite e' il primo dovere.
Ringraziandola fin d'ora per quanto vorra' fare, voglia gradire distinti saluti ed auguri di ogni bene.
Peppe Sini, per il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"
Viterbo, 7 gennaio 2016
Per ulteriori informazioni: "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul", presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: comitatononviolento at gmail.com; comitatononviolento at outlook.it; comitato_nonviolento at libero.it
2. MATERIALI. UN MODELLO DI MOZIONE DA PROPORRE AI CONSIGLI COMUNALI, PROVINCIALI E REGIONALI
Oggetto: richiesta che il Governo receda dall'annunciata intenzione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul in Iraq
Il Consiglio Comunale/Provinciale/Regionale di...
premesso che
la decisione annunciata dal Governo italiano di inviare centinaia di soldati alla diga di Mosul, in Iraq, si configura come un atto non adeguatamente meditato che puo' avere conseguenze tragiche;
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rilevato particolarmente che
I. la diga di Mosul e' a pochi chilometri dalla citta' che e' sotto il controllo dell'Isis: sara' facilissimo per l'Isis organizzare un attentato stragista;
II. la presenza di soldati italiani alla diga di Mosul verra' percepita come occupazione militare straniera da parte di uno dei paesi che presero parte alla prima guerra del Golfo (nel corso della quale anche l'Italia partecipo' ai bombardamenti), e che gia' occuparono il paese dopo la seconda guerra del Golfo (occupazione nel corso della quale le truppe di altri paesi della coalizione di cui anche l'Italia faceva parte commisero crimini contro l'umanita'); cosicche' presso un vastissimo uditorio trovera' ascolto la propaganda dell'Isis che definira' la presenza dei soldati italiani come "invasione crociata" e fara' di quei soldati e dell'Italia primari bersagli di attentati stragisti;
III. e' quindi evidente che lungi dal proteggere l'impianto e le maestranze, la presenza dei soldati italiani alla diga di Mosul esporra' l'uno e le altre agli attentati stragisti; ed esporra' ad attentati anche la popolazione italiana tutta indifferenziatamente; cosi' come esporra' a conseguenze letali le popolazioni abitanti nei dintorni della diga ed a valle di essa (un folle attentato che sciaguratamente provocasse la distruzione della diga avrebbe come esito un immane massacro, una catastrofe indicibile);
IV. dalla presenza dei soldati italiani e dalla concreta ed agevole possibilita' di colpirli con attentati stragisti l'Isis ricavera' anche un enorme vantaggio propagandistico, e da questo vantaggio deriveranno per l'organizzazione terrorista ulteriore consenso, ulteriore espansione, ulteriori reclutamenti; cosicche' e' del tutto evidente che quella improvvida e insensata presenza militare italiana raggiungera' il solo risultato di favoreggiare l'organizzazione terrorista, e tanto sangue di innocenti sara' sparso assurdamente per questo esito scellerato;
V. tutti sanno che il terrorismo va contrastato con un'operazione di polizia internazionale, che ha come indispensabile prerequisito la cessazione delle guerre in corso e quindi degli interventi militari europei ed americani che l'Isis hanno fatto nascere e crescere fino alle attuali dimensioni. L'invio di soldati italiani a Mosul e' del tutto controproducente: poiche' di fatto contribuira' a far morire altri innocenti e con cio' rafforzera' ed estendera' il potere dell'Isis e prolunghera' la schiavitu' delle persone che vivono nelle zone sottoposte alla sua infame e bestiale dittatura mafiosa e nazista;
VI. occorre inoltre dire che dispiegare soldati come "security" di imprese private e' un uso inammissibile, un uso inammissibile che ha gia' provocato delle vittime, come i pescatori indiani uccisi perche' ritenuti pirati (ed un conseguente gravissimo contenzioso internazionale che tuttora perdura, nel quale sono anche state intrappolate le esistenze di due persone che potrebbero essere del tutto innocenti - e tali vanno comunque considerate fino all'emissione di una sentenza definitiva - e che da anni stanno subendo una condizione di sofferenza assolutamente ingiusta in assenza di un regolare giudizio);
VII. ne' si puo' tacere che mentre vari paesi, dagli Stati Uniti d'America alla Russia, alla Francia, a molti altri, stanno eseguendo in Iraq e in Siria una campagna di bombardamenti aerei che hanno provocato molte vittime civili - vittime due volte: della sanguinaria dittatura dell'Isis e dei bombardamenti -, inviare sul terreno soldati italiani che di alcuni di quei paesi che bombardano si presentano come alleati li espone vieppiu' ad essere vittime non solo degli attentati dell'Isis ma anche della vendetta di disperati sopravvissuti ai bombardamenti dei nostri alleati;
VIII. il disegno dei terroristi e' persuaderci ad assecondare i loro piani sanguinari: a rispondere ai loro attentati con atti di guerra contribuendo cosi' ad una spirale distruttiva e onnicida, ad una escalation apocalittica che e' il perno della loro retorica nichilista e della loro disumanata ideologia. Ogni intervento militare, ogni azione bellica, e' un atto di folle complicita' con la criminale follia dell'Isis. In Italia abbiamo conosciuto tremende stagioni di violenza terroristica - fascista, nichilista, mafiosa - e sappiamo che il terrorismo si puo' e si deve contrastare con la legalita' che salva le vite, con la democrazia che rispetta e promuove i diritti umani, e non con la guerra e la dittatura: la guerra e la dittatura sono gia' terrorismo, sono l'oscena vittoria del terrorismo;
IX. l'Isis e' stato creato dalle nostre guerre; proseguire sulla strada dell'intervento militare euroamericano avra' come risultato di rafforzarlo, e di far morire o ridurre in schiavitu' tanti altri innocenti. Tutti gli studiosi, gli osservatori, gli operatori istituzionali onesti lo sanno e lo dicono da tempo, e chiunque puo' averne piena contezza se solo leggesse gli studi e i documenti degli esperti che sono ampiamente disponibili;
X. gia' anni fa un altro governo mando' al massacro altri soldati italiani in Iraq, le vittime della strage di Nassiriya. Il governo attuale non ripeta quel tragico errore;
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con la presente mozione
1. chiede che il Governo receda dall'annunciata intenzione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul;
2. da' mandato al Presidente del Consiglio ed al Presidente della Giunta Comunale/Provinciale/Regionale di...
- di trasmettere la presente mozione al Governo nella persona del Presidente del Consiglio dei Ministri, e per opportuna conoscenza al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato, alla Presidente della Camera dei Deputati;
- di renderla pubblica attraverso le consuete forme di comunicazione istituzionale dell'ente (affissione all'albo, pubblicazione nel sito istituzionale, invio ai mezzi d'informazione locali e nazionali, invio ai dirigenti e agli uffici dell'ente per affissione al pubblico, invio agli altri enti pubblici del territorio, etc.);
- di promuovere l'informazione, la sensibilizzazione e l'impegno della popolazione del territorio amministrato per la pace e la difesa dei diritti umani.
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Modello di mozione da proporre ai Consigli Comunali, Provinciali e Regionali predisposto dal "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul".
Viterbo, 6 gennaio 2016
Per ulteriori informazioni: "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul", presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: comitatononviolento at gmail.com; comitatononviolento at outlook.it; comitato_nonviolento at libero.it
3. MATERIALI. UN MODELLO DI LETTERA AI MINISTRI ED ALCUNI INDIRIZZI UTILIZZABILI
Un modello di lettera ai ministri:
Egregi ministri,
receda il governo dalla decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul. Receda il governo da una decisione insensata e illegale che puo' avere conseguenze catastrofiche. Receda il governo dal commettere un tragico errore che puo' costare innumerevoli vite umane.
Ascoltate la voce della vostra stessa coscienza. Salvare le vite e' il primo dovere.
Distinti saluti.
*
Alcuni indirizzi di posta elettronica cui scrivere:
Presidenza del Consiglio dei Ministri: matteo at governo.it; segreteria.presidente.renzi at governo.it; centromessaggi at governo.it; cerimonialedistato at governo.it; segrcd at governo.it; ufficio_stampa at governo.it; segreteriadelportavoce at governo.it; uscm at palazzochigi.it; ucm at palazzochigi.it; urpdfp at funzionepubblica.it; segreteriacd at protezionecivile.it; ddg at governo.it; info at gioventu.it; urp at serviziocivile.it; info at politicheeuropee.it; riformeistituzionali at palazzochigi.it; segreteria.pariop at governo.it; segreteriacapodipartimento.affariregionali at governo.it; rapportiparlamento at governo.it; diset at palazzochigi.it; dipe.segreteriacd at governo.it; segrgen at governo.it; uci at governo.it;
Ministro per gli affari regionali: segreteria.ministrolanzetta at palazzochigi.it; segreteria.fiorentino at governo.it; legislativo.dar at governo.it; ufficiostampa.affariregionali at governo.it;
Dipartimento per i rapporti con il Parlamento: p.aquilanti at governo.it; a.sabbatella at governo.it; rapportiparlamentodipartimento at governo.it; rapportiparlamentodipartimentoufficio1 at governo.it; rapportiparlamentodipartimentoufficio2 at governo.it; rapportiparlamentodipartimentoufficio3 at governo.it;
Semplificazione e pubblica amministrazione: gabinetto at governo.it; legislativo at governo.it; s.laudisa at governo.it; segreteriasottosegretariorughetti at governo.it; a.damato at governo.it; g.petrelli at governo.it;
Affari Esteri: gabinetto at esteri.it; SGUDC at esteri.it; uap at esteri.it; unita.crisi at esteri.it; ufficio.statistica at esteri.it;
Interno: gabinetto.ministro at interno.it; caposegreteria.ministro at interno.it; segreteriatecnica.ministro at interno.it; segreteriaufficiostampa at interno.it; ufficiocomunicazione at interno.it; responsabile.pubblicazione at interno.it;
Giustizia: callcenter at giustizia.it; redazione at giustizia.it; webmaster at giustizia.it; matteo.bianchi01 at giustizia.it; centrocifra.gabinetto at giustizia.it; responsabiletrasparenza.gabinetto at giustizia.it;
Difesa: spi at gabmin.difesa.it; udc at gabmin.difesa.it;
Economia e Finanze: segreteria.capogabinetto at tesoro.it; alessandro.tonetti at tesoro.it; edoardo.valente at tesoro.it; fabrizio.pagani at tesoro.it; caposegreteria.ministro at tesoro.it; portavoce at tesoro.it; ufficio.stampa at tesoro.it; segreteria.ucd at tesoro.it; segreteria.aiutantedicampo at tesoro.it; segreteria.direttoregabinetto at tesoro.it; segreteria.sica at tesoro.it; legislativo at tesoro.it; legislativo.finanze at tesoro.it; ufficio.stampa at tesoro.it;
Sviluppo economico: segreteria.ministro at mise.gov.it; segreteria.capogabinetto at mise.gov.it; segrpanzironi.vcgab at mise.gov.it; barbara.luisi at mise.gov.it; direttore.oiv at mise.gov.it; segreteriatecnica.ministro at mise.gov.it; ufficio.legislativo at mise.gov.it; cons.dip at mise.gov.it; gerardo.orsini at mise.gov.it;
Politiche agricole: ministro at mpaaf.gov.it; capogabinetto.segr at mpaaf.gov.it; vicecapodigabinetto1 at mpaaf.gov.it; vicecapogabinetto.lasalvia at mpaaf.gov.it; ministro.caposegreteria at mpaaf.gov.it; ministro.segreteria at mpaaf.gov.it; gabinetto.segreteriatecnica at mpaaf.gov.it; segreteria.ufficiostampa at mpaaf.gov.it; ufficiostampa at mpaaf.gov.it;
Ambiente: segreteria.capogab at minambiente.it; segreteria.vicecapogab at minambiente.it; cruciani.loredana at minamabiente.it; nardi.franca at minambiente.it; durso.roberto at minambiente.it; calabresi.oriana at minambiente.it; sepe.vittorio at minambiente.it; sciomer.carolina at minambiente.it; segreteria.tecnica at minambiente.it; segr.ufficiostampa at minambiente.it; ufficiostampa at minambiente.it;
Infrastrutture e trasporti: segreteria.ministro at mit.gov.it; ivano.russo at mit.gov.it; giada.fazzalari at mit.gov.it; segreteria.decaro at mit.gov.it; cosimo.durante at mit.gov.it; emmanuele.forlani at mit.gov.it; marcello.dicaterina at mit.gov.it; nicola.bonaduce at mit.gov.it; fpaola.anelli at mit.gov.it; mteresa.dimatteo at mit.gov.it; piero.dalessio at mit.gov.it; raffaele.ditrani at mit.gov.it; lucia.falsini at mit.gov.it; ufficio.stampa at mit.gov.it; enrico.seta at mit.gov.it; legislativo.segr at mit.gov.it; antonella.nicotra at mit.gov.it; pietro.gallo at mit.gov.it; oiv at mit.gov.it; cosimo.caliendo at mit.gov.it; alessandro.molinaro at mit.gov.it; giuseppina.zarra at mit.gov.it; aff.internazionali at mit.gov.it;
Lavoro e politiche sociali: segrgabinetto at lavoro.gov.it; Patrocini at lavoro.gov.it; ufficioconvegniministro at lavoro.gov.it; segreteriatecnica at lavoro.gov.it; ufficiolegis at lavoro.gov.it; ufficiostampa at lavoro.gov.it; cons.dipl.lavoro at lavoro.gov.it;
Salute: segr.capogabinetto at sanita.it; a.camera at sanita.it; segreteriaministro at sanita.it; segr.tecnicaministro at sanita.it; segr.legislativo at sanita.it; ra.dragonetti at sanita.it; ufficiostampa at sanita.it; ufficiostampa at sanita.it;
Miur: segreteria.cdg at istruzione.it; segreteria.montesarchio at istruzione.it; segreteria.gargano at istruzione.it; uffstampa at istruzione.it; uffleg.capo at istruzione.it; paolo.sciascia at istruzione.it; e.borelli at istruzione.it; segr.dip.istruzione at istruzione.it; marco.mancini at miur.it; dipprog.segreteria at istruzione.it; segreteria.donghia at istruzione.it; segreteria.reggi at istruzione.it; segreteria.toccafondi at istruzione.it;
Beni culturali: gabinetto at beniculturali.it; ufficiolegislativo at beniculturali.it; ministro.segreteria at beniculturali.it; consiglierediplomatico.segreteria at beniculturali.it; ufficiostampa at beniculturali.it;
E per opportuna conoscenza: pietro.grasso at senato.it; laura.boldrini at camera.it
4. MATERIALI. DUE PETIZIONI SU CHANGE E SU AVAAZ
E' possibile sottoscrivere sui siti di Change.org e di Avaaz.org delle petizioni affinche' il governo receda dall'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul; ed ovviamente e' possibile altresi' condividerle e ridiffonderle ulteriormente.
I relativi link sono:
https://www.change.org/p/alla-ministra-della-difesa-roberta-pinotti-gentile-ministra-della-difesa-ripensateci?recruiter=40719206&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_campaign=share_for_starters_page&utm_term=des-lg-no_src-no_msg&fb_ref=Default
https://secure.avaaz.org/it/petition/Al_Presidente_del_Consiglio_dei_Ministri_della_Repubblica_Italiana_Il_governo_receda_dalla_decisione_di_inviare_soldati_/?launch
5. NOTIZIA. IL "COMITATO NONVIOLENTO PER LA REVOCA DELLA DECISIONE GOVERNATIVA DI INVIARE CENTINAIA DI SOLDATI ITALIANI ALLA DIGA DI MOSUL"
Si e' costituito a Viterbo il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul".
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Il comitato si prefigge di:
1. opporsi all'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, e quindi interloquire con il Governo, il Parlamento e il Presidente della Repubblica affinche' la decisione annunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministri sia revocata dallo stesso governo, ovvero respinta dal parlamento, ovvero non ratificata e quindi vietata dal capo dello stato;
2. esprimere questa opposizione con l'unico scopo di salvare vite umane;
3. agire unicamente in forme e con metodi rigorosamente nonviolenti, assolutamente rispettosi della dignita' e dell'incolumita' di tutte le persone;
4. riaffermare l'opposizione a tutte le guerre e a tutte le uccisioni;
5. riaffermare l'impegno a difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
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Alle persone ed alle associazioni che vogliono impegnarsi in questa iniziativa per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, il comitato propone:
a) di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, ai Parlamentari, al Presidente della Repubblica per chiedere che il governo receda da quella decisione;
b) di invitare altre istituzioni, associazioni, persone, mezzi d'informazione ad impegnarsi al medesimo fine;
c) di promuovere incontri ed iniziative di informazione e coscientizzazione al medesimo fine;
d) di esprimersi e di agire in modi esclusivamente nonviolenti, nel rispetto della verita' e della dignita' umana di tutti gli interlocutori;
d) di essere sempre assolutamente chiari nell'opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violazioni dei diritti umani.
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Il comitato non prevede formali adesioni e si configura come mero movimento d'opinione inteso allo scopo di far revocare l'irragionevole, illegittima e pericolosissima decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.
Il comitato auspica che in ogni provincia d'Italia si costituiscano altri comitati nonviolenti per lo stesso fine e con le stesse modalita' di azione.
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Per contatti: il Comitato ha sede presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: comitatononviolento at gmail.com; comitatononviolento at outlook.it; comitato_nonviolento at libero.it
6. REPETITA IUVANT. UNA INIZIATIVA DI SOSTEGNO A DISTANZA PER GLI ORFANI DI KOBANE
Tre associazioni curde lanciano un progetto di sostegno a distanza dei 174 bambini rimasti orfani durante l'assedio di Kobane. 30 euro al mese per garantire loro una vita dignitosa e una possibilita' di futuro. Tutte le informazioni su: www.bimbidikobane.com
Kobane non e' solo una citta'. Kobane e' un simbolo di liberta' e determinazione. Kobane e' la speranza concreta che in un Medio Oriente stretto tra Isis e guerra sia possibile costruire un futuro di pace, convivenza e uguaglianza.
Nel luglio 2014 i miliziani del cosiddetto Stato Islamico hanno attaccato Kobane con l'obiettivo di conquistare e sottomettere la citta'. Morte e distruzione hanno invaso le case, i campi e le costruzioni del Rojava, la regione autonoma del Nord della Siria dove da tre anni si sperimenta un progetto di democrazia radicale. Dopo lunghi mesi di assedio, pero', le Unita' di Autodifesa del Popolo femminili (Ypj) e maschili (Ypg) hanno respinto l'attacco jiahdista, mettendo in fuga le truppe dell'Isis. Il 26 gennaio 2015 Kobane e' stata finalmente liberata.
L'assedio di Kobane si e' lasciato dietro una scia di oltre 2.000 morti e di piu' di 400.000 sfollati. Di questi, oltre 250.000 sono gia' rientrati. Il territorio di Kobane, pero', e' ancora devastato.
Oggi, la nuova grande sfida e' la ricostruzione della citta'. Dei suoi edifici, ma anche dei rapporti sociali che la animavano, di condizioni di vita dignitose e delle possibilita' di avere un futuro.
A Kobane, 174 bambini hanno perso i genitori, morti in prima linea combattendo l'Isis. La comunita' locale sta gia' progettando la costruzione di un centro polifunzionale dove accogliere e accudire in forma collettiva questi orfani, garantendo loro un tetto, la possibilita' di studiare e le cure mediche necessarie. Questo progetto, pero', ha costi alti e tempi molto lunghi.
Nel frattempo, questi bambini hanno bisogno dell'aiuto di tutti noi. Il sostegno a distanza e' uno strumento per aiutare concretamente chi ha sofferto la guerra e la perdita dei genitori. Ed e' anche un modo per esprimere una solidarieta' attiva alla resistenza di Kobane e al progetto di autonomia democratica che i suoi cittadini stanno mettendo in pratica.
Il sostegno a distanza ha l'obiettivo di garantire una vita degna ai bimbi di Kobane e di dare loro la speranza di un futuro sereno, entrando nelle case come amici e costruttori di pace, per superare le barriere dell'indifferenza e gettare le basi di una nuova societa' solidale.
L'impegno richiesto e' il versamento di 30 euro mensili per ciascun bambino.
Le associazioni promotrici - dall'Italia: Uiki Onlus (Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia); dal Rojava: Sara: Associazione Contro la Violenza sulle Donne; da Kobane: Associazione dei Familiari dei Martiri - si rendono garanti del progetto, favorendo i contatti diretti tra chi aiuta e chi e' aiutato.
"Bimbi di Kobane" si inserisce nell'ambito dei progetti per la ricostruzione della citta' definiti dal Kobane Reconstruct Board (more info: www.helpkobane.com).
Per maggiori informazioni: www.bimbidikobane.com
7. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
8. REPETITA IUVANT. CONTRO TUTTI I TERRORISMI, CONTRO TUTTE LE GUERRE
[Riproponiamo il seguente appello che diffondemmo mesi fa]
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni uccisione e' un crimine.
Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage.
Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.
A tutti i terrorismi occorre opporsi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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La guerra e' il terrorismo portato all'estremo.
Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.
La guerra e' un crimine contro l'umanita'.
Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.
Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.
A tutte le guerre occorre opporsi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.
La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.
Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.
Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli.
Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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La violenza assassina si contrasta salvando le vite.
La pace si costruisce abolendo la guerra.
La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.
La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Cominci l'Italia.
Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.
Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.
Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.
Cominci l'Italia cessando di produrre armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.
Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.
Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.
Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i 72 milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.
Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Ogni vittima ha il voto di Abele.
Alla barbarie occorre opporre la civilta'.
Alla violenza occorre opporre il diritto.
Alla distruzione occorre opporre la convivenza.
Al male occorre opporre il bene.
Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.
Salvare le vite e' il primo dovere.
9. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM
[Riproponiamo il seguente appello che diffondemmo mesi fa]
Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.
Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.
Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.
Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.
Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.
Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.
Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.
Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.
In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.
In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.
In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.
L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.
L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)
Numero 71 del 7 gennaio 2016
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, centropaceviterbo at outlook.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/- Prev by Date: [Nonviolenza] Al Ministro della Giustizia per la revoca di una ingiusta e pericolosissima decisione annunciata dal governo
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