[Nonviolenza] Al Ministro dell'Interno. Possa la sua coscienza essere illuminata
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- Date: Mon, 4 Jan 2016 06:33:37 +0100 (CET)
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AL MINISTRO DELL'INTERNO. POSSA LA SUA COSCIENZA ESSERE ILLUMINATA
Oggetto: richiesta di un urgente impegno per la revoca dell'annunciata decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani a Mosul.
Egregio Ministro dell'Interno,
credo che lei si renda ben conto del fatto che la politica estera di un paese in un mondo globalizzato ha immediate ricadute sulla politica interna.
Basti pensare a come le guerre e le occupazioni militari scatenate ed imposte da statisti folli e criminali ed alle quali purtroppo anche l'Italia ha assurdamente e tragicamente preso parte (dall'Iraq all'Afghanistan alla Libia) hanno destabilizzato intere regioni, disfatto ordinamenti giuridici statuali, suscitato ed alimentato guerre civili e terrorismo, e provocato innumerevoli vittime e costretto milioni di esseri umani a migrazioni bibliche per salvare le propria vite.
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E credo che lei si renda conto altresi' che il pericolo del terrorismo non si contrasta con altro terrore, ma con la democrazia e la difesa nitida e intransigente dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Lei e' molto piu' giovane di me, ma comunque sapra' che negli anni terribili in cui in Italia il terrorismo politico e quello mafioso infuriavano, il popolo italiano e le sue istituzioni democratiche hanno saputo resistere a quell'ondata di orrore proprio con la forza della legalita' che salva le vite, della democrazia che rispetta i diritti; ci sono certo stati episodi tremendi, aberranti e fin abominevoli, ma nell'insieme e finalmente la repubblica democratica ed antifascista, la repubblica dei cittadini, ha prevalso con la forza del diritto.
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E credo anche che lei si renda conto che in uno stato di diritto, costituzionale, democratico, e' cura primaria del potere esecutivo fare quanto e' in proprio potere per difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutte le persone che si trovano nella giurisdizione in cui esercita le funzioni di governo secondo il mandato e nel rispetto delle guarentigie costituzionali.
Ed alla difesa delle liberta' condivise e delle istituzioni democratiche, ed innanzitutto della vita e della sicurezza degli esseri umani, e' preposto il suo ministero.
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Orbene, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha annunciato alcune settimane fa la decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, che si trova a breve distanza da una delle principali citta' irachene controllate dall'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis.
Questa decisione, mi permetta di dichiararlo in tutta franchezza, e' irrazionale, illegittima, controproducente, e puo' avere conseguenze funeste sia per i giovani militari che verranno dispiegati cola', sia per le maestranze civili della diga, sia per le popolazioni che vivono nei dintorni e a valle della diga, sia per l'intera popolazione italiana.
Non solo: questa decisione avra' come effetto certo di essere enormemente vantaggiosa per gli scellerati assassini dell'Isis.
E valga il vero.
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In primo luogo sara' assai agevole per i terroristi dell'Isis aggredire i nostri soldati li', a brevissima distanza da uno dei loro capisaldi.
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In secondo luogo sara' assai efficace la loro callida propaganda nel presentare i nostri soldati come "occupanti crociati" e il nostro paese come avanguardia "sul terreno" della coalizione internazionale che tante stragi ha commesso in Iraq durante la prima e la seconda guerra del Golfo e tanti crimini contro l'umanita' durante l'occupazione militare seguita alla sconfitta della scellerata dittatura di Saddam Hussein.
Tragicamente noi italiani abbiamo effettivamente preso parte ai bombardamenti durante la prima guerra del Golfo; tragicamente noi italiani abbiamo gia' subito un attentato stragista a Nassiriya durante l'occupazione militare dell'Iraq. E paesi nostri alleati come gli Usa e la Francia continuano a bombardare le aree controllate dall'Isis tra Siria ed Iraq, ed i loro bombardamenti continuano a provocare vittime tra la popolazione civile, che e' vittima sia dell'efferata dittatura terrorista e schiavista dell'Isis, sia dei bombardamenti dei nostri alleati.
Inviando i nostri soldati a Mosul il governo li e ci espone agli attentati dei terroristi, ma anche all'odio - e forse alle vendette - di tutti coloro che ci percepiranno come parte della coalizione responsabile della distruzione del paese e della nascita dell'Isis, come "truppe di terra" dell'alleanza euroamericana che li bombarda.
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In terzo luogo questa situazione, questa propaganda, questa percezione, renderanno anche il nostro stesso paese bersaglio privilegiato di attentati stragisti.
Un'analisi rigorosa di quanto e' accaduto in questi ultimi anni e della situazione attuale porta a questa ineludibile conclusione: che l'invio di soldati italiani a Mosul espone l'Italia ad un elevatissimo rischio di attentati terroristici.
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In quarto luogo la decisione presa dal nostro governo di inviare centinaia di soldati alla diga di Mosul esponendoli a un enorme pericolo non solo non sara' efficiente ai fini della lotta contro il terrorismo dell'Isis, ma crea le condizioni per un ulteriore rafforzamento dell'Isis, che si avvantaggera' di questa situazione per pianificare e mettere facilmente a segno altri sanguinari attentati stragisti.
Quella decisione quindi non e' utile alla necessaria lotta contro il terrorismo, ma favoreggera' de facto il terrorismo. E' doloroso dirlo, ma questa e' l'inconfutabile verita'. Ne consegue che sotto ogni profilo, non solo morale e civile, ma anche strategico e tattico, quella decisione e' errata e foriera di male.
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Lei sa bene che per contrastare il terrorismo occorre non la guerra, ma un'azione di polizia e un'azione politica.
Un'azione di polizia che contrasti il crimine e reprima i criminali. Un'azione politica che sostenga le popolazioni e le istituzioni intese a garantire il civile convivere, il benessere comune, i servizi sociali, la pubblica amministrazione. E nell'immediato un'azione umanitaria che fornisca alle popolazioni il necessario per poter vivere.
Ordunque, lei sa bene quanto me che tra guerra ed azione di polizia internazionale vi e' un abisso, e una flagrante opposizione.
La guerra e' essa stessa terrore e uccisioni; la guerra suscita e alimenta il terrorismo essendo terrorismo essa stessa; ed infatti lo scopo che i terroristi si prefiggono con i loro attentati e' di spingerci nella spirale di una escalation bellica e stragista.
L'operazione di polizia mira invece a contrastare i crimini e ad assicurare alla giustizia i criminali.
Nelle regioni africane ed asiatiche in cui operano le organizzazioni terroristiche occorre intervenire secondo le indicazioni di recente espresse dall'Onu. Occorre far cessare le guerre in corso e ricostituire gli ordinamenti giuridici per poter contrastare il terrorismo in modo adeguato. Le azioni belliche, le occupazioni militari, il riarmo e la militarizzazione, effettualmente impediscono la realizzazione delle operazioni di polizia necessarie che sole possono sconfiggere il terrorismo. La cessazione delle guerre e' il prerequisito indispensabile per avviare l'iniziativa adeguata che tutti invocano.
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Ho riassunto - in forma certo troppo cursoria, ma un appello in forma di lettera deve essere per quanto possibile conciso - alcuni pensieri che credo anche lei condivida, come ogni persona di buon senso, come ogni persona sollecita del pubblico bene, come ogni persona preoccupata per i prevedibilissimi esiti nefasti di una decisione che il governo ha preso senza averla sufficientemente ponderata.
Forse alcuni suoi colleghi nei mesi scorsi si sono lasciati trasportare da una retorica tanto roboante quanto vacua, o peggio hanno dato ascolto e credito a non innocenti consigli, a interessi non limpidi, e quindi sventuratamente non hanno saputo vedere la drammatica realta', e a quali inquietanti, sciagurati, tragici sviluppi una decisione improvvida puo' dar luogo.
Forse alcuni suoi colleghi non si sono resi conto che qui sono in gioco delle vite umane, e che una decisione che gratuitamente ed insensatamente espone alla morte tanti esseri umani non solo e' irragionevole, non solo e' immorale, ma e' anche illegale, e malefica.
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Egregio Ministro dell'Interno,
per la sua funzione e per le sue competenze istituzionali lei forse meglio di altri membri del Consiglio dei Ministri puo' rendersi conto degli inammissibili rischi cui quella scelta ci espone, del fatto che essa puo' far morire innumerevoli esseri umani innocenti, del fatto che essa - per una sorta di paradossale, crudele eterogenesi dei fini - finisce per aiutare l'organizzazione criminale dell'Isis, finisce per assecondare i suoi piani di sterminio.
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Egregio Ministro dell'Interno,
in poche, nette parole: le chiedo di farsi promotore in seno al Consiglio dei Ministri della revoca di quella decisione.
Le chiedo di impegnarvisi subito, le chiedo di impegnarvisi con piena contezza e persuasa coscienza.
Si adoperi affinche' il governo receda immediatamente da quella decisione stolta, illecita, sciagurata.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Possa la sua coscienza essere illuminata.
Augurandole ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"
Viterbo, 4 gennaio 2016
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, centropaceviterbo at outlook.it, crpviterbo at yahoo.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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