[Nonviolenza] Telegrammi 2201



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2201 del 19 dicembre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Il crollo della diga. Un appello al presidente del Consiglio dei ministri

2. Fermatevi. Il governo non precipiti l'Italia nell'abisso della guerra e del terrore

3. Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre

4. Hic et nunc, quid agendum

5. In memoria di Emily Bronte, di Paolo Bufalini, di al-Ghazali, di Armando Grava, di Franco Imposimato, di Armando Izzo, di Dwight MacDonald, di Francois Maspero, di Phil Ochs, di Giacomo Perlasca, di Edith Piaf, di Francesco Sabatucci, di Hina Saleem, di Italo Svevo, di Ettore Tibaldi

6. Vecchi libri (alcune segnalazioni dell'agosto 2005)

7. Segnalazioni librarie

8. La "Carta" del Movimento Nonviolento

9. Per saperne di piu'

 

1. APPELLI. PEPPE SINI: IL CROLLO DELLA DIGA. UN APPELLO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

receda immediatamente dalla decisione dell'invio di truppe italiane alla diga di Mosul, decisione le cui conseguenze possono essere funeste e fin catastrofiche.

Non commetta l'errore piu' grave dell'intera sua vita.

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Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

nelle scorse settimane, mentre alcuni suoi ministri deliravano, lei e' apparso essere consapevole degli enormi rischi che una ulteriore escalation dell'intervento bellico euroamericano nel Vicino e nel Medio Oriente avrebbe comportato, con l'esito sia di un'ulteriore estensione delle stragi cola', sia di una ulteriore espansione del terrorismo su scala planetaria. In queste settimane lei e' apparso essere consapevole dei risultati disastrosi delle guerre cui dagli anni Novanta l'Italia ha partecipato (violando la sua stessa legge fondamentale), ed ha piu' volte ricordato la guerra libica del 2011 come esempio di tragico errore da non ripetere.

Ebbene, la decisione di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul contraddice la prudenza e la ragionevolezza che informavano quelle sue precedenti dichiarazioni.

Questa decisione di dispiegare truppe italiane sul terreno, nel cuore del conflitto in corso nell'area tra Iraq e Siria che - destrutturati gli ordinamenti giuridici di quei paesi dalle guerre euroamericane degli scorsi decenni - e' divenuta base territoriale dell'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis,  puo' avere conseguenze tremende.

Una presenza militare italiana alla diga di Mosul rendera' sia quel luogo e le persone li' schierate, sia l'Italia intera, un primario bersaglio dell'azione stragista dell'organizzazione terroristica.

Come chiunque, immagino facilmente le pressioni che possono avere indotto il suo governo a questa stoltissima e sciaguratissima decisione; ma voglio sperare che lei abbia sufficiente buon senso per capire che deve revocarla immediatamente.

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Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

l'Italia ha gia' dato un enorme, scellerato contributo al trionfo dello stragismo e del terrorismo (tanto dei poteri dichiaratamente criminali, quanto degli stati) con la partecipazione alle guerre del Golfo, alla guerra dei Balcani, alla guerra afgana, alla guerra libica; con la fornitura di armi a regimi assassini; con la partecipazione a coalizioni internazionali e organizzazioni armate responsabili di crimini di guerra e contro l'umanita'; con l'abominevole politica razzista che impedendo l'ingresso legale a chi fugge da fame e guerre e dittature ha provocato l'immane strage nel Mediterraneo; con lo sperpero di risorse ingentissime per le spese militari costitutivamente finalizzate alla preparazione ed all'esecuzione della guerra e delle uccisioni di cui essa consiste. L'Italia ha molto da farsi perdonare dai popoli del sud del mondo, di tante stragi e' corresponsabile.

In relazione alla Libia l'Italia sembra ora finalmente seguire una politica ragionevole: di azione diplomatica orientata a far cessare i conflitti e le stragi, a promuovere dialogo e legalita', a salvare le vite e a contrastare il potere delle organizzazioni criminali attraverso la ricostruzione di un ordinamento giuridico che si impegni nella direzione del rispetto e della promozione dei diritti di tutti; perche' non seguire la stessa politica ragionevole anche in relazione all'Iraq e alla Siria?

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Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

due sono le dighe di cui deve tener conto nel valutare la situazione.

Vi e' una diga a Mosul da mettere in sicurezza, ma la presenza di soldati italiani ottiene proprio l'effetto contrario.

E vi e' una diga in Italia e in Europa: la diga della civilta' che si oppone all'irruzione della barbarie, del razzismo e del fascismo. Che possa l'ordinamento giuridico costituzionale e democratico italiano resistere a chi vuole trasformarci in mostri, a chi vuole renderci ad un tempo vittime e ausiliari delle sua apocalittica brama di sterminio.

Receda da quella sconsiderata decisione ed impegni piuttosto il nostro paese anche in quell'area ad un'azione diplomatica come quella dispiegata in Libia.

Lei sa che l'azione di polizia necessaria contro i terroristi dell'Isis sara' resa possibile solo dalla fine della guerra in corso, ovvero solo dalla fine della destrutturazione dell'Iraq e della Siria con la ricostituzione in entrambi i paesi di un ordinamento giuridico che si impegni alla ricostruzione dei servizi, delle infrastrutture e dell'amministrazione nella legalita', nella direzione della democrazia e del rispetto dei diritti umani. A tal fine occorre promuovere il dialogo, occorre recare aiuti umanitari, occorre sostenere le esperienze nonviolente di convivenza e di solidarieta', occorre tagliare ai terroristi le fonti di finanziamento, di armamento, di reclutamento - innanzitutto costringendo i governi loro complici (in primo luogo la Turchia e l'Arabia Saudita, il Kuwait e il Qatar) a recedere dalla loro criminale politica.

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Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

tragga ispirazione dalla memoria di Giorgio La Pira, faccia della nonviolenza la vera, grande, necessaria, urgente trasformazione - evoluzione, progresso - di cui la politica, non solo italiana ma dell'umanita' intera, ha assoluto bisogno.

Voglia gradire distinti saluti,

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"

Viterbo, 18 dicembre 2015, Giornata internazionale per i diritti dei migranti

 

2. INSISTENZE. FERMATEVI. IL GOVERNO NON PRECIPITI L'ITALIA NELL'ABISSO DELLA GUERRA E DEL TERRORE

 

L'annunciato dispiegamento di soldati italiani alla diga di Mosul e' una follia.

Receda il governo da questa insensata e illegale, stoltissima e scelleratissima decisione.

Il governo non precipiti l'Italia nell'abisso della guerra e del terrore.

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L'Italia operi invece contro la guerra e contro il terrorismo, per il disarmo e la smilitarizzazione, per la pace con mezzi di pace, per la protezione dei diritti umani con strumenti coerenti e adeguati, per un'azione di polizia internazionale che e' l'esatto contrario della guerra.

Non soldati ed armi occorre inviare nei luoghi sconvolti dalle guerre, dalle dittature e dal terrorismo, ma aiuti umanitari che salvino le vite, corpi civili di pace che salvino le vite, e risorse a sostegno della costruzione di esperienze di difesa popolare nonviolenta che salvino le vite, risorse a sostegno del ripristino dei servizi essenziali e di un'amministrazione civile funzionante che salvino le vite; ed insieme a questo occorre un forte sostegno politico e reali incentivi materiali al dialogo, alla cooperazione ed alla riconciliazione tra tutte le parti in conflitto disponibili a convergere su un impegno comune per la pace, la democrazia, la legalita', il rispetto dei diritti umani e dei popoli.

Non un intervento militare, ma un'azione politica e diplomatica che isoli i terroristi e salvi le vite.

Non ulteriori atti di guerra, ma un'opera di contrasto politico ed economico che costringa i governi complici dei terroristi - dalla Turchia all'Arabia Saudita, dal Kuwait al Qatar - a cessare di sostenerli.

Non alimentare la catena del terrore, ma opporsi al terrore con l'iniziativa civile, giuridica, politica, certo anche di polizia, ma altresi' culturale e sociale, ed innanzitutto e decisivamente: umanitaria e nonviolenta, di aiuto materiale alle vittime, intesa a salvare le vite anziche' a distruggerle.

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L'annunciato dispiegamento di soldati italiani alla diga di Mosul e' una follia.

Receda il governo da questa insensata e illegale, stoltissima e scelleratissima decisione.

Il governo non precipiti l'Italia nell'abisso della guerra e del terrore.

 

3. INSISTENZE. CONTRO TUTTI I TERRORISMI, CONTRO TUTTE LE GUERRE

 

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni uccisione e' un crimine.

Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage.

Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.

A tutti i terrorismi occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

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La guerra e' il terrorismo portato all'estremo.

Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.

La guerra e' un crimine contro l'umanita'.

Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.

Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.

A tutte le guerre occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.

La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.

Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.

Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli.

Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La violenza assassina si contrasta salvando le vite.

La pace si costruisce abolendo la guerra.

La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.

La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

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Cominci l'Italia.

Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.

Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.

Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.

Cominci l'Italia cessando di produrre  armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.

Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.

Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.

Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i 72 milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.

Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.

Salvare le vite e' il primo dovere.

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Ogni vittima ha il voto di Abele.

Alla barbarie occorre opporre la civilta'.

Alla violenza occorre opporre il diritto.

Alla distruzione occorre opporre la convivenza.

Al male occorre opporre il bene.

Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

4. INSISTENZE. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM

 

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

5. ANNIVERSARI. IN MEMORIA DI EMILY BRONTE, DI PAOLO BUFALINI, DI AL-GHAZALI, DI ARMANDO GRAVA, DI FRANCO IMPOSIMATO, DI ARMANDO IZZO, DI DWIGHT MACDONALD, DI FRANCOIS MASPERO, DI PHIL OCHS, DI GIACOMO PERLASCA, DI EDITH PIAF, DI FRANCESCO SABATUCCI, DI HINA SALEEM, DI ITALO SVEVO, DI ETTORE TIBALDI

 

Ricorre oggi, 19 dicembre, l'anniversario della scomparsa di Emily Bronte, della scomparsa di Paolo Bufalini, della scomparsa di al-Ghazali, della nascita di Armando Grava, della nascita di Franco Imposimato, della scomparsa di Armando Izzo, della scomparsa di Dwight MacDonald, della nascita di Francois Maspero, della nascita di Phil Ochs, della nascita di Giacomo Perlasca, della nascita di Edith Piaf, della scomparsa di Francesco Sabatucci, della nascita di Hina Saleem, della nascita di Italo Svevo, della nascita di Ettore Tibaldi.

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Anche nel ricordo di Emily Bronte, di Paolo Bufalini, di al-Ghazali, di Armando Grava, di Franco Imposimato, di Armando Izzo, di Dwight MacDonald, di Francois Maspero, di Phil Ochs, di Giacomo Perlasca, di Edith Piaf, di Francesco Sabatucci, di Hina Saleem, di Italo Svevo, di Ettore Tibaldi, proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

 

6. REPETITA IUVANT. VECCHI LIBRI (ALCUNE SEGNALAZIONI DELL'AGOSTO 2005)

 

Riproponiamo di seguito alcune delle segnalazioni bibliografiche apparse nel nostro notiziario nell'agosto 2005.

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Erasmo da Rotterdam, Il lamento della pace, Rizzoli (Rcs libri), Milano 2005, pp. 188, euro 8. A cura di Federico Cinti, con testo latino a fronte e con un saggio di Jean-Claude Margolin, una nuova bella edizione di uno dei testi piu' nitidi ed emozionanti del grande umanista costruttore di pace.

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Erasmo da Rotterdam, Per una libera educazione, Rizzoli (Rcs libri), Milano 2004, pp. 198, euro 9. A cura di Luca D'Ascia, con testo latino a fronte, una bella edizione del "De pueris statim ac liberaliter instituendis", il manifesto di Erasmo contro la scuola della violenza.

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Fatema Mernissi, Islam e democrazia. La paura della modernita', Giunti, Firenze 2002, pp. 222, euro 12. Questo notevole libro (edizione originale 1992, seconda edizione 2002) della grande intellettuale marocchina (nata a Fez nel 1940, sociologa e studiosa del Corano, cattedratica all'Universita' di Rabat, narratrice e saggista finissima, di giustamente immenso prestigio internazionale) e' a nostro avviso una delle piu' utili introduzioni alla conoscenza della riflessione politica democratica islamica e dell'impegno civile contro ogni terrorismo nei paesi e nelle culture arabe e islamiche. Ancora una volta lo raccomandiamo vivamente.

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Fatima Mernissi, La terrazza proibita. Vita nell'harem, Giunti, Firenze 1996, 2001, pp. 236, euro 9,50. In questo libro scritto nel 1994 e gia' divenuto un classico, Fatema Mernissi rievoca le sue memorie d'infanzia con struggente tenerezza e acutissimo sguardo. Ogni volta che rileggiamo i libri della Mernissi, come di altre scrittrici arabe femministe e sovente musulmane, pensiamo che queste donne oggi, nella capacita' di ascoltare il cuore e sentire il mondo, nella viva lotta per l'affermazione dei diritti di tutte e tutti, contro ogni razzismo, contro ogni oppressione, contro ogni ignoranza e violenza che nega l'umana dignita', scrivono sovente la migliore letteratura che si pubblica (quando viene pubblicata) oggi sul pianeta. Fa parte del nostro fascismo - sia del sistema di potere degli apparati ideologici globali governati totalitariamente da maschi del nord opulento perche' vampiro e cieco perche' razzista; sia di noi fruitori delle merci dell'industria culturale ad esso apparato per mille vincoli asserviti - non accorgercene se non quando esercitiamo quella virtu' dell'attenzione cui ci richiamava la sapiente, l'enigmatica, la sublime Simone Weil.

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Fatema Mernissi, L'harem e l'Occidente, Giunti, Firenze 2000, pp. 192, euro 12,50. Ci si perdoni l'ineleganza di riproporre quanto gia' avemmo a scriverne in occasione del nostro primo incontro con questo libro (apparso in edizione originale - in inglese - nel 2000 e tempestivamente tradotto e pubblicato in italiano dalla benemerita casa editrice fiorentina): "Un libro di straordinaria cultura e levita', scintillante di intelligenza e umorismo, che smaschera il maschilismo con un'efficacia strepitosa. Un libro politico come si dovrebbero scriverne: un libro con sguardo e con voce di donna. Lo raccomandiamo vivamente, come del resto tutte le opere di Fatema Mernissi che abbiamo letto". Ed anche le seguenti parole dal risvolto di copertina ci piace trascrivere qui ancora: "Fatema Mernissi e' nata a Fez, in Marocco, nel 1940: docente di sociologia presso l'Universita' di Rabat Mohammed V, studiosa del Corano e scrittrice, da molti anni e' impegnata in attivita' di ricerca e insegnamento in ambito internazionale, per sostenere una visione pluralistica della societa' islamica, fondata sull'umanesimo e sul femminismo e opposta alle concezioni e alle pratiche dell'estremismo integralista".

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Fatema Mernissi, Karawan. Dal deserto al web, Giunti, Firenze 2004, pp. 256, euro 12. Ci sia consentito anche per questo libro (la cui edizione originale in francese e' sempre del 2004) riprendere quanto ne scrivemmo a suo tempo: "Un bel libro della grande intellettuale marocchina che invita a un incontro col Marocco fuori dagli stereotipi, in un autentico riconoscersi e dialogare; sono pagine acute ed affascinanti, impreziosite da un gioco grafico e tipografico sorprendente e piacevolissimo". E dal risvolto di copertina riportavamo - e nuovamente trascriviamo - che esso "si fonda su anni di ricerche e di esplorazioni nella cultura islamica e nella realta' marocchina, per raccontarci un paese vivacissimo e per sostenere una comune speranza: che terrorismo, razzismo e neocolonialismo possano arretrare di fronte al dispiegarsi di un Islam umanista, nutrito di democrazia e diritto alla critica, che dialoghi con l'Occidente di giustizia sociale e pacifici commerci".

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Elena Loewenthal, Eva e le altre. Letture bibliche al femminile, Bompiani, Milano 2005, pp. 336, euro 17. La finissima studiosa e saggista legge con straordinaria liberta', profondita' e dolcezza, parole, volti e gesti del testo biblico. Un libro che vivamente raccomandiamo.

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Sergio Quinzio, Lettere agli amici di Montebello, Fondazione Alce Nero, Isola del Piano (Pesaro Urbino) 1997, pp. 94, lire 18.000. Il volumetto raccoglie varie lettere scritte da Sergio Quinzio a Gino Girolomoni, Piero Stefani, Theobald Kneifel, Daniele Garota, con contributi degli interlocutori e un intervento di Patrizio Flavio Quinzio.

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Sergio Quinzio, L'esilio e la gloria. Scritti inediti 1969-1996, "In forma di parole", Bologna 1998, pp. 144, lire 25.000. Aperta da un ricordo di Gianni Scalia e da due note dei curatori Anna Giannatiempo Quinzio e Francesco Permunian, una raccolta di estratti da lettere e appunti, impreziosita da alcune assai belle fotografie.

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Sergio Quinzio, Leo Lestigi, La tenerezza di Dio, "Liberal" - Atlantide Editoriale, Roma 1997, pp. X + 78, lire 15.000. Un'ampia intervista del 1991, inizialmente concepita come base per un'autobiografia poi non piu' realizzata; Quinzio racconta generosamente la sua vita, i suoi pensieri, le sue opere.

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"Bailamme", Sergio Quinzio in memoriam, n. 20, dicembre 1996, Cens, Melzo (Milano) 1996 (ma finito di stampare nel febbraio 1997), pp. 304, lire 35.000. Un bel volume monografico con contributi di Salvatore Natoli, Massimo Cacciari, Mario Tronti, Alessandro Barban, Pino Trotta, Fabio Milana, David Bidussa, Edoardo Benvenuto, Stefano Mistura, Luisa Muraro, Angelo Varesi, Erri De Luca, Emma Fattorini, Michele Ranchetti, Boghos Levon Zekyan, e un'ampia conversazione con Quinzio di Gabriella Caramore del 1991. Il volume reca anche in appendice (alle pp. 275-301) una utilissima bibliografia di Sergio Quinzio a cura di Anna Giannatiempo Quinzio, Nicola Baldoni, Calogero Rizzo

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"Humanitas", Sergio Quinzio. Le domande della fede, a. LIV, n. 1, febbraio 1999, Morcelliana, Brescia 1999, pp. 176, lire 20.000. Un bel volume monografico con contributi di Maurizio Ciampa, Achille Silvestrini, Fabrizio Desideri, Claudio Ciancio, Piero Stefani, Enzo Omaggio, Massimo Iiritano, Gino Ruozzi; inoltre un inedito di Quinzio del 1995, e un'ampia intervista a Quinzio a cura di Giancarlo Burghi anch'essa del 1995.

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Tahar Ben Jelloun, Le pareti della solitudine, Einaudi, Torino 1990, 1997, pp. XXII + 122, lire 12.000. Elaborando in forma poetica il portato delle sue esperienze di lavoro come psicologo in un consultorio psichiatrico parigino impegnato nell'assistenza a immigrati nordafricani, in questo libro scritto nel 1975 e pubblicato nel 1976, attraverso il personaggio di Momo l'autore descrive la condizione fatta ai migranti da una societa' solcata da un razzismo feroce. Con una prefazione all'edizione italiana (1990) che si apre con queste parole: "Espressione della maledizione e della miseria, il razzismo oggi si permette di non cercare nemmeno piu' delle giustificazioni... Nell'Europa del 1990 il razzismo ha l'aria di star bene".

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Tahar Ben Jelloun, L'estrema solitudine, Milvia, Torino 1988, Bompiani, Milano 1999, pp. 224, lire 18.000. Scritto come tesi di dottorato in psichiatria sociale nel 1975 e pubblicato nel 1977, questo libro fondato sull'esperienza condotta per alcuni anni dall'autore come terapeuta in un consultorio psichiatrico assistendo persone immigrate, e' una lettura sconvolgente e necessaria: per cogliere quanta nascosta sofferenza possa esservi in persone che avrebbero bisogno di ascolto e di aiuto, e all'aiuto e all'ascolto avrebbero diritto. Anche qui trovando ragioni per lottare contro ogni razzismo, contro ogni denegazione di umanita'. All'edizione italiana del '99 Tahar Ben Jelloun ha premesso alcune toccanti riflessioni sul nostro paese, che si concludono con queste parole benedicenti: "Che l'Italia non sia il paese che suscitera' e alimentera' questa desolazione che ho chiamato 'estrema solitudine'. Che resti un paese accogliente, ospitale e generoso, che poi significa: profondamente mediterraneo".

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Tahar Ben Jelloun, Il razzismo spiegato a mia figlia, Bompiani, Milano 1998, 1999, pp. 96, lire 10.000. Scritto nel 1997 (e via via arricchito di altri materiali in successive edizioni) un colloquio tenero e gentile, a cui tutte e tutti siamo invitati.

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Tahar Ben Jelloun, L'Islam spiegato ai nostri figli, Bompiani, Milano 2001, pp. 110, euro 6,20. Un agile, piacevole libriccino del grande poeta, romanziere, saggista e giornalista marocchino e parigino (che oggi e' una delle voci maggiori della lingua e della letteratura francese che piu' amiamo), la cui lettura potrebbe essere ben utile a tanti intellettuali e politici nostrani, come una medicina per guarire dai piu' cupi deliri.

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Guenther Anders, Amare, ieri. Appunti sulla storia della sensibilita', Bollati Boringhieri, Torino 2004, pp. 172, euro 16. Pubblicate nel 1986, queste note di diario scritte tra 1947 e 1949, che leggono con grande finezza e sapienza fenomenologica atteggiamenti, sentimenti e relazioni della vita intima e quotidiana, costituiscono un aspetto meno noto ma pienamente coerente e per cosi' dire idealtipico della riflessione del grande filosofo e militante (1902-1992) implacabile denunziatore dell'eta' atomica, della tecnica disumanata, della violenza totalitaria ed annichilista.

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Guenther Anders, Discorso sulle tre guerre mondiali, Linea d'ombra, Milano 1990, pp. 112, lire 12.000. Due saggi: "I morti. Discorso sulle tre guerre mondiali" del 1964, e "Hiroshima e' dappertutto. Una prefazione" del 1982, in cui Anders torna a tematizzare la sua pressoche' solitaria, inesausta ed insieme cosi' cruciale meditazione e azione di pensatore e militante antifascista e antimilitarista, la voce piu' nitida del movimento antinucleare, lo sguardo piu' acuto del movimento contro la guerra e contro il totalitarismo.

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Guenther Anders, Essere o non essere. Dario di Hiroshima e Nagasaki, Einaudi, Torino 1961, pp. XVIII + 216. Un libro capitale. Nella traduzione di Renato Solmi, con prefazione di Norberto Bobbio.

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Guenther Anders e Claude Heaterly, Il pilota di Hiroshima. Ovvero: la coscienza al bando, Einaudi, Torino 1962, Linea d'ombra, Milano 1992, pp. 224, lire 15.000. Il carteggio tra Anders e Heaterly tra 1959 e 1961 (durante la detenzione del pilota americano). Con una introduzione di Robert Jungk, una prefazione di Bertrand Russell, nella traduzione di Renato Solmi. Un libro fondamentale, una lettura indispensabile.

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Guenther Anders, Kafka. Pro e contro. I documenti del processo, Gabriele Corbo Editore, Ferrara 1989, pp. XVIII + 138, lire 18.000. Pubblicato nel 1951, e da ultimo incluso in Uomo senza mondo nel 1980, un giustamente celebre saggio.

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Guenther Anders, L'uomo e' antiquato. Considerazioni sull'anima nell'era della seconda rivoluzione industriale, Il Saggiatore, Milano 1963, pp. 336. Pubblicato nel 1956, uno dei libri fondamentali del pensiero novecentesco che conta.

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Guenther Anders, L'uomo e' antiquato. Sulla distruzione della vita nell'epoca della terza rivoluzione industriale, Bollati Boringhieri, Torino 1992, pp. VI + 430, s. i. p. Pubblicato nel 1980, il secondo volume del capolavoro di Anders.

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Guenther Anders, Noi figli di Eichmann, La Giuntina, Firenze 1995, pp. 112, lire 15.000. Due lettere scritte da Guenther Anders al figlio di Adolf Einchmann, nel 1964 e nel 1988. Una lettura imprescindibile.

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Guenther Anders, Opinioni di un eretico, Theoria, Roma-Napoli 1991, pp. 110, lire 9.000. Un'intervista di Mathias Greffrath a Guenther Anders del 1979 che puo' fungere da agile ed utile introduzione alla conoscenza del grande filosofo e militante.

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Guenther Anders, Patologia della liberta', Palomar, Bari 1993 (ma 1994), pp. 132, lire 25.000. Due saggi di Anders apparsi in rivista negli anni '30, e due saggi su di lui di Konrad Paul Liessmann e di Rosarita Russo.

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Guenther Anders, Stato di necessita' e legittima difesa. Violenza si' o no: una critica del pacifismo, Edizioni cultura della pace, San Domenico di Fiesole (Fi) 1997, pp. 80, lire 17.000. Un libro del 1987 che occorre aver letto. Con una presentazione di Goffredo Fofi.

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Guenther Anders, Tesi sull'eta' atomica, Edizioni del Centro di ricerca per la pace, Viterbo 1991, pp. 16, diffusione gratuita. Una edizione "povera" della geniale sintesi andersiana del 1960, che abbiamo piu' volte ripubblicato su questo foglio.

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Guenther Anders, Uomo senza mondo. Scritti sull'arte e la letteratura, Spazio Libri Editori, Ferrara 1991, pp. 238, lire 30.000. I folgoranti saggi andersiani su Doeblin, Brecht, Heartfield, Broch e Grosz pubblicati tra gli anni '40 e '70 e raccolti in volume nel 1984 (insieme a quello su Kafka edito in italiano a se', segnalato sopra).

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Pier Paolo Portinaro, Il principio disperazione. Tre studi su Guenther Anders, Bollati Boringhieri, Torino 2003, pp. 180, euro 13. Una bella monografia su Guenther Anders di uno dei piu' acuti studiosi di decisivi problemi politici e morali dell'epoca presente, che vivamente raccomandiamo.

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Lidia Menapace, Chiara Ingrao (a cura di), Ne' indifesa ne' in divisa, Gruppo della sinistra indipendente alla Regione Lazio, Roma 1988, pp. 244, lire 20.000. Un utile libro che raccoglie gli atti di un convegno del marzo 1987, una sezione di documentazione e riflessione giuridica, un'ampia raccolta di "percorsi, riflessioni, esperienze" di donne per la pace.

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Margarete Buber Neumann, Da Potsdam a Mosca, Il Saggiatore, Milano 1966, pp. 496 (ma ve ne e' una nuova edizione presso Il Mulino, Bologna 2000). Le memorie di Margarete Buber-Neumann (1901-1989) dall'infanzia al 1937. Margarete Buber-Neumann e' stata una delle fondamentali testimoni della dignita' umana nel secolo dei totalitarismi (pagine splendide su di lei ha scritto Tzvetan Todorov in Memoria del male, tentazione del bene, Garzanti, Milano 2001).

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Margarete Buber-Neumann, Prigioniera di Stalin e Hitler, Il Mulino, Bologna 1994, 2005, pp. XVIII + 424, euro 14. Una testimonianza fondamentale. In questa edizione con un saggio introduttivo di Victor Zaslavsky che ricostruisce la figura dell'autrice "testimone del proprio secolo".

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Margarete Buber-Neumann, Milena, l'amica di Kafka, Adelphi, Milano 1986, 1999, pp. 312, lire 18.000. "La vita di Milena Jesenska' raccontata dall'amica che la conobbe nel campo di concentramento di Ravensbrueck"; un libro che vivamente raccomandiamo.

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Maurizio Chierici (a cura di), Favelas e grattacieli, Nuova Iniziativa Editoriale, Roma 2005 (suppl. a "L'Unita'"), pp. 240, euro 6,90. Sesto volume della collana dei "Quaderni dell'America Latina" (agili libri di taglio giornalistico), ancora una ricognizione a piu' voci del Brasile di oggi (che fa seguito al precedente "Quaderno" anch'esso al Brasile dedicato). Con la collaborazione di Giancarlo Summa, una prefazione di Walter Veltroni e contributi di Walter Fanganiello Maierovitch, Ana Paula Sousa, Ettore Masina, Laura Fantozzi, Francesco Pierri, Breno Altman, Lucio Flavio Pinto, Sandra Papaiz, Andrea Lanzi, Roberta Barni, Darwin Pastorin, Roberto Vecchi, Gianni Mina', e colloqui con Oscar Niemeyer, Pedro Casaldaliga, Miguel Rossetto, Joao Pedro Stedile, Carlos Alberto "Beto" Ricardo, Giorgio Della Seta, Gilberto Gil.

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Marguerite Yourcenar, Ad occhi aperti, Bompiani, Milano 1982, 1989, pp. 272, lire 8.000. La grande scrittrice (1903-1987) si racconta in una serie di conversazioni con Matthieu Galey.

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Josyane Savigneau, Marguerite Yourcenar. L'invenzione di una vita, Einaudi, Torino, 1991, 1993, pp. 508, lire 16.000. Una bella, vasta e profonda, fine ed acuta bioografia.

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Maria Antonietta La Torre, Ecologia e morale, Cittadella, Assisi 1990, pp. 160, lire 15.000. Un'agile, utile monografia introduttiva.

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Robert Nozick, Anarchia, stato e utopia, Le Monnier, Firenze 1981, poi (in nuova traduzione) Il Saggiatore, Milano 2000, Net, Milano 2005, pp. 384, euro 13. Uno dei testi piu' acuti e influenti del pensiero politico neoliberale.

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Jean Starobinski, Tre furori, Garzanti, Milano 1978, 1991, pp. 136, lire 16.000. Con la profondita' di sguardo che gli e' propria, e valorizzando variegati e adeguati strumenti e metodologie di osservazione e comprensione, Starobinski interpreta l'Aiace sofocleo, l'episodio dell'indemoniato geraseno in Marco, L'incubo di Fuessli.

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Sergio Quinzio, Diario profetico, Guanda, Parma 1958, Adelphi, Milano 1996, pp. 222, lire 20.000. Il primo libro di Quinzio, nato dalle lettere che scriveva al fratello: "Non c'era mai stato un momento in cui avessi deciso di scrivere qualcosa destinato alla pubblicazione. Le cose andarono diversamente. Mi trovavo nel castello angioino-aragonese di Gaeta, in servizio di prima nomina come sottotenente della Guardia di finanza. Pativo una desolata solitudine e scrivevo a mio fratello. Fu lui, che per la verita' non era stato un solerte interlocutore, a portarmi un giorno un pacchetto con tutte le lettere che gli avevo spedito". In 305 brevi testi una meditazione religiosa gia' bruciante.

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Elisabeth Burgos (a cura di), Mi chiamo Rigoberta Menchu', Giunti, Firenze 1987, pp. XXIV + 304, lire 15.000. Il libro che ha fatto conoscere Rigoberta al mondo.

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Rigoberta Menchu' Tum, Rigoberta i maya e il mondo, Giunti, Firenze 1997, pp. X + 350, lire 22.000. Con la collaborazione di Dante Liano e Gianni Mina', e contributi di Humberto Ak'abal ed Eduardo Galeano, il secondo grande libro di testimonianza della donna india guatemalteca premio Nobel per la pace nel 1992.

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Ufficio dei diritti umani dell'arcivescovado di Guatemala, Guatemala: nunca mas. Rapporto Remhi, Fondazione Guido Piccini - La Piccola Editrice, Celleno (Vt) 1998, pp. 344, lire 30.000. Il rapporto conclusivo del progetto "per il recupero della memoria storica" sul trentennale genocidio guatemalteco. Una lettura fondamentale. Per richieste: La Piccola Editrice, via Roma 5, 01020 Celleno (Vt), tel. e fax: 0761912591, e-mail: convento.cel at tin.it, sito: www.conventocelleno.it/lapiccola.index.htm

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Enrica Collotti Pischel, Gandhi e la nonviolenza, Editori Riuniti, Roma 1989, pp. 112, lire 8.000. Un'agile monografia dell'indimenticabile grande studiosa dell'Asia e delle lotte contro il colonialismo.

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Liana Fiorani, Dediche a don Milani dal cimitero di Barbiana, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2001, pp. 736, euro 25,82. La benemerita studiosa ha raccolto e trascritto (e quando necessario tradotto) con certosina pazienza in questo libro le frasi di gratitudine e saluto scritte dai visitatori nei quaderni del cimitero di Barbiana che ospita la tomba del priore. Un testo di indubbio valore documentario, con non poche pagine commoventi e fin sorprendenti. Per richieste alla casa editrice: Edizioni Qualevita, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. 3495843946, o anche 0864460006, o ancora 086446448; e-mail: sudest at iol.it o anche qualevita3 at tele2.it; sito: www.peacelink.it/users/qualevita

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Emilia Rensi, Atei dell'alba, La Fiaccola, Ragusa 1973, 1991, pp. 138, lire 7.000. Una simpatetica ricognizione dell'ateismo nelle culture antiche, orientali e classiche, dell'acuta e sempre generosa pensatrice e saggista libertaria, figlia del filosofo Giuseppe Rensi, scomparsa a 89 anni nel 1990, nobile figura di studiosa, educatrice e militante erasmiana, laica e libera pensatrice, costantemente impegnata nella rivendicazione dell'umana dignita', costantemente dalla parte delle vittime.

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Thomas A. Szlezak, Come leggere Platone, Rusconi, Milano 1991, Bompiani, Milano 2004, pp. 190, euro 7. Una bella introduzione a Platone secondo la prospettiva di lettura condivisa da Giovanni Reale e dalla "scuola di Milano-Tubinga".

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Dacia Maraini, Isolina, Rizzoli, Milano 1985, Rcs, Milano 2005 (suppl. al "Corriere della sera"), pp. 192, euro 4,90. Dacia Maraini ricostruisce con umana partecipazione, finezza ermeneutica, perizia narrativa e rigore documentario la vicenda di Isolina Canuti assassinata nel gennaio 1900, e del processo che ne segui': "ma cosa conta la vita di una ragazzina di oscura famiglia... di fronte all'onore dell'esercito?". Da rileggere, per chi avesse dimenticato, e per riflettere sulla necessita' di contrastare oggi e sempre il maschilismo e il militarismo, e i crimini in cui si estrinsecano.

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Ingeborg Bachmann, Invocazione all'Orsa Maggiore, SE, Milano 1994, Mondadori, Milano 1999, pp. XLII + 246, lire 15.000. A cura di Luigi Reitani (e con una commossa testimonianza di Heinrich Boell, "Sulla morte di Ingeborg Bachmann") un'antologia dei versi della poetessa ed intellettuale nata a Klagenfurt nel 1926 e scomparsa a Roma nel 1973; con testo originale a fronte e un notevole apparato critico.

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Ingeborg Bachmann, Poesie, Tea, Milano 1996, pp. 166, lire 13.000. A cura di Maria Teresa Mandalari, con testo tedesco a fronte, una bella raccolta dei versi della grande scrittrice e pensatrice.

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Maria Teresa Mandalari, Poesia operaia tedesca del Novecento, Feltrinelli, Milano 1974, pp. 256. Uno studio e un'antologia la cui rilettura per molti motivi raccomandiamo.

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Heinrich Boell, Prigioniero a Parigi e altri racconti, Mondadori, Milano 2005, pp. 176, euro 7,40. Una recente raccolta postuma di racconti e versi del 1946-'47 restati inediti. Ma di Boell (1917-1985, uno dei nostri piu' grandi e piu' amati maestri) bisogna ovviamente aver letto le opere maggiori; e non solo i folgoranti racconti, alcuni romanzi indimenticabili, ma anche l'opera saggistica (tuttora scarsamente tradotta in italiano) di militante - morale, quindi politico - contro ogni oppressione e contro ogni menzogna, e innanzitutto contro la guerra, infamia delle infamie e crimine dei crimini.

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Mario Lancisi, No alla guerra!, Piemme, Casale Monferrato (Al) 2005, pp. 208, euro 12,50. Ancora un bel saggio di Mario Lancisi, benemerito studioso milaniano, su "L'obbedienza non e' piu' una virtu' di don Lorenzo Milani e il movimento per la pace e la nonviolenza"; arricchiscono il libro una serie di interviste a (e testimonianze di) Massimo Cacciari, Loris Capovilla, Franco Cardini, Giancarlo Caselli, Luigi Ciotti, Tonio Dell'Olio, Fabrizio Fabbrini, Francesco Gesualdi, Michele Gesualdi, Gad Lerner, Pietro Pinna, Adriano Sofri, Gino Strada, Alex Zanotelli, chiamati da Lancisi a raccontare del loro incontro con l'opera e la figura (e in alcuni casi la viva persona nella plenitudine della condivisione di un tratto del cammino della vita) del priore di Barbiana; con una pagina conclusiva di  Tiziano Terzani, e alcune proposte di iniziativa.

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Neera, Le idee di una donna, Vallecchi, Firenze 1977, pp. XX + 156, lire 6.000. Presentati da Francesca Sanvitale, due saggi del 1891 e del 1903 - documento di un'epoca e un ambiente, certo, e da interpretare e discutere ancora, anche - di una scrittrice (Anna Radius Zuccari, Milano 1846-1918) che ben meriterebbe una riscoperta editoriale e una rivalutazione critica adeguate: il fatto che Benedetto Croce l'apprezzasse al punto da curarne un'antologia degli scritti saggistici significhera' pur qualcosa.

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Betty Reardon, Militarismo e sessismo. Influenze su una educazione alla guerra, Satyagraha Editrice, Torino 1984, pp. 32, lire 2.500. Nella serie del "Quaderni degli insegnanti nonviolenti" un saggio di una prestigiosa studiosa e docente impegnata da sempre nell'educazione alla pace.

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Michel Brossard et Jacques Fijalkow (sous la direction de), Apprendre a' l'ecole: perspectives piagetiennes et vygotskiennes, Presses Universitaires de Bordeaux, Bordeaux 2002, pp. 216, euro 22,50. Una raccolta di contributi scaturiti dal secondo congresso internazionale per la ricerca socio-culturale svoltosi a Ginevra nel 1996, nel centenario della nascita di Piaget e Vygotskij. Con contributi, oltre che dei curatori del volume, di Cesar Coll, Samuel Joshua, Emilia Ferreiro, Eliane Fijalkow, Madelon Saada-Robert, Michel Gilly e Michele Deblieux, Martine Alcorta, Jean-Paul Bernie', e con un testo di Lurija. Un volume di notevole interesse.

 

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Salvatore Carannante (a cura di), Il Quattrocento in Europa, Rcs, Milano 2015, pp. 168, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

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Riletture

- Testi taoisti, Utet, Torino 1977, 2002, Mondadori, Milano 2009, pp. 684. Traduzione di Fausto Tomassini, introduzione di Lionello Lanciotti. Contiene: Il libro del Tao e della virtu' (Tao Te Ching); Lieh-tzu, ovvero Il vero libro della sublime virtu' del cavo e del vuoto; Chuang-tzu, ovvero Il vero libro di Nan-Hua.

- Tao Te Ching. Il libro della via e della virtu', Adelphi, Milano 1973, Mondadori, Milano 1978, pp. 176. A cura di J. J. L. Duyvendak, traduzione di Anna Devoto, consulenza di Renata Pisu.

- Lao-tzu, Il libro del Tao. Tao-teh-ching, Newton Compton, Roma 1995, pp. 98. Cura e traduzione di Girolamo Mancuso.

- Lao-tzu, La regola celeste. Il segreto della virtu' nell'agire senza agire, Demetra, Bussolengo (Vr) 1994, pp. 80. Presentazione e versione di Augusto Sabbadini (da altre traduzioni in lingue occidentali).

- Chuang-tzu, Utet, Torino 1977 (nella raccolta dei Testi taoisti), Tea, Milano 1989, pp. XVI + 296. A cura di Fausto Tomassini, introduzione di Lionello Lanciotti.

- Lieh-tzu. Il vero libro della sublime virtu' del cavo e del vuoto, Utet, Torino 1977 (nella raccolta dei Testi taoisti), Tea, Milano 1988, pp. X + 150. A cura di Fausto Tomassini.

- Octavio Paz, Chuang-Tzu, Mondadori, Milano 2000, pp. 84.

- Aldo Tagliaferri, Il taoismo, Newton Compton, Roma 1996, pp. 98.

 

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

9. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2201 del 19 dicembre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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